Sottoscrizione e fornitura
Al momento della sottoscrizione di un contratto di fornitura di energia ci sono due riferimenti temporali che è bene non confondere: la data di sottoscrizione e il periodo di...
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Leggi di più >Al momento della sottoscrizione di un contratto di fornitura di energia ci sono due riferimenti temporali che è bene non confondere: la data di sottoscrizione e il periodo di fornitura.
Si tratta della data di contrattualizzazione della fornitura di energia. È il momento in cui il fornitore valuta il prezzo dell’energia sui mercati, affidandosi a dati e previsioni, per poi proporre un’offerta al cliente. Pertanto è un riferimento essenziale alla definizione delle condizioni economiche previste per i consumi; a seconda della tendenza di mercato del momento, i prezzi potrebbero variare sostanzialmente.
Valutare la data di sottoscrizione di un contratto di energia è addirittura più importante che la scelta del fornitore stesso.
Dalla data di sottoscrizione al periodo di fornitura passano generalmente da un mese a 18 mesi.
A titolo esemplificativo, un contratto della durata di due anni può essere sottoscritto il 12 maggio 2019 e avere validità sia dal 1 gennaio 2020 sia dal 1 giugno 2021. In entrambi i casi la data di sottoscrizione -il 12 maggio- è la stessa, cambia però il periodo di fornitura. Da notare che per i due periodi di fornitura saranno previsti due prezzi diversi.
Si intende il periodo di erogazione del servizio energetico stipulato alla data di sottoscrizione. Generalmente ha inizio il primo giorno del primo mese e si chiude l’ultimo giorno dell’ultimo mese.
È possibile sottoscrivere lo stesso periodo di fornitura, per esempio l’anno civile 2020, in due date di sottoscrizione diverse, ad esempio il 5 gennaio 2019 e il 28 ottobre 2019. Da notare, ancora una volta, che ognuna delle due date di sottoscrizione avrà un prezzo diverso, a seconda dell’andamento dei prezzi di mercato per gas&power.
La differenza tra la data di sottoscrizione e il periodo di fornitura è semplice, ma importante da tenere a mente nel momento in cui si firma un contratto per non rischiare poi di ricevere brutte sorprese.
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Nel momento in cui arriva la bolletta dell’energia e, con essa, il momento di pagare le utenze, è possibile che si crei un po’ di confusione. Le voci della bolletta, infatti, non...
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Nel momento in cui arriva la bolletta dell’energia e, con essa, il momento di pagare le utenze, è possibile che si crei un po’ di confusione.
Le voci della bolletta, infatti, non sono sempre chiarissime; ciononostante, essere in grado di leggerla è fondamentale per poter scegliere con cognizione di causa la tariffa più conveniente per noi, oppure per poter modulare i propri consumi.
In quest’articolo analizziamo i quattro tipi di voci delle bollette energetiche, con l’obiettivo di facilitarne la lettura il più possibile.
L’elettrone per l’energia elettrica e la molecola per il gas. Questo prezzo è diverso in ogni paese e dipende principalmente dalla produzione nazionale, dalla capacità di importazione ed esportazione, dalle normative in materia ma anche dalle variabili del mercato globale.
Il fornitore trasporta e distribuisce la materia prima dal punto di acquisto fino alle utenze finali.
All’IVA, l’Imposta sul Valore Aggiunto, applicabile a tutti i beni e servizi venduti destinati alla gestione statale, si aggiungono anche imposte legate specificatamente al consumo energetico (gas, power, carburante).
Il prezzo di trasporto e le imposte variano poco e di rado rispetto al prezzo della materia prima sul mercato, che è invece in costante fluttuazione. Diverse sono le ragioni alla base di tale fluttuazione:
Si colloca tra lo 0,5% e il 5% dell’importo totale della bolletta.
Contratto a prezzo indicizzato (o variabile) o a prezzo fisso? Probabilmente, se tra le tue responsabilità rientra quella di stipulare un contratto energetico per la tua azienda,...
Leggi di più >Contratto a prezzo indicizzato (o variabile) o a prezzo fisso?
Probabilmente, se tra le tue responsabilità rientra quella di stipulare un contratto energetico per la tua azienda, prima o poi avrai avuto a che fare con questo dubbio.
In quest'articolo ti spiego come funzionano prezzo fisso, variabile e variabile con fixing, di modo che tu abbia tutti gli strumenti giusti per poter fare una scelta consapevole.
Ogni MWh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato ad un prezzo fisso, determinato al momento della firma del contratto.
E' importante che ti ricordi che con la clausola del tacito rinnovo il contratto a prezzo fisso si trasforma spesso in prezzo variabile senza fixing se non è stata avviata una RdO.
Ogni Mwh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato a un prezzo variabile in funzione delle fluttuazioni del mercato:
Questa è la scelta migliore se in un determinato momento, ad esempio al rinnovo del contratto, non si vogliono correre i rischi che il prezzo fisso comporta.
Al momento della sottoscrizione il valore del tuo prezzo indicizzato corrisponde al valore di quello fisso, ma diversamente da quest’ultimo, il prezzo indicizzato nel tempo seguirà le fluttuazioni del mercato.
Il prezzo indicizzato è ancorato a un indice di riferimento del mercato. Il prezzo finale pertanto dipenderà dal tipo di indicizzazione:
Minore è l’indice scelto, maggiore è l’esposizione del cliente alle fluttuazioni del mercato.
Quando si ha un contratto di fornitura di gas o energia elettrica a prezzo variabile, la società contraente può richiedere il fixing del prezzo al proprio fornitore.
Si tratta di fissare il prezzo di una parte dei volumi o dell’intero profilo di consumo, previsto in un determinato periodo futuro alle condizioni economiche del mercato in quel momento.
In questo modo il fixing consente al consumatore di trasformare un contratto a prezzo indicizzato in un contratto a prezzo fisso (in toto o in parte), eliminando il rischio di una salita dei prezzi ed il conseguente aumento dei costi di fornitura.
Nella speranza di aver contribuito a fare chiarezza tra le varie opzioni che ti si prospettano nel momento della stipula di un contratto di energia B2B, ti invito ad approfondire l'argomento sul nostro blog, oppure ad accedere alle previsioni di mercato per il mese in corso che trovi qui sotto.
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A seconda del tipo di contratto scelto per la fornitura di energia, può essere possibile fissare interamente, o parzialmente, il prezzo indicizzato durante il tempo di validità...
Leggi di più >A seconda del tipo di contratto scelto per la fornitura di energia, può essere possibile fissare interamente, o parzialmente, il prezzo indicizzato durante il tempo di validità del contratto, così che si possa beneficiare dell’andamento favorevole del mercato. Si parla in questo caso di: fixing del prezzo.
Questa è sicuramente una buona opzione per avere una maggiore convenienza, a patto che si abbiano le competenze giuste.
Questa scelta contrattuale può portare a un risparmio considerevole, a patto che si conosca bene l'opzione che si sta scegliendo, le eventuali criticità e le risorse richieste, sia da un punto di vista temporale che di competenze.
Tuttavia, una scelta consapevole e cosciente che si tratti di una possibilità attuabile anche per chi non dispone di enormi mezzi, utilizzando i giusti strumenti, apre le porte a molte possibilità di risparmio.
Vale la pena di entrare nel merito dei contratti a prezzo variabile con possibilità di fixing: come comportarsi? Il prezzo si può fissare in due modi:
Cliente e fornitore si accordano sul prezzo mediante contrattazioni che si svolgono in maniera ufficiosa. La richiesta può essere fatta in qualsiasi momento durante l’apertura dei mercati, cioè quando il fornitore ha accesso alle piattaforme di trading.
I prezzi sono pubblicati a chiusura dei mercati. Il fornitore non può approvvigionarsi subito, il che comporta una variazione del prezzo nel tempo. Per sua tutela, il fornitore applica un sovrapprezzo all’offerta del cliente.
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È impossibile, nelle ultime settimane, non aver sentito parlare del Coronavirus e della rapida diffusione che sta avendo in Europa ma anche in tutto il mondo. Ma come questa...
Leggi di più >È impossibile, nelle ultime settimane, non aver sentito parlare del Coronavirus e della rapida diffusione che sta avendo in Europa ma anche in tutto il mondo. Ma come questa epidemia sta influenzando i mercati delle commodities, e specialmente quello?
L’epidemia di Coronavirus, da pochi giorni estesasi all’Europa e agli USA, come è noto, ha avuto origine in Cina.
Quella Cina che da sola costituisce il maggior importatore di petrolio e gas naturale al mondo, la stessa Cina che in queste ultime settimane ha bloccato un gran numero di industrie e fabbriche per arginare la diffusione del virus, lasciando a casa i cittadini, fermando gli aeroporti e le stazioni ferroviarie e bloccando di fatto tutte le attività non indispensabili alla sopravvivenza.
La buona notizia è che uno stop quasi totale dei veicoli e delle industrie cinesi provocherà un crollo nelle emissioni di CO2 del Paese, quella brutta è che la domanda di petrolio e gas naturale è drasticamente diminuita (per il petrolio circa -3 milioni di barili al giorno, pari a quasi il 20% della domanda), al punto che i membri dell’Opec+ come misura di emergenza potrebbero applicare ulteriori tagli alla produzione di greggio per sostenerne i prezzi (-0,6 milioni di barili al giorno, circa l’1,5% dell’output attuale).
La domanda di petrolio e materie prime, già messa in pericolo dalla recessione dell’economia globale e dalla guerra commerciale fra USA e Cina, rischia di diminuire non solo in Cina e nei Paesi limitrofi (la Corea del Sud è già in piena emergenza), ma anche in Europa e USA, appena sfiorati fino ad ora dall’epidemia.
Il blocco totale o parziale delle attività produttive e dei trasporti causa una diminuzione della domanda di combustibili, petrolio e gas naturale in primis. Anche il gas naturale infatti sta soffrendo della ridotta domanda della Cina, che ha notevolmente diminuito l’import di gas naturale liquefatto (LNG), spesso invocando la forza maggiore (si stima una diminuzione del 23% da gennaio rispetto all’anno precedente).
Il minor appetito di LNG nell’area asiatica ha incentivato le navi a dirigersi verso destinazioni alternative, come ad esempio l’Europa, già inondata da un surplus di gas naturale senza precedenti, provocando una ulteriore discesa dei prezzi.
Di conseguenza il prezzo dell’energia elettrica in Europa, e soprattutto in Italia, è diminuito, a causa della discesa dei prezzi dei combustibili (primo fra tutti il gas, ma anche il carbone) utilizzati per produrla.
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Gli attori nel mercato del gas e dell’elettricità sono numerosi. In Europa il numero è fortemente aumentato in seguito all’apertura del mercato nel 2000. Tali attori possono...
Leggi di più >Gli attori nel mercato del gas e dell’elettricità sono numerosi. In Europa il numero è fortemente aumentato in seguito all’apertura del mercato nel 2000. Tali attori possono essere suddivisi in 5 gruppi principali.
I produttori si occupano della produzione di energia elettrica o dell’estrazione del gas naturale. L’energia elettrica ha molte fonti: nucleare, rinnovabile quali idroelettrico, eolico, solare, oppure la fonte fossile come olio combustibile, carbone o gas naturale. Oltre all’attività di produzione sul sito svolgono un’attività commerciale per vendere la loro produzione. Tale produzione viene generalmente venduta all’ingrosso utilizzando le infrastrutture.
Per trasportare nel posto giusto e al momento giusto la produzione di gas e elettricità bisogna avere delle infrastrutture, come ad esempio i gasdotti o le reti elettriche. Le società che le gestiscono sono comunemente chiamate gestori di reti e offrono sostanzialmente capacità di trasporto, resa disponibile ai clienti, i quali sono la maggior parte degli attori del mercato.
Queste attività sono assolutamente indispensabili per il buon funzionamento del mercato dell’energia. Per questa ragione la loro attività è, in generale, regolata. Ovvero, le loro entrate sono garantite dalla legge e i loro costi controllati da un’autorità di regolamentazione indipendente. I gestori di infrastruttura sono:
Il mercato all’ingrosso è un mercato intermedio tra la produzione e il mercato al dettaglio. Si parla di un mercato a monte perché è lontano dal consumo finale. Si chiama così perché i volumi di gas ed elettricità scambiati sono molto importanti. Le unità di energia utilizzate più spesso sono le TWh, le Gwh (renvoi vers l’article sur les unités).
È il caso in cui, c’è stato fisicamente uno scambio, ovvero una transazione nella quale una quantità di energia verrà venduta o comprata in un luogo, in una data determinata e attraverso diverse transazioni finanziarie, o per esempio una quantità di energia verrà venduta e comprata nello stesso luogo e allo stesso momento. Le transazioni del mercato all’ingrosso avvengono sia direttamente tra attori che negli hub di trading. I fornitori acquistano il gas o l’elettricità all’ingrosso.
Gli attori del mercato all’ingrosso sono:
Gli intermediatori intervengono, su richiesta dei consumatori B2B o B2T, fra i fornitori e i consumatori per ottenere i migliori prezzi e realizzare i servizi. YEM mette a disposizione un articolo dedicato agli intermediari. Ne esistono due tipi:
i consulenti fisici, esperti e broker, commerciali digitalizzati.
YEM è un intermediario ibrido, mette a disposizione la sua esperienza sul mercato dell’energia e un accesso 100% digitale con l’obiettivo di rendere autonomi i consumatori e di evitare costi di intermediazione.
Il legislatore nel mercato dell’energia è rappresentato dall’autorità di regolamentazione. Questa si rifà alle regole del mercato generale e alle regolamentazioni sull’ energia sottoscritte dell’ Unione Europea. In Italia l’ente è l’ARERA (Autorità di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente). L’autorità di regolamentazione impone delle tariffe per le attività regolate come quelle delle infrastrutture. Questa sorveglia: i mercati all’ingrosso per evitare manipolazioni del mercato e il mercato al dettaglio per verificare che le regole della libera concorrenza tra i fornitori vengano correttamente applicate.
Il mercato dell’energia è composto da diversi segmenti, ognuno dei quali ha le sue proprie regole. In questo articolo vogliamo spiegare il mercato al dettaglio B2B. Ovvero,...
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Il mercato dell’energia è composto da diversi segmenti, ognuno dei quali ha le sue proprie regole.
In questo articolo vogliamo spiegare il mercato al dettaglio B2B. Ovvero, spiegare tutte le unità di misura e gli ordini di grandezza che toccano la relazione tra i fornitori e i consumatori B2B.
L’unità di misura dell’energia nel sistema globale, che si chiama Sistema Internazionale dell’unità, è il joule (J). Nella pratica, contrariamente alla maggior parte delle altre unità di misura del Sistema internazionale, l’energia è spesso misurata utilizzando altre unità di misura oltre il joule. Nel mercato al dettaglio di gas e elettricità in Europa, viene utilizzata l’unità di misura Kilowatt-ora (kWh) e i suoi rispettivi multipli che sono: il megawatt-ora (MWh) e il gigawatt-ora (GWh). Per informazione, 1kWh è uguale a 3,6.106 J.
Ogni anno, un’abitazione di medie dimensioni consuma 10 Mwh della combustione di gas della sua caldaia per riscaldarsi e 0,2 Mwh di elettricità per illuminarsi.
Il kWh viene definito in termini di unità di potenza: il watt, che fa parte del sistema di unità internazionale dell’unità (SI). Nel linguaggio di tutti i giorni capita spesso di fare confusione tra energia e potenza. Ebbene, la potenza di una macchina è l’energia che la stessa fornisce durante un’unità di tempo: un watt è la potenza di una macchina che fornisce un joule ogni secondo. Al contrario un kWh è l’energia fornita in un’ora da una macchina di 1000 watt.
Un reattore nucleare produce una potenza elettrica media di 860 MW o un’energia di 860 MWh di funzionamento o 7 533 600 Mwh ogni anno. Un reattore nucleare potrà dunque illuminare mediamente più di 37 milioni di case. Una centrale nucleare posside mediamente 3 reattori nucleari.
L’utilizzo di unità di misura varia a seconda dei paesi. Per esempio, in Italia per il consumo di gas si utilizza il volume. Bisogna considerare che l’energia liberata dalla combustione di un m3 di gas è circa uguale 11kWh.
Ci sono cinque industrie che si caratterizzano e distinguono per il loro consumo di gas e elettricità.
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Le aziende sono molto sensibili al tema delle spese per elettricità e gas, servizi che gravano fortemente sul loro budget ma che sono assolutamente indispensabili. A fronte di una...
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Le aziende sono molto sensibili al tema delle spese per elettricità e gas, servizi che gravano fortemente sul loro budget ma che sono assolutamente indispensabili.
A fronte di una elevata complessità del mercato energetico accentuata ancor più dalla recente liberalizzazione di quest’ultimo, sono sempre più le imprese ad affidarsi all’intermediazione per ottimizzare i contratti di fornitura energetica.
Altre aziende invece non si rivolgono a intermediari per via dei costi elevati e poco trasparenti. Scelgono quindi di affrontare da sole questa sfida, con il rischio che questa attività si riveli time-consuming, oppure adottano le soluzioni più semplici ma anche più onerose in termini di costi, ad esempio acquistando servizi energetici a prezzo fisso.
Chi sono gli intermediari di contratti per la fornitura energetica? Qual è il loro valore aggiunto? Perché conviene aderire e gestire un contratto direttamente con il fornitore? Come farlo alle migliori condizioni?
Quali sono i servizi proposti dagli intermediari di contratti di fornitura energetica?
I servizi che le società di intermediazione offrono agli utenti sono:
Queste società offrono i loro servizi anche ai fornitori:
Che differenza c’è tra un broker e un consulente?
Esistono due tipi di intermediari che mettono in collegamento le aziende clienti e i fornitori: i consulenti e i broker.
I consulenti gestiscono il contratto di energia per conto del cliente. Possiedono una riconosciuta expertise nel mercato dell’energia.
I broker mettono in contatto fornitori e consumatori con l’obiettivo di realizzare una transazione economica. Possiedono riconosciute competenze commerciali.
Sia broker che consulenti, per poter motivare il proprio ruolo, solitamente portano ancora più complessità a un mercato di per sé complesso. Tuttavia, con gli strumenti e le informazioni adeguate a comprendere tecnicismi e criticità del mercato, la gestione dei contratti gas ed elettricità è alla portata di tutti.
L’intermediazione comporta sempre un costo per il cliente finale.
L’intermediario si trova in mezzo a due interessi opposti: da un lato il cliente finale desidera pagare il meno possibile per il miglior servizio possibile, dall’altro l’obiettivo del fornitore è massimizzare il margine commerciale. Per evitare che questo avvenga, bisogna scegliere da che parte stare!
L’intermediazione rappresenta in ogni caso un costo per il cliente finale.
Prendiamo l’esempio di una società di intermediazione che presenta al cliente finale i propri servizi come gratuiti perché la sua prestazione le viene riconosciuta dal fornitore. In realtà, il fornitore ricarica il costo dell’intermediazione sulla tariffa del servizio energetico proposta al cliente.
Il modello di retribuzione dell’intermediario non è trasparente.
Il modello di retribuzione di alcuni intermediari dipende dalle condizioni del mercato:
Ad esempio, una consulenza su un contratto di due anni con un consumo di 10.000 Mwh all’anno e una tariffa di 4 €/Mwh: se il guadagno viene ripartito in due quote uguali, il compenso per l’intermediario sarà di 40.000 €, mentre, a fronte di un aumento del mercato, il forfait si aggirerebbe sui 5.000 €, questo per la stessa identica prestazione!
Per questa ragione se hai scelto di ricorrere ai servizi di intermediazione, ti consigliamo di sceglierne uno che abbia tariffe trasparenti e svincolate dal guadagno che otterrai o dalle perdite subite rispetto al tuo contratto.
Il raffronto immediato dei prezzi esposti dai fornitori ha un costo.
I prezzi che le società di intermediazione comunicano possono essere confrontati in tempo reale. Questo raffronto però non può che essere su prezzi alti.
Difatti, i prezzi «live» reali nascondono dei costi elevati che sono legati allo sviluppo di sistemi informatici complessi e costosi. Sono questi che vanno a ricadere nella bolletta degli utenti finali.
Prezzi «live» aggiornati a un intervallo regolare, anche di più settimane, determinano un forte rischio per il fornitore, che anche in questo caso li ribalterà sulla bolletta dell’utente finale. Il rischio è dovuto alla volatilità del mercato della materia prima energetica, di cui non si riesce mai a prevedere con certezza l’evoluzione. Il fornitore è pertanto particolarmente attento al lasso temporale che passa dal momento in cui viene presentata l’offerta alla sua accettazione.
Più questo periodo è ampio, più alta sarà la tariffa proposta.
Per questa ragione passare da un’offerta classica a una con durata nel tempo il più limitata possibile è la scelta più conveniente per l’utente finale.
Usa a tuo vantaggio le due voci di costo presenti in bolletta su cui puoi fare leva.
A parità di consumi, hai il controllo su due elementi che ti permetteranno di ridurre sensibilmente l’importo finale in bolletta: il margine commerciale del fornitore e, cosa ancora più importante, il momento in cui sottoscrivi il contratto.
Metti in competizione i fornitori.
Come i broker, YEM ti consente di mettere in competizione i fornitori di energia per abbassare i prezzi.
Ma diversamente da loro, YEM i prezzi non li gonfia. Infatti, YEM ha adottato il solo modo che consente di confrontare prezzi bassi, cioè richiedendo un’offerta a durata limitata, e non ribalta i costi al fornitore.
Inoltre, il contratto di fornitura non viene sottoscritto direttamente sulla piattaforma, dando così al cliente due vantaggi. Infatti, alla sua richiesta di offerta e se lo desidera, il cliente avrà la possibilità di negoziare successivamente il prezzo e le condizioni generali di vendita. Come? Chiamando direttamente i fornitori che hanno proposto le migliori offerta su YEM.
Gioca per tempo sulla sottoscrizione del contratto.
Acquista il tuo servizio gas o di energia elettrica a un prezzo variabile e adotta delle strategie per ridurre i costi. Su YEM in pochi clic puoi ripartire il rischio fissando in diversi momenti il prezzo quando quello della materia prima è a livelli più bassi.
Scegli un servizio trasparente.
Scegli di preferenza un consulente che ti propone un prezzo svincolato dal guadagno che otterrai. Ricordati che tutti i costi sostenuti dal fornitore sono ribaltati in bolletta, compresi i costi per attività di intermediazione.
Scegli un servizio che ti mette in una posizione di vantaggio.
Come i consulenti, anche YEM mette la propria esperienza sui contratti di fornitura energetica al servizio dei clienti. L’approccio è però diverso. L’obiettivo di YEM è far sì che i propri clienti diventino con facilità acquirenti di servizi gas ed energia elettrica competenti, informati e autonomi nella gestione del contratto di fornitura.
YEM da una parte semplifica le procedure da compiere per incidere positivamente sul prezzo dell’energia, dall’altra crea un canale professionale su cui gli imprenditori possono facilmente entrare in contatto con i fornitori e comparare le proposte su misura per le loro esigenze energetiche. YEM rende accessibile il mercato dell’energia fornendo gli strumenti e i mezzi professionali per accedervi.
YEM non si limita ad essere un facilitatore ma fornisce ai clienti la chiave per comprendere il mercato dei contratti di fornitura energetica e si propone come advisor. Spiega così ai clienti i termini più tecnici e indica come trovare rapidamente le informazioni. Segnala anche eventuali criticità e dà suggerimenti sulle opzioni disponibili fornendo gli strumenti necessari a prendere una decisione libera e chiara.
l prezzo dell’energia è un tema fondamentale, ancora di più se stai valutando di portare il tuo business all’estero! Il prezzo totale dell’elettricità e del gas è composto da tre...
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l prezzo dell’energia è un tema fondamentale, ancora di più se stai valutando di portare il tuo business all’estero!
Alcune voci di costo sono identiche per tutti i fornitori, ad esempio l’accesso alla rete, che ha un costo fisso. Altre voci, invece, come i costi di trasporto o gestione, sono soggette a variazioni. Un fornitore può proporre prezzi più bassi riducendo proprio questi costi! Per le aziende si notano a livello europeo variazioni significative nei costi di trasporto.
Nell’Unione Europa il prezzo dell’energia elettrica è in media di 114 €/MWh, una cifra che a fronte di una domanda sempre maggiore è cresciuta del 15% in dieci anni!
Tra tutti i paesi europei, è la Svezia ad avere in ambito business il prezzo per l’energia elettrica più basso, 68 €, mentre Italia e Regno Unito espongono tariffe più elevate, oltre i 130 €/MWh. Ancora più alto è il prezzo per la Germania, che tocca i 150 €/MWh. A confronto, in Francia il prezzo rimane sotto i 100 €/MWh.
Da notare che Francia e Germania hanno tariffe ante oneri fiscali molto simili, nello specifico pari a 70 €/MWh. I valori di tassazione, che risultano più elevati in Germania, possono quindi spiegare il perché di due bollette diverse: le imposte tedesche rappresentano il 47% dell’importo finale mentre in Francia hanno un peso del 24%. Il livello di tassazione è altrettanto alto in Italia, dove il 37% del prezzo totale viene prelevato dalle casse dello Stato, mentre nel Regno Unito si attesta sul 27%, un valore relativamente basso.
In Europa il prezzo del gas è di gran lunga inferiore a quello dell’energia elettrica, pari in media a circa 36 €/MWh. E questa cifra, nel tempo, si riduce ulteriormente! Negli ultimi 10 anni, nei paesi dell’Unione Europea è calata complessivamente del 9%.
Se consideriamo come fluttuano i prezzi di paese in paese, tocca al Belgio questa volta a esporre il prezzo più basso, 28 €/MWh, seguito di misura dai paesi dell’Est europeo, come la Bulgaria e la Repubblica Ceca, dove il prezzo si attesta sui 30 €/MWh. Se da un lato nei paesi scandinavi l’energia elettrica è accessibile a prezzi competitivi, il gas dall’altro è il più caro: si parla di più di 70 €/MWh per Danimarca, Finlandia e Svezia. I maggiori paesi hanno prezzi relativamente vicini alla media: 30 €/MWh nel Regno Unito, 32 €/MWh in Italia, 37 €/MWh in Germania e 41 €/MWh in Francia.
Il prezzo di gas ed elettricità tradizionalmente riflette i costi di messa in opera e gestione degli impianti di produzione. Nel contesto attuale di lotta ai cambiamenti...
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Il prezzo di gas ed elettricità tradizionalmente riflette i costi di messa in opera e gestione degli impianti di produzione. Nel contesto attuale di lotta ai cambiamenti climatici, anche le politiche di riduzione delle emissioni di gas serra (GHG, greenhouse gas) acquistano altrettanta importanza per comprendere le variazioni del prezzo dell’energia elettrica e del gas.
Il mercato europeo della CO2 incoraggia le aziende a investire in energia sostenibile. Il Sistema per lo scambio delle quote di emissioni dell’Unione Europea (EU ETS, European Union Emissions Trading System), istituito nel 2005, definisce una quantità massima di emissioni serra che possono essere rilasciate. A ogni soggetto interessato è assegnato un numero fisso di quote. Qualora i livelli prestabiliti dalle quote assegnate vengano superati, i soggetti sono sottoposti a sanzioni economiche o, altrimenti, possono acquistare quote extra da società che non hanno usufruito delle loro.
L’industria dell’energia è quella maggiormente impattata dal sistema, nel 2012 infatti il 56% dei permessi di emissioni è stato allocato a questo settore. Da notare che la produzione elettrica è quella che rilascia più emissioni serra: il 23% delle emissioni in territorio francese e il 50% in Europa è da imputare al comparto elettrico.
Per questo motivo i mercati gas & power sono influenzati dal prezzo delle quote di CO2. Fino al 2017, quando ancora il prezzo del carbonio si attestava a livelli bassi, l’impatto era trascurabile. Ma in Europa, dall’inizio del 2018, il prezzo del carbonio ha avuto un forte rialzo, passando dagli 8 €/ton di gennaio fino a punte di 25 €/ton a settembre, mese che ha visto una grande volatilità dei prezzi.
Per poter rispettare gli accordi di Parigi, entro il 2030 l’Unione Europea deve ridurre del 43% le emissioni di gas serra rispetto a quelle registrate nel 2005. È per questo motivo che la Commissione Europea ha deciso di abbassare il tetto delle quote. Con la riduzione del numero di permessi, si riduce anche la disponibilità della fornitura, aumentando così il prezzo sul mercato.
Il Sistema per lo scambio delle quote di emissioni dell’Unione Europea coinvolge circa 16.000 impianti dell’industria energetica, considerati come fonti di emissioni importanti. Anche se il sistema non si applica alle piccole e medie imprese, queste sono comunque impattate dalle variazioni del prezzo del carbonio poiché i fornitori di energia espongono un prezzo maggiore del carbonio nelle bollette di luce e gas.
Il gas produce meno emissioni e richiede due volte meno il numero di permessi necessari per produrre energia rispetto al carbon fossile, aspetto che lo rende particolarmente interessante per la produzione di energia elettrica, aumentando la domanda e quindi i prezzi del mercato del gas.
L'unica newsletter che ti dà le chiavi per gestire facilmente il tuo contratto energia.
Questa serie di white paper si propone di aiutarvi a comprendere: le basi del mercato dell'energia, i prezzi dell'energia e la gestione dei vostri contratti energetici B2B, per...
Leggi di più >Questa serie di white paper si propone di aiutarvi a comprendere: le basi del mercato dell'energia, i prezzi dell'energia e la gestione dei vostri contratti energetici B2B, per permettervi di ottimizzare i vostri costi energetici.
Negli ultimi mesi del 2021 abbiamo assistito a un rally dei prezzi del gas e dell’energia elettrica senza precedenti e sebbene i prezzi da gennaio a oggi siano lontani dal picco...
Leggi di più >Negli ultimi mesi del 2021 abbiamo assistito a un rally dei prezzi del gas e dell’energia elettrica senza precedenti e sebbene i prezzi da gennaio a oggi siano lontani dal picco di fine dicembre, il valore assoluto rimane piuttosto elevato.
Insieme ai prezzi, anche la volatilità è aumentata nel corso dell’anno scorso e, se a inizio anno si potevano avere oscillazioni di 1, 2, massimo 3 €/MWh al giorno, alla fine 2021 i 10, i 20 o addirittura i 30 €/MWh di differenza fra un giorno e l’altro erano oscillazioni considerate quasi normali.
L’intera filiera del gas e dell’energia elettrica ha subito l’impatto di queste dinamiche, che hanno avuto conseguenze importanti a tutti i livelli e i cui strascichi hanno probabilmente cambiato l’assetto di un intero settore.
Per quanto riguarda il settore della vendita di energia e gas, sia i fornitori che i clienti hanno dovuto affrontare delle conseguenze di quanto successo sui mercati all’ingrosso.
Risulta dunque estremamente critica la gestione di un portafoglio di vendita in condizioni di mercato come quelle viste negli ultimi mesi. Il problema non sono i margini, ovvero i guadagni dati dall’attività di vendita, ma la sostenibilità in termini di cassa, finanza e rischi che devono sopportare i fornitori per poter svolgere l’attività.
i fixing basate su prezzi storici confrontano i prezzi futures in quel momento con quelli di periodi simili in altri momenti. Anche con l'incertezza vissuta nello scorso periodo, il tool è in grado di determinare che i prezzi stanno aumentando e, anche se non sono prezzi bassi (dato che la situazione era quella che era), l'opzione migliore era comunque quella di eseguire fixing per mitigare l'impatto della volatilità che sarebbe arrivata. Queste raccomandazioni arrivano proprio nel momento peggiore, da maggio 2021 e per tutto l'anno rimanente.
Sia per i fornitori che per i clienti l’aumento dei prezzi e della volatilità ha provocato criticità delle quali ancora non è ancora del tutto espresso l’effetto.
Per il 2022, è possibile aspettarsi alcune conseguenze di questa situazione, prima fra tutti la diminuzione del numero di operatori attivi nella vendita di energia elettrica e gas. Diverse società, sia in Italia che in Europa, hanno dovuto tirare i remi in barca e sospendere l’attività a causa delle difficoltà finanziarie ed è probabile che il numero degli operatori costretti a ritirarsi possa aumentare nel corso di quest’anno.
D’altra parte, l’alta volatilità che dovrebbe caratterizzare i mercati ancora per diverso tempo potrebbe offrire non solo criticità, ma anche occasioni di ottimizzazione, a prescindere dal trend dei prezzi che si verificherà nel corso dell’anno.
E’ probabile che dopo un 2021 così estremo, un maggior numero di clienti industriali sarà interessato alla gestione attiva della propria fornitura (prezzo variabile con fixing), che si è dimostrata una formula flessibile e capace di ottimizzare i costi, se correttamente impostata. Poter approfittare di un mercato al ribasso ma avere la possibilità di tutelarsi in caso di rialzi, risulta un modello utile per affrontare i mercati energetici sempre più volatili.
Questo, unito alla diffusa attenzione anche mediatica suscitata dall’escalation dei prezzi degli ultimi mesi, creerà un generale aumento della curiosità e della necessità di informazioni sulle dinamiche dei mercati. Non sarà più solo il prezzo, probabilmente, a convincere i clienti, ma la capacità di offrire un supporto strutturato alle scelte, fornendo le informazioni rilevanti e la competenza sui mercati energetici che consentano ai clienti di gestire al meglio la propria fornitura in tutte le situazioni di mercato.
Insomma, il rally dei mercati del 2021 avrà un impatto notevole anche per il prossimo futuro.
E’ ormai fatto noto che ci sia una vera e propria crisi energetica in atto. I prezzi del gas e dell’elettricità hanno concluso un primo trimestre record, in continuità con i...
Leggi di più >E’ ormai fatto noto che ci sia una vera e propria crisi energetica in atto. I prezzi del gas e dell’elettricità hanno concluso un primo trimestre record, in continuità con i pesanti aumenti avvenuti a fine 2021. Basti pensare che il PUN (Prezzo Unico Nazionale) ha consolidato un Q1-2022 di poco inferiore ai 250 €/MWh, mentre per il gas naturale PSV i primi tre mesi di consegne spot (Day Ahead) si sono attestati poco sotto ai 100 €/MWh.
Gli effetti di questi aumenti si stanno sentendo pesantemente su tutti i fronti e pesano in particolar modo sui consumatori finali, che si trovano a far fronte a costi energetici sempre più insostenibili. Anche se sono entrate in vigore alcune misure per il contenimento dei costi, come l’azzeramento di alcune voci della fattura energetica (gli oneri generali di sistema) o la riduzione dell’IVA su alcune tipologie di fornitura, con il prezzo della materia prima di 3 o 4 o addirittura 5 volte maggiore rispetto a un anno fa, il costo energetico complessivo è comunque lievitato.
Non solo i clienti finali sono in grave difficoltà, ma nella filiera energetica una posizione piuttosto delicata (per usare un eufemismo) oggi tocca ai fornitori. Le aziende attive nel settore della vendita di energia elettrica e gas naturale si trovano ad affrontare delle difficoltà senza precedenti (come abbiamo detto anche nell’articolo Fornitori e clienti: conseguenze dei prezzi di mercato alle stelle). L’aumento dei prezzi e della volatilità sui mercati all’ingrosso ha comportato, ormai da mesi a questa parte, un aumento dei costi legati all’approvvigionamento e alle coperture del rischio del portafoglio, entrambi elementi strettamente legati al prezzo.
Non solo aumento dei costi, a fronte spesso di margini fissati contrattualmente in periodo pre-crisi, ma anche aumento delle necessità finanziarie e di liquidità legate all’attività di compravendita di energia o gas, anch’esse proporzionali rispetto ai prezzi e alla volatilità dei mercati. Per acquistare gas o energia elettrica, infatti, gli operatori devono fornire garanzie finanziarie o liquidità a copertura dei loro acquisti e nella maggior parte dei casi si tratta di incrementi di garanzie da 5 a 10 volte i valori precedenti.
Per non parlare dello squilibrio di cassa, strutturale e naturale per una società di vendita, che paga l’energia o il gas acquistato (e gli oneri di sistema relativi) con 1-2-3 mesi di anticipo rispetto al momento dell’incasso da parte dei clienti. Con l’aumento dei prezzi e il protrarsi di questa alterazione del mercato, il disallineamento fra entrate ed uscite si è fatto a dir poco difficoltoso, per qualcuno addirittura fatale.
Tutto questo ha danneggiato in modo importante la situazione finanziaria ed economica delle società del settore, alcune delle quali hanno dovuto sospendere l’attività di vendita di energia o gas.
Ma il peggio, probabilmente, deve ancora venire, ovvero il momento in cui sui fornitori peserà a pieno anche l’effetto delle rateizzazioni delle bollette concesse ai consumatori domestici o alle imprese, a cui si andrà a sommare l’aumento della morosità dei clienti di fronte agli aumenti degli ultimi mesi. Le società del settore, aziende fino a sei mesi fa per lo più sane e ben gestite, potrebbero trovarsi impossibilitate a sopportare il protrarsi di queste condizioni di mercato a causa di una situazione finanziaria così difficilmente gestibile.
La gravità della situazione non è passata inosservata e molte sono state le richieste di supporto rivolte dalle associazioni di operatori del settore alle autorità competenti, sia in Italia che all’estero. La difficoltà di accesso alla finanza e alla liquidità in un momento grave e particolare come l’attuale è uno dei nodi dei diversi appelli degli ultimi mesi.
Anche da parte della European Federation of Energy Traders, primaria associazione europea di operatori del settore, è stata sottolineata la necessità di un supporto di emergenza di liquidità e finanza che consenta agli operatori di sopravvivere e ai mercati energetici di continuare a funzionare. Già, perché una ulteriore conseguenza dei prezzi così alti è il crollo della liquidità sui mercati, a causa del fatto che sempre meno operatori hanno la finanza necessaria per negoziare i prodotti della curva forward sui mercati organizzati.
La mancanza di un mercato liquido potrebbe impedire agli operatori di effettuare le operazioni di copertura non solo dei proprio portafogli di vendita ai clienti finali, ma anche del gas importato dall’estero o iniettato in stoccaggio, così come dell’energia elettrica prodotta dalle centrali. Insomma, il crollo della liquidità potrebbe impedire il regolare funzionamento dei mercati energetici e minare alla base l’esistenza di un mercato libero.
Ad essere onesti, è difficile anche per l’EU riuscire ad intervenire con manovre centralizzate che non penalizzino gli sviluppi futuri del settore e il raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo in termini di mix energetico e emissioni. La tutela del consumatore finale è una contingenza assolutamente necessaria, ma è necessario anche salvaguardare la salute del settore nel medio/lungo termine.
Ad esempio, modificare la remunerazione degli impianti rinnovabili non incentivati mettendo un tetto massimo al prezzo per l’energia prodotta potrebbe provocare non solo gravi danni economici per le società interessate (che magari non hanno approfittato dell’aumento dei prezzi perché avevano effettuato coperture di lungo periodo a prezzi inferiori), ma anche portare al calo dell’appetito degli investitori del settore e questo, a sua volta, comprometterebbe il percorso di decarbonizzazione stabilito per i prossimi decenni.
Ugualmente, l’introduzione di un massimale al prezzo di gas o energia elettrica o una modifica del meccanismo di formazione dei prezzi spot a livello locale introdurrebbe distorsioni che avrebbero un impatto anche sulla curva forward e che, nel lungo periodo, potrebbero influenzare negativamente l’integrazione fra i mercati europei, così come lo sviluppo di investimenti in produzione rinnovabile o risparmio energetico.
Insomma, sembra sempre più difficile riuscire a salvare, come si suol dire, “capra e cavoli”. Solo una rapida risoluzione della situazione in Ucraina potrebbe, forse, riuscire a riportare i mercati verso una condizione di stabilità ed è piuttosto probabile che un ritorno alla “normalità” non avvenga, in ogni caso, in tempi brevi, né per quanto riguarda il livello dei prezzi, né per lo stato di salute del settore.
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