Analisi di mercato dal 28 Febbraio al 31 marzo 2020
La strategia di contenimento del Covid-19 comporta la sospensione del 60% delle attività produttive e commerciali e limita i trasferimenti delle persone, con significativo...
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La strategia di contenimento del Covid-19 comporta la sospensione del 60% delle attività produttive e commerciali e limita i trasferimenti delle persone, con significativo impatto sui consumi. Il conseguente forte shock sulla domanda aggrava il quadro già ribassista a inizio 2020.
Scorte di gas particolarmente alte, l’abbondante offerta di GNL e di gas naturale via pipeline a basso costo e la debolezza del mercato petrolifero avevano spinto il prezzo del Cal21 al PSV sotto i 17 €/MWh. Le misure restrittive imposte a marzo hanno comportato ulteriori significative perdite, con il Cal21 ora in area 14.0 €/MWh. Sul mercato elettrico, il Cal21 BL ha mantenuto un andamento coerente con quello del PSV e con i prezzi forward europei, testando quindi area 50 €/Mwh ai primi di febbraio e accelerando bruscamente al ribasso in concomitanza con la crisi sanitaria, per arrivare a toccare un minimo a 42.7 €/MWh il 23 di marzo.
Un prodotto che serve a risolvere un problema concreto è destinato a diventare un prodotto innovativo. Il mondo dell'energy management ha bisogno adesso di innovazione. Lo aveva...
Leggi di più >Il mondo dell'energy management ha bisogno adesso di innovazione. Lo aveva capito l'ingegnere Nicolas Henn dopo aver compreso quali fossero le criticità per le aziende nella gestione dei propri contratti di fornitura energetica. Da questa constatazione è iniziata l'avventura di YEM che Nicolas ci racconta in questa intervista.Un prodotto che serve a risolvere un problema concreto è destinato a diventare un prodotto innovativo.
"Bella domanda! L'idea nasce principalmente dalla mia esperienza personale nell’energy market Italiano. Più precisamente durante i quasi quattro anni passati in Italia al fianco di consulenti e imprese per aiutarli nella scelta dei fornitori di energia e nell’ottimizzazione dei prezzi. Mi ha da subito stupito la quantità di tempo e denaro investiti in queste fasi!
Mi sono chiesto se fosse stato possibile semplificare quel processo di incontro tra le esigenze delle aziende e quelle dei fornitori. Un processo che non è realmente complesso e che poteva essere semplificato rendendo la vita più facile a tutti. Sia ai fornitori di energia che alle imprese stesse.
D'altra parte però la contrattualizzazione della fornitura di energia non è un qualcosa da prendere “alla leggera”. Spesso gli Energy Manager con, o rispetto, agli imprenditori si ritrovano soli di fronte a scelte che possono avere un peso decisivo sull’avvenire dell’azienda.
Non bisogna infatti confondere il concetto di semplificazione, proposto da YEM con quello di automatizzazione. La messa a disposizione di un network di esperti riconosciuti e di qualità è stato fin da subito un punto molto importante per YEM.
L’energy manager, l’ufficio acquisti, i consulenti nel campo dell’energia, e delle volte gli stessi imprenditori hanno bisogno di più semplicità e chiarezza nella gestione del contratto di fornitura energetica.
Voilà YEM, una piattaforma molto semplice che interviene per aiutare dalla scelta del miglior fornitore con l’ottimizzazione dei contratti al fixing dei prezzi. YEM completa perfettamente i "to do" dell’energy management come l’efficienza energetica."
"Il consumo di energia è la leva fondamentale dell’efficienza energetica. Ottimizzando l’utilizzo dell’energia senza impattare la produzione, si massimizza l’efficienza energetica e quindi i costi (oltre alla riduzione di emissioni).
Diventa sempre più difficile ottimizzare i propri consumi di energia secondo le misure messe in atto. Come per un velocista di 100 m, inizialmente il margine di miglioramento è più ampio, man mano che si allena ogni secondo di miglioramento diventa più difficile da ottenere.
Per questo in parallelo all’efficienza energetica conviene lavorare sull'ottimizzazione dei prezzi a cui si acquista il gas e il power. Si pensa erroneamente che la gestione dei prezzi possa essere riservata solo agli ingegneri e agli specialisti dell’energy market. In realtà, si può in maniera semplice e veloce, beneficiare dei prezzi migliori mettendo in atto le giuste strategie."
"In questo momento i prezzi di acquisto di gas e energia elettrica sono arrivati a toccare minimi storici prossimi ai costi di produzione. Non si vedevano degli abbassamenti di prezzo così dai tempi della crisi del 2008. I prezzi tuttavia rischiano di aumentare nei prossimi mesi e questo aspetto non va sottovalutato.
Per le imprese è estremamente conveniente acquistare ora l’energia per il 2021, ma anche per dopo.
Il mio consiglio per coloro che hanno un contratto di energia a prezzo variabile è (con il fine di non vincolarsi troppo e mantenere dei margini di manovra nell’ipotesi in cui i prezzi dovessero abbassarsi ulteriormente nel breve periodo) di fissare adesso il 50% del volume di energia per il 2021, continuando a monitorare con attenzione i prezzi.
Se continueranno a scendere converrà fissare nuovamente il 50% prima che i prezzi crescano e quindi fissare la totalità del proprio contratto.
Per coloro che hanno un contratto a prezzo fisso consiglio vivamente di prendere del tempo per considerare un passaggio al prezzo variabile. Non è nè complicato, nè riservato alle multinazionali e i vantaggi che si possono ottenere in termini economici sono alti!"
Ultimamente si sente spesso dire che il prezzo dell’energia elettrica in Italia è diminuito a causa di unafortediminuzione del prezzo del gas. Ma come mai il prezzo dell’energia...
Leggi di più >Ultimamente si sente spesso dire che il prezzo dell’energia elettrica in Italia è diminuito a causa di una forte diminuzione del prezzo del gas. Ma come mai il prezzo dell’energia elettrica e quello del gas sono così legati?
Il prezzo dell’energia elettrica (e parliamo della sola “quota energia”) in Italia è influenzato da diversi fattori, come la domanda, la stagione, le temperature, ma una componente fondamentale del prezzo è il costo per la produzione dell’energia stessa.
L’energia elettrica in Italia viene prodotta ancora per lo più da fonti tradizionali - nel 2019: gas quasi il 45% e carbone poco più del 6% - , con la quota rinnovabili in rapido aumento nel corso degli ultimi anni - più del 18% idroelettrico e circa il 20% solare ed eolico.
*Secondo la classificazione utilizzata da ENTSOE in “altro” sono inclusi per lo più impianti a cogenerazione e cicli combinati
Il gas è effettivamente il combustibile più utilizzato per la produzione elettrica in Italia, soprattutto in questi ultimi anni in cui le politiche green hanno spinto sempre più per la chiusura delle centrali a carbone, ed è dunque facilmente intuibile come il prezzo dell’energia elettrica sia strettamente legato a quello della principale materia prima utilizzata per produrla.
Lo stretto legame fra power e gas non è dato solo dalla quantità di energia prodotta attraverso l’impiego del gas, ma anche dal ruolo che questo ha nell’algoritmo di formazione del prezzo nel mercato del giorno prima (MGP).
Infatti, le diverse tipologie di centrali, avendo differenti caratteristiche tecnologiche, producono con programmi e costi diversi e, dunque, influenzano il prezzo in modo diverso.
La produzione da fonti rinnovabili, essendo intermittente e non programmabile, ha la priorità nella vendita a mercato, ma è il gas la risorsa che copre il fabbisogno residuo, determinando quindi molto spesso il prezzo marginale.
Inoltre, va menzionato che con l’aumentare della produzione rinnovabile non programmabile, sia in Italia che all’estero, il gas ha (e continuerà ad avere) il ruolo del jolly.
Quando manca il vento, quando il cielo è coperto, quando c’è poca acqua nei bacini è il gas che interviene per “colmare i buchi”, almeno fino a quando non ci saranno tecnologie flessibili e abbastanza economiche (possibilmente un po’ più green) per farne a meno.
La discesa dei prezzi del power a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi è dunque dovuta proprio alla discesa dei prezzi del gas in tutta Europa, confermando la forte correlazione fra di essi.
Tuttavia, la dinamica dei prezzi del power ha subito anche l’influenza della CO2, che, grazie ai meccanismi europei di limitazione dell’offerta (MSR), ha negli ultimi anni avuto un peso (e un costo) sempre maggiore.
Per questo motivo, mentre il gas in questi giorni ha toccato i livelli più bassi di sempre, il prezzo del power non ha raggiunto i minimi toccati nel 2016 (quando la CO2 costava solo 5 €/ton).
Photo: Alessandro Bianchi Unsplash - Unien AdobeStock
Al momento della sottoscrizione di un contratto di fornitura di energia ci sono due riferimenti temporali che è bene non confondere: la data di sottoscrizione e il periodo di...
Leggi di più >Al momento della sottoscrizione di un contratto di fornitura di energia ci sono due riferimenti temporali che è bene non confondere: la data di sottoscrizione e il periodo di fornitura.
Si tratta della data di contrattualizzazione della fornitura di energia. È il momento in cui il fornitore valuta il prezzo dell’energia sui mercati, affidandosi a dati e previsioni, per poi proporre un’offerta al cliente. Pertanto è un riferimento essenziale alla definizione delle condizioni economiche previste per i consumi; a seconda della tendenza di mercato del momento, i prezzi potrebbero variare sostanzialmente.
Valutare la data di sottoscrizione di un contratto di energia è addirittura più importante che la scelta del fornitore stesso.
Dalla data di sottoscrizione al periodo di fornitura passano generalmente da un mese a 18 mesi.
A titolo esemplificativo, un contratto della durata di due anni può essere sottoscritto il 12 maggio 2019 e avere validità sia dal 1 gennaio 2020 sia dal 1 giugno 2021. In entrambi i casi la data di sottoscrizione -il 12 maggio- è la stessa, cambia però il periodo di fornitura. Da notare che per i due periodi di fornitura saranno previsti due prezzi diversi.
Si intende il periodo di erogazione del servizio energetico stipulato alla data di sottoscrizione. Generalmente ha inizio il primo giorno del primo mese e si chiude l’ultimo giorno dell’ultimo mese.
È possibile sottoscrivere lo stesso periodo di fornitura, per esempio l’anno civile 2020, in due date di sottoscrizione diverse, ad esempio il 5 gennaio 2019 e il 28 ottobre 2019. Da notare, ancora una volta, che ognuna delle due date di sottoscrizione avrà un prezzo diverso, a seconda dell’andamento dei prezzi di mercato per gas&power.
La differenza tra la data di sottoscrizione e il periodo di fornitura è semplice, ma importante da tenere a mente nel momento in cui si firma un contratto per non rischiare poi di ricevere brutte sorprese.
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Nel momento in cui arriva la bolletta dell’energia e, con essa, il momento di pagare le utenze, è possibile che si crei un po’ di confusione. Le voci della bolletta, infatti, non...
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Nel momento in cui arriva la bolletta dell’energia e, con essa, il momento di pagare le utenze, è possibile che si crei un po’ di confusione.
Le voci della bolletta, infatti, non sono sempre chiarissime; ciononostante, essere in grado di leggerla è fondamentale per poter scegliere con cognizione di causa la tariffa più conveniente per noi, oppure per poter modulare i propri consumi.
In quest’articolo analizziamo i quattro tipi di voci delle bollette energetiche, con l’obiettivo di facilitarne la lettura il più possibile.
L’elettrone per l’energia elettrica e la molecola per il gas. Questo prezzo è diverso in ogni paese e dipende principalmente dalla produzione nazionale, dalla capacità di importazione ed esportazione, dalle normative in materia ma anche dalle variabili del mercato globale.
Il fornitore trasporta e distribuisce la materia prima dal punto di acquisto fino alle utenze finali.
All’IVA, l’Imposta sul Valore Aggiunto, applicabile a tutti i beni e servizi venduti destinati alla gestione statale, si aggiungono anche imposte legate specificatamente al consumo energetico (gas, power, carburante).
Il prezzo di trasporto e le imposte variano poco e di rado rispetto al prezzo della materia prima sul mercato, che è invece in costante fluttuazione. Diverse sono le ragioni alla base di tale fluttuazione:
Si colloca tra lo 0,5% e il 5% dell’importo totale della bolletta.
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Contratto a prezzo indicizzato (o variabile) o a prezzo fisso? Probabilmente, se tra le tue responsabilità rientra quella di stipulare un contratto energetico per la tua azienda,...
Leggi di più >Contratto a prezzo indicizzato (o variabile) o a prezzo fisso?
Probabilmente, se tra le tue responsabilità rientra quella di stipulare un contratto energetico per la tua azienda, prima o poi avrai avuto a che fare con questo dubbio.
In quest'articolo ti spiego come funzionano prezzo fisso, variabile e variabile con fixing, di modo che tu abbia tutti gli strumenti giusti per poter fare una scelta consapevole.
Ogni MWh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato ad un prezzo fisso, determinato al momento della firma del contratto.
E' importante che ti ricordi che con la clausola del tacito rinnovo il contratto a prezzo fisso si trasforma spesso in prezzo variabile senza fixing se non è stata avviata una RdO.
Ogni Mwh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato a un prezzo variabile in funzione delle fluttuazioni del mercato:
Questa è la scelta migliore se in un determinato momento, ad esempio al rinnovo del contratto, non si vogliono correre i rischi che il prezzo fisso comporta.
Al momento della sottoscrizione il valore del tuo prezzo indicizzato corrisponde al valore di quello fisso, ma diversamente da quest’ultimo, il prezzo indicizzato nel tempo seguirà le fluttuazioni del mercato.
Il prezzo indicizzato è ancorato a un indice di riferimento del mercato. Il prezzo finale pertanto dipenderà dal tipo di indicizzazione:
Minore è l’indice scelto, maggiore è l’esposizione del cliente alle fluttuazioni del mercato.
Quando si ha un contratto di fornitura di gas o energia elettrica a prezzo variabile, la società contraente può richiedere il fixing del prezzo al proprio fornitore.
Si tratta di fissare il prezzo di una parte dei volumi o dell’intero profilo di consumo, previsto in un determinato periodo futuro alle condizioni economiche del mercato in quel momento.
In questo modo il fixing consente al consumatore di trasformare un contratto a prezzo indicizzato in un contratto a prezzo fisso (in toto o in parte), eliminando il rischio di una salita dei prezzi ed il conseguente aumento dei costi di fornitura.
Nella speranza di aver contribuito a fare chiarezza tra le varie opzioni che ti si prospettano nel momento della stipula di un contratto di energia B2B, ti invito ad approfondire l'argomento sul nostro blog, oppure ad accedere alle previsioni di mercato per il mese in corso che trovi qui sotto.
A seconda del tipo di contratto scelto per la fornitura di energia, può essere possibile fissare interamente, o parzialmente, il prezzo indicizzato durante il tempo di validità...
Leggi di più >A seconda del tipo di contratto scelto per la fornitura di energia, può essere possibile fissare interamente, o parzialmente, il prezzo indicizzato durante il tempo di validità del contratto, così che si possa beneficiare dell’andamento favorevole del mercato. Si parla in questo caso di: fixing del prezzo.
Questa è sicuramente una buona opzione per avere una maggiore convenienza, a patto che si abbiano le competenze giuste.
Questa scelta contrattuale può portare a un risparmio considerevole, a patto che si conosca bene l'opzione che si sta scegliendo, le eventuali criticità e le risorse richieste, sia da un punto di vista temporale che di competenze.
Tuttavia, una scelta consapevole e cosciente che si tratti di una possibilità attuabile anche per chi non dispone di enormi mezzi, utilizzando i giusti strumenti, apre le porte a molte possibilità di risparmio.
Vale la pena di entrare nel merito dei contratti a prezzo variabile con possibilità di fixing: come comportarsi? Il prezzo si può fissare in due modi:
Cliente e fornitore si accordano sul prezzo mediante contrattazioni che si svolgono in maniera ufficiosa. La richiesta può essere fatta in qualsiasi momento durante l’apertura dei mercati, cioè quando il fornitore ha accesso alle piattaforme di trading.
I prezzi sono pubblicati a chiusura dei mercati. Il fornitore non può approvvigionarsi subito, il che comporta una variazione del prezzo nel tempo. Per sua tutela, il fornitore applica un sovrapprezzo all’offerta del cliente.
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È impossibile, nelle ultime settimane, non aver sentito parlare del Coronavirus e della rapida diffusione che sta avendo in Europa ma anche in tutto il mondo. Ma come questa...
Leggi di più >È impossibile, nelle ultime settimane, non aver sentito parlare del Coronavirus e della rapida diffusione che sta avendo in Europa ma anche in tutto il mondo. Ma come questa epidemia sta influenzando i mercati delle commodities, e specialmente quello?
L’epidemia di Coronavirus, da pochi giorni estesasi all’Europa e agli USA, come è noto, ha avuto origine in Cina.
Quella Cina che da sola costituisce il maggior importatore di petrolio e gas naturale al mondo, la stessa Cina che in queste ultime settimane ha bloccato un gran numero di industrie e fabbriche per arginare la diffusione del virus, lasciando a casa i cittadini, fermando gli aeroporti e le stazioni ferroviarie e bloccando di fatto tutte le attività non indispensabili alla sopravvivenza.
La buona notizia è che uno stop quasi totale dei veicoli e delle industrie cinesi provocherà un crollo nelle emissioni di CO2 del Paese, quella brutta è che la domanda di petrolio e gas naturale è drasticamente diminuita (per il petrolio circa -3 milioni di barili al giorno, pari a quasi il 20% della domanda), al punto che i membri dell’Opec+ come misura di emergenza potrebbero applicare ulteriori tagli alla produzione di greggio per sostenerne i prezzi (-0,6 milioni di barili al giorno, circa l’1,5% dell’output attuale).
La domanda di petrolio e materie prime, già messa in pericolo dalla recessione dell’economia globale e dalla guerra commerciale fra USA e Cina, rischia di diminuire non solo in Cina e nei Paesi limitrofi (la Corea del Sud è già in piena emergenza), ma anche in Europa e USA, appena sfiorati fino ad ora dall’epidemia.
Il blocco totale o parziale delle attività produttive e dei trasporti causa una diminuzione della domanda di combustibili, petrolio e gas naturale in primis. Anche il gas naturale infatti sta soffrendo della ridotta domanda della Cina, che ha notevolmente diminuito l’import di gas naturale liquefatto (LNG), spesso invocando la forza maggiore (si stima una diminuzione del 23% da gennaio rispetto all’anno precedente).
Il minor appetito di LNG nell’area asiatica ha incentivato le navi a dirigersi verso destinazioni alternative, come ad esempio l’Europa, già inondata da un surplus di gas naturale senza precedenti, provocando una ulteriore discesa dei prezzi.
Di conseguenza il prezzo dell’energia elettrica in Europa, e soprattutto in Italia, è diminuito, a causa della discesa dei prezzi dei combustibili (primo fra tutti il gas, ma anche il carbone) utilizzati per produrla.
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Gli attori nel mercato del gas e dell’elettricità sono numerosi. In Europa il numero è fortemente aumentato in seguito all’apertura del mercato nel 2000. Tali attori possono...
Leggi di più >Gli attori nel mercato del gas e dell’elettricità sono numerosi. In Europa il numero è fortemente aumentato in seguito all’apertura del mercato nel 2000. Tali attori possono essere suddivisi in 5 gruppi principali.
I produttori si occupano della produzione di energia elettrica o dell’estrazione del gas naturale. L’energia elettrica ha molte fonti: nucleare, rinnovabile quali idroelettrico, eolico, solare, oppure la fonte fossile come olio combustibile, carbone o gas naturale. Oltre all’attività di produzione sul sito svolgono un’attività commerciale per vendere la loro produzione. Tale produzione viene generalmente venduta all’ingrosso utilizzando le infrastrutture.
Per trasportare nel posto giusto e al momento giusto la produzione di gas e elettricità bisogna avere delle infrastrutture, come ad esempio i gasdotti o le reti elettriche. Le società che le gestiscono sono comunemente chiamate gestori di reti e offrono sostanzialmente capacità di trasporto, resa disponibile ai clienti, i quali sono la maggior parte degli attori del mercato.
Queste attività sono assolutamente indispensabili per il buon funzionamento del mercato dell’energia. Per questa ragione la loro attività è, in generale, regolata. Ovvero, le loro entrate sono garantite dalla legge e i loro costi controllati da un’autorità di regolamentazione indipendente. I gestori di infrastruttura sono:
Il mercato all’ingrosso è un mercato intermedio tra la produzione e il mercato al dettaglio. Si parla di un mercato a monte perché è lontano dal consumo finale. Si chiama così perché i volumi di gas ed elettricità scambiati sono molto importanti. Le unità di energia utilizzate più spesso sono le TWh, le Gwh (renvoi vers l’article sur les unités).
È il caso in cui, c’è stato fisicamente uno scambio, ovvero una transazione nella quale una quantità di energia verrà venduta o comprata in un luogo, in una data determinata e attraverso diverse transazioni finanziarie, o per esempio una quantità di energia verrà venduta e comprata nello stesso luogo e allo stesso momento. Le transazioni del mercato all’ingrosso avvengono sia direttamente tra attori che negli hub di trading. I fornitori acquistano il gas o l’elettricità all’ingrosso.
Gli attori del mercato all’ingrosso sono:
Gli intermediatori intervengono, su richiesta dei consumatori B2B o B2T, fra i fornitori e i consumatori per ottenere i migliori prezzi e realizzare i servizi. YEM mette a disposizione un articolo dedicato agli intermediari. Ne esistono due tipi:
i consulenti fisici, esperti e broker, commerciali digitalizzati.
YEM è un intermediario ibrido, mette a disposizione la sua esperienza sul mercato dell’energia e un accesso 100% digitale con l’obiettivo di rendere autonomi i consumatori e di evitare costi di intermediazione.
Il legislatore nel mercato dell’energia è rappresentato dall’autorità di regolamentazione. Questa si rifà alle regole del mercato generale e alle regolamentazioni sull’ energia sottoscritte dell’ Unione Europea. In Italia l’ente è l’ARERA (Autorità di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente). L’autorità di regolamentazione impone delle tariffe per le attività regolate come quelle delle infrastrutture. Questa sorveglia: i mercati all’ingrosso per evitare manipolazioni del mercato e il mercato al dettaglio per verificare che le regole della libera concorrenza tra i fornitori vengano correttamente applicate.
Il mercato dell’energia è composto da diversi segmenti, ognuno dei quali ha le sue proprie regole. In questo articolo vogliamo spiegare il mercato al dettaglio B2B. Ovvero,...
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Il mercato dell’energia è composto da diversi segmenti, ognuno dei quali ha le sue proprie regole.
In questo articolo vogliamo spiegare il mercato al dettaglio B2B. Ovvero, spiegare tutte le unità di misura e gli ordini di grandezza che toccano la relazione tra i fornitori e i consumatori B2B.
L’unità di misura dell’energia nel sistema globale, che si chiama Sistema Internazionale dell’unità, è il joule (J). Nella pratica, contrariamente alla maggior parte delle altre unità di misura del Sistema internazionale, l’energia è spesso misurata utilizzando altre unità di misura oltre il joule. Nel mercato al dettaglio di gas e elettricità in Europa, viene utilizzata l’unità di misura Kilowatt-ora (kWh) e i suoi rispettivi multipli che sono: il megawatt-ora (MWh) e il gigawatt-ora (GWh). Per informazione, 1kWh è uguale a 3,6.106 J.
Ogni anno, un’abitazione di medie dimensioni consuma 10 Mwh della combustione di gas della sua caldaia per riscaldarsi e 0,2 Mwh di elettricità per illuminarsi.
Il kWh viene definito in termini di unità di potenza: il watt, che fa parte del sistema di unità internazionale dell’unità (SI). Nel linguaggio di tutti i giorni capita spesso di fare confusione tra energia e potenza. Ebbene, la potenza di una macchina è l’energia che la stessa fornisce durante un’unità di tempo: un watt è la potenza di una macchina che fornisce un joule ogni secondo. Al contrario un kWh è l’energia fornita in un’ora da una macchina di 1000 watt.
Un reattore nucleare produce una potenza elettrica media di 860 MW o un’energia di 860 MWh di funzionamento o 7 533 600 Mwh ogni anno. Un reattore nucleare potrà dunque illuminare mediamente più di 37 milioni di case. Una centrale nucleare posside mediamente 3 reattori nucleari.
L’utilizzo di unità di misura varia a seconda dei paesi. Per esempio, in Italia per il consumo di gas si utilizza il volume. Bisogna considerare che l’energia liberata dalla combustione di un m3 di gas è circa uguale 11kWh.
Ci sono cinque industrie che si caratterizzano e distinguono per il loro consumo di gas e elettricità.
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Una delle decisioni più spinose quando si deve gestire un contratto di fornitura a prezzo variabile con fixing riguarda l’opportunità di non fissare il prezzo di una parte dei...
Leggi di più >Una delle decisioni più spinose quando si deve gestire un contratto di fornitura a prezzo variabile con fixing riguarda l’opportunità di non fissare il prezzo di una parte dei volumi contrattuali, entrando nel periodo di consumo (detto periodo di delivery) parzialmente esposti al prezzo del mercato spot.
Per compiere questa scelta è necessario dotarsi degli strumenti giusti e comprendere e valutare attentamente i pro e i contro, oltre che le tempistiche.
Il vantaggio innegabile del prezzo indicizzato in delivery è l’opportunità di ottenere un risparmio, anche importante, nel caso in cui i prezzi spot siano più bassi rispetto alle quotazioni forward precedenti il periodo di consumo. Se i prezzi in delivery sono effettivamente minori rispetto al prezzo del “potenziale fixing” allora il delta prezzo costituisce una ottimizzazione interessante.
Come valutare dunque il costo/opportunità del rimanere esposti ai prezzi spot (ovvero non rischiedere gli ultimi fixing) e quando compiere questa scelta?
> View di mercato: Innanzitutto è importante la view di mercato. Se il mercato è ribassista e avvicinandosi al periodo della delivery le condizioni dei fondamentali indicano che la discesa dei prezzi dovrebbe continuare indisturbata, allora ha senso valutare se richiedere gli ultimi fixing (comunque a prezzi migliori rispetto ai mesi precedenti) o se mantenere una parte di volume indicizzato in delivery e provare a cogliere l’opportunità di un ribasso ulteriore.
In una situazione di mercato teso al rialzo, invece, prima ancora di valutare se rimanere a prezzo variabile in delivery è necessario valutare quanto si è disposti a sopportare come costo aggiuntivo se il mercato rialzista effettivamente permane a lungo. Non è prudente non richiedere un fixing (perché oggi il prezzo è troppo alto) sperando in un cambio di direzione dei prezzi non supportato dalla view di mercato, è un po' come non fermarsi all’ultimo benzinaio quando si è in riserva sperando di arrivare al successivo con l’automobile ancora in moto.
> Quantificare il risparmio atteso: Oltre alla view di mercato, imprescindibile per poter compiere la giusta scelta, è utile avere in mente quale porzione di volume eventualmente lasciare a prezzo variabile e fare due conti (una sorta di sensitivity analysis) per quantificare il potenziale guadagno o perdita a cui si può andare incontro.
Facendo un semplice esempio, un cliente vuole valutare se lasciare a prezzo variabile una porzione di volume pari a 1 MW baseload (cifra tonda per semplicità) sul Q4-2021. Il volume complessivo in MWh si calcola moltiplicando 1 MW per le ore del Q4-2021, ovvero 2.209 e sarà dunque pari a 2.209 MWh. Per ogni €/MWh in più o in meno dei prezzi, il delta in € per il cliente è 2.209 €.
Questo serve per avere un ordine di grandezza delle conseguenze, positive o negative, di un movimento dei prezzi unitario rispetto al costo della propria fornitura. A questo punto si può valutare il potenziale di risparmio o perdita suggerito dalla view di mercato e capire se vale la pena o meno rimanere esposti al prezzo variabile.
Nel caso in cui manchino diversi mesi prima dell’inizio della delivery e la view di mercato sia fortemente ribassista può valer la pena di non richiedere l’ultimo fixing per concedere il tempo ai prezzi di fare la loro discesa, approfittando del ribasso atteso la cui ampiezza sarà poi il driver della scelta, insieme a una view bearish aggiornata/riconfermata.
Aver conseguito un risparmio rispetto a mesi prima consente al cliente di scegliere se “accontentarsi” di un fixing a prezzo più vantaggioso o rischiare la volatilità dei prezzi spot con la speranza di migliorare ulteriormente il prezzo di acquisto della fornitura. In questo caso quantificare il risparmio già conseguito in euro consente anche di valutare con maggior lucidità la decisione di entrare in delivery esposti al prezzo di mercato o meno.
Nel caso in cui il mercato sia impostato al rialzo, invece, la scelta dovrà necessariamente essere anticipata. Fare l’ultimo fixing prima che i prezzi possano salire ulteriormente di fatto è l’implicita scelta di non rimanere esposti ai prezzi in delivery.
In generale, dunque, quando i prezzi salgono la scelta deve essere anticipata, quando i prezzi scendono ci si può permettere di arrivare a pochi giorni prima del periodo di consumo per decidere se entrare in delivery con una porzione di volume a prezzo variabile o meno. Attenzione però a una piccola accortezza.
Al di là della maggior volatilità che si riscontra nei prezzi poco prima della delivery, è bene verificare non solo la disponibilità del fornitore per un fixing dell’ultimo minuto (l’alternativa alla scelta di non fare l’ultimo fixing, non si sa mai!) ma anche la liquidità del mercato. Periodi festivi come la fine di dicembre spesso inibiscono la possibilità del fornitore di offrire un prezzo conveniente per un fixing a causa della bassissima liquidità del mercato che comporta costi maggiori di operatività e quindi può venir meno la serenità con la quale sarebbe bene compiere questa scelta.
Per quanto la possibilità di risparmio possa essere estremamente interessante, dobbiamo ricordarci che le dinamiche dei prezzi spot possono essere difficili da prevedere con molto anticipo e un caldo improvviso, un freddo particolarmente pungente, scarsa produzione rinnovabile e altri fattori possono mordere i prezzi spot provocando swing di prezzo anche piuttosto importanti.
Questo è un rischio maggiore quando contrattualmente un fixing può esser richiesto solo su un periodo di tre mesi (quarters). Decidere se rimanere esposti ai prezzi del mercato spot per tre mesi consecutivi (nei quali può potenzialmente succedere qualunque cosa, da un lockdown che fa crollare i prezzi a un problema ad un tubo di gas che li fa impennare) è decisamente diverso dal compiere la stessa scelta per un unico mese alla volta.
In ogni caso, una buona view del mercato, unita alla capacità di valutare il potenziale impatto economico della scelta, sono il mix perfetto per compiere le scelte di ottimizzazione. Tutto sta alla propensione al rischio e agli obiettivi dell’ottimizzazione del singolo cliente e non esiste un metodo valido universalmente per compiere questo tipo di scelte. Anche perché se è vero che chi non risica non rosica, è anche vero che a volte è preferibile perdere una opportunità di risparmio piuttosto che esporsi a rischi che non si è certi di poter o voler sopportare.
Semplificare il monitoraggio dei prezzi del mercato dell’energia e le previsioni sugli andamenti futuri è fondamentale per ottimizzare la gestione del proprio contratto, o di...
Leggi di più >Semplificare il monitoraggio dei prezzi del mercato dell’energia e le previsioni sugli andamenti futuri è fondamentale per ottimizzare la gestione del proprio contratto, o di quello dei propri clienti.
Probabilmente sai già che tenere sotto controllo i prezzi e le previsioni è un’attività molto importante per qualsiasi attore del settore dell’energia B2B, poiché è sulla base di queste che gli operatori agiscono sul mercato, vendendo o comprando energia.
Abbiamo già affrontato questo tema, ad esempio approfondendo come funzionano le analisi o i modelli che vengono utilizzati dagli operatori , oppure evidenziando la differenza tra previsioni e fotografie dei prezzi di mercato.
Tuttavia, è importante tenere a mente che non si tratta di mansioni necessariamente alla portata di tutti: il tempo e le risorse imprescindibili per il monitoraggio, per la considerazione dei vari driver che possono influenzare l’andamento dei costi dell’energia, l’analisi di pattern che si ripetono ciclicamente -basti pensare al variare dei prezzi di gas&power al variare delle stagioni- sono moltissimi.
Ciò significa che non si tratta di una pratica alla portata di tutti; chi può permettersi di allocare risorse umane e finanziarie nell’analisi dei mercati è chiaramente avvantaggiato.
Questo è vero specialmente per i contratti a prezzo variabile con possibilità di fixing. Controllare costantemente l’andamento dei prezzi di gas&power permette di agire nel momento di discesa dei prezzi, fissando una parte della fornitura di energia nel momento più conveniente e avendo la possibilità di ottenere significativi risparmi sulla bolletta.
Questo principio è valido sia per chi gestisce i contratti energetici dei propri clienti, sia per i business che desiderano ottimizzare i propri contratti di fornitura.
Nonostante il prezzo variabile con possibilità di fixing comporti dei rischi in più rispetto al fisso, infatti, le possibilità di risparmio sono decisamente alte, a patto che si sappia cosa si sta facendo.
Infatti, effettuare dei fixing significa:
“[…] fissare il prezzo di una parte dei volumi o dell’intero profilo di consumo, previsto in un determinato periodo futuro alle condizioni economiche del mercato in quel momento. In questo modo il fixing consente al consumatore di trasformare un contratto a prezzo indicizzato in un contratto a prezzo fisso (in toto o in parte), eliminando il rischio di una salita dei prezzi ed il conseguente aumento dei costi di fornitura. »
In ogni caso, è bene rimanere al corrente sui cambiamenti di prezzo dell’energia anche in caso di contratto a prezzo fisso; infatti, nel momento di sottoscrizione della fornitura si sceglie il prezzo che si pagherà per l’intera durata del contratto sulla base del prezzo che c’è in quel momento.
Nel caso in cui il contratto venga firmato in concomitanza a un movimento rialzista e poco dopo i prezzi dovessero iniziare a calare, l’unica opzione sarebbe quella di aspettare una nuova sottoscrizione.
Capire il mercato energetico significa saperlo analizzare, per poter cogliere al meglio le opportunità del presente, e prepararsi per quelle future.
Per fare questo è necessario considerare, oltre al contesto macro-economico, anche tutti gli elementi che influenzano la domanda e l’offerta; parliamo in questo caso dei driver fondamentali, aspetti che impattano il sistema di domanda e offerta del mercato dell’energia. Inoltre, è da tenere a mente l’esistenza di elementi che possono avere un impatto psicologico sul mercato, cioè eventi che possono provocare reazioni sui mercati, influenzando gli operatori. Infine, un buon analista ha a disposizione anche l’esperienza dalla sua parte; le dinamiche di mercato passate possono infatti fornire utili indicazioni circa gli andamenti futuri.
Di fronte ad un numero così grande di variabili, è chiaro come realizzare uno scenario dei prezzi futuri affidabile non sia poi così semplice. Bisogna anche pensare al fatto che uno scenario come si deve debba aggiornarsi al cambiare delle condizioni che lo determinano, quindi è richiesto un costante lavoro di analisi degli scenari per poi reagire di conseguenza.
Ciò significa che, per poter svolgere queste attività in maniera utile, è necessario disporre di risorse in grado di dedicare tempo e sforzi all’analisi di mercato, oppure affidarsi ad enti esterni.
Esiste un modo per ottimizzare i propri contratti di fornitura, o quelli dei clienti B2B, democratizzando un servizio che non è alla portata di tutti nello stesso modo?
Il primo punto è trovare previsioni affidabili, possibilmente realizzate da parte di chi può vantare esperienza sui mercati. YEM optimization si avvale delle analisi di mercato del partner REF-E, che tramite il suo Osservatorio realizza previsioni sull’andamento dei prezzi forward.
Come detto prima però, le previsioni da sole non bastano. Per questo motivo YEM optimization si avvale di algoritmi in grado di individuare i minimi storici e di consigliare in maniera accurata e sempre aggiornata quando e quali fixing effettuare, sulla base dei trend di mercato combinati alle esigenze di ogni contratto.
I dati di REF-E sono elaborati in tempo reale, e grazie all’aiuto di modelli matematici in grado di simulare le dinamiche degli andamenti di prezzo dei mercati si può recepire in pochissimo tempo anche l’impatto di avvenimenti imprevisti come la pandemia globale o il blocco del Canale di Suez.
Uno dei maggiori vantaggi di questo strumento per la gestione dei contratti di energia B2B rimane la democratizzazione di un servizio, come quello del monitoraggio e analisi del mercato e delle previsioni future; l’intelligenza artificiale permette di usufruire di modelli previsionali e expertise che prima non erano alla portata di tutti.
Che cos’è la stagionalità? La stagionalità è un fenomeno, spesso di origine climatica o metereologica, che causa delle dinamiche ricorrenti e riconoscibili di alterazione della...
Leggi di più >La stagionalità è un fenomeno, spesso di origine climatica o metereologica, che causa delle dinamiche ricorrenti e riconoscibili di alterazione della domanda o dell’offerta di un bene, con conseguente aumento o diminuzione dei prezzi.
Il fattore più importante della stagionalità è la ciclicità con la quale si ripete un determinato disequilibrio fra domanda e offerta, che si traduce in variazioni di prezzo tendenzialmente prevedibili.
Facendo un esempio tipico della nostra vita quotidiana, sappiamo che acquistare della frutta estiva fuori stagione solitamente ha un prezzo maggiore perché la disponibilità è minore, mentre acquistarla in estate costa meno perché vi è abbondanza di offerta.
Se ciò che è prevedibile è (solitamente) l’andamento dei prezzi dovuto alla stagionalità, ciò che non è prevedibile è l’ampiezza di questo movimento o se la stagionalità avrà un effetto più marcato o più contenuto. In anni in cui c’è poco sole/troppa pioggia o altri elementi che si discostano dalla normalità, l’offerta di frutta estiva può essere inferiore ed i prezzi più alti del solito o viceversa, annate particolarmente abbondanti tendono a far scendere maggiormente i prezzi.
La ciclicità e prevedibilità di un evento stagionale, dunque, può soffrire di alterazioni dovute a elementi anomali che compromettono la possibilità di prevedere l’effettivo andamento dei prezzi.
Intuitivamente, è chiaro come la stagionalità sia un elemento piuttosto comune nella vita di tutti i giorni, ma quando si tratta di gas naturale ed energia elettrica le dinamiche stagionali possono essere meno immediate e soffrire di elementi alteranti che ne compromettono la tipicità.
Il gas naturale, in particolar modo in Italia e in Europa, ma più in generale nel mondo, è soggetto a dinamiche di stagionalità tipiche dell’utilizzo che se ne fa per il riscaldamento. In inverno, quando fa freddo, la domanda di gas normalmente aumenta per consentire di mantenere caldi gli ambienti in cui viviamo, lavoriamo, mangiamo ecc.
Il gas viene dunque maggiormente richiesto, si preleva il gas immagazzinato negli stoccaggi e prezzi sono tendenzialmente più alti rispetto all’estate.
Durante l’estate infatti, quando il riscaldamento non è necessario e la domanda è sensibilmente minore, i prezzi sono normalmente più bassi e il gas viene acquistato per riempire gli stoccaggi e ricostituire le scorte da utilizzare nel periodo freddo.
La curva dei prezzi forward, normalmente, riflette queste dinamiche stagionali ed è possibile descrivere una “stagionalità teorica” che indica i rapporti di prezzo che dovrebbero esserci fra i diversi trimestri dell’anno in assenza di altri eventi fondamentali che alterarino gli equilibri fra domanda e offerta.
Il Q1 è tendenzialmente il trimestre più caro, proprio a causa del picco termico che aumenta la domanda di gas per riscaldamento civile. Nei trimestri estivi normalmente i prezzi sono più bassi rispetto all’inverno e piuttosto simili fra loro: nel Q2 le temperature primaverili provocano una diminuzione importante della domanda di gas per uso civile non compensata dalla domanda per iniezione in stoccaggio, che raggiunge il suo picco proprio nel Q2.
Nel Q3 la flessione nella domanda per iniezione in stoccaggio viene bilanciata dalla maggiore domanda di gas per uso termoelettrico a causa della necessità di raffrescamento causata dalle temperature estive. Infine, nel Q4, quando inizia l’inverno, la domanda di gas per riscaldamento provoca l’aumento dei prezzi che vede poi il suo picco, come appena detto, nel Q1.
L'andamento dei quarters sulla stagionalità per il gas
Questa “stagionalità teorica” dei prezzi del gas può però esser amplificata o, viceversa, totalmente sfalsata, da fattori terzi che intervengono in maniera anomala a modificare l’assetto della domanda o dell’offerta. Ad esempio un inverno estremamente mite, in cui la domanda di gas è inferiore rispetto al solito, può terminare con dei livelli di gas in stoccaggio ampiamente maggiori del previsto (è successo nel 2019), provocando così una diminuzione molto marcata dei prezzi nel periodo estivo dovuta alla domanda per iniezione in stoccaggio inferiore rispetto al normale.
Viceversa, in questo turbolento 2021, la stagionalità tipica dei prezzi del gas è stata completamente stravolta e annullata da fattori contingenti. Stoccaggi molto bassi al termine dell’inverno, freddo persistente in primavera e domanda asiatica estremamente alta sono solo alcuni degli elementi che hanno supportato i prezzi, che sono costantemente saliti nel corso di tutto l’anno raggiungendo livelli di prezzo mai visti in precedenza.
L’energia elettrica, diversamente dal gas naturale, ha una stagionalità che dipende strettamente dal Paese considerato e dal mix energetico che lo caratterizza.
In Italia, dove il gas naturale copre più del 40% del mix energetico, i prezzi dell’energia elettrica tendono a seguire la stagionalità tipica del gas, ma con l’aumentare della produzione elettrica da fonti rinnovabili, una quota sempre maggiore di fattori metereologici entra in gioco nella stagionalità elettrica, contribuendo a modificare nel tempo i pattern ricorrenti dei prezzi dovuti al solo legame con il gas naturale.
Inoltre, anche la prossimità con Paesi con dinamiche di prezzo differenti contribuisce a impattare sui prezzi locali, rendendo l’identificazione di una stagionalità piuttosto complicato.
Volendo parlare della “stagionalità teorica”, come abbiamo appena fatto per il gas naturale, si può dire che il prezzo power in Italia replichi piuttosto fedelmente la stagionalità del gas naturale, con qualche differenza.
Nel Q1, periodo più freddo dell’anno, a causa dei prezzi del gas ai “massimi stagionali”, produrre energia elettrica con termoelettrico costa di più. Per questo motivo anche per il power il Q1 dovrebbe essere il trimestre in cui i prezzi sono più alti all’interno dell’anno. Nel Q2, al minor costo del gas va ad aggiungersi la produzione idroelettrica dovuta allo scioglimento delle nevi, il cosiddetto Run Of River, che a dipendenza dell’abbondanza o meno, può prolungarsi da aprile fino a inizio/metà di luglio. Per questo motivo il Q2 dovrebbe essere il trimestre in cui i prezzi elettrici sono i più bassi nell’anno, seguito poi dal Q3. Nei mesi estivi, però, le alte temperature provocano una domanda aggiuntiva di energia elettrica per raffrescamento e per questo motivo i prezzi sono un po' più alti rispetto al Q2.
Il Q4, infine, segue da vicino i maggiori prezzi del gas che comportano costi più alti per la produzione termoelettrica e di conseguenza l’aumento dei prezzi del power.
Il Q4, infine, segue da vicino i maggiori prezzi del gas che comportano costi più alti per la produzione termoelettrica e di conseguenza l’aumento dei prezzi del power.
L'andamento dei quarters sulla stagionalità per il power
In generale, è necessario comprendere la stagionalità dei mercati per poterne prevedere l’andamento anche se sempre più spesso situazioni contingenti stravolgono l’equilibrio e dunque le proporzioni di prezzo “teoriche” di cui abbiamo parlato. Per questo motivo seguire attentamente il mercato e monitorarne i fondamentali è imprescindibile se si vuole ottimizzare la propria fornitura di gas o energia elettrica.
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