Gas e power aziendale: 3 strumenti per lo smart energy manager
Volatilità dei prezzi e dinamiche di mercato rendono il settore gas e power un grattacapo per tutte quelle figure professionali che in azienda si occupano di forniture...
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Volatilità dei prezzi e dinamiche di mercato rendono il settore gas e power un grattacapo per tutte quelle figure professionali che in azienda si occupano di forniture...
Leggi di più >Volatilità dei prezzi e dinamiche di mercato rendono il settore gas e power un grattacapo per tutte quelle figure professionali che in azienda si occupano di forniture energetiche.
Uffici acquisti, ma soprattutto Energy manager , sono chiamati a dare la migliore risposta alle esigenze dell’azienda. In particolare, gli obiettivi dell’imprenditore sono:
Scopriamo insieme quali sono gli strumenti che possono agevolare il lavoro dell’Energy manager e garantire i risultati auspicati con meno sforzo e in un tempo minore.
La complessità delle dinamiche del mercato all’ingrosso delle materie prime energetiche rappresenta spesso un ostacolo al raggiungimento della massima economia realizzabile.
Tuttavia, è proprio nella comprensione dei tecnicismi della Borsa energetica che si cela la possibilità di cogliere le migliori opportunità di risparmio, proprio seguendo le fluttuazioni di prezzo del gas e dell’elettricità.
Ora, non tutti sono trader o esperti in materia, dunque vale la pena di sondare il mercato per scoprire se ci sono strumenti che possono aiutare a raggiungere l’obiettivo.
L’approccio intelligente al gas e power, allora, può avvenire attraverso una piattaforma evoluta che sia in grado di semplificare e accelerare anche il processo della gara.
Un marketplace ben costruito può portare a una richiesta di contratto personalizzato in pochi click.
Il marketplace, dunque, è il primo tool da ricercare on line: i vantaggi sono un risparmio di tempo e la certezza di lavorare per un contratto su misura, certamente il più conveniente.
Il secondo tool in grado di fare la differenza nella quotidianità professionale di un Energy manager è uno strumento capace di monitorare il mercato e mettere l’utente in condizione di agire come farebbe un trader, senza l’obbligo di avere una competenza paragonabile.
Scegliendo un contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing, infatti, si possono cogliere al volo le opportunità date dalla flessione del mercato delle materie prime. In questo caso, lo strumento online suggerisce all’utilizzatore il miglior momento per fissare il prezzo di una quantità percentuale di gas o elettricità, da utilizzare anche molti mesi dopo.
Nel gas e power, difatti, i prezzi sono molto volatili, perché dipendono da una serie di fattori esterni. L’energia elettrica, in particolare, ha prezzi che cambiano anche ogni 15 minuti. Si tratta di una materia prima che non si può stoccare. Mantenere l’equilibrio tra la quantità prodotta e quella utilizzata porta ad attività di tendering che fanno variare molto velocemente il valore di un GW.
ll mercato all’ingrosso del gas, invece, ha prezzi meno soggetti a variazioni repentine. Il gas si può stoccare, tuttavia il suo valore può essere influenzato dalle crisi politiche, dai cambiamenti climatici, dalle scorte, ecc. L’Italia ne produce pochissimo. La maggior parte del gas, infatti, proviene dal Nord Europa, dalla Russia, dal Nord Africa. Va da sé che una difficoltà a monte possa riverberare sul prezzo finale della materia prima all’ingrosso. Uno strumento online focalizzato sui mercati saprà interpretare e gestire al meglio l’andamento della Borsa energetica al posto dell’Energy manager, semplificandogli di molto il lavoro.
Per promuovere l'efficienza energetica, il ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione diversi strumenti di incentivazione: tra questi ci sono:
-le detrazioni fiscali,
-il conto termico
-il sistema dei certificati bianchi.
Queste opportunità - consultabili anche sul sito di ENEA - possono agevolare l’attività degli Energy manager e portarli velocemente al raggiungimento degli obiettivi aziendali ed europei.
La digitalizzazione sta portando alle aziende efficienza operativa, laddove c’era solo efficacia. L’Energy manager che saprà cogliere l’opportunità di “digitalizzare” alcune delle proprie funzioni, dunque, arriverà prima e meglio agli obiettivi.
Lo smart energy manager, in particolare, si avvale delle soluzioni digitali più avanzate e dedica il tempo guadagnato all’ottimizzazione degli investimenti attraverso gli strumenti governativi di incentivazione, dei quali abbiamo parlato nel paragrafo precedente..
In conclusione, per risparmiare tanto tempo e denaro, un marketplace, per mirare e velocizzare la ricerca di una nuova fornitura energetica su misura, e un tool per la gestione del contratto a prezzo variabile sono gli strumenti online più avanzati e opportuni, i preferiti da chi interpreta il proprio ruolo aziendale in modo moderno.
Se il “fixing contratto energia” è un concetto ancora avvolto da una densa nebulosa di incomprensione o d’indifferenza, sappi che questo è il blog-post giusto per te. Non tutti...
Leggi di più >Se il “fixing contratto energia” è un concetto ancora avvolto da una densa nebulosa di incomprensione o d’indifferenza, sappi che questo è il blog-post giusto per te.
Non tutti sono trader, questo si sa: non per forza un responsabile acquisti deve mostrare competenze specifiche sulle dinamiche della Borsa energetica.
Però, è bene che sappia che il fixing contratto energia porta a contabilizzare risparmi a volte inimmaginabili e che la sua gestione è più semplice di quanto si pensi. Basta utilizzare gli strumenti adeguati.
E allora partiamo da qui. Perché dovresti considerare di scegliere un contratto a prezzo variabile e fare fixing?
Perché conviene davvero, sia in termini di spesa che di tempo.
Forse nel dilemma prezzo fisso/prezzo variabile prende ancora il sopravvento la diffidenza, vero ostacolo al cambiamento.
Cosa fare allora per cogliere tutti i benefici del fixing contratto energia senza farsi prendere dall’ansia?
Vediamo insieme le logiche che portano a massimizzare il risparmio.
Parliamoci chiaro: l’Ufficio acquisti non ha molto tempo da dedicare al tema delle forniture energetiche. O meglio, ha lo stesso tempo che dedica a ogni altro prodotto. L’intera azienda conta su ogni tipo di approvvigionamento procurato a suon di richieste d’offerta, trattative e contratti.
In genere, si risolve il “caso energia” assicurandosi un buon prezzo, bloccato per la durata di uno o due anni. Una trattativa, una soluzione: semplice, relativamente veloce, poco rischioso.
Dietro alla scelta di un contratto a prezzo fisso, dunque, si nascondono almeno tre ragioni:
Ragioni comprensibili, se si pone l’accento sugli oneri che, al contrario, un fixing contratto energia richiede:
Eppure, appena dietro l’angolo delle certezze, c’è una formula di approvvigionamento di gas ed elettricità davvero vantaggiosa. Occorre solo dare una risposta alle perplessità.
Cominciamo col dire che un contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing è compatibile con la possibilità di prevedere il budget. Sarà necessario semplicemente effettuare tutti i fixing prima del momento in cui si fissa il budget aziendale.
Fare fixing vuol dire scegliere attivamente di pagare l’energia a un prezzo in linea con il mercato. Se c’è instabilità, è bene fissare il prezzo quando compaiono segnali preoccupanti di rialzo; se il mercato cala, aggiudicarsi l’energia a un prezzo più basso della media è un’opportunità preziosa. Ancora, se i tuoi consumi sono elevati potresti anche avere enormi vantaggi da un fixing a scaglioni percentuali…
Perché perdere l’occasione?
Il timore più diffuso è pagare le forniture più di quanto preventivato, in caso di repentini rialzi, ma il funzionamento della Borsa energetica ha andamenti descritti da modelli matematici predittivi: l’osservazione sul lungo periodo permette di capire facilmente in quali momenti dell’anno, del mese o del giorno è più conveniente acquistare gas ed elettricità. Il rischio non è poi così alto.
Trattare l’acquisto di gas ed elettricità seguendo una logica economica può sembrare difficile e impegnativo. Nulla di più falso, nel 2020.
Si potrebbe coinvolgere un consulente esperto, che però ha un costo, oppure utilizzare una piattaforma online capace di snellire tutte le procedure di scelta del fornitore e di garantire un attento monitoraggio del mercato, attraverso un apposito servizio di ottimizzazione del contratto.
Scegliendo di utilizzare gli strumenti informatici già disponibili sul mercato, non è necessario erudirsi sui meccanismi del fixing, perché sarà la piattaforma a gestire il contratto a prezzo variabile, indicando all’utente (attraverso i plug-in) il momento esatto in cui fissare il prezzo della fornitura di energia.
In pratica, un fixing contratto energia permette di fissare il prezzo di volumi parziali di energia acquistata, sia prima dell’inizio della validità del contratto che per tutta la durata del contratto.
Ed è proprio la diversificazione del prezzo nel tempo che consente di modulare il rischio.
La svolta fondamentale è fissata per il primo gennaio 2022, con il passaggio, per tutti, e per tutte le aziende, dal mercato dell'energia – luce e gas – regolato, cioè con...
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La svolta fondamentale è fissata per il primo gennaio 2022, con il passaggio, per tutti, e per tutte le aziende, dal mercato dell'energia – luce e gas – regolato, cioè con prezzi fissi aggiornati ogni tre mesi dall'Autorità di Regolamentazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), al mercato libero, con prezzi diversi offerti da tanti fornitori diversi.
Sembra un giro di boa ancora distante, ma per le strategie e le prospettive di un'impresa – e ancora di più per l'importanza della posta in gioco, la fornitura di energia a condizioni nuove, e più vantaggiose –, è una questione essenziale che è meglio affrontare subito o quanto prima.
E l'andamento del mercato, le nuove condizioni – a partire dai prezzi –, determinate dai cambiamenti in atto, e in prospettiva, interessano non solo chi deve ancora passare al mercato libero, ma anche chi questa scelta l'ha già fatta, e sta usando energia a prezzi variabili.
Il passaggio al mercato libero è un percorso iniziato oltre 20 anni fa, con la riforma Bersani sulla concorrenza del 1999. Dal luglio 2007 il mercato dell'energia in Italia è liberalizzato, ogni fornitore cioè può decidere di entrare sul mercato in qualsiasi momento e gli utenti possono liberamente decidere a quale fornitore rivolgersi.
La fine del mercato regolato era prima stata fissata per giugno 2019, data poi posticipata a giugno 2020 e ulteriormente posticipata a gennaio 2022. Ma ormai l'epilogo è sempre più vicino. È quindi importante informarsi per tempo su novità previste e opportunità possibili.
Secondo i dati dell'Arera riferiti al 2019, circa il 46% degli utenti luce e il 50% di quelli gas (utenze sia domestiche che aziendali) non sono ancora passati al mercato libero, con le piccole imprese che dimostrano una migliore capacità nel confrontarsi con le offerte in concorrenza tra loro: il 20% delle Pmi ha già cambiato almeno una volta fornitore, contro il 14% dei clienti domestici.
Con la liberalizzazione del mercato dell’energia, tutti i clienti possono selezionare l'offerta luce e gas che preferiscono, scegliendo tra prezzi e offerte di un vasto ventaglio di fornitori. Con un contratto e un prezzo di fornitura fisso o variabile, a seconda delle condizioni e dei vantaggi ottenuti attraverso la contrattazione con i fornitori.
Esistono infatti offerte a prezzo fisso (per uno, due o anche tre anni), per mettersi al riparo dalle variazioni di prezzo del mercato, e a prezzo variabile, per poter invece godere dei vantaggi degli abbassamenti di prezzo dovuti all'incontro tra domanda e offerta nel libero mercato.
La convenienza per il consumatore al passaggio al libero mercato è la possibilità di confrontare i prezzi e scegliere quello più conveniente oppure con servizi aggiuntivi migliori e più competitivi. Ecco perché prima di sottoscrivere un nuovo contratto con il fornitore è opportuno guardarsi (molto bene) intorno.
A differenza del mercato regolamentato, il mercato libero è poco concentrato ed è caratterizzato da un buon livello di concorrenza. Nel mercato libero Enel è il fornitore che detiene la quota di mercato più alta (35%), è seguito da Edison (5%), Eni (4,3%).
Gli altri operatori, tra cui ad esempio A2A, Acea, Sorgenia, Hera, E.On, Gala, e moltissimi altri, hanno quote di mercato variabili non più alte del 4%. Una grossa fetta del mercato energetico, pari a circa il 37% del totale, è gestita da altri operatori, rispetto a quelli principali. E la bassa concentrazione che caratterizza il mercato libero garantisce concorrenza e prezzi sempre più competitivi.
Il servizio di maggior tutela, nel mercato energetico italiano, è quell'opzione – prevista appunto fino alla fine del 2021 –, che garantisce all’utente e consumatore finale l'erogazione di energia elettrica e gas alle condizioni economiche e contrattuali stabilite dall’Arera, il che si traduce in pratica nel fatto che la tariffa all'utente finale varia secondo le fluttuazioni di prezzo stabilite di volta in volta dall’Autorità nazionale.
Il servizio di maggior tutela si contrappone alle tariffe del mercato libero, che non sono agganciate a quelle previste dall'Arera, e quindi i fornitori del libero mercato spesso offrono piani tariffari che prevedono il prezzo bloccato per un periodo di tempo determinato: il che può tradursi in un vantaggio per il consumatore, nel caso che le tariffe dell'Arera tendano al rialzo, o in uno svantaggio nel caso opposto.
Con il completamento di questa riforma del sistema, lo Stato esce dal mercato dell'energia, non ci sarà più un prezzo di riferimento, non ci sarà più il prezzo fissato dall'Autorità di regolamentazione, come faro del mercato. Tutto ciò porterà ancora più incertezza – e fluttuazione – sui prezzi dell'energia. In questi decenni si è visto che i prezzi dell'energia sono legati al prezzo delle materie prime, del petrolio, e al Trend dei consumi e quindi all'andamento dell'economia: nelle fasi di crisi i consumi scendono, e anche i prezzi, per poi aumentare di nuovo nelle fasi successive.
Tutto ciò significa nuove opportunità per chi saprà coglierle, avvalendosi delle competenze e degli strumenti (tecnologici) giusti. Ma può anche significare nuovi rischi e nuovi costi, spese più alte, per chi non è in grado di seguire in maniera adeguata l'andamento del mercato, dei prezzi, delle offerte.
Cogliere le occasioni – e spendere meno – in un mercato libero significa conoscerlo bene, essere in grado di paragonare le diverse offerte, cambiare strategia quando serve. Tutto il contrario dell'immobilismo e dello Status quo a cui ci ha abituato il mercato regolato. E per chi desidera cogliere tutte le nuove opportunità che si presentano, non deve certo attendere la scadenza del gennaio 2022: si può – e se si lavora bene, conviene, quindi si deve – anticipare il mercato libero.
Con le giuste mosse: tecnologie e servizi all'avanguardia, piattaforme digitali specializzate, che uniscono algoritmi e intelligenza artificiale con il contributo 'umano' e in carne e ossa di consulenti altamente specializzati. Strumenti Hi-tech, cervelli 'artificiali' e umani insieme, che permettono di mettere in concorrenza i (tantissimi) fornitori in pochi click sul computer, per poi definire, e seguire nel tempo, la strategia migliore per la propria azienda.
La convenienza aumenta poi in base al prezzo iniziale e ai consumi.
Al momento della sottoscrizione di un contratto di fornitura di energia ci sono due riferimenti temporali che è bene non confondere: la data di sottoscrizione e il periodo di...
Leggi di più >Al momento della sottoscrizione di un contratto di fornitura di energia ci sono due riferimenti temporali che è bene non confondere: la data di sottoscrizione e il periodo di fornitura.
Si tratta della data di contrattualizzazione della fornitura di energia. È il momento in cui il fornitore valuta il prezzo dell’energia sui mercati, affidandosi a dati e previsioni, per poi proporre un’offerta al cliente. Pertanto è un riferimento essenziale alla definizione delle condizioni economiche previste per i consumi; a seconda della tendenza di mercato del momento, i prezzi potrebbero variare sostanzialmente.
Valutare la data di sottoscrizione di un contratto di energia è addirittura più importante che la scelta del fornitore stesso.
Dalla data di sottoscrizione al periodo di fornitura passano generalmente da un mese a 18 mesi.
A titolo esemplificativo, un contratto della durata di due anni può essere sottoscritto il 12 maggio 2019 e avere validità sia dal 1 gennaio 2020 sia dal 1 giugno 2021. In entrambi i casi la data di sottoscrizione -il 12 maggio- è la stessa, cambia però il periodo di fornitura. Da notare che per i due periodi di fornitura saranno previsti due prezzi diversi.
Si intende il periodo di erogazione del servizio energetico stipulato alla data di sottoscrizione. Generalmente ha inizio il primo giorno del primo mese e si chiude l’ultimo giorno dell’ultimo mese.
È possibile sottoscrivere lo stesso periodo di fornitura, per esempio l’anno civile 2020, in due date di sottoscrizione diverse, ad esempio il 5 gennaio 2019 e il 28 ottobre 2019. Da notare, ancora una volta, che ognuna delle due date di sottoscrizione avrà un prezzo diverso, a seconda dell’andamento dei prezzi di mercato per gas&power.
La differenza tra la data di sottoscrizione e il periodo di fornitura è semplice, ma importante da tenere a mente nel momento in cui si firma un contratto per non rischiare poi di ricevere brutte sorprese.
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Nel momento in cui arriva la bolletta dell’energia e, con essa, il momento di pagare le utenze, è possibile che si crei un po’ di confusione. Le voci della bolletta, infatti, non...
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Nel momento in cui arriva la bolletta dell’energia e, con essa, il momento di pagare le utenze, è possibile che si crei un po’ di confusione.
Le voci della bolletta, infatti, non sono sempre chiarissime; ciononostante, essere in grado di leggerla è fondamentale per poter scegliere con cognizione di causa la tariffa più conveniente per noi, oppure per poter modulare i propri consumi.
In quest’articolo analizziamo i quattro tipi di voci delle bollette energetiche, con l’obiettivo di facilitarne la lettura il più possibile.
L’elettrone per l’energia elettrica e la molecola per il gas. Questo prezzo è diverso in ogni paese e dipende principalmente dalla produzione nazionale, dalla capacità di importazione ed esportazione, dalle normative in materia ma anche dalle variabili del mercato globale.
Il fornitore trasporta e distribuisce la materia prima dal punto di acquisto fino alle utenze finali.
All’IVA, l’Imposta sul Valore Aggiunto, applicabile a tutti i beni e servizi venduti destinati alla gestione statale, si aggiungono anche imposte legate specificatamente al consumo energetico (gas, power, carburante).
Il prezzo di trasporto e le imposte variano poco e di rado rispetto al prezzo della materia prima sul mercato, che è invece in costante fluttuazione. Diverse sono le ragioni alla base di tale fluttuazione:
Si colloca tra lo 0,5% e il 5% dell’importo totale della bolletta.
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Contratto a prezzo indicizzato (o variabile) o a prezzo fisso? Probabilmente, se tra le tue responsabilità rientra quella di stipulare un contratto energetico per la tua azienda,...
Leggi di più >Contratto a prezzo indicizzato (o variabile) o a prezzo fisso?
Probabilmente, se tra le tue responsabilità rientra quella di stipulare un contratto energetico per la tua azienda, prima o poi avrai avuto a che fare con questo dubbio.
In quest'articolo ti spiego come funzionano prezzo fisso, variabile e variabile con fixing, di modo che tu abbia tutti gli strumenti giusti per poter fare una scelta consapevole.
Ogni MWh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato ad un prezzo fisso, determinato al momento della firma del contratto.
E' importante che ti ricordi che con la clausola del tacito rinnovo il contratto a prezzo fisso si trasforma spesso in prezzo variabile senza fixing se non è stata avviata una RdO.
Ogni Mwh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato a un prezzo variabile in funzione delle fluttuazioni del mercato:
Questa è la scelta migliore se in un determinato momento, ad esempio al rinnovo del contratto, non si vogliono correre i rischi che il prezzo fisso comporta.
Al momento della sottoscrizione il valore del tuo prezzo indicizzato corrisponde al valore di quello fisso, ma diversamente da quest’ultimo, il prezzo indicizzato nel tempo seguirà le fluttuazioni del mercato.
Il prezzo indicizzato è ancorato a un indice di riferimento del mercato. Il prezzo finale pertanto dipenderà dal tipo di indicizzazione:
Minore è l’indice scelto, maggiore è l’esposizione del cliente alle fluttuazioni del mercato.
Quando si ha un contratto di fornitura di gas o energia elettrica a prezzo variabile, la società contraente può richiedere il fixing del prezzo al proprio fornitore.
Si tratta di fissare il prezzo di una parte dei volumi o dell’intero profilo di consumo, previsto in un determinato periodo futuro alle condizioni economiche del mercato in quel momento.
In questo modo il fixing consente al consumatore di trasformare un contratto a prezzo indicizzato in un contratto a prezzo fisso (in toto o in parte), eliminando il rischio di una salita dei prezzi ed il conseguente aumento dei costi di fornitura.
Nella speranza di aver contribuito a fare chiarezza tra le varie opzioni che ti si prospettano nel momento della stipula di un contratto di energia B2B, ti invito ad approfondire l'argomento sul nostro blog, oppure ad accedere alle previsioni di mercato per il mese in corso che trovi qui sotto.
A seconda del tipo di contratto scelto per la fornitura di energia, può essere possibile fissare interamente, o parzialmente, il prezzo indicizzato durante il tempo di validità...
Leggi di più >A seconda del tipo di contratto scelto per la fornitura di energia, può essere possibile fissare interamente, o parzialmente, il prezzo indicizzato durante il tempo di validità del contratto, così che si possa beneficiare dell’andamento favorevole del mercato. Si parla in questo caso di: fixing del prezzo.
Questa è sicuramente una buona opzione per avere una maggiore convenienza, a patto che si abbiano le competenze giuste.
Questa scelta contrattuale può portare a un risparmio considerevole, a patto che si conosca bene l'opzione che si sta scegliendo, le eventuali criticità e le risorse richieste, sia da un punto di vista temporale che di competenze.
Tuttavia, una scelta consapevole e cosciente che si tratti di una possibilità attuabile anche per chi non dispone di enormi mezzi, utilizzando i giusti strumenti, apre le porte a molte possibilità di risparmio.
Vale la pena di entrare nel merito dei contratti a prezzo variabile con possibilità di fixing: come comportarsi? Il prezzo si può fissare in due modi:
Cliente e fornitore si accordano sul prezzo mediante contrattazioni che si svolgono in maniera ufficiosa. La richiesta può essere fatta in qualsiasi momento durante l’apertura dei mercati, cioè quando il fornitore ha accesso alle piattaforme di trading.
I prezzi sono pubblicati a chiusura dei mercati. Il fornitore non può approvvigionarsi subito, il che comporta una variazione del prezzo nel tempo. Per sua tutela, il fornitore applica un sovrapprezzo all’offerta del cliente.
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Gli attori nel mercato del gas e dell’elettricità sono numerosi. In Europa il numero è fortemente aumentato in seguito all’apertura del mercato nel 2000. Tali attori possono...
Leggi di più >Gli attori nel mercato del gas e dell’elettricità sono numerosi. In Europa il numero è fortemente aumentato in seguito all’apertura del mercato nel 2000. Tali attori possono essere suddivisi in 5 gruppi principali.
I produttori si occupano della produzione di energia elettrica o dell’estrazione del gas naturale. L’energia elettrica ha molte fonti: nucleare, rinnovabile quali idroelettrico, eolico, solare, oppure la fonte fossile come olio combustibile, carbone o gas naturale. Oltre all’attività di produzione sul sito svolgono un’attività commerciale per vendere la loro produzione. Tale produzione viene generalmente venduta all’ingrosso utilizzando le infrastrutture.
Per trasportare nel posto giusto e al momento giusto la produzione di gas e elettricità bisogna avere delle infrastrutture, come ad esempio i gasdotti o le reti elettriche. Le società che le gestiscono sono comunemente chiamate gestori di reti e offrono sostanzialmente capacità di trasporto, resa disponibile ai clienti, i quali sono la maggior parte degli attori del mercato.
Queste attività sono assolutamente indispensabili per il buon funzionamento del mercato dell’energia. Per questa ragione la loro attività è, in generale, regolata. Ovvero, le loro entrate sono garantite dalla legge e i loro costi controllati da un’autorità di regolamentazione indipendente. I gestori di infrastruttura sono:
Il mercato all’ingrosso è un mercato intermedio tra la produzione e il mercato al dettaglio. Si parla di un mercato a monte perché è lontano dal consumo finale. Si chiama così perché i volumi di gas ed elettricità scambiati sono molto importanti. Le unità di energia utilizzate più spesso sono le TWh, le Gwh (renvoi vers l’article sur les unités).
È il caso in cui, c’è stato fisicamente uno scambio, ovvero una transazione nella quale una quantità di energia verrà venduta o comprata in un luogo, in una data determinata e attraverso diverse transazioni finanziarie, o per esempio una quantità di energia verrà venduta e comprata nello stesso luogo e allo stesso momento. Le transazioni del mercato all’ingrosso avvengono sia direttamente tra attori che negli hub di trading. I fornitori acquistano il gas o l’elettricità all’ingrosso.
Gli attori del mercato all’ingrosso sono:
Gli intermediatori intervengono, su richiesta dei consumatori B2B o B2T, fra i fornitori e i consumatori per ottenere i migliori prezzi e realizzare i servizi. YEM mette a disposizione un articolo dedicato agli intermediari. Ne esistono due tipi:
i consulenti fisici, esperti e broker, commerciali digitalizzati.
YEM è un intermediario ibrido, mette a disposizione la sua esperienza sul mercato dell’energia e un accesso 100% digitale con l’obiettivo di rendere autonomi i consumatori e di evitare costi di intermediazione.
Il legislatore nel mercato dell’energia è rappresentato dall’autorità di regolamentazione. Questa si rifà alle regole del mercato generale e alle regolamentazioni sull’ energia sottoscritte dell’ Unione Europea. In Italia l’ente è l’ARERA (Autorità di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente). L’autorità di regolamentazione impone delle tariffe per le attività regolate come quelle delle infrastrutture. Questa sorveglia: i mercati all’ingrosso per evitare manipolazioni del mercato e il mercato al dettaglio per verificare che le regole della libera concorrenza tra i fornitori vengano correttamente applicate.
Il mercato dell’energia è composto da diversi segmenti, ognuno dei quali ha le sue proprie regole. In questo articolo vogliamo spiegare il mercato al dettaglio B2B. Ovvero,...
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Il mercato dell’energia è composto da diversi segmenti, ognuno dei quali ha le sue proprie regole.
In questo articolo vogliamo spiegare il mercato al dettaglio B2B. Ovvero, spiegare tutte le unità di misura e gli ordini di grandezza che toccano la relazione tra i fornitori e i consumatori B2B.
L’unità di misura dell’energia nel sistema globale, che si chiama Sistema Internazionale dell’unità, è il joule (J). Nella pratica, contrariamente alla maggior parte delle altre unità di misura del Sistema internazionale, l’energia è spesso misurata utilizzando altre unità di misura oltre il joule. Nel mercato al dettaglio di gas e elettricità in Europa, viene utilizzata l’unità di misura Kilowatt-ora (kWh) e i suoi rispettivi multipli che sono: il megawatt-ora (MWh) e il gigawatt-ora (GWh). Per informazione, 1kWh è uguale a 3,6.106 J.
Ogni anno, un’abitazione di medie dimensioni consuma 10 Mwh della combustione di gas della sua caldaia per riscaldarsi e 0,2 Mwh di elettricità per illuminarsi.
Il kWh viene definito in termini di unità di potenza: il watt, che fa parte del sistema di unità internazionale dell’unità (SI). Nel linguaggio di tutti i giorni capita spesso di fare confusione tra energia e potenza. Ebbene, la potenza di una macchina è l’energia che la stessa fornisce durante un’unità di tempo: un watt è la potenza di una macchina che fornisce un joule ogni secondo. Al contrario un kWh è l’energia fornita in un’ora da una macchina di 1000 watt.
Un reattore nucleare produce una potenza elettrica media di 860 MW o un’energia di 860 MWh di funzionamento o 7 533 600 Mwh ogni anno. Un reattore nucleare potrà dunque illuminare mediamente più di 37 milioni di case. Una centrale nucleare posside mediamente 3 reattori nucleari.
L’utilizzo di unità di misura varia a seconda dei paesi. Per esempio, in Italia per il consumo di gas si utilizza il volume. Bisogna considerare che l’energia liberata dalla combustione di un m3 di gas è circa uguale 11kWh.
Ci sono cinque industrie che si caratterizzano e distinguono per il loro consumo di gas e elettricità.
Photo: ©sharafmaksumov AdobeStock
l prezzo dell’energia è un tema fondamentale, ancora di più se stai valutando di portare il tuo business all’estero! Il prezzo totale dell’elettricità e del gas è composto da...
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l prezzo dell’energia è un tema fondamentale, ancora di più se stai valutando di portare il tuo business all’estero!
Alcune voci di costo sono identiche per tutti i fornitori, ad esempio l’accesso alla rete, che ha un costo fisso. Altre voci, invece, come i costi di trasporto o gestione, sono soggette a variazioni. Un fornitore può proporre prezzi più bassi riducendo proprio questi costi! Per le aziende si notano a livello europeo variazioni significative nei costi di trasporto.
Nell’Unione Europa il prezzo dell’energia elettrica è in media di 114 €/MWh, una cifra che a fronte di una domanda sempre maggiore è cresciuta del 15% in dieci anni!
Tra tutti i paesi europei, è la Svezia ad avere in ambito business il prezzo per l’energia elettrica più basso, 68 €, mentre Italia e Regno Unito espongono tariffe più elevate, oltre i 130 €/MWh. Ancora più alto è il prezzo per la Germania, che tocca i 150 €/MWh. A confronto, in Francia il prezzo rimane sotto i 100 €/MWh.
Da notare che Francia e Germania hanno tariffe ante oneri fiscali molto simili, nello specifico pari a 70 €/MWh. I valori di tassazione, che risultano più elevati in Germania, possono quindi spiegare il perché di due bollette diverse: le imposte tedesche rappresentano il 47% dell’importo finale mentre in Francia hanno un peso del 24%. Il livello di tassazione è altrettanto alto in Italia, dove il 37% del prezzo totale viene prelevato dalle casse dello Stato, mentre nel Regno Unito si attesta sul 27%, un valore relativamente basso.
In Europa il prezzo del gas è di gran lunga inferiore a quello dell’energia elettrica, pari in media a circa 36 €/MWh. E questa cifra, nel tempo, si riduce ulteriormente! Negli ultimi 10 anni, nei paesi dell’Unione Europea è calata complessivamente del 9%.
Se consideriamo come fluttuano i prezzi di paese in paese, tocca al Belgio questa volta a esporre il prezzo più basso, 28 €/MWh, seguito di misura dai paesi dell’Est europeo, come la Bulgaria e la Repubblica Ceca, dove il prezzo si attesta sui 30 €/MWh. Se da un lato nei paesi scandinavi l’energia elettrica è accessibile a prezzi competitivi, il gas dall’altro è il più caro: si parla di più di 70 €/MWh per Danimarca, Finlandia e Svezia. I maggiori paesi hanno prezzi relativamente vicini alla media: 30 €/MWh nel Regno Unito, 32 €/MWh in Italia, 37 €/MWh in Germania e 41 €/MWh in Francia.
Photo: ©Nasa Unsplash
Il prezzo di gas ed elettricità tradizionalmente riflette i costi di messa in opera e gestione degli impianti di produzione. Nel contesto attuale di lotta ai cambiamenti...
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Il prezzo di gas ed elettricità tradizionalmente riflette i costi di messa in opera e gestione degli impianti di produzione. Nel contesto attuale di lotta ai cambiamenti climatici, anche le politiche di riduzione delle emissioni di gas serra (GHG, greenhouse gas) acquistano altrettanta importanza per comprendere le variazioni del prezzo dell’energia elettrica e del gas.
Il mercato europeo della CO2 incoraggia le aziende a investire in energia sostenibile. Il Sistema per lo scambio delle quote di emissioni dell’Unione Europea (EU ETS, European Union Emissions Trading System), istituito nel 2005, definisce una quantità massima di emissioni serra che possono essere rilasciate. A ogni soggetto interessato è assegnato un numero fisso di quote. Qualora i livelli prestabiliti dalle quote assegnate vengano superati, i soggetti sono sottoposti a sanzioni economiche o, altrimenti, possono acquistare quote extra da società che non hanno usufruito delle loro.
L’industria dell’energia è quella maggiormente impattata dal sistema, nel 2012 infatti il 56% dei permessi di emissioni è stato allocato a questo settore. Da notare che la produzione elettrica è quella che rilascia più emissioni serra: il 23% delle emissioni in territorio francese e il 50% in Europa è da imputare al comparto elettrico.
Per questo motivo i mercati gas & power sono influenzati dal prezzo delle quote di CO2. Fino al 2017, quando ancora il prezzo del carbonio si attestava a livelli bassi, l’impatto era trascurabile. Ma in Europa, dall’inizio del 2018, il prezzo del carbonio ha avuto un forte rialzo, passando dagli 8 €/ton di gennaio fino a punte di 25 €/ton a settembre, mese che ha visto una grande volatilità dei prezzi.
Per poter rispettare gli accordi di Parigi, entro il 2030 l’Unione Europea deve ridurre del 43% le emissioni di gas serra rispetto a quelle registrate nel 2005. È per questo motivo che la Commissione Europea ha deciso di abbassare il tetto delle quote. Con la riduzione del numero di permessi, si riduce anche la disponibilità della fornitura, aumentando così il prezzo sul mercato.
Il Sistema per lo scambio delle quote di emissioni dell’Unione Europea coinvolge circa 16.000 impianti dell’industria energetica, considerati come fonti di emissioni importanti. Anche se il sistema non si applica alle piccole e medie imprese, queste sono comunque impattate dalle variazioni del prezzo del carbonio poiché i fornitori di energia espongono un prezzo maggiore del carbonio nelle bollette di luce e gas.
Il gas produce meno emissioni e richiede due volte meno il numero di permessi necessari per produrre energia rispetto al carbon fossile, aspetto che lo rende particolarmente interessante per la produzione di energia elettrica, aumentando la domanda e quindi i prezzi del mercato del gas.
Photo: ©Veeterzy Unsplash
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Una delle decisioni più spinose quando si deve gestire un contratto di fornitura a prezzo variabile con fixing riguarda l’opportunità di non fissare il prezzo di una parte dei...
Leggi di più >Una delle decisioni più spinose quando si deve gestire un contratto di fornitura a prezzo variabile con fixing riguarda l’opportunità di non fissare il prezzo di una parte dei volumi contrattuali, entrando nel periodo di consumo (detto periodo di delivery) parzialmente esposti al prezzo del mercato spot.
Per compiere questa scelta è necessario dotarsi degli strumenti giusti e comprendere e valutare attentamente i pro e i contro, oltre che le tempistiche.
Il vantaggio innegabile del prezzo indicizzato in delivery è l’opportunità di ottenere un risparmio, anche importante, nel caso in cui i prezzi spot siano più bassi rispetto alle quotazioni forward precedenti il periodo di consumo. Se i prezzi in delivery sono effettivamente minori rispetto al prezzo del “potenziale fixing” allora il delta prezzo costituisce una ottimizzazione interessante.
Come valutare dunque il costo/opportunità del rimanere esposti ai prezzi spot (ovvero non rischiedere gli ultimi fixing) e quando compiere questa scelta?
> View di mercato: Innanzitutto è importante la view di mercato. Se il mercato è ribassista e avvicinandosi al periodo della delivery le condizioni dei fondamentali indicano che la discesa dei prezzi dovrebbe continuare indisturbata, allora ha senso valutare se richiedere gli ultimi fixing (comunque a prezzi migliori rispetto ai mesi precedenti) o se mantenere una parte di volume indicizzato in delivery e provare a cogliere l’opportunità di un ribasso ulteriore.
In una situazione di mercato teso al rialzo, invece, prima ancora di valutare se rimanere a prezzo variabile in delivery è necessario valutare quanto si è disposti a sopportare come costo aggiuntivo se il mercato rialzista effettivamente permane a lungo. Non è prudente non richiedere un fixing (perché oggi il prezzo è troppo alto) sperando in un cambio di direzione dei prezzi non supportato dalla view di mercato, è un po' come non fermarsi all’ultimo benzinaio quando si è in riserva sperando di arrivare al successivo con l’automobile ancora in moto.
> Quantificare il risparmio atteso: Oltre alla view di mercato, imprescindibile per poter compiere la giusta scelta, è utile avere in mente quale porzione di volume eventualmente lasciare a prezzo variabile e fare due conti (una sorta di sensitivity analysis) per quantificare il potenziale guadagno o perdita a cui si può andare incontro.
Facendo un semplice esempio, un cliente vuole valutare se lasciare a prezzo variabile una porzione di volume pari a 1 MW baseload (cifra tonda per semplicità) sul Q4-2021. Il volume complessivo in MWh si calcola moltiplicando 1 MW per le ore del Q4-2021, ovvero 2.209 e sarà dunque pari a 2.209 MWh. Per ogni €/MWh in più o in meno dei prezzi, il delta in € per il cliente è 2.209 €.
Questo serve per avere un ordine di grandezza delle conseguenze, positive o negative, di un movimento dei prezzi unitario rispetto al costo della propria fornitura. A questo punto si può valutare il potenziale di risparmio o perdita suggerito dalla view di mercato e capire se vale la pena o meno rimanere esposti al prezzo variabile.
Nel caso in cui manchino diversi mesi prima dell’inizio della delivery e la view di mercato sia fortemente ribassista può valer la pena di non richiedere l’ultimo fixing per concedere il tempo ai prezzi di fare la loro discesa, approfittando del ribasso atteso la cui ampiezza sarà poi il driver della scelta, insieme a una view bearish aggiornata/riconfermata.
Aver conseguito un risparmio rispetto a mesi prima consente al cliente di scegliere se “accontentarsi” di un fixing a prezzo più vantaggioso o rischiare la volatilità dei prezzi spot con la speranza di migliorare ulteriormente il prezzo di acquisto della fornitura. In questo caso quantificare il risparmio già conseguito in euro consente anche di valutare con maggior lucidità la decisione di entrare in delivery esposti al prezzo di mercato o meno.
Nel caso in cui il mercato sia impostato al rialzo, invece, la scelta dovrà necessariamente essere anticipata. Fare l’ultimo fixing prima che i prezzi possano salire ulteriormente di fatto è l’implicita scelta di non rimanere esposti ai prezzi in delivery.
In generale, dunque, quando i prezzi salgono la scelta deve essere anticipata, quando i prezzi scendono ci si può permettere di arrivare a pochi giorni prima del periodo di consumo per decidere se entrare in delivery con una porzione di volume a prezzo variabile o meno. Attenzione però a una piccola accortezza.
Al di là della maggior volatilità che si riscontra nei prezzi poco prima della delivery, è bene verificare non solo la disponibilità del fornitore per un fixing dell’ultimo minuto (l’alternativa alla scelta di non fare l’ultimo fixing, non si sa mai!) ma anche la liquidità del mercato. Periodi festivi come la fine di dicembre spesso inibiscono la possibilità del fornitore di offrire un prezzo conveniente per un fixing a causa della bassissima liquidità del mercato che comporta costi maggiori di operatività e quindi può venir meno la serenità con la quale sarebbe bene compiere questa scelta.
Per quanto la possibilità di risparmio possa essere estremamente interessante, dobbiamo ricordarci che le dinamiche dei prezzi spot possono essere difficili da prevedere con molto anticipo e un caldo improvviso, un freddo particolarmente pungente, scarsa produzione rinnovabile e altri fattori possono mordere i prezzi spot provocando swing di prezzo anche piuttosto importanti.
Questo è un rischio maggiore quando contrattualmente un fixing può esser richiesto solo su un periodo di tre mesi (quarters). Decidere se rimanere esposti ai prezzi del mercato spot per tre mesi consecutivi (nei quali può potenzialmente succedere qualunque cosa, da un lockdown che fa crollare i prezzi a un problema ad un tubo di gas che li fa impennare) è decisamente diverso dal compiere la stessa scelta per un unico mese alla volta.
In ogni caso, una buona view del mercato, unita alla capacità di valutare il potenziale impatto economico della scelta, sono il mix perfetto per compiere le scelte di ottimizzazione. Tutto sta alla propensione al rischio e agli obiettivi dell’ottimizzazione del singolo cliente e non esiste un metodo valido universalmente per compiere questo tipo di scelte. Anche perché se è vero che chi non risica non rosica, è anche vero che a volte è preferibile perdere una opportunità di risparmio piuttosto che esporsi a rischi che non si è certi di poter o voler sopportare.
Semplificare il monitoraggio dei prezzi del mercato dell’energia e le previsioni sugli andamenti futuri è fondamentale per ottimizzare la gestione del proprio contratto, o di...
Leggi di più >Semplificare il monitoraggio dei prezzi del mercato dell’energia e le previsioni sugli andamenti futuri è fondamentale per ottimizzare la gestione del proprio contratto, o di quello dei propri clienti.
Probabilmente sai già che tenere sotto controllo i prezzi e le previsioni è un’attività molto importante per qualsiasi attore del settore dell’energia B2B, poiché è sulla base di queste che gli operatori agiscono sul mercato, vendendo o comprando energia.
Abbiamo già affrontato questo tema, ad esempio approfondendo come funzionano le analisi o i modelli che vengono utilizzati dagli operatori , oppure evidenziando la differenza tra previsioni e fotografie dei prezzi di mercato.
Tuttavia, è importante tenere a mente che non si tratta di mansioni necessariamente alla portata di tutti: il tempo e le risorse imprescindibili per il monitoraggio, per la considerazione dei vari driver che possono influenzare l’andamento dei costi dell’energia, l’analisi di pattern che si ripetono ciclicamente -basti pensare al variare dei prezzi di gas&power al variare delle stagioni- sono moltissimi.
Ciò significa che non si tratta di una pratica alla portata di tutti; chi può permettersi di allocare risorse umane e finanziarie nell’analisi dei mercati è chiaramente avvantaggiato.
Questo è vero specialmente per i contratti a prezzo variabile con possibilità di fixing. Controllare costantemente l’andamento dei prezzi di gas&power permette di agire nel momento di discesa dei prezzi, fissando una parte della fornitura di energia nel momento più conveniente e avendo la possibilità di ottenere significativi risparmi sulla bolletta.
Questo principio è valido sia per chi gestisce i contratti energetici dei propri clienti, sia per i business che desiderano ottimizzare i propri contratti di fornitura.
Nonostante il prezzo variabile con possibilità di fixing comporti dei rischi in più rispetto al fisso, infatti, le possibilità di risparmio sono decisamente alte, a patto che si sappia cosa si sta facendo.
Infatti, effettuare dei fixing significa:
“[…] fissare il prezzo di una parte dei volumi o dell’intero profilo di consumo, previsto in un determinato periodo futuro alle condizioni economiche del mercato in quel momento. In questo modo il fixing consente al consumatore di trasformare un contratto a prezzo indicizzato in un contratto a prezzo fisso (in toto o in parte), eliminando il rischio di una salita dei prezzi ed il conseguente aumento dei costi di fornitura. »
In ogni caso, è bene rimanere al corrente sui cambiamenti di prezzo dell’energia anche in caso di contratto a prezzo fisso; infatti, nel momento di sottoscrizione della fornitura si sceglie il prezzo che si pagherà per l’intera durata del contratto sulla base del prezzo che c’è in quel momento.
Nel caso in cui il contratto venga firmato in concomitanza a un movimento rialzista e poco dopo i prezzi dovessero iniziare a calare, l’unica opzione sarebbe quella di aspettare una nuova sottoscrizione.
Capire il mercato energetico significa saperlo analizzare, per poter cogliere al meglio le opportunità del presente, e prepararsi per quelle future.
Per fare questo è necessario considerare, oltre al contesto macro-economico, anche tutti gli elementi che influenzano la domanda e l’offerta; parliamo in questo caso dei driver fondamentali, aspetti che impattano il sistema di domanda e offerta del mercato dell’energia. Inoltre, è da tenere a mente l’esistenza di elementi che possono avere un impatto psicologico sul mercato, cioè eventi che possono provocare reazioni sui mercati, influenzando gli operatori. Infine, un buon analista ha a disposizione anche l’esperienza dalla sua parte; le dinamiche di mercato passate possono infatti fornire utili indicazioni circa gli andamenti futuri.
Di fronte ad un numero così grande di variabili, è chiaro come realizzare uno scenario dei prezzi futuri affidabile non sia poi così semplice. Bisogna anche pensare al fatto che uno scenario come si deve debba aggiornarsi al cambiare delle condizioni che lo determinano, quindi è richiesto un costante lavoro di analisi degli scenari per poi reagire di conseguenza.
Ciò significa che, per poter svolgere queste attività in maniera utile, è necessario disporre di risorse in grado di dedicare tempo e sforzi all’analisi di mercato, oppure affidarsi ad enti esterni.
Esiste un modo per ottimizzare i propri contratti di fornitura, o quelli dei clienti B2B, democratizzando un servizio che non è alla portata di tutti nello stesso modo?
Il primo punto è trovare previsioni affidabili, possibilmente realizzate da parte di chi può vantare esperienza sui mercati. YEM optimization si avvale delle analisi di mercato del partner REF-E, che tramite il suo Osservatorio realizza previsioni sull’andamento dei prezzi forward.
Come detto prima però, le previsioni da sole non bastano. Per questo motivo YEM optimization si avvale di algoritmi in grado di individuare i minimi storici e di consigliare in maniera accurata e sempre aggiornata quando e quali fixing effettuare, sulla base dei trend di mercato combinati alle esigenze di ogni contratto.
I dati di REF-E sono elaborati in tempo reale, e grazie all’aiuto di modelli matematici in grado di simulare le dinamiche degli andamenti di prezzo dei mercati si può recepire in pochissimo tempo anche l’impatto di avvenimenti imprevisti come la pandemia globale o il blocco del Canale di Suez.
Uno dei maggiori vantaggi di questo strumento per la gestione dei contratti di energia B2B rimane la democratizzazione di un servizio, come quello del monitoraggio e analisi del mercato e delle previsioni future; l’intelligenza artificiale permette di usufruire di modelli previsionali e expertise che prima non erano alla portata di tutti.
Che cos’è la stagionalità? La stagionalità è un fenomeno, spesso di origine climatica o metereologica, che causa delle dinamiche ricorrenti e riconoscibili di alterazione della...
Leggi di più >La stagionalità è un fenomeno, spesso di origine climatica o metereologica, che causa delle dinamiche ricorrenti e riconoscibili di alterazione della domanda o dell’offerta di un bene, con conseguente aumento o diminuzione dei prezzi.
Il fattore più importante della stagionalità è la ciclicità con la quale si ripete un determinato disequilibrio fra domanda e offerta, che si traduce in variazioni di prezzo tendenzialmente prevedibili.
Facendo un esempio tipico della nostra vita quotidiana, sappiamo che acquistare della frutta estiva fuori stagione solitamente ha un prezzo maggiore perché la disponibilità è minore, mentre acquistarla in estate costa meno perché vi è abbondanza di offerta.
Se ciò che è prevedibile è (solitamente) l’andamento dei prezzi dovuto alla stagionalità, ciò che non è prevedibile è l’ampiezza di questo movimento o se la stagionalità avrà un effetto più marcato o più contenuto. In anni in cui c’è poco sole/troppa pioggia o altri elementi che si discostano dalla normalità, l’offerta di frutta estiva può essere inferiore ed i prezzi più alti del solito o viceversa, annate particolarmente abbondanti tendono a far scendere maggiormente i prezzi.
La ciclicità e prevedibilità di un evento stagionale, dunque, può soffrire di alterazioni dovute a elementi anomali che compromettono la possibilità di prevedere l’effettivo andamento dei prezzi.
Intuitivamente, è chiaro come la stagionalità sia un elemento piuttosto comune nella vita di tutti i giorni, ma quando si tratta di gas naturale ed energia elettrica le dinamiche stagionali possono essere meno immediate e soffrire di elementi alteranti che ne compromettono la tipicità.
Il gas naturale, in particolar modo in Italia e in Europa, ma più in generale nel mondo, è soggetto a dinamiche di stagionalità tipiche dell’utilizzo che se ne fa per il riscaldamento. In inverno, quando fa freddo, la domanda di gas normalmente aumenta per consentire di mantenere caldi gli ambienti in cui viviamo, lavoriamo, mangiamo ecc.
Il gas viene dunque maggiormente richiesto, si preleva il gas immagazzinato negli stoccaggi e prezzi sono tendenzialmente più alti rispetto all’estate.
Durante l’estate infatti, quando il riscaldamento non è necessario e la domanda è sensibilmente minore, i prezzi sono normalmente più bassi e il gas viene acquistato per riempire gli stoccaggi e ricostituire le scorte da utilizzare nel periodo freddo.
La curva dei prezzi forward, normalmente, riflette queste dinamiche stagionali ed è possibile descrivere una “stagionalità teorica” che indica i rapporti di prezzo che dovrebbero esserci fra i diversi trimestri dell’anno in assenza di altri eventi fondamentali che alterarino gli equilibri fra domanda e offerta.
Il Q1 è tendenzialmente il trimestre più caro, proprio a causa del picco termico che aumenta la domanda di gas per riscaldamento civile. Nei trimestri estivi normalmente i prezzi sono più bassi rispetto all’inverno e piuttosto simili fra loro: nel Q2 le temperature primaverili provocano una diminuzione importante della domanda di gas per uso civile non compensata dalla domanda per iniezione in stoccaggio, che raggiunge il suo picco proprio nel Q2.
Nel Q3 la flessione nella domanda per iniezione in stoccaggio viene bilanciata dalla maggiore domanda di gas per uso termoelettrico a causa della necessità di raffrescamento causata dalle temperature estive. Infine, nel Q4, quando inizia l’inverno, la domanda di gas per riscaldamento provoca l’aumento dei prezzi che vede poi il suo picco, come appena detto, nel Q1.
L'andamento dei quarters sulla stagionalità per il gas
Questa “stagionalità teorica” dei prezzi del gas può però esser amplificata o, viceversa, totalmente sfalsata, da fattori terzi che intervengono in maniera anomala a modificare l’assetto della domanda o dell’offerta. Ad esempio un inverno estremamente mite, in cui la domanda di gas è inferiore rispetto al solito, può terminare con dei livelli di gas in stoccaggio ampiamente maggiori del previsto (è successo nel 2019), provocando così una diminuzione molto marcata dei prezzi nel periodo estivo dovuta alla domanda per iniezione in stoccaggio inferiore rispetto al normale.
Viceversa, in questo turbolento 2021, la stagionalità tipica dei prezzi del gas è stata completamente stravolta e annullata da fattori contingenti. Stoccaggi molto bassi al termine dell’inverno, freddo persistente in primavera e domanda asiatica estremamente alta sono solo alcuni degli elementi che hanno supportato i prezzi, che sono costantemente saliti nel corso di tutto l’anno raggiungendo livelli di prezzo mai visti in precedenza.
L’energia elettrica, diversamente dal gas naturale, ha una stagionalità che dipende strettamente dal Paese considerato e dal mix energetico che lo caratterizza.
In Italia, dove il gas naturale copre più del 40% del mix energetico, i prezzi dell’energia elettrica tendono a seguire la stagionalità tipica del gas, ma con l’aumentare della produzione elettrica da fonti rinnovabili, una quota sempre maggiore di fattori metereologici entra in gioco nella stagionalità elettrica, contribuendo a modificare nel tempo i pattern ricorrenti dei prezzi dovuti al solo legame con il gas naturale.
Inoltre, anche la prossimità con Paesi con dinamiche di prezzo differenti contribuisce a impattare sui prezzi locali, rendendo l’identificazione di una stagionalità piuttosto complicato.
Volendo parlare della “stagionalità teorica”, come abbiamo appena fatto per il gas naturale, si può dire che il prezzo power in Italia replichi piuttosto fedelmente la stagionalità del gas naturale, con qualche differenza.
Nel Q1, periodo più freddo dell’anno, a causa dei prezzi del gas ai “massimi stagionali”, produrre energia elettrica con termoelettrico costa di più. Per questo motivo anche per il power il Q1 dovrebbe essere il trimestre in cui i prezzi sono più alti all’interno dell’anno. Nel Q2, al minor costo del gas va ad aggiungersi la produzione idroelettrica dovuta allo scioglimento delle nevi, il cosiddetto Run Of River, che a dipendenza dell’abbondanza o meno, può prolungarsi da aprile fino a inizio/metà di luglio. Per questo motivo il Q2 dovrebbe essere il trimestre in cui i prezzi elettrici sono i più bassi nell’anno, seguito poi dal Q3. Nei mesi estivi, però, le alte temperature provocano una domanda aggiuntiva di energia elettrica per raffrescamento e per questo motivo i prezzi sono un po' più alti rispetto al Q2.
Il Q4, infine, segue da vicino i maggiori prezzi del gas che comportano costi più alti per la produzione termoelettrica e di conseguenza l’aumento dei prezzi del power.
Il Q4, infine, segue da vicino i maggiori prezzi del gas che comportano costi più alti per la produzione termoelettrica e di conseguenza l’aumento dei prezzi del power.
L'andamento dei quarters sulla stagionalità per il power
In generale, è necessario comprendere la stagionalità dei mercati per poterne prevedere l’andamento anche se sempre più spesso situazioni contingenti stravolgono l’equilibrio e dunque le proporzioni di prezzo “teoriche” di cui abbiamo parlato. Per questo motivo seguire attentamente il mercato e monitorarne i fondamentali è imprescindibile se si vuole ottimizzare la propria fornitura di gas o energia elettrica.
Rimani aggiornato con le informazioni sulla gestione dei contratti di fornitura energetica B2B.
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