La tipologia di contratto energetico può fare una grande differenza nel raggiungimento del risparmio auspicato. I contratti, infatti, non sono tutti uguali: esistono tre formule di prezzi di acquisto di energia: prezzo fisso prezzo variabile prezzo variabile con fixing Se la differenza tra...
Leggi di piùNozioni Chiave Fornitura energetica
La differenza tra prezzo variabile e prezzo variabile con fixing
La tipologia di contratto energetico può fare una grande differenza nel raggiungimento del risparmio auspicato. I contratti, infatti, non sono tutti uguali: esistono tre formule di prezzi di acquisto di energia:
Se la differenza tra una fornitura a prezzo fisso e una a prezzo variabile è, tutto sommato, intuitiva, non si può dire altrettanto delle due tipologie di prezzo variabile. Quale convenga scegliere e perché è quanto ci proponiamo di spiegare con questo post. L’Ufficio acquisti, infatti, deve poter padroneggiare tutti gli elementi necessari a fare la scelta più consapevole e conveniente per la propria azienda.
Soluzioni… poco soddisfacenti
In fase di gara, i fornitori potenziali propongono la loro migliore offerta commerciale con la speranza di essere scelti. A meno che l’Ufficio acquisti non fornisca informazioni specifiche sul proprio fabbisogno energetico e sul tipo di contratto, il documento di proposta verterà certamente su una fornitura a prezzo fisso.
Per un player del settore energia, il prezzo fisso è il canone più redditizio, ossia il cliente si assicura il gas e l’energia elettrica a un certo costo, indipendentemente da come andrà il mercato. In più, l’Ufficio acquisti accetta di pagare una quota una tantum per garantire il fornitore nel caso i prezzi del mercato delle materie prime dovessero scendere. Questa quota è calcolata dal fornitore nel prezzo fisso e sarà tanto più alta quanto più lunga è la durata del contratto, elevata l’imprevedibilità e quindi il costo del rischio che il fornitore fa pagare. Insomma, con la fornitura a prezzo fisso, la più costosa, si paga la sicurezza di una cifra che non cambierà nel tempo e che potrà essere inserita nel budget aziendale senza dare sorprese.
Con questa scelta, si esclude ogni rischio. Però va detto che non si risparmia più di tanto.
Si potrebbe pensare, allora, che una formula a prezzo variabile senza fixing nel tempo riesca a contribuire più efficacemente al taglio dei costi in bolletta.
In linea teorica e se il prezzo fluttuante delle materie prime flettesse spesso durante l’anno, potrebbe anche essere vero. In fondo, il costo a consuntivo risulta da una media di tutti i prezzi delle materie prime nell’anno. A vantaggio del risparmio finale, poi, va detto che l’azienda non sarebbe chiamata a corrispondere l’una tantum iniziale che il fornitore associa al contratto a prezzo fisso.
Ecco una grande rete nella quale cadono in molti!
Questa formula contrattuale, in verità, è molto rischiosa. Ciò, per due ragioni:
1) se il contratto è legato alle fluttuazioni del mercato, ma l’azienda non ne ha il controllo, c’è solo da sperare che i prezzi non crescano iperbolicamente per una ragione qualsiasi;
2)non è possibile inserire una cifra specifica sul budget.
Si tratta di un approccio passivo al mercato. Non a caso questo tipo di contratto viene scelto soprattutto dagli Uffici acquisti di aziende nelle quali non esiste una figura professionale che si occupi esclusivamente di energia. Le dinamiche di mercato sono e rimangono un mistero sul quale eventualmente si può delegare un consulente esterno (al quale si dovrà pagare un lauto compenso!).
Dove sta il risparmio allora?
Costruire la propria bolletta attraverso il prezzo variabile con fixing
Essere attivi sul mercato fa la differenza. Certo, è necessario monitorare la curva dei prezzi su quali è indicizzato il contratto delle materie prime giorno per giorno, ma ne vale davvero la pena. Vediamo perché.
Immaginiamo di poter comprare il gas e l’energia elettrica solo quando il prezzo tende a calare o poco prima di un prevedibile forte rialzo. Pensiamo di poter fissare il prezzo di una porzione di fornitura proprio quando i dati di mercato ci fanno pensare “Ecco, oggi è il giorno giusto. Oggi mi garantisco un bel risparmio!” Il fixing non è altro che questo.
Valutiamo, quindi, i pro e i contro di un contratto a prezzo variabile con fixing.
Questa formula contrattuale consente di acquistare l’intera fornitura in più riprese, in quote anche del 10%, e con larghissimo anticipo. Praticamente il cliente costruisce la propria bolletta. Chi ha fatto attività di fixing durante il primo lockdown per il Coronavirus, per esempio, ha risparmiato moltissimo denaro. (fonti: https://www.ilsole24ore.com/art/bollette-luce-e-gas-ecco-perche-calano-tariffe-aprile-e-cosa-potrebbe-succedere-ADX0ruL ____ https://www.arera.it/allegati/docs/20/121-20.pdf a pag 4)
L’utente interessato al contratto a prezzo variabile con fixing può chiedere al fornitore la massima flessibilità. In questo modo, ogni contratto può essere diverso e su misura.
Si potrebbe obiettare che un contratto molto flessibile con frequenti attività di fixing ha un costo alto. In effetti, la gestione diviene molto complessa e, per questo, è necessario un esperto consulente che sappia come muoversi. Non è pensabile che un Ufficio acquisti si occupi anche di monitorare il mercato energetico e capirne i tecnicismi. La consulenza, però, incide molto sulle spese annuali di un’azienda.
L’alternativa digitale alla costosa consulenza esterna
Fortunatamente esistono supporti digitali che permettono di gestire il contratto a prezzo variabile con fixing. Come?
- Monitorando costantemente il mercato delle materie prime;
- Suggerendo all’Ufficio acquisti i momenti migliori per il fixing;
- Consentendo di risparmiare rispetto ai costi di un consulente.
Si tratta di strumenti online Basati su previsioni di mercato e algoritmi, dietro i quali ci sono veri esperti del settore energia, che consentono la gestione attiva del contratto e che hanno costi di abbonamento di gran lunga inferiori rispetto alla collaborazione di un consulente.
In un anno in cui il ricorso al digitale è aumentato esponenzialmente per via dell’epidemia di Covid, conviene esplorare anche questa opportunità di risparmio offerta dalla tecnologia.
Checklist per una richiesta di offerta energetica efficace
Facciamo finta che stai per mettere insieme i pezzi di un puzzle, ti serve guardare una foto completa del risultato finale, che ti consenta di avere un punto di riferimento. Altrimenti ci metterai più tempo a finire. Frugherai alla ceca tra tutti i pezzi trovando con difficoltà le combinazioni...
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Facciamo finta che stai per mettere insieme i pezzi di un puzzle, ti serve guardare una foto completa del risultato finale, che ti consenta di avere un punto di riferimento. Altrimenti ci metterai più tempo a finire. Frugherai alla ceca tra tutti i pezzi trovando con difficoltà le combinazioni giuste.
Certo controllare di avere tutto l’occorrente per avviare una RdO (Richiesta di Offerta) energetica non è esattamente la stessa cosa. C’è un livello di difficoltà differente fra le due attività. Ma come forse avrai già sentito, l’obiettivo di YEM è quello di semplificare la complessità. In questo articolo troverai una checklist contenente tutta la documentazione da inviare al fornitore prima dell’avvio di una RdO. Vedrai non è poi così differente dal comporre un puzzle. Ogni pezzo con armonia si incastra con l'altro.
Prima di iniziare devi fare delle scelte!
Prima di iniziare devi fare delle scelte, per esempio se devi iniziare a mettere insieme i pezzi che compongono una piramide, da dove inizi, dalla base o dalla cima? Alla base di una Richiesta di Offerta energetica, cosa c'è? Un contratto a prezzo indicizzato con fixing o un contratto a prezzo fisso? Non aver chiare le differenze fra le due modalità contrattuali è un grave errore a cui poi potresti non porre rimedio nel caso in cui facessi la scelta sbagliata. Prima di pensare se scegliere un contratto a prezzo fisso o un contratto a prezzo variabile, pensa a quali sono le esigenze aziendali, qual’è il livello di rischio a cui puoi esporti? Hai le expertise per gestire un contratto a prezzo variabile? Inoltre pensa se puoi o non puoi fornire una garanzia fideiussoria. Che tu scelga prezzo fisso o indicizzato, sappi che i fornitori potrebbero decidere di non proporti nessuna offerta, oppure aumentare il prezzo della fornitura tenendo conto della presenza o meno di una fideiussione.
Cosa devi avere prima di avviare una RdO?
Stai per iniziare a comporre un puzzle, spargi da una parte tutti i pezzi che hai a disposizione, poi con calma mettili in ordine e cerca i giusti incastri. Non farti prendere dalla fretta. Sia per il puzzle che per la RdO occorre calma.
Numero di siti di consegna
Come avevamo scritto nell’articolo “Sei errori da evitare in fase di gara”, per non sbagliare è necessario comunicare il numero esatto di siti al fornitore. Inoltre bisogna considerare che c’è una distinzione tra monosito (un solo sito) e multi-sito (più di un sito). Nel secondo caso, ricordati che non tutti i siti hanno lo stesso fabbisogno di energia. Quindi è necessario identificare le caratteristiche di ciascun sito per firmare un contratto in linea con le esigenze aziendali.
Consumo annuale
Per quanto riguarda il gas, si tratta del volume totale consumato nell’arco di un anno espresso in standard metri cubi (smc) per il gas e in MegaWhatt orari (MWh) per l’energia elettrica. E’ consigliabile per essere più precisi fornire la somma degli ultimi 12 mesi basati sul consumo effettivo. Questi dati possono essere reperiti dalle fatture.
Profilo di consumo
Il profilo di consumo dipende dall’attività e dal modo in cui consumi l’energia. Il profilo è incluso nel calcolo del costo dell’energia, sia gas che power. Più sarà preciso, più l’offerta sarà in linea con l’esigenze aziendali. Caso contrario in mancanza di dati sufficienti il fornitore aumenterà il prezzo. Per il gas va fornito il consumo giornaliero, per l’energia elettrica quello orario, se possibile il consumo per quarto d’ora. Questo profilo si deve fare per tutti i siti di consegna.
Attività svolta nello stabilimento
L'attività svolta nello stabilimento corrisponde al punto di consegna ed è molto importante fornirla in assenza del profilo di consumo dettagliato. A seconda dell'attività il fornitore si farà un'idea di quanto e quando consumi nell'arco di una settimana o giornata.
Prospettiva di crescita
Nel caso in cui ci fosse un’evoluzione del consumo energetico nei mesi a venire, per esempio legata ad una crescita dell’attività, diventa molto importante condividere questa informazione con i fornitori durante il bando di gara. In modo da integrare questi dati con le offerte che saranno più congrue con la realtà.
La cabina REMI, PDR e POD
La cabina REMI, il PDR e il POD sono codici fondamentali per il fornitore, per far si che l'energia acquistata arrivi a destinazione.
- La cabina REMI (Regolazione e Misura) corrisponde al Punto di Consegna del gas (PdC).
- Il PDR è il codice che identifica l’utenza del gas. Acronimo di punto di riconsegna.
- Il codice POD, indica il punto di prelievo dell'energia elettrica.
Data inizio della fornitura
La data d’inizio della fornitura per il prossimo contratto è un momento cruciale. Devi assicurarti di non avere “buchi” nell’approvvigionamento e anche di non far sovrapporre consegne di energia.
Tensione e potenza
Per l'energia elettrica è importante anche la tensione. Per ogni punto di consegna abbiamo una ed una sola tensione.
- bassa tensione (BT)
- media tensione (MT)
- alta tensione (AT)
- altissima tensione (AAT)
Si tratta di un'informazione necessaria perché i siti non vengono gestiti allo stesso modo (regolamenti diversi e flessibilità diversa).
L'immagine del puzzle sta prendendo forma? Puoi avviare una RdO!
Ti sei accertato di possedere tutti i documenti opportuni? Adesso il puzzle che stavi facendo sta prendendo forma. Ora puoi avviare una RdO, ed iniziare a pensare ai passi successivi. Per avere una guida su tutti gli step necessari per preparare una RdO efficace, scarica gratis il volume I del nostro E-Book.
Energy portfolio management: cos’è e come farlo
Un unico portfolio di investimento per gestire l’energy portfolio management aziendale: è quanto ha a disposizione l’Energy Manager nell’ambito della propria attività. L’obiettivo è garantire all’azienda il conseguimento di un ottimo livello di efficienza energetica attraverso strategie,...
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Un unico portfolio di investimento per gestire l’energy portfolio management aziendale: è quanto ha a disposizione l’Energy Manager nell’ambito della propria attività. L’obiettivo è garantire all’azienda il conseguimento di un ottimo livello di efficienza energetica attraverso strategie, progetti, tecnologie e macchinari che permettano di ottenere le medesime performance produttive con meno energia. Ma non solo: l’energy portfolio management, sintesi in tre parole della complessa mansione strategica di ogni Energy Manager, comprende anche la misurazione dei processi e la standardizzazione, al fine di tendere al continuo miglioramento nel tempo. Di fronte a un’asticella che si allontana di giorno in giorno, in maniera costante, al professionista dell’energia sono richiesti un grande dinamismo e tanta competenza.
Le ragioni di un energy portfolio management
Gli asset aziendali relativi all’energia sono importantissimi per le seguenti ragioni:
1) economie di scala aziendali, dunque contenimento dei costi generali;
2) adeguamento alle normative vigenti;
3) competitività.
Nessuno dei tre concetti elencati ha un obiettivo fisso, univoco, da raggiungere. Si tratta piuttosto di percorsi a tappe, che permettono alle aziende di ottenere risultati importanti, ma sempre in divenire per definizione.
Le stesse direttive europee, poi recepite dall’Italia e trasformate nel PNIEC indicano obiettivi specifici legati al tempo, raggiunti i quali si dovrà ulteriormente migliorare.
Per questa ragione, a tutte le aziende, e in particolare alle più “energivore” non è più concesso di essere soggetti passivi del mercato, come accadeva in passato.
Nuove procedure strategiche e operative.
Si comincia da un contratto legato al mercato
Anche dal punto di vista delle forniture di gas ed elettricità, l’energy portfolio management richiede lo stesso approccio flessibile e dinamico. Soddisfare il fabbisogno energetico dell’azienda, infatti, implica di approvvigionarsi di gas ed energia elettrica tenendo conto:
-dell’esigenza di tagliare i costi in bolletta;
-della moltiplicazione dei player della fornitura energetica per via della liberalizzazione del mercato;
-della necessità di aumentare la percentuale di energia derivante da fonti energetiche rinnovabili;
-di un mercato complesso delle materie prime, nel quale i prezzi dell’energia variano di ora in ora (soprattutto nel caso dell’energia elettrica).
Il complesso di nuove esigenze ha creato la necessità di ricorrere sempre più di frequente a servizi consulenziali e informativi. L’Energy Manager, infatti, necessita di molte più competenze per mantenere l’azienda attiva nella gestione del proprio portfolio energetico. Sono essenziali competenze nella gestione del rischio e una maggiore flessibilità nella ricerca di contratti e soluzioni che garantiscano efficienza energetica a costi inferiori.
Un buon punto d’inizio è affrontare la scelta di un contratto di fornitura legato all’andamento della Borsa energetica. Questo approccio è meno convenzionale rispetto alla tradizionale concentrazione dell’acquisto di energia a prezzo fisso in un unico istante durante l'anno, ma consente all’azienda di “costruire” la propria bolletta attivamente.
Per gestire i rischi e le attività di una tale formula contrattuale, sono richieste competenze in termini di trading, che l’Energy Manager potrebbe anche non possedere. Tra le soluzioni più accessibili, flessibili ed efficaci, nate per essere di supporto ai professionisti, ci sono specifiche piattaforme digitali che consentono la gestione attiva del contratto.
Il tool da integrare nella strategia di energy portfolio management
Il servizio online attraverso strumenti informatici avanzati è offerto da veri esperti del settore energia. Non occorre, quindi, che gli Energy Manager seguano in prima persona il mercato per pervenire alla struttura definitiva del proprio portafoglio energetico. Un buon ottimizzatore online integrato nella strategia di energy portfolio management consentirà di ottenere il meglio da un contratto di fornitura a prezzo variabile con fixing, cogliendo in autonomia le condizioni di mercato ritenute economicamente più convenienti.
Gas e power aziendale: 3 strumenti per lo smart energy manager
Volatilità dei prezzi e dinamiche di mercato rendono il settore gas e power un grattacapo per tutte quelle figure professionali che in azienda si occupano di forniture energetiche. Uffici acquisti, ma soprattutto Energy manager , sono chiamati a dare la migliore risposta alle esigenze...
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Volatilità dei prezzi e dinamiche di mercato rendono il settore gas e power un grattacapo per tutte quelle figure professionali che in azienda si occupano di forniture energetiche. Uffici acquisti, ma soprattutto Energy manager , sono chiamati a dare la migliore risposta alle esigenze dell’azienda. In particolare, gli obiettivi dell’imprenditore sono:
- il risparmio in bolletta;
- l’efficienza energetica.
Scopriamo insieme quali sono gli strumenti che possono agevolare il lavoro dell’Energy manager e garantire i risultati auspicati con meno sforzo e in un tempo minore.
Massimo risparmio sulle bollette con una piattaforma online
La complessità delle dinamiche del mercato all’ingrosso delle materie prime energetiche rappresenta spesso un ostacolo al raggiungimento della massima economia realizzabile. Tuttavia, è proprio nella comprensione dei tecnicismi della Borsa energetica che si cela la possibilità di cogliere le migliori opportunità di risparmio, proprio seguendo le fluttuazioni di prezzo del gas e dell’elettricità.
Ora, non tutti sono trader o esperti in materia, dunque vale la pena di sondare il mercato per scoprire se ci sono strumenti che possono aiutare a raggiungere l’obiettivo, L’approccio intelligente al gas e power, allora, può avvenire attraverso una piattaforma evoluta che sia in grado di semplificare e accelerare anche il processo della gara.
Primo strumento (on line per gestione gara)
Un marketplace ben costruito può portare a una richiesta di contratto personalizzato in pochi click.
Il marketplace, dunque, è il primo tool da ricercare on line: i vantaggi sono un risparmio di tempo e la certezza di lavorare per un contratto su misura, certamente il più conveniente.
Secondo strumento (on line per gestione prezzi)
Il secondo tool in grado di fare la differenza nella quotidianità professionale di un Energy manager è uno strumento capace di monitorare il mercato e mettere l’utente in condizione di agire come farebbe un trader, senza l’obbligo di avere una competenza paragonabile.
Scegliendo un contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing, infatti, si possono cogliere al volo le opportunità date dalla flessione del mercato delle materie prime. In questo caso, lo strumento online suggerisce all’utilizzatore il miglior momento per fissare il prezzo di una quantità percentuale di gas o elettricità, da utilizzare anche molti mesi dopo.
Come affrontare la volatilità dei prezzi nel gas e power
Nel gas e power, difatti, i prezzi sono molto volatili, perché dipendono da una serie di fattori esterni. L’energia elettrica, in particolare, ha prezzi che cambiano anche ogni 15 minuti. Si tratta di una materia prima che non si può stoccare. Mantenere l’equilibrio tra la quantità prodotta e quella utilizzata porta ad attività di tendering che fanno variare molto velocemente il valore di un GW.
ll mercato all’ingrosso del gas, invece, ha prezzi meno soggetti a variazioni repentine. Il gas si può stoccare, tuttavia il suo valore può essere influenzato dalle crisi politiche, dai cambiamenti climatici, dalle scorte, ecc. L’Italia ne produce pochissimo. La maggior parte del gas, infatti, proviene dal Nord Europa, dalla Russia, dal Nord Africa. Va da sé che una difficoltà a monte possa riverberare sul prezzo finale della materia prima all’ingrosso. Uno strumento online focalizzato sui mercati saprà interpretare e gestire al meglio l’andamento della Borsa energetica al posto dell’Energy manager, semplificandogli di molto il lavoro.
Terzo strumento (governativo - per raggiungimento efficienza energetica)
Per promuovere l'efficienza energetica, il ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione diversi strumenti di incentivazione: tra questi ci sono:
-le detrazioni fiscali,
-il conto termico
-il sistema dei certificati bianchi.
Queste opportunità - consultabili anche sul sito di ENEA - possono agevolare l’attività degli Energy manager e portarli velocemente al raggiungimento degli obiettivi aziendali ed europei.
In pratica
La digitalizzazione sta portando alle aziende efficienza operativa, laddove c’era solo efficacia. L’Energy manager che saprà cogliere l’opportunità di “digitalizzare” alcune delle proprie funzioni, dunque, arriverà prima e meglio agli obiettivi. Lo smart energy manager, in particolare, si avvale delle soluzioni digitali più avanzate e dedica il tempo guadagnato all’ottimizzazione degli investimenti attraverso gli strumenti governativi di incentivazione, dei quali abbiamo parlato nel paragrafo precedente..
In conclusione, per risparmiare tanto tempo e denaro, un marketplace, per mirare e velocizzare la ricerca di una nuova fornitura energetica su misura, e un tool per la gestione del contratto a prezzo variabile sono gli strumenti online più avanzati e opportuni, i preferiti da chi interpreta il proprio ruolo aziendale in modo moderno.
Piano Nazionale Industria 4.0: le novità per l’Energy manager
Tra le misure più recenti e interessanti per l’Energy manager c’è la riforma degli incentivi fiscali derivanti dal Piano Nazionale Industria 4.0. Mentre l’intero mondo produttivo appare statico, “annientato” dalla pandemia, nuovi strumenti normativi ed economici permettono alle aziende di...
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Tra le misure più recenti e interessanti per l’Energy manager c’è la riforma degli incentivi fiscali derivanti dal Piano Nazionale Industria 4.0.
Mentre l’intero mondo produttivo appare statico, “annientato” dalla pandemia, nuovi strumenti normativi ed economici permettono alle aziende di rimodulare le proprie strategie e cambiare passo. Oltre l’apparenza, dunque, aleggia un certo fermento.
Il vantaggio che le aziende potrebbero ottenere dal trasformarsi in smart factory è enorme sotto molteplici aspetti. Dalla maggiore competitività sul mercato alla flessibilità produttiva, dalla riduzione degli errori alla manutenzione predittiva, di per sé ogni aspetto della fabbrica 4.0 giustifica appieno gli investimenti necessari. Ma è il cospicuo risparmio energetico derivante dall’implementazione di ogni moderna tecnologia che coinvolge l’Energy manager e lo invita a entrare nel merito delle normative. Difatti, cogliere ogni opportunità di risparmio e ottenere la massima efficienza energetica in azienda è la missione di ogni specialista nella gestione dell’energia.
La spinta alla digitalizzazione sposta il baricentro dei consumi
In questo difficile 2020, peraltro, la digitalizzazione delle imprese ha superato i confini dei processi produttivi, diventando necessaria a pieno titolo anche nella gestione dell’organico. Gli e-meeting e lo smart working, infatti, hanno assunto un ruolo primario nell’organizzazione del lavoro e un loro importante peso anche nel raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica. Ciò che prima veniva svolto in presenza, attraverso l’uso degli strumenti digitali aziendali, per esempio, oggi, in una certa misura, viene gestito dal domicilio dei dipendenti. A seconda dell’azienda, però, lo smart working implica o il pagamento della connessione internet domestica del dipendente o solo il risparmio di energia elettrica aziendale. La materia non è ancora ben metabolizzata dai più e non adeguatamente normata, ma quel che è certo è che nel complesso la digitalizzazione delle attività professionali incide sui consumi generali dell’azienda. Se ciò avvenga in senso positivo, quindi con un globale risparmio sui consumi elettrici, o implichi maggiori spese per supportare i collaboratori da casa, dipende dalla visione del management. Spetterà all’Energy manager valutare le variazioni sui consumi di elettricità e riscaldamento e all’amministrazione finanziaria il computo del bilancio tra consumi esternalizzati e costi di gestione dell’edificio. Il più delle volte, la risultante è un cospicuo vantaggio economico.
Ciò che è certo è che la pandemia ha reso indispensabile accelerare il processo di digitalizzazione in tutte le aziende e ciò che prima si faceva manualmente, con grande dispiego di impegno e tempo, si è scoperto più facile da compiere con piattaforme online, software, flussi di dati e cloud computing. Una rivoluzione, fortunatamente senza ritorno.
Investire nella digitalizzazione si sta rivelando uno dei pochi modi validi per rendere la propria azienda e l’economia intera più solide.
Attraverso il cambiamento delle procedure aziendali, la digitalizzazione contribuisce a implementare tecnologie digitali che permettono all’azienda di realizzare modelli organizzativi e produttivi più snelli e più flessibili.
Investire in innovazione attraverso il Piano Transizione 4.0
Entriamo dunque nel merito delle novità relative al Piano Nazionale Industria 4.0, modificato in Piano Transizione 4.0 dopo l’approvazione dell’ultima legge di Bilancio.
Il tema è caldo e di grande interesse per l’Energy Manager, in quanto i nuovi crediti d’imposta sostengono anche l’aumento dell’efficienza energetica
Nel corso dell'attuale legislatura, sono state riformate, prorogate e rifinanziate una serie di misure stabilite dal Piano Nazionale Industria 4.0, che era stato pensato per il triennio 2017-2020.
In particolare, la Legge di bilancio 2020 (160/2019) ha disposto la sostituzione dell’iper e del super ammortamento resi disponibili nel 2017 con il “Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali” che offre di fatto una nuova opportunità al tessuto produttivo italiano.
La nuova disciplina degli incentivi fiscali collegati al Piano Nazionale Industria 4.0 (ormai Piano Transizione 4.0) riguarda gli investimenti in beni strumentali, in ricerca e sviluppo, in innovazione tecnologica e in formazione 4.0. Parte della spesa sostenuta può andare in compensazione in cinque quote annuali di pari importo, ridotte a tre per gli investimenti in beni immateriali.
Entrando nel merito delle quote recuperabili in compensazione, l’acquisto dei beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati permette un credito d’imposta pari al:
- 40% del costo fino a 2,5 milioni di euro di spesa;
- 20% del costo da 2,5 milioni di euro a 10 milioni di euro.
Per gli investimenti in beni strumentali immateriali, invece, si riconosce un credito d’imposta pari al:
- 15% del costo massimo ammissibile (700.000 euro).
(sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico - www.mise.gov.it sono pubblicati tutti i dettagli e i beni ammessi dalla riforma).
Piano Nazionale Industria 4.0 vs Certificati Bianchi
Tra le novità più significative di cui l’Energy manager deve tener conto ce n’è una che riguarda i Certificati Bianchi: con la conversione di super ed iper-ammortamento in credito d’imposta è venuta meno la cumulabilità̀ degli incentivi con i TEE (Titoli di efficienza energetica), prevista invece fino allo scorso anno.
In verità, il meccanismo dei Certificati Bianchi, che doveva rappresentare il principale strumento di promozione dell'efficienza energetica in Italia, non ha dato i frutti sperati e le aziende non vi hanno fatto un grande affidamento.
Ad oggi lo strumento principe finalizzato all’incremento dell’efficienza energetica è il Piano Transizione 4.0; il meccanismo dei certificati Bianchi, al contrario, è in piena crisi e necessita di una riforma strutturale.
A confermarlo con i dati è il Digital Energy Efficiency Report 2020, pubblicato lo scorso luglio dal Politecnico di Milano (www.energystrategy.it), nel quale si danno le dimensioni precise della contrazione degli investimenti in efficienza energetica negli ultimi 5 anni. A questo sconfortante risultato concorrono tre cause, spiega il report:
- la difficoltà nel cogliere le opportunità legate alla digitalizzazione dei processi;
- una diminuzione del numero e della “maturità” degli operatori dell’efficienza energetica.
ma, soprattutto:
- un quadro normativo relativo ai Certificati Bianchi poco chiaro ed una procedura di ottenimento lunga e farraginosa.
Alla ricerca di nuovi equilibri economici e di maggiore efficienza energetica
Per gli Energy manager, il 2020 è un anno di grandi responsabilità e impegni:
- la valutazione delle nuove possibilità di risparmio derivante da investimenti in digitalizzazione;
- l’aggiornamento in tema di normative nazionali (come il Piano Transizione 4.0 e il Quadro 2030 per il clima e l’energia dell’Ue https://ec.europa.eu/clima/policies/strategies/2030_it);
- la simulazione di nuovi asset energetici all’interno dell’azienda.
- richiedono un’attenzione e un monte ore lavorative davvero ingente.
Tra le priorità di ogni professionista dell’energia, dunque, c’è la digitalizzazione della propria mansione, affinché il grande carico di lavoro possa essere svolto più agevolmente. Liberarsi di impegni gravosi attraverso l’uso di tool ditali è ormai imprescindibile. A partire dalla gara per la scelta di nuove forniture e dalla gestione del contratto, è doveroso ricorrere a piattaforme specializzate disponibili online che semplificano l’operatività e restituiscono una gran quantità di tempo prezioso.
Energy management system efficace: le caratteristiche
Benché complesso, l’energy management system può essere implementato all’interno della propria organizzazione aziendale senza particolari difficoltà. Certo va compreso a fondo, ne vanno approfondite tutte le fasi, ma orchestrare un sistema di gestione dell’energia (SGE) realmente efficace non è...
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Benché complesso, l’energy management system può essere implementato all’interno della propria organizzazione aziendale senza particolari difficoltà. Certo va compreso a fondo, ne vanno approfondite tutte le fasi, ma orchestrare un sistema di gestione dell’energia (SGE) realmente efficace non è affatto una missione da capogiro come sembra.
Ovviamente non s’improvvisa. L’energy management system, infatti, è per definizione uno strumento tecnico, mirato, rigoroso. Necessita di esperienza, investimenti e continuità, motivo per cui, a volte, può sembrare un ostacolo troppo alto da scavalcare.
Le caratteristiche di un SGE efficace, però, sono riassumibili in pochi passaggi che, per chi legge, possono essere intesi come un vero e proprio vademecum.
Vediamo insieme quali sono i requisiti principali di un SGE efficace.
Un energy management system di successo deve essere:
1 - Comunicato, condiviso, partecipato
Innanzitutto, l’implementazione di un sistema di gestione dell’energia richiede un cambiamento culturale all’interno dell’azienda. L’SGE, difatti, non mira solo a ridurre i consumi di approvvigionamento energetico. Piuttosto punta a creare un sistema virtuoso di continuo miglioramento nei termini più generali di efficienza energetica. Le funzioni aziendali coinvolte da un tale sistema sono tante, c’è bisogno di varie professionalità e di consapevolezza a tutti i livelli riguardo ai benefici gestionali ed economici che se ne possono ricavare.
Coinvolgere tutto il personale e applicare il sistema a qualsiasi ambito dell’azienda è un vero must.
2 - Peculiare e adeguatamente finanziato
Ogni realtà aziendale ha le sue esigenze produttive. Tradotto in termini energetici, ogni industria o ufficio determina un certo consumo in virtù di ciò che produce. I mix energetici, le tecnologie utilizzate, gli impianti, gli strumenti di controllo utilizzati sono il frutto di una scelta precisa dell’imprenditore. Certamente, però, è necessario che l’SGE sia un’attività adeguatamente finanziata, perché richiede personale formato, controlli periodici e investimenti eventuali per migliorare le performance energetiche a qualunque livello.
3 - Basato sul ciclo Plan-Do-Check-Act
Un primo e importante aiuto all’implementazione di un SGE realmente efficace è dato dalla normativa UNI CEI EN ISO 50001. L’approccio generale che la norma suggerisce può essere seguito con la finalità della certificazione o solo come guida.
La normativa è basata sul ciclo Plan-Do-Check-Act (europa.eu):
- Plan: Realizzare l’analisi energetica per stabilire il valore di riferimento iniziale, gli indicatori di prestazione energetica, gli obiettivi e i piani di azione necessari. Il piano di azione va aggiornato regolarmente, tenendo conto dei cambiamenti in termini di prestazioni, priorità e nuove apparecchiature introdotte.
- Do: Attuare i piani d'azione della gestione dell'energia.
- Check: Sorvegliare e misurare i processi che determinano le prestazioni energetiche, riportandone i risultati.
- Act: Intraprendere azioni per migliorare in continuo la prestazione energetica.
4 - A un ciclo continuo
L’energy management system non è mai un percorso lineare con un inizio e una fine. Piuttosto è un ciclo chiuso. La sequenza dei passaggi si ripete in modo continuativo nel tempo e ogni ciclo comporta un miglioramento dei risultati rispetto al precedente. Per questa ragione, a conclusione di ogni ciclo è necessario eseguire un controllo dei parametri di efficienza. Si può optare per un controllo interno o, nel caso di certificazione, per l’esecuzione di un audit energetico.
5 - Integrato ad altre certificazioni
Per essere competitive nel mercato globale e soddisfare gli standard ambientali, l’industria e le aziende devono adeguarsi alle normative in vigore. Implementando un sistema di gestione dell’energia certificato ISO 50001 (o ispirato a esso) si possono ottenere benefici che riguardano la gestione ambientale e la gestione della qualità. È dunque imprescindibile che i modelli siano integrati.
Sistemi Smart a supporto degli Energy manager
L’energy management necessita, dunque, di tempo e di concentrazione per pianificare tutti i passaggi di implementazione del sistema. La tecnologia viene in aiuto dell’Energy manager attraverso sensori di rilevazione consumi, smart manifattura, soluzioni IT online, inoltre, è disponibile un sistema smart per ottimizzare i tempi di selezione di nuove forniture. Un valido supporto per ottimizzare i tempi e allocare al meglio le proprie risorse.
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Energy management aziendale: cos’è e come farlo
Al pari di una spada lucida e affilata per un valoroso condottiero, l’energy management è l’arma più potente ed efficace nelle mani di un energy manager. Infatti, difendere l’organizzazione aziendale da sprechi e costi elevati dovuti all’approvvigionamento di energia è impresa ardua e complessa:...
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Al pari di una spada lucida e affilata per un valoroso condottiero, l’energy management è l’arma più potente ed efficace nelle mani di un energy manager. Infatti, difendere l’organizzazione aziendale da sprechi e costi elevati dovuti all’approvvigionamento di energia è impresa ardua e complessa: occorre maneggiare con destrezza gli strumenti più appropriati. Improvvisazione, calcoli sommari e forniture a buon mercato, difatti, potrebbero non bastare a raggiungere gli obiettivi aziendali.
Annoverato tra i migliori alleati del business, l’energy management è senza dubbio il mezzo magistrale per analizzare, monitorare e gestire ogni aspetto legato all’energia.
Energy management, chiave di volta
Letteralmente, l’energy management è la “gestione energetica” aziendale, un approccio sistematico, un insieme di tecniche che assicurano risultati di efficientamento e risparmio aziendale.
Tuttavia, interpretarlo come una visione globale, un nuovo paradigma di pensiero sul tema è forse più corretto. Tanto più che oggi l’imprenditore ha almeno tre domande a cui dare risposta:
- Come posso risparmiare?
- Quale modello di gestione energetica può portarmi a migliorare costantemente le mie performance energetiche?
- Come posso adeguarmi alle richieste della normativa europea in termini ambientali?
Il sommarsi di diverse esigenze, interne ed esterne all’azienda, spariglia le carte di anno in anno. Una buona strategia energetica deve tenerne conto.
Energy management e normativa europea
Certo, il risparmio in denaro è importante. Le ragioni per creare un buon sistema di gestione, però, sono anche altre.
Il “quadro 2030 per il clima e l’energia” dell’Unione Europea, per esempio, indica obiettivi per il periodo dal 2021 al 2030 ai quali nessuna impresa potrà sottrarsi (europa.eu)
• una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990)
• una quota almeno del 32% di energia rinnovabile
• un miglioramento almeno del 32,5% dell'efficienza energetica.
Nell’immediato, queste indicazioni portano a dover ripensare alla politica energetica aziendale in modo strategico e a volte radicale.
Come implementare l’energy management system (EMS)
Ogni organizzazione è unica ed è fondamentale che l’energy management system sia peculiare e allineato con i sistemi aziendali esistenti in tema di qualità e di ambiente.
L’implementazione di un EMS comporta alcuni passaggi:
• Redazione di un bilancio energetico, vale a dire misurare il consumo di energia e rilevare i dati.
• Analisi dei dati: trovare e quantificare gli sprechi energetici ed esaminare i risparmi che si potrebbero ottenere intervenendo sugli impianti e le attrezzature (per esempio l'illuminazione) o migliorando l'isolamento dell’edificio.
• Investimento orientato al risparmio energetico (sostituzione, aggiornamento di apparecchiature inefficienti o implementazione di nuove tecnologie).
• Consuntivo dei progressi sulla base dei dati raccolti per verificare il successo delle azioni intraprese.
Tecniche di energy management: le istruzioni dalle norme
Un buon approccio per imparare a padroneggiare le tecniche dell’energy management è fare riferimento alla norma UNI CEI EN ISO 50001 "Sistemi di gestione dell'energia - Requisiti e linee guida per l’uso”. Si tratta della versione italiana della norma internazionale ISO 50001 che specifica i requisiti per creare, avviare, mantenere e migliorare un EMS. La norma è integrabile con l’ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001.
Come ottimizzare i tempi dell'energy management
L’impegno richiesto per l’energy management è gravoso. Occorre avere molto tempo a disposizione. Poter contare su alcune settimane in più potrebbe effettivamente fare la differenza. Ma come recuperarle? La soluzione arriva dal mondo digitale: un efficace marketplace può ridurre al massimo la scelta di una nuova fornitura energetica. In pochi passaggi online. Le ore lavorative liberate possono essere impiegate proprio per le attività di Energy management aziendale.
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Sottoscrizione e fornitura
Al momento della sottoscrizione di un contratto di fornitura di energia ci sono due riferimenti temporali che è bene non confondere: la data di sottoscrizione e il periodo di fornitura. La data di sottoscrizione Data di contrattualizzazione della fornitura di energia. Si tratta della data in cui...
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Al momento della sottoscrizione di un contratto di fornitura di energia ci sono due riferimenti temporali che è bene non confondere: la data di sottoscrizione e il periodo di fornitura.
La data di sottoscrizione
Data di contrattualizzazione della fornitura di energia. Si tratta della data in cui il fornitore valuta il prezzo dell’energia sui mercati per proporre un’offerta. Pertanto è un riferimento essenziale alla definizione delle condizioni economiche previste per i consumi. Addirittura è più importante della scelta del fornitore stesso.
Dalla data di sottoscrizione al periodo di fornitura passano generalmente dai 18 mesi a un mese.
A titolo esemplificativo, un contratto della durata di due anni può essere sottoscritto il 12 maggio 2019 e avere validità sia dal 1 gennaio 2020 sia dal 1 giugno 2021. In entrambi i casi la data di sottoscrizione -il 12 maggio- è la stessa, cambia però il periodo di fornitura. Da notare che per i due periodi di fornitura saranno previsti due prezzi diversi.
Il periodo di fornitura
Periodo di erogazione del servizio energetico stipulato alla data di sottoscrizione. Generalmente ha inizio il primo giorno del primo mese e si chiude l’ultimo giorno dell’ultimo mese.
È possibile sottoscrivere lo stesso periodo di fornitura, per esempio l’anno civile 2020, in due date di sottoscrizione diverse, ad esempio il 5 gennaio 2019 e il 28 ottobre 2019. Da notare, ancora una volta, che ognuna delle due date di sottoscrizione avrà un prezzo diverso.
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Le quattro voci principali che compongono la bolletta
Il prezzo della materia prima L’elettrone per l’energia elettrica e la molecola per il gas. Questo prezzo è diverso in ogni paese e dipende principalmente dalla produzione nazionale, dalla capacità di importazione ed esportazione, dalle normative in materia ma anche dalle variabili del mercato...
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Il prezzo della materia prima
L’elettrone per l’energia elettrica e la molecola per il gas. Questo prezzo è diverso in ogni paese e dipende principalmente dalla produzione nazionale, dalla capacità di importazione ed esportazione, dalle normative in materia ma anche dalle variabili del mercato globale.
Il prezzo del trasposto
Il fornitore trasporta e distribuisce la materia prima dal punto di acquisto fino alle utenze finali.
La tassazione
All’IVA, l’Imposta sul Valore Aggiunto, applicabile a tutti i beni e servizi venduti destinati alla gestione statale, si aggiungono anche imposte legate specificatamente al consumo energetico (gas, power, carburante).
Il prezzo di trasporto e le imposte variano poco e di rado rispetto al prezzo della materia prima sul mercato, che è invece in costante fluttuazione. Diverse sono le ragioni alla base di tale fluttuazione:
- le condizioni climatiche
- la politica di decarbonizzazione
- il trading delle quote di emissione di CO2
- le previsioni economiche a livello globale
- l’incertezza parlamentare in tema Brexit
- eventuali incidenti nella produzione o nel trasporto di gas o elettricità
- …
In sempre più paesi la costruzione dell’offerta da proporre al cliente finale si basa sul mercato come riferimento principale. Si tratta delle cosiddette offerte del mercato libero.
Il margine commerciale del fornitore
Si colloca tra lo 0,5% e il 5% dell’importo totale della bolletta.
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Prezzo fisso o indicizzato?
Prezzo fisso: Ogni MWh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato ad un prezzo fisso, determinato al momento della firma del contratto. E' importante che tu ti ricorda che con la clausola del tacito rinnovo, il contratto a prezzo fisso si trasforma spesso in prezzo...
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Prezzo fisso:
Ogni MWh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato ad un prezzo fisso, determinato al momento della firma del contratto. E' importante che tu ti ricorda che con la clausola del tacito rinnovo, il contratto a prezzo fisso si trasforma spesso in prezzo variabile senza fixing se non è stata avviata una RdO.
Prezzo indicizzato:
ogni Mwh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato a un prezzo variabile in funzione delle fluttuazioni del mercato:
- Il prezzo aumenta con l’innalzarsi dei prezzi sul mercato
- Il prezzo diminuisce con il calo dei prezzi sul mercato
Questa è la scelta migliore se in un determinato momento, ad esempio al rinnovo del contratto, non si vogliono correre i rischi che il prezzo fisso comporta.
Al momento della sottoscrizione il valore del tuo prezzo indicizzato corrisponde al valore di quello fisso, ma diversamente da quest’ultimo, il prezzo indicizzato nel tempo seguirà le fluttuazioni del mercato.
Il prezzo indicizzato è ancorato a un indice di riferimento del mercato. Il prezzo finale pertanto dipenderà dal tipo di indicizzazione:
- Indice mensile: il prezzo della materia prima indicato in bolletta aria ogni mese
- Indice annuale: il prezzo della materia prima indicato in bolletta varia ogni anno
Minore è l’indice scelto, maggiore è l’esposizione del cliente alle fluttuazioni del mercato.
Prezzo indicizzato con fixing
Quando si ha un contratto di fornitura di gas o energia elettrica a prezzo variabile, la società contraente può richiedere il fixing del prezzo al proprio fornitore. Si tratta di fissare il prezzo di una parte dei volumi o dell’intero profilo di consumo, previsto in un determinato periodo futuro alle condizioni economiche del mercato in quel momento. In questo modo il fixing consente al consumatore di trasformare un contratto a prezzo indicizzato in un contratto a prezzo fisso (in toto o in parte), eliminando il rischio di una salita dei prezzi ed il conseguente aumento dei costi di fornitura.
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