Nel contesto attuale della crisi dei prezzi dell'energia elettrica, c'è un concetto ricorrente nelle giustificazioni sul perché i prezzi continuano a salire; le quote di emissione dei gas a effetto serra.
Il commercio di queste emissioni, i cui prezzi sono più alti che mai, è uno strumento di mercato creato come incentivo o disincentivo economico per perseguire il beneficio ambientale della transizione energetica. Il suo scopo è che gli impianti industriali inquinanti riducano le loro emissioni nell'atmosfera.
Prezzo CO2 | EUA | CER |
Media annuale | 42,96€ | 0,32€ |
Gennaio | 33,43€ | 0,37€ |
Febbraio | 37,89€ | 0,39€ |
Marzo | 40,87€ | 0,42€ |
Aprile | 45,22€ | 0,60€ |
Maggio | 51,99€ | 0,00€ |
Giugno | 51,78€ | 0,00€ |
Evoluzione del prezzo di CO2 nel 2021. Fonte: SENDECO2, Sistema Europeo di Negoziazione di CO2
Attualmente, ci sono mercati di emissioni che operano in diversi paesi e che riguardano diversi tipi di gas a effetto serra. Tuttavia, ciò che sta influenzando il prezzo dell'energia elettrica nella maggior parte dei paesi del vecchio continente è la direttiva 2003/87/CE emessa dall'Unione Europea (UE). Ad oggi, è l'atto legislativo sul regolamento della CO2 più ambizioso.
Il decreto interessa le emissioni di CO2 provenienti da diverse attività nei 27 Stati membri dell'UE.
Centrali termiche, cogenerazione, altri impianti di combustione con potenza termica superiore a 20 MW (caldaie, motori, compressori...), raffinerie, fabbriche di ferro e acciaio, cemento, ceramica, vetro e carta.
Elenchiamo i fattori che impattano su questo mercato:
Il Sistema per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra dell'UE interessa globalmente più di 10.000 impianti e più di 2 miliardi di tonnellate di CO2, ossia il 45% circa delle emissioni totali di gas serra nell'UE.
La tendenza dei prezzi della CO2 è cambiata significativamente dall'anno in cui il mercato è stato creato. Nelle ultime settimane, in particolare, c'è stato un aumento del prezzo delle quote di emissione nel mercato europeo, dove stanno raggiungendo valori superiori a 50 €/tonnellata; un aumento del 150% rispetto al valore di un anno fa. Questo significa che l'industria che inquina paga di più per farlo.
Inoltre, le quotazioni future dei mercati del diritto di emissione indicano che questa situazione di prezzi elevati continuerà nel tempo, soprattutto a causa della maggiore ambizione climatica dei diversi paesi dell'Unione Europea e l'annuncio del ritorno degli Stati Uniti all'accordo di Parigi.
Così, le industrie che utilizzano processi inquinanti stanno trasferendo il costo delle loro emissioni di gas serra nei costi di produzione dell'energia. Questo significa che i prezzi marginali dell'elettricità sul mercato, fissati dalle tecnologie più costose, sono a valori più alti.
La tendenza dei prezzi continua a salire: il prezzo di una tonnellata di CO2 ha già superato di gran lunga la barriera dei 50 €/tonnellata. Lo scorso maggio, il prezzo medio era vicino a 52 €/t, un aumento del 15% rispetto allo stesso prezzo del mese precedente. Come se non bastasse, questo giugno il prezzo di una tonnellata di CO2 ha raggiunto un nuovo record, 56,5 €.
Anche se sembra necessario introdurre un meccanismo che penalizzi economicamente le industrie inquinanti per spingerle ad essere più rispettose dell'ambiente, se queste trasferiscono i loro costi nel prezzo finale del loro prodotto, il kWh, i più danneggiati dal meccanismo sono i consumatori finali. Per questo, anche se si tratta di un mercato in evoluzione, è necessario proporre misure che limitino i prezzi massimi o che impediscano alle imprese di rifletterli nei loro costi finali. È in gioco la salute di tutti, sia ambientale che economica.
Tradotto da Giulia Romani