YEM optimization è uno strumento che permette ai clienti di ottimizzare la propria fornitura energetica (sia gas che energia elettrica) a prezzo variabile con fixing. Quando chiedere un fixing, quanto volume fissare e perché? Queste sono le vostre domande, YEM optimization è la nostra...
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YEM optimization è uno strumento che permette ai clienti di ottimizzare la propria fornitura energetica (sia gas che energia elettrica) a prezzo variabile con fixing. Quando chiedere un fixing, quanto volume fissare e perché? Queste sono le vostre domande, YEM optimization è la nostra risposta.Quando si parla di ottimizzazione della fornitura sono molti i consumatori che non trovano la soluzione giusta alle proprie esigenze. Serve l’expertise sui mercati, serve una strategia ad hoc e serve anche trasparenza. Ecco perché vogliamo spiegarti come lavoriamo e come possiamo aiutarti a gestire l’ottimizzazione della tua fornitura in pochi click.
Come funziona YEM optimization?
Il primo punto sono le previsioni. Partiamo dall’expertise sui mercati, indispensabile per impostare una strategia di fixing. YEM optimization si avvale della consulenza degli esperti di REF-E, che analizzano costantemente i mercati dell’energia elettrica e del gas naturale e forniscono previsioni accurate dell’andamento dei prezzi forward, in particolare del primo prodotto annuale (calendar).
Grazie a queste previsioni siamo in grado di mantenere un costante monitoraggio dei mercati e individuare i momenti migliori per consigliarti un fixing.
Se l’andamento dei prezzi subisce uno spike o se si modifica l’assetto del mercato, le nostre previsioni vengono aggiornate e la strategia di fixing modificata per seguire con velocità i mercati e consentirti di reagire per tempo.
Oltre alle previsioni dei nostri esperti di mercato utilizziamo anche un algoritmo basato sui prezzi di mercato, che ci aiuta ad individuare i minimi storici e a convalidare le strategie di fixing. Come? Semplice! Quando le previsioni dei nostri esperti indicano che i prezzi stanno per salire (forecast a 1 mese), grazie al nostro algoritmo verifichiamo quale sia il livello dei prezzi attuali rispetto ai prezzi storici. Calcoliamo infatti la media mobile a 20 giorni sulle quotazioni passate del Cal + 1, e confrontiamo il prezzo di mercato attuale con il valore della media mobile in alcuni momenti “target” del passato, presi cioè come riferimento per l’algoritmo. Se le differenze sono negative (se il prezzo attuale è più basso) e si trovano al di sopra di determinati valori soglia, allora Yem optimization consiglia di fare un fixing il giorno successivo, così da non aspettare che i prezzi salgano.
Con YEM optimization la strategia è personalizzata
Ma non solo!
La strategia di fixing viene strutturata in modo da adattarsi alle caratteristiche del tuo contratto e alla tua propensione al rischio, in modo da essere customizzata per le tue specifiche esigenze.
Prima di tutto, infatti, ti chiediamo delle informazioni sulla struttura dei fixing consentita dal vostro contratto.
Quali sono i periodi su cui è consentito richiedere un fixing? Un mese, un trimestre, un anno? Qual è il volume minimo che può essere fissato? Il 10%? Il 25%?
Non tutti i contratti sono uguali ed è quindi necessario adattare la strategia di fixing alle specifiche del contratto firmato.
Inoltre, ti facciamo scegliere la tua propensione al rischio, fondamentale per poterti dare il consiglio giusto!
Una volta che i nostri esperti hanno individuato il momento in cui i prezzi dovrebbero essere più bassi, la strategia propone di scaglionare i fixing, più concentrati intorno alla data di minimo dei prezzi, se la strategia scelta è ad alto rischio, più distribuiti nel tempo se la strategia scelta è a basso rischio.
Basso rischio vuol dire perseguire il prezzo più basso minimizzando nel contempo la possibilità che il minimo dei prezzi sia leggermente prima o leggermente dopo la data (o il periodo) individuata dai nostri esperti, mediando quindi il prezzo dei diversi fixing su un periodo più ampio. Viceversa, alto rischio significa cercare di fissare la maggior parte dei volumi proprio quando il mercato è al minimo, concentrando i fixing in un intervallo di tempo più limitato.
Inoltre, una strategia a basso rischio vi consiglia di richiedere fixing fino al 100% dei volumi, evitando di entrare nel periodo di consumo con una quota dei consumi ancora a prezzo variabile e, nel contempo, anticipando i fixing per evitare di incorrere nella tipica volatilità dei prezzi che si riscontra quando il periodo di delivery è molto vicino (non vengono consigliati fixing nei 2 mesi prima della delivery).
Una strategia ad alto rischio, invece, è strutturata per approfittare anche della volatilità degli ultimi due mesi prima dell’inizio del periodo di consumo e per questo, in base alla percentuale minima di fixing consentita dal contratto, non consiglia di fissare il prezzo del 100% dei volumi, ma lascia una % a prezzo variabile per trarre un eventuale beneficio anche da un ribasso dei prezzi dell’ultimo momento.
YEM optimization e la sua trasparenza
Non vogliamo decidere per te, ma darti gli strumenti giusti per prendere le tue decisioni.
Per questo motivo, oltre a darti delle indicazioni sui fixing ti forniamo le previsioni di mercato su cui abbiamo basato la nostra strategia. Puoi decidere di non richiedere un fixing nelle date che ti indichiamo e la nostra strategia si adatterà per suggerirti delle date alternative.
Se preferisci utilizzare delle previsioni fornite dal tuo consulente di fiducia o dal tuo fornitore, hai la possibilità di inserirle in YEM optimization e basare le tue strategie di fixing sulla curva dei prezzi previsti che hai scelto. La logica dei fixing rimane invariata, ma si baserà sulla previsione dei prezzi futuri che preferisci.
Questa è la logica su cui si basano i consigli di fixing di YEM optimization.
Expertise, strategia ad hoc e trasparenza, con la semplicità di un click!
Come sfruttare le opportunità del portfolio management
Sia che si guardi il punto di vista del fornitore che quello del cliente, avere uno o più contratti di fornitura da gestire significa doverne curare diversi aspetti. Il portfolio management è l’insieme delle attività che servono per ottimizzare la gestione del proprio portafoglio, di vendita,...
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Sia che si guardi il punto di vista del fornitore che quello del cliente, avere uno o più contratti di fornitura da gestire significa doverne curare diversi aspetti.
Il portfolio management è l’insieme delle attività che servono per ottimizzare la gestione del proprio portafoglio, di vendita, da un lato, o di consumo, dall’altro.
E’ evidente che sia il cliente che il fornitore devono dotarsi degli strumenti corretti per supportare la gestione della fornitura e dei rischi a questa associati. Quali sono dunque i rischi da monitorare?
Il rischio credito nel portfolio management
Il rischio credito è il rischio che una delle due parti non paghi quanto è dovuto. In un contratto di fornitura è dunque un rischio a cui è soggetto il fornitore ed è il motivo per cui spesso il fornitore richiede una garanzia bancaria o assicurativa che copra, appunto, il rischio di mancato pagamento da parte del cliente.
Il rischio controparte nel portfolio management
Il rischio controparte è il rischio che una delle due parti non sia in grado di ottemperare ai suoi obblighi contrattuali ed è, più nello specifico, il rischio che il fornitore non possa più fornire energia o gas come da contratto.
Entrambi questi due aspetti possono essere gestiti correttamente nelle prime fasi della contrattualizzazione, quando il cliente seleziona il fornitore e quando il fornitore valuta a sua volta l’affidabilità del cliente. Durante la contrattualizzazione, dunque, sia il cliente che il fornitore prescelto saranno stati analizzati dal punto di vista dell’affidabilità creditizia e della solidità finanziaria, per consentire ad entrambi di scegliere la migliore controparte con cui obbligarsi al rispetto del contratto.
Il rischio volume nel portfolio management
IL rischio volume è il rischio che i volumi previsti durante la contrattualizzazione non corrispondano ai volumi effettivamente consumati dal cliente. Il rischio volume ha un impatto sia sul fornitore che sul cliente. Il fornitore, infatti, quando acquista l’energia o il gas destinati al cliente, si basa su una previsione di consumo che, se disattesa, può comportare costi maggiori per l’approvvigionamento. Per il cliente, il rischio volume è sia il rischio di consumare più del previsto (e dunque pagare una fattura su un consumo maggiore di quanto preventivato), sia il rischio di consumare maggiormente in periodi in cui il costo dell’energia o del gas è più alto.
E’ importante, dunque, che il cliente conosca il proprio profilo e le dinamiche di consumo e che, se possibile, anche il fornitore ne sia adeguatamente informato. Una maggiore conoscenza di ciò che accade ai propri consumi al variare della propria attività (se accendo un macchinario o spengo una linea produttiva) consente anche di scegliere il modo migliore per gestire la propria fornitura.
Il rischio prezzo nel portfolio management
Il rischio prezzo: questo è il tema al quale sia i fornitori sia i clienti sono maggiormente sensibili ed è il rischio di pagare un prezzo troppo alto o maggiore del previsto per la fornitura energetica. Se il concetto sembra immediato se si vestono i panni del cliente, forse lo è meno cercando di immedesimarsi nel fornitore. Il fornitore, infatti, quando un cliente richiede una fornitura a prezzo fisso o un fixing, deve a sua volta gestire il rischio di acquistare l’energia o il gas che ha contrattualizzato ad un prezzo superiore rispetto al prezzo di vendita.
Per poter gestire adeguatamente la fornitura, soprattutto per quanto riguarda il rischio prezzo, è fondamentale avere ben chiare quali saranno le possibilità di ottimizzazione da esso offerte: quali sono i volumi minimi su cui richiedere un fixing, quali sono i periodi (mesi/trimestri/anni) su cui è possibile fissare il prezzo, quante volte è possibile farlo, quali sono i limiti temporali per i fixing prima del periodo di delivery e così via.
Da tutti questi aspetti dipende poi la possibilità di ottimizzare la fornitura durante tutto il periodo contrattuale. Tendenzialmente, un fornitore che offre contratti di fornitura con fixing è dotato da un lato di expertise specifiche e dall’altro di sistemi informatici che gli consentono di tener conto perfettamente dei fixing richiesti, dei volumi coperti e di procedere correttamente alla gestione dell’intero contratto. La gestione è dunque relativamente semplice, considerando anche che spesso è parzialmente automatizzata e digitalizzata.
Viceversa, non sempre i clienti sono dotati di un dipartimento di energy management che gestisca il contratto di fornitura o che abbia la conoscenza approfondita dei mercati energetici e delle loro dinamiche.
Come fare dunque per ottimizzare la gestione del portfolio managment?
In generale sono diverse le soluzioni che consentono alle aziende di ottimizzare il prezzo della fornitura ma è importante che il costo da sostenere sia coerente con i vantaggi che ne conseguono. L’ideale è ricevere il supporto di esperti che, seguendo attentamente il mercato, possano consigliare il momento adatto per fare un fixing tenendo anche in considerazione le caratteristiche di flessibilità del contratto di fornitura (non tutti sono uguali!) e la propensione al rischio del cliente. Con l’aiuto del partner giusto per l’ottimizzazione del contratto, la gestione della fornitura risulta più semplice e conveniente.
Contratti Fornitura energetica
Contratti energetici per azienda: come gestire il rischio del fixing
La gestione “dinamica” dei contratti energetici per azienda fa ancora paura a molti Uffici acquisti ed Energy manager, potrebbe portare a massimizzare il risparmio. Parliamo delle formule di acquisto di gas ed energia elettrica a prezzo variabile con possibilità di fixing, che richiedono...
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La gestione “dinamica” dei contratti energetici per azienda fa ancora paura a molti Uffici acquisti ed Energy manager, potrebbe portare a massimizzare il risparmio. Parliamo delle formule di acquisto di gas ed energia elettrica a prezzo variabile con possibilità di fixing, che richiedono all’azienda acquirente di valutare, periodo per periodo, le opportunità di risparmio offerte dal mercato. Qualora ce ne fossero, naturalmente.
La bella notizia, per tutti i lettori più prudenti e/o diffidenti, è che il mercato delle materie prime offre sempre opportunità che, pur accompagnandosi a una piccola percentuale di rischio, vale la pena di considerare.
Tra rischio e benefici economici, infatti, la bilancia pende sempre dalla parte dei vantaggi, perché la diversificazione dei costi nel tempo permette di gestire il rischio dei contratti energetici per azienda a prezzo indicizzato.
Vale la pena di entrare nel merito della tematica.
Il vantaggio legato alla volatilità dei prezzi
Se possiamo affermare che un contratto a prezzo fisso è più facile da concepire, perché dà una garanzia di spesa che non cambierà nel corso della fornitura, vero è anche che concentra in un solo momento dell’anno la scelta di bloccare il prezzo dell’energia. Se il mercato dovesse flettere, l’ufficio acquisti e l’energy manager dovranno essere consapevoli del fatto di aver pagato molto di più di quanto avrebbe potuto fare.
Costruire il prezzo di fornitura acquistando volumi di materia prima nel tempo, invece, consente di scegliere le tariffe di mercato migliori e di pagare complessivamente meno. In un contratto a prezzo indicizzato, infatti, le operazioni di acquisto possono essere fissate nei momenti in cui le quotazioni sono più basse.
È necessario seguire il mercato e coglierne le opportunità man mano che si presentano, dunque: da qui la dinamicità di cui si parlava.
Ora, non tutti hanno sufficiente tempo da dedicare al monitoraggio dei prezzi di gas ed energia elettrica; non tutti, inoltre, sono abbastanza competenti in materia di tecnicismi della Borsa energetica.
Eppure, nei periodi di forte volatilità dei prezzi, che non sono affatto rari, la convenienza è sotto gli occhi di tutti.
In cosa consiste il rischio dei contratti energetici per azienda a prezzo variabile
Le ragioni che possono far oscillare i prezzi delle materie prime sono diverse e dipendono da una serie di fattori esterni:
- l’energia elettrica è una materia prima che non si può stoccare, pertanto richiede un equilibrio perfetto tra la quantità prodotta e quella richiesta. Se manca questo equilibrio è necessario ritrovarlo attraverso attività di tendering che fanno variare il prezzo molto velocemente. Anche gli eventi straordinari - come è avvenuto durante il lockdown per la pandemia, a causa del quale si è verificato un crollo della richiesta o, al contrario, quando il grande caldo genera un picco di domanda per via dei condizionatori d’aria - generano rialzi o ribassi del valore di un GW.
- per il gas il discorso è un po’ diverso, perché si tratta di una materia prima che è possibile acquistare e conservare. Tuttavia, il suo valore può essere influenzato dalle crisi politiche, dai cambiamenti climatici, dalle scorte, ecc. E l’Italia produce pochissimo gas, quindi dipende da Stati terzi.
Questa forte volatilità dei prezzi genera più volte durante un anno solare occasioni di acquisto di materie prime a prezzi convenienti. Un minimo rischio di incappare in un anno caratterizzato solo da rialzi di prezzo esiste, inutile negarlo, ma allungando i “tempi di osservazione”, fino a tre o quattro anni, i momenti favorevoli per fissare il prezzo di un volume parziale di commodity si verifica sempre.
Cosa fare allora per godere dei vantaggi di un contratto energetico per azienda a prezzo indicizzato, senza avere le competenze di un trader?
La soluzione digitale per gestire il fixing
Avvalendosi un tool on line capace di monitorare i mercati e suggerire all’utente il momento giusto per fare fixing si risolve il dilemma nella maniera più pratica, professionale e all’avanguardia che si possa immaginare. Questo strumento è già disponibile e risulterà tanto più efficace quanto lungo sarà il periodo di fornitura. L’Ufficio acquisti, dunque, non ha che da affidarsi a un marketplace digitale per trovare una fornitura su misura di tre o quattro anni e poi utilizzare le strategie di fixing proposte YEM optimization dei prezzi per effettuare i fixing con i propri fornitori. Con gli strumenti adatti, fare fixing in piena sicurezza e massimizzare il risparmio diventa facile.
Nozioni Chiave Fornitura energetica
La differenza tra prezzo variabile e prezzo variabile con fixing
La tipologia di contratto energetico può fare una grande differenza nel raggiungimento del risparmio auspicato. I contratti, infatti, non sono tutti uguali: esistono tre formule di prezzi di acquisto di energia: prezzo fisso prezzo variabile prezzo variabile con fixing Se la differenza tra...
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La tipologia di contratto energetico può fare una grande differenza nel raggiungimento del risparmio auspicato. I contratti, infatti, non sono tutti uguali: esistono tre formule di prezzi di acquisto di energia:
Se la differenza tra una fornitura a prezzo fisso e una a prezzo variabile è, tutto sommato, intuitiva, non si può dire altrettanto delle due tipologie di prezzo variabile. Quale convenga scegliere e perché è quanto ci proponiamo di spiegare con questo post. L’Ufficio acquisti, infatti, deve poter padroneggiare tutti gli elementi necessari a fare la scelta più consapevole e conveniente per la propria azienda.
Soluzioni… poco soddisfacenti
In fase di gara, i fornitori potenziali propongono la loro migliore offerta commerciale con la speranza di essere scelti. A meno che l’Ufficio acquisti non fornisca informazioni specifiche sul proprio fabbisogno energetico e sul tipo di contratto, il documento di proposta verterà certamente su una fornitura a prezzo fisso.
Per un player del settore energia, il prezzo fisso è il canone più redditizio, ossia il cliente si assicura il gas e l’energia elettrica a un certo costo, indipendentemente da come andrà il mercato. In più, l’Ufficio acquisti accetta di pagare una quota una tantum per garantire il fornitore nel caso i prezzi del mercato delle materie prime dovessero scendere. Questa quota è calcolata dal fornitore nel prezzo fisso e sarà tanto più alta quanto più lunga è la durata del contratto, elevata l’imprevedibilità e quindi il costo del rischio che il fornitore fa pagare. Insomma, con la fornitura a prezzo fisso, la più costosa, si paga la sicurezza di una cifra che non cambierà nel tempo e che potrà essere inserita nel budget aziendale senza dare sorprese.
Con questa scelta, si esclude ogni rischio. Però va detto che non si risparmia più di tanto.
Si potrebbe pensare, allora, che una formula a prezzo variabile senza fixing nel tempo riesca a contribuire più efficacemente al taglio dei costi in bolletta.
In linea teorica e se il prezzo fluttuante delle materie prime flettesse spesso durante l’anno, potrebbe anche essere vero. In fondo, il costo a consuntivo risulta da una media di tutti i prezzi delle materie prime nell’anno. A vantaggio del risparmio finale, poi, va detto che l’azienda non sarebbe chiamata a corrispondere l’una tantum iniziale che il fornitore associa al contratto a prezzo fisso.
Ecco una grande rete nella quale cadono in molti!
Questa formula contrattuale, in verità, è molto rischiosa. Ciò, per due ragioni:
1) se il contratto è legato alle fluttuazioni del mercato, ma l’azienda non ne ha il controllo, c’è solo da sperare che i prezzi non crescano iperbolicamente per una ragione qualsiasi;
2)non è possibile inserire una cifra specifica sul budget.
Si tratta di un approccio passivo al mercato. Non a caso questo tipo di contratto viene scelto soprattutto dagli Uffici acquisti di aziende nelle quali non esiste una figura professionale che si occupi esclusivamente di energia. Le dinamiche di mercato sono e rimangono un mistero sul quale eventualmente si può delegare un consulente esterno (al quale si dovrà pagare un lauto compenso!).
Dove sta il risparmio allora?
Costruire la propria bolletta attraverso il prezzo variabile con fixing
Essere attivi sul mercato fa la differenza. Certo, è necessario monitorare la curva dei prezzi su quali è indicizzato il contratto delle materie prime giorno per giorno, ma ne vale davvero la pena. Vediamo perché.
Immaginiamo di poter comprare il gas e l’energia elettrica solo quando il prezzo tende a calare o poco prima di un prevedibile forte rialzo. Pensiamo di poter fissare il prezzo di una porzione di fornitura proprio quando i dati di mercato ci fanno pensare “Ecco, oggi è il giorno giusto. Oggi mi garantisco un bel risparmio!” Il fixing non è altro che questo.
Valutiamo, quindi, i pro e i contro di un contratto a prezzo variabile con fixing.
Questa formula contrattuale consente di acquistare l’intera fornitura in più riprese, in quote anche del 10%, e con larghissimo anticipo. Praticamente il cliente costruisce la propria bolletta. Chi ha fatto attività di fixing durante il primo lockdown per il Coronavirus, per esempio, ha risparmiato moltissimo denaro. (fonti: https://www.ilsole24ore.com/art/bollette-luce-e-gas-ecco-perche-calano-tariffe-aprile-e-cosa-potrebbe-succedere-ADX0ruL ____ https://www.arera.it/allegati/docs/20/121-20.pdf a pag 4)
L’utente interessato al contratto a prezzo variabile con fixing può chiedere al fornitore la massima flessibilità. In questo modo, ogni contratto può essere diverso e su misura.
Si potrebbe obiettare che un contratto molto flessibile con frequenti attività di fixing ha un costo alto. In effetti, la gestione diviene molto complessa e, per questo, è necessario un esperto consulente che sappia come muoversi. Non è pensabile che un Ufficio acquisti si occupi anche di monitorare il mercato energetico e capirne i tecnicismi. La consulenza, però, incide molto sulle spese annuali di un’azienda.
L’alternativa digitale alla costosa consulenza esterna
Fortunatamente esistono supporti digitali che permettono di gestire il contratto a prezzo variabile con fixing. Come?
- Monitorando costantemente il mercato delle materie prime;
- Suggerendo all’Ufficio acquisti i momenti migliori per il fixing;
- Consentendo di risparmiare rispetto ai costi di un consulente.
Si tratta di strumenti online Basati su previsioni di mercato e algoritmi, dietro i quali ci sono veri esperti del settore energia, che consentono la gestione attiva del contratto e che hanno costi di abbonamento di gran lunga inferiori rispetto alla collaborazione di un consulente.
In un anno in cui il ricorso al digitale è aumentato esponenzialmente per via dell’epidemia di Covid, conviene esplorare anche questa opportunità di risparmio offerta dalla tecnologia.
Contratti Fornitura energetica
Livelli di consumo energetici e prezzo variabile: quando è la scelta giusta per l’azienda
È risaputo che i costi dell’energia elettrica sostenuti dalle imprese in Italia sono decisamente elevati rispetto a quelli di altri Paesi europei. Per questo motivo, imperativo categorico di ogni ufficio acquisti di un’azienda italiana è risparmiare. Un obiettivo da raggiungere unendo l’utilizzo...
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È risaputo che i costi dell’energia elettrica sostenuti dalle imprese in Italia sono decisamente elevati rispetto a quelli di altri Paesi europei. Per questo motivo, imperativo categorico di ogni ufficio acquisti di un’azienda italiana è risparmiare. Un obiettivo da raggiungere unendo l’utilizzo di sistema di gestione che consideri i livelli di consumo energetici alla scelta del migliore contratto di fornitura.
A questo proposito, le soluzioni a prezzo variabile con possibilità di fixing rimangono tra le opzioni preferite per il loro potenziale di risparmio. Non tutti conoscono però i rischi nel fixing energia e quali sono i nuovi strumenti digitali b2b per minimizzarli. Ecco quando il prezzo variabile è la scelta giusta per l’azienda.
Orientarsi tra forniture a prezzo variabile e prezzo fisso
La selezione della fornitura ideale è un impegno notevole per ogni impresa. Da un lato, il mercato libero attuale è vantaggioso per la grande varietà di tariffe e servizi proposti. Dall’altro, per lo stesso motivo, il responsabile acquisti può trovare difficoltà nel compiere la scelta esatta.
Tra i principali dilemmi energy da affrontare c’è l’attivazione di una fornitura a prezzo variabile o prezzo fisso. Il costo finale dell’energia presentato in bolletta è infatti il risultato di diverse componenti. I costi di gestione, quelli di sistema e le imposte sono decisi dall’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, e non possono essere soggetti a variazioni. Al contrario, il prezzo della materia energia elettrica dipende dal mercato e dalle scelte indipendenti di uno specifico fornitore. Grazie a ciò, per andare incontro alle esigenze più diverse, le compagnie sul mercato libero offrono:
- tariffe a prezzo fisso, il costo della componente materia elettrica è bloccato per 1 o 2 anni;
- tariffe a prezzo variabile, il valore materia oscilla periodicamente seguendo gli andamenti del mercato.
I vantaggi del prezzo variabile e il rischio nel fixing energia
La scelta di una fornitura a prezzo variabile offre innumerevoli vantaggi, ma presuppone anche una certa conoscenza delle dinamiche del mercato dell’energia. Il prezzo della materia non oscilla infatti solamente in base al costo dei combustibili, ma dipende anche da altri fattori più o meno prevedibili, fenomeni sociali e economici come l’interesse pubblico per le fonti rinnovabili, e l’aumento o la contrazione dei consumi.
Ciò considerato, un contratto di questo tipo può anche offrire grandi risparmi quando il prezzo della materia sui mercati internazionali scende. Per cogliere queste opportunità e allo stesso tempo fronteggiare la volatilità del mercato dell’energia, sono nate le tariffe a prezzo variabile con possibilità di fixing. Con il fixing, si intraprende un regolare monitoraggio del mercato e si compra l’energia quando i prezzi sono più bassi.
Purtroppo, i rischi nel fixing energetico sono diversi. In primo luogo, sono necessari tanto tempo e competenze che consentano di monitorare il mercato costantemente ad ampio raggio, costante, approfondita e consapevole. Le conseguenze negative più frequenti sono un carico di responsabilità eccessiva sulle spalle dell’Energy Manager, oppure un uso smoderato di risorse per la costante rivalutazione degli acquisti e per l’affiancamento di un consulente esterno.
È quindi importante sfatare il mito che vede le forniture a prezzo variabile con possibilità di fixing la strada adatta a tutti. Allo stesso tempo, esistono oggi soluzioni digitali dedicate che permettono di scegliere questa alternativa con più facilità.
Fare la scelta giusta per i livelli di consumo dell’azienda
I vantaggi di un contratto a prezzo variabile sono oggi alla portata di tutti grazie all’arrivo di piattaforme digitali b2b specializzate. Questi servizi sono capaci di tenere conto dei livelli di consumo dell’azienda e degli altri dati del sistema interno di Energy Management per selezionare i migliori fornitori e offerte.
Ufficio acquisti e Energy Manager avranno più tempo per dedicarsi ad altri processi e allo stesso tempo beneficiare delle informazioni raccolte con efficienza attraverso questi nuovi strumenti. Sarà inoltre possibile fare previsioni e simulazioni delle diverse attività collegate, come la compravendita e le gare d’appalto. L’obiettivo raggiunto è così la massima ottimizzazione dei costi e delle risorse, riducendo al minimo dell’imprevedibilità tipica del settore e cogliendo le opportunità offerte dal mercato.
Come impostare una strategia di fixing
Una volta firmato il contratto di fornitura a prezzo variabile, spesso esiste la possibilità di richiedere al fornitore dei fixing, ovvero di fissare il prezzo dell’energia elettrica o del gas, per una quota parte del profilo di consumo contrattualizzato, per un periodo definito. Insomma, si può...
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Una volta firmato il contratto di fornitura a prezzo variabile, spesso esiste la possibilità di richiedere al fornitore dei fixing, ovvero di fissare il prezzo dell’energia elettrica o del gas, per una quota parte del profilo di consumo contrattualizzato, per un periodo definito.
Insomma, si può passare da un contratto totalmente a prezzo variabile ad una fornitura il cui prezzo viene in parte o in toto fissato prima del periodo di consumo. Ma come si fa a decidere quando richiedere un fixing e per quale quota di volume farlo?
Come decidere quando fare un fixing?
Innanzitutto una strategia di fixing deve partire dall’analisi dei mercati e dalla previsione di come i prezzi potrebbero evolvere in futuro. Questo tema, come abbiamo già detto più volte, è assolutamente essenziale per poter gestire correttamente un contratto indicizzato con fixing.
Si analizzano dunque i fondamentali del mercato del gas e dell’energia elettrica, con metodo e costanza, per creare degli scenari possibili dell’evoluzione futura dei prezzi. In base a questi scenari, che devono essere aggiornati costantemente per assorbire ogni eventuale cambio di assetto nei driver fondamentali, si riesce ad avere un’idea di come potrebbe muoversi il mercato nel prossimo futuro. Le analisi si basano su una moltitudine di fattori di natura fondamentale che avranno un impatto per un certo periodo di tempo o in un determinato momento nel futuro, ma devono considerare anche gli aspetti geopolitici, macroeconomici e a volte psicologici del mercato. Grazie all’interazione di questi diversi fattori si crea uno scenario e una curva forward dei prezzi che potrebbero verificarsi. Sulla base dei risultati si procede poi a sviluppare la strategia di fixing da applicare al proprio portafoglio di consumo.
Come impostare le strategie di fixing?
Esistono diverse filosofie su come impostare una strategia di fixing. Qualcuno cerca di trovare il momento migliore (il punto di minimo dei prezzi) per richiedere un fixing sul 100% (o quasi) del volume contrattuale, qualcun altro preferisce fissare più volte una porzione del profilo richiedendo un fixing ogni tot.
Quel che è certo è che la miglior strategia di fixing è quella che meglio si adatta all’attitudine al rischio dell’operatore e della società, quella che calza meglio, proprio come un vestito su misura.
Per questo motivo la prima cosa da fare è proprio identificare la predisposizione al rischio e l’approccio migliore. Se la priorità è ottenere il prezzo più basso in assoluto e limitare al minimo il numero di fixing, la strategia di fixing sarà concentrata sulla ricerca del corretto timing per richiedere al fornitore un fixing di una quota consistente di volumi, arrivando a fissare il 100% in 1 o 2 tranche.
L’altro lato della medaglia, in questo caso, è che si deve essere disposti ad accettare il rischio di non riuscire a cogliere il momento migliore per eseguire il fixing o, addirittura, di eseguirlo proprio nel momento in cui i prezzi sono più alti.
Se, viceversa, la priorità è limitare il più possibile il rischio di fare il fixing nel momento sbagliato, la strategia di fixing dovrà certamente ottimizzare il timing, ma soprattutto dovrà prevedere la richiesta di più tranche di fixing per suddividere i volumi fissati nel corso di un ampio periodo. D’altra parte è necessario essere consapevoli che un numero maggiore di fixing diluisce, sì, l’effetto negativo di un fixing nel momento in cui i prezzi sono molto alti, ma diluisce altrettanto il vantaggio di eseguire un fixing con i prezzi ai minimi.
In entrambi i casi la difficoltà maggiore risiede nel comprendere il mercato e riuscire a reagire correttamente ad esso. Non dimentichiamoci inoltre che, oltre alla ricerca del momento giusto per fare il fixing, è necessario valutare anche la possibilità di non fissare l’intera quota di volume per un determinato periodo, ovvero di sfruttare o meno un potenziale ribasso dei prezzi spot nel periodo di consumo. Spesso infatti può essere preferibile lasciare che una parte del volume contrattuale rimanga esposta alle fluttuazioni dei prezzi.
La pianificazione della strategia di fixing
Pur mantenendo un buon livello di flessibilità, è consigliabile pianificare l’approccio alla gestione della fornitura con anticipo, strutturando un processo di ottimizzazione che consenta di approfittare della volatilità del mercato ma anche di non farsi trovare impreparati nel momento in cui il mercato dovesse subire un brusco crollo o, viceversa, una forte spinta al rialzo.
E’ ovvio che non è possibile decidere in maniera puntuale e precisa tutti i fixing da fare nel corso dell’anno, ma è importante identificare, in base anche a quanto è stato concordato con il fornitore, alcuni parametri di riferimento.
Innanzitutto l’ideale è avere un target di prezzo al di sotto del quale si considera di aver ottenuto “un buon prezzo” ed un prezzo al di sopra del quale tendenzialmente si preferirebbe non andare (il “pagare troppo o poco” è sempre un concetto soggettivo!). Inoltre è importante scegliere quali periodi si vuole considerare per il fixing (l’anno intero, i trimestri o i singoli mesi), quali volumi tendenzialmente si vuole coprire con ogni fixing (10%, 25%, 50%, …) ed entro quanto tempo prima della delivery verrà deciso se lasciare o meno una parte dei volumi esposta al prezzo di mercato.
Insomma, è importante avere una sorta di piano ideale per gestione dei fixing che possa definire in linea di massima i passi per l’ottimizzazione della fornitura. Nel corso del periodo, poi, analizzando i mercati e reagendo con prontezza ad eventuali opportunità, sarà più semplice stabilire se richiedere un fixing, quanto coprire, e quando farlo.
Posso riuscire anche io a gestire i fixing?
La gestione di un contratto di fornitura a prezzo indicizzato con possibilità di fixing può, dunque, sembrare complicata e questo spesso scoraggia chi non ha una competenza specifica sui mercati all’interno dell’azienda. Cosa fare dunque?
Come abbiamo detto spesso (vedi articolo sui pro e contro del prezzo fisso e variabile) la soluzione giusta è sempre e solo quella che meglio si adatta a noi.
Non si deve scegliere il prezzo indicizzato a tutti i costi, se questo non ci fa sentire confidenti, se i volumi consumati sono così bassi da non giustificare lo sforzo di ottimizzarne il costo o se, semplicemente, non lo riteniamo una priorità.
Ma non si deve per forza scegliere un prezzo fisso solo perché non si hanno le competenze interne per gestire una fornitura indicizzata.
Esistono numerosi servizi disponibili per chi necessita un supporto lato mercato e che consentono anche a chi non è esperto di analisi e previsioni di mercato di sfruttare le opportunità offerte da un contratto a prezzo variabile con fixing. Consulenti, piattaforme, data provider, gestori di portafoglio, la possibilità di scelta è abbastanza ampia e variegata.
Se si ritiene interessante un contratto indicizzato con fixing, insomma, il modo per poterne approfittare esiste ed è disponibile. L’importante è scegliere di gestire la fornitura in modo coerente con la propria attitudine e senza improvvisare. E’ meglio scegliere un prezzo fisso piuttosto che fare i fixing lanciando una monetina!
Prezzi di fixing e prezzi all’ingrosso: come mai sono diversi?
Siamo riusciti, a volte con fatica, ad abbracciare l’idea di una fornitura a prezzo variabile al posto del classico e tanto amato prezzo fisso. Siamo arrivati a comprenderne i potenziali benefici e ad apprezzare la possibilità di fare dei fixing per diminuire il rischio di aumento dei prezzi e...
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Siamo riusciti, a volte con fatica, ad abbracciare l’idea di una fornitura a prezzo variabile al posto del classico e tanto amato prezzo fisso. Siamo arrivati a comprenderne i potenziali benefici e ad apprezzare la possibilità di fare dei fixing per diminuire il rischio di aumento dei prezzi e quindi dei costi legati alla fornitura. Ci siamo informati sui mercati, su come si muovono i prezzi e perché.
Ma ancora non riusciamo a capire per quale motivo il prezzo di fixing che ci offre il fornitore sia così diverso dal prezzo che si trova sul mercato all’ingrosso e su tutte le newsletter che circolano settimanalmente. Come mai?
Quando viene richiesto un fixing, i fornitori devono fare delle valutazioni che gli consentano, da un lato, di offrire al cliente un prezzo competitivo, dall’altro di coprirsi adeguatamente sul mercato all’ingrosso. Per questo motivo all’interno della quotazione vengono prezzati alcuni elementi piuttosto standard:
- Profilo di consumo/costo della materia prima
- Rischio profilo
- Rischio volume
- Costi finanziari per la copertura
- Margine
Qual'è il legame tra profilo di consumo e prezzo del fixing?
Come sappiamo, i prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica e del gas naturale, consultabili sui siti dei mercati (EEX o ICE FUTURES) ed espressi in €/MWh sia per il gas che per l’energia elettrica, si riferiscono a prodotti standard per durata (calendar, quarter, month) e profilo (baseload/picco/fuori picco per energia elettrica e baseload per il gas). Questo significa che sono prezzi validi come riferimento per quantità fisse, tutti i giorni/tutte le ore del periodo considerato.
Insomma, se il mio profilo di consumo fosse di 1 MWh in tutte le ore dell’anno, allora il prezzo del fixing potrebbe essere molto vicino al prezzo baseload del mercato all’ingrosso. Ma il mio profilo non è così, purtroppo e quindi?
Per poter quotare il fixing, il prezzo del prodotto all’ingrosso deve essere riproporzionato e aggiustato per seguire la forma del mio profilo. Più il profilo con cui consumo è costante nei diversi giorni e ore, più la quotazione del fornitore potrà avvicinarsi al prezzo del prodotto standard baseload. Più il mio profilo è variabile, più invece sarà distante.
Il fornitore analizzando il profilo, dunque, deve valorizzare correttamente sia la forma del profilo all’interno della giornata/settimana, sia come il profilo varia nel corso del periodo (mese/trimestre/anno) di cui ho richiesto il fixing.
Il fornitore quindi deve stimare un coefficiente correttivo che tenga in considerazione della forma del mio profilo, ovvero di quanto consumo e in quali ore/giorni, per poter riproporzionare il prezzo del prodotto baseload e offrirmi una quotazione competitiva. Se il mio consumo si concentra nelle ore centrali della giornata o nei giorni lavorativi, quando l’energia/il gas costa di più, il fornitore dovrà certamente adeguare al rialzo il prezzo del baseload.
Viceversa, se consumo soprattutto nelle ore notturne o nei week end, quando energia elettrica e gas costano tendenzialmente meno, la quotazione sarà inferiore.
Inoltre, se il mio profilo di consumo è molto vario nel corso del mese/trimestre/anno, ad esempio se durante una settimana consumo a pieno carico e la seguente consumo il 50% di meno, il fornitore dovrà tenere conto di questa variabilità nel momento della quotazione.
Tutto questo viene quotato all’interno del prezzo per la parte relativa al “profilo” e ovviamente questa quota “costo materia prima” risulta la più rilevante fra gli elementi prezzati nel fixing. E’ proprio questa voce che potrebbe, se esplicitata, esser paragonata al prezzo del mercato all’ingrosso.
Cos'è il rischio profilo e come impatta sul prezzo del fixing?
Il fornitore deve inoltre considerare il rischio che il mio consumo reale abbia, a parità di consumo totale sul periodo, una distribuzione diversa (sulle ore/giorni) rispetto a quanto preventivato.
Deve essere dunque stimata la possibile variazione di consumo e il conseguente costo che ne può conseguire per il fornitore.
Ovviamente il fornitore non è in grado di prevedere il futuro né di sapere con certezza quanto varierà la forma del mio profilo nel momento del consumo e dunque può solo fare una stima forfettaria del rischio profilo.
In questa stima il fornitore solitamente considera l’effetto portafoglio, ovvero il fatto che il rischio profilo derivante da un singolo cliente viene diluito all’interno del portafoglio aggregato composto da tutti i clienti serviti dal fornitore: quando, in un’ora o in un giorno, un cliente consuma un poco di più, un cliente probabilmente consuma un poco di meno.
In questo modo la quota di rischio profilo che viene prezzata nella quotazione del fornitore risulta molto inferiore rispetto a quanto non sarebbe se venisse considerato il solo profilo del cliente.
Come il rischio legato al volume ha impatto sul prezzo del fixing?
Un altro elemento che viene stimato nella quotazione è la possibile variazione dei volumi consumati in totale sul periodo.
Se il mio profilo prevede che io consumi 100 nel mese di marzo, è probabile che nel corso del mese di consumo, la quantità di energia elettrica o gas effettivamente prelevata dalla rete sia un po' di più (105) o un po' di meno (95).
Questa possibile variazione del totale consumato rispetto al profilo previsionale si chiama rischio volume ed è un altro aspetto che deve essere prezzato dal fornitore all’interno del fixing.
Anche in questo caso solitamente il fornitore considera l’effetto portafoglio e dunque il costo che viene inserito nella quotazione risulta inferiore rispetto a quanto sarebbe se io fossi l’unico cliente del fornitore.
Quali costi finanziari vengono aggiunti per la quotazione del fixing?
Nel momento in cui viene confermato un fixing, il fornitore tendenzialmente si copre dal rischio prezzo acquistando sul mercato all’ingrosso un prodotto standard per “bloccare” il delta fra il ricavo derivante dell’energia elettrica o del gas che ha venduto a prezzo fisso (in seguito al fixing) e il costo di acquisto della materia prima. Per compiere la copertura il fornitore sostiene a sua volta dei costi: costo di accesso al mercato all’ingrosso, costo delle garanzie finanziarie necessarie per la copertura, costo di transazione e così via.
Una piccola quota di questi costi viene ribaltata all’interno della quotazione del fixing proprio per coprire i costi operativi del fornitore.
Qual'è il margine per il fornitore?
Viene aggiunta al prezzo di fixing anche una piccola quota a remunerazione del fornitore e del servizio di fixing che offre. In questo caso, è facilmente intuibile, ciascun fornitore applica un margine a sua scelta. Va però sottolineato che in generale, il mark up del fornitore non è una quota troppo cospicua, altrimenti il prezzo offerto risulta fuori mercato.
In conclusione, la quotazione del fixing che viene fatta dal fornitore difficilmente può essere spacchettata per comprendere quanto è stato prezzato a copertura di ciascuna voce di cui sopra.
Per questo motivo paragonare il prezzo di fixing al prezzo del mercato all’ingrosso risulta un po' macchinoso. Non per questo il mercato all’ingrosso è qualcosa da non seguire, anzi! Informarsi ed analizzare il mercato all’ingrosso, le news e in generale l’andamento dei prezzi è utilissimo per capire cosa sta succedendo, quali scenari possono verificarsi e, in definitiva, per valutare quando è il momento migliore per richiedere un fixing.
Tariffe energia elettrica e gas, fornitori a confronto con YEM
“L’offerta al prezzo più basso vincerà la gara”, esclamò l’Energy Manager poco accorto e, men che meno, lungimirante. Del resto, secondo lui, la tariffa più economica proposta era ancora l’unico parametro degno di nota, ogniqualvolta fosse necessario pensare a una nuova fornitura energetica. Il...
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“L’offerta al prezzo più basso vincerà la gara”, esclamò l’Energy Manager poco accorto e, men che meno, lungimirante. Del resto, secondo lui, la tariffa più economica proposta era ancora l’unico parametro degno di nota, ogniqualvolta fosse necessario pensare a una nuova fornitura energetica. Il risparmio prima di tutto!
Poi i tempi cambiarono. Più nello specifico, cambiò il mercato.
Oggi un semplice confronto tra tariffe energia elettrica dice ben poco rispetto al contratto che si sta valutando e al fornitore energia elettrica e gas che lo propone. Avere informazioni precise:
- sul contratto
- sui servizi offerti
- sulla solidità del fornitore
è fondamentale se l’obiettivo è un reale taglio dei costi di fornitura energetica e gas.
Viceversa, un approccio tradizionale alla gara porta risultati scarsi, nulli, se non addirittura dannosi.
La gara per la scelta di un nuovo fornitore, oggi, è strutturalmente più complessa e dispendiosa in termini di tempo; agli Energy Manager, però, è richiesto di condurla e finalizzarla rapidamente e secondo criteri differenti rispetto al passato. Un problema che la tecnologia digitale è in grado di risolvere.
La soluzione più efficace, efficiente ed economica presente sul mercato si chiama YEM marketplace. Si tratta di un tool digitale, disponibile sulla piattaforma YEM, che garantisce di trovare il giusto fornitore e un solido contratto su misura in pochi click.
Perché il confronto tra tariffe energia elettrica e gas non basta
La convenienza della fornitura di energia elettrica e gas è senza dubbio un criterio importante: del resto l’obiettivo è ridurre l’importo in bolletta, ma cosa accadrebbe se il fornitore scelto fallisse, se scorrettamente addebitasse all’azienda costi superiori per poca trasparenza, se giocasse con i conguagli, se a fronte di un guasto non fosse immediatamente reperibile e pronto all’intervento? I costi aggiuntivi e “riparatori” delle carenze altrui eroderebbero il risparmio ottenuto.
Nell’era del libero mercato, il fornitore deve essere finanziariamente solido e affidabile.
La vera sfida, oggi come oggi, è confrontare 723 fornitori (fonte: Senato.it) che operano sul attualmente sul mercato italiano e tra questi scegliere il migliore. Un’impresa impossibile, senza il supporto di un tool digitale. Tra questa baraonda di operatori, ci sono realtà solide, ma anche realtà potenzialmente fallimentari. Tutti giocano le loro strategie di marketing sul prezzo.
Ecco perché il confronto tra tariffe energia elettrica e gas non basta più.
Tra l’altro, non esiste ancora un elenco dei venditori (EVE), previsto per legge fin dal 2007, quando si decretò la nascita del libero mercato (fonte: Senato.it). Scegliere il fornitore dunque, è molto difficile. Dal fornitore, però, dipende il risparmio auspicato.
Nell’attuale mercato, è necessaria una gestione ottimizzata e digitale della gara per una nuova fornitura energetica. Sebbene il confronto sia possibile solo se le richieste di offerta sono omogenee, ovvero in gara sono date e ricevute la stessa quantità e tipologia di informazioni, YEM garantisce di produrre richieste di offerta:
- omogenee;
- personalizzate;
- facilmente comparabili;
- approvate da fornitori di qualità.
I vantaggi sono tanti e su diverse dimensioni del business. Parliamo di:
- risparmio di tempo;
- padronanza dei rischi;
- diminuzione dello stress operativo;
- abbassamento dei costi.
Una guida nella giungla di fornitori: YEM marketplace
Semplicità di utilizzo, affidabilità e flessibilità sono le caratteristiche del tool YEM marketplace. Basta accedere tramite il sito web dal login: nel caso di nuova utenza, è possibile creare l’account e provare lo strumento gratuitamente. Anche la stessa creazione dell’account è sempre gratuita e il team YEM è a totale disposizione per supportare il cliente in qualsiasi aspetto dell’uso della piattaforma.
Dal momento in cui si crea l’account l’Energy Manager può avviare una gara personalizzata in maniera molto rapida, inserendo in un form i dati relativi alle esigenze energetiche specifiche (fabbisogno, tipo di contratto richiesto, consumi anno precedente, profilo di consumo ecc) e alla struttura dell’azienda (numero di sedi da rifornire, e così via). Nulla è lasciato al caso. In questo modo lo strumento digitale appronta una richiesta di “offerta su misura”, pronta per essere spedita contemporaneamente a un gran numero di fornitori preselezionati e, dunque, sicuri dal punto di vista finanziario e della qualità dei servizi.
L’invio simultaneo dello stesso documento a più destinatari assicura il ricevimento di proposte riferite a una stessa giornata e a PUN specifici: ciò consente all’Energy Manager un confronto reale tra le offerte.
Effettuata la scelta, la fase di contrattualizzazione della fornitura avverrà off line, perché YEM è un esperto mediatore tra le parti e non un venditore di contratti.
La piattaforma YEM è nata con l’idea di supportare le aziende nella gestione sia della ricerca, sia del contratto energetico. Grazie all’expertise maturata negli anni dal fondatore Nicolas Henn, e oggi a disposizione di tutti gli utenti, il confronto tra tariffe energia elettrica avviene in automatico e in un contesto di grande consapevolezza. Il fornitore scelto non sarà mediato da YEM: l’azienda potrà contrattualizzare la sua futura fornitura direttamente, certo di aver ottenuto il risultato migliore.
In questo ambito, un altro valore aggiunto di YEM deriva dalla possibilità di inserire eventuali preferenze rispetto ai servizi offerti dai fornitori per tenere conto delle esigenze di ciascuna azienda. Grazie alle opzioni di personalizzazione, YEM marketplace consente ad esempio di filtrare la ricerca scegliendo di mettere in gara solo fornitori green.
Naturalmente, è possibile fare una scelta non solo tra i fornitori pre-selezionati da YEM, ma anche inviare la richiesta a aziende fuori dalla piattaforma.
Una volta scaduto il termine di presentazione delle richieste, l’Energy Manager potrà comparare i diversi documenti con grande facilità: basterà accedere all’account personale, dove troverà un ranking fra tutte le proposte di offerta. Potrà quindi scegliere quella più adatta e finalizzare la contrattualizzazione.
Infine, ma non meno rilevante, grazie ad un sistema di crittografia YEM protegge i dati degli utenti. Per un uso sicuro e attento, nel pieno rispetto della normativa in vigore.
In conclusione: semplificare la complessità è il nostro motto.
Garanzie Finanziarie: perché il fornitore di energia le richiede?
Sulla tavola dei temi caldi tra fornitori e clienti con ingenti consumi ne troviamo uno che risulta sempre amaro per entrambe le parti: le garanzie finanziarie. Quello delle garanzie finanziarie infatti è un argomento piuttosto delicato, queste giocano un ruolo rilevante in svariati settori,...
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Sulla tavola dei temi caldi tra fornitori e clienti con ingenti consumi ne troviamo uno che risulta sempre amaro per entrambe le parti: le garanzie finanziarie.
Quello delle garanzie finanziarie infatti è un argomento piuttosto delicato, queste giocano un ruolo rilevante in svariati settori, anche in quello della fornitura energetica.
Questa richiesta viene fatta dai fornitori ai clienti con consumi energetici ingenti, specie in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo. Per quanto si creda che possano essere una bega solo per i clienti-aziende, in realtà, le garanzie finanziarie sono una “palla al piede” anche per il KAM ( key account manager) del fornitore che deve chiederle per conto della parte amministrativa e/o assicurativa.
Le garanzie finanziarie sono un’obbligazione della società garante, chiamata fideiussione che testimoni una sicurezza rispetto agli obblighi finanziari che si prendono, nel caso specifico nei confronti di un fornitore di energia elettrica e gas.
Le garanzie costituiscono un ottimo punto di partenza per instaurare un rapporto di fiducia tra cliente e fornitore che parta con il piede giusto.
A quali aziende i fornitori richiedono una garanzia finanziaria
I fornitori non chiedono fideiussione a tutti. L’azienda fornitore che lavora nel settore energetico deve fare questa valutazione sui clienti con un consumo superiore a 200 000 smc per il gas e sopra il milione di KWh di consumo di energia elettrica, ovvero clienti che espongono finanziariamente l’azienda che fornisce energia per una serie di motivi. Nel momento in cui il fornitore incontra un potenziale cliente e questo richiede una quotazione, è necessario fare qualche analisi o credit check.
Se l’azienda dopo i primi approfondimenti non risulta avere problemi di carattere finanziario non viene richiesta fideiussione. A meno che i consumi non siano elevatissimi e di conseguenza proporzionali al rischio assunto dal fornitore, in questo caso è sempre necessario richiederla.
Se l’azienda invece, dopo il credit check non viene ritenuta assicurabile ovvero il broker dell’assicurazione del fornitore decide di non coprire il cliente o di coprirne soltanto in parte in caso di mancato pagamento, il fornitore è costretto a richiedere fideiussione al cliente.
In aiuto durante quest'analisi viene anche il credit score di ciascuna azienza. Come visto in un precedente articolo sull'affidabilità finanziaria.
Quando il fornitore ammette il caso della deroga alle garanzie finanziarie
Il KAM solitamente ha tutte le buone intenzioni per facilitare il cliente nell’ottenere il contratto di fornitura. Nel caso in cui un cliente non possa presentare garanzie finanziarie di tipo fideiussorio il KAM potrebbe richiedergli una serie di documenti o leve a testimonianza della sua credibilità rispetto ai pagamenti.
Una volta raccolti questi documenti il KAM avvia delle valutazioni con i reparti dell’area finanziaria e con la direzione commerciale per capire se sia effettivamente il caso di richiedere un minor importo fideiussorio o di deposito cauzionale oppure in alcuni casi grazie a questi documenti ottenere una deroga alla fideiussione.
Entriamo nel merito della deroga fideiussoria con un esempio concreto, portato avanti da Francesco Mazza durante il nostro ultimo Webinar. Un potenziale cliente dà al KAM dei documenti contenenti l’approvazione di bilancio, investimenti portati avanti o documenti che aiutino ad agevolare la richiesta di deroga nonché a comprovare la serietà del cliente. Una soluzione potrebbe anche essere la disponibilità a termini di pagamento più brevi e quindi che espongano meno il fornitore finanziariamente. Con questi presupposti il KAM potrebbe ottenere dalla direzione commerciale e dall’area finanziaria, una deroga e non dover richiedere quindi fideiussione al cliente B2B.
Quale rischio corre il fornitore se non richiede le garanzie finanziarie
Andiamo a vedere quale rischio concreto corre un fornitore quando non chiede garanzie finanziarie, attraverso un altro esempio fatto durante lo stesso webinar citato precedentemente. Ammettiamo una fornitura con decorrenza 1 gennaio 2021 il cliente non ha fideiussione e il fornitore concede una deroga quindi non richiede garanzie finanziarie all’azienda. Il cliente va il fornitura dal 1 gennaio. Il 31 gennaio si chiude il primo mese di fornitura gas o energia elettrica. Il fornitore fattura il cliente 15 giorni dopo la fine del mese di consegna. Nel caso specifico, a metà febbraio. Da quel momento il cliente ha circa 15 giorni di tempo per saldare la fattura. Il cliente non paga la prima fattura. Il fornitore non aspetta il saldo della prima fattura per fornire il cliente nel mese di febbraio. Se il cliente non paga, Il fornitore inizia a essere esposto finanziariamente senza esserne ancora a conoscenza. Nel momento in cui il fornitore si rende conto, il cliente ha già consumato un altro mese, tutto febbraio 2021. Si emette la seconda fattura nel mese di marzo, mese in cui ci si rende conto che non ha pagato già due mesi di fornitura. Prima che il fornitore si renda conto che il cliente è in difficoltà siamo a circa tre mesi di esposizione. Su forniture sopra i 200 000 smc e il milione di KWh significa ingenti somme di denaro in sospeso. Per questo motivo si richiedono garanzie a monte del contratto.
Cerchiamo di quantificare il potenziale danno.
Immaginiamo un’industria cartiera con 3 macchinari che arriva a consumare fino a 7 GWh per mese, se i macchinari sono attivi di continuo. Calcolando il consumo per mese un fornitore può perdere fino a 2 milioni in tre mesi.
Se nessuno paga è difficilmente gestibile. Ovviamente i fornitori più grandi avendo un ampio bacino di clienti riescono a sostenere meglio queste difficoltà che rimangono comunque delle ingenti perdite.
Il ruolo della Garanzia Finanziaria
In conclusione, in sede di richiesta di offerta di energia elettrica e gas il fornitore richiede sempre più spesso di dare delle garanzie finanziare per assicurarsi che il cliente sia affidabile sul profilo finanziario. Questa opzione risulta scomoda al cliente che vorrebbe velocizzare la pratica ma in realtà lo è anche per il fornitore.
Il ruolo della garanzia finanziaria è fondamentale per creare un rapporto di fiducia tra cliente e fornitore che permette a quest’ultimo di concedere offerte più vantaggiose in termini di prezzo e servizi verso i clienti.
La fideiussione gioca un ruolo importante anche per il cliente finale perché indica all’azienda che il fornitore che ha di fronte è affidabile finanziariamente in quanto si assicura che i suoi clienti lo siano.
La garanzie finanziarie quindi, per quanto scomode in tutti gli ambiti, sono un importante punto di partenza per un rapporto di fiducia. Infatti è sempre vero che quando c’è la fiducia aumenta la velocità e diminuiscono i costi.
YEM, la consulenza energetica si fa digitale
Chi conosce bene il mondo dei servizi B2B, sa ridurre i costi energetici è un’attività lunga e complessa, che inizia con la scelta del giusto fornitore per arrivare alla gestione del contratto siglato. Per riuscire a spendere meno nell’acquisto di gas ed energia elettrica sono necessarie...
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Chi conosce bene il mondo dei servizi B2B, sa ridurre i costi energetici è un’attività lunga e complessa, che inizia con la scelta del giusto fornitore per arrivare alla gestione del contratto siglato. Per riuscire a spendere meno nell’acquisto di gas ed energia elettrica sono necessarie competenza, attenzione al mercato e moltissime ore lavorative da parte di energy manager e/o uffici acquisti.
La buona notizia è che oggi esiste una soluzione hi-tech sofisticata che aiuta a ridurre i costi energetici aziendali, in maniera semplice, veloce ed efficace, senza trascurare l’aspetto consulenziale, ma riducendone i costi: si tratta della piattaforma tecnologica YEM.
Consulenza energetica digitale d’alta qualità
YEM, un’azienda di recente costituzione con un’alta expertise del fondatore e di tutti i collaboratori sul mondo dell’energia, ha lanciato un servizio online, altamente personalizzabile, rivolto ad aziende di ogni settore con un consumo di energia fino a 1 GWh per l'energia elettrica e 200000 smc per il gas.
Si tratta di una piattaforma online evoluta che rende disponibili due importanti sevizi: YEM marketplace e YEM optimization.
-YEM marketplace consente di lanciare una gara per la ricerca di un nuovo fornitore energetico e arrivare al giusto contratto in pochi click;
-YEM optimization, invece, è un tool unico, in grado di accompagnare l’azienda verso la massimizzazione del risparmio. Questo servizio è rivolto alle realtà imprenditoriali che abbiano optato per un contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing.
Expertise a disposizione delle aziende e servizi d’alto livello
Automatizzare in digitale la consulenza energetica B2B equivale a ottimizzarne i processi e a renderli più efficienti. “Ci sono tante piattaforme online e digitali per la gestione dei costi energetici - fa notare Nicolas Henn di YEM - ma molte puntano soltanto su logiche di prezzo più basso, mentre noi puntiamo sulle condizioni di mercato più vantaggiose per il cliente e allo stesso tempo sulla qualità del servizio complessivo”.
Nicolas Henn, che ha voluto rendere concreta la sua idea imprenditoriale e realizzare la piattaforma, spiega “Quella di YEM non è una consulenza soggettiva, ma una consulenza energetica indipendente e oggettiva che riguarda le migliori offerte del mercato, il giusto fornitore e il contratto di fornitura. Attraverso la piattaforma, YEM dà tutti gli strumenti necessari per un'adeguata scelta e per la gestione energetica, ma poi le decisioni finali sono sempre del cliente. Una volta che il sistema di elaborazione ha stilato la graduatoria dei fornitori più convenienti e rispondenti alle richieste, per esempio, è il cliente stesso a interfacciarsi direttamente con il player per chiudere il contratto”.
“La consulenza energetica che forniamo attraverso i nostri servizi e la nostra piattaforma online - continua Henn - è del tutto indipendente rispetto ai vari fornitori e alle loro offerte sul mercato - rimarca Nicolas Henn - vogliamo trasmettere la nostra competenza alle aziende e renderle più consapevoli delle loro valutazioni e scelte contrattuali”.
Efficienza e personalizzazione vs costi molto convenienti
Rimane il nodo dei costi di accesso. Quanto possono costare l’accesso a due tool digitali e un’assistenza personalizzata da parte di YEM?
La modalità di gestione e comunicazione tecnologica dei servizi YEM permette un'economia scalabile delle varie attività digitali. Ciò consente di offrire condizioni e prezzi più interessanti e convenienti a ciascun cliente, verso il quale rimane l’impegno di una particolare attenzione alle sue necessità specifiche. Nonostante le soluzioni siano totalmente digitali è sempre possibile richiedere una demo o contattare YEM per essere accompagnati nell’utilizzo delle piattaforme.