Come avrai capito dal titolo questo articolo cerca di fare chiarezza sul gap tra i costi dell’energia verde e quelli dell’energia nera. Attribuire un colore, serve a rendere chiara la differenza della provenienza dell’energia. Non a voler qualificare l’energia verde come positiva e quella nera...
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Come avrai capito dal titolo questo articolo cerca di fare chiarezza sul gap tra i costi dell’energia verde e quelli dell’energia nera. Attribuire un colore, serve a rendere chiara la differenza della provenienza dell’energia. Non a voler qualificare l’energia verde come positiva e quella nera come negativa. Per il momento sono necessarie entrambe, anche se come sappiamo è importante che una transizione energetica avvenga in tempi brevi. Ma cosa ostacola il passaggio all’energia green? E soprattutto perché costa di più dell’energia proveniente da fonti non rinnovabili?
Il gap tra energia verde ed energia nera sta diminuendo
L’energia verde è quella che proviene da Fonti Energetiche Rinnovabili dette anche FER (fotovoltaico, eolico, solare, etc.) mentre definiamo energia nera, quella che rilascia Co2 (fonti fossili, gas, petrolio, nucleare, etc.). Come abbiamo detto nel precedente articolo: “Greenwashing: come capire se un fornitore è realmente green?” lo storico gap tra il costo dell’energia verde e quello dell’energia nera, sta diminuendo anno dopo anno. I dati dello studio di Greenpeace mostrano che tra il 2009 e il 2015 i costi di produzione dell’eolico sono scesi dell’80%, mentre per il solare la diminuzione è stata del 40% su base mondiale.
Inoltre, prendendo in considerazione i dati Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, il 36% dei consumi di energia elettrica di settembre 2020 derivano da rinnovabile. Un dato che mostra una domanda in crescita, anche se non vertiginosa, tenendo conto che lo scorso anno nello stesso periodo ci si aggirava attorno al 33%.
C’è da riconoscere il merito dello sforzo fatto fino ad ora, sia per quanto riguarda imprese che consumatori, nel porre sempre più maggiore attenzione alla provenienza delle fonti di energia. Ma un ruolo fondamentale lo hanno giocato anche le istituzioni politiche e le varie associazioni, sia nazionali che europee, nel cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di seguire una roadmap comune per poter realizzare la transazione energetica.
L’anno scorso, il costo dell’energia generata dal sole in tutto il mondo è sceso del 17%, per quanto riguarda l’eolica onshore i costi sono diminuiti del 18%, e i costi dell’energia eolica offshore sono diminuiti del 28%. Questi sono alcuni dati citati nello studio della Finnish Lappeenranta University of Technology, commissionato da Greenpeace. “Non ci possono essere più scuse”, ammonisce Tobias Austrup energy expert per Greenpeace, “la protezione del clima ha sempre più senso dal punto di vista economico, in tutti i paesi del G20, poiché l’energia rinnovabile diventa più economica del carbone sporco e del nucleare”. Sapendo che i costi dell’energia green stanno calando e che i nuovi impianti riescono ad immagazzinare e produrre quantità sempre maggiori di energia, ci si domanda: perché l’energia proveniente da fonti rinnovabili ancora oggi stenta ad essere quella più diffusa sul mercato?
Perchè l'energia verde costa di più?
I costi dell’energia pulita sono più alti in confronto alle fonti fossili per ragioni differenti. Una delle principali è l’intermittenza della produzione. La forza del vento o il calore del sole non sono costanti, nel senso che non offrono un apporto identico di energia durante tutto l’arco dell’anno. Motivo per cui la produzione di energia green non può essere programmabile perché strettamente dipendente dalle condizioni metereologiche.
Quindi, per poter immagazzinare la componente energetica, gli impianti necessitano di batterie e sistemi di backup, che consentono di accumulare l’energia prodotta. Però questi impianti hanno un costo molto elevato, che si va ad aggiungere alle spese necessarie per l’adeguamento del sistema elettrico e ai costi di trasporto di energia green.
Oltre a questi elementi, ad incidere sul prezzo finale, c’è anche la minore densità prodotta dalle fonti rinnovabili. Difatti le fonti non rinnovabili hanno una densità energetica centinaia di volte superiore rispetto alle fonti rinnovabili. Ciò significa che per stoccare l’energia verde, occorrono impianti più spaziosi. Un fattore che necessariamente incide anche sul costo finale.
Dibattito sull'energia verde che non può rappresentare la sola soluzione
Come abbiamo visto, ci sono dei fattori che ad oggi pesano sul prezzo dell’energia green, anche se i costi stanno decrescendo. Ci si domanda a questo punto, quali potranno essere i tempi necessari perché avvenga una transizione energetica? Proprio su questo quesito si formano due fronti: uno ottimista e uno più pessimista. Secondo lo studio The power to change: Solar and Wind Cost Reduction Potential to 2025 condotto da IRENA (Agenzia internazionale per le energie rinnovabili): la “riduzione dei costi sarà guidata dalle crescenti economie di scala, da supply chain sempre più competitive e da una serie di miglioramenti tecnologici che consentiranno un aumento della capacità e una riduzione dei costi di installazione.”
Nello studio sono presenti alcune previsioni riguardo i costi dell’energia green: entro il 2025 potranno diminuire i costi per l’eolico a terra del 26% e del 35% per l’eolico in mare (offshore), del 43% per il solare a concentrazione e del 59% per il fotovoltaico. Il costo medio globale dell’elettricità da fotovoltaico ed eolico onshore, si legge, nel 2025 sarà di 5-6 centesimi di dollaro per chilowattora.
“In anni recenti abbiamo già visto riduzioni drammatiche dei costi di solare ed eolico”, afferma il direttore generale di Irena, Adnan Z. Amin. “Questo rapporto mostra che i prezzi continueranno a scendere, grazie a diversi driver tecnologici e di mercato. Solare ed eolico sono già le fonti più economiche per nuove installazioni in molti mercati mondiali; l’ulteriore riduzione dei costi amplierà questo trend e spingerà il passaggio dalle fonti fossili alle rinnovabili”, evidenzia Amin, secondo cui i prezzi non costituiscono più una “barriera” alla svolta verso le energie green.
Ciò nonostante, ci sono altre voci che si distaccano dal coro, come scritto da Raffaele Perfetto in un articolo pubblicato sul Sole24ore “Sembra che il mondo si divida tra chi vuole la transizione come una rivoluzione e chi preferisce un’evoluzione.”
L’articolo pone l’attenzione sullo studio dell’Oxford Institute for Energy Studies, in cui viene spiegato perché le sole energie rinnovabili non possono rappresentare l’unica soluzione: “Nel 2018 il vento e il solare hanno prodotto 1.850 TWh (Terawatt all’ora). “I loro tassi di crescita annua della capacità erano di circa 270 TWh all’anno: ci sarebbero voluti più di 180 anni per arrivare a 50.000 TWh all’anno, equivalenti a circa il 50% del mercato energetico del 2050 (100.000 TWH / anno).” Il rapporto dimostra che anche se il tasso di investimento triplicasse per le energie rinnovabili (a 1 trilione di dollari l’anno), ci vorranno “ancora 55 anni perché l’energia eolica e solare raggiunga il 50% del mix energetico globale.”
Il dibattito resta aperto. Certamente la transizione energetica è necessaria, ed è importante che avvenga il prima possibile. Ma non ci si dimentichi del peso economico che questo cambiamento porta con sé. Certamente non sarà solo il progresso tecnologico, le politiche nazionali e sovranazionali a fare la differenza sui tempi.
La transazione energetica è una diretta conseguenza anche della maggiore consapevolezza e delle scelte sia degli industriali che dei cittadini.
Fornitura energetica Energia Green
Sustainability: come YEM aiuta nella scelta green
In Italia la chiamiamo “sostenibilità”, ma conviene utilizzare il termine inglese “sustainability” perché esprime un concetto essenziale, una necessità imprescindibile che non ha confini e di cui si parla in tutto il mondo. Sulla spinta di un’informazione ormai capillare sul tema, la sensibilità...
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In Italia la chiamiamo “sostenibilità”, ma conviene utilizzare il termine inglese “sustainability” perché esprime un concetto essenziale, una necessità imprescindibile che non ha confini e di cui si parla in tutto il mondo.
Sulla spinta di un’informazione ormai capillare sul tema, la sensibilità verso le soluzioni più rispettose dell’ambiente si moltiplicano a tutti i livelli. I consumatori preferiscono con sempre maggior frequenza prodotti e marchi green, tenendo in grande considerazione le iniziative di responsabilità sociale delle aziende.
Se parliamo di energia il concetto di sustainability risulta amplificato. Da qualche anno è iniziata una vera e propria “transizione energetica” che porterà, secondo le intenzioni dell’Unione Europea il PNIEC. Aumentare la quota di energia da fonti rinnovabili, a svantaggio di quella tradizionale da fonti fossili, è ancora solo un’opzione, ma presto diventerà un vero dovere. Conviene portarsi avanti.
Tuttavia, come fare a scegliere, in fase di gara, un’utility o una multiutility con un mix di energia che premi le forti rinnovabili?
Come può un Energy Manager conoscere e comparare le percentuali del mix, averne certezza e sfruttare a vantaggio dell’azienda la scelta fatta?
Quali sono i vantaggi di scegliere un energy green, oltre la comunicazione ? E come la green energy incide sul prezzo della fornitura?
I dubbi sull’argomento, effettivamente, sono tanti. La green energy è un campo relativamente recente anche per chi opera da tanto tempo nel mercato delle materie prime. Pertanto, di risposte certe se ne trovano poche e tutte avvolte dalla fitta nebbia del “non detto”. Tutte, a parte una: Yem marketplace, il tool digitale di YEM che aiuta gli utenti nella scelta della giusta fornitura, tenendo conto, oggi, anche degli aspetti green.
Perché conviene scegliere un fornitore green
Le spinte verso le scelte di sustainability arrivano indistintamente dall’alto, delle Istituzioni, e dal basso, dal mercato. Soprattutto ora che il Covid19 ha distrutto la quotidianità, gli obiettivi e le speranze di milioni di persone e aziende nel mondo, come una gigantesca colata di lava. Ma anche su un suolo apparentemente inerte c’è vita, infatti, poco dopo, le ginestre spuntano sulle pendici dei vulcani. Allo stesso modo, l’Unione Europea intende risorgere attraverso una politica incentrata proprio sull’ambiente: economia circolare e fonti rinnovabili traineranno il nuovo sviluppo finanziario.
Il Green Deal Europeo varato nel novembre 2019 a Bruxelles e il piano di sostengono: l’attuale strategia europea per la ripresa, rispondono al movimento globale ecologista che ha animato i consumatori in tutto il mondo.
Alla luce di questi elementi, perseverare con la scelta di energia esclusivamente da fonti fossili risulta:
-poco lungimirante;
-distante dal mercato e dalle linee guida europee;
-sintomo di una staticità strategica aziendale che fa a botte con il concetto di competitività.
Organizzare una gara green, al contrario, ha un impatto enorme dal punto di vista della comunicazione aziendale. Le fonti rinnovabili producono una materia prima un po’ più costosa, in verità, ma assumersi la responsabilità sociale e farlo sapere al proprio pubblico migliora la propria brand reputation. Il bilancio economico rimane comunque positivo.
In estrema sintesi, organizzare una gara green può portare a grandi vantaggi!
Il tool digitale che assicura velocità operativa e garanzie sulle forniture
Fatta la scelta di orientarsi su un fornitore green, l’Energy Manager può trovare la risposta ai suoi numerosi dubbi e/o difficoltà (elencati nel primo paragrafo) affidandosi alla piattaforma digitale YEM.
Capace di gestire in pochi click una gara per un contratto realmente su misura, il tool YEM marketplace da gennaio si tinge di verde.
Trovare un fornitore affidabile e solido nella giungla degli oltre 500 operatori attivi in Italia è impresa ardua senza il supporto del digitale; a maggior ragione lo è se si cerca anche un fornitore con “orientamento green dimostrabile”. Chi garantisce all’Energy Manager la veridicità delle affermazioni del fornitore? E se dichiarare l’approvvigionamento di materia prima da fonti rinnovabili fosse solo un richiamo per allodole? Ebbene, YEM risolve il dilemma attraverso la nuova funzionalità dello strumento: la classifica dei fornitori green. Grazie a YEM marketplace diventa semplice confrontare i fornitori green e le loro percentuali di fuel mix. Ma non solo. Infatti, è anche possibile vedere se negli ultimi anni il fornitore ha aumentato la percentuale green, premiando una reale policy green dei fornitori.
La soluzione YEM Marketplace, già di per sé unica sul mercato, si rivela ancora più completa ed efficiente, grazie al suo orientamento sui bisogni dei propri utenti e sulla sustainability.
Greenwashing: come capire se un fornitore è realmente green?
Che cosa è il greenwashing? Per greenwashing si intende ecologismo di facciata, ovvero: "costruire un'immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell'impatto ambientale." Il termine deriva da un neologismo inglese e sta ad indicare un fenomeno che riguarda imprese,...
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Che cosa è il greenwashing?
Per greenwashing si intende ecologismo di facciata, ovvero: "costruire un'immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell'impatto ambientale."
Il termine deriva da un neologismo inglese e sta ad indicare un fenomeno che riguarda imprese, organizzazioni ed anche enti pubblici. Chiunque si dica ecosostenibile per ottenere maggior profitto, nascondendo la realtà dei fatti: ovvero che la propria attività possa compromettere l'ambiente.
L’attuale obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra fissato dall’UE per il 2030 è del 60% rispetto ai livelli registrati nel 1990.
Da quando la salvaguardia dell’ambiente è diventata una priorità sulle agende globali, sia consumatori che imprese hanno iniziato a domandarsi: quanto inquinanti siano i prodotti messi in commercio?
Questo è accaduto anche per quanto riguarda il mondo dell’energia. Oggi è una rarità navigare sul Web, imbattersi in pubblicità o siti web di fornitori di energia, senza trovare nessun riferimento all’energia ecosostenibile, la "green power". Ma dietro la strategia di mostrare “il pollice verde più grande che ci sia”, cosa si nasconde?
Garanzia di origine usata per ripulire volumi di energia proveniente da fonti non rinnovabili
Ad oggi il vero problema sta nella difficoltà di comprendere quanto grande sia la portata del fenomeno. Nel caso dei fornitori di energia, esiste la possibilità di acquisire delle certificazioni che attestino la provenienza del prodotto erogato, come la Garanzia d’origine (o Go) rilasciata dal GSE, il Gestore Servizi energetici. Quest’ultima nasce con lo scopo di incentivare la produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Ma nella realtà dei fatti, la direttiva 2009/28/CE consente ai fornitori di proporre anche offerte di energia non provenienti da fonti rinnovabili, oppure offerte di energia che sono green solo in minima percentuale. Infatti sono tanti i casi in cui i fornitori sfruttano questi certificati per “ripulire” volumi di energia erogata da fonti fossili.
Il gap tra il costo dell'energia verde e quella proveniente da fonti non rinnovabili sta diminuendo, come riportato nello studio di Greenpeace. Basta pensare che tra il 2009 e il 2015 i costi di produzione dell’eolico sono scesi dell’80%, mentre per il solare la diminuzione si è attestata al 40% su base mondiale. Eppure l'energia "nera", quella che rilascia emissioni di Co2, viene ancora molto venduta. Il motivo è semplice: per produrla occorrono minori investimenti in tecnologia e processi, di conseguenza ha un costo di mercato inferiore. Però un costo di cui bisogna considerare anche le esternalità negative: l'energia nera è nociva per il pianeta terra.
Quindi la sola garanzia di origine spesso è come un lascia passare per la vendita di energia “nera” confusa per “proveniente da fonti rinnovabili”. Questo a discapito degli sforzi compiuti in Italia negli ultimi anni. Secondo il più recente rapporto fornito dal GSE sulle fonti rinnovabili in Italia e in Europa del 2018, il 17% di energia consumata nel nostro Paese, proviene da fonti di energia rinnovabili dette FER. Un risultato poco distante dalla media UE: intorno al 18%. Ma ciò non è ancora sufficiente, per realizzare davvero “Il Green new deal”, ovvero la tabella di marcia che dovrebbe portare l'Europa a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Per perseguire questo risultato saranno necessari maggiore trasparenza da parte dei fornitori riguardo le offerte Green e maggiore attenzione da parte degli industriali nel seguire politiche aziendali ecosostenibili.
È possibile scoprire se un fornitore è davvero green?
Un modo esiste, come previsto dal GSE: i fornitori di energia sono tenuti a rendere pubblici i dati relativi ai “Fuel mix”. Cioè sui volumi di energia venduti, quanti di questi in percentuale sono provenienti da fonti rinnovabili e quanti no. Queste informazioni sono presenti nella fatturazione e sui portali Web dei fornitori, anche se bene camuffate. Accertarsi di questo dato, consente agli industriali di sapere se il fornitore a cui ci si rivolge è realmente green e in quanta percentuale l’energia acquistata proviene da fonti rinnovabili. Una soluzione viene dal digitale: oggi per chi si occupa di energy management è possibile affidarsi a strumenti che permettono di visionare e confrontare i Fuel mix (e anche l'evoluzione di essi) di ogni fornitore, così diventa più semplice non cadere nel tranello di chi è green, ma solo a parole.
Consumi energetici, perché passare al green
Pensiamo a un Energy manager, un imprenditore, un dirigente d'azienda che deve scegliere il nuovo contratto e la nuova fornitura per i consumi energetici della propria impresa. Quali sono i vantaggi di scegliere energia Green? Ce ne sono diversi, e tutti in grado di portare risultati e benefici...
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Pensiamo a un Energy manager, un imprenditore, un dirigente d'azienda che deve scegliere il nuovo contratto e la nuova fornitura per i consumi energetici della propria impresa. Quali sono i vantaggi di scegliere energia Green? Ce ne sono diversi, e tutti in grado di portare risultati e benefici molto tangibili. Non solo per l'Ambiente, la società nel suo complesso, ma anche per le performance aziendali.
Ecco uno dei tanti motivi per cui rendere Green i consumi energetici aziendali conviene: i consumatori e clienti, ormai da tempo, rivolgono sempre più la loro attenzione e le loro preferenze alle aziende 'Green', e alle loro scelte ecologiche trascurando sempre più spesso i Brand non sostenibili. Da questo Trend nasce dunque un processo virtuoso per cui i clienti sono pienamente soddisfatti solo se a un buon rapporto qualità/prezzo dei prodotti o servizi si abbina un convincente segnale di sostenibilità del produttore scelto.
Consumi energetici, green e fatturato
Per queste aziende Green, quindi, il fatturato è destinato a salire, creando così un circolo vantaggioso per tutti: la sostenibilità ambientale per un'azienda diventa perciò un vantaggio competitivo. Anche se i vantaggi dell’energia green non sono immediatamente riscontrabili a livello economico, avendo un costo maggiore rispetto all’acquisto di energia ad un prezzo più basso, i vantaggi sono riscontrabili su molteplici fronti, ecco quali.
La scelta ecologica per i consumi energetici è una scelta strategica
La scelta ecologica per i consumi energetici è una scelta strategica, che ha un forte impatto sull'etica, sulla reputazione, sull'immagine, sulla comunicazione dell'impresa. Per cui, anche se in media l'energia Green costa un po' di più, in genere tra il 2% e il 5% in più rispetto all'energia cosiddetta Grigia (quella tradizionale da fonti fossili e più inquinante), a conti fatti e guardando ai risultati finali dell'azienda questa (poca) differenza di prezzo alla fornitura viene poi ampiamente colmata e recuperata – diventando conveniente e vantaggiosa anche in termini economici – proprio perché la politica sostenibile nei consumi energetici ha un impatto di reputazione, immagine e comunicazione molto forte sul mercato, che premia sempre di più scelte e strategie Green. La Sostenibilità – anche dei consumi energetici – è o può diventare quindi uno strumento di comunicazione e marketing molto importante ed efficace: si possono avere dei ritorni rilevanti in termini economici e di fatturato dalle conseguenti scelte del mercato.
Gli incentivi pubblici per consumi energetici più sostenibili
Un altro importante vantaggio nel rendere Green i consumi energetici aziendali riguarda gli incentivi pubblici per chi usa fonti di energia rinnovabili. In Italia questi incentivi sono erogati attraverso diversi meccanismi e misure: Certificati verdi e tariffa omnicomprensiva, Conto Energia, Conto termico, Contributi comunitari, nazionali e regionali. Già dal 2013 sono operativi gli incentivi Fer-E, per le fonti rinnovabili elettriche, escluso il fotovoltaico. Per esempio, il decreto Fer 1, in vigore dall'estate scorsa, incentiva e sostiene la produzione di energia elettrica prodotta da impianti idroelettrici, solari fotovoltaici, eolici On shore, e a gas residuati dei processi di depurazione.
Consumi energetici green e fonti di approvvigionamento
Il regime di incentivazione per le imprese Green risulta dunque differenziato per fonte rinnovabile, dimensione degli impianti, data di costruzione o allacciamento alla rete di distribuzione.
Anche per chi già utilizza, ad esempio, i pannelli solari per i propri consumi energetici, se l'energia che ne deriva non basta è possibile prendere altra energia Green dai contratti di fornitura sul mercato. Le fonti di approvvigionamento e fornitura di energia 'verde' possono essere diverse, ogni Energy manager, ogni imprenditore e ogni azienda ha tre possibilità: avere i pannelli solari; scegliere e contrattualizzare il fornitore di energia Green; o fare entrambe le cose, in un mix di soluzioni per i propri consumi energetici.
Offerte personalizzate per i consumi energetivi
Per tutti questi motivi, risulta vantaggioso utilizzare delle piattaforme online specializzate nella fornitura di energia B2B che: comprendano al loro interno la possibilità di scelta e di fornitori Green; offrano soluzioni e offerte non standardizzate sul mercato di massa, ma fortemente personalizzate per le specifiche caratteristiche ed esigenze di ogni azienda. Come personalizzare e profilare l'offerta di energia 'verde'? L'azienda cliente sceglie e indica tutti i parametri di selezione dell'offerta da tenere in considerazione e la piattaforma rende possibile il confronto e la comparazione tra le diverse offerte del mercato, servizi, prezzi e opportunità. Così l'azienda cliente va a selezionare e scegliere l'offerta giusta e più adeguata per i proprio obiettivi.