Uno dei punti fondamentali per la corretta gestione di un contratto a prezzo variabile con fixing è l’identificazione dello slot minimo di volume che può essere coperto a prezzo fisso. Il volume minimo sul quale è possibile richiedere un fixing dipende solitamente dai volumi complessivi del cliente, che devono essere sufficientemente elevati da consentire la copertura del rischio prezzo al fornitore.
Dunque ad un cliente con volumi elevati (sopra i 20 GWh di solito) probabilmente verrà data la possibilità di coprire slot minimi pari al 10% dei volumi, mentre a un cliente con volumi inferiori la percentuale minima consentita potrebbe essere il 20 o 25%.
Una volta definito quale sia lo slot minimo per il quale è possibile richiedere un fixing, come si fa a scegliere quale porzione di volume fissare?
Prima di tutto, è consigliabile pianificare la strategia di fixing, ovvero una linea guida per l’ottimizzazione del contratto che consenta di raggiungere l’obiettivo dell’organizzazione senza lasciare troppo spazio all’improvvisazione e alla discrezionalità. Dunque è necessario identificare le finalità e gli obiettivi dell’ottimizzazione e i parametri utili per pianificare la strategia (ne abbiamo parlato anche nell’articolo "Come impostare una strategia di fixing" ).
Non tutti adottano la stessa logica e hanno gli stessi obiettivi ma impostare una strategia di fixing permette di agevolare le scelte dell’energy manager nel corso dell’anno, rispondendo adeguatamente ai movimenti del mercato nel rispetto dell’attitudine al rischio e degli obiettivi dell’organizzazione.
Anche la definizione dei volumi da fissare nei diversi fixing rientra fra gli aspetti da pianificare quando si sceglie la strategia di fixing da adottare. Come abbiamo detto più volte, non esiste la ricetta perfetta per tutte le esigenze, ma è necessario che la strategia sia costruita ad hoc rispetto ai desideri della società.
In generale, è sconsigliabile adottare una strategia “all in”, ovvero una strategia in cui si richiede un fixing per il 100% dei volumi in una sola volta. A meno di condizioni di mercato davvero particolari, come può essere stato il crollo dei mercati nel primo lockdown europeo del 2020, fissare più tranche invece di fare il cosiddetto “all in” permette di diminuire il rischio che il prezzo del mercato non sia quello ottimale.
Solitamente le strategie di fixing sfruttano al massimo il numero di fixing disponibili contrattualmente, prevedendo dei fixing progressivi rispetto ad una timeline ipotetica, in modo da garantire il fixing del 100% dei volumi entro una data stabilita. Inoltre, vengono definiti dei prezzi target, o dei range di prezzo, massimi (oltre i quali non si è disposti a pagare) e minimi (che garantiscono il raggiungimento del budget), raggiunti i quali si preferisce fissare tutti (o quasi) i volumi rimasti a prezzo variabile, in modo da limitare i danni, in un caso, o garantire il risparmio, nell’altro.
Quanto volume fissare ad ogni fixing, inoltre, dipende dalla propensione al rischio e dalla fiducia nella propria view di mercato. Parlando di rischio, infatti, è necessario sottolineare che minore è il numero dei fixing (e dunque maggiore il volume fissato in ogni tranche), maggiore è il rischio che il fixing soffra di una scarsa “diluizione” del momento di mercato e che dunque non sia mitigato l’effetto di un fixing richiesto in un periodo in cui i prezzi sono alti. Se, d’altra parte, si dispone di strumenti adatti e di una buona fiducia nella view di mercato, è giusto anche sfruttare maggiormente le indicazioni per ottimizzare il prezzo contrattuale.
Meno variabili da gestire nella richiesta del fixing
In generale, per diminuire il numero delle variabili da gestire (quanto volume/quando fissarlo), si può suddividere il volume nel massimo numero di tranche disponibili e ipotizzare di chiudere lo slot minimo a ogni fixing. Se la view di mercato suggerisce di affrettare le coperture, o di approfittare di un momento di mercato particolarmente favorevole, si possono concentrare più fixing del volume minimo in un intervallo più limitato di tempo. In quest’ottica, si elimina la variabile “quantità” e si concentra la strategia sull’identificazione del giusto timing. A dipendenza poi della propensione al rischio, i fixing saranno più o meno concentrati intorno al periodo identificato per la copertura.