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KPI energetici, cosa monitorare per pagare di meno

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I volumi e le modalità di consumo dell'energia, il Credit score e l'affidabilità finanziaria del cliente, le tempistiche delle varie operazioni di fornitura, fixing dei prezzi, condizioni contrattuali e di mercato. E poi, ancora, la richiesta di garanzie finanziarie e di fideiussione bancaria da parte del fornitore, la fedeltà e la notorietà del cliente.

Sono tanti i KPI (Key Performance Indicator, gli indicatori chiave di prestazione) che possono influenzare il prezzo dell'energia, e dei suoi contratti. Se ne possono contare almeno nove.

In generale, e un po' per tutti questi fattori e le variabili che incidono sul prezzo finale all'azienda cliente, vale sempre questo principio: più il fornitore si deve assumere un 'rischio' – che può essere di vario genere e peso –, nella fornitura, più questo rischio si riflette nel prezzo dell'energia e nel costo del contratto, facendolo aumentare.


KPI energetici e fornitori

Al contrario, più basso è il rischio che deve correre il fornitore per fare il suo lavoro e più basso sarà anche il costo dell'energia e del contratto al cliente. Vediamo queste variabili che incidono sul prezzo, a partire dalle tempistiche che ci sono tra le varie operazioni.

Nel mercato finanziario dell'energia – come gli addetti ai lavori sanno bene –, il prezzo della materia prima è molto volatile, può cambiare da un momento all'altro. Per cui ci può essere una notevole differenza di prezzo in poco tempo. Proprio per questo, se si chiede a più fornitori di presentare più offerte, perché queste siano davvero confrontabili è molto importante che si riferiscano allo stesso giorno, e ora, e per la stessa durata di validità.


KPI energetici, prezzo fisso e prezzo variabile

Il principio guida è che più il fornitore deve assumersi un rischio: quindi se si usa un contratto a prezzo fisso alzerà il costo di ciò che vende dato che il fornitore stesso deve coprirsi dal rischio di un mercato molto volatile. Mentre un contratto di fornitura a prezzo variabile segue l'andamento del mercato, con i suoi pro e contro, per cui la difficoltà è cercare di cogliere le migliori opportunità. Conta, in questo caso, saper monitorare e 'leggere' la situazione e le prospettive, e fare delle previsioni corrette sull'andamento del mercato.

Allo stesso modo, sempre in tema di tempistiche, più è lungo il periodo di pagamento previsto – ad esempio, a 60 giorni dalla fornitura –, e più costa.

Chi invece ha l'abitudine di servirsi sempre dello stesso fornitore, senza guardare ai cambiamenti e alle possibilità del mercato, si perde delle grandi opportunità.

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Affidabilità finanziaria, Credit score e convenienza: i KPI energetici aziendali

Conta poi, ad esempio, l'affidabilità finanziaria dell'azienda cliente. Il fornitore di energia teme i cattivi pagatori, quindi, se l'azienda cliente ha un Credit score basso, il fornitore fa una richiesta più alta e onerosa per coprire il rischio da sostenere.

 

KPI energetici e fideiussione

Strettamente collegato a questo, ci può essere da parte del fornitore di energia la richiesta al cliente di garanzie finanziarie e fideiussione bancaria. I fornitori chiedono una fideiussione alle aziende clienti a seconda dell'affidabilità e del Credit score dell'impresa, e più la fideiussione è alta e minore è il rischio per il fornitore, quindi più il costo della fornitura si abbassa.

Ma non tutte le aziende possono presentare una fideiussione, oppure, se la fideiussione che si riesce a presentare copre un breve periodo di fornitura, ad esempio un mese soltanto, più si alza il prezzo dell'energia da parte del fornitore. È tutta e sempre una questione di rischio, affidabilità, fiducia. In questo quadro, anche la fedeltà del cliente può influire sul livello di fiducia da parte del fornitore, e quindi sul prezzo.


Altri KPI energetici che pesano sul prezzo finale

Anche la modalità di consumo, come vengono consumati gas e luce, da parte del cliente influisce sul prezzo: se i consumi sono 'piatti', regolari, rappresentano rischi minori per il fornitore. Se i consumi di energia sono invece irregolari, con picchi e flessioni, allora sempre per la volatilità del mercato ci sono più rischi per il fornitore, quindi il prezzo può aumentare.

Proprio per questo, è importante che il fornitore conosca nel dettaglio le modalità di consumo dell'impresa cliente: per fargli un prezzo su misura. Più informazioni il cliente dà al fornitore, sui suoi consumi e modalità di utilizzo dell'energia, più tutto ciò può abbassare i rischi per il fornitore e il prezzo all'impresa cliente.

Senza dimenticare che ciò che fa guadagnare meglio i fornitori non è tanto la fornitura di energia, quanto i servizi collegati di Facility management.

 

KPI energetici: l'elenco pratico

A partire da questi 9 KPI energetici che influenzano il prezzo del contratto:

  1. Volumi e le modalità di consumo dell'energia;
  2. Credit score del cliente;
  3. Affidabilità finanziaria del cliente;
  4. Tempistiche delle varie operazioni di fornitura;
  5. Fixing dei prezzi;
  6. Condizioni contrattuali e di mercato;
  7. Richiesta di garanzie finanziarie e di fideiussione bancaria da parte del fornitore;
  8. Fedeltà del cliente;
  9. Notorietà del cliente.

Come si fa a districarsi in questo labirinto? Con la bussola fornita dalle nuove tecnologie: attraverso piattaforme e soluzioni Hi-tech, in grado di elaborare grandi quantità di dati e calcoli, attraverso algoritmi e intelligenza artificiale dedicati proprio al mondo della fornitura di energia. Gli strumenti per lavorare al meglio ci sono, occorre utilizzarli bene.