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Barbara Brosadola di Bros Energy: "Come riconoscere le opportunità"

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Come abbiamo raccontato in un articolo precedente: "Energy management: le lezioni del 2020", il lock down ha lasciato in eredità una lezione importante a chi gestisce i contratti di fornitura energetica.

Abbiamo visto come molti energy manager abbiano rivalutato l’opzione del contratto a prezzo indicizzato, dimostratasi la scelta vincente durante il crollo del mercato energetico. Ma tuttora, per chi ha il compito di ottimizzare i costi di gestione di una fornitura energetica, ci sono molte difficoltà nel passare ad una gestione attiva del proprio contratto.

La causa principale è la complessità che comporta la scelta dei fixing previsti nei contratti a prezzo variabile, che scoraggia molti professionisti del settore. Ci siamo chiesti se esistesse una soluzione per semplificare il quadro e soprattutto come bisogna fare per sfruttare a proprio vantaggio eventuali shock del mercato, come quello appena trascorso. Barbara Brosadola, di Bros Energy, ha voluto condividere con noi le risposte a queste e altre domande  in questa intervista.


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Il Covid ha lasciato in eredità una lezione importante riguardo la gestione dei contratti di fornitura energetica?

"Quando il Covid ha costretto la maggior parte degli stati a imporre il lockdown, i mercati energetici, come quello dell’energia elettrica e del gas, ed in generale i mercati finanziari, hanno subito un crollo improvviso. Lo stop di ogni attività produttiva non essenziale ha causato un calo brutale della domanda di energia, gas e petrolio e una contrazione generale dei consumi che ha aggravato lo stato della salute economica globale.

Un tale shock ha avuto ripercussioni anche sulla gestione della fornitura, sia dal punto di vista dei clienti che da quello dei fornitori. Sono infatti state messe in discussione le classiche logiche alla base delle scelte di pricing fatte dai clienti. Per qualcuno il crollo dei prezzi è stata un’opportunità che ha consentito di risparmiare, per qualcun altro ha costituito invece un problema da gestire.

Chi aveva un contratto di fornitura a prezzo variabile, di fatto, si è trovato avvantaggiato, perché ha approfittato del calo improvviso dei prezzi per negoziare un prezzo più favorevole per la propria fornitura futura. Chi invece aveva optato per un contratto a prezzo fisso, non ha potuto cogliere questa opportunità, non ha risparmiato, ma non ha avuto un danno reale o un sovra costo rispetto al prezzo fisso pattuito.

La maggior parte dei fornitori, invece, si è trovata in una situazione più complicata. Come conseguenza del forte calo dei consumi, i fornitori che avevano già comprato l’energia o il gas per approvvigionare il proprio portafoglio di clienti a prezzo fisso, si sono visti costretti a rivendere il surplus non consumato a prezzi tendenzialmente inferiori, realizzando delle perdite.

Alcuni fornitori hanno provato a rinegoziare gli acquisti fatti a copertura dei propri portafogli, ma in generale, chi più chi meno, molti hanno subito un peggioramento della situazione economica e finanziaria. Anche la cassa ne ha risentito, considerando la diminuzione degli incassi  a fronte, però, di un aumento della complessità della gestione.

La prima conseguenza di questo shock improvviso dei mercati e della situazione di incertezza che ne è derivata, è stato il maggior interesse da parte dei clienti verso contratti di fornitura a prezzo variabile, che, grazie alla maggior flessibilità rispetto al prezzo fisso, consentono una migliore reattività rispetto a movimenti repentini dei prezzi a fronte di un modesto aumento della complessità della gestione. In seconda battuta, sia da parte dei clienti che da parte dei fornitori, si è concentrata l’attenzione su un corretto approccio alla gestione del rischio".

Quali sono stati i risvolti per chi gestisce contratti energetici dopo l’esperienza non ancora conclusa della pandemia?

"La situazione causata dal Covid ha avuto anche dei risvolti positivi per il futuro dell’energy management, perché si è risvegliata l’attenzione riguardo il controllo dei costi, la gestione dei rischi e la capacità di saper cogliere le opportunità che ci offre il mercato. Non parliamo più, dunque, di un approccio alla gestione attiva della fornitura limitato ai soli grandi clienti energivori, ma di un più generalizzato interesse anche da parte dei clienti con consumi inferiori.

In questo scenario, la prima necessità dei clienti sarà ricercare e acquisire le competenze necessarie alla gestione di contratti a prezzo variabile. L’esperienza e la comprensione dei mercati, insieme alla capacità di valutazione e gestione dei rischi, saranno il principale strumento per compiere il passaggio dal prezzo fisso alla gestione attiva della fornitura.

Se da un lato sarà necessario del tempo per acquisire internamente queste competenze, dall’altro l’immediata disponibilità di queste competenze in outsurcing, favorirà una veloce trasformazione dell’approccio alla gestione della fornitura.

Un'altra necessità dei clienti per poter affrontare questo passaggio sarà la velocità. Velocità nel reagire al mercato, velocità nel fare fixing e in generale nel gestire la fornitura. Non c’è dubbio che per ottenere questa velocità ci si dovrà avvalere sempre di più di strumenti digitali e automatizzati.
Ma per il realizzarsi di una vera e propria rivoluzione digitale dell’energy management è necessario un cambio di mindset da parte dei clienti, dei fornitori e degli esperti, affinché gli attori del mercato padroneggino le nuove competenze che porteranno all’innovazione del settore".

L’energy management è pronto ad una rivoluzione digitale?

"Non solo è pronto, ma lo deve essere, perché la necessità di velocità e reattività per gli energy manager sta diventando molto forte. Inevitabilmente i clienti necessiteranno di supporto informatico specifico, di semplificazione e di una certa standardizzazione. Ad oggi, ad esempio, è ancora abbastanza complicato fare una comparazione delle diverse offerte di fornitura, ciascun fornitore offre formule di indicizzazione diverse, clausole diverse. In quest’ambito è necessaria una semplificazione e questa semplificazione non può che avvenire per merito della spinta digitale.

Un’altra importante lezione dataci dal Covid è la consapevolezza che ormai i dispositivi informatici sono diventati una nostra estensione, perché pretendiamo di svolgere la maggior parte delle nostre attività quotidiane con la facilità e la velocità di un click. Per questo è importante che anche l’energy management colga i frutti della rivoluzione digitale; credo che buona parte delle attività di competenza degli energy manager possano essere digitalizzate, in maniera semplice, rapida, ma con qualità e competenza".