Dal Green Deal europeo al Recovery fund, la sostenibilità è al centro del dibattito pubblico. E chiama in causa non tanto le scelte di consumo individuali, ma i progetti di investimento a lungo termine delle aziende, ora in prima linea, oltre che sotto i riflettori nella lotta ai cambiamenti climatici. In questo scenario, la scelta di un fornitore gas&power davvero green diventa cruciale e strategica da un punto di vista sia di business che di marketing. Ma anche complessa.
Valutare l’impatto ambientale ed energetico della fornitura, infatti, richiede un coinvolgimento diretto del fornitore stesso, che diventa oggi un interlocutore privilegiato per le aziende in cerca di una svolta reale in termini di sostenibilità. Ne parliamo con Markus Federspieler, Head of Corporate Sales di Alperia Energy, società italiana che produce energia elettrica da fonti rinnovabili.
All’inizio di quest’anno si è registrato un interesse maggiore in settori diversi da quelli tradizionalmente attenti all’energia green. Anche se la crisi ha frenato questi nuovi entusiasmi, si tratta di un segnale importante, soprattutto perché riguarda industrie come l’acciaio, che non rientra tra i classici settori che guardano al tema della sostenibilità.
In Italia, in particolare, l’energia green era fino a qualche tempo fa appannaggio del food e del tessile di alta gamma. Due mondi in cui c’è una grande attenzione alla materia prima, anche in termini di comunicazione, per la vicinanza al consumatore e in cui le richieste ai fornitori vanno in direzione di un minore impatto ambientale causato dalle emissioni di Co2. La novità degli ultimi tempi però consiste nel fatto che anche i settori dell’automotive e della plastica cominciano a parlare di sostenibilità: è una questione di sensibilità, e una necessità di marketing in alcuni casi, ma anche una risposta a esigenze concrete legate alla supply chain.
Anche i fornitori di gas&power o i subappaltatori infatti devo essere compliance.
In generale, bisogna assicurarsi che il fornitore di gas&power abbia certi asset. E la prima cosa da fare è informarsi sull’origine dell’energia, sulle tecnologie utilizzate e chiedere garanzie e certificazioni. L’ideale è scegliere un’azienda che produce e distribuisce energia, perché ha un controllo diretto sulla produzione.
Questo diventa ancora più importante oggi perché le richieste dei clienti sono sempre più dettagliate: ad esempio noi gestiamo l’idroelettrico e veniamo scelti non solo da chi vuole energia verde, ma anche da chi cerca energia prodotta in Italia, anzi in Alto Adige.
Bisogna stare attenti, inoltre, ai luoghi comuni. È vero ad esempio che l’eolico, il fotovoltaico, e l’idroelettrico sono più green di altre fonti. Bisogna anche sapere, però, che alcune aziende in passato hanno investito nel fotovoltaico perché le tariffe incentivanti erano interessanti. Mentre, oggi, chi punta sul fotovoltaico lo fa per un’ottimizzazione in loco, non per cedere la rete. In questo caso, quindi, non si tratta di fornitori di energia.
L’energia verde a livello normativo è una certificazione ex post, viene quindi assegnata dopo che è fornita. Ci sono portali dei gestori di servizi energetici che chiariscono come avviene la certificazione della fornitura e ci si può rivolgere al proprio fornitore per richiedere la garanzia di origine (GO). L’azienda può decidere così cosa vuole realmente supportare.
Le richieste sono le più disparate e sono sempre più specifiche soprattutto in relazione all’impatto ambientale delle rinnovabili. Alcune aziende, ad esempio, si assicurano che i nostri impianti abbiano le rampe dei pesci. Altre preferiscono gli impianti di taglia piccola, non grandi derivazioni. Oppure impianti recenti, realizzati non più di 10 anni fa. Altri clienti ci hanno chiesto che tutta l’energia provenisse solo da un impianto. Con richieste molto specifiche l’azienda può scegliere di incentivare diversi aspetti della sostenibilità. Il nostro compito come fornitori è anche di natura consulenziale: spieghiamo al cliente le diverse tipologie a disposizione in relazione ai diversi costi e alle esigenze.
Tutta l’Europa, tranne la Polonia, fa parte di un hub europeo quindi le garanzie di origine vengono scambiate in modo libero. C’è tantissima certificazione verde a basso costo che arriva dall’estero: come l’idroelettrico della Norvegia e dell’Islanda.
La GO è trattata come una commodity a livello di mercato. I prezzi sono veramente alla portata di tutti. Ci sono alcune scelte che i soggetti che vendono energia possono fare per investire in energia verde e l’azienda cliente deve esserne al corrente.
Oltre a orientarsi nelle certificazioni, bisogna anche informarsi e non cadere nelle trappole: un classico esempio è il tema del bio gas, che in Italia ancora non viene prodotto. Questa è una tipica informazione di base che un’azienda dovrebbe avere prima di scegliere un fornitore di gas&power davvero green.
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