La scelta di un prezzo variabile con possibilità di fixing è di interesse per le aziende che vogliono cogliere le opportunità date dalla volatilità dei prezzi. Si tratta di cercare di comprare energia quando i prezzi sono più bassi e allo stesso tempo, abbassando i rischi di un contratto a prezzo variabile, in cui l’imprevisto di ricevere una fattura troppo alta è sempre dietro l’angolo.
Una soluzione che ha tanti vantaggi, ma richiede altrettanti sforzi a chi si occupa di energy management e ai responsabili dell’ufficio acquisti perché necessita non solo di tempo e costanza, ma anche di competenze specifiche.
Questa combinazione di fattori difficilmente può essere soddisfatta all’interno dell’azienda, nella tradizionale interlocuzione con il fornitore oppure rivolgendosi a un singolo esperto.
Ecco perché non bisogna assecondare né la narrazione secondo la quale il fixing è una soluzione alla portata di tutti, né la visione opposta che vede questa possibilità contrattuale come una prerogativa di pochi.
È a causa di questo doppio equivoco che i problemi più frequenti del contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing sono spesso sottovalutati oppure restano del tutto sconosciuti. Essere consapevoli di quali sono gli ostacoli da affrontare per portare a termine un’operazione di fixing con successo è, invece, fondamentale.
In questo articolo ci occuperemo, quindi, dei problemi più frequenti per il fixing del prezzo dell’energia dal punto di vista delle aziende: mancanza di tempo e competenze, bassa autonomia e alta responsabilità, asimmetria informativa tra azienda e fornitore o consulente.
Avere una visione del mercato e stabilire una strategia di gestione del rischio è un’operazione molto complessa. Ci vogliono tempo e competenze per monitorare l’andamento dei mercati dell’energia elettrica e del gas, a causa della loro peculiarità, della complessità delle dinamiche che li contraddistinguono, della frammentazione dei dati e della mancanza di completezza delle informazioni.
Non esiste un unico sito web accessibile gratuitamente che raccoglie e confronta tutti i dati di cui abbiamo bisogno e non tutte le aziende hanno la possibilità di consultare database completi a pagamento, anche attraverso il supporto di esperti.
Sui siti web pubblici è possibile, ad esempio, consultare solo i grafici con i prezzi del giorno. I dati pubblici generalmente coprono il breve e il medio periodo, ma non il lungo termine e richiedono inoltre una capacità di interpretazione molto ampia, che non si limita all’analisi del settore specifico, ma tiene conto anche del contesto internazionale e di eventi geopolitici.
Per creare il calendario dei click, quindi dei momenti specifici in cui effettuare il fixing del prezzo, sono necessarie inoltre competenze di trading.
Come si fa a capire qual è il momento giusto per comprare energia elettrica e gas? È la domanda che si pongono tutti gli energy manager. Un quesito che spesso viene rivolto ad esperti esterni all’azienda oppure al fornitore.
Nel primo caso l’expertise richiesta è molto alta, ma la competenza non è sufficiente a garantire una strategia di fixing davvero efficace. È necessario, infatti, seguire in modo continuo l’andamento mercato. Ma quanto costa un servizio di consulenza quotidiano?
Troppo per molte aziende. Nel caso si scelga di affidarsi al fornitore, invece, bisogna tenere conto del limite di questa operazione: il fornitore può infatti offrire informazioni generali, ma non è in grado di andare nel dettaglio. Non può, in definitiva, indicare qual è l’esatto momento per fare fixing.
Una delle difficoltà principali della scelta di un contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing è che la responsabilità del successo o dell’insuccesso dell’operazione può essere addebitata ad una sola persona.
Questo avviene in assenza di una reale strategia di gestione del rischio e di fronte alla difficoltà di progettare a lungo termine. La complessità delle dinamiche di fixing rende difficile spiegare all’interno dell’azienda un mancato risparmio.
Un’errata strategia può dipendere dalla scarsità di informazioni degli interlocutori a cui ci rivolgiamo oppure è frutto di un’interpretazione errata dei dati. L’errore umano è sempre in agguato. L’asimmetria informativa tra esperto ed energy manager non consente al responsabile dell’azienda di gestire autonomamente le strategie di fixing, né eventualmente di giustificarle di fronte ai vertici dell’azienda.
L’energy manager per diventare un esperto di fixing ha bisogno di informazioni complete per gestire i contratti. Ora può contare sulle analisi non di un singolo consulente, ma di un team di esperti: matematici ed economisti, specializzati nel settore energetico che fanno parte dell’osservatorio indipendente REF-E.
E su piattaforme digitali che combinano analisi di mercato e strategie di rischio grazie all’utilizzo di algoritmi in grado di analizzare le informazioni fornite da ogni utente e di dare risposte personalizzate.
Un mix di tecnologia ed expertise umana che consente al manager di condividere il rischio nella scelta dei contratti, rendendosi allo stesso tempo più autonomo, e di superare l’asimmetria informativa tra azienda e fornitore, impiegando meno tempo e risorse nella gestione dei contratti di energia, senza dover rinunciare a tutte le altre attività.