Da tempo ormai sentiamo parlare dei titoli di emissione di CO2 (EUA) in riferimento ai mercati europei di energia elettrica e gas naturale. Da inizio febbraio, in particolare, la CO2 ha fatto parlare di sé a causa di una esplosione delle quotazioni, che hanno superato più volte i 40...
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Sprint della CO2, come è arrivata a quota 40 €/t in tempi record?
Da tempo ormai sentiamo parlare dei titoli di emissione di CO2 (EUA) in riferimento ai mercati europei di energia elettrica e gas naturale. Da inizio febbraio, in particolare, la CO2 ha fatto parlare di sé a causa di una esplosione delle quotazioni, che hanno superato più volte i 40 €/tonnellata.
I prezzi della CO2 sono improvvisamente arrivati oltre la quota dei 40 €/tonnellata. Cosa sta succedendo e perchè?
Come impattano le news regolatorie e le politiche sul tema della CO2
Come avevamo anticipato nell’articolo "2021 CO2, i prezzi saliranno? ", già dall’inizio del 2021 ci si aspettava un certo fervore sul tema della CO2.
L’Unione Europea ha deciso di aumentare il target di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030, passando da un obiettivo iniziale di -40% rispetto alle emissioni del 1990 ad un nuovo target del -55%, ufficializzato a fine anno scorso.
Questa ulteriore spinta verso la riduzione delle emissioni, nell’aria dall’estate scorsa, ha dato un nuovo impulso alle quotazioni delle EUA (Permessi di emissione di CO2), strumento principale della lotta alle emissioni in Europa.
Il sistema ETS, inoltre, da quest’anno è entrato nella cosiddetta fase 4, ovvero un periodo nel quale viene ridotto sia il tetto massimo di emissioni annuali sia la quantità di titoli di emissione gratuiti a disposizione dei Paesi europei.
Grazie al meccanismo di Market Stability Reserve (MSR), attivo dal 2019, viene ridotta progressivamente l’offerta di titoli sul mercato per consentire un miglior equilibrio di domanda e offerta. Insomma, dal punto di vista regolatorio e politico, un rialzo dei prezzi della CO2 era uno degli obiettivi dichiarati da tempo.
Maggiore è il costo dei permessi di emissione, maggiore è la spinta, da un lato, verso la dismissione delle centrali elettriche inquinanti (soprattutto il carbone) a favore di energie rinnovabili e centrali a gas naturale, dall’altro verso un generale efficientamento e rinnovamento dei processi produttivi del tessuto industriale europeo.
Qual'è il legame tra la finanziarizzazione della CO2 e la speculazione?
Negli ultimi 4 anni, con l’aumentare dei prezzi della CO2 (nel 2017 i titoli di emissione difficilmente avevano un prezzo al di sopra dei 10 €/tonnellata) l’interesse di banche, istituti finanziari e fondi di investimento per il mercato della CO2 è andato aumentando, poiché se da un lato in un’ottica di lungo periodo il tema della riduzione delle emissioni offre delle ottime prospettive di investimento, dall’altro i tassi negativi sui capitali hanno incentivato la ricerca di opportunità di rendimento alternative.
Il risultato è stato un massiccio aumento dei capitali sul mercato dei prodotti futures sulla CO2 (quasi 10 volte maggiori nel 2020 rispetto al 2017), mercato che è passato dall’essere utilizzato dagli operatori del settore energetico per le coperture degli acquisti di titoli fisici, all’essere un mercato finanziario speculativo, in cui banche, ETF e fondi impiegano capitali importanti e negoziano volumi consistenti.
Cosa è prevedibile e cosa no nel mercato della CO2?
Un aumento dei prezzi era prevedibile? Sì, i fondamentali del mercato della CO2 mostravano chiaramente che il target dei 40 €/tonnellata era ormai in focus nel corso dell’anno 2021.
Era prevedibile che si arrivasse ai 40 €/tonnellata già a inizio febbraio? Probabilmente no. Fra i fattori bullish di quest’ultima parte dell’inverno, sicuramente le basse temperature (il cosiddetto picco termico) hanno contribuito ad aumentare la domanda di gas ed energia elettrica, con conseguente aumento della domanda di titoli di emissione.
Il prezzo della CO2 si muoveva da inizio gennaio in una banda di oscillazione fra i 31 e i 35 €/MWh e gli operatori probabilmente si aspettavano che nel breve termine il freddo e la maggior domanda portassero i prezzi verso l’area 35-36 €/tonnellata.
Il raggiungimento dei 40 €/tonnellata, invece, è stato un movimento repentino e improvviso, causato da elementi speculativi che poco hanno a che vedere con i fondamentali di breve termine del mercato.
A inizio febbraio (il 2), ha fatto scalpore un articolo di Bloomberg (Andurand Sees Carbon Tripling as Funds Turn Bullish on Pollution) in cui si dichiarava che alcuni Hedge Fund avessero un target di prezzo per la CO2 a 100 €/tonnellata entro la fine dell’anno (il giorno stesso il prezzo del future della CO2 è passato dai quasi 33 ai 35 €/tonnellata). Il giorno dopo, il prezzo della CO2 in asta primaria (titoli fisici dunque) è arrivato a 38 €/tonnellata e solo una settimana dopo la CO2 ha sforato il tetto dei 40 €/tonnellata. Questo movimento violento sembra dunque non esser stato originato da una situazione fondamentale quanto da una forte presa di posizione di tipo speculativo.
Cosa succederà adesso nel mercato della CO2?
La velocità e la natura del rialzo potrebbero, nel breve termine, non consentire ai prezzi di mantenersi al di sopra dei 40 €/tonnellata, ma il mood generale nel medio termine vede un’azione congiunta di elementi fondamentali e di speculazione che difficilmente consentirà ai prezzi di tornare ai valori visti l’anno scorso.
Effettivamente, gli ambiziosi obiettivi europei per il taglio delle emissioni potranno esser raggiunti solo con dei costi di emissione molto alti, che incentivino gli investimenti in rinnovabili e in tecnologie più green.
Nonostante le ottime intenzioni però, di fatto, il costo della CO2 si riverbera nel costo dell’energia elettrica, tutt’ora in buona parte prodotta da combustibili fossili in molti paesi dell’Unione Europea, e nelle filiere produttive di tutta Europa.
L'Unione Europea, per questo motivo, dovrà essere particolarmente attenta nel calibrare correttamente il bilanciamento fra l’incisività delle misure di riduzione dei gas serra ed il rischio di rilocazione delle industrie, energivore e non, che vedono la propria competitività internazionale messa a dura prova dai costi di annullamento della CO2.
Checklist per una richiesta di offerta energetica efficace
Facciamo finta che stai per mettere insieme i pezzi di un puzzle, ti serve guardare una foto completa del risultato finale, che ti consenta di avere un punto di riferimento. Altrimenti ci metterai più tempo a finire. Frugherai alla ceca tra tutti i pezzi trovando con difficoltà le combinazioni...
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Facciamo finta che stai per mettere insieme i pezzi di un puzzle, ti serve guardare una foto completa del risultato finale, che ti consenta di avere un punto di riferimento. Altrimenti ci metterai più tempo a finire. Frugherai alla ceca tra tutti i pezzi trovando con difficoltà le combinazioni giuste.
Certo controllare di avere tutto l’occorrente per avviare una RdO (Richiesta di Offerta) energetica non è esattamente la stessa cosa. C’è un livello di difficoltà differente fra le due attività. Ma come forse avrai già sentito, l’obiettivo di YEM è quello di semplificare la complessità. In questo articolo troverai una checklist contenente tutta la documentazione da inviare al fornitore prima dell’avvio di una RdO. Vedrai non è poi così differente dal comporre un puzzle. Ogni pezzo con armonia si incastra con l'altro.
Prima di iniziare devi fare delle scelte!
Prima di iniziare devi fare delle scelte, per esempio se devi iniziare a mettere insieme i pezzi che compongono una piramide, da dove inizi, dalla base o dalla cima? Alla base di una Richiesta di Offerta energetica, cosa c'è? Un contratto a prezzo indicizzato con fixing o un contratto a prezzo fisso? Non aver chiare le differenze fra le due modalità contrattuali è un grave errore a cui poi potresti non porre rimedio nel caso in cui facessi la scelta sbagliata. Prima di pensare se scegliere un contratto a prezzo fisso o un contratto a prezzo variabile, pensa a quali sono le esigenze aziendali, qual’è il livello di rischio a cui puoi esporti? Hai le expertise per gestire un contratto a prezzo variabile? Inoltre pensa se puoi o non puoi fornire una garanzia fideiussoria. Che tu scelga prezzo fisso o indicizzato, sappi che i fornitori potrebbero decidere di non proporti nessuna offerta, oppure aumentare il prezzo della fornitura tenendo conto della presenza o meno di una fideiussione.
Cosa devi avere prima di avviare una RdO?
Stai per iniziare a comporre un puzzle, spargi da una parte tutti i pezzi che hai a disposizione, poi con calma mettili in ordine e cerca i giusti incastri. Non farti prendere dalla fretta. Sia per il puzzle che per la RdO occorre calma.
Numero di siti di consegna
Come avevamo scritto nell’articolo “Sei errori da evitare in fase di gara”, per non sbagliare è necessario comunicare il numero esatto di siti al fornitore. Inoltre bisogna considerare che c’è una distinzione tra monosito (un solo sito) e multi-sito (più di un sito). Nel secondo caso, ricordati che non tutti i siti hanno lo stesso fabbisogno di energia. Quindi è necessario identificare le caratteristiche di ciascun sito per firmare un contratto in linea con le esigenze aziendali.
Consumo annuale
Per quanto riguarda il gas, si tratta del volume totale consumato nell’arco di un anno espresso in standard metri cubi (smc) per il gas e in MegaWhatt orari (MWh) per l’energia elettrica. E’ consigliabile per essere più precisi fornire la somma degli ultimi 12 mesi basati sul consumo effettivo. Questi dati possono essere reperiti dalle fatture.
Profilo di consumo
Il profilo di consumo dipende dall’attività e dal modo in cui consumi l’energia. Il profilo è incluso nel calcolo del costo dell’energia, sia gas che power. Più sarà preciso, più l’offerta sarà in linea con l’esigenze aziendali. Caso contrario in mancanza di dati sufficienti il fornitore aumenterà il prezzo. Per il gas va fornito il consumo giornaliero, per l’energia elettrica quello orario, se possibile il consumo per quarto d’ora. Questo profilo si deve fare per tutti i siti di consegna.
Attività svolta nello stabilimento
L'attività svolta nello stabilimento corrisponde al punto di consegna ed è molto importante fornirla in assenza del profilo di consumo dettagliato. A seconda dell'attività il fornitore si farà un'idea di quanto e quando consumi nell'arco di una settimana o giornata.
Prospettiva di crescita
Nel caso in cui ci fosse un’evoluzione del consumo energetico nei mesi a venire, per esempio legata ad una crescita dell’attività, diventa molto importante condividere questa informazione con i fornitori durante il bando di gara. In modo da integrare questi dati con le offerte che saranno più congrue con la realtà.
La cabina REMI, PDR e POD
La cabina REMI, il PDR e il POD sono codici fondamentali per il fornitore, per far si che l'energia acquistata arrivi a destinazione.
- La cabina REMI (Regolazione e Misura) corrisponde al Punto di Consegna del gas (PdC).
- Il PDR è il codice che identifica l’utenza del gas. Acronimo di punto di riconsegna.
- Il codice POD, indica il punto di prelievo dell'energia elettrica.
Data inizio della fornitura
La data d’inizio della fornitura per il prossimo contratto è un momento cruciale. Devi assicurarti di non avere “buchi” nell’approvvigionamento e anche di non far sovrapporre consegne di energia.
Tensione e potenza
Per l'energia elettrica è importante anche la tensione. Per ogni punto di consegna abbiamo una ed una sola tensione.
- bassa tensione (BT)
- media tensione (MT)
- alta tensione (AT)
- altissima tensione (AAT)
Si tratta di un'informazione necessaria perché i siti non vengono gestiti allo stesso modo (regolamenti diversi e flessibilità diversa).
L'immagine del puzzle sta prendendo forma? Puoi avviare una RdO!
Ti sei accertato di possedere tutti i documenti opportuni? Adesso il puzzle che stavi facendo sta prendendo forma. Ora puoi avviare una RdO, ed iniziare a pensare ai passi successivi. Per avere una guida su tutti gli step necessari per preparare una RdO efficace, scarica gratis il volume I del nostro E-Book.
Analisi di mercato: quali elementi considerare per prevedere l’andamento dei prezzi?
Capire il mercato, prevedere l’andamento del prezzo, intuire come evolverà la situazione e anticipare i movimenti. Queste attività, croce e delizia di ogni trader o analista, sono diventate importantissime anche per i clienti che consumano energia elettrica o gas in grandi quantità e che devono...
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Capire il mercato, prevedere l’andamento del prezzo, intuire come evolverà la situazione e anticipare i movimenti. Queste attività, croce e delizia di ogni trader o analista, sono diventate importantissime anche per i clienti che consumano energia elettrica o gas in grandi quantità e che devono decidere un fixing o valutare una nuova fornitura. Ma come funzionano le analisi o i modelli che vengono utilizzati dagli operatori per capire come potrebbe muoversi il mercato?
Dimmi che analisi fai e ti dirò chi sei
Esistono diverse tipologie di analisi che possono essere utilizzate per cercare di anticipare i movimenti dei prezzi e trarre un beneficio economico dall’andamento dei prezzi.
Le analisi, si sa, sono un po' come l’abbigliamento: ciascuno si sente a suo agio vestendo un outfit diverso, ma lo scopo del vestirsi resta il medesimo, ovvero coprirsi.
Ecco, allo stesso modo, ciascun trader, analista o operatore lavora e si focalizza su un determinato tipo di analisi che gli è più congeniale e l’obiettivo rimane lo stesso, ovvero, in questo caso, anticipare un movimento di mercato, capire cosa succederà e muoversi di conseguenza.
Fra le diverse tipologie di analisi possibili, sicuramente tutti hanno sentito parlare dell’analisi tecnica e dell’analisi fondamentale.
Analisi tecnica
L’analisi tecnica è una metodologia di analisi che cerca di intuire i movimenti futuri del mercato andando a ricercare graficamente dei pattern, ovvero degli schemi tipici, e dei livelli di prezzo che “incanalino” il movimento di mercato attuale all’interno di figure ricorrenti. Ad esempio, se il prezzo della CO2 oscilla all’interno di un “canale” fra un minimo e di un massimo, con l’analisi tecnica ci si aspetta che in concomitanza con il raggiungimento del massimo, il prezzo torni giù, mentre vicino al minimo rimbalzo nuovamente in su.
L’analisi tecnica è una metodologia di analisi derivata dai mercati finanziari e viene utilizzata soprattutto sui mercati molto liquidi, come ad esempio la CO2. Ultimamente sta trovando spazio anche nei mercati di energia elettrica e gas, ma più come supporto dell’analisi fondamentale che come metodo di previsione dei prezzi a sé stante.
Analisi fondamentale
L’analisi fondamentale, molto più diffusa per i mercati di energia elettrica e gas, è invece basata sullo studio dei driver, appunto, fondamentali, ovvero i fattori che hanno un impatto sullo stato generale del sistema di domanda/offerta e che dunque hanno un impatto diretto sui movimenti dei prezzi.
Il bilanciamento fra domanda e offerta è il meccanismo alla base della formazione dei prezzi. Ad esempio, se è previsto che nel corso del prossimo mese le navi di LNG in arrivo in Europa saranno pochissime rispetto al normale, assumendo che la domanda di gas naturale rimanga invariata, è facile intuire che una minor offerta di gas provocherà un aumento dei prezzi.
Fare analisi fondamentale, dunque, significa valutare l’impatto di tutti gli elementi della domanda e dell’offerta, cercando di prevedere se l’equilibrio sia possibile agli attuali livelli di prezzo o se la bilancia debba invece pendere maggiormente verso un aumento dei prezzi (scarsità di offerta o aumento della domanda di materia prima) o verso una diminuzione (abbondanza di offerta della materia prima o diminuzione della domanda).
Spesso la sola analisi dei fondamentali non è del tutto sufficiente per ottenere una view, perché affinchè sia possibile stimare l’impatto sui prezzi è necessario che gli operatori valutino anche quali sono gli eventuali elementi psicologici che possono provocare delle reazioni sui mercati e qual è il contesto macroeconomico in cui il mercato si inserisce.
Come funziona un modello per stimare la curva di prezzi attesi
Grazie all’analisi fondamentale è dunque possibile ottenere una view, ovvero uno scenario di previsione degli equilibri futuri di domanda e offerta, che indichi anche un’aspettativa rispetto ai prezzi.
Ma come si passa da una analisi che indica una possibile salita o discesa dei prezzi a dei target di prezzo veri e propri? Come, dunque, si costruisce la curva dei prezzi attesi? Beh, un elemento che può essere di aiuto è il passato.
Osservare come i prezzi hanno reagito in passato ad una situazione di domanda/offerta analoga a quella ipotizzata dalla nostra view consente di ipotizzare di quanto i prezzi potrebbero salire o scendere rispetto ai prezzi attuali. Ad esempio, se in passato un evento di freddo acuto nel mese di febbraio ha provocato un aumento dei prezzi forward fra il 5% e il 7% rispetto al periodo precedente, è possibile utilizzare questa indicazione per quantificare l’aumento atteso qualora si verificasse una condizione analoga in futuro.
Il lavoro degli analisti, insomma, non è affatto semplice e nonostante l’esperienza, la capacità e gli strumenti migliori è possibile che talvolta una view di mercato non si realizzi a causa di eventi imprevisti. Certo è che la costanza e la continua analisi degli elementi fondamentali consente, nel tempo, di conoscere il mercato e imparare ad interpretarlo, cogliendo le occasioni di risparmio o di guadagno e consentendo un miglior approccio alla gestione dell’energia.
Affidabilità finanziaria per i fornitori e conseguenze sui contratti
Della tipologia contrattuale e del risparmio che si può ottenere con una formula a prezzo variabile con fixing abbiamo più volte scritto all’interno di questo blog; oggi, vogliamo parlarvi di come capitalizzare l’affidabilità finanziaria del fornitore scelto. Due temi in apparenza distanti -...
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Della tipologia contrattuale e del risparmio che si può ottenere con una formula a prezzo variabile con fixing abbiamo più volte scritto all’interno di questo blog; oggi, vogliamo parlarvi di come capitalizzare l’affidabilità finanziaria del fornitore scelto.
Due temi in apparenza distanti - affidabilità e risparmio - eppure legati da un corto filo (conduttore): la fiducia!
Supponiamo che un’azienda chieda un’offerta per fornitura energetica annuale a un generico player del settore.
In fase di gara, è d’uso cercare il prezzo più basso, quello che promette un considerevole taglio dei costi rispetto agli anni precedenti. Capita, però - e purtroppo ancora troppo di frequente - che l’Energy manager o l’ufficio acquisti decidano di siglare un contratto solo sul parametro del prezzo.
Questa scelta potrebbe rivelarsi un errore, perché, in assenza di ulteriori informazioni sul fornitore, potrebbe sfuggire la più importante: l’instabilità finanziaria del player. Soprattutto in questo periodo di pandemia, non è raro incappare in un fornitore a rischio fallimento. Ciò può inficiare la fornitura e il bilancio del richiedente. È bene sapere, infatti, che una tale eventualità si ripercuoterebbe drammaticamente sul cliente, generando costi inattesi (legali, legati alla mancata produzione e al nuovo contratto da firmare in estrema urgenza, ecc).
L’affidabilità finanziaria del fornitore, quindi, è un criterio di valutazione nient’affatto secondario.
Ma come valutarla?
La soluzione “YEM Credit score by Cerved" privilegia il rapporto di fiducia fornitore/cliente
YEM, start up italiana ideatrice della piattaforma digitale YEM con i suoi servizi YEM marketplace e YEM opmization ha firmato una partnership con Cerved, noto sul mercato italiano nel campo di rating. In quanto strumento di supporto agli Energy manager e agli Uffici acquisti, la piattaforma consente innanzitutto di lanciare e gestire una gara in pochi click, creando un canale di comunicazione privilegiato tra il cliente e una rosa di fornitori pre-selezionati.
Conscia dell’importanza della solidità finanziaria di un fornitore energetico, YEM ha scelto di garantirla ai propri utenti attraverso una collaborazione con Cerved. Vediamo come.
Reciproche garanzie racchiuse in due singole cifre
La qualità degli attori della piattaforma viene misurata da Cerved in una scala che va da 1 (eccellente, perché il rischio è inesistente) a 8 (qualità insoddisfacente - rischio elevatissimo): questo è lo score YEM Credit score by Cerved. YEM non accetta nel proprio marketplace i fornitori con score superiore al tre, pertanto il contratto del cliente sarà sempre al riparo da rischi elevati o elevatissimi di fallimento.
“Il servizio è nato nel luglio del 2020 - spiega Nicolas Henn, ideatore di YEM - e consente agli utilizzatori del nostro YEM marketplace di avere piena fiducia riguardo all’affidabilità finanziaria di tutti i fornitori presenti sulla piattaforma.
Quando un’utente chiede un’offerta, riceve lo score associato a quel player. Parallelamente, però, YEM invia al fornitore uno score relativo al cliente che sta chiedendo l’offerta. Il controllo è dunque reciproco.
Lo score applicato al cliente si rivela un vero vantaggio a livello di costi: più sarà basso il rischio associato al richiedente, infatti, tanto più il fornitore si sentirà rassicurato e propenso ad applicare uno sconto alla fornitura”.
Cerved, infatti, assegna anche al futuro cliente uno score e ciò aumenta la capacità di negoziazione delle aziende virtuose in tema di sconto e risparmio.
Grazie a YEM Credit score by Cerved, però, anche le aziende con score superiore al tre (quindi con instabilità finanziaria moderata o massima) possono migliorare la propria posizione: YEM suggerisce loro di ricorrere a una fideiussione. Questa soluzione accresce la fiducia del fornitore, che sarà più tranquillo nel proporre la sua migliore offerta.
Come nasce lo YEM credit score by Cerved
Cerved ha elaborato i dati relativi alle tipologie d’azienda, alle zone d’Italia nelle quali operano, alle congiunture e agli habitat economici, in modo da ottenere vere e proprie funzioni matematiche.
La procedura data-driven di Cerved coniuga le funzioni matematiche a qualche parametro peculiare dell’azienda che cerca la fornitura: la sintesi è proprio lo score.
Grazie a YEM Credit score by Cerved, quindi, fare previsioni sui prezzi energia è più semplice. Clienti e fornitori sono garantiti, il livello di reciproca fiducia è massimo e i prezzi delle forniture sono sgravati da ogni possibile una tantum o tariffa precauzionale generalmente pretesa in assenza di conferme di affidabilità.
La soluzione per un energy management smart
La “smart energy" è una filosofia: è la conquista di chi guarda lontano, cogliendo le opportunità del presente. Gestire il contratto di fornitura energetica per un’azienda, infatti, richiede un grosso impegno da parte dell’Energy Manager. Gli obiettivi sono chiari: -il taglio dei costi in...
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La “smart energy" è una filosofia: è la conquista di chi guarda lontano, cogliendo le opportunità del presente.
Gestire il contratto di fornitura energetica per un’azienda, infatti, richiede un grosso impegno da parte dell’Energy Manager. Gli obiettivi sono chiari:
-il taglio dei costi in bolletta, come richiesto dal budget;
-un contratto su misura;
-un fornitore finanziariamente solido, affidabile in termini di servizi e possibilmente green;
-un metodo efficace per seguire il mercato e cogliere le migliori opportunità di risparmio
Quel che non è ancora chiaro, in certi casi, è che la procedura per arrivare a questi risultati non è più quella di una volta. Ottimizzare la ricerca e la gestione del contratto di fornitura energetica in maniera attuale e tecnologica, infatti, dà molti vantaggi.
Ottimizza il tempo e migliora il quotidiano
Da qualche tempo, il signor X, Energy Manager di una media azienda italiana della manifattura, arriva in ufficio sempre più presto. Stamattina sono addirittura le 7.30, ma c’è tanto lavoro da fare. Si fa in fretta a parlare di una nuova fornitura di energia, ma gli aspetti da seguire sono tanti e la giornata lavorativa non basta mai!
Alle 17.00 il signor X riceve una telefonata: “Partitina a tennis tra mezz’ora?”. Un moto d’ira sale dai piedi e infiamma la testa. Controllarsi è difficile, ma l’amico Y non c’entra niente. Un sospiro e X risponde: “Non ce la faccio. Sono troppo preso dal lavoro. Ho una montagna di offerte da confrontare e un budget da compilare”.
Pochi minuti e una notifica illumina lo schermo del telefono del signor X: è Y.
“Ma…una piattaforma digitale no?”
UN ANNO DOPO
Oggi il signor X è arrivato in ufficio alle 9. Alle 10 il titolare dell’azienda lo ha convocato nel suo ufficio: “Complimenti X, non abbiamo mai raggiunto questo livello di risparmio. E mi dicono che il nuovo fornitore ci assiste nel migliore dei modi”.
Il signor X torna soddisfatto alla sua scrivania. Guarda la borsa da tennis e sorride.
La via digitale che porta alla smart energy
Affidarsi a una soluzione digitale ripaga di mille fatiche, permette di raggiungere sempre i migliori risultati e, soprattutto, regala molto tempo. Anzi lo restituisce.
L’Energy Manager che utilizza una piattaforma online evoluta, infatti, delega il proprio lavoro a un’équipe di esperti e recupera molte giornate lavorative, che può dedicare alle altre incombenze della propria mansione e, perché no, alla vita privata.
L’expertise che c’è dietro uno strumento digitale appositamente progettato per la gara e per la gestione del nuovo contratto energetico rende facile e veloce un percorso che altrimenti richiederebbe settimane, se non mesi di lavoro.
Quel che occorre per un’attività che tenda alla smart energy è innanzitutto un marketplace evoluto.
All’Energy Manager interessa individuare un fornitore affidabile, finanziariamente solido, green (perché ormai tutte le aziende sono chiamate a contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione); inoltre è importante che il contratto sia proprio “sartoriale”, scritto specificatamente sul fabbisogno energetico dell’azienda. Ecco, un marketplace avanzato consente di raggiungere tutti gli obiettivi in pochi click. Sulla natura e affidabilità del player individuato in fase di gara non c’è da avere alcun dubbio: gli esperti progettisti del tool preselezionano i fornitori, senza poi mediare sul contratto. Il tool orienta le scelte, il cliente finalizza il contratto direttamente con il fornitore, senza interferenze.
Una piattaforma digitale, inoltre, è in grado di gestire un contratto di fornitura “a prezzo variabile con possibilità di fixing”, opzione che molti Energy Manager escludono a priori. Un contratto di questa tipologia, infatti, richiede conoscenze specifiche sull’andamento del mercato delle materie prime, tecnicismi che spesso richiedono l’intervento di un consulente. D’altra parte, però, la possibilità di fixing consente di cogliere opportunità di risparmio altrimenti escluse in partenza. Il risparmio potrebbe raggiungere vette inesplorate.
Un “ottimizzatore” digitale del contratto, invece, coglie nel segno in poche, veloci attività digitali e qualche notifica all’Energy Manager.
Parlare di smart energy management, quindi, è sempre possibile, se a fianco del professionista dell’energia ci sono una soluzione digitale avanzata e una squadra di esperti sempre a disposizione.
Stoccaggi gas: cosa sono e come aiutano a bilanciare domanda e offerta
Il tema degli stoccaggi e del livello di riempimento di questi ultimi viene sempre citato, in maniera più o meno approfondita, fra i driver fondamentali dei prezzi di mercato del gas europeo ed italiano. Ma cosa sono gli impianti di stoccaggio e perché sono così importanti? Cos’è uno stoccaggio?...
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Il tema degli stoccaggi e del livello di riempimento di questi ultimi viene sempre citato, in maniera più o meno approfondita, fra i driver fondamentali dei prezzi di mercato del gas europeo ed italiano.
Ma cosa sono gli impianti di stoccaggio e perché sono così importanti?
Cos’è uno stoccaggio?
Uno stoccaggio di gas naturale è un deposito ricavato sfruttando strutture geologiche naturali, come siti di produzione di gas ormai esauriti o cavità sotterranee di vario tipo, oppure, più raramente, utilizzando serbatoi metallici costruiti appositamente. All’interno di questi serbatoi, naturali o artificiali, viene immagazzinato il gas naturale prelevato dalla rete di trasporto in attesa di esser successivamente estratto per l’utilizzo.
Tipicamente in estate, quando le temperature sono mediamente elevate e la domanda di gas naturale per uso civile è più bassa, il gas viene iniettato negli stoccaggi. Viceversa, nella stagione invernale, quando il freddo causa un aumento della domanda di gas soprattutto per il riscaldamento civile, il gas viene prelevato dagli stoccaggi per essere utilizzato. Dunque, per il periodo che va dal 1 di aprile al 30 settembre si parla stagione di iniezione o immissione (del gas in stoccaggio), mentre dal 1 di ottobre al 31 di marzo di stagione di prelievo o erogazione.
A cosa serve lo stoccaggio?
Una piccola quota dello spazio di stoccaggio (intorno al 20-25%) viene dedicata alle cosiddette riserve strategiche, ovvero delle quantità di gas che vengono stoccate per far fronte a problematiche importanti relative all’importazione o a crisi del sistema gas nazionale che possono provocare una carenza di materia prima tale da mettere a rischio il paese. Questa quota resta inutilizzata fino al sopravvenire di un evento eccezionalmente importante e che ne giustifichi l’impiego.
La quota rimanente, quella di cui si parla proprio in riferimento ai mercati, viene dedicata all’utilizzo commerciale per la modulazione della domanda. Tendenzialmente gli stoccaggi costituiscono un importantissimo cuscinetto di riserva che consente di soddisfare la maggior domanda invernale e le eventuali fluttuazioni di domanda all’interno della stagione. Sono delle vere e proprie riserve di flessibilità che aiutano a modulare l’offerta di gas disponibile nel sistema, per lo più su base stagionale, ma anche a soddisfare, in alcuni casi, picchi di domanda giornalieri/periodici.
Come incide il livello di riempimento degli stoccaggi sui prezzi?
La domanda di gas destinato all’immissione in stoccaggio è una quota importante della domanda gas dei mesi estivi e consente, nell’arco dei sei mesi, di ripristinare le scorte di gas destinate al consumo durante l’inverno.
Il livello di riempimento degli stoccaggi, dunque, oscilla fra un livello minimo, normalmente raggiunto verso fine marzo, e un livello massimo, che coincide con l’inizio dell’inverno (fine settembre/inizio ottobre).
Durante l’estate, quando i riscaldamenti non sono accesi e dunque la domanda di gas è più bassa, gli operatori acquistano il gas per immetterlo negli stoccaggi. Più sono bassi i prezzi, più gli operatori tendono ad acquistare il gas per rivenderlo durante l’inverno, quando i prezzi sono normalmente più alti.
In Europa, circa il 20-30% del totale di gas utilizzato nel periodo invernale proviene da stoccaggi. Per questo motivo, se il livello di riempimento degli stoccaggi all’inizio dell’inverno è molto alto (come è successo a inizio di ottobre 2019), il sistema gas nei mesi invernali può godere di una relativa abbondanza di materia prima per far fronte ai picchi di domanda causati dal freddo o a una diminuzione delle importazioni e dunque i prezzi tendono ad essere più bassi e rilassati. Viceversa, se il livello di riempimento è inferiore, esiste il rischio che un calo di temperatura importante o un problema di approvvigionamento provochi un aumento di domanda al quale non si riesce a far fronte, con un conseguente rialzo dei prezzi.
La flessibilità data dagli stoccaggi dunque è fondamentale per consentire un adeguato bilanciamento fra domanda e offerta.
Attualità Fornitura energetica
Perché un tool digitale migliora e facilita il lavoro dell'energy manager? 7 buoni motivi
Chiamiamolo, per comodità, “tool per energy manager”. Nelle aziende si usano strumenti per compiere qualsiasi attività, eppure, quando si tratta di affidarsi a un tool digitale, le diffidenze emergono prepotentemente, tanto da oscurare i possibili benefici. Eppure, nel caso dei professionisti...
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Chiamiamolo, per comodità, “tool per energy manager”. Nelle aziende si usano strumenti per compiere qualsiasi attività, eppure, quando si tratta di affidarsi a un tool digitale, le diffidenze emergono prepotentemente, tanto da oscurare i possibili benefici. Eppure, nel caso dei professionisti della gestione energetica, i vantaggi sono tanti e ben evidenti.
La gestione delle forniture energetiche, infatti, dall’individuazione dei bisogni peculiari dell’azienda alla firma di un nuovo contratto, prevede una serie di laboriose e lunghe attività. Questo carico di lavoro, che richiede anche settimane, è sintetizzabile in pochi click sulla tastiera di un pc. A consentirlo potrebbe essere proprio un elaborato strumento digitale con un’interfaccia user-friendly. La scelta di affidarsi a un tool per energy manager potrebbe decretare l’addio alle richieste a fornitori più o meno noti, alle lunghe ore di confronto tra offerte commerciali, ai dubbi sulla modalità contrattuale o sull’affidabilità degli operatori interpellati.
I benefici?
- Un risparmio immediato in ore lavorative;
- Il miglior contratto possibile in termini di taglio dei costi in bolletta e qualità dei servizi.
Gli scettici penseranno che si tratti una ennesima fake news tra le tante che circolano nel web, tuttavia è una attualissima verità, verificabile e resa possibile dall’informatica. Sul mercato esistono soluzioni digitali pratiche, veloci, sicure che, nelle mani giuste danno risultati straordinari in pochissimo tempo. Occorre solo aprirsi con fiducia al digitale.
Reticenza e scarsa competenza digitale, nemici delle soluzioni semplici
L’Italia è 24esima in Europa (su 28) per competitività digitale (vedasi rapporto Desi -Digital Economy and Society Index - della Commissione europea). L’alfabetizzazione digitale e la risoluzione del digital divide, pertanto, hanno conquistato i primi posti nelle agende di Governo, soprattutto in un anno in cui lo smartworking e la didattica a distanza hanno lasciato intravedere tutte le loro potenzialità. Oggi sappiamo che un buon livello di alfabetizzazione digitale del Paese potrebbe cambiare per sempre i paradigmi del lavoro e della scuola, portando vantaggi a tutti. Ma al momento noi italiani abbiamo solo assaporato la gustosa pietanza, non siamo ancora pronti. Non ci mancano le tecnologie, bensì la giusta cultura, la mentalità, che spesso si oppone ancor prima di aver valutato i vantaggi di affidarsi alle soluzioni più attuali. Questo è il motivo per cui In Italia le aziende usano poco gli strumenti disponibili online.
Efficacia ed efficienza dei tool per energy manager
Usare un tool per energy manager permette di:
- risparmiare tempo (che può essere destinato alla gestione delle attività di energy management per aumentare l’efficienza energetica generale dell’impresa);
- trovare la soluzione più adeguata alle proprie esigenze;
- aprirsi a soluzioni/fornitori altrimenti sconosciuti;
- risparmiare sui costi di consulenti esterni.
In conclusione
Ma c’è di più. Oltre a sgravare di tanto il lavoro di ricerca del nuovo fornitore, lo strumento online permette di massimizzare il risparmio attraverso la scelta di un contratto a prezzo variabile e con possibilità di fixing (senza avere competenze da trader). Grazie al tool per energy manager, infatti, è possibile seguire l’andamento del mercato delle materie prime e stipulare un nuovo contratto quando il prezzo dell’energia è più conveniente.
In questo modo l’energy manager potrà comunque inserire nel budget aziendale una cifra per forniture energetiche. Questo costo potrebbe non cambiare, ma se dovesse farlo sarà certamente al ribasso, perché è l’azienda (guidata dal tool per energy manager) a scegliere se e quando fare fixing.
Rimane il nodo del costo, sul quale il management aziendale potrebbe obiettare. L’investimento necessario per i servizi del tool digitale, però, si ammortizza velocemente, perché il risparmio in bolletta sarà ingente sin dal primo nuovo contratto.
6 errori da evitare durante l’avvio di una gara
Il contratto di fornitura energetica della tua azienda sta per terminare? Oppure stai programmando di avviare una gara per una futura fornitura energetica? Adesso ti ritrovi immerso nel mare magnum di tutte le papabili offerte che la moltitudine di attori del mercato dell’energia (più di 500 tra...
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Il contratto di fornitura energetica della tua azienda sta per terminare? Oppure stai programmando di avviare una gara per una futura fornitura energetica?
Adesso ti ritrovi immerso nel mare magnum di tutte le papabili offerte che la moltitudine di attori del mercato dell’energia (più di 500 tra fornitori e rivenditori in Italia) vogliono proporti. Non disperare. Ti sembra forse un momento critico, ma in realtà potresti sfruttare questa situazione a tuo vantaggio.
L’arrivo della maturità del tuo contratto di fornitura energetica, potrebbe essere finalmente l’opportunità di confrontare le varie offerte di energia, per trovare quella più adatta alle esigenze e al budget aziendale. Se stai pianificando di lanciare presto una gara è importante che tu ricordi di non commettere dei gravi errori che ti porterebbero a pagare ingenti spese. Questo articolo nasce da una discussione avvenuta dopo pranzo tra noi del team di comunicazione e Nicolas Henn: il fondatore della startup YEM.
Quasi con ironia si parlava di quali sono le sviste peggiori che si potrebbero commettere. Così abbiamo pensato che avremmo potuto fornire una mini guida, con lo scopo di evitare che i nostri lettori commettano questi errori. Abbiamo deciso di selezionare 6 possibili errori, a nostro avviso quelli da evitare assolutamente.
1 - Non anticipare la fine del contratto
Se stai pianificando di lanciare presto una gara per prima cosa è importante controllare se nel contratto in essere è presente la clausola del tacito rinnovo. In tal caso dovresti inviare una lettera di disdetta al fornitore, entro i termini previsti dalla clausola. Soltanto in questo modo potrai cambiare fornitore tranquillamente.
In caso contrario saresti costretto a pagare delle penali sia al nuovo che al vecchio fornitore.
2 - Chiedere una durata di validità troppo lunga
Se stai per sottoscrivere un contratto a prezzo fisso un’altra trappola da evitare assolutamente è quella di richiedere una durata di validità per l’offerta di energia troppo lunga. La durata di validità è il tempo di cui disponi per accettare un'offerta di energia. Bisogna tenere conto del fatto che più la durata di validità stabilita è lunga, più potrebbe aumentare il prezzo proposto dal fornitore. Così facendo il fornitore può tutelarsi dalle variazioni di mercato. Spesso si tende a cercare di aumentare la durata di validità, per evitare di non avere abbastanza margine di scelta. Se per esempio la durata di validità stabilita iniziasse alle 10 e finisse alle 11, a partire dalle 11 e 1 minuto non si è più nella posizione di accettare qualsiasi offerta di energia.
Nel caso in cui la durata di validità invece, fosse di un giorno il prezzo dell’energia aumenterebbe non di poco. Come ordine di grandezza la durata di validità di un’ora rispetto alla durata di un giorno potrebbe aumentare anche di 50 cent/MWh in più. Forniamo un facile esempio.
Moltiplicando 50 cent/MWh per una fornitura di 10.000 MWh arriveresti a pagare fino a 5.000 euro in più, se la durata di validità per l’offerta fosse non di un’ora ma di un giorno.
3 - Sottovalutare se possiedi un contratto a prezzo fisso o variabile
Come avevamo scritto in uno dei nostri primi articoli: Prezzo fisso o indicizzato? Prima di avviare una RdO è importante essere consapevoli delle differenze tra le varie forme contrattuali. Per essere più chiari possibile ecco delle semplici definizioni:
Prezzo fisso
Ogni MWh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato ad un prezzo fisso, determinato al momento della firma del contratto. E' importante che tu ti ricorda che con la clausola del tacito rinnovo, il contratto a prezzo fisso si trasforma spesso in prezzo variabile senza fixing se non è stata avviata una RdO.
Prezzo indicizzato
Ogni MWh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato ad un prezzo variabile, sulla base delle variazioni di mercato del prezzo di referenza, scelto al momento della firma.
Prezzo indicizzato con fixing
Quando si ha un contratto di fornitura di gas o energia elettrica a prezzo variabile, la società contraente può richiedere il fixing del prezzo al proprio fornitore. Si tratta di fissare il prezzo di una parte dei volumi o dell’intero profilo di consumo, previsto in un determinato periodo futuro alle condizioni economiche del mercato in quel momento. In questo modo il fixing consente al consumatore di trasformare un contratto a prezzo indicizzato in un contratto a prezzo fisso (in toto o in parte), eliminando il rischio di una salita dei prezzi ed il conseguente aumento dei costi di fornitura.
Potrebbe sembrare un errore molto banale, ma purtroppo non è un errore raro. Se per esempio ti rendi conto solo in un secondo momento di aver sottoscritto un contratto di fornitura energetica a prezzo fisso, e realizzi dopo il fatto che ti converrebbe di più un contratto a prezzo variabile, sappi che passare da un’opzione all’altra è quasi impossibile. Oppure si tratta di un opzione particolarmente onerosa. Tieni a mente che i fornitori concedono un alto livello di flessibilità a pochi clienti che acquistano centinaia di GWh.
4 - Sbagliare il numero dei punti di consegna
Ai fornitori non piace l’imprecisione, motivo per cui bisogna fare attenzione nel comunicare l’esatto numero dei punti di consegna dell’energia e la giusta posizione.
Se per esempio ti rendi conto di aver firmato un contratto dove specifichi di possedere 9 punti di consegna e in un secondo momento ti rendi conto di possederne invece 10 puoi stare certo di due fattori:
- L’energia comunque arriverà in tutti i 10 punti di consegna
- Se però hai comunicato solo in un secondo momento di possedere anche un decimo punto di consegna, riceverai anche lì l'energia, ma dopo il pagamento di una penale calcolata sul consumo del decimo sito.
5 - Essere imprecisi nella comunicazione dello storico dei dati di consumo
Non sottovalutare mai l’importanza di fornire dei dati di consumo più attendibili possibile al fornitore. Un’informazione molto importante per il fornitore è quella di disporre dei dati sullo storico dei consumi, che possono essere per esempio il dettaglio giornaliero sul consumo del gas o il dettaglio orario sul consumo dell’energia elettrica. Questo tipo di informazioni vanno fornite per ogni punto di consegna e vanno organizzate per fascia oraria.
Non fornire informazioni precise, significa per il fornitore correre rischi finanziari. Questo tipo di errore per prima cosa avrà un'impatto diretto sul prezzo dell'energia, perché il fornitore applicherà un supplemento. Inoltre, il fornitore perderà fiducia nei tuoi confronti. Non dimenticare mai: più sei preciso, più il fornitore ti può fare un'offerta vantaggiosa.
6 - Pensare sia il prezzo l'unico aspetto che porta al risparmio
È facile pensare che “la proposta commerciale più vantaggiosa sia quella che assicura il maggior risparmio sul prezzo di acquisto”, motivo per cui è facile sbagliare. Per ottenere un risparmio significativo tieni a mente una cosa: il prezzo da solo non basta!
Bisogna valutare anche e soprattutto la qualità dell'offerta di fornitura energetica. Per questo, non dimenticare di valutare i servizi offerti dal fornitore, anche sulla base di:
- chiarezza e trasparenza nella fatturazione.
- Servizio clienti sempre attivo.
- Velocità di risposta per una richiesta d'intervento sul campo.
Per scoprire quali sono altri fattori che incidono sulla qualità di un'offerta di energia, leggi il nostro articolo: Fornitore energia elettrica e gas: scegliere la qualità oltre al prezzo.
Per non sbagliare ricorda: i fornitori non amano le imprecisioni e puoi sempre affidarti al nostro blog.
Abbiamo fornito una lista di errori che avresti potuto commettere durante il lancio di una gara. Ora ci auguriamo di essere stati sufficientemente chiari ed esplicativi, in modo che tu non commetta questi errori. Soprattutto speriamo di essere stati semplici: perché il nostro obiettivo resta sempre quello di semplificare la complessità.
Qual è la situazione del sistema gas europeo a inizio gennaio?
E’ appena terminato un anno particolare e anche su energiaelettrica e gas ci sono stati grandi scossoni. Qual è la situazione del sistema gas europeo a inizio gennaio? Meteo e temperature L’inverno è finalmente arrivato, e con esso è arrivato il freddo e la neve, almeno in buona parte dei...
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E’ appena terminato un anno particolare e anche su energia elettrica e gas ci sono stati grandi scossoni. Qual è la situazione del sistema gas europeo a inizio gennaio?
Meteo e temperature
L’inverno è finalmente arrivato, e con esso è arrivato il freddo e la neve, almeno in buona parte dei paesi del centro Europa.
Le condizioni meteo di questi primi mesi di inverno sono state ben diverse da quelle che hanno caratterizzato l’ultimo trimestre del 2019. Le temperature, infatti, sono state spesso più rigide di quanto mediamente non accada fra novembre e dicembre. Questo ha spinto i consumi di gas sia per uso civile che per uso termoelettrico. Come è tipico del periodo, i prezzi del gas, molto sensibili alle temperature rigide invernali, hanno reagito al rialzo.
Navi LNG
Il freddo è arrivato anche nell’area asiatica ed in particolare in Giappone e Corea del Sud (la cosiddetta area JKM, ovvero Japan and Korean Marker), paesi che utilizzano il gas naturale come primaria fonte per il riscaldamento civile. Poiché la domanda asiatica di gas (e di conseguenza il prezzo del gas) è aumentata sensibilmente a causa di temperature più basse rispetto alla normale stagionale, le navi di LNG, soprattutto provenienti dal Nord America, sono state dirottate verso l’area JKM, massimizzando i margini dei venditori e diminuendo l’afflusso di LNG in Europa, dove i prezzi sono saliti di conseguenza. In Europa, a dicembre, le navi in discarica sono state circa la metà delle navi arrivate nel dicembre 2019.
Stoccaggi
Proprio a causa delle temperature rigide, il gas stoccato durante l’estate è stato abbondantemente utilizzato durante l’ultimo trimestre del 2020, al punto che il livello di riempimento degli stoccaggi a fine dicembre è inferiore rispetto all’anno scorso (va però ricordato che il 2019 è stato un anno eccezionale in quanto ad abbondanza di gas in stoccaggio). Per quanto, dunque, le riserve siano state utilizzate nel corso di novembre e dicembre, i livelli di riempimento degli stoccaggi restano in linea con i valori normali del 2017 e 2018.
Import
I livelli di import europeo via pipeline sono nella norma; su questo fronte una novità, per quanto riguarda l’Italia, è la messa in esercizio del TAP, un tubo che porta il gas dall’ Azerbaijan alla Puglia, passando da Turchia, Grecia, Albania e attraversando il mar Adriatico. Grazie a questo, si è ridotto il premio che il gas italiano ha sempre avuto rispetto agli altri hub europei (es TTF), diminuendo dunque lo spread e avvicinando il PSV ai mercati più competitivi dell’Europa centrale.
Cosa possiamo aspettarci?
È possibile che la situazione di attuale scarsità di LNG permanga anche nel corso del primo trimestre di gennaio, nonostante siano previste temperature più in linea con i valori medi stagionali sia in Europa che in Asia già a partire da metà/fine gennaio. Non è escluso, inoltre, che si verifichino picchi di freddo artico di breve durata, che potrebbero portare spike sullo short term.
L’evoluzione della pandemia di Covid e le misure di limitazione degli spostamenti sembrano avere poco grip per quanto riguarda le dinamiche della domanda del gas naturale.
Contratti Fornitura energetica
Bollette e contratti energia: 4 particolarità da sapere prima di firmare un contratto
Esiste una relazione tra bollette e contratti energia che potrebbe incidere negativamente sul risparmio auspicato in fase di gara. No, non parliamo dell’ovvia necessità di trovare una tariffa conveniente per gas ed energia elettrica, bensì della bolletta come documento. La firma di un nuovo...
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Esiste una relazione tra bollette e contratti energia che potrebbe incidere negativamente sul risparmio auspicato in fase di gara. No, non parliamo dell’ovvia necessità di trovare una tariffa conveniente per gas ed energia elettrica, bensì della bolletta come documento.
La firma di un nuovo contratto energetico non va mai presa con leggerezza. Anche se il prezzo proposto dal fornitore scelto sembra essere il più conveniente, esistono vari altri aspetti del futuro rapporto di fornitura che potrebbero compromettere il risultato della ricerca.
Le bollette, in particolare, fanno la differenza tra un contratto che vale la pena siglare e uno che è meglio lasciar perdere.
In questo post cerchiamo di mettere in luce uno degli aspetti più ingannevoli di una gara: la leggibilità di una bolletta, tra le pieghe della quale si potrebbero annidare errori, indici di poca trasparenza o, al contrario, segnali di rassicurante serietà.
La bolletta, diciamolo a chiare lettere, è il vero biglietto da visita dei player del mercato di fornitura energetica, il documento che più di ogni altro fa capire se l’azienda selezionata è affidabile o meno.
Insidie nelle bollette e contratti energia
La prima cosa da fare quando si pensa di aver individuato il giusto fornitore è chiedere un esempio di bolletta. Avere il documento in mano è fondamentale per evitare sorprese future.
Le valutazioni da fare sulla bolletta sono innanzitutto generali: quanto è facile da interpretare? È leggibile?
La semplicità non è affatto scontata. Nel marasma degli oltre 500 player attivi sul mercato, sono in molti a giocare sul detto/non detto, sui conguagli, sui mancati aggiornamenti dei coefficienti ecc….
Regola numero uno, dunque, è la forma, che agevoli la facilità di lettura. Ciò sottintende anche un impegno da parte del fornitore nel renderla il più trasparente possibile. L’aggrovigliamento nozionistico è sempre indice, nel migliore dei casi, di poca attenzione al cliente o addirittura di intenzioni ingannevoli, nel peggiore.
Teniamo presente infatti, che l’Autorità ha emanato nel 2009 la “Direttiva per l'armonizzazione e la trasparenza dei documenti di fatturazione dei consumi di elettricità e/o di gas distribuito a mezzo di reti urbane” e le bollette, dunque, dovrebbero essere tutte di facile lettura e trasparenti.
La formula scelta per il contratto, tra prezzo fisso e prezzo variabile con possibilità di indicizzazione, determina ovviamente variazioni nei conteggi trimestrali. Avere a disposizione esempi di bolletta relativi alle due alternative contrattuali può far comprendere meglio il modus operandi del fornitore che si sta vagliando.
Le “relazioni pericolose” tra bollette e contratti energia
Il prezzo delle materie prime energetiche si compone di una quota fissa e di una variabile. I costi variabili dipendono dalla media dei valori consuntivi del mercato del giorno precedente (e per questo sono soggetti a fluttuazioni, sulle quali i clienti più smart possono ritagliare un cospicuo risparmio attraverso le strategie di fixing).
Tutte le altre componenti della bolletta sono fissate dall’Authority.
La seconda caratteristica di una bolletta ben congegnata, quindi, è la precisione sui costi variabili e invariabili.
Tra i prezzi fissi, cioè quelli che non dipendono dal mercato di gas ed energia elettrica ci sono le tasse e i trasporti, voci regolate da Arera attraverso dei coefficienti che vengono continuamente aggiornati. L’aggiornamento dei coefficienti in bolletta, che dovrebbe essere una regola, è una attività che non tutti i fornitori praticano in maniera diligente e, in certi casi, l’azienda paga più di quel che dovrebbe a vantaggio di un fornitore poco trasparente e disonesto. L’aggiornamento dei coefficienti, dunque, è un punto da monitorare con attenzione.
Infine, c’è la pratica dei conguagli che devono essere pochi e ben gestiti.
Le bollette trimestrali si riferiscono a sempre una stima dei consumi. Il conguaglio è comprensibile. Tuttavia, se i conguagli sono frequenti, troppo alti, se fanno perdere i conti e creano confusione, significa che non si è fatta una corretta pianificazione della fornitura oppure che, anche in questo caso, purtroppo il fornitore non è dei più affidabili e onesti.
Il mantra dell’Energy manager dovrebbe essere: “Mai firmare un contratto prima di aver analizzato l’impostazione della bolletta”.
Bollette sotto la lente prima di firmare
Cosa può accadere se le bollette ricevute sono errate o non chiare?
Il rischio principale è di pagare più del necessario, naturalmente. In qualche caso, si potrebbe anche pagare di meno, quando i conteggi errati vanno a svantaggio del fornitore. In tutti i casi, però, se la bolletta non è chiara, l’azienda è costretta ad affidarsi a un consulente, al quale sarà necessario pagare la prestazione. Un costo in più che può e deve essere evitato.
Il rapporto tra bollette e contratti energia, dunque, è piuttosto stretto.
Riassumendo, le particolarità della bolletta da verificare prima di firmare un contratto di fornitura energetica sono quattro:
1 - la facilità di lettura;
2 - gli obblighi del fornitore (precisione sui costi variabili e invariabili);
3 - l’aggiornamento puntuale dei coefficienti di tasse e trasporti;
4 - l’utilizzo dei conguagli.