Analisi di mercato dal 1 al 30 Giugno 2020
La ripresa delle attività ha comportato una parallela ripresa dei consumi elettrici nel corso del mese di giugno e a un lieve recupero del PUN, che comunque sta trattando oltre 20...
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Leggi di più >La ripresa delle attività ha comportato una parallela ripresa dei consumi elettrici nel corso del mese di giugno e a un lieve recupero del PUN, che comunque sta trattando oltre 20 €/MWh al di sotto dei prezzi dell’anno scorso.
La domanda di gas ha a sua volta ripreso, con la forte competitività dei cicli combinati rispetto al carbone che ne hanno favorito il consumo, e nelle ultime settimane anche i prezzi spot al PSV hanno accennato a una timida ripresa. Il mercato del gas internazionale resta comunque sotto pressione con prezzi spot NBP e TTF ancora inferiori all’Henry Hub e i livelli di riempimento degli stoccaggi in Europa sono in media prossimi al 80%. I prezzi forward sul mercato elettrico hanno recuperato terreno seppur lentamente (il BL Italia Cal +1 ha registrato un guadagno di circa il 4%), scontando un ribilanciamento del mercato a partire dalla fine di quest’anno, mentre il mercato forward gas è rimasto stabile, con i livelli elevati di stoccaggio e l’abbondante offerta di GNL a basso costo che ne hanno limitato le possibilità di recupero.
In inglese PUN significa “gioco di parole”. Per chi è alle prese con le forniture di elettricità in Italia, invece, PUN è un acronimo che significa “Prezzo Unico Nazionale”, un...
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In inglese PUN significa “gioco di parole”. Per chi è alle prese con le forniture di elettricità in Italia, invece, PUN è un acronimo che significa “Prezzo Unico Nazionale”, un dato che fa riferimento alla borsa elettrica.
Dietro il PUN nel suo significato relativo all’energia, però, c’è un vasto mondo che conviene conoscere e comprendere, perché, se ci fermassimo alle tre parole del suo significato, non si capirebbe il motivo per cui i fornitori propongono prezzi diversi tra loro.
Sembrerebbe proprio un “gioco di parole”, una promessa mancata, nella fattispecie. Difatti, se la quotazione della corrente elettrica, espressa in Euro per KW/h, è unica su tutto il territorio nazionale, come si spiegano le variazioni di prezzo tra un player e l’altro? E come il PUN può influire sul risparmio in bolletta che ogni ufficio acquisti va cercando, quando lancia una gara? Facciamo un po’ di chiarezza.
Innanzitutto, dobbiamo mettere in chiaro che dietro alla definizione di PUN non c’è alcun intento mistificatore. Il PUN è realmente quel che dice di essere, un prezzo unico nazionale espresso in Euro al KW/h, come determinato dal GME - Gestore mercati energetici (https://www.mercatoelettrico.org/it/).
Il PUN, in particolare, è la quotazione della corrente elettrica in Italia, venduta dai produttori e acquistata dai fornitori, o dai grandi consumatori, alla borsa elettrica. Un vero e proprio ingrosso dell’elettricità.
Dal 2007 in poi, infatti, il D. Lgs. n. 79/99, ha avviato il processo di liberalizzazione del settore dell'energia e ha permesso di istituire la Borsa elettrica italiana (IPEX, Italian, Power Exchange), nella quale i produttori italiani o esteri vendono all’ingrosso l’energia ai fornitori degli utenti finali.
Ogni venditore fissa il suo prezzo tenendo conto di:
• Costi di produzione
• Costi di trasporto
• Intensità della domanda
Va da sé, dunque, che ogni distributore proponga un prezzo diverso, che cambia anche di ora in ora. Nei periodi della giornata in cui si concentra la domanda di elettricità o è più difficile produrre energia, il prezzo sarà più alto; viceversa il prezzo si abbasserà. Pensiamo poi ai costi di trasporto, che cambiano da zona a zona, all’influenza delle fonti rinnovabili che aumentano la disponibilità di energia a discapito di quella prodotta dalle fonti fossili, ecc.
Insomma, le variabili che incidono sul Prezzo Energia (PE) sono tante, ma occorre monitorare l’andamento del mercato con un dato univoco. Ecco che nasce il concetto di PUN.
Il PUN allora non può che essere una media dei prezzi fissati dai venditori, che per convenzione viene calcolata sui dati della giornata precedente. Per rimanere competitivi, i produttori non possono spostarsi molto dal dato nazionale del giorno prima, quindi i prezzi reali sono sempre prossimi al PUN. D’altro canto però, il reale andamento del mercato si può osservare solo su lunghi periodi (sul sito di GME*).
Acquistare quando il mercato è in flessione è certamente un vantaggio.
È utile notare, però, che il PUN si riferisce a una piccola porzione del prezzo totale dell’elettricità che i fornitori propongono, prezzo che si compone di:
- una quota non comprimibile, dovuta a tasse e accise;
- una quota variabile, composta dal prezzo della materia prima, dal trasporto fino al sito dell’acquirente finale, dal servizio offerto, ecc.
Come risparmiare allora?
Se è vero che un contratto a prezzo fisso permette di organizzare in anticipo il budget aziendale, vero è anche che i fornitori si tutelano da eventuali aumenti del PUN chiedendo un extra-margine al cliente. Dunque questa soluzione, per sua natura, è più costosa.
Immaginiamo invece di scegliere un contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing, dove per farlo è necessario seguire attentamente gli andamenti del mercato o affidarsi a strumenti nuovi proposti dal mercato. In questo caso l’extra margine non è dovuto. Inoltre, l’azienda risparmia, acquistando elettricità quando il PUN è più basso.
*Il GME è la società pubblica che gestisce operativamente il mercato e garantisce la trasparenza delle transazioni economich
Come per il power, anche per il gas, una volta optato per un contratto a prezzo variabile, è fondamentale scegliere la formula di indicizzazione che fa al caso nostro. Indici gas...
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Come per il power, anche per il gas, una volta optato per un contratto a prezzo variabile, è fondamentale scegliere la formula di indicizzazione che fa al caso nostro.
Prima di tutto, è necessario scegliere il mercato di riferimento per l’indicizzazione. Tendenzialmente è possibile scegliere fra formule con indicizzazione al PSV o al TTF. Il PSV (Punto di Scambio Virtuale) è il prezzo di riferimento del gas sul mercato all’ingrosso italiano. Il TTF (Title Transfer Facility) è invece il prezzo del gas all’ingrosso in Olanda, nonché principale mercato di riferimento per il gas in Europa.
Ma come mai nei contratti gas in Italia è così comune l’indicizzazione al mercato olandese? La domanda sorge spontanea, in effetti!
Innanzitutto, va considerato che l’Olanda, grazie ai suoi ricchi giacimenti, ha utilizzato il gas come principale combustibile sia domestico che industriale prima di tutti gli altri paesi europei, sviluppando per prima un vero e proprio mercato all’ingrosso.
Questo, unito alla posizione geografica centrale fra Norvegia (con giacimenti di petrolio e gas nel Mare del Nord) e l’area centro-europea (Germania, Francia e Gran Bretagna), ha consentito ai Paesi Bassi di svilupparsi come snodo centrale dei transiti gas via pipeline fra i principali paesi europei. Il TTF è dunque diventato il mercato gas più sviluppato d’Europa nonché principale benchmark di prezzo per i mercati limitrofi o ad esso collegati, come l’Italia.
Le dinamiche di mercato che impattano sui prezzi del TTF si ripercuotono sul PSV e, come si può vedere dal grafico (qui sotto) delle quotazioni del calendar 2021 degli ultimi sei mesi, l’andamento dei due mercati evidenzia una correlazione molto alta.
In sede di contrattualizzazione della fornitura a TTF viene fissato anche lo spread (differenza) fra PSV e TTF del momento e, ovviamente, nel momento della stipula del contratto PSV e TTF + SPREAD si equivalgono:
La componente di spread PSV – TTF viene inserita fra i costi nel P0.
Dopo la scelta del mercato di riferimento dell’indicizzazione (al TTF o al PSV), il passo successivo è la scelta della formula di prezzo per la propria fornitura. Le formule standard (sia per una indicizzazione a TTF che a PSV) prevedono una struttura semplice del prezzo applicato al gas consumato ogni mese:
Dove:
Pb : è il prezzo base del mese in cui avviene il consumo, applicato poi ai consumi mensili (in c€/Smc)
Pgas: rappresenta il prezzo che la formula scelta assume rispetto ai prezzi di mercato (trasformata da €/MWh, unità di misura dei mercati all’ingrosso europei, a c€/Smc)
P0: è la componente fissa stabilita dal fornitore che include i costi di modulazione del profilo, lo spread fra PSV e TTF (nel caso di una indicizzazione al TTF), e il margine del fornitore (in c€/Smc). Il P0 è un termine stabilito in sede di contrattualizzazione e rimane invariato per tutta la durata contrattuale.
Per poter comparare fra loro offerte di fornitori diversi, paragonare i diversi valori del P0, a parità di formula scelta, consente di capire quale fornitore applica il costo minore.
Fra le diverse formule di indicizzazione per determinare il Pgas, le più comuni sono le formule Month Ahead (MA) e le formule Day Ahead (DA).
Month Ahead (MA)
Nella sua versione più semplice (ce ne sono diverse!) il Pgas è calcolato come media aritmetica delle quotazioni Bid e Ask del prodotto Month Ahead pubblicate in tutti i giorni del mese precedente a quello di prelievo dal data provider più utilizzato nel mondo gas europeo, ovvero ICIS Heren.
Potrebbe sembrare complicato (Bid/Ask, Month Ahead, mese precedente… aiuto!), facciamo un esempio:
Il prezzo Pgas del mese di maggio 2020 è calcolato come segue:
ogni giorno lavorativo del mese di aprile 2020, ICIS Heren ha pubblicato per il prodotto Month Ahead, ovvero il “mese avanti” rispetto al mese di aprile (e quindi maggio!), un valore di Bid (prezzo di acquisto) e Ask (prezzo di vendita) medi per le transazioni avvenute sul mercato in quel giorno. Ogni giorno di aprile, dunque, è possibile calcolare un valore medio per il prezzo del prodotto Month Ahead (maggio), facendo una semplice media fra Bid e Ask.
Al termine dell’ultimo giorno lavorativo del mese di aprile avremo dunque tutti i prezzi medi giornalieri del prodotto Month Ahead (maggio) pubblicati da ICIS Heren.
Il prezzo Pgas MA sarà dunque la media aritmetica di questi prezzi medi giornalieri della quotazione Month Ahead.
Il Pgas viene poi moltiplicato per il consumo totale del mese di consumo. Con questa formula, il prezzo è noto già l’ultimo giorno lavorativo del mese precedente
Day Ahead (DA)
Nella formula a DA il prezzo Pgas è dato dalla media dei prezzi Day Ahead (giornalieri) di ogni giorno del mese pesata per il consumo giornaliero di gas. Anche in questo caso, la quotazione del P_DAgiornaliero è data dalla media fra Bid e Ask del prodotto Day Ahead pubblicata da ICIS Heren.
Il prezzo Pgas da applicare al consumo di gas mensile è dunque data dalla somma (Σ) del prodotto fra prezzo giornaliero DA e consumo dello stesso giorno, il tutto diviso per il totale del consumo mensile (media pesata rispetto ai consumi).
Si paga dunque, in ogni giorno di consumo, il prezzo Day Ahead di quel giorno; il prezzo del gas consumato è noto solo all’ultimo giorno del mese di consumo.
N.B. per il week end ed i giorni festivi contigui al week end viene utilizzata la quotazione del prodotto Week End.
Anche per il gas è possibile fare alcune considerazioni di carattere pratico che possano aiutare nella scelta della propria indicizzazione.
Per quanto una indicizzazione al PSV possa sembrare più immediata (se compro gas in Italia indicizzo al gas italiano), le formule di pricing indicizzate al TTF traggono vantaggio dall’alta liquidità di questo mercato, che agevola le operazioni di copertura dei fornitori e ne limita i costi (implicitamente) ribaltati sul prezzo al cliente in sede di fixing.
Quindi, se il cliente desidera fare diversi fixing nel corso della durata contrattuale, potrebbe esser più vantaggiosa una indicizzazione al TTF.
Viceversa, se la preferenza del cliente è verso un prodotto puramente variabile, l’indicizzazione al PSV risulta più immediata.
Rispetto alla scelta di un prodotto MA o DA, la formula MA offre la possibilità di programmare il fabbisogno di cassa necessario a coprire i costi della fornitura, poiché il prezzo del gas consumato è noto alla fine del mese precedente rispetto al mese di consumo.
La formula DA invece, può risultare vantaggiosa per chi ha consumi flessibili, che consentano di modulare il profilo nei giorni/periodi meno costosi (es: week end o giorni freschi d’estate/tiepidi d’inverno). L’impatto delle temperature sui prezzi rimane in ogni caso una variabile da gestire accuratamente.
Come per il power, anche per il gas la conoscenza del proprio profilo di consumo e della propria flessibilità è fondamentale per poter scegliere al meglio la propria indicizzazione.
Oltre al noto dilemma fra fisso o variabile , un altro quesito decisamente non trascurabile riguarda la formula di indicizzazione da scegliere nel momento in cui si...
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Oltre al noto dilemma fra fisso o variabile , un altro quesito decisamente non trascurabile riguarda la formula di indicizzazione da scegliere nel momento in cui si contrattualizza con il proprio fornitore. Facciamo un po’ di chiarezza!
Generalmente la struttura delle formule power indicizzate risulta la seguente:
Pb = Ppower + P0
Dove:
Pb è il prezzo del mese in cui avviene il consumo (in €/MWh)
Ppower rappresenta il prezzo che la formula scelta assume rispetto ai prezzi di mercato (in €/MWh)
P0 è la componente fissa stabilita dal fornitore che include i costi di modulazione del profilo, i costi di sbilanciamento, eventualmente altri costi, come le garanzie di origine, e il margine del fornitore (in €/MWh). Il P0 è un termine stabilito in sede di contrattualizzazione e rimane invariato per tutta la durata contrattuale.
Quando si richiede un’offerta a diversi fornitori, paragonare i diversi valori del P0, a parità di formula scelta, consente di capire quale fornitore applica il costo minore.
Le formule di indicizzazione sono le più svariate ma, volendo citare qualche esempio, le formule più note sono forse quelle a PUN orario e a PUN medio baseload (o PUN aritmetico baseload).
Ppower = (PUN orario x consumo orario) : consumo totale del mese
Ppower = media aritmetica PUN orario
In linea teorica, alla stipula del contratto, le due indicizzazioni trattate si equivalgono, ovvero nel P0 (uno per ogni fascia F1-F2-F3) della formula a PUNaBL dovrebbe esser inserito il costo della modulazione che nella formula a PUNh è invece prezzata nel Ppower.
Poi, nel mese di consumo, il delta fra i prezzi nelle diverse fasi (F1-F2-F3) può allargarsi o restringersi, favorendo le formule a PUNaBL, nel primo caso, e a PUNh nel secondo. È dunque impossibile, a priori, dire quale delle due indicizzazioni sia migliore.
In generale, si può dire che maggiore è la conoscenza del proprio profilo di consumo e meglio si può stimare il proprio “rischio modulazione”.
I clienti più grandi o con un dipartimento di energy management preposto, solitamente sono in grado di rispettare i programmi di consumo e di gestire il rischio modulazione e, dunque, dovrebbero trarre maggior beneficio da una formula a PUNh. Con questa formula, inoltre, i clienti che hanno la capacità di modulare con flessibilità il proprio consumo possono concentrare il fabbisogno energetico nelle ore/fasce a costo minore, risparmiando notevolmente.
Al contrario, per i clienti che hanno minor capacità di stimare con precisione il proprio profilo di consumo e che non hanno flessibilità, la scelta migliore è la formula PUNaBL, che permette di delegare il rischio modulazione al fornitore pagando semplicemente un P0 tendenzialmente più alto. Questa formula, inoltre, risulta molto conveniente anche per profili di consumo molto variabili e di difficile previsione.
Va ricordato, infine, che per ottimizzare i costi di fornitura e gestire al meglio il proprio approvvigionamento è bene inserire nel contratto la possibilità di fare dei fixing, a prescindere dalla formula di indicizzazione scelta.
MEMORANDUM:
BASELOAD: fascia che include tutte le 24 ore del giorno, tutti i giorni della settimana, sia feriali che festivi.
F1 (ore di punta): dalle ore 8:00 di mattina alle 19:00, dal lunedì al venerdì, esclusi i festivi.
F2 (ore intermedie o di spalla): da lunedì al venerdì, dalle ore 07:00 alle 08:00 di mattina, dalle 19:00 alle 23:00 la sera + sabato dalle ore 07:00 alle 23:00. Festivi esclusi.
F3 (ore fuori punta): dal lunedì al sabato, dalle ore 00:00 alle 07:00 e dalle 23:00 alle 24:00 + tutte le ore della giornata di domenica e giorni festivi.
“Fisso o variabile? Questo è il problema!” Il grande dilemma torna periodicamente a dare il tarlo ai clienti. Alcuni clienti o i loro energy manager, consulenti o responsabili...
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“Fisso o variabile? Questo è il problema!” Il grande dilemma torna periodicamente a dare il tarlo ai clienti. Alcuni clienti o i loro energy manager, consulenti o responsabili dell’approvvigionamento, preferiscono il prezzo fisso per la sensazione di sicurezza che dà (più di così non posso spendere!), altri invece preferiscono l’indicizzato per non dover scegliere a fine anno il prezzo per tutto l’anno successivo (magari posso spendere meno!). Cosa scegliere?
Acquistare energia elettrica o gas a prezzo fisso significa bloccare in sede di stipula del contratto il prezzo della propria fornitura per tutta la durata del periodo considerato, definendo le cifre del proprio budget ma rinunciando alla possibilità di ulteriore risparmio.
Stipulare un contratto a prezzo variabile (o indicizzato, che dir si voglia), invece, consente di approfittare di eventuali ribassi nel corso del periodo di fornitura, rimanendo però esposti al rischio che i prezzi salgano. In un contratto a prezzo variabile, inoltre, è possibile fissare il prezzo di una parte della propria fornitura nel corso dell’anno, attraverso i fixing, che possono esser diluiti nel tempo e su porzioni di consumo (un mese/trimestre, solo una porzione del consumo o il 100%, più tranche in momenti diversi).
Nel momento della stipula del contratto, il prezzo fisso e il prezzo indicizzato (di qualunque formula si tratti) si equivalgono, ovvero numericamente la formula ha esattamente lo stesso valore del prezzo di mercato (a meno del margine del fornitore). Nel corso del contratto, poi, il prezzo indicizzato si allontana dal prezzo fisso, seguendo l’andamento del mercato e solo ex post è possibile capire se sarebbe stato più conveniente uno o l’altro.
Il Sig. Rossi, ogni anno, il giorno 8 di maggio acquista la sua energia per il Q3 (luglio-settembre) a prezzo fisso.
Sia nel 2018 che nel 2019, quando ha acquistato la sua energia, il Sig. Rossi è riuscito ad ottenere un prezzo fisso di 62 €/MWh.
Nel 2018 il prezzo medio del PUN del trimestre è stato 68,82 €/MWh e il Sig. Rossi, che ha pagato 62, ha potuto ottenere un enorme risparmio grazie al suo prezzo fisso.
Nel 2019, invece, il prezzo medio del PUN del trimestre è stato 51,01 €/MWh e il Sig. Rossi, che ha pagato 62, ha sostenuto un costo molto più elevato rispetto a quanto avrebbe pagato se avesse avuto un contratto a prezzo variabile.
Al di là delle inevitabili riflessioni ex post (Ho fatto bene a fissare il prezzo della fornitura? Avrei potuto risparmiare con un contratto diverso?), ciò che è importante nel momento della contrattualizzazione, è la scelta della flessibilità.
Prediligere una fornitura a prezzo indicizzato con la possibilità di fixing offre maggiori opportunità di ottimizzazione rispetto alla scelta di una fornitura a prezzo fisso per tutta la durata contrattuale.
Innanzitutto, perché un contratto indicizzato può facilmente esser tramutato, attraverso i fixing, in un contratto a prezzo fisso per una parte o per il totale del profilo di consumo, limitando il rischio che il mercato salga e i costi di approvvigionamento diventino troppo onerosi.
Inoltre, e soprattutto, perché la scelta di fissare il prezzo in più tranche, in momenti diversi e per porzioni di consumo (mesi/trimestri e/o percentuali) consente di seguire maggiormente il mercato e di gestire attivamente il proprio costo di approvvigionamento, diminuendo il rischio di compiere una scelta definitiva in un solo momento dell’anno.
Scegliere di essere flessibili con un contratto indicizzato, dunque, consente di ottenere i vantaggi di un contratto a prezzo fisso (grazie ai fixing) e di poter scegliere il giusto timing per bloccare il prezzo per le diverse porzioni del proprio profilo, diversificando il rischio e approfittando di eventuali discese dei prezzi.
Fingi di essere a un’asta, con il battitore, l’oggetto d’arte in vendita, una folta platea di potenziali compratori che si contendono l’acquisto a suon di rilanci… “un milione e...
Leggi di più >Fingi di essere a un’asta, con il battitore, l’oggetto d’arte in vendita, una folta platea di potenziali compratori che si contendono l’acquisto a suon di rilanci… “un milione e uno, un milione e due, un milione e tre. Aggiudicato!”
Questa atmosfera di competizione e frenesia è quanto di più esplicativo si possa proporre all’immaginazione per comprendere il concetto di “tendering energia”.
Le gare d’appalto per l’acquisizione di quantitativi all’ingrosso di materia prima (elettricità o gas naturale), difatti, funzionano più o meno così.
I produttori mettono in vendita la loro merce e i grossisti la acquistano a un prezzo che dipende da diversi fattori: è il funzionamento, certo molto semplificato, della borsa energetica, luogo virtuale in cui si incontrano la domanda e l’offerta e la cui gestione economica è affidata al GME (www.mercatoelettrico.com), ai sensi dell'art. 5 del d.lgs. 79/99.
Come sfruttare le ricadute del tendering energia sull’utente finale, cioè la tua azienda, è il tema di questo post. Entreremo nei meccanismi della formazione del prezzo della materia prima e spiegheremo come massimizzare i risparmi sulle forniture attraverso l’uso di una piattaforma digitale.
Generalmente, il processo di acquisto di energia viene compiuto dalle aziende in maniera discontinua e, spesso, i tecnicismi come il metodo di approccio al “tendering energia" (o gara d’appalto), sono, per la maggior parte delle imprese, al di fuori dello specifico know how aziendale.
Acquistare energia, però, ha quasi sempre una notevole rilevanza sul piano dei costi annuali e, per questo, è importante capire come ottimizzare il risparmio, conoscendo a fondo i meccanismi che stanno a monte della filiera.
I prezzi dell’elettricità e del gas cambiano di ora in ora, in base al rapporto tra domanda/offerta, in base alle ore in cui è richiesta più o meno energia, o ai mesi, come agosto, per esempio, nel quale la domanda generale cala, ma la produzione di energia solare aumenta.
Analizzando il diagramma dell’andamento dei prezzi di elettricità lungo un intero anno, allora si osservano picchi positivi, nei quali il prezzo ha superato di gran lunga la media, e picchi negativi, nei quali gli acquirenti hanno pagato la tariffa minima per una stessa quantità di energia. Questo andamento discontinuo dei prezzi è l’effetto delle attività di tendering energia.
Gli utenti finali che hanno scelto un contratto a prezzo fisso hanno certamente perso l’opportunità di avere l’energia ai prezzi più bassi dell’anno.
Chi ha optato per un contratto a prezzi variabili con possibilità di indicizzare il prezzo, invece, ha colto questa opportunità. Come? Facendo fixing del prezzo, cioè trasformando una quota parte della fornitura già acquistata in una fornitura a prezzo fisso.
Un bel vantaggio, che, certo, comporta dei rischi, visto che lo scorso anno nessuno poteva sapere come sarebbe andato il mercato.
Si potrebbe ribattere che valutare a posteriori è facile, eppure un metodo per “prevedere” il futuro dei prezzi e scommettere su un fixing vantaggioso, esiste.
L’andamento del mercato segue modelli matematici di previsione che permettono di fare fixing con una certa tranquillità.
Certo, seguire il mercato con regolarità è materia da trader o da consulenti, tuttavia il web offre l’opportunità di essere autonomi attraverso una piattaforma digitale che automatizza la previsione e suggerisce, attraverso specifici plug-in, quando eseguire il fixing e su quale percentuale di energia già contrattualizzata. E il massimo del risparmio ottenibile è così garantito.
Nonostante la ripresa delle attività, nel corso del mese di maggio le dinamiche dei prezzi spot sono rimaste negative sia per il gas che per l’elettrico, con il PUN che da fine...
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Nonostante la ripresa delle attività, nel corso del mese di maggio le dinamiche dei prezzi spot sono rimaste negative sia per il gas che per l’elettrico, con il PUN che da fine aprile a fine maggio ha perso più del 30% e il PSV d+1 circa il 25%. Il mercato del gas internazionale sta assistendo alla discesa dei prezzi spot al di sotto di livelli considerati fino a pochi mesi fa invalicabili, con quotazioni NBP e TTF per la prima volta inferiori all’Henry Hub. La disponibilità di GNL a basso costo e livelli di riempimento degli stoccaggi in Europa in media superiori al 70% sono tra le cause principali della discesa dei prezzi gas e a cascata di quelli elettrici in un contesto di domanda ancora inferiore alle medie stagionali e di una primavera mite. In questo contesto, la tenuta dei prezzi forward (sia il BL Italia Cal +1 che il PSV Cal +1 registrano una variazione mensile positiva poco inferiore al 1%) è da ricondurre all’aspettativa di una ripresa della domanda e di un ribilanciamento del mercato a partire dalla fine di quest’anno.
Semplice e veloce come dare lo “start” dei 100 metri in piano su una pista d’atletica? Niente affatto. Avviare una gara per scelta del fornitore di energia non è immediato....
Leggi di più >Semplice e veloce come dare lo “start” dei 100 metri in piano su una pista d’atletica? Niente affatto. Avviare una gara per scelta del fornitore di energia non è immediato. Neppure semplice, se non si ha un’idea più che chiara delle vere domande da porsi e dei passi da fare. Ecco perché, diciamolo, la scelta del fornitore di energia dà all’Energy manager più di qualche preoccupazione.
A complicare un quadro di per sé difficile da interpretare, c’è il gran numero di player del mercato libero che sostengono, ciascuno, di avere l’offerta più economica e giusta per l’azienda. È vero o sperano solo di accaparrarsi il cliente? Come discriminare?
Per uscire dal labirinto delle offerte e degli innumerevoli dettagli da confrontare, le strade tradizionalmente percorse per scelta del fornitore di energia sono quattro:
Percorsi possibili, ma non del tutto efficienti, se si pensa che i primi sono laboriosi e/o poco affidabili e gli ultimi hanno un costo.
Vale la pena, allora, di aprirsi a una nuova alternativa: la gara ad hoc, quella realmente tarata sulle peculiari esigenze dell’azienda. Per questa attività sono necessarie alcune riflessioni e un sistema univoco di raffronto, un marketplace evoluto.
Vediamo come si fa.
Può sembrare banale, ma se riceviamo offerte standard, spesso è perché la nostra richiesta non comunica la sua reale specificità. È come dire che quando spieghiamo una nostra idea e l’interlocutore non capisce, spesso siamo noi ad esserci espressi male.
Allora focalizziamoci innanzitutto su come comunichiamo, su cosa ci serve davvero.
Per ottenere il maggior risparmio, quando lanciamo una gara per la scelta del fornitore di energia è determinante che la fornitura sia realmente “sartoriale”, quindi le esigenze aziendali devono risultare chiare, fin dall’inizio.
Innanzitutto, occorre chiarire cosa ci interessa più: i criteri di selezione, infatti, vanno ben oltre il prezzo basso. Anche se la convenienza sembra essere l’unico obiettivo.
Supponiamo che l’impresa abbia più di un sito produttivo: potresti avere necessità di aggiungere o rimuovere siti sul contratto in corso. Ipotizziamo, invece, che la comunicazione dell’azienda punti sul concetto di responsabilità sociale: avrai dunque interesse a conoscere la percentuale di energia rinnovabile nella produzione dei fornitori… e via dicendo. Queste richieste non sono scontate. Devono essere esplicitate fin dall’inizio della gara, non dopo.
Per schematizzare, un contratto energetico su misura non può prescindere dal fare riflessioni accurate sui seguenti temi:
Segnalate le tue richieste specifiche, è importante fissare un periodo di fornitura e una durata precise, i dati storici di consumo e le informazioni sui siti da fornire. Soprattutto, però, è fondamentale fare in modo che le proposte abbiano tutte la stessa data e la stessa validità d’offerta.
I prezzi dell’energia, difatti, cambiano di giorno in giorno alla borsa energetica, pertanto, per poter essere paragonabili, le offerte devono essere elaborate tutte sullo stesso prezzo e avere la medesima validità.
Chiariti i termini per l’impostazione di una gara ad hoc, non resta che avviare il lavoro di ricerca. Dato in gran numero di informazioni da comunicare e considerata la necessità di avere offerte confrontabili, e quindi elaborate realmente nel medesimo istante, conviene affidarsi a un marketplace evoluto, capace di concentrare in pochi minuti il lavoro di settimane e di garantire un risultato impeccabile.
“Spendere il meno possibile mantenendo la qualità” è il mantra di ogni buon buyer. La regola si applica a ogni tipologia di acquisto: materie prime, cartoleria, dispositivi di...
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“Spendere il meno possibile mantenendo la qualità” è il mantra di ogni buon buyer. La regola si applica a ogni tipologia di acquisto: materie prime, cartoleria, dispositivi di sicurezza personale, macchinari, ecc… e anche la fornitura energetica, se la realtà produttiva è priva di un Energy manager.
Tutte le esigenze d’acquisizione di materiali da parte di un’azienda, difatti, passano dall’ufficio acquisti (UA). Sulla scrivania si accumulano le pratiche in lavorazione, che richiedono, tutte, un’intensa attività di scouting, di scelta dei fornitori migliori e di raffronto tra le offerte, per scovare chi si distingue per rapporto qualità/costo.
Tuttavia, il risparmio sull’elettricità e il gas naturale può davvero fare la differenza per l’azienda. Tra tutti i contratti, difatti, la fornitura energetica rappresenta una delle voci di spesa annuali più ingenti.
La concentrazione richiesta al personale dell’UA, dunque, è massima, come alte sono la responsabilità e, qualche volta, anche la preoccupazione.
Ecco che, in questa fase, si ricorre spesso a un consulente o a un portale B2B. Per far sì che l’aiuto cercato non divenga a sua volta un’ulteriore fonte di spesa, di seguito cercheremo di esaminare le soluzioni efficaci e, tra queste, anche quelle maggiormente efficienti.
In Italia, infatti, le liberalizzazioni hanno aperto la strada a un gran numero di fornitori: oggi possiamo scegliere tra più di 500 player attivi. Impossibile interpellarli tutti e impossibile sapere a priori di chi ci si potrà fidare. Non c’è niente di peggio, per esempio, che stipulare un contratto di fornitura energetica con un’azienda che, di punto in bianco, fallisce.
Le proposte commerciali, le fatture e i servizi offerti, poi, potrebbero essere di non facile fruibilità. Talvolta i documenti sono così enigmatici da non poter essere confrontati alle offerte di altri competitor, se non con grandi sforzi d’immaginazione.
Tali difficoltà fanno perdere molto tempo al personale dell’ufficio acquisti, settimane intere.
Ricorrere a un consulente, online o fisico, comporta un prezzo da pagare che, soprattutto per imprese di medie dimensioni, vanificherebbe il risparmio ottenuto in bolletta.
Il comparatore B2B di tariffe online può essere una soluzione, ma occorre precisare che risolve solo una parte dei problemi, perché indica la tariffa migliore tra quelle standard a prezzo fisso, ma non garantisce né proposte “su misura”, né verifiche sulla qualità delle aziende.
Conviene dunque esplorare la via del portale B2B.
Un valido supporto quando si cerca nuova fornitura energetica è un portale B2B evoluto, in grado cioè di interporsi tra l’ufficio acquisti e il mercato dell’energia in maniera attiva. Questa tipologia di strumento informatico permette al responsabile UA di risparmiare una gran quantità di tempo e di trovare il fornitore più adeguato alle particolari esigenze dell’azienda.
I fornitori sono selezionati e validati a monte e il lancio della gara è strutturato in modo che siano ben chiare le richieste (in termini di volumi, servizi, opzioni di prezzo, origine dell’energia, garanzie finanziarie, il periodo di fornitura, la durata, ecc).
La stessa richiesta di contratto su misura raggiunge contemporaneamente tutti i fornitori che gli esperti del portale hanno selezionato, snellendo in modo consistente l’attività del responsabile dell’Ufficio Acquisti.
Per chi deve scegliere e poi gestire la fornitura di energia elettrica e gas B2B per la propria azienda, lo Smart working rappresenta un'opportunità in più, e molto vantaggiosa:...
Leggi di più >Per chi deve scegliere e poi gestire la fornitura di energia elettrica e gas B2B per la propria azienda, lo Smart working rappresenta un'opportunità in più, e molto vantaggiosa: nel segno della velocità, praticità, efficienza, convenienza. Ecco perché quello tra il cosiddetto lavoro agile e la fornitura di energia elettrica e gas B2B può essere definito “un incontro virtuoso”.
Lavorare a distanza, fuori dalle dinaliche dell'azienda e dagli orari d'ufficio, direttamente da casa, è una pratica sempre più diffusa. Se lo scorso anno gli Smart worker in Italia erano circa 570mila, con il 60% delle grandi imprese e il 12% delle PMI coinvolte – secondo i dati dell'Osservatorio Smart working del Politecnico di Milano – oggi, come conseguenza dell'emergenza sanitaria e del distanziamento sociale, questa attività ha avuto uno slancio e uno sviluppo straordinario. Uno sviluppo dal quale, con ogni probabilità, non si tornerà indietro.
Lo Smart working non è più solo un trend, ma ora è una risorsa per motivi di sicurezza, e domani sarà sempre più una necessità. Cambia e si evolve il modo di lavorare, e per imprenditori, dirigenti, responsabili Acquisti, Energy manager, cambia e si evolve anche il modo di occuparsi dell'energia.
Questa modalità di lavoro online, con computer, tablet e smartphone, da casa e dal divano del salotto, innova e semplifica – e di molto – anche il lavoro di chi si occupa della gestione dei contratti per la fornitura di energia elettrica e gas B2B.
La digitalizzazione delle operazioni collegate ai contratti di fornitura energetica permette, ad esempio, all'Energy manager o al responsabile Acquisti dell'azienda, di lavorare quando e da dove si vuole, con la massima praticità, flessibilità e convenienza. Non occorre incontrare di persona un consulente o un fornitore di energia elettrica e gas B2B, l'attività non dipende dagli orari di qualcun altro o da quelli dell'ufficio.
La convenienza, rispetto ai sistemi di scelta e acquisto tradizionali, oltre al risparmio di tempo e fatica, deriva anche dal fatto che una piattaforma online specializzata in fornitura di energia elettrica e gas B2B – come altre analoghe in altri settori di attività – concentra, analizza e mette a disposizione le offerte richieste, in base al tipo di azienda e ai consumi, per raffrontare e scegliere facilmente tra quelle più convenienti, e su misura per le proprie necessità energetiche.
La piattaforma specializzata di YEM – network internazionale specializzato nel settore dell'energia B2B –, mette a disposizione tutte queste opportunità e questi servizi online. A casa, la digitalizzazione ci aiuta ad avere subito, sul proprio computer o dispositivo mobile, le migliori offerte disponibili sul mercato.
Ecco quali sono queste 3 semplici operazioni online per scegliere la fornitura di energia elettrica e gas che lo smartworking permette:
- richiedere un'offerta personalizzata a partire dalle esigenze energetiche dell’azienda. È possibile, in questo modo, accedere ai consigli strategici di e creare una richiesta di offerta personalizzata in maniera facile ed efficacie.
- mettere in concorrenza i fornitori energetici: il responsabile Acquisti o Energy manager ha la possibilità di inviare la richiesta di offerta ai fornitori attraverso la stessa piattaforma, o di scaricarla e inviarla direttamente ad altri fornitori da lui scelti.
- ricevere la classifica delle offerte di fornitura: il marketplace classifica già le offerte dei fornitori. Si può così scegliere l’offerta più adatta alle esigenze energetiche dell’azienda e finalizzare direttamente il contratto con il fornitore scelto.
Tutto online, con la massima velocità, praticità e convenienza. E in modo completamente automatizzato.
Grazie alla piattaforma online si può fare tutto ciò che serve per una facile e veloce digitalizzazione del processo di contrattualizzazione energetica B2B. Con la gestione digitale delle attività, oltre a ottenere totale indipendenza operativa, in termini di orari e di luoghi, oltre a velocizzare il processo di ricerca dell'offerta e ricevere le migliori in pochi click, ogni imprenditore, dirigente e manager, può diventare un Energy manager per la propria azienda.
Inoltre, con le applicazioni web, è possibile conservare anch
e i dati di contrattualizzazione per analizzare le successive strategie e scelte energetiche. In pratica, si possono utilizzare anche risorse di Data management attorno al contratto di fornitura di energia elettrica e gas B2B. In questo modo, utilizzando questi processi online e i servizi messi a disposizione dalla piattaforma, è possibile risparmiare a tutti i livelli dell’Energy management: costo della materia prima, costo dell’intermediazione, tempo, lavoro dedicato.
I servizi presenti sulla piattaforma sono il frutto di un lavoro di squadra altamente specializzato e di alta qualità – da parte di ingegneri, trader e analisti dell'energia B2B –, ma essendo digitalizzato è ottenuto in minor tempo. Il marketplace ottimizza la consulenza, in pochi click così la bolletta energetica diventa più leggera e anche il processo di contrattualizzazione.
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Questa serie di white paper si propone di aiutarvi a comprendere: le basi del mercato dell'energia, i prezzi dell'energia e la gestione dei vostri contratti energetici B2B, per...
Leggi di più >Questa serie di white paper si propone di aiutarvi a comprendere: le basi del mercato dell'energia, i prezzi dell'energia e la gestione dei vostri contratti energetici B2B, per permettervi di ottimizzare i vostri costi energetici.
Negli ultimi mesi del 2021 abbiamo assistito a un rally dei prezzi del gas e dell’energia elettrica senza precedenti e sebbene i prezzi da gennaio a oggi siano lontani dal picco...
Leggi di più >Negli ultimi mesi del 2021 abbiamo assistito a un rally dei prezzi del gas e dell’energia elettrica senza precedenti e sebbene i prezzi da gennaio a oggi siano lontani dal picco di fine dicembre, il valore assoluto rimane piuttosto elevato.
Insieme ai prezzi, anche la volatilità è aumentata nel corso dell’anno scorso e, se a inizio anno si potevano avere oscillazioni di 1, 2, massimo 3 €/MWh al giorno, alla fine 2021 i 10, i 20 o addirittura i 30 €/MWh di differenza fra un giorno e l’altro erano oscillazioni considerate quasi normali.
L’intera filiera del gas e dell’energia elettrica ha subito l’impatto di queste dinamiche, che hanno avuto conseguenze importanti a tutti i livelli e i cui strascichi hanno probabilmente cambiato l’assetto di un intero settore.
Per quanto riguarda il settore della vendita di energia e gas, sia i fornitori che i clienti hanno dovuto affrontare delle conseguenze di quanto successo sui mercati all’ingrosso.
Risulta dunque estremamente critica la gestione di un portafoglio di vendita in condizioni di mercato come quelle viste negli ultimi mesi. Il problema non sono i margini, ovvero i guadagni dati dall’attività di vendita, ma la sostenibilità in termini di cassa, finanza e rischi che devono sopportare i fornitori per poter svolgere l’attività.
i fixing basate su prezzi storici confrontano i prezzi futures in quel momento con quelli di periodi simili in altri momenti. Anche con l'incertezza vissuta nello scorso periodo, il tool è in grado di determinare che i prezzi stanno aumentando e, anche se non sono prezzi bassi (dato che la situazione era quella che era), l'opzione migliore era comunque quella di eseguire fixing per mitigare l'impatto della volatilità che sarebbe arrivata. Queste raccomandazioni arrivano proprio nel momento peggiore, da maggio 2021 e per tutto l'anno rimanente.
Sia per i fornitori che per i clienti l’aumento dei prezzi e della volatilità ha provocato criticità delle quali ancora non è ancora del tutto espresso l’effetto.
Per il 2022, è possibile aspettarsi alcune conseguenze di questa situazione, prima fra tutti la diminuzione del numero di operatori attivi nella vendita di energia elettrica e gas. Diverse società, sia in Italia che in Europa, hanno dovuto tirare i remi in barca e sospendere l’attività a causa delle difficoltà finanziarie ed è probabile che il numero degli operatori costretti a ritirarsi possa aumentare nel corso di quest’anno.
D’altra parte, l’alta volatilità che dovrebbe caratterizzare i mercati ancora per diverso tempo potrebbe offrire non solo criticità, ma anche occasioni di ottimizzazione, a prescindere dal trend dei prezzi che si verificherà nel corso dell’anno.
E’ probabile che dopo un 2021 così estremo, un maggior numero di clienti industriali sarà interessato alla gestione attiva della propria fornitura (prezzo variabile con fixing), che si è dimostrata una formula flessibile e capace di ottimizzare i costi, se correttamente impostata. Poter approfittare di un mercato al ribasso ma avere la possibilità di tutelarsi in caso di rialzi, risulta un modello utile per affrontare i mercati energetici sempre più volatili.
Questo, unito alla diffusa attenzione anche mediatica suscitata dall’escalation dei prezzi degli ultimi mesi, creerà un generale aumento della curiosità e della necessità di informazioni sulle dinamiche dei mercati. Non sarà più solo il prezzo, probabilmente, a convincere i clienti, ma la capacità di offrire un supporto strutturato alle scelte, fornendo le informazioni rilevanti e la competenza sui mercati energetici che consentano ai clienti di gestire al meglio la propria fornitura in tutte le situazioni di mercato.
Insomma, il rally dei mercati del 2021 avrà un impatto notevole anche per il prossimo futuro.
E’ ormai fatto noto che ci sia una vera e propria crisi energetica in atto. I prezzi del gas e dell’elettricità hanno concluso un primo trimestre record, in continuità con i...
Leggi di più >E’ ormai fatto noto che ci sia una vera e propria crisi energetica in atto. I prezzi del gas e dell’elettricità hanno concluso un primo trimestre record, in continuità con i pesanti aumenti avvenuti a fine 2021. Basti pensare che il PUN (Prezzo Unico Nazionale) ha consolidato un Q1-2022 di poco inferiore ai 250 €/MWh, mentre per il gas naturale PSV i primi tre mesi di consegne spot (Day Ahead) si sono attestati poco sotto ai 100 €/MWh.
Gli effetti di questi aumenti si stanno sentendo pesantemente su tutti i fronti e pesano in particolar modo sui consumatori finali, che si trovano a far fronte a costi energetici sempre più insostenibili. Anche se sono entrate in vigore alcune misure per il contenimento dei costi, come l’azzeramento di alcune voci della fattura energetica (gli oneri generali di sistema) o la riduzione dell’IVA su alcune tipologie di fornitura, con il prezzo della materia prima di 3 o 4 o addirittura 5 volte maggiore rispetto a un anno fa, il costo energetico complessivo è comunque lievitato.
Non solo i clienti finali sono in grave difficoltà, ma nella filiera energetica una posizione piuttosto delicata (per usare un eufemismo) oggi tocca ai fornitori. Le aziende attive nel settore della vendita di energia elettrica e gas naturale si trovano ad affrontare delle difficoltà senza precedenti (come abbiamo detto anche nell’articolo Fornitori e clienti: conseguenze dei prezzi di mercato alle stelle). L’aumento dei prezzi e della volatilità sui mercati all’ingrosso ha comportato, ormai da mesi a questa parte, un aumento dei costi legati all’approvvigionamento e alle coperture del rischio del portafoglio, entrambi elementi strettamente legati al prezzo.
Non solo aumento dei costi, a fronte spesso di margini fissati contrattualmente in periodo pre-crisi, ma anche aumento delle necessità finanziarie e di liquidità legate all’attività di compravendita di energia o gas, anch’esse proporzionali rispetto ai prezzi e alla volatilità dei mercati. Per acquistare gas o energia elettrica, infatti, gli operatori devono fornire garanzie finanziarie o liquidità a copertura dei loro acquisti e nella maggior parte dei casi si tratta di incrementi di garanzie da 5 a 10 volte i valori precedenti.
Per non parlare dello squilibrio di cassa, strutturale e naturale per una società di vendita, che paga l’energia o il gas acquistato (e gli oneri di sistema relativi) con 1-2-3 mesi di anticipo rispetto al momento dell’incasso da parte dei clienti. Con l’aumento dei prezzi e il protrarsi di questa alterazione del mercato, il disallineamento fra entrate ed uscite si è fatto a dir poco difficoltoso, per qualcuno addirittura fatale.
Tutto questo ha danneggiato in modo importante la situazione finanziaria ed economica delle società del settore, alcune delle quali hanno dovuto sospendere l’attività di vendita di energia o gas.
Ma il peggio, probabilmente, deve ancora venire, ovvero il momento in cui sui fornitori peserà a pieno anche l’effetto delle rateizzazioni delle bollette concesse ai consumatori domestici o alle imprese, a cui si andrà a sommare l’aumento della morosità dei clienti di fronte agli aumenti degli ultimi mesi. Le società del settore, aziende fino a sei mesi fa per lo più sane e ben gestite, potrebbero trovarsi impossibilitate a sopportare il protrarsi di queste condizioni di mercato a causa di una situazione finanziaria così difficilmente gestibile.
La gravità della situazione non è passata inosservata e molte sono state le richieste di supporto rivolte dalle associazioni di operatori del settore alle autorità competenti, sia in Italia che all’estero. La difficoltà di accesso alla finanza e alla liquidità in un momento grave e particolare come l’attuale è uno dei nodi dei diversi appelli degli ultimi mesi.
Anche da parte della European Federation of Energy Traders, primaria associazione europea di operatori del settore, è stata sottolineata la necessità di un supporto di emergenza di liquidità e finanza che consenta agli operatori di sopravvivere e ai mercati energetici di continuare a funzionare. Già, perché una ulteriore conseguenza dei prezzi così alti è il crollo della liquidità sui mercati, a causa del fatto che sempre meno operatori hanno la finanza necessaria per negoziare i prodotti della curva forward sui mercati organizzati.
La mancanza di un mercato liquido potrebbe impedire agli operatori di effettuare le operazioni di copertura non solo dei proprio portafogli di vendita ai clienti finali, ma anche del gas importato dall’estero o iniettato in stoccaggio, così come dell’energia elettrica prodotta dalle centrali. Insomma, il crollo della liquidità potrebbe impedire il regolare funzionamento dei mercati energetici e minare alla base l’esistenza di un mercato libero.
Ad essere onesti, è difficile anche per l’EU riuscire ad intervenire con manovre centralizzate che non penalizzino gli sviluppi futuri del settore e il raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo in termini di mix energetico e emissioni. La tutela del consumatore finale è una contingenza assolutamente necessaria, ma è necessario anche salvaguardare la salute del settore nel medio/lungo termine.
Ad esempio, modificare la remunerazione degli impianti rinnovabili non incentivati mettendo un tetto massimo al prezzo per l’energia prodotta potrebbe provocare non solo gravi danni economici per le società interessate (che magari non hanno approfittato dell’aumento dei prezzi perché avevano effettuato coperture di lungo periodo a prezzi inferiori), ma anche portare al calo dell’appetito degli investitori del settore e questo, a sua volta, comprometterebbe il percorso di decarbonizzazione stabilito per i prossimi decenni.
Ugualmente, l’introduzione di un massimale al prezzo di gas o energia elettrica o una modifica del meccanismo di formazione dei prezzi spot a livello locale introdurrebbe distorsioni che avrebbero un impatto anche sulla curva forward e che, nel lungo periodo, potrebbero influenzare negativamente l’integrazione fra i mercati europei, così come lo sviluppo di investimenti in produzione rinnovabile o risparmio energetico.
Insomma, sembra sempre più difficile riuscire a salvare, come si suol dire, “capra e cavoli”. Solo una rapida risoluzione della situazione in Ucraina potrebbe, forse, riuscire a riportare i mercati verso una condizione di stabilità ed è piuttosto probabile che un ritorno alla “normalità” non avvenga, in ogni caso, in tempi brevi, né per quanto riguarda il livello dei prezzi, né per lo stato di salute del settore.
Rimani aggiornato con le informazioni sulla gestione dei contratti di fornitura energetica B2B.
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