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Gestione della fornitura energetica: pricing e timing

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“Specchio specchio delle mie brame… quando il prezzo sarà il più basso di tutto il reame? ” Chi deve scegliere il momento giusto per bloccare il prezzo della fornitura probabilmente vorrebbe l’aiuto dello specchio magico (o della sfera di cristallo) per azzeccare il momento esatto in cui i prezzi sono al minimo e risparmiare sui costi di energia elettrica e gas.

Ogni cliente ha il suo metodo di scelta del fornitore e del contratto di fornitura, così come del momento dell’anno in cui fissare il prezzo fisso o fare un fixing. Qualcuno lo fa entro un certo mese, qualcuno lo fa necessariamente in un determinato periodo dell’anno, qualcuno aspetta che il mercato sia ad un certo livello di prezzo.

Qualunque sia il metodo, la possibilità di fissare il prezzo nel momento di minimo è relativamente scarsa, se si considera l’intero anno precedente alla fornitura, e serve una bella dose di fortuna per farlo. Come fare dunque?

Senza maghi e veggenti, è davvero complicato prevedere l’esatto momento in cui il mercato sarà al livello più basso di tutto l’anno, ma esistono alcune pratiche che aiutano nella corretta gestione di un contratto di fornitura.

Un occhio al mercato

Sicuramente un metodo efficace per aumentare le chances di buona riuscita dell’operazione è l’analisi del mercato. Riuscire a capire cosa succede sui mercati all’ingrosso, quali sono le dinamiche dei prezzi e quali elementi fondamentali guidano gli operatori, consente ai clienti di compiere delle scelte basate su elementi concreti.

Poter fare previsioni ragionevolmente accurate, supportate dalle analisi, aiuta non solo ad aumentare la confidenza con la quale si compie una scelta ma anche le probabilità di una scelta corretta.

Non tutti i clienti però hanno la possibilità di dedicare una risorsa all’analisi dei mercati all’ingrosso di gas e power e dunque è spesso necessario trovare all’esterno le competenze necessarie per supportare queste scelte. Attenzione però, nonostante la correttezza delle analisi e l’impegno profuso, il successo della previsione può non esser garantito al 100%.

Innanzitutto, è necessario definire un intervallo temporale nel quale ottimizzare il timing della scelta del prezzo. Concentrare lo sforzo sulla scelta del momento migliore per fissare il prezzo nell’intero anno precedente alla fornitura o nel mese di ottobre è decisamente diverso. A gennaio è davvero difficile sapere con certezza come evolveranno i prezzi nel corso dell’anno fino a dicembre (qualcuno avrebbe potuto prevedere l’epidemia di coronavirus, a gennaio?), mentre a inizio ottobre è più ragionevole riuscire a prevedere, con una buona precisione, l’evoluzione dei prezzi nel corso del mese.

Inoltre, nonostante le analisi, le competenze, la professionalità e l’esperienza, non sempre il mercato si muove sulla base di elementi totalmente prevedibili. Un esempio è l’epidemia di quest’anno (che ha portato il petrolio e il gas naturale ai minimi storici) , ma molti sono gli episodi, gli elementi e le informazioni che possono provocare un rialzo (o un ribasso) difficilmente prevedibile.

Certo è che l’analisi dei mercati, fatta in house o in outsourcing, consente di compiere scelte razionali, basate su elementi concreti, e diminuisce il rischio di essere impreparati e in balia degli eventi. Inoltre, anche davanti all’imprevedibile, consente di gestire nel modo migliore la situazione, reagendo immediatamente e adattando l’ottimizzazione della fornitura al nuovo scenario dei prezzi.

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Diluire il rischio

Chi è stato al casinò almeno una volta nella vita sa che puntare su un solo numero alla roulette (all in) consente di vincere, se si indovina, delle somme interessanti. Puntare su 4 o 6 numeri contemporaneamente, però, se da un lato diminuisce la possibile vincita, dall’altra aumenta le possibilità di indovinare il numero vincente.  

Allo stesso modo è possibile diluire il rischio di sbagliare il momento in cui si fissa il prezzo della propria fornitura scegliendo di fare dei fixing progressivi nel corso dell’anno, gestendo il contratto a prezzo variabile invece di richiedere una fornitura a prezzo fisso.

Come nel caso della roulette, ci sono gli stessi pro e gli stessi contro. Scegliere un prezzo fisso per l’intera fornitura consente, se si riesce a indovinare il momento giusto, di assicurarsi una fornitura al minor prezzo possibile (o quasi). Di contro, però, se si fissa il prezzo nel momento sbagliato, l’intera fornitura sarà molto più onerosa.

Fare dei fixing progressivi nel corso dell’anno, invece, permette di diminuire il rischio che il momento sia quello sbagliato, mediando i prezzi dei diversi fixing. Se alcuni fixing vengono fatti quando i prezzi sono molto alti, gli altri fixing a prezzo inferiore diminuiranno l’impatto delle scelte sbagliate.

La diluizione del rischio aiuta dunque i clienti a gestire in maniera razionale e prudente il proprio approvvigionamento e le scelte, giuste o sbagliate, hanno un impatto mediato sul totale dei volumi.

Nella pratica

La gestione della fornitura può dunque trarre un vantaggio sia dal monitoraggio e dalle analisi dei mercati, sia da un approccio prudente al pricing attraverso il fixing dei prezzi. Unire le due pratiche, a questo punto, è evidentemente l’approccio più razionale e consistente possibile e la maggior parte dei clienti ottengono così non solo una fornitura energetica a condizioni economiche più vantaggiose, ma anche un miglior controllo dei rischi. Nessuno avrà il famoso specchio magico, dunque, ma la corretta gestione del contratto di fornitura è possibile anche senza la magia!