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Gestione della fornitura, cosa abbiamo imparato in questi anni?

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Nel 2020 i mercati hanno avuto un crollo a seguito del covid, nel 2021 la crescita dei prezzi di gas ed energia elettrica è stata continua e inarrestabile.

Mai come in questi ultimi due anni è stato cruciale saper compiere le scelte giuste al momento giusto. Quali lezioni abbiamo imparato? E come queste possono aiutarci a migliorare l’approccio per l’ottimizzazione dei costi energetici in futuro?

Agire e non reagire

Sbagliando si impara, o per lo meno dovrebbe essere così. A volte però capita di sovra reagire ad alcuni errori compiuti in passato, facendo esattamente l’opposto ed incappando invece in una situazione ancora peggiore.

Un tipico esempio di sovra reazione: un cliente per il 2020 ha avuto un contratto a prezzo fisso, non ha potuto approfittare del ribasso dei prezzi dovuto al covid, pagando più cara la sua fornitura, e per questo motivo ha deciso di scegliere un contratto totalmente a prezzo variabile per il 2021. Nel corso del 2021 sicuramente avrà rimpianto questa decisione, per la quale non ha tenuto in considerazione altro se non la delusione dell’anno precedente.

Bisogna ricordare che il mercato non si comporta necessariamente allo stesso modo da un anno al successivo e la soluzione che sarebbe stata “vincente” l’anno prima può essere la più disastrosa l’anno dopo.

Per questo motivo è utile pianificare l’approccio alla gestione della fornitura con gli strumenti adeguati. Un prezzo variabile con fixing consente il maggior grado di flessibilità possibile e può essere una scelta opportuna per la propria fornitura sia negli anni in cui i prezzi scendono, se si è correttamente optato per il prezzo variabile, sia negli anni di prezzi alle stelle, se i fixing sono stati richiesti al momento giusto.

Imparare dagli errori passati, ma senza esagerare

Ogni cliente è diverso da un altro: cambiano i volumi e il tipo di fornitura, e cambia anche la propensione al rischio. Su quest’ultimo punto non sempre i clienti sono esperti, e può quindi diventare necessario per il fornitore non solo trovare la strategia migliore per il proprio cliente, ma anche accompagnarlo verso il rischio più adatto a lui, ricordando che le strategie di fixing cambiano anche a seconda della propensione.

L’accompagnamento del cliente verso il suo profilo può svilupparsi in diversi modi: ad esempio, con un test di propensione al rischio. In parole povere, avere tempo e risorse da dedicare alla conoscenza dei propri clienti e ad un trattamento impostato a partire dalle loro caratteristiche è una delle pratiche migliori che un fornitore possa mettere in atto.

Limitare le perdite

Per quanto sia fastidioso ammetterlo, in alcuni periodi più che migliorare il prezzo di fornitura è necessario concentrarsi sul limitare le perdite. Quest’anno molti clienti, davanti alla rapida salita dei prezzi e nonostante le previsioni di continuo rialzo, hanno preferito non richiedere dei fixing nella speranza di un ribasso, prima o poi, piuttosto che fissare un prezzo molto alto, mettendo di fatto nero su bianco un costo elevato.

In questi casi, soprattutto di fronte a dei prezzi talmente alti da non avere precedenti, è difficile compiere scelte così importanti con razionalità ed è normale che diminuisca la fiducia nelle previsioni di mercato a fronte di una speranza, seppur minima, che il mercato cambi direzione. Per evitare di trovarsi impreparati di fronte a una situazione così critica, sarebbe utile pianificare con anticipo un limite massimo superato il quale richiedere dei fixing e limitare le perdite, quantomeno su una porzione di profilo. L’utilizzo delle cosiddette stop loss è ciò che spesso può fare la differenza fra una gestione corretta ed una eccessivamente rischiosa.

Pianificare e anticipare

Se questi due anni ci hanno insegnato qualcosa, quindi, probabilmente la lezione principale è che è necessario un approccio strutturato e razionale alla gestione dei costi energetici. Servono gli strumenti giusti per seguire i mercati, serve la flessibilità del contratto (prezzo variabile con fixing), ma serve anche una linea guida per prendere le decisioni corrette nei momenti critici, pianificando come affrontare al meglio le diverse situazioni.

Anche anticipare la contrattualizzazione può essere una buona idea. Poiché la flessibilità offerta da un contratto indicizzato con possibilità di fixing è maggiore all’aumentare del tempo a disposizione prima dell’inizio della delivery (quando cioè si consuma effettivamente), attivare il contratto pochi mesi prima dell’inizio dei consumi limita di fatto i potenziali benefici di questa opzione.

Anticipare la contrattualizzazione per poter valutare eventuali fixing su un intervallo più lungo aumenta le possibilità di ottimizzazione, oltre a rendere di fatto meno stressante la gestione della propria fornitura.