YEM optimization è uno strumento che permette ai clienti di ottimizzare la propria fornitura energetica (sia gas che energia elettrica) a prezzo variabile con fixing. Quando chiedere un fixing, quanto volume fissare e perché? Queste sono le vostre domande, YEM optimization è la nostra...
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YEM optimization è uno strumento che permette ai clienti di ottimizzare la propria fornitura energetica (sia gas che energia elettrica) a prezzo variabile con fixing. Quando chiedere un fixing, quanto volume fissare e perché? Queste sono le vostre domande, YEM optimization è la nostra risposta.Quando si parla di ottimizzazione della fornitura sono molti i consumatori che non trovano la soluzione giusta alle proprie esigenze. Serve l’expertise sui mercati, serve una strategia ad hoc e serve anche trasparenza. Ecco perché vogliamo spiegarti come lavoriamo e come possiamo aiutarti a gestire l’ottimizzazione della tua fornitura in pochi click.
Come funziona YEM optimization?
Il primo punto sono le previsioni. Partiamo dall’expertise sui mercati, indispensabile per impostare una strategia di fixing. YEM optimization si avvale della consulenza degli esperti di REF-E, che analizzano costantemente i mercati dell’energia elettrica e del gas naturale e forniscono previsioni accurate dell’andamento dei prezzi forward, in particolare del primo prodotto annuale (calendar).
Grazie a queste previsioni siamo in grado di mantenere un costante monitoraggio dei mercati e individuare i momenti migliori per consigliarti un fixing.
Se l’andamento dei prezzi subisce uno spike o se si modifica l’assetto del mercato, le nostre previsioni vengono aggiornate e la strategia di fixing modificata per seguire con velocità i mercati e consentirti di reagire per tempo.
Oltre alle previsioni dei nostri esperti di mercato utilizziamo anche un algoritmo basato sui prezzi di mercato, che ci aiuta ad individuare i minimi storici e a convalidare le strategie di fixing. Come? Semplice! Quando le previsioni dei nostri esperti indicano che i prezzi stanno per salire (forecast a 1 mese), grazie al nostro algoritmo verifichiamo quale sia il livello dei prezzi attuali rispetto ai prezzi storici. Calcoliamo infatti la media mobile a 20 giorni sulle quotazioni passate del Cal + 1, e confrontiamo il prezzo di mercato attuale con il valore della media mobile in alcuni momenti “target” del passato, presi cioè come riferimento per l’algoritmo. Se le differenze sono negative (se il prezzo attuale è più basso) e si trovano al di sopra di determinati valori soglia, allora Yem optimization consiglia di fare un fixing il giorno successivo, così da non aspettare che i prezzi salgano.
Con YEM optimization la strategia è personalizzata
Ma non solo!
La strategia di fixing viene strutturata in modo da adattarsi alle caratteristiche del tuo contratto e alla tua propensione al rischio, in modo da essere customizzata per le tue specifiche esigenze.
Prima di tutto, infatti, ti chiediamo delle informazioni sulla struttura dei fixing consentita dal vostro contratto.
Quali sono i periodi su cui è consentito richiedere un fixing? Un mese, un trimestre, un anno? Qual è il volume minimo che può essere fissato? Il 10%? Il 25%?
Non tutti i contratti sono uguali ed è quindi necessario adattare la strategia di fixing alle specifiche del contratto firmato.
Inoltre, ti facciamo scegliere la tua propensione al rischio, fondamentale per poterti dare il consiglio giusto!
Una volta che i nostri esperti hanno individuato il momento in cui i prezzi dovrebbero essere più bassi, la strategia propone di scaglionare i fixing, più concentrati intorno alla data di minimo dei prezzi, se la strategia scelta è ad alto rischio, più distribuiti nel tempo se la strategia scelta è a basso rischio.
Basso rischio vuol dire perseguire il prezzo più basso minimizzando nel contempo la possibilità che il minimo dei prezzi sia leggermente prima o leggermente dopo la data (o il periodo) individuata dai nostri esperti, mediando quindi il prezzo dei diversi fixing su un periodo più ampio. Viceversa, alto rischio significa cercare di fissare la maggior parte dei volumi proprio quando il mercato è al minimo, concentrando i fixing in un intervallo di tempo più limitato.
Inoltre, una strategia a basso rischio vi consiglia di richiedere fixing fino al 100% dei volumi, evitando di entrare nel periodo di consumo con una quota dei consumi ancora a prezzo variabile e, nel contempo, anticipando i fixing per evitare di incorrere nella tipica volatilità dei prezzi che si riscontra quando il periodo di delivery è molto vicino (non vengono consigliati fixing nei 2 mesi prima della delivery).
Una strategia ad alto rischio, invece, è strutturata per approfittare anche della volatilità degli ultimi due mesi prima dell’inizio del periodo di consumo e per questo, in base alla percentuale minima di fixing consentita dal contratto, non consiglia di fissare il prezzo del 100% dei volumi, ma lascia una % a prezzo variabile per trarre un eventuale beneficio anche da un ribasso dei prezzi dell’ultimo momento.
YEM optimization e la sua trasparenza
Non vogliamo decidere per te, ma darti gli strumenti giusti per prendere le tue decisioni.
Per questo motivo, oltre a darti delle indicazioni sui fixing ti forniamo le previsioni di mercato su cui abbiamo basato la nostra strategia. Puoi decidere di non richiedere un fixing nelle date che ti indichiamo e la nostra strategia si adatterà per suggerirti delle date alternative.
Se preferisci utilizzare delle previsioni fornite dal tuo consulente di fiducia o dal tuo fornitore, hai la possibilità di inserirle in YEM optimization e basare le tue strategie di fixing sulla curva dei prezzi previsti che hai scelto. La logica dei fixing rimane invariata, ma si baserà sulla previsione dei prezzi futuri che preferisci.
Questa è la logica su cui si basano i consigli di fixing di YEM optimization.
Expertise, strategia ad hoc e trasparenza, con la semplicità di un click!
Come sfruttare le opportunità del portfolio management
Sia che si guardi il punto di vista del fornitore che quello del cliente, avere uno o più contratti di fornitura da gestire significa doverne curare diversi aspetti. Il portfolio management è l’insieme delle attività che servono per ottimizzare la gestione del proprio portafoglio, di vendita,...
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Sia che si guardi il punto di vista del fornitore che quello del cliente, avere uno o più contratti di fornitura da gestire significa doverne curare diversi aspetti.
Il portfolio management è l’insieme delle attività che servono per ottimizzare la gestione del proprio portafoglio, di vendita, da un lato, o di consumo, dall’altro.
E’ evidente che sia il cliente che il fornitore devono dotarsi degli strumenti corretti per supportare la gestione della fornitura e dei rischi a questa associati. Quali sono dunque i rischi da monitorare?
Il rischio credito nel portfolio management
Il rischio credito è il rischio che una delle due parti non paghi quanto è dovuto. In un contratto di fornitura è dunque un rischio a cui è soggetto il fornitore ed è il motivo per cui spesso il fornitore richiede una garanzia bancaria o assicurativa che copra, appunto, il rischio di mancato pagamento da parte del cliente.
Il rischio controparte nel portfolio management
Il rischio controparte è il rischio che una delle due parti non sia in grado di ottemperare ai suoi obblighi contrattuali ed è, più nello specifico, il rischio che il fornitore non possa più fornire energia o gas come da contratto.
Entrambi questi due aspetti possono essere gestiti correttamente nelle prime fasi della contrattualizzazione, quando il cliente seleziona il fornitore e quando il fornitore valuta a sua volta l’affidabilità del cliente. Durante la contrattualizzazione, dunque, sia il cliente che il fornitore prescelto saranno stati analizzati dal punto di vista dell’affidabilità creditizia e della solidità finanziaria, per consentire ad entrambi di scegliere la migliore controparte con cui obbligarsi al rispetto del contratto.
Il rischio volume nel portfolio management
IL rischio volume è il rischio che i volumi previsti durante la contrattualizzazione non corrispondano ai volumi effettivamente consumati dal cliente. Il rischio volume ha un impatto sia sul fornitore che sul cliente. Il fornitore, infatti, quando acquista l’energia o il gas destinati al cliente, si basa su una previsione di consumo che, se disattesa, può comportare costi maggiori per l’approvvigionamento. Per il cliente, il rischio volume è sia il rischio di consumare più del previsto (e dunque pagare una fattura su un consumo maggiore di quanto preventivato), sia il rischio di consumare maggiormente in periodi in cui il costo dell’energia o del gas è più alto.
E’ importante, dunque, che il cliente conosca il proprio profilo e le dinamiche di consumo e che, se possibile, anche il fornitore ne sia adeguatamente informato. Una maggiore conoscenza di ciò che accade ai propri consumi al variare della propria attività (se accendo un macchinario o spengo una linea produttiva) consente anche di scegliere il modo migliore per gestire la propria fornitura.
Il rischio prezzo nel portfolio management
Il rischio prezzo: questo è il tema al quale sia i fornitori sia i clienti sono maggiormente sensibili ed è il rischio di pagare un prezzo troppo alto o maggiore del previsto per la fornitura energetica. Se il concetto sembra immediato se si vestono i panni del cliente, forse lo è meno cercando di immedesimarsi nel fornitore. Il fornitore, infatti, quando un cliente richiede una fornitura a prezzo fisso o un fixing, deve a sua volta gestire il rischio di acquistare l’energia o il gas che ha contrattualizzato ad un prezzo superiore rispetto al prezzo di vendita.
Per poter gestire adeguatamente la fornitura, soprattutto per quanto riguarda il rischio prezzo, è fondamentale avere ben chiare quali saranno le possibilità di ottimizzazione da esso offerte: quali sono i volumi minimi su cui richiedere un fixing, quali sono i periodi (mesi/trimestri/anni) su cui è possibile fissare il prezzo, quante volte è possibile farlo, quali sono i limiti temporali per i fixing prima del periodo di delivery e così via.
Da tutti questi aspetti dipende poi la possibilità di ottimizzare la fornitura durante tutto il periodo contrattuale. Tendenzialmente, un fornitore che offre contratti di fornitura con fixing è dotato da un lato di expertise specifiche e dall’altro di sistemi informatici che gli consentono di tener conto perfettamente dei fixing richiesti, dei volumi coperti e di procedere correttamente alla gestione dell’intero contratto. La gestione è dunque relativamente semplice, considerando anche che spesso è parzialmente automatizzata e digitalizzata.
Viceversa, non sempre i clienti sono dotati di un dipartimento di energy management che gestisca il contratto di fornitura o che abbia la conoscenza approfondita dei mercati energetici e delle loro dinamiche.
Come fare dunque per ottimizzare la gestione del portfolio managment?
In generale sono diverse le soluzioni che consentono alle aziende di ottimizzare il prezzo della fornitura ma è importante che il costo da sostenere sia coerente con i vantaggi che ne conseguono. L’ideale è ricevere il supporto di esperti che, seguendo attentamente il mercato, possano consigliare il momento adatto per fare un fixing tenendo anche in considerazione le caratteristiche di flessibilità del contratto di fornitura (non tutti sono uguali!) e la propensione al rischio del cliente. Con l’aiuto del partner giusto per l’ottimizzazione del contratto, la gestione della fornitura risulta più semplice e conveniente.
Contratti Fornitura energetica
Contratti energetici per azienda: come gestire il rischio del fixing
La gestione “dinamica” dei contratti energetici per azienda fa ancora paura a molti Uffici acquisti ed Energy manager, potrebbe portare a massimizzare il risparmio. Parliamo delle formule di acquisto di gas ed energia elettrica a prezzo variabile con possibilità di fixing, che richiedono...
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La gestione “dinamica” dei contratti energetici per azienda fa ancora paura a molti Uffici acquisti ed Energy manager, potrebbe portare a massimizzare il risparmio. Parliamo delle formule di acquisto di gas ed energia elettrica a prezzo variabile con possibilità di fixing, che richiedono all’azienda acquirente di valutare, periodo per periodo, le opportunità di risparmio offerte dal mercato. Qualora ce ne fossero, naturalmente.
La bella notizia, per tutti i lettori più prudenti e/o diffidenti, è che il mercato delle materie prime offre sempre opportunità che, pur accompagnandosi a una piccola percentuale di rischio, vale la pena di considerare.
Tra rischio e benefici economici, infatti, la bilancia pende sempre dalla parte dei vantaggi, perché la diversificazione dei costi nel tempo permette di gestire il rischio dei contratti energetici per azienda a prezzo indicizzato.
Vale la pena di entrare nel merito della tematica.
Il vantaggio legato alla volatilità dei prezzi
Se possiamo affermare che un contratto a prezzo fisso è più facile da concepire, perché dà una garanzia di spesa che non cambierà nel corso della fornitura, vero è anche che concentra in un solo momento dell’anno la scelta di bloccare il prezzo dell’energia. Se il mercato dovesse flettere, l’ufficio acquisti e l’energy manager dovranno essere consapevoli del fatto di aver pagato molto di più di quanto avrebbe potuto fare.
Costruire il prezzo di fornitura acquistando volumi di materia prima nel tempo, invece, consente di scegliere le tariffe di mercato migliori e di pagare complessivamente meno. In un contratto a prezzo indicizzato, infatti, le operazioni di acquisto possono essere fissate nei momenti in cui le quotazioni sono più basse.
È necessario seguire il mercato e coglierne le opportunità man mano che si presentano, dunque: da qui la dinamicità di cui si parlava.
Ora, non tutti hanno sufficiente tempo da dedicare al monitoraggio dei prezzi di gas ed energia elettrica; non tutti, inoltre, sono abbastanza competenti in materia di tecnicismi della Borsa energetica.
Eppure, nei periodi di forte volatilità dei prezzi, che non sono affatto rari, la convenienza è sotto gli occhi di tutti.
In cosa consiste il rischio dei contratti energetici per azienda a prezzo variabile
Le ragioni che possono far oscillare i prezzi delle materie prime sono diverse e dipendono da una serie di fattori esterni:
- l’energia elettrica è una materia prima che non si può stoccare, pertanto richiede un equilibrio perfetto tra la quantità prodotta e quella richiesta. Se manca questo equilibrio è necessario ritrovarlo attraverso attività di tendering che fanno variare il prezzo molto velocemente. Anche gli eventi straordinari - come è avvenuto durante il lockdown per la pandemia, a causa del quale si è verificato un crollo della richiesta o, al contrario, quando il grande caldo genera un picco di domanda per via dei condizionatori d’aria - generano rialzi o ribassi del valore di un GW.
- per il gas il discorso è un po’ diverso, perché si tratta di una materia prima che è possibile acquistare e conservare. Tuttavia, il suo valore può essere influenzato dalle crisi politiche, dai cambiamenti climatici, dalle scorte, ecc. E l’Italia produce pochissimo gas, quindi dipende da Stati terzi.
Questa forte volatilità dei prezzi genera più volte durante un anno solare occasioni di acquisto di materie prime a prezzi convenienti. Un minimo rischio di incappare in un anno caratterizzato solo da rialzi di prezzo esiste, inutile negarlo, ma allungando i “tempi di osservazione”, fino a tre o quattro anni, i momenti favorevoli per fissare il prezzo di un volume parziale di commodity si verifica sempre.
Cosa fare allora per godere dei vantaggi di un contratto energetico per azienda a prezzo indicizzato, senza avere le competenze di un trader?
La soluzione digitale per gestire il fixing
Avvalendosi un tool on line capace di monitorare i mercati e suggerire all’utente il momento giusto per fare fixing si risolve il dilemma nella maniera più pratica, professionale e all’avanguardia che si possa immaginare. Questo strumento è già disponibile e risulterà tanto più efficace quanto lungo sarà il periodo di fornitura. L’Ufficio acquisti, dunque, non ha che da affidarsi a un marketplace digitale per trovare una fornitura su misura di tre o quattro anni e poi utilizzare le strategie di fixing proposte YEM optimization dei prezzi per effettuare i fixing con i propri fornitori. Con gli strumenti adatti, fare fixing in piena sicurezza e massimizzare il risparmio diventa facile.
Nozioni Chiave Fornitura energetica
La differenza tra prezzo variabile e prezzo variabile con fixing
La tipologia di contratto energetico può fare una grande differenza nel raggiungimento del risparmio auspicato. I contratti, infatti, non sono tutti uguali: esistono tre formule di prezzi di acquisto di energia: prezzo fisso prezzo variabile prezzo variabile con fixing Se la differenza tra...
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La tipologia di contratto energetico può fare una grande differenza nel raggiungimento del risparmio auspicato. I contratti, infatti, non sono tutti uguali: esistono tre formule di prezzi di acquisto di energia:
Se la differenza tra una fornitura a prezzo fisso e una a prezzo variabile è, tutto sommato, intuitiva, non si può dire altrettanto delle due tipologie di prezzo variabile. Quale convenga scegliere e perché è quanto ci proponiamo di spiegare con questo post. L’Ufficio acquisti, infatti, deve poter padroneggiare tutti gli elementi necessari a fare la scelta più consapevole e conveniente per la propria azienda.
Soluzioni… poco soddisfacenti
In fase di gara, i fornitori potenziali propongono la loro migliore offerta commerciale con la speranza di essere scelti. A meno che l’Ufficio acquisti non fornisca informazioni specifiche sul proprio fabbisogno energetico e sul tipo di contratto, il documento di proposta verterà certamente su una fornitura a prezzo fisso.
Per un player del settore energia, il prezzo fisso è il canone più redditizio, ossia il cliente si assicura il gas e l’energia elettrica a un certo costo, indipendentemente da come andrà il mercato. In più, l’Ufficio acquisti accetta di pagare una quota una tantum per garantire il fornitore nel caso i prezzi del mercato delle materie prime dovessero scendere. Questa quota è calcolata dal fornitore nel prezzo fisso e sarà tanto più alta quanto più lunga è la durata del contratto, elevata l’imprevedibilità e quindi il costo del rischio che il fornitore fa pagare. Insomma, con la fornitura a prezzo fisso, la più costosa, si paga la sicurezza di una cifra che non cambierà nel tempo e che potrà essere inserita nel budget aziendale senza dare sorprese.
Con questa scelta, si esclude ogni rischio. Però va detto che non si risparmia più di tanto.
Si potrebbe pensare, allora, che una formula a prezzo variabile senza fixing nel tempo riesca a contribuire più efficacemente al taglio dei costi in bolletta.
In linea teorica e se il prezzo fluttuante delle materie prime flettesse spesso durante l’anno, potrebbe anche essere vero. In fondo, il costo a consuntivo risulta da una media di tutti i prezzi delle materie prime nell’anno. A vantaggio del risparmio finale, poi, va detto che l’azienda non sarebbe chiamata a corrispondere l’una tantum iniziale che il fornitore associa al contratto a prezzo fisso.
Ecco una grande rete nella quale cadono in molti!
Questa formula contrattuale, in verità, è molto rischiosa. Ciò, per due ragioni:
1) se il contratto è legato alle fluttuazioni del mercato, ma l’azienda non ne ha il controllo, c’è solo da sperare che i prezzi non crescano iperbolicamente per una ragione qualsiasi;
2)non è possibile inserire una cifra specifica sul budget.
Si tratta di un approccio passivo al mercato. Non a caso questo tipo di contratto viene scelto soprattutto dagli Uffici acquisti di aziende nelle quali non esiste una figura professionale che si occupi esclusivamente di energia. Le dinamiche di mercato sono e rimangono un mistero sul quale eventualmente si può delegare un consulente esterno (al quale si dovrà pagare un lauto compenso!).
Dove sta il risparmio allora?
Costruire la propria bolletta attraverso il prezzo variabile con fixing
Essere attivi sul mercato fa la differenza. Certo, è necessario monitorare la curva dei prezzi su quali è indicizzato il contratto delle materie prime giorno per giorno, ma ne vale davvero la pena. Vediamo perché.
Immaginiamo di poter comprare il gas e l’energia elettrica solo quando il prezzo tende a calare o poco prima di un prevedibile forte rialzo. Pensiamo di poter fissare il prezzo di una porzione di fornitura proprio quando i dati di mercato ci fanno pensare “Ecco, oggi è il giorno giusto. Oggi mi garantisco un bel risparmio!” Il fixing non è altro che questo.
Valutiamo, quindi, i pro e i contro di un contratto a prezzo variabile con fixing.
Questa formula contrattuale consente di acquistare l’intera fornitura in più riprese, in quote anche del 10%, e con larghissimo anticipo. Praticamente il cliente costruisce la propria bolletta. Chi ha fatto attività di fixing durante il primo lockdown per il Coronavirus, per esempio, ha risparmiato moltissimo denaro. (fonti: https://www.ilsole24ore.com/art/bollette-luce-e-gas-ecco-perche-calano-tariffe-aprile-e-cosa-potrebbe-succedere-ADX0ruL ____ https://www.arera.it/allegati/docs/20/121-20.pdf a pag 4)
L’utente interessato al contratto a prezzo variabile con fixing può chiedere al fornitore la massima flessibilità. In questo modo, ogni contratto può essere diverso e su misura.
Si potrebbe obiettare che un contratto molto flessibile con frequenti attività di fixing ha un costo alto. In effetti, la gestione diviene molto complessa e, per questo, è necessario un esperto consulente che sappia come muoversi. Non è pensabile che un Ufficio acquisti si occupi anche di monitorare il mercato energetico e capirne i tecnicismi. La consulenza, però, incide molto sulle spese annuali di un’azienda.
L’alternativa digitale alla costosa consulenza esterna
Fortunatamente esistono supporti digitali che permettono di gestire il contratto a prezzo variabile con fixing. Come?
- Monitorando costantemente il mercato delle materie prime;
- Suggerendo all’Ufficio acquisti i momenti migliori per il fixing;
- Consentendo di risparmiare rispetto ai costi di un consulente.
Si tratta di strumenti online Basati su previsioni di mercato e algoritmi, dietro i quali ci sono veri esperti del settore energia, che consentono la gestione attiva del contratto e che hanno costi di abbonamento di gran lunga inferiori rispetto alla collaborazione di un consulente.
In un anno in cui il ricorso al digitale è aumentato esponenzialmente per via dell’epidemia di Covid, conviene esplorare anche questa opportunità di risparmio offerta dalla tecnologia.
Contratti Fornitura energetica
Livelli di consumo energetici e prezzo variabile: quando è la scelta giusta per l’azienda
È risaputo che i costi dell’energia elettrica sostenuti dalle imprese in Italia sono decisamente elevati rispetto a quelli di altri Paesi europei. Per questo motivo, imperativo categorico di ogni ufficio acquisti di un’azienda italiana è risparmiare. Un obiettivo da raggiungere unendo l’utilizzo...
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È risaputo che i costi dell’energia elettrica sostenuti dalle imprese in Italia sono decisamente elevati rispetto a quelli di altri Paesi europei. Per questo motivo, imperativo categorico di ogni ufficio acquisti di un’azienda italiana è risparmiare. Un obiettivo da raggiungere unendo l’utilizzo di sistema di gestione che consideri i livelli di consumo energetici alla scelta del migliore contratto di fornitura.
A questo proposito, le soluzioni a prezzo variabile con possibilità di fixing rimangono tra le opzioni preferite per il loro potenziale di risparmio. Non tutti conoscono però i rischi nel fixing energia e quali sono i nuovi strumenti digitali b2b per minimizzarli. Ecco quando il prezzo variabile è la scelta giusta per l’azienda.
Orientarsi tra forniture a prezzo variabile e prezzo fisso
La selezione della fornitura ideale è un impegno notevole per ogni impresa. Da un lato, il mercato libero attuale è vantaggioso per la grande varietà di tariffe e servizi proposti. Dall’altro, per lo stesso motivo, il responsabile acquisti può trovare difficoltà nel compiere la scelta esatta.
Tra i principali dilemmi energy da affrontare c’è l’attivazione di una fornitura a prezzo variabile o prezzo fisso. Il costo finale dell’energia presentato in bolletta è infatti il risultato di diverse componenti. I costi di gestione, quelli di sistema e le imposte sono decisi dall’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, e non possono essere soggetti a variazioni. Al contrario, il prezzo della materia energia elettrica dipende dal mercato e dalle scelte indipendenti di uno specifico fornitore. Grazie a ciò, per andare incontro alle esigenze più diverse, le compagnie sul mercato libero offrono:
- tariffe a prezzo fisso, il costo della componente materia elettrica è bloccato per 1 o 2 anni;
- tariffe a prezzo variabile, il valore materia oscilla periodicamente seguendo gli andamenti del mercato.
I vantaggi del prezzo variabile e il rischio nel fixing energia
La scelta di una fornitura a prezzo variabile offre innumerevoli vantaggi, ma presuppone anche una certa conoscenza delle dinamiche del mercato dell’energia. Il prezzo della materia non oscilla infatti solamente in base al costo dei combustibili, ma dipende anche da altri fattori più o meno prevedibili, fenomeni sociali e economici come l’interesse pubblico per le fonti rinnovabili, e l’aumento o la contrazione dei consumi.
Ciò considerato, un contratto di questo tipo può anche offrire grandi risparmi quando il prezzo della materia sui mercati internazionali scende. Per cogliere queste opportunità e allo stesso tempo fronteggiare la volatilità del mercato dell’energia, sono nate le tariffe a prezzo variabile con possibilità di fixing. Con il fixing, si intraprende un regolare monitoraggio del mercato e si compra l’energia quando i prezzi sono più bassi.
Purtroppo, i rischi nel fixing energetico sono diversi. In primo luogo, sono necessari tanto tempo e competenze che consentano di monitorare il mercato costantemente ad ampio raggio, costante, approfondita e consapevole. Le conseguenze negative più frequenti sono un carico di responsabilità eccessiva sulle spalle dell’Energy Manager, oppure un uso smoderato di risorse per la costante rivalutazione degli acquisti e per l’affiancamento di un consulente esterno.
È quindi importante sfatare il mito che vede le forniture a prezzo variabile con possibilità di fixing la strada adatta a tutti. Allo stesso tempo, esistono oggi soluzioni digitali dedicate che permettono di scegliere questa alternativa con più facilità.
Fare la scelta giusta per i livelli di consumo dell’azienda
I vantaggi di un contratto a prezzo variabile sono oggi alla portata di tutti grazie all’arrivo di piattaforme digitali b2b specializzate. Questi servizi sono capaci di tenere conto dei livelli di consumo dell’azienda e degli altri dati del sistema interno di Energy Management per selezionare i migliori fornitori e offerte.
Ufficio acquisti e Energy Manager avranno più tempo per dedicarsi ad altri processi e allo stesso tempo beneficiare delle informazioni raccolte con efficienza attraverso questi nuovi strumenti. Sarà inoltre possibile fare previsioni e simulazioni delle diverse attività collegate, come la compravendita e le gare d’appalto. L’obiettivo raggiunto è così la massima ottimizzazione dei costi e delle risorse, riducendo al minimo dell’imprevedibilità tipica del settore e cogliendo le opportunità offerte dal mercato.
Come impostare una strategia di fixing
Una volta firmato il contratto di fornitura a prezzo variabile, spesso esiste la possibilità di richiedere al fornitore dei fixing, ovvero di fissare il prezzo dell’energia elettrica o del gas, per una quota parte del profilo di consumo contrattualizzato, per un periodo definito. Insomma, si può...
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Una volta firmato il contratto di fornitura a prezzo variabile, spesso esiste la possibilità di richiedere al fornitore dei fixing, ovvero di fissare il prezzo dell’energia elettrica o del gas, per una quota parte del profilo di consumo contrattualizzato, per un periodo definito.
Insomma, si può passare da un contratto totalmente a prezzo variabile ad una fornitura il cui prezzo viene in parte o in toto fissato prima del periodo di consumo. Ma come si fa a decidere quando richiedere un fixing e per quale quota di volume farlo?
Come decidere quando fare un fixing?
Innanzitutto una strategia di fixing deve partire dall’analisi dei mercati e dalla previsione di come i prezzi potrebbero evolvere in futuro. Questo tema, come abbiamo già detto più volte, è assolutamente essenziale per poter gestire correttamente un contratto indicizzato con fixing.
Si analizzano dunque i fondamentali del mercato del gas e dell’energia elettrica, con metodo e costanza, per creare degli scenari possibili dell’evoluzione futura dei prezzi. In base a questi scenari, che devono essere aggiornati costantemente per assorbire ogni eventuale cambio di assetto nei driver fondamentali, si riesce ad avere un’idea di come potrebbe muoversi il mercato nel prossimo futuro. Le analisi si basano su una moltitudine di fattori di natura fondamentale che avranno un impatto per un certo periodo di tempo o in un determinato momento nel futuro, ma devono considerare anche gli aspetti geopolitici, macroeconomici e a volte psicologici del mercato. Grazie all’interazione di questi diversi fattori si crea uno scenario e una curva forward dei prezzi che potrebbero verificarsi. Sulla base dei risultati si procede poi a sviluppare la strategia di fixing da applicare al proprio portafoglio di consumo.
Come impostare le strategie di fixing?
Esistono diverse filosofie su come impostare una strategia di fixing. Qualcuno cerca di trovare il momento migliore (il punto di minimo dei prezzi) per richiedere un fixing sul 100% (o quasi) del volume contrattuale, qualcun altro preferisce fissare più volte una porzione del profilo richiedendo un fixing ogni tot.
Quel che è certo è che la miglior strategia di fixing è quella che meglio si adatta all’attitudine al rischio dell’operatore e della società, quella che calza meglio, proprio come un vestito su misura.
Per questo motivo la prima cosa da fare è proprio identificare la predisposizione al rischio e l’approccio migliore. Se la priorità è ottenere il prezzo più basso in assoluto e limitare al minimo il numero di fixing, la strategia di fixing sarà concentrata sulla ricerca del corretto timing per richiedere al fornitore un fixing di una quota consistente di volumi, arrivando a fissare il 100% in 1 o 2 tranche.
L’altro lato della medaglia, in questo caso, è che si deve essere disposti ad accettare il rischio di non riuscire a cogliere il momento migliore per eseguire il fixing o, addirittura, di eseguirlo proprio nel momento in cui i prezzi sono più alti.
Se, viceversa, la priorità è limitare il più possibile il rischio di fare il fixing nel momento sbagliato, la strategia di fixing dovrà certamente ottimizzare il timing, ma soprattutto dovrà prevedere la richiesta di più tranche di fixing per suddividere i volumi fissati nel corso di un ampio periodo. D’altra parte è necessario essere consapevoli che un numero maggiore di fixing diluisce, sì, l’effetto negativo di un fixing nel momento in cui i prezzi sono molto alti, ma diluisce altrettanto il vantaggio di eseguire un fixing con i prezzi ai minimi.
In entrambi i casi la difficoltà maggiore risiede nel comprendere il mercato e riuscire a reagire correttamente ad esso. Non dimentichiamoci inoltre che, oltre alla ricerca del momento giusto per fare il fixing, è necessario valutare anche la possibilità di non fissare l’intera quota di volume per un determinato periodo, ovvero di sfruttare o meno un potenziale ribasso dei prezzi spot nel periodo di consumo. Spesso infatti può essere preferibile lasciare che una parte del volume contrattuale rimanga esposta alle fluttuazioni dei prezzi.
La pianificazione della strategia di fixing
Pur mantenendo un buon livello di flessibilità, è consigliabile pianificare l’approccio alla gestione della fornitura con anticipo, strutturando un processo di ottimizzazione che consenta di approfittare della volatilità del mercato ma anche di non farsi trovare impreparati nel momento in cui il mercato dovesse subire un brusco crollo o, viceversa, una forte spinta al rialzo.
E’ ovvio che non è possibile decidere in maniera puntuale e precisa tutti i fixing da fare nel corso dell’anno, ma è importante identificare, in base anche a quanto è stato concordato con il fornitore, alcuni parametri di riferimento.
Innanzitutto l’ideale è avere un target di prezzo al di sotto del quale si considera di aver ottenuto “un buon prezzo” ed un prezzo al di sopra del quale tendenzialmente si preferirebbe non andare (il “pagare troppo o poco” è sempre un concetto soggettivo!). Inoltre è importante scegliere quali periodi si vuole considerare per il fixing (l’anno intero, i trimestri o i singoli mesi), quali volumi tendenzialmente si vuole coprire con ogni fixing (10%, 25%, 50%, …) ed entro quanto tempo prima della delivery verrà deciso se lasciare o meno una parte dei volumi esposta al prezzo di mercato.
Insomma, è importante avere una sorta di piano ideale per gestione dei fixing che possa definire in linea di massima i passi per l’ottimizzazione della fornitura. Nel corso del periodo, poi, analizzando i mercati e reagendo con prontezza ad eventuali opportunità, sarà più semplice stabilire se richiedere un fixing, quanto coprire, e quando farlo.
Posso riuscire anche io a gestire i fixing?
La gestione di un contratto di fornitura a prezzo indicizzato con possibilità di fixing può, dunque, sembrare complicata e questo spesso scoraggia chi non ha una competenza specifica sui mercati all’interno dell’azienda. Cosa fare dunque?
Come abbiamo detto spesso (vedi articolo sui pro e contro del prezzo fisso e variabile) la soluzione giusta è sempre e solo quella che meglio si adatta a noi.
Non si deve scegliere il prezzo indicizzato a tutti i costi, se questo non ci fa sentire confidenti, se i volumi consumati sono così bassi da non giustificare lo sforzo di ottimizzarne il costo o se, semplicemente, non lo riteniamo una priorità.
Ma non si deve per forza scegliere un prezzo fisso solo perché non si hanno le competenze interne per gestire una fornitura indicizzata.
Esistono numerosi servizi disponibili per chi necessita un supporto lato mercato e che consentono anche a chi non è esperto di analisi e previsioni di mercato di sfruttare le opportunità offerte da un contratto a prezzo variabile con fixing. Consulenti, piattaforme, data provider, gestori di portafoglio, la possibilità di scelta è abbastanza ampia e variegata.
Se si ritiene interessante un contratto indicizzato con fixing, insomma, il modo per poterne approfittare esiste ed è disponibile. L’importante è scegliere di gestire la fornitura in modo coerente con la propria attitudine e senza improvvisare. E’ meglio scegliere un prezzo fisso piuttosto che fare i fixing lanciando una monetina!
Prezzi di fixing e prezzi all’ingrosso: come mai sono diversi?
Siamo riusciti, a volte con fatica, ad abbracciare l’idea di una fornitura a prezzo variabile al posto del classico e tanto amato prezzo fisso. Siamo arrivati a comprenderne i potenziali benefici e ad apprezzare la possibilità di fare dei fixing per diminuire il rischio di aumento dei prezzi e...
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Siamo riusciti, a volte con fatica, ad abbracciare l’idea di una fornitura a prezzo variabile al posto del classico e tanto amato prezzo fisso. Siamo arrivati a comprenderne i potenziali benefici e ad apprezzare la possibilità di fare dei fixing per diminuire il rischio di aumento dei prezzi e quindi dei costi legati alla fornitura. Ci siamo informati sui mercati, su come si muovono i prezzi e perché.
Ma ancora non riusciamo a capire per quale motivo il prezzo di fixing che ci offre il fornitore sia così diverso dal prezzo che si trova sul mercato all’ingrosso e su tutte le newsletter che circolano settimanalmente. Come mai?
Quando viene richiesto un fixing, i fornitori devono fare delle valutazioni che gli consentano, da un lato, di offrire al cliente un prezzo competitivo, dall’altro di coprirsi adeguatamente sul mercato all’ingrosso. Per questo motivo all’interno della quotazione vengono prezzati alcuni elementi piuttosto standard:
- Profilo di consumo/costo della materia prima
- Rischio profilo
- Rischio volume
- Costi finanziari per la copertura
- Margine
Qual'è il legame tra profilo di consumo e prezzo del fixing?
Come sappiamo, i prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica e del gas naturale, consultabili sui siti dei mercati (EEX o ICE FUTURES) ed espressi in €/MWh sia per il gas che per l’energia elettrica, si riferiscono a prodotti standard per durata (calendar, quarter, month) e profilo (baseload/picco/fuori picco per energia elettrica e baseload per il gas). Questo significa che sono prezzi validi come riferimento per quantità fisse, tutti i giorni/tutte le ore del periodo considerato.
Insomma, se il mio profilo di consumo fosse di 1 MWh in tutte le ore dell’anno, allora il prezzo del fixing potrebbe essere molto vicino al prezzo baseload del mercato all’ingrosso. Ma il mio profilo non è così, purtroppo e quindi?
Per poter quotare il fixing, il prezzo del prodotto all’ingrosso deve essere riproporzionato e aggiustato per seguire la forma del mio profilo. Più il profilo con cui consumo è costante nei diversi giorni e ore, più la quotazione del fornitore potrà avvicinarsi al prezzo del prodotto standard baseload. Più il mio profilo è variabile, più invece sarà distante.
Il fornitore analizzando il profilo, dunque, deve valorizzare correttamente sia la forma del profilo all’interno della giornata/settimana, sia come il profilo varia nel corso del periodo (mese/trimestre/anno) di cui ho richiesto il fixing.
Il fornitore quindi deve stimare un coefficiente correttivo che tenga in considerazione della forma del mio profilo, ovvero di quanto consumo e in quali ore/giorni, per poter riproporzionare il prezzo del prodotto baseload e offrirmi una quotazione competitiva. Se il mio consumo si concentra nelle ore centrali della giornata o nei giorni lavorativi, quando l’energia/il gas costa di più, il fornitore dovrà certamente adeguare al rialzo il prezzo del baseload.
Viceversa, se consumo soprattutto nelle ore notturne o nei week end, quando energia elettrica e gas costano tendenzialmente meno, la quotazione sarà inferiore.
Inoltre, se il mio profilo di consumo è molto vario nel corso del mese/trimestre/anno, ad esempio se durante una settimana consumo a pieno carico e la seguente consumo il 50% di meno, il fornitore dovrà tenere conto di questa variabilità nel momento della quotazione.
Tutto questo viene quotato all’interno del prezzo per la parte relativa al “profilo” e ovviamente questa quota “costo materia prima” risulta la più rilevante fra gli elementi prezzati nel fixing. E’ proprio questa voce che potrebbe, se esplicitata, esser paragonata al prezzo del mercato all’ingrosso.
Cos'è il rischio profilo e come impatta sul prezzo del fixing?
Il fornitore deve inoltre considerare il rischio che il mio consumo reale abbia, a parità di consumo totale sul periodo, una distribuzione diversa (sulle ore/giorni) rispetto a quanto preventivato.
Deve essere dunque stimata la possibile variazione di consumo e il conseguente costo che ne può conseguire per il fornitore.
Ovviamente il fornitore non è in grado di prevedere il futuro né di sapere con certezza quanto varierà la forma del mio profilo nel momento del consumo e dunque può solo fare una stima forfettaria del rischio profilo.
In questa stima il fornitore solitamente considera l’effetto portafoglio, ovvero il fatto che il rischio profilo derivante da un singolo cliente viene diluito all’interno del portafoglio aggregato composto da tutti i clienti serviti dal fornitore: quando, in un’ora o in un giorno, un cliente consuma un poco di più, un cliente probabilmente consuma un poco di meno.
In questo modo la quota di rischio profilo che viene prezzata nella quotazione del fornitore risulta molto inferiore rispetto a quanto non sarebbe se venisse considerato il solo profilo del cliente.
Come il rischio legato al volume ha impatto sul prezzo del fixing?
Un altro elemento che viene stimato nella quotazione è la possibile variazione dei volumi consumati in totale sul periodo.
Se il mio profilo prevede che io consumi 100 nel mese di marzo, è probabile che nel corso del mese di consumo, la quantità di energia elettrica o gas effettivamente prelevata dalla rete sia un po' di più (105) o un po' di meno (95).
Questa possibile variazione del totale consumato rispetto al profilo previsionale si chiama rischio volume ed è un altro aspetto che deve essere prezzato dal fornitore all’interno del fixing.
Anche in questo caso solitamente il fornitore considera l’effetto portafoglio e dunque il costo che viene inserito nella quotazione risulta inferiore rispetto a quanto sarebbe se io fossi l’unico cliente del fornitore.
Quali costi finanziari vengono aggiunti per la quotazione del fixing?
Nel momento in cui viene confermato un fixing, il fornitore tendenzialmente si copre dal rischio prezzo acquistando sul mercato all’ingrosso un prodotto standard per “bloccare” il delta fra il ricavo derivante dell’energia elettrica o del gas che ha venduto a prezzo fisso (in seguito al fixing) e il costo di acquisto della materia prima. Per compiere la copertura il fornitore sostiene a sua volta dei costi: costo di accesso al mercato all’ingrosso, costo delle garanzie finanziarie necessarie per la copertura, costo di transazione e così via.
Una piccola quota di questi costi viene ribaltata all’interno della quotazione del fixing proprio per coprire i costi operativi del fornitore.
Qual'è il margine per il fornitore?
Viene aggiunta al prezzo di fixing anche una piccola quota a remunerazione del fornitore e del servizio di fixing che offre. In questo caso, è facilmente intuibile, ciascun fornitore applica un margine a sua scelta. Va però sottolineato che in generale, il mark up del fornitore non è una quota troppo cospicua, altrimenti il prezzo offerto risulta fuori mercato.
In conclusione, la quotazione del fixing che viene fatta dal fornitore difficilmente può essere spacchettata per comprendere quanto è stato prezzato a copertura di ciascuna voce di cui sopra.
Per questo motivo paragonare il prezzo di fixing al prezzo del mercato all’ingrosso risulta un po' macchinoso. Non per questo il mercato all’ingrosso è qualcosa da non seguire, anzi! Informarsi ed analizzare il mercato all’ingrosso, le news e in generale l’andamento dei prezzi è utilissimo per capire cosa sta succedendo, quali scenari possono verificarsi e, in definitiva, per valutare quando è il momento migliore per richiedere un fixing.
Tariffe energia elettrica e gas, fornitori a confronto con YEM
“L’offerta al prezzo più basso vincerà la gara”, esclamò l’Energy Manager poco accorto e, men che meno, lungimirante. Del resto, secondo lui, la tariffa più economica proposta era ancora l’unico parametro degno di nota, ogniqualvolta fosse necessario pensare a una nuova fornitura energetica. Il...
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“L’offerta al prezzo più basso vincerà la gara”, esclamò l’Energy Manager poco accorto e, men che meno, lungimirante. Del resto, secondo lui, la tariffa più economica proposta era ancora l’unico parametro degno di nota, ogniqualvolta fosse necessario pensare a una nuova fornitura energetica. Il risparmio prima di tutto!
Poi i tempi cambiarono. Più nello specifico, cambiò il mercato.
Oggi un semplice confronto tra tariffe energia elettrica dice ben poco rispetto al contratto che si sta valutando e al fornitore energia elettrica e gas che lo propone. Avere informazioni precise:
- sul contratto
- sui servizi offerti
- sulla solidità del fornitore
è fondamentale se l’obiettivo è un reale taglio dei costi di fornitura energetica e gas.
Viceversa, un approccio tradizionale alla gara porta risultati scarsi, nulli, se non addirittura dannosi.
La gara per la scelta di un nuovo fornitore, oggi, è strutturalmente più complessa e dispendiosa in termini di tempo; agli Energy Manager, però, è richiesto di condurla e finalizzarla rapidamente e secondo criteri differenti rispetto al passato. Un problema che la tecnologia digitale è in grado di risolvere.
La soluzione più efficace, efficiente ed economica presente sul mercato si chiama YEM marketplace. Si tratta di un tool digitale, disponibile sulla piattaforma YEM, che garantisce di trovare il giusto fornitore e un solido contratto su misura in pochi click.
Perché il confronto tra tariffe energia elettrica e gas non basta
La convenienza della fornitura di energia elettrica e gas è senza dubbio un criterio importante: del resto l’obiettivo è ridurre l’importo in bolletta, ma cosa accadrebbe se il fornitore scelto fallisse, se scorrettamente addebitasse all’azienda costi superiori per poca trasparenza, se giocasse con i conguagli, se a fronte di un guasto non fosse immediatamente reperibile e pronto all’intervento? I costi aggiuntivi e “riparatori” delle carenze altrui eroderebbero il risparmio ottenuto.
Nell’era del libero mercato, il fornitore deve essere finanziariamente solido e affidabile.
La vera sfida, oggi come oggi, è confrontare 723 fornitori (fonte: Senato.it) che operano sul attualmente sul mercato italiano e tra questi scegliere il migliore. Un’impresa impossibile, senza il supporto di un tool digitale. Tra questa baraonda di operatori, ci sono realtà solide, ma anche realtà potenzialmente fallimentari. Tutti giocano le loro strategie di marketing sul prezzo.
Ecco perché il confronto tra tariffe energia elettrica e gas non basta più.
Tra l’altro, non esiste ancora un elenco dei venditori (EVE), previsto per legge fin dal 2007, quando si decretò la nascita del libero mercato (fonte: Senato.it). Scegliere il fornitore dunque, è molto difficile. Dal fornitore, però, dipende il risparmio auspicato.
Nell’attuale mercato, è necessaria una gestione ottimizzata e digitale della gara per una nuova fornitura energetica. Sebbene il confronto sia possibile solo se le richieste di offerta sono omogenee, ovvero in gara sono date e ricevute la stessa quantità e tipologia di informazioni, YEM garantisce di produrre richieste di offerta:
- omogenee;
- personalizzate;
- facilmente comparabili;
- approvate da fornitori di qualità.
I vantaggi sono tanti e su diverse dimensioni del business. Parliamo di:
- risparmio di tempo;
- padronanza dei rischi;
- diminuzione dello stress operativo;
- abbassamento dei costi.
Una guida nella giungla di fornitori: YEM marketplace
Semplicità di utilizzo, affidabilità e flessibilità sono le caratteristiche del tool YEM marketplace. Basta accedere tramite il sito web dal login: nel caso di nuova utenza, è possibile creare l’account e provare lo strumento gratuitamente. Anche la stessa creazione dell’account è sempre gratuita e il team YEM è a totale disposizione per supportare il cliente in qualsiasi aspetto dell’uso della piattaforma.
Dal momento in cui si crea l’account l’Energy Manager può avviare una gara personalizzata in maniera molto rapida, inserendo in un form i dati relativi alle esigenze energetiche specifiche (fabbisogno, tipo di contratto richiesto, consumi anno precedente, profilo di consumo ecc) e alla struttura dell’azienda (numero di sedi da rifornire, e così via). Nulla è lasciato al caso. In questo modo lo strumento digitale appronta una richiesta di “offerta su misura”, pronta per essere spedita contemporaneamente a un gran numero di fornitori preselezionati e, dunque, sicuri dal punto di vista finanziario e della qualità dei servizi.
L’invio simultaneo dello stesso documento a più destinatari assicura il ricevimento di proposte riferite a una stessa giornata e a PUN specifici: ciò consente all’Energy Manager un confronto reale tra le offerte.
Effettuata la scelta, la fase di contrattualizzazione della fornitura avverrà off line, perché YEM è un esperto mediatore tra le parti e non un venditore di contratti.
La piattaforma YEM è nata con l’idea di supportare le aziende nella gestione sia della ricerca, sia del contratto energetico. Grazie all’expertise maturata negli anni dal fondatore Nicolas Henn, e oggi a disposizione di tutti gli utenti, il confronto tra tariffe energia elettrica avviene in automatico e in un contesto di grande consapevolezza. Il fornitore scelto non sarà mediato da YEM: l’azienda potrà contrattualizzare la sua futura fornitura direttamente, certo di aver ottenuto il risultato migliore.
In questo ambito, un altro valore aggiunto di YEM deriva dalla possibilità di inserire eventuali preferenze rispetto ai servizi offerti dai fornitori per tenere conto delle esigenze di ciascuna azienda. Grazie alle opzioni di personalizzazione, YEM marketplace consente ad esempio di filtrare la ricerca scegliendo di mettere in gara solo fornitori green.
Naturalmente, è possibile fare una scelta non solo tra i fornitori pre-selezionati da YEM, ma anche inviare la richiesta a aziende fuori dalla piattaforma.
Una volta scaduto il termine di presentazione delle richieste, l’Energy Manager potrà comparare i diversi documenti con grande facilità: basterà accedere all’account personale, dove troverà un ranking fra tutte le proposte di offerta. Potrà quindi scegliere quella più adatta e finalizzare la contrattualizzazione.
Infine, ma non meno rilevante, grazie ad un sistema di crittografia YEM protegge i dati degli utenti. Per un uso sicuro e attento, nel pieno rispetto della normativa in vigore.
In conclusione: semplificare la complessità è il nostro motto.
Garanzie Finanziarie: perché il fornitore di energia le richiede?
Sulla tavola dei temi caldi tra fornitori e clienti con ingenti consumi ne troviamo uno che risulta sempre amaro per entrambe le parti: le garanzie finanziarie. Quello delle garanzie finanziarie infatti è un argomento piuttosto delicato, queste giocano un ruolo rilevante in svariati settori,...
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Sulla tavola dei temi caldi tra fornitori e clienti con ingenti consumi ne troviamo uno che risulta sempre amaro per entrambe le parti: le garanzie finanziarie.
Quello delle garanzie finanziarie infatti è un argomento piuttosto delicato, queste giocano un ruolo rilevante in svariati settori, anche in quello della fornitura energetica.
Questa richiesta viene fatta dai fornitori ai clienti con consumi energetici ingenti, specie in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo. Per quanto si creda che possano essere una bega solo per i clienti-aziende, in realtà, le garanzie finanziarie sono una “palla al piede” anche per il KAM ( key account manager) del fornitore che deve chiederle per conto della parte amministrativa e/o assicurativa.
Le garanzie finanziarie sono un’obbligazione della società garante, chiamata fideiussione che testimoni una sicurezza rispetto agli obblighi finanziari che si prendono, nel caso specifico nei confronti di un fornitore di energia elettrica e gas.
Le garanzie costituiscono un ottimo punto di partenza per instaurare un rapporto di fiducia tra cliente e fornitore che parta con il piede giusto.
A quali aziende i fornitori richiedono una garanzia finanziaria
I fornitori non chiedono fideiussione a tutti. L’azienda fornitore che lavora nel settore energetico deve fare questa valutazione sui clienti con un consumo superiore a 200 000 smc per il gas e sopra il milione di KWh di consumo di energia elettrica, ovvero clienti che espongono finanziariamente l’azienda che fornisce energia per una serie di motivi. Nel momento in cui il fornitore incontra un potenziale cliente e questo richiede una quotazione, è necessario fare qualche analisi o credit check.
Se l’azienda dopo i primi approfondimenti non risulta avere problemi di carattere finanziario non viene richiesta fideiussione. A meno che i consumi non siano elevatissimi e di conseguenza proporzionali al rischio assunto dal fornitore, in questo caso è sempre necessario richiederla.
Se l’azienda invece, dopo il credit check non viene ritenuta assicurabile ovvero il broker dell’assicurazione del fornitore decide di non coprire il cliente o di coprirne soltanto in parte in caso di mancato pagamento, il fornitore è costretto a richiedere fideiussione al cliente.
In aiuto durante quest'analisi viene anche il credit score di ciascuna azienza. Come visto in un precedente articolo sull'affidabilità finanziaria.
Quando il fornitore ammette il caso della deroga alle garanzie finanziarie
Il KAM solitamente ha tutte le buone intenzioni per facilitare il cliente nell’ottenere il contratto di fornitura. Nel caso in cui un cliente non possa presentare garanzie finanziarie di tipo fideiussorio il KAM potrebbe richiedergli una serie di documenti o leve a testimonianza della sua credibilità rispetto ai pagamenti.
Una volta raccolti questi documenti il KAM avvia delle valutazioni con i reparti dell’area finanziaria e con la direzione commerciale per capire se sia effettivamente il caso di richiedere un minor importo fideiussorio o di deposito cauzionale oppure in alcuni casi grazie a questi documenti ottenere una deroga alla fideiussione.
Entriamo nel merito della deroga fideiussoria con un esempio concreto, portato avanti da Francesco Mazza durante il nostro ultimo Webinar. Un potenziale cliente dà al KAM dei documenti contenenti l’approvazione di bilancio, investimenti portati avanti o documenti che aiutino ad agevolare la richiesta di deroga nonché a comprovare la serietà del cliente. Una soluzione potrebbe anche essere la disponibilità a termini di pagamento più brevi e quindi che espongano meno il fornitore finanziariamente. Con questi presupposti il KAM potrebbe ottenere dalla direzione commerciale e dall’area finanziaria, una deroga e non dover richiedere quindi fideiussione al cliente B2B.
Quale rischio corre il fornitore se non richiede le garanzie finanziarie
Andiamo a vedere quale rischio concreto corre un fornitore quando non chiede garanzie finanziarie, attraverso un altro esempio fatto durante lo stesso webinar citato precedentemente. Ammettiamo una fornitura con decorrenza 1 gennaio 2021 il cliente non ha fideiussione e il fornitore concede una deroga quindi non richiede garanzie finanziarie all’azienda. Il cliente va il fornitura dal 1 gennaio. Il 31 gennaio si chiude il primo mese di fornitura gas o energia elettrica. Il fornitore fattura il cliente 15 giorni dopo la fine del mese di consegna. Nel caso specifico, a metà febbraio. Da quel momento il cliente ha circa 15 giorni di tempo per saldare la fattura. Il cliente non paga la prima fattura. Il fornitore non aspetta il saldo della prima fattura per fornire il cliente nel mese di febbraio. Se il cliente non paga, Il fornitore inizia a essere esposto finanziariamente senza esserne ancora a conoscenza. Nel momento in cui il fornitore si rende conto, il cliente ha già consumato un altro mese, tutto febbraio 2021. Si emette la seconda fattura nel mese di marzo, mese in cui ci si rende conto che non ha pagato già due mesi di fornitura. Prima che il fornitore si renda conto che il cliente è in difficoltà siamo a circa tre mesi di esposizione. Su forniture sopra i 200 000 smc e il milione di KWh significa ingenti somme di denaro in sospeso. Per questo motivo si richiedono garanzie a monte del contratto.
Cerchiamo di quantificare il potenziale danno.
Immaginiamo un’industria cartiera con 3 macchinari che arriva a consumare fino a 7 GWh per mese, se i macchinari sono attivi di continuo. Calcolando il consumo per mese un fornitore può perdere fino a 2 milioni in tre mesi.
Se nessuno paga è difficilmente gestibile. Ovviamente i fornitori più grandi avendo un ampio bacino di clienti riescono a sostenere meglio queste difficoltà che rimangono comunque delle ingenti perdite.
Il ruolo della Garanzia Finanziaria
In conclusione, in sede di richiesta di offerta di energia elettrica e gas il fornitore richiede sempre più spesso di dare delle garanzie finanziare per assicurarsi che il cliente sia affidabile sul profilo finanziario. Questa opzione risulta scomoda al cliente che vorrebbe velocizzare la pratica ma in realtà lo è anche per il fornitore.
Il ruolo della garanzia finanziaria è fondamentale per creare un rapporto di fiducia tra cliente e fornitore che permette a quest’ultimo di concedere offerte più vantaggiose in termini di prezzo e servizi verso i clienti.
La fideiussione gioca un ruolo importante anche per il cliente finale perché indica all’azienda che il fornitore che ha di fronte è affidabile finanziariamente in quanto si assicura che i suoi clienti lo siano.
La garanzie finanziarie quindi, per quanto scomode in tutti gli ambiti, sono un importante punto di partenza per un rapporto di fiducia. Infatti è sempre vero che quando c’è la fiducia aumenta la velocità e diminuiscono i costi.
YEM, la consulenza energetica si fa digitale
Chi conosce bene il mondo dei servizi B2B, sa ridurre i costi energetici è un’attività lunga e complessa, che inizia con la scelta del giusto fornitore per arrivare alla gestione del contratto siglato. Per riuscire a spendere meno nell’acquisto di gas ed energia elettrica sono necessarie...
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Chi conosce bene il mondo dei servizi B2B, sa ridurre i costi energetici è un’attività lunga e complessa, che inizia con la scelta del giusto fornitore per arrivare alla gestione del contratto siglato. Per riuscire a spendere meno nell’acquisto di gas ed energia elettrica sono necessarie competenza, attenzione al mercato e moltissime ore lavorative da parte di energy manager e/o uffici acquisti.
La buona notizia è che oggi esiste una soluzione hi-tech sofisticata che aiuta a ridurre i costi energetici aziendali, in maniera semplice, veloce ed efficace, senza trascurare l’aspetto consulenziale, ma riducendone i costi: si tratta della piattaforma tecnologica YEM.
Consulenza energetica digitale d’alta qualità
YEM, un’azienda di recente costituzione con un’alta expertise del fondatore e di tutti i collaboratori sul mondo dell’energia, ha lanciato un servizio online, altamente personalizzabile, rivolto ad aziende di ogni settore con un consumo di energia fino a 1 GWh per l'energia elettrica e 200000 smc per il gas.
Si tratta di una piattaforma online evoluta che rende disponibili due importanti sevizi: YEM marketplace e YEM optimization.
-YEM marketplace consente di lanciare una gara per la ricerca di un nuovo fornitore energetico e arrivare al giusto contratto in pochi click;
-YEM optimization, invece, è un tool unico, in grado di accompagnare l’azienda verso la massimizzazione del risparmio. Questo servizio è rivolto alle realtà imprenditoriali che abbiano optato per un contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing.
Expertise a disposizione delle aziende e servizi d’alto livello
Automatizzare in digitale la consulenza energetica B2B equivale a ottimizzarne i processi e a renderli più efficienti. “Ci sono tante piattaforme online e digitali per la gestione dei costi energetici - fa notare Nicolas Henn di YEM - ma molte puntano soltanto su logiche di prezzo più basso, mentre noi puntiamo sulle condizioni di mercato più vantaggiose per il cliente e allo stesso tempo sulla qualità del servizio complessivo”.
Nicolas Henn, che ha voluto rendere concreta la sua idea imprenditoriale e realizzare la piattaforma, spiega “Quella di YEM non è una consulenza soggettiva, ma una consulenza energetica indipendente e oggettiva che riguarda le migliori offerte del mercato, il giusto fornitore e il contratto di fornitura. Attraverso la piattaforma, YEM dà tutti gli strumenti necessari per un'adeguata scelta e per la gestione energetica, ma poi le decisioni finali sono sempre del cliente. Una volta che il sistema di elaborazione ha stilato la graduatoria dei fornitori più convenienti e rispondenti alle richieste, per esempio, è il cliente stesso a interfacciarsi direttamente con il player per chiudere il contratto”.
“La consulenza energetica che forniamo attraverso i nostri servizi e la nostra piattaforma online - continua Henn - è del tutto indipendente rispetto ai vari fornitori e alle loro offerte sul mercato - rimarca Nicolas Henn - vogliamo trasmettere la nostra competenza alle aziende e renderle più consapevoli delle loro valutazioni e scelte contrattuali”.
Efficienza e personalizzazione vs costi molto convenienti
Rimane il nodo dei costi di accesso. Quanto possono costare l’accesso a due tool digitali e un’assistenza personalizzata da parte di YEM?
La modalità di gestione e comunicazione tecnologica dei servizi YEM permette un'economia scalabile delle varie attività digitali. Ciò consente di offrire condizioni e prezzi più interessanti e convenienti a ciascun cliente, verso il quale rimane l’impegno di una particolare attenzione alle sue necessità specifiche. Nonostante le soluzioni siano totalmente digitali è sempre possibile richiedere una demo o contattare YEM per essere accompagnati nell’utilizzo delle piattaforme.
Attualità Approfondimenti sul mercato CO2
Sprint della CO2, come è arrivata a quota 40 €/t in tempi record?
Da tempo ormai sentiamo parlare dei titoli di emissione di CO2 (EUA) in riferimento ai mercati europei di energia elettrica e gas naturale. Da inizio febbraio, in particolare, la CO2 ha fatto parlare di sé a causa di una esplosione delle quotazioni, che hanno superato più volte i 40...
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Da tempo ormai sentiamo parlare dei titoli di emissione di CO2 (EUA) in riferimento ai mercati europei di energia elettrica e gas naturale. Da inizio febbraio, in particolare, la CO2 ha fatto parlare di sé a causa di una esplosione delle quotazioni, che hanno superato più volte i 40 €/tonnellata.
I prezzi della CO2 sono improvvisamente arrivati oltre la quota dei 40 €/tonnellata. Cosa sta succedendo e perchè?
Come impattano le news regolatorie e le politiche sul tema della CO2
Come avevamo anticipato nell’articolo "2021 CO2, i prezzi saliranno? ", già dall’inizio del 2021 ci si aspettava un certo fervore sul tema della CO2.
L’Unione Europea ha deciso di aumentare il target di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030, passando da un obiettivo iniziale di -40% rispetto alle emissioni del 1990 ad un nuovo target del -55%, ufficializzato a fine anno scorso.
Questa ulteriore spinta verso la riduzione delle emissioni, nell’aria dall’estate scorsa, ha dato un nuovo impulso alle quotazioni delle EUA (Permessi di emissione di CO2), strumento principale della lotta alle emissioni in Europa.
Il sistema ETS, inoltre, da quest’anno è entrato nella cosiddetta fase 4, ovvero un periodo nel quale viene ridotto sia il tetto massimo di emissioni annuali sia la quantità di titoli di emissione gratuiti a disposizione dei Paesi europei.
Grazie al meccanismo di Market Stability Reserve (MSR), attivo dal 2019, viene ridotta progressivamente l’offerta di titoli sul mercato per consentire un miglior equilibrio di domanda e offerta. Insomma, dal punto di vista regolatorio e politico, un rialzo dei prezzi della CO2 era uno degli obiettivi dichiarati da tempo.
Maggiore è il costo dei permessi di emissione, maggiore è la spinta, da un lato, verso la dismissione delle centrali elettriche inquinanti (soprattutto il carbone) a favore di energie rinnovabili e centrali a gas naturale, dall’altro verso un generale efficientamento e rinnovamento dei processi produttivi del tessuto industriale europeo.
Qual'è il legame tra la finanziarizzazione della CO2 e la speculazione?
Negli ultimi 4 anni, con l’aumentare dei prezzi della CO2 (nel 2017 i titoli di emissione difficilmente avevano un prezzo al di sopra dei 10 €/tonnellata) l’interesse di banche, istituti finanziari e fondi di investimento per il mercato della CO2 è andato aumentando, poiché se da un lato in un’ottica di lungo periodo il tema della riduzione delle emissioni offre delle ottime prospettive di investimento, dall’altro i tassi negativi sui capitali hanno incentivato la ricerca di opportunità di rendimento alternative.
Il risultato è stato un massiccio aumento dei capitali sul mercato dei prodotti futures sulla CO2 (quasi 10 volte maggiori nel 2020 rispetto al 2017), mercato che è passato dall’essere utilizzato dagli operatori del settore energetico per le coperture degli acquisti di titoli fisici, all’essere un mercato finanziario speculativo, in cui banche, ETF e fondi impiegano capitali importanti e negoziano volumi consistenti.
Cosa è prevedibile e cosa no nel mercato della CO2?
Un aumento dei prezzi era prevedibile? Sì, i fondamentali del mercato della CO2 mostravano chiaramente che il target dei 40 €/tonnellata era ormai in focus nel corso dell’anno 2021.
Era prevedibile che si arrivasse ai 40 €/tonnellata già a inizio febbraio? Probabilmente no. Fra i fattori bullish di quest’ultima parte dell’inverno, sicuramente le basse temperature (il cosiddetto picco termico) hanno contribuito ad aumentare la domanda di gas ed energia elettrica, con conseguente aumento della domanda di titoli di emissione.
Il prezzo della CO2 si muoveva da inizio gennaio in una banda di oscillazione fra i 31 e i 35 €/MWh e gli operatori probabilmente si aspettavano che nel breve termine il freddo e la maggior domanda portassero i prezzi verso l’area 35-36 €/tonnellata.
Il raggiungimento dei 40 €/tonnellata, invece, è stato un movimento repentino e improvviso, causato da elementi speculativi che poco hanno a che vedere con i fondamentali di breve termine del mercato.
A inizio febbraio (il 2), ha fatto scalpore un articolo di Bloomberg (Andurand Sees Carbon Tripling as Funds Turn Bullish on Pollution) in cui si dichiarava che alcuni Hedge Fund avessero un target di prezzo per la CO2 a 100 €/tonnellata entro la fine dell’anno (il giorno stesso il prezzo del future della CO2 è passato dai quasi 33 ai 35 €/tonnellata). Il giorno dopo, il prezzo della CO2 in asta primaria (titoli fisici dunque) è arrivato a 38 €/tonnellata e solo una settimana dopo la CO2 ha sforato il tetto dei 40 €/tonnellata. Questo movimento violento sembra dunque non esser stato originato da una situazione fondamentale quanto da una forte presa di posizione di tipo speculativo.
Cosa succederà adesso nel mercato della CO2?
La velocità e la natura del rialzo potrebbero, nel breve termine, non consentire ai prezzi di mantenersi al di sopra dei 40 €/tonnellata, ma il mood generale nel medio termine vede un’azione congiunta di elementi fondamentali e di speculazione che difficilmente consentirà ai prezzi di tornare ai valori visti l’anno scorso.
Effettivamente, gli ambiziosi obiettivi europei per il taglio delle emissioni potranno esser raggiunti solo con dei costi di emissione molto alti, che incentivino gli investimenti in rinnovabili e in tecnologie più green.
Nonostante le ottime intenzioni però, di fatto, il costo della CO2 si riverbera nel costo dell’energia elettrica, tutt’ora in buona parte prodotta da combustibili fossili in molti paesi dell’Unione Europea, e nelle filiere produttive di tutta Europa.
L'Unione Europea, per questo motivo, dovrà essere particolarmente attenta nel calibrare correttamente il bilanciamento fra l’incisività delle misure di riduzione dei gas serra ed il rischio di rilocazione delle industrie, energivore e non, che vedono la propria competitività internazionale messa a dura prova dai costi di annullamento della CO2.
Checklist per una richiesta di offerta energetica efficace
Facciamo finta che stai per mettere insieme i pezzi di un puzzle, ti serve guardare una foto completa del risultato finale, che ti consenta di avere un punto di riferimento. Altrimenti ci metterai più tempo a finire. Frugherai alla ceca tra tutti i pezzi trovando con difficoltà le combinazioni...
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Facciamo finta che stai per mettere insieme i pezzi di un puzzle, ti serve guardare una foto completa del risultato finale, che ti consenta di avere un punto di riferimento. Altrimenti ci metterai più tempo a finire. Frugherai alla ceca tra tutti i pezzi trovando con difficoltà le combinazioni giuste.
Certo controllare di avere tutto l’occorrente per avviare una RdO (Richiesta di Offerta) energetica non è esattamente la stessa cosa. C’è un livello di difficoltà differente fra le due attività. Ma come forse avrai già sentito, l’obiettivo di YEM è quello di semplificare la complessità. In questo articolo troverai una checklist contenente tutta la documentazione da inviare al fornitore prima dell’avvio di una RdO. Vedrai non è poi così differente dal comporre un puzzle. Ogni pezzo con armonia si incastra con l'altro.
Prima di iniziare devi fare delle scelte!
Prima di iniziare devi fare delle scelte, per esempio se devi iniziare a mettere insieme i pezzi che compongono una piramide, da dove inizi, dalla base o dalla cima? Alla base di una Richiesta di Offerta energetica, cosa c'è? Un contratto a prezzo indicizzato con fixing o un contratto a prezzo fisso? Non aver chiare le differenze fra le due modalità contrattuali è un grave errore a cui poi potresti non porre rimedio nel caso in cui facessi la scelta sbagliata. Prima di pensare se scegliere un contratto a prezzo fisso o un contratto a prezzo variabile, pensa a quali sono le esigenze aziendali, qual’è il livello di rischio a cui puoi esporti? Hai le expertise per gestire un contratto a prezzo variabile? Inoltre pensa se puoi o non puoi fornire una garanzia fideiussoria. Che tu scelga prezzo fisso o indicizzato, sappi che i fornitori potrebbero decidere di non proporti nessuna offerta, oppure aumentare il prezzo della fornitura tenendo conto della presenza o meno di una fideiussione.
Cosa devi avere prima di avviare una RdO?
Stai per iniziare a comporre un puzzle, spargi da una parte tutti i pezzi che hai a disposizione, poi con calma mettili in ordine e cerca i giusti incastri. Non farti prendere dalla fretta. Sia per il puzzle che per la RdO occorre calma.
Numero di siti di consegna
Come avevamo scritto nell’articolo “Sei errori da evitare in fase di gara”, per non sbagliare è necessario comunicare il numero esatto di siti al fornitore. Inoltre bisogna considerare che c’è una distinzione tra monosito (un solo sito) e multi-sito (più di un sito). Nel secondo caso, ricordati che non tutti i siti hanno lo stesso fabbisogno di energia. Quindi è necessario identificare le caratteristiche di ciascun sito per firmare un contratto in linea con le esigenze aziendali.
Consumo annuale
Per quanto riguarda il gas, si tratta del volume totale consumato nell’arco di un anno espresso in standard metri cubi (smc) per il gas e in MegaWhatt orari (MWh) per l’energia elettrica. E’ consigliabile per essere più precisi fornire la somma degli ultimi 12 mesi basati sul consumo effettivo. Questi dati possono essere reperiti dalle fatture.
Profilo di consumo
Il profilo di consumo dipende dall’attività e dal modo in cui consumi l’energia. Il profilo è incluso nel calcolo del costo dell’energia, sia gas che power. Più sarà preciso, più l’offerta sarà in linea con l’esigenze aziendali. Caso contrario in mancanza di dati sufficienti il fornitore aumenterà il prezzo. Per il gas va fornito il consumo giornaliero, per l’energia elettrica quello orario, se possibile il consumo per quarto d’ora. Questo profilo si deve fare per tutti i siti di consegna.
Attività svolta nello stabilimento
L'attività svolta nello stabilimento corrisponde al punto di consegna ed è molto importante fornirla in assenza del profilo di consumo dettagliato. A seconda dell'attività il fornitore si farà un'idea di quanto e quando consumi nell'arco di una settimana o giornata.
Prospettiva di crescita
Nel caso in cui ci fosse un’evoluzione del consumo energetico nei mesi a venire, per esempio legata ad una crescita dell’attività, diventa molto importante condividere questa informazione con i fornitori durante il bando di gara. In modo da integrare questi dati con le offerte che saranno più congrue con la realtà.
La cabina REMI, PDR e POD
La cabina REMI, il PDR e il POD sono codici fondamentali per il fornitore, per far si che l'energia acquistata arrivi a destinazione.
- La cabina REMI (Regolazione e Misura) corrisponde al Punto di Consegna del gas (PdC).
- Il PDR è il codice che identifica l’utenza del gas. Acronimo di punto di riconsegna.
- Il codice POD, indica il punto di prelievo dell'energia elettrica.
Data inizio della fornitura
La data d’inizio della fornitura per il prossimo contratto è un momento cruciale. Devi assicurarti di non avere “buchi” nell’approvvigionamento e anche di non far sovrapporre consegne di energia.
Tensione e potenza
Per l'energia elettrica è importante anche la tensione. Per ogni punto di consegna abbiamo una ed una sola tensione.
- bassa tensione (BT)
- media tensione (MT)
- alta tensione (AT)
- altissima tensione (AAT)
Si tratta di un'informazione necessaria perché i siti non vengono gestiti allo stesso modo (regolamenti diversi e flessibilità diversa).
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Analisi di mercato: quali elementi considerare per prevedere l’andamento dei prezzi?
Capire il mercato, prevedere l’andamento del prezzo, intuire come evolverà la situazione e anticipare i movimenti. Queste attività, croce e delizia di ogni trader o analista, sono diventate importantissime anche per i clienti che consumano energia elettrica o gas in grandi quantità e che devono...
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Capire il mercato, prevedere l’andamento del prezzo, intuire come evolverà la situazione e anticipare i movimenti. Queste attività, croce e delizia di ogni trader o analista, sono diventate importantissime anche per i clienti che consumano energia elettrica o gas in grandi quantità e che devono decidere un fixing o valutare una nuova fornitura. Ma come funzionano le analisi o i modelli che vengono utilizzati dagli operatori per capire come potrebbe muoversi il mercato?
Dimmi che analisi fai e ti dirò chi sei
Esistono diverse tipologie di analisi che possono essere utilizzate per cercare di anticipare i movimenti dei prezzi e trarre un beneficio economico dall’andamento dei prezzi.
Le analisi, si sa, sono un po' come l’abbigliamento: ciascuno si sente a suo agio vestendo un outfit diverso, ma lo scopo del vestirsi resta il medesimo, ovvero coprirsi.
Ecco, allo stesso modo, ciascun trader, analista o operatore lavora e si focalizza su un determinato tipo di analisi che gli è più congeniale e l’obiettivo rimane lo stesso, ovvero, in questo caso, anticipare un movimento di mercato, capire cosa succederà e muoversi di conseguenza.
Fra le diverse tipologie di analisi possibili, sicuramente tutti hanno sentito parlare dell’analisi tecnica e dell’analisi fondamentale.
Analisi tecnica
L’analisi tecnica è una metodologia di analisi che cerca di intuire i movimenti futuri del mercato andando a ricercare graficamente dei pattern, ovvero degli schemi tipici, e dei livelli di prezzo che “incanalino” il movimento di mercato attuale all’interno di figure ricorrenti. Ad esempio, se il prezzo della CO2 oscilla all’interno di un “canale” fra un minimo e di un massimo, con l’analisi tecnica ci si aspetta che in concomitanza con il raggiungimento del massimo, il prezzo torni giù, mentre vicino al minimo rimbalzo nuovamente in su.
L’analisi tecnica è una metodologia di analisi derivata dai mercati finanziari e viene utilizzata soprattutto sui mercati molto liquidi, come ad esempio la CO2. Ultimamente sta trovando spazio anche nei mercati di energia elettrica e gas, ma più come supporto dell’analisi fondamentale che come metodo di previsione dei prezzi a sé stante.
Analisi fondamentale
L’analisi fondamentale, molto più diffusa per i mercati di energia elettrica e gas, è invece basata sullo studio dei driver, appunto, fondamentali, ovvero i fattori che hanno un impatto sullo stato generale del sistema di domanda/offerta e che dunque hanno un impatto diretto sui movimenti dei prezzi.
Il bilanciamento fra domanda e offerta è il meccanismo alla base della formazione dei prezzi. Ad esempio, se è previsto che nel corso del prossimo mese le navi di LNG in arrivo in Europa saranno pochissime rispetto al normale, assumendo che la domanda di gas naturale rimanga invariata, è facile intuire che una minor offerta di gas provocherà un aumento dei prezzi.
Fare analisi fondamentale, dunque, significa valutare l’impatto di tutti gli elementi della domanda e dell’offerta, cercando di prevedere se l’equilibrio sia possibile agli attuali livelli di prezzo o se la bilancia debba invece pendere maggiormente verso un aumento dei prezzi (scarsità di offerta o aumento della domanda di materia prima) o verso una diminuzione (abbondanza di offerta della materia prima o diminuzione della domanda).
Spesso la sola analisi dei fondamentali non è del tutto sufficiente per ottenere una view, perché affinchè sia possibile stimare l’impatto sui prezzi è necessario che gli operatori valutino anche quali sono gli eventuali elementi psicologici che possono provocare delle reazioni sui mercati e qual è il contesto macroeconomico in cui il mercato si inserisce.
Come funziona un modello per stimare la curva di prezzi attesi
Grazie all’analisi fondamentale è dunque possibile ottenere una view, ovvero uno scenario di previsione degli equilibri futuri di domanda e offerta, che indichi anche un’aspettativa rispetto ai prezzi.
Ma come si passa da una analisi che indica una possibile salita o discesa dei prezzi a dei target di prezzo veri e propri? Come, dunque, si costruisce la curva dei prezzi attesi? Beh, un elemento che può essere di aiuto è il passato.
Osservare come i prezzi hanno reagito in passato ad una situazione di domanda/offerta analoga a quella ipotizzata dalla nostra view consente di ipotizzare di quanto i prezzi potrebbero salire o scendere rispetto ai prezzi attuali. Ad esempio, se in passato un evento di freddo acuto nel mese di febbraio ha provocato un aumento dei prezzi forward fra il 5% e il 7% rispetto al periodo precedente, è possibile utilizzare questa indicazione per quantificare l’aumento atteso qualora si verificasse una condizione analoga in futuro.
Il lavoro degli analisti, insomma, non è affatto semplice e nonostante l’esperienza, la capacità e gli strumenti migliori è possibile che talvolta una view di mercato non si realizzi a causa di eventi imprevisti. Certo è che la costanza e la continua analisi degli elementi fondamentali consente, nel tempo, di conoscere il mercato e imparare ad interpretarlo, cogliendo le occasioni di risparmio o di guadagno e consentendo un miglior approccio alla gestione dell’energia.
Affidabilità finanziaria per i fornitori e conseguenze sui contratti
Della tipologia contrattuale e del risparmio che si può ottenere con una formula a prezzo variabile con fixing abbiamo più volte scritto all’interno di questo blog; oggi, vogliamo parlarvi di come capitalizzare l’affidabilità finanziaria del fornitore scelto. Due temi in apparenza distanti -...
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Della tipologia contrattuale e del risparmio che si può ottenere con una formula a prezzo variabile con fixing abbiamo più volte scritto all’interno di questo blog; oggi, vogliamo parlarvi di come capitalizzare l’affidabilità finanziaria del fornitore scelto.
Due temi in apparenza distanti - affidabilità e risparmio - eppure legati da un corto filo (conduttore): la fiducia!
Supponiamo che un’azienda chieda un’offerta per fornitura energetica annuale a un generico player del settore.
In fase di gara, è d’uso cercare il prezzo più basso, quello che promette un considerevole taglio dei costi rispetto agli anni precedenti. Capita, però - e purtroppo ancora troppo di frequente - che l’Energy manager o l’ufficio acquisti decidano di siglare un contratto solo sul parametro del prezzo.
Questa scelta potrebbe rivelarsi un errore, perché, in assenza di ulteriori informazioni sul fornitore, potrebbe sfuggire la più importante: l’instabilità finanziaria del player. Soprattutto in questo periodo di pandemia, non è raro incappare in un fornitore a rischio fallimento. Ciò può inficiare la fornitura e il bilancio del richiedente. È bene sapere, infatti, che una tale eventualità si ripercuoterebbe drammaticamente sul cliente, generando costi inattesi (legali, legati alla mancata produzione e al nuovo contratto da firmare in estrema urgenza, ecc).
L’affidabilità finanziaria del fornitore, quindi, è un criterio di valutazione nient’affatto secondario.
Ma come valutarla?
La soluzione “YEM Credit score by Cerved" privilegia il rapporto di fiducia fornitore/cliente
YEM, start up italiana ideatrice della piattaforma digitale YEM con i suoi servizi YEM marketplace e YEM opmization ha firmato una partnership con Cerved, noto sul mercato italiano nel campo di rating. In quanto strumento di supporto agli Energy manager e agli Uffici acquisti, la piattaforma consente innanzitutto di lanciare e gestire una gara in pochi click, creando un canale di comunicazione privilegiato tra il cliente e una rosa di fornitori pre-selezionati.
Conscia dell’importanza della solidità finanziaria di un fornitore energetico, YEM ha scelto di garantirla ai propri utenti attraverso una collaborazione con Cerved. Vediamo come.
Reciproche garanzie racchiuse in due singole cifre
La qualità degli attori della piattaforma viene misurata da Cerved in una scala che va da 1 (eccellente, perché il rischio è inesistente) a 8 (qualità insoddisfacente - rischio elevatissimo): questo è lo score YEM Credit score by Cerved. YEM non accetta nel proprio marketplace i fornitori con score superiore al tre, pertanto il contratto del cliente sarà sempre al riparo da rischi elevati o elevatissimi di fallimento.
“Il servizio è nato nel luglio del 2020 - spiega Nicolas Henn, ideatore di YEM - e consente agli utilizzatori del nostro YEM marketplace di avere piena fiducia riguardo all’affidabilità finanziaria di tutti i fornitori presenti sulla piattaforma.
Quando un’utente chiede un’offerta, riceve lo score associato a quel player. Parallelamente, però, YEM invia al fornitore uno score relativo al cliente che sta chiedendo l’offerta. Il controllo è dunque reciproco.
Lo score applicato al cliente si rivela un vero vantaggio a livello di costi: più sarà basso il rischio associato al richiedente, infatti, tanto più il fornitore si sentirà rassicurato e propenso ad applicare uno sconto alla fornitura”.
Cerved, infatti, assegna anche al futuro cliente uno score e ciò aumenta la capacità di negoziazione delle aziende virtuose in tema di sconto e risparmio.
Grazie a YEM Credit score by Cerved, però, anche le aziende con score superiore al tre (quindi con instabilità finanziaria moderata o massima) possono migliorare la propria posizione: YEM suggerisce loro di ricorrere a una fideiussione. Questa soluzione accresce la fiducia del fornitore, che sarà più tranquillo nel proporre la sua migliore offerta.
Come nasce lo YEM credit score by Cerved
Cerved ha elaborato i dati relativi alle tipologie d’azienda, alle zone d’Italia nelle quali operano, alle congiunture e agli habitat economici, in modo da ottenere vere e proprie funzioni matematiche.
La procedura data-driven di Cerved coniuga le funzioni matematiche a qualche parametro peculiare dell’azienda che cerca la fornitura: la sintesi è proprio lo score.
Grazie a YEM Credit score by Cerved, quindi, fare previsioni sui prezzi energia è più semplice. Clienti e fornitori sono garantiti, il livello di reciproca fiducia è massimo e i prezzi delle forniture sono sgravati da ogni possibile una tantum o tariffa precauzionale generalmente pretesa in assenza di conferme di affidabilità.
La soluzione per un energy management smart
La “smart energy" è una filosofia: è la conquista di chi guarda lontano, cogliendo le opportunità del presente. Gestire il contratto di fornitura energetica per un’azienda, infatti, richiede un grosso impegno da parte dell’Energy Manager. Gli obiettivi sono chiari: -il taglio dei costi in...
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La “smart energy" è una filosofia: è la conquista di chi guarda lontano, cogliendo le opportunità del presente.
Gestire il contratto di fornitura energetica per un’azienda, infatti, richiede un grosso impegno da parte dell’Energy Manager. Gli obiettivi sono chiari:
-il taglio dei costi in bolletta, come richiesto dal budget;
-un contratto su misura;
-un fornitore finanziariamente solido, affidabile in termini di servizi e possibilmente green;
-un metodo efficace per seguire il mercato e cogliere le migliori opportunità di risparmio
Quel che non è ancora chiaro, in certi casi, è che la procedura per arrivare a questi risultati non è più quella di una volta. Ottimizzare la ricerca e la gestione del contratto di fornitura energetica in maniera attuale e tecnologica, infatti, dà molti vantaggi.
Ottimizza il tempo e migliora il quotidiano
Da qualche tempo, il signor X, Energy Manager di una media azienda italiana della manifattura, arriva in ufficio sempre più presto. Stamattina sono addirittura le 7.30, ma c’è tanto lavoro da fare. Si fa in fretta a parlare di una nuova fornitura di energia, ma gli aspetti da seguire sono tanti e la giornata lavorativa non basta mai!
Alle 17.00 il signor X riceve una telefonata: “Partitina a tennis tra mezz’ora?”. Un moto d’ira sale dai piedi e infiamma la testa. Controllarsi è difficile, ma l’amico Y non c’entra niente. Un sospiro e X risponde: “Non ce la faccio. Sono troppo preso dal lavoro. Ho una montagna di offerte da confrontare e un budget da compilare”.
Pochi minuti e una notifica illumina lo schermo del telefono del signor X: è Y.
“Ma…una piattaforma digitale no?”
UN ANNO DOPO
Oggi il signor X è arrivato in ufficio alle 9. Alle 10 il titolare dell’azienda lo ha convocato nel suo ufficio: “Complimenti X, non abbiamo mai raggiunto questo livello di risparmio. E mi dicono che il nuovo fornitore ci assiste nel migliore dei modi”.
Il signor X torna soddisfatto alla sua scrivania. Guarda la borsa da tennis e sorride.
La via digitale che porta alla smart energy
Affidarsi a una soluzione digitale ripaga di mille fatiche, permette di raggiungere sempre i migliori risultati e, soprattutto, regala molto tempo. Anzi lo restituisce.
L’Energy Manager che utilizza una piattaforma online evoluta, infatti, delega il proprio lavoro a un’équipe di esperti e recupera molte giornate lavorative, che può dedicare alle altre incombenze della propria mansione e, perché no, alla vita privata.
L’expertise che c’è dietro uno strumento digitale appositamente progettato per la gara e per la gestione del nuovo contratto energetico rende facile e veloce un percorso che altrimenti richiederebbe settimane, se non mesi di lavoro.
Quel che occorre per un’attività che tenda alla smart energy è innanzitutto un marketplace evoluto.
All’Energy Manager interessa individuare un fornitore affidabile, finanziariamente solido, green (perché ormai tutte le aziende sono chiamate a contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione); inoltre è importante che il contratto sia proprio “sartoriale”, scritto specificatamente sul fabbisogno energetico dell’azienda. Ecco, un marketplace avanzato consente di raggiungere tutti gli obiettivi in pochi click. Sulla natura e affidabilità del player individuato in fase di gara non c’è da avere alcun dubbio: gli esperti progettisti del tool preselezionano i fornitori, senza poi mediare sul contratto. Il tool orienta le scelte, il cliente finalizza il contratto direttamente con il fornitore, senza interferenze.
Una piattaforma digitale, inoltre, è in grado di gestire un contratto di fornitura “a prezzo variabile con possibilità di fixing”, opzione che molti Energy Manager escludono a priori. Un contratto di questa tipologia, infatti, richiede conoscenze specifiche sull’andamento del mercato delle materie prime, tecnicismi che spesso richiedono l’intervento di un consulente. D’altra parte, però, la possibilità di fixing consente di cogliere opportunità di risparmio altrimenti escluse in partenza. Il risparmio potrebbe raggiungere vette inesplorate.
Un “ottimizzatore” digitale del contratto, invece, coglie nel segno in poche, veloci attività digitali e qualche notifica all’Energy Manager.
Parlare di smart energy management, quindi, è sempre possibile, se a fianco del professionista dell’energia ci sono una soluzione digitale avanzata e una squadra di esperti sempre a disposizione.
Stoccaggi gas: cosa sono e come aiutano a bilanciare domanda e offerta
Il tema degli stoccaggi e del livello di riempimento di questi ultimi viene sempre citato, in maniera più o meno approfondita, fra i driver fondamentali dei prezzi di mercato del gas europeo ed italiano. Ma cosa sono gli impianti di stoccaggio e perché sono così importanti? Cos’è uno stoccaggio?...
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Il tema degli stoccaggi e del livello di riempimento di questi ultimi viene sempre citato, in maniera più o meno approfondita, fra i driver fondamentali dei prezzi di mercato del gas europeo ed italiano.
Ma cosa sono gli impianti di stoccaggio e perché sono così importanti?
Cos’è uno stoccaggio?
Uno stoccaggio di gas naturale è un deposito ricavato sfruttando strutture geologiche naturali, come siti di produzione di gas ormai esauriti o cavità sotterranee di vario tipo, oppure, più raramente, utilizzando serbatoi metallici costruiti appositamente. All’interno di questi serbatoi, naturali o artificiali, viene immagazzinato il gas naturale prelevato dalla rete di trasporto in attesa di esser successivamente estratto per l’utilizzo.
Tipicamente in estate, quando le temperature sono mediamente elevate e la domanda di gas naturale per uso civile è più bassa, il gas viene iniettato negli stoccaggi. Viceversa, nella stagione invernale, quando il freddo causa un aumento della domanda di gas soprattutto per il riscaldamento civile, il gas viene prelevato dagli stoccaggi per essere utilizzato. Dunque, per il periodo che va dal 1 di aprile al 30 settembre si parla stagione di iniezione o immissione (del gas in stoccaggio), mentre dal 1 di ottobre al 31 di marzo di stagione di prelievo o erogazione.
A cosa serve lo stoccaggio?
Una piccola quota dello spazio di stoccaggio (intorno al 20-25%) viene dedicata alle cosiddette riserve strategiche, ovvero delle quantità di gas che vengono stoccate per far fronte a problematiche importanti relative all’importazione o a crisi del sistema gas nazionale che possono provocare una carenza di materia prima tale da mettere a rischio il paese. Questa quota resta inutilizzata fino al sopravvenire di un evento eccezionalmente importante e che ne giustifichi l’impiego.
La quota rimanente, quella di cui si parla proprio in riferimento ai mercati, viene dedicata all’utilizzo commerciale per la modulazione della domanda. Tendenzialmente gli stoccaggi costituiscono un importantissimo cuscinetto di riserva che consente di soddisfare la maggior domanda invernale e le eventuali fluttuazioni di domanda all’interno della stagione. Sono delle vere e proprie riserve di flessibilità che aiutano a modulare l’offerta di gas disponibile nel sistema, per lo più su base stagionale, ma anche a soddisfare, in alcuni casi, picchi di domanda giornalieri/periodici.
Come incide il livello di riempimento degli stoccaggi sui prezzi?
La domanda di gas destinato all’immissione in stoccaggio è una quota importante della domanda gas dei mesi estivi e consente, nell’arco dei sei mesi, di ripristinare le scorte di gas destinate al consumo durante l’inverno.
Il livello di riempimento degli stoccaggi, dunque, oscilla fra un livello minimo, normalmente raggiunto verso fine marzo, e un livello massimo, che coincide con l’inizio dell’inverno (fine settembre/inizio ottobre).
Durante l’estate, quando i riscaldamenti non sono accesi e dunque la domanda di gas è più bassa, gli operatori acquistano il gas per immetterlo negli stoccaggi. Più sono bassi i prezzi, più gli operatori tendono ad acquistare il gas per rivenderlo durante l’inverno, quando i prezzi sono normalmente più alti.
In Europa, circa il 20-30% del totale di gas utilizzato nel periodo invernale proviene da stoccaggi. Per questo motivo, se il livello di riempimento degli stoccaggi all’inizio dell’inverno è molto alto (come è successo a inizio di ottobre 2019), il sistema gas nei mesi invernali può godere di una relativa abbondanza di materia prima per far fronte ai picchi di domanda causati dal freddo o a una diminuzione delle importazioni e dunque i prezzi tendono ad essere più bassi e rilassati. Viceversa, se il livello di riempimento è inferiore, esiste il rischio che un calo di temperatura importante o un problema di approvvigionamento provochi un aumento di domanda al quale non si riesce a far fronte, con un conseguente rialzo dei prezzi.
La flessibilità data dagli stoccaggi dunque è fondamentale per consentire un adeguato bilanciamento fra domanda e offerta.
Attualità Fornitura energetica
Perché un tool digitale migliora e facilita il lavoro dell'energy manager? 7 buoni motivi
Chiamiamolo, per comodità, “tool per energy manager”. Nelle aziende si usano strumenti per compiere qualsiasi attività, eppure, quando si tratta di affidarsi a un tool digitale, le diffidenze emergono prepotentemente, tanto da oscurare i possibili benefici. Eppure, nel caso dei professionisti...
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Chiamiamolo, per comodità, “tool per energy manager”. Nelle aziende si usano strumenti per compiere qualsiasi attività, eppure, quando si tratta di affidarsi a un tool digitale, le diffidenze emergono prepotentemente, tanto da oscurare i possibili benefici. Eppure, nel caso dei professionisti della gestione energetica, i vantaggi sono tanti e ben evidenti.
La gestione delle forniture energetiche, infatti, dall’individuazione dei bisogni peculiari dell’azienda alla firma di un nuovo contratto, prevede una serie di laboriose e lunghe attività. Questo carico di lavoro, che richiede anche settimane, è sintetizzabile in pochi click sulla tastiera di un pc. A consentirlo potrebbe essere proprio un elaborato strumento digitale con un’interfaccia user-friendly. La scelta di affidarsi a un tool per energy manager potrebbe decretare l’addio alle richieste a fornitori più o meno noti, alle lunghe ore di confronto tra offerte commerciali, ai dubbi sulla modalità contrattuale o sull’affidabilità degli operatori interpellati.
I benefici?
- Un risparmio immediato in ore lavorative;
- Il miglior contratto possibile in termini di taglio dei costi in bolletta e qualità dei servizi.
Gli scettici penseranno che si tratti una ennesima fake news tra le tante che circolano nel web, tuttavia è una attualissima verità, verificabile e resa possibile dall’informatica. Sul mercato esistono soluzioni digitali pratiche, veloci, sicure che, nelle mani giuste danno risultati straordinari in pochissimo tempo. Occorre solo aprirsi con fiducia al digitale.
Reticenza e scarsa competenza digitale, nemici delle soluzioni semplici
L’Italia è 24esima in Europa (su 28) per competitività digitale (vedasi rapporto Desi -Digital Economy and Society Index - della Commissione europea). L’alfabetizzazione digitale e la risoluzione del digital divide, pertanto, hanno conquistato i primi posti nelle agende di Governo, soprattutto in un anno in cui lo smartworking e la didattica a distanza hanno lasciato intravedere tutte le loro potenzialità. Oggi sappiamo che un buon livello di alfabetizzazione digitale del Paese potrebbe cambiare per sempre i paradigmi del lavoro e della scuola, portando vantaggi a tutti. Ma al momento noi italiani abbiamo solo assaporato la gustosa pietanza, non siamo ancora pronti. Non ci mancano le tecnologie, bensì la giusta cultura, la mentalità, che spesso si oppone ancor prima di aver valutato i vantaggi di affidarsi alle soluzioni più attuali. Questo è il motivo per cui In Italia le aziende usano poco gli strumenti disponibili online.
Efficacia ed efficienza dei tool per energy manager
Usare un tool per energy manager permette di:
- risparmiare tempo (che può essere destinato alla gestione delle attività di energy management per aumentare l’efficienza energetica generale dell’impresa);
- trovare la soluzione più adeguata alle proprie esigenze;
- aprirsi a soluzioni/fornitori altrimenti sconosciuti;
- risparmiare sui costi di consulenti esterni.
In conclusione
Ma c’è di più. Oltre a sgravare di tanto il lavoro di ricerca del nuovo fornitore, lo strumento online permette di massimizzare il risparmio attraverso la scelta di un contratto a prezzo variabile e con possibilità di fixing (senza avere competenze da trader). Grazie al tool per energy manager, infatti, è possibile seguire l’andamento del mercato delle materie prime e stipulare un nuovo contratto quando il prezzo dell’energia è più conveniente.
In questo modo l’energy manager potrà comunque inserire nel budget aziendale una cifra per forniture energetiche. Questo costo potrebbe non cambiare, ma se dovesse farlo sarà certamente al ribasso, perché è l’azienda (guidata dal tool per energy manager) a scegliere se e quando fare fixing.
Rimane il nodo del costo, sul quale il management aziendale potrebbe obiettare. L’investimento necessario per i servizi del tool digitale, però, si ammortizza velocemente, perché il risparmio in bolletta sarà ingente sin dal primo nuovo contratto.
6 errori da evitare durante l’avvio di una gara
Il contratto di fornitura energetica della tua azienda sta per terminare? Oppure stai programmando di avviare una gara per una futura fornitura energetica? Adesso ti ritrovi immerso nel mare magnum di tutte le papabili offerte che la moltitudine di attori del mercato dell’energia (più di 500 tra...
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Il contratto di fornitura energetica della tua azienda sta per terminare? Oppure stai programmando di avviare una gara per una futura fornitura energetica?
Adesso ti ritrovi immerso nel mare magnum di tutte le papabili offerte che la moltitudine di attori del mercato dell’energia (più di 500 tra fornitori e rivenditori in Italia) vogliono proporti. Non disperare. Ti sembra forse un momento critico, ma in realtà potresti sfruttare questa situazione a tuo vantaggio.
L’arrivo della maturità del tuo contratto di fornitura energetica, potrebbe essere finalmente l’opportunità di confrontare le varie offerte di energia, per trovare quella più adatta alle esigenze e al budget aziendale. Se stai pianificando di lanciare presto una gara è importante che tu ricordi di non commettere dei gravi errori che ti porterebbero a pagare ingenti spese. Questo articolo nasce da una discussione avvenuta dopo pranzo tra noi del team di comunicazione e Nicolas Henn: il fondatore della startup YEM.
Quasi con ironia si parlava di quali sono le sviste peggiori che si potrebbero commettere. Così abbiamo pensato che avremmo potuto fornire una mini guida, con lo scopo di evitare che i nostri lettori commettano questi errori. Abbiamo deciso di selezionare 6 possibili errori, a nostro avviso quelli da evitare assolutamente.
1 - Non anticipare la fine del contratto
Se stai pianificando di lanciare presto una gara per prima cosa è importante controllare se nel contratto in essere è presente la clausola del tacito rinnovo. In tal caso dovresti inviare una lettera di disdetta al fornitore, entro i termini previsti dalla clausola. Soltanto in questo modo potrai cambiare fornitore tranquillamente.
In caso contrario saresti costretto a pagare delle penali sia al nuovo che al vecchio fornitore.
2 - Chiedere una durata di validità troppo lunga
Se stai per sottoscrivere un contratto a prezzo fisso un’altra trappola da evitare assolutamente è quella di richiedere una durata di validità per l’offerta di energia troppo lunga. La durata di validità è il tempo di cui disponi per accettare un'offerta di energia. Bisogna tenere conto del fatto che più la durata di validità stabilita è lunga, più potrebbe aumentare il prezzo proposto dal fornitore. Così facendo il fornitore può tutelarsi dalle variazioni di mercato. Spesso si tende a cercare di aumentare la durata di validità, per evitare di non avere abbastanza margine di scelta. Se per esempio la durata di validità stabilita iniziasse alle 10 e finisse alle 11, a partire dalle 11 e 1 minuto non si è più nella posizione di accettare qualsiasi offerta di energia.
Nel caso in cui la durata di validità invece, fosse di un giorno il prezzo dell’energia aumenterebbe non di poco. Come ordine di grandezza la durata di validità di un’ora rispetto alla durata di un giorno potrebbe aumentare anche di 50 cent/MWh in più. Forniamo un facile esempio.
Moltiplicando 50 cent/MWh per una fornitura di 10.000 MWh arriveresti a pagare fino a 5.000 euro in più, se la durata di validità per l’offerta fosse non di un’ora ma di un giorno.
3 - Sottovalutare se possiedi un contratto a prezzo fisso o variabile
Come avevamo scritto in uno dei nostri primi articoli: Prezzo fisso o indicizzato? Prima di avviare una RdO è importante essere consapevoli delle differenze tra le varie forme contrattuali. Per essere più chiari possibile ecco delle semplici definizioni:
Prezzo fisso
Ogni MWh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato ad un prezzo fisso, determinato al momento della firma del contratto. E' importante che tu ti ricorda che con la clausola del tacito rinnovo, il contratto a prezzo fisso si trasforma spesso in prezzo variabile senza fixing se non è stata avviata una RdO.
Prezzo indicizzato
Ogni MWh di energia consumato durante il periodo contrattualizzato viene fatturato ad un prezzo variabile, sulla base delle variazioni di mercato del prezzo di referenza, scelto al momento della firma.
Prezzo indicizzato con fixing
Quando si ha un contratto di fornitura di gas o energia elettrica a prezzo variabile, la società contraente può richiedere il fixing del prezzo al proprio fornitore. Si tratta di fissare il prezzo di una parte dei volumi o dell’intero profilo di consumo, previsto in un determinato periodo futuro alle condizioni economiche del mercato in quel momento. In questo modo il fixing consente al consumatore di trasformare un contratto a prezzo indicizzato in un contratto a prezzo fisso (in toto o in parte), eliminando il rischio di una salita dei prezzi ed il conseguente aumento dei costi di fornitura.
Potrebbe sembrare un errore molto banale, ma purtroppo non è un errore raro. Se per esempio ti rendi conto solo in un secondo momento di aver sottoscritto un contratto di fornitura energetica a prezzo fisso, e realizzi dopo il fatto che ti converrebbe di più un contratto a prezzo variabile, sappi che passare da un’opzione all’altra è quasi impossibile. Oppure si tratta di un opzione particolarmente onerosa. Tieni a mente che i fornitori concedono un alto livello di flessibilità a pochi clienti che acquistano centinaia di GWh.
4 - Sbagliare il numero dei punti di consegna
Ai fornitori non piace l’imprecisione, motivo per cui bisogna fare attenzione nel comunicare l’esatto numero dei punti di consegna dell’energia e la giusta posizione.
Se per esempio ti rendi conto di aver firmato un contratto dove specifichi di possedere 9 punti di consegna e in un secondo momento ti rendi conto di possederne invece 10 puoi stare certo di due fattori:
- L’energia comunque arriverà in tutti i 10 punti di consegna
- Se però hai comunicato solo in un secondo momento di possedere anche un decimo punto di consegna, riceverai anche lì l'energia, ma dopo il pagamento di una penale calcolata sul consumo del decimo sito.
5 - Essere imprecisi nella comunicazione dello storico dei dati di consumo
Non sottovalutare mai l’importanza di fornire dei dati di consumo più attendibili possibile al fornitore. Un’informazione molto importante per il fornitore è quella di disporre dei dati sullo storico dei consumi, che possono essere per esempio il dettaglio giornaliero sul consumo del gas o il dettaglio orario sul consumo dell’energia elettrica. Questo tipo di informazioni vanno fornite per ogni punto di consegna e vanno organizzate per fascia oraria.
Non fornire informazioni precise, significa per il fornitore correre rischi finanziari. Questo tipo di errore per prima cosa avrà un'impatto diretto sul prezzo dell'energia, perché il fornitore applicherà un supplemento. Inoltre, il fornitore perderà fiducia nei tuoi confronti. Non dimenticare mai: più sei preciso, più il fornitore ti può fare un'offerta vantaggiosa.
6 - Pensare sia il prezzo l'unico aspetto che porta al risparmio
È facile pensare che “la proposta commerciale più vantaggiosa sia quella che assicura il maggior risparmio sul prezzo di acquisto”, motivo per cui è facile sbagliare. Per ottenere un risparmio significativo tieni a mente una cosa: il prezzo da solo non basta!
Bisogna valutare anche e soprattutto la qualità dell'offerta di fornitura energetica. Per questo, non dimenticare di valutare i servizi offerti dal fornitore, anche sulla base di:
- chiarezza e trasparenza nella fatturazione.
- Servizio clienti sempre attivo.
- Velocità di risposta per una richiesta d'intervento sul campo.
Per scoprire quali sono altri fattori che incidono sulla qualità di un'offerta di energia, leggi il nostro articolo: Fornitore energia elettrica e gas: scegliere la qualità oltre al prezzo.
Per non sbagliare ricorda: i fornitori non amano le imprecisioni e puoi sempre affidarti al nostro blog.
Abbiamo fornito una lista di errori che avresti potuto commettere durante il lancio di una gara. Ora ci auguriamo di essere stati sufficientemente chiari ed esplicativi, in modo che tu non commetta questi errori. Soprattutto speriamo di essere stati semplici: perché il nostro obiettivo resta sempre quello di semplificare la complessità.
Qual è la situazione del sistema gas europeo a inizio gennaio?
E’ appena terminato un anno particolare e anche su energiaelettrica e gas ci sono stati grandi scossoni. Qual è la situazione del sistema gas europeo a inizio gennaio? Meteo e temperature L’inverno è finalmente arrivato, e con esso è arrivato il freddo e la neve, almeno in buona parte dei...
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E’ appena terminato un anno particolare e anche su energia elettrica e gas ci sono stati grandi scossoni. Qual è la situazione del sistema gas europeo a inizio gennaio?
Meteo e temperature
L’inverno è finalmente arrivato, e con esso è arrivato il freddo e la neve, almeno in buona parte dei paesi del centro Europa.
Le condizioni meteo di questi primi mesi di inverno sono state ben diverse da quelle che hanno caratterizzato l’ultimo trimestre del 2019. Le temperature, infatti, sono state spesso più rigide di quanto mediamente non accada fra novembre e dicembre. Questo ha spinto i consumi di gas sia per uso civile che per uso termoelettrico. Come è tipico del periodo, i prezzi del gas, molto sensibili alle temperature rigide invernali, hanno reagito al rialzo.
Navi LNG
Il freddo è arrivato anche nell’area asiatica ed in particolare in Giappone e Corea del Sud (la cosiddetta area JKM, ovvero Japan and Korean Marker), paesi che utilizzano il gas naturale come primaria fonte per il riscaldamento civile. Poiché la domanda asiatica di gas (e di conseguenza il prezzo del gas) è aumentata sensibilmente a causa di temperature più basse rispetto alla normale stagionale, le navi di LNG, soprattutto provenienti dal Nord America, sono state dirottate verso l’area JKM, massimizzando i margini dei venditori e diminuendo l’afflusso di LNG in Europa, dove i prezzi sono saliti di conseguenza. In Europa, a dicembre, le navi in discarica sono state circa la metà delle navi arrivate nel dicembre 2019.
Stoccaggi
Proprio a causa delle temperature rigide, il gas stoccato durante l’estate è stato abbondantemente utilizzato durante l’ultimo trimestre del 2020, al punto che il livello di riempimento degli stoccaggi a fine dicembre è inferiore rispetto all’anno scorso (va però ricordato che il 2019 è stato un anno eccezionale in quanto ad abbondanza di gas in stoccaggio). Per quanto, dunque, le riserve siano state utilizzate nel corso di novembre e dicembre, i livelli di riempimento degli stoccaggi restano in linea con i valori normali del 2017 e 2018.
Import
I livelli di import europeo via pipeline sono nella norma; su questo fronte una novità, per quanto riguarda l’Italia, è la messa in esercizio del TAP, un tubo che porta il gas dall’ Azerbaijan alla Puglia, passando da Turchia, Grecia, Albania e attraversando il mar Adriatico. Grazie a questo, si è ridotto il premio che il gas italiano ha sempre avuto rispetto agli altri hub europei (es TTF), diminuendo dunque lo spread e avvicinando il PSV ai mercati più competitivi dell’Europa centrale.
Cosa possiamo aspettarci?
È possibile che la situazione di attuale scarsità di LNG permanga anche nel corso del primo trimestre di gennaio, nonostante siano previste temperature più in linea con i valori medi stagionali sia in Europa che in Asia già a partire da metà/fine gennaio. Non è escluso, inoltre, che si verifichino picchi di freddo artico di breve durata, che potrebbero portare spike sullo short term.
L’evoluzione della pandemia di Covid e le misure di limitazione degli spostamenti sembrano avere poco grip per quanto riguarda le dinamiche della domanda del gas naturale.
Contratti Fornitura energetica
Bollette e contratti energia: 4 particolarità da sapere prima di firmare un contratto
Esiste una relazione tra bollette e contratti energia che potrebbe incidere negativamente sul risparmio auspicato in fase di gara. No, non parliamo dell’ovvia necessità di trovare una tariffa conveniente per gas ed energia elettrica, bensì della bolletta come documento. La firma di un nuovo...
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Esiste una relazione tra bollette e contratti energia che potrebbe incidere negativamente sul risparmio auspicato in fase di gara. No, non parliamo dell’ovvia necessità di trovare una tariffa conveniente per gas ed energia elettrica, bensì della bolletta come documento.
La firma di un nuovo contratto energetico non va mai presa con leggerezza. Anche se il prezzo proposto dal fornitore scelto sembra essere il più conveniente, esistono vari altri aspetti del futuro rapporto di fornitura che potrebbero compromettere il risultato della ricerca.
Le bollette, in particolare, fanno la differenza tra un contratto che vale la pena siglare e uno che è meglio lasciar perdere.
In questo post cerchiamo di mettere in luce uno degli aspetti più ingannevoli di una gara: la leggibilità di una bolletta, tra le pieghe della quale si potrebbero annidare errori, indici di poca trasparenza o, al contrario, segnali di rassicurante serietà.
La bolletta, diciamolo a chiare lettere, è il vero biglietto da visita dei player del mercato di fornitura energetica, il documento che più di ogni altro fa capire se l’azienda selezionata è affidabile o meno.
Insidie nelle bollette e contratti energia
La prima cosa da fare quando si pensa di aver individuato il giusto fornitore è chiedere un esempio di bolletta. Avere il documento in mano è fondamentale per evitare sorprese future.
Le valutazioni da fare sulla bolletta sono innanzitutto generali: quanto è facile da interpretare? È leggibile?
La semplicità non è affatto scontata. Nel marasma degli oltre 500 player attivi sul mercato, sono in molti a giocare sul detto/non detto, sui conguagli, sui mancati aggiornamenti dei coefficienti ecc….
Regola numero uno, dunque, è la forma, che agevoli la facilità di lettura. Ciò sottintende anche un impegno da parte del fornitore nel renderla il più trasparente possibile. L’aggrovigliamento nozionistico è sempre indice, nel migliore dei casi, di poca attenzione al cliente o addirittura di intenzioni ingannevoli, nel peggiore.
Teniamo presente infatti, che l’Autorità ha emanato nel 2009 la “Direttiva per l'armonizzazione e la trasparenza dei documenti di fatturazione dei consumi di elettricità e/o di gas distribuito a mezzo di reti urbane” e le bollette, dunque, dovrebbero essere tutte di facile lettura e trasparenti.
La formula scelta per il contratto, tra prezzo fisso e prezzo variabile con possibilità di indicizzazione, determina ovviamente variazioni nei conteggi trimestrali. Avere a disposizione esempi di bolletta relativi alle due alternative contrattuali può far comprendere meglio il modus operandi del fornitore che si sta vagliando.
Le “relazioni pericolose” tra bollette e contratti energia
Il prezzo delle materie prime energetiche si compone di una quota fissa e di una variabile. I costi variabili dipendono dalla media dei valori consuntivi del mercato del giorno precedente (e per questo sono soggetti a fluttuazioni, sulle quali i clienti più smart possono ritagliare un cospicuo risparmio attraverso le strategie di fixing).
Tutte le altre componenti della bolletta sono fissate dall’Authority.
La seconda caratteristica di una bolletta ben congegnata, quindi, è la precisione sui costi variabili e invariabili.
Tra i prezzi fissi, cioè quelli che non dipendono dal mercato di gas ed energia elettrica ci sono le tasse e i trasporti, voci regolate da Arera attraverso dei coefficienti che vengono continuamente aggiornati. L’aggiornamento dei coefficienti in bolletta, che dovrebbe essere una regola, è una attività che non tutti i fornitori praticano in maniera diligente e, in certi casi, l’azienda paga più di quel che dovrebbe a vantaggio di un fornitore poco trasparente e disonesto. L’aggiornamento dei coefficienti, dunque, è un punto da monitorare con attenzione.
Infine, c’è la pratica dei conguagli che devono essere pochi e ben gestiti.
Le bollette trimestrali si riferiscono a sempre una stima dei consumi. Il conguaglio è comprensibile. Tuttavia, se i conguagli sono frequenti, troppo alti, se fanno perdere i conti e creano confusione, significa che non si è fatta una corretta pianificazione della fornitura oppure che, anche in questo caso, purtroppo il fornitore non è dei più affidabili e onesti.
Il mantra dell’Energy manager dovrebbe essere: “Mai firmare un contratto prima di aver analizzato l’impostazione della bolletta”.
Bollette sotto la lente prima di firmare
Cosa può accadere se le bollette ricevute sono errate o non chiare?
Il rischio principale è di pagare più del necessario, naturalmente. In qualche caso, si potrebbe anche pagare di meno, quando i conteggi errati vanno a svantaggio del fornitore. In tutti i casi, però, se la bolletta non è chiara, l’azienda è costretta ad affidarsi a un consulente, al quale sarà necessario pagare la prestazione. Un costo in più che può e deve essere evitato.
Il rapporto tra bollette e contratti energia, dunque, è piuttosto stretto.
Riassumendo, le particolarità della bolletta da verificare prima di firmare un contratto di fornitura energetica sono quattro:
1 - la facilità di lettura;
2 - gli obblighi del fornitore (precisione sui costi variabili e invariabili);
3 - l’aggiornamento puntuale dei coefficienti di tasse e trasporti;
4 - l’utilizzo dei conguagli.
Energy portfolio management: cos’è e come farlo
Un unico portfolio di investimento per gestire l’energy portfolio management aziendale: è quanto ha a disposizione l’Energy Manager nell’ambito della propria attività. L’obiettivo è garantire all’azienda il conseguimento di un ottimo livello di efficienza energetica attraverso strategie,...
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Un unico portfolio di investimento per gestire l’energy portfolio management aziendale: è quanto ha a disposizione l’Energy Manager nell’ambito della propria attività. L’obiettivo è garantire all’azienda il conseguimento di un ottimo livello di efficienza energetica attraverso strategie, progetti, tecnologie e macchinari che permettano di ottenere le medesime performance produttive con meno energia. Ma non solo: l’energy portfolio management, sintesi in tre parole della complessa mansione strategica di ogni Energy Manager, comprende anche la misurazione dei processi e la standardizzazione, al fine di tendere al continuo miglioramento nel tempo. Di fronte a un’asticella che si allontana di giorno in giorno, in maniera costante, al professionista dell’energia sono richiesti un grande dinamismo e tanta competenza.
Le ragioni di un energy portfolio management
Gli asset aziendali relativi all’energia sono importantissimi per le seguenti ragioni:
1) economie di scala aziendali, dunque contenimento dei costi generali;
2) adeguamento alle normative vigenti;
3) competitività.
Nessuno dei tre concetti elencati ha un obiettivo fisso, univoco, da raggiungere. Si tratta piuttosto di percorsi a tappe, che permettono alle aziende di ottenere risultati importanti, ma sempre in divenire per definizione.
Le stesse direttive europee, poi recepite dall’Italia e trasformate nel PNIEC indicano obiettivi specifici legati al tempo, raggiunti i quali si dovrà ulteriormente migliorare.
Per questa ragione, a tutte le aziende, e in particolare alle più “energivore” non è più concesso di essere soggetti passivi del mercato, come accadeva in passato.
Nuove procedure strategiche e operative.
Si comincia da un contratto legato al mercato
Anche dal punto di vista delle forniture di gas ed elettricità, l’energy portfolio management richiede lo stesso approccio flessibile e dinamico. Soddisfare il fabbisogno energetico dell’azienda, infatti, implica di approvvigionarsi di gas ed energia elettrica tenendo conto:
-dell’esigenza di tagliare i costi in bolletta;
-della moltiplicazione dei player della fornitura energetica per via della liberalizzazione del mercato;
-della necessità di aumentare la percentuale di energia derivante da fonti energetiche rinnovabili;
-di un mercato complesso delle materie prime, nel quale i prezzi dell’energia variano di ora in ora (soprattutto nel caso dell’energia elettrica).
Il complesso di nuove esigenze ha creato la necessità di ricorrere sempre più di frequente a servizi consulenziali e informativi. L’Energy Manager, infatti, necessita di molte più competenze per mantenere l’azienda attiva nella gestione del proprio portfolio energetico. Sono essenziali competenze nella gestione del rischio e una maggiore flessibilità nella ricerca di contratti e soluzioni che garantiscano efficienza energetica a costi inferiori.
Un buon punto d’inizio è affrontare la scelta di un contratto di fornitura legato all’andamento della Borsa energetica. Questo approccio è meno convenzionale rispetto alla tradizionale concentrazione dell’acquisto di energia a prezzo fisso in un unico istante durante l'anno, ma consente all’azienda di “costruire” la propria bolletta attivamente.
Per gestire i rischi e le attività di una tale formula contrattuale, sono richieste competenze in termini di trading, che l’Energy Manager potrebbe anche non possedere. Tra le soluzioni più accessibili, flessibili ed efficaci, nate per essere di supporto ai professionisti, ci sono specifiche piattaforme digitali che consentono la gestione attiva del contratto.
Il tool da integrare nella strategia di energy portfolio management
Il servizio online attraverso strumenti informatici avanzati è offerto da veri esperti del settore energia. Non occorre, quindi, che gli Energy Manager seguano in prima persona il mercato per pervenire alla struttura definitiva del proprio portafoglio energetico. Un buon ottimizzatore online integrato nella strategia di energy portfolio management consentirà di ottenere il meglio da un contratto di fornitura a prezzo variabile con fixing, cogliendo in autonomia le condizioni di mercato ritenute economicamente più convenienti.
Quali sono i driver del mercato energetico nel 2021
Inizia un nuovo anno: vediamo quali sono i temi caldi di questo primo trimestre del 2021 All’inizio del 2021 osserveremo la naturale evoluzione di alcuni grandi temi che hanno caratterizzato l’anno appena passato ed in particolare gli ultimi due-tre mesi. Covid e vaccino Dopo un periodo...
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Inizia un nuovo anno: vediamo quali sono i temi caldi di questo primo trimestre del 2021
All’inizio del 2021 osserveremo la naturale evoluzione di alcuni grandi temi che hanno caratterizzato l’anno appena passato ed in particolare gli ultimi due-tre mesi.
Covid e vaccino
Dopo un periodo festivo decisamente singolare, fra lockdown, distanziamento e divieti alla libera circolazione, uno degli argomenti più di attualità resta senza dubbio lo svolgersi della campagna di vaccinazione legata al COVID-19 e l’effetto di quest’ultima, insieme alle misure di limitazione agli spostamenti, sulla curva dei contagi. Pur essendo ancora troppo presto per giudicare l’efficacia della campagna di vaccinazione, iniziata già in dicembre, cresce l’ottimismo sui mercati, soprattutto quelli azionari, che continuano ad apprezzarsi nonostante le condizioni poco incoraggianti dell’economia “reale”.
Anche i mercati energetici, dal petrolio al gas naturale e all’energia elettrica, di riflesso, sembrano beneficiare di questo mood positivo. Tuttavia, le ragioni dei rialzi recenti sono da ricercarsi anche in diversi altri fattori che hanno avuto, e continueranno ad avere, un forte impatto sui prezzi del comparto energy in Europa.
Gas
Come abbiamo spiegato anche nell’articolo investimenti LNG e conseguenze a lungo termine, uno dei fattori scatenanti del rally dei prezzi del gas di fine 2020 sono state le temperature asiatiche che, più rigide della norma, hanno comportato un violento aumento della domanda di gas, in particolare di LNG. I prezzi del gas in Giappone e Corea sono saliti al punto da attrarre buona parte delle navi di LNG disponibili, causando un minor afflusso di navi in Europa fra novembre e (in particolar modo) dicembre. Questo tema di fine anno potrebbe protrarsi anche per i primi mesi del 2021, almeno fino ad una distensione della tensione in area asiatica che avverrà in concomitanza con l’arrivo di temperature più miti.
Energia elettrica
Anche per quanto riguarda l’energia elettrica il quadro di questo primo trimestre risulta complesso e legato a diversi fattori contingenti che incidono sia sui temi fondamentali che sull’attitudine degli operatori. In particolar modo, a causa dell’implementazione delle misure di contenimento della pandemia di Covid, un fattore determinante riguarda la situazione del parco di generazione nucleare francese. Le manutenzioni delle centrali, ritardate durante l’anno scorso proprio a causa dei diversi lockdown, potrebbero incidere sulla disponibilità dell’output nucleare proprio in questi primi mesi dell’anno, quando temperature particolarmente rigide potrebbero causare un aumento consistente della domanda di energia elettrica.
Ad aggravare la situazione nucleare francese, inoltre, si aggiungono le agitazioni sindacali dei lavoratori delle centrali a seguito del piano di ristrutturazione del colosso nazionale EDF che prevederebbe una massiva campagna di licenziamenti.
Anche il prezzo della CO2, che ha risentito dell’ondata di positività dei mercati finanziari di fine anno, incide sulle dinamiche dei prezzi dell’energia elettrica, supportando i prezzi in una situazione di tensione generale.
Meteo e temperature
Molti dei temi di attualità di questo inizio anno, dunque, sono legati al meteo e alle condizioni metereologiche, che saranno da monitorare almeno fino all’arrivo della primavera.
Anche la disponibilità di vento, e dunque di produzione rinnovabile, è un tema di questo primo trimestre. Infatti, proprio fra gennaio e marzo, tendenzialmente, la produzione eolica raggiunge il picco stagionale, in particolar modo in Germania. Qualora questa fosse in linea con le aspettative, potrebbe parzialmente sopperire alla scarsità di energia nucleare prevista in Francia, ma qualora non lo fosse, ovviamente, comporterebbe ulteriori tensioni sui prezzi spot dell’energia elettrica.
Comincia un nuovo anno, fate attenzione al termometro!
In generale, sia il sistema gas che il sistema elettrico europei presentano una riserva di flessibilità ed una capacità di adattamento alle contingenze molto più limitata rispetto all’anno scorso e il fattore meteo, nel caso in cui si presentino temperature particolarmente rigide, potrebbe portare ad un ulteriore salita dei prezzi futures, già apprezzatisi nell’ultimo trimestre proprio di riflesso al potenziale rischio insistente sulla seconda parte dell’inverno. Attenzione dunque al termometro e buon anno!
Analisi di mercato dal 01 al 31 Dicembre 2020
Il mese di dicembre ha visto un fermo recupero dei prezzi delle commodities e del mercato elettrico europeo, sostenuto dal rialzo di CO2, carbone e gas. Le quotazioni del Cal21 PSV sono passate da un valore medio a novembre di poco superiore a 14 €/MWh a un consuntivo prossimo a 16 €/MWh a...
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Il mese di dicembre ha visto un fermo recupero dei prezzi delle commodities e del mercato elettrico europeo, sostenuto dal rialzo di CO2, carbone e gas. Le quotazioni del Cal21 PSV sono passate da un valore medio a novembre di poco superiore a 14 €/MWh a un consuntivo prossimo a 16 €/MWh a dicembre, guadagnando quindi più del 10% su base mensile, mentre il prezzo elettrico forward Cal21 BL da una media per novembre di poco superiore a 47.5 €/MWh si è portato in prossimità dei 54 €/MWh in media a dicembre. Il gas europeo e, a cascata, quello italiano hanno beneficiato del forte recupero del mercato mondiale del GNL. Problemi in diversi siti di produzione e ritardi nei trasporti legati a congestioni nel canale di Panama e al conseguente cambiamento delle rotte dagli Stati Uniti verso l’Asia (via capo di Buona Speranza e canale di Suez) si sono combinati con la ripresa della domanda asiatica (grazie al fermo recupero dell’economia cinese, a previsioni di temperature inferiori alla norma e all’annuncio di una massiccia riduzione dell’uso del carbone per produzione termoelettrica in Sud Corea). Il rialzo dei prezzi forward gas, unito a quello del carbone e della CO2, si è riverberato sui prezzi forward elettrici.
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Perchè l'energia nera costa di più dell'energia verde?
Come avrai capito dal titolo questo articolo cerca di fare chiarezza sul gap tra i costi dell’energia verde e quelli dell’energia nera. Attribuire un colore, serve a rendere chiara la differenza della provenienza dell’energia. Non a voler qualificare l’energia verde come positiva e quella nera...
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Come avrai capito dal titolo questo articolo cerca di fare chiarezza sul gap tra i costi dell’energia verde e quelli dell’energia nera. Attribuire un colore, serve a rendere chiara la differenza della provenienza dell’energia. Non a voler qualificare l’energia verde come positiva e quella nera come negativa. Per il momento sono necessarie entrambe, anche se come sappiamo è importante che una transizione energetica avvenga in tempi brevi. Ma cosa ostacola il passaggio all’energia green? E soprattutto perché costa di più dell’energia proveniente da fonti non rinnovabili?
Il gap tra energia verde ed energia nera sta diminuendo
L’energia verde è quella che proviene da Fonti Energetiche Rinnovabili dette anche FER (fotovoltaico, eolico, solare, etc.) mentre definiamo energia nera, quella che rilascia Co2 (fonti fossili, gas, petrolio, nucleare, etc.). Come abbiamo detto nel precedente articolo: “Greenwashing: come capire se un fornitore è realmente green?” lo storico gap tra il costo dell’energia verde e quello dell’energia nera, sta diminuendo anno dopo anno. I dati dello studio di Greenpeace mostrano che tra il 2009 e il 2015 i costi di produzione dell’eolico sono scesi dell’80%, mentre per il solare la diminuzione è stata del 40% su base mondiale.
Inoltre, prendendo in considerazione i dati Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, il 36% dei consumi di energia elettrica di settembre 2020 derivano da rinnovabile. Un dato che mostra una domanda in crescita, anche se non vertiginosa, tenendo conto che lo scorso anno nello stesso periodo ci si aggirava attorno al 33%.
C’è da riconoscere il merito dello sforzo fatto fino ad ora, sia per quanto riguarda imprese che consumatori, nel porre sempre più maggiore attenzione alla provenienza delle fonti di energia. Ma un ruolo fondamentale lo hanno giocato anche le istituzioni politiche e le varie associazioni, sia nazionali che europee, nel cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di seguire una roadmap comune per poter realizzare la transazione energetica.
L’anno scorso, il costo dell’energia generata dal sole in tutto il mondo è sceso del 17%, per quanto riguarda l’eolica onshore i costi sono diminuiti del 18%, e i costi dell’energia eolica offshore sono diminuiti del 28%. Questi sono alcuni dati citati nello studio della Finnish Lappeenranta University of Technology, commissionato da Greenpeace.
“Non ci possono essere più scuse”, ammonisce Tobias Austrup, energy expert per Greenpeace, “la protezione del clima ha sempre più senso dal punto di vista economico, in tutti i paesi del G20, poiché l’energia rinnovabile diventa più economica del carbone sporco e del nucleare”.
Sapendo che i costi dell’energia green stanno calando e che i nuovi impianti riescono ad immagazzinare e produrre quantità sempre maggiori di energia, ci si domanda: perché l’energia proveniente da fonti rinnovabili ancora oggi stenta ad essere quella più diffusa sul mercato?
Perché l'energia verde costa di più?
I costi dell’energia pulita sono più alti in confronto alle fonti fossili per ragioni differenti. Una delle principali è l’intermittenza della produzione. La forza del vento o il calore del sole non sono costanti, nel senso che non offrono un apporto identico di energia durante tutto l’arco dell’anno. Motivo per cui la produzione di energia green non può essere programmabile perché strettamente dipendente dalle condizioni metereologiche.
Quindi, per poter immagazzinare la componente energetica, gli impianti necessitano di batterie e sistemi di backup, che consentono di accumulare l’energia prodotta. Però questi impianti hanno un costo molto elevato, che si va ad aggiungere alle spese necessarie per l’adeguamento del sistema elettrico e ai costi di trasporto di energia green.
Oltre a questi elementi, ad incidere sul prezzo finale, c’è anche la minore densità prodotta dalle fonti rinnovabili. Difatti le fonti non rinnovabili hanno una densità energetica centinaia di volte superiore rispetto alle fonti rinnovabili. Ciò significa che per stoccare l’energia verde, occorrono impianti più spaziosi. Un fattore che necessariamente incide anche sul costo finale.
Dibattito sull'energia verde che non può rappresentare la sola soluzione
Come abbiamo visto, ci sono dei fattori che ad oggi pesano sul prezzo dell’energia green, anche se i costi stanno decrescendo. Ci si domanda a questo punto, quali potranno essere i tempi necessari perché avvenga una transizione energetica? Proprio su questo quesito si formano due fronti: uno ottimista e uno più pessimista. Secondo lo studio The power to change: Solar and Wind Cost Reduction Potential to 2025 condotto da IRENA (Agenzia internazionale per le energie rinnovabili):
la “riduzione dei costi sarà guidata dalle crescenti economie di scala, da supply chain sempre più competitive e da una serie di miglioramenti tecnologici che consentiranno un aumento della capacità e una riduzione dei costi di installazione.”
Nello studio sono presenti alcune previsioni riguardo i costi dell’energia green: entro il 2025 potranno diminuire i costi per l’eolico a terra del 26% e del 35% per l’eolico in mare (offshore), del 43% per il solare a concentrazione e del 59% per il fotovoltaico. Il costo medio globale dell’elettricità da fotovoltaico ed eolico onshore, si legge, nel 2025 sarà di 5-6 centesimi di dollaro per chilowattora.
“In anni recenti abbiamo già visto riduzioni drammatiche dei costi di solare ed eolico”, afferma il direttore generale di Irena, Adnan Z. Amin. “Questo rapporto mostra che i prezzi continueranno a scendere, grazie a diversi driver tecnologici e di mercato. Solare ed eolico sono già le fonti più economiche per nuove installazioni in molti mercati mondiali; l’ulteriore riduzione dei costi amplierà questo trend e spingerà il passaggio dalle fonti fossili alle rinnovabili”, evidenzia Amin, secondo cui i prezzi non costituiscono più una “barriera” alla svolta verso le energie green.
Ciò nonostante, ci sono altre voci che si distaccano dal coro, come scritto da Raffaele Perfetto in un articolo pubblicato sul Sole24ore “Sembra che il mondo si divida tra chi vuole la transizione come una rivoluzione e chi preferisce un’evoluzione.”
L’articolo pone l’attenzione sullo studio dell’Oxford Institute for Energy Studies, in cui viene spiegato perché le sole energie rinnovabili non possono rappresentare l’unica soluzione: “Nel 2018 il vento e il solare hanno prodotto 1.850 TWh (Terawatt all’ora). “I loro tassi di crescita annua della capacità erano di circa 270 TWh all’anno: ci sarebbero voluti più di 180 anni per arrivare a 50.000 TWh all’anno, equivalenti a circa il 50% del mercato energetico del 2050 (100.000 TWH / anno).” Il rapporto dimostra che anche se il tasso di investimento triplicasse per le energie rinnovabili (a 1 trilione di dollari l’anno), ci vorranno “ancora 55 anni perché l’energia eolica e solare raggiunga il 50% del mix energetico globale.”
Il dibattito resta aperto. Certamente la transizione energetica è necessaria, ed è importante che avvenga il prima possibile. Ma non ci si dimentichi del peso economico che questo cambiamento porta con sé. Certamente non sarà solo il progresso tecnologico, le politiche nazionali e sovranazionali a fare la differenza sui tempi.
La transazione energetica è una diretta conseguenza anche della maggiore consapevolezza e delle scelte sia degli industriali che dei cittadini.
Approfondimenti sul mercato Energia Green
Energia rinnovabile, mix energetico e spinta green europea
Da ormai 20 anni è iniziato il percorso dell’Unione Europea verso lo sviluppo e l’incremento del parco di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Ma qual è la situazione ad oggi e come l’incidenza della produzione rinnovabile ha modificato (e modificherà) le dinamiche della...
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Da ormai 20 anni è iniziato il percorso dell’Unione Europea verso lo sviluppo e l’incremento del parco di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Ma qual è la situazione ad oggi e come l’incidenza della produzione rinnovabile ha modificato (e modificherà) le dinamiche della generazione elettrica in Europa?
Qualche numero
Guardando ai dati (la cui fonte sono i TSO nazionali) della produzione elettrica del 2019 di alcuni fra i principali paesi europei (Italia – Francia – Germania – Spagna), si possono capire alcuni elementi fondamentali che caratterizzano i diversi mercati e le dinamiche che si riscontrano sui prezzi.
Italia: la fonte prevalente per la produzione elettrica è il gas naturale (oltre il 45%), le rinnovabili e l’idroelettrico producono quasi il 40% dell’energia totale e il carbone ha un ruolo limitato a meno del 10%.
Francia: oltre il 70% è prodotto dal nucleare, rinnovabili e idroelettrico cubano quasi il 20%, mentre il rimanente è prodotto da gas o altri combustibili.
Germania: oltre il 40% è stato prodotto da rinnovabili e idroelettrico, il carbone ha il ruolo di fonte fossile primaria (quasi il 35%), poi nucleare e gas.
Spagna: rinnovabili e idroelettrico coprono quasi il 40% del totale, seguite da gas (oltre il 30%) e nucleare (poco più del 20%), mentre il carbone e altri combustibili hanno un ruolo marginale.
Dai grafici qui sopra possiamo notare come la quota di produzione elettrica da fonti rinnovabili sia rilevante (vicino al 40%) in tutti i Paesi considerati, eccezion fatta per la Francia, dove le politiche nazionali volte a massimizzare i profitti del nucleare non hanno ancora permesso alla quota verde di oltrepassare il 20%.
Rinnovabili, impatto sul mix energetico
In un parco di generazione così ricco di fonti rinnovabili non programmabili (in particolare fotovoltaico ed eolico), però, non è possibile ipotizzare, nel breve periodo, una completa dismissione delle centrali a combustibile tradizionale. A causa della non programmabilità e della frequente oscillazione dell’output rinnovabile, infatti, è necessario affiancare alle rinnovabili delle centrali di produzione programmabili e flessibili, per sopperire alla domanda nei momenti in cui il sole o il vento non fossero disponibili. Proprio per questo motivo, il gas naturale risulta essere la fonte di generazione termoelettrica preferibile, sia per la maggiore flessibilità che offre rispetto ad esempio al carbone, sia per la minor quantità di emissioni prodotte nel processo di combustione.
L’elevata quota di rinnovabili nel mix di generazione, oltre a necessitare di risorse flessibili ad integrazione, ha altri risvolti meno evidenti. Se con gas e carbone l’impatto del fattore meteo è poco rilevante rispetto alla produzione, con le rinnovabili questo assume una importanza cruciale. Sole o nuvole, vento forte o leggero, pioggia o siccità. Questi elementi diventano più importanti con il progredire della penetrazione delle rinnovabili nel mix di produzione elettrica e per questo motivo il fattore meteo entra ancor più prepotentemente fra gli elementi che determinano i prezzi nel breve termine.
Rinnovabili e futuro, l’impulso green europeo
La spinta green dell’Unione Europea ha visto diversi paesi, prima fra tutti la Germania, pianificare una uscita imminente dalla produzione elettrica da carbone/lignite (combustibili particolarmente nocivi dal punto di vista delle emissioni) e l’Italia stessa ha dichiarato il medesimo obiettivo, pianificando la riconversione di alcune grosse centrali a carbone per sfruttare come combustibile il gas naturale.
Gli investimenti in rinnovabili sono stati pianificati e sostenuti nel tempo per poter sopperire in buona parte a questa futura minore produzione da fonti fossili e per consentire la riduzione delle emissioni, in particolare di CO2, in accordo anche agli obiettivi dell’EU al 2030.
Negli ultimi anni gli incentivi alle rinnovabili, dapprima implementati dai governi dei diversi paesi attraverso forme di sostegno dei ricavi della vendita dell’energia prodotta, sono stati sostituiti progressivamente da incentivi indiretti, più concentrati sul disincentivo economico delle fonti fossili più inquinanti (il sostegno ai prezzi della CO2 ne è un esempio). L’obiettivo è la grid parity, ovvero la convenienza economica di investimenti in rinnovabili senza necessità di un supporto governativo per garantirne l’appetibilità e questo traguardo sembra sempre più vicino.
La spinta verso l’energia pulita, però, non è solo un impulso che proviene dalle politiche europee o nazionali, ma sta diventando negli ultimi anni un bisogno espresso da molti consumatori. La maggior sensibilità al tema del futuro sostenibile ha fatto sì che una quota sempre più rilevante di clienti, sia civili che industriali, richieda specificatamente contratti di fornitura con certificazione della provenienza rinnovabile dell’energia.
Chi non ha la possibilità di installare fisicamente pannelli fotovoltaici o pale eoliche per autoprodurre l’energia rinnovabile di cui ha bisogno, infatti, può richiedere al proprio fornitore di acquistare energia prodotta al 100% da fonti rinnovabili, la cui certificazione è costituita dalle garanzie d’origine, ovvero delle “etichette” che assicurano la provenienza dell’energia da uno specifico impianto rinnovabile.
Il futuro appare, dunque, sempre più sospinto verso l’energia pulita, le scelte sostenibili, l’efficienza energetica e l’attenzione all’ambiente. Anche se non potremo fare a meno di tecnologie convenzionali nel breve termine, assisteremo nei prossimi 10-20 anni all’evoluzione del mix energetico, allo sviluppo di sistemi di stoccaggio dell’energia rinnovabile e all’introduzione di nuove tecnologie a minor impatto ambientale come l’idrogeno.
Fornitura energetica Energia Green
Sustainability: come YEM aiuta nella scelta green
In Italia la chiamiamo “sostenibilità”, ma conviene utilizzare il termine inglese “sustainability” perché esprime un concetto essenziale, una necessità imprescindibile che non ha confini e di cui si parla in tutto il mondo. Sulla spinta di un’informazione ormai capillare sul tema, la sensibilità...
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In Italia la chiamiamo “sostenibilità”, ma conviene utilizzare il termine inglese “sustainability” perché esprime un concetto essenziale, una necessità imprescindibile che non ha confini e di cui si parla in tutto il mondo.
Sulla spinta di un’informazione ormai capillare sul tema, la sensibilità verso le soluzioni più rispettose dell’ambiente si moltiplicano a tutti i livelli. I consumatori preferiscono con sempre maggior frequenza prodotti e marchi green, tenendo in grande considerazione le iniziative di responsabilità sociale delle aziende.
Se parliamo di energia il concetto di sustainability risulta amplificato. Da qualche anno è iniziata una vera e propria “transizione energetica” che porterà, secondo le intenzioni dell’Unione Europea il PNIEC. Aumentare la quota di energia da fonti rinnovabili, a svantaggio di quella tradizionale da fonti fossili, è ancora solo un’opzione, ma presto diventerà un vero dovere. Conviene portarsi avanti.
Tuttavia, come fare a scegliere, in fase di gara, un’utility o una multiutility con un mix di energia che premi le forti rinnovabili?
Come può un Energy Manager conoscere e comparare le percentuali del mix, averne certezza e sfruttare a vantaggio dell’azienda la scelta fatta?
Quali sono i vantaggi di scegliere un energy green, oltre la comunicazione ? E come la green energy incide sul prezzo della fornitura?
I dubbi sull’argomento, effettivamente, sono tanti. La green energy è un campo relativamente recente anche per chi opera da tanto tempo nel mercato delle materie prime. Pertanto, di risposte certe se ne trovano poche e tutte avvolte dalla fitta nebbia del “non detto”. Tutte, a parte una: Yem marketplace, il tool digitale di YEM che aiuta gli utenti nella scelta della giusta fornitura, tenendo conto, oggi, anche degli aspetti green.
Perché conviene scegliere un fornitore green
Le spinte verso le scelte di sustainability arrivano indistintamente dall’alto, delle Istituzioni, e dal basso, dal mercato. Soprattutto ora che il Covid19 ha distrutto la quotidianità, gli obiettivi e le speranze di milioni di persone e aziende nel mondo, come una gigantesca colata di lava. Ma anche su un suolo apparentemente inerte c’è vita, infatti, poco dopo, le ginestre spuntano sulle pendici dei vulcani. Allo stesso modo, l’Unione Europea intende risorgere attraverso una politica incentrata proprio sull’ambiente: economia circolare e fonti rinnovabili traineranno il nuovo sviluppo finanziario.
Il Green Deal Europeo varato nel novembre 2019 a Bruxelles e il piano di sostengono: l’attuale strategia europea per la ripresa, rispondono al movimento globale ecologista che ha animato i consumatori in tutto il mondo.
Alla luce di questi elementi, perseverare con la scelta di energia esclusivamente da fonti fossili risulta:
-poco lungimirante;
-distante dal mercato e dalle linee guida europee;
-sintomo di una staticità strategica aziendale che fa a botte con il concetto di competitività.
Organizzare una gara green, al contrario, ha un impatto enorme dal punto di vista della comunicazione aziendale. Le fonti rinnovabili producono una materia prima un po’ più costosa, in verità, ma assumersi la responsabilità sociale e farlo sapere al proprio pubblico migliora la propria brand reputation. Il bilancio economico rimane comunque positivo.
In estrema sintesi, organizzare una gara green può portare a grandi vantaggi!
Il tool digitale che assicura velocità operativa e garanzie sulle forniture
Fatta la scelta di orientarsi su un fornitore green, l’Energy Manager può trovare la risposta ai suoi numerosi dubbi e/o difficoltà (elencati nel primo paragrafo) affidandosi alla piattaforma digitale YEM.
Capace di gestire in pochi click una gara per un contratto realmente su misura, il tool YEM marketplace da gennaio si tinge di verde.
Trovare un fornitore affidabile e solido nella giungla degli oltre 500 operatori attivi in Italia è impresa ardua senza il supporto del digitale; a maggior ragione lo è se si cerca anche un fornitore con “orientamento green dimostrabile”. Chi garantisce all’Energy Manager la veridicità delle affermazioni del fornitore? E se dichiarare l’approvvigionamento di materia prima da fonti rinnovabili fosse solo un richiamo per allodole? Ebbene, YEM risolve il dilemma attraverso la nuova funzionalità dello strumento: la classifica dei fornitori green. Grazie a YEM marketplace diventa semplice confrontare i fornitori green e le loro percentuali di fuel mix. Ma non solo. Infatti, è anche possibile vedere se negli ultimi anni il fornitore ha aumentato la percentuale green, premiando una reale policy green dei fornitori.
La soluzione YEM Marketplace, già di per sé unica sul mercato, si rivela ancora più completa ed efficiente, grazie al suo orientamento sui bisogni dei propri utenti e sulla sustainability.
Greenwashing: come capire se un fornitore è realmente green?
Che cosa è il greenwashing? Per greenwashing si intende ecologismo di facciata, ovvero: "costruire un'immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell'impatto ambientale." Il termine deriva da un neologismo inglese e sta ad indicare un fenomeno che riguarda imprese,...
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Che cosa è il greenwashing?
Per greenwashing si intende ecologismo di facciata, ovvero: "costruire un'immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell'impatto ambientale."
Il termine deriva da un neologismo inglese e sta ad indicare un fenomeno che riguarda imprese, organizzazioni ed anche enti pubblici. Chiunque si dica ecosostenibile per ottenere maggior profitto, nascondendo la realtà dei fatti: ovvero che la propria attività possa compromettere l'ambiente.
L’attuale obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra fissato dall’UE per il 2030 è del 60% rispetto ai livelli registrati nel 1990.
Da quando la salvaguardia dell’ambiente è diventata una priorità sulle agende globali, sia consumatori che imprese hanno iniziato a domandarsi: quanto inquinanti siano i prodotti messi in commercio?
Questo è accaduto anche per quanto riguarda il mondo dell’energia. Oggi è una rarità navigare sul Web, imbattersi in pubblicità o siti web di fornitori di energia, senza trovare nessun riferimento all’energia ecosostenibile, la "green power". Ma dietro la strategia di mostrare “il pollice verde più grande che ci sia”, cosa si nasconde?
Garanzia di origine usata per ripulire volumi di energia proveniente da fonti non rinnovabili
Ad oggi il vero problema sta nella difficoltà di comprendere quanto grande sia la portata del fenomeno. Nel caso dei fornitori di energia, esiste la possibilità di acquisire delle certificazioni che attestino la provenienza del prodotto erogato, come la Garanzia d’origine (o Go) rilasciata dal GSE, il Gestore Servizi energetici. Quest’ultima nasce con lo scopo di incentivare la produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Ma nella realtà dei fatti, la direttiva 2009/28/CE consente ai fornitori di proporre anche offerte di energia non provenienti da fonti rinnovabili, oppure offerte di energia che sono green solo in minima percentuale. Infatti sono tanti i casi in cui i fornitori sfruttano questi certificati per “ripulire” volumi di energia erogata da fonti fossili.
Il gap tra il costo dell'energia verde e quella proveniente da fonti non rinnovabili sta diminuendo, come riportato nello studio di Greenpeace. Basta pensare che tra il 2009 e il 2015 i costi di produzione dell’eolico sono scesi dell’80%, mentre per il solare la diminuzione si è attestata al 40% su base mondiale. Eppure l'energia "nera", quella che rilascia emissioni di Co2, viene ancora molto venduta. Il motivo è semplice: per produrla occorrono minori investimenti in tecnologia e processi, di conseguenza ha un costo di mercato inferiore. Però un costo di cui bisogna considerare anche le esternalità negative: l'energia nera è nociva per il pianeta terra.
Quindi la sola garanzia di origine spesso è come un lascia passare per la vendita di energia “nera” confusa per “proveniente da fonti rinnovabili”. Questo a discapito degli sforzi compiuti in Italia negli ultimi anni. Secondo il più recente rapporto fornito dal GSE sulle fonti rinnovabili in Italia e in Europa del 2018, il 17% di energia consumata nel nostro Paese, proviene da fonti di energia rinnovabili dette FER. Un risultato poco distante dalla media UE: intorno al 18%. Ma ciò non è ancora sufficiente, per realizzare davvero “Il Green new deal”, ovvero la tabella di marcia che dovrebbe portare l'Europa a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Per perseguire questo risultato saranno necessari maggiore trasparenza da parte dei fornitori riguardo le offerte Green e maggiore attenzione da parte degli industriali nel seguire politiche aziendali ecosostenibili.
È possibile scoprire se un fornitore è davvero green?
Un modo esiste, come previsto dal GSE: i fornitori di energia sono tenuti a rendere pubblici i dati relativi ai “Fuel mix”. Cioè sui volumi di energia venduti, quanti di questi in percentuale sono provenienti da fonti rinnovabili e quanti no. Queste informazioni sono presenti nella fatturazione e sui portali Web dei fornitori, anche se bene camuffate. Accertarsi di questo dato, consente agli industriali di sapere se il fornitore a cui ci si rivolge è realmente green e in quanta percentuale l’energia acquistata proviene da fonti rinnovabili. Una soluzione viene dal digitale: oggi per chi si occupa di energy management è possibile affidarsi a strumenti che permettono di visionare e confrontare i Fuel mix (e anche l'evoluzione di essi) di ogni fornitore, così diventa più semplice non cadere nel tranello di chi è green, ma solo a parole.
Attualità Fornitura energetica
New Normal: come cambieranno le scelte energetiche
Cercare una nuova fornitura di gas ed energia elettrica non può prescindere dall’impatto che il Covid19 ha sul business e sulla percezione profonda della vita da parte di ogni singolo individuo. I due ambiti potrebbero sembrare lontani anni luce l’uno dall’altro, se non fosse per l’ovvia realtà...
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Cercare una nuova fornitura di gas ed energia elettrica non può prescindere dall’impatto che il Covid19 ha sul business e sulla percezione profonda della vita da parte di ogni singolo individuo.
I due ambiti potrebbero sembrare lontani anni luce l’uno dall’altro, se non fosse per l’ovvia realtà che oggi molte aziende hanno una minore disponibilità economica a causa della pandemia, dunque devono tentare di risparmiare su tutto, anche sulle scelte energetiche.
La necessità di tagliare i costi però non è una novità, mentre altri aspetti del tutto nuovi, dovrebbero allertare ogni attento energy manager e spingerlo verso valutazioni molto più contemporanee e lungimiranti.
In particolare, le attuali scelte energetiche devono tenere conto:
• delle difficoltà finanziarie e dei probabili fallimenti di tanti player del settore energia a causa del Covid-19;
• delle probabili e grandi opportunità date dalla fluttuazione dei prezzi delle materie prime;
• della tendenza/necessità di green energy;
• del digitale, che ha cambiato il modo di relazionarsi con il mondo e di lavorare.
Queste quattro circostanze sono divenute veri e propri driver nelle scelte energetiche aziendali: tenerne conto contribuisce a raggiungere il massimo livello di risparmio sulle forniture. Vediamo perché.
1 - Essere ancor più accurati nella scelta del fornitore per avere contratti solidi e servizi eccellenti
Il prossimo primo gennaio 2021 le aziende di medie e piccole dimensioni dovranno passare necessariamente al libero mercato energetico. Ad attendere la data con interesse vi sono 723 fornitori che operano sul mercato italiano. Un vero esercito di player che cresce da anni, in vista di questa scadenza, tra i quali vi sono anche veri campioni di pratiche scorrette e truffaldine. Il tema è sotto la lente delle istituzioni, anche perché l’elenco dei venditori previsto per legge (EVE) non è mai stato pubblicato (fonte Senato.it).
Tra le fila degli operatori, inoltre, ve ne sono di solidi e strutturati, ma anche di fragili e potenzialmente fallimentari. Si tratta di aziende che non sono in grado di assicurare un buon livello di servizi né la propria solidità finanziaria, e che per vendere energia puntano solo sul prezzo. Il Covid, che ha colpito duramente tutte le aziende, non può che aver ulteriormente messo in difficoltà questi player, ai quali non è davvero il caso di affidarsi.
2 - Considerare, oggi più che mai, un contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing per massimizzare il risparmio
Le crisi amplificano le fluttuazioni di prezzo delle materie prime. Durante il primo lockdown i prezzi dell’energia elettrica e del gas sono precipitati, a causa della flessione inaspettata della domanda. Le aziende che in quel periodo hanno contrattualizzato una fornitura per gli anni futuri si sono assicurati materia energetica a prezzi molto bassi.
Il Covid ha cambiato radicalmente l’economia e ha messo tutti di fronte al concetto di imprevisto. Sono tante le ragioni che possono far fluttuare i prezzi del gas e dell’energia elettrica: vale la pena cogliere le opportunità di risparmio quando si presentano.
3 - Aumentare la quota di energia da fonti rinnovabili, per averne un ritorno in termini di responsabilità sociale
Green energy, fonti rinnovabili, sostenibilità, decarbonizzazione, economia circolare…questi sono i concetti sui quali si fonda la strategia di ripresa economica a livello europeo. L’incalcolabile danno provocato dalla pandemia ha acceso il faro sulle problematiche ambientali e oggi nessuna azienda può permettersi di rimanere insensibile al tema. Dal punto di vista delle scelte energetiche, ciò equivale a preferire i fornitori di energia elettrica che spingono maggiormente verso fonti energetiche più green. Contribuire anzitempo al raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione (fonti EC.Europa.eu, Parlamento Europeo ) è un impegno che si traduce facilmente in maggiori guadagni: i consumatori, infatti, gradiscono molto le assunzioni di responsabilità sociale e orientano di conseguenza le proprie scelte d’acquisto.
4 - Affidarsi con fiducia a un tool digitale per semplificare e velocizzare le scelte energetiche
Guardando all’Italia intera, l’alfabetizzazione digitale è indiscutibilmente aumentata e il “digital divide” si sta riducendo. Anche queste sono conseguenze inaspettate del Covid.
Il massiccio ricorso allo smart working e alla didattica a distanza hanno sdoganato l’uso del digitale in ogni circostanza.
Anche l’Energy manager può avvantaggiarsi attraverso l’utilizzo di una piattaforma digitale che consenta:
- di scegliere il giusto fornitore in pochi click, scongiurando il pericolo di incappare in scelte fallimentari e/o pericolose;
- di gestire un contratto a prezzo variabile, senza dover ricorrere a un consulente esterno.
Il Coronavirus ha provocato un disastro dal punto di vista sanitario ed economico, ma sta creando una nuova normalità fatta di occasioni da cogliere e ambiti di business da esplorare. Per le scelte energetiche servirà una visione ancora più ampia e un buon supporto digitale che ne semplifichi l’interpretazione.
Analisi di mercato dal 01 al 30 Novembre 2020
Dopo i minimi marcati a inizio mese sia dal mercato future gas che elettrico, le quotazioni del Cal21 PSV hanno avuto un andamento sostanzialmente laterale, con il recupero degli ultimi giorni che porta ad un bilancio per il mese modestamente positivo (+3% da fine ottobre). Il Cal21 Power...
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Dopo i minimi marcati a inizio mese sia dal mercato future gas che elettrico, le quotazioni del Cal21 PSV hanno avuto un andamento sostanzialmente laterale, con il recupero degli ultimi giorni che porta ad un bilancio per il mese modestamente positivo (+3% da fine ottobre). Il Cal21 Power Italia ha messo a segno un recupero del 8% leggermente più significativo del PSV, aiutato dal fermo recupero della CO2. I mercati finanziari, a cui la CO2 è strettamente correlata, hanno infatti iniziato a scontare un ritorno alla normalità e una conseguente ripresa della domanda in tempi più brevi di quanto precedentemente atteso, dopo gli ottimistici annunci di Pfizer e Moderna sul vaccino. Sul mercato gas, più legato a dinamiche fisiche soprattutto nei mesi invernali, hanno invece pesato, limitando lo spazio al rialzo, la riduzione della tensione sull’offerta in Europa, grazie alla normalizzazione dei flussi dalla Norvegia e all’incremento degli arrivi di GNL (+40% rispetto a ottobre), oltre a temperature superiori alla media stagionale e livelli delle scorte ancora in prossimità dei massimi.
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2021 e CO2, i prezzi saliranno?
Se il 2020 è stato un anno sotto molti (troppi) aspetti turbolento, il 2021, almeno per quanto riguarda il mercato della CO2 e, a cascata, quelli di power e gas europei, sembra prospettarsi altrettanto impegnativo. Legge Europea sul clima Dopo la proposta della presidente della Commissione...
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Se il 2020 è stato un anno sotto molti (troppi) aspetti turbolento, il 2021, almeno per quanto riguarda il mercato della CO2 e, a cascata, quelli di power e gas europei, sembra prospettarsi altrettanto impegnativo.
Legge Europea sul clima
Dopo la proposta della presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen che durante l’estate ha spinto l’ormai noto Green Deal per l’innalzamento dei target di riduzione delle emissioni al 2030, nel mese di ottobre il Parlamento Europeo ha iniziato l’iter burocratico di votazioni, modifiche e approvazioni che dovrebbe portare entro il 2030 il target di riduzione delle emissioni di gas serra (inclusa quindi la CO2) dall’attuale 40% al 60% rispetto ai valori del 1990. Ancora non è stata ratificata la legge europea di approvazione di questo nuovo target, ma tutto sembra indicare che il -60% sia l’obiettivo generalmente condiviso dai Paesi Europei, con l’eccezione di Polonia e Slovacchia, i quali hanno richiesto alcune modifiche al testo originale. Se questo target dovesse essere definitivamente approvato, i Paesi Europei dovranno fare sforzi importanti per diminuire le emissioni, non escludendo anche l’introduzione di un prezzo minimo per la CO2 che sia, da un lato, sufficientemente alto da spingere i soggetti emittenti a compiere investimenti, ma, dall’altro, che non spinga le industrie europee verso la delocalizzazione in Paesi extra EU. Inoltre, la riduzione di emissioni verrà probabilmente estesa anche a settori che ad oggi non sono soggetti, come i trasporti marittimi e terrestri (i trasporti aerei sono già soggetti all’obbligo).
Se la Legge Europea sul clima porterà degli effetti di mercato nel medio-lungo termine, non escludendo rialzi psicologici e speculativi nel breve termine, di più immediato impatto sono il tema Brexit e la fase 4 del sistema ETS.
Brexit
Sono ancora in una zona grigia molti aspetti legati alla Brexit, fra cui anche le modalità di gestione delle emissioni di UK che al 31/12/2020 uscirà definitivamente dal sistema ETS europeo. Nonostante le dichiarate intenzioni dei britannici di voler costituire un sistema ETS UK allineato con quello europeo, ancora è incerta la situazione che si verificherà a partire dal 1° gennaio. Se UK non fosse pronta per avviare il proprio mercato ETS, armonizzandolo con quello europeo, potrebbe essere introdotta una carbon tax che porterebbe con sé un forte disallineamento dei prezzi fra UK e continente.
È di questi giorni la notizia che la Commissione Europea ha pubblicato le quote di emissioni che verranno sottratte dal mercato ETS europeo (come riserva del meccanismo MSR) nel 2021, includendo nei calcoli fatti per la valutazione della riserva anche il nuovo assetto del sistema senza UK. In ogni caso si attende una decisione da parte di UK riguardo l’armonizzazione dei due sistemi per valutarne le conseguenze sul sistema europeo.
FASE 4 ETS
Da gennaio, inoltre, si entra nella cosiddetta FASE 4 del sistema ETS europeo, la quale prevede, fra le altre cose, l’incremento del fattore lineare di riduzione (FLR) dall’1,74% al 2,2%. In altre parole, si abbassa il tetto delle emissioni “accettabili”, nell’ottica di raggiungimento dei target europei al 2030. Questa riduzione, decisa anni fa, era calibrata per arrivare al 2030 con una riduzione del 40% di emissioni rispetto al 1990, ma potrebbe essere soggetta ad una ulteriore modifica al rialzo, se venisse ratificato dell’EU l’accordo sul clima con il target al 60%.
Nella fase 4, inoltre, diminuiranno le quote di emissione assegnate a titolo gratuito ai soggetti industriali europei, andando a diminuire il numero di soggetti che ne potranno usufruire e obbligando, di fatto, le realtà che ne saranno escluse ad acquistare una parte consistente delle proprie quote di emissione a prezzi di mercato. Anche questo fattore potrebbe portare ad un aumento di domanda con conseguente impatto rialzista sui prezzi.
MSR
Infine, nel 2021 è prevista una revisione del sistema di Market Stability Reserve, ovvero del sistema di sottrazione di quote di emissione dal mercato per diminuire l’offerta e spingere i soggetti obbligati ad investire in opere di riduzione delle emissioni. È possibile che per allinearsi alla legge sul clima europea, l’MSR debba aumentare le quote da sottrarre di anno in anno, provocando ulteriore diminuzione di titoli disponibili.
Impatto sui prezzi dell’energia e del gas
La CO2 è uno degli elementi che maggiormente influenza il prezzo dell’energia elettrica e un driver importante anche in relazione al gas naturale.
A seguito degli sviluppi relativi alle tematiche sopracitate, nel 2021 potremmo assistere a sviluppi regolatori/politici di forte impatto sul mercato della CO2 e di conseguenza anche sul mercato di gas e power. L’alta volatilità nei periodi rilevanti rispetto alle date chiave farà da contraltare ad un clima di generale attesa rialzista sui mercati. L’incognita coronavirus rende il quadro suscettibile di ulteriori incertezze, soprattutto sul lato della domanda di titoli, ma potrebbe rimanere una parentesi temporale limitata rispetto allo sviluppo dei temi regolatori di più lungo termine.
Investimenti LNG e conseguenze a lungo termine
Gas Naturale liquefatto: Come abbiamo detto nell’articolo “Gas: quali sono i 3 fattori principali che incidono sul prezzo?”, del gas annualmente immesso nel sistema europeo più dell’80% è gas importato dall’estero, in parte via tubo dai paesi adiacenti (Russia, Norvegia e Nord Africa) e in...
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Gas Naturale liquefatto:
Come abbiamo detto nell’articolo “Gas: quali sono i 3 fattori principali che incidono sul prezzo?”, del gas annualmente immesso nel sistema europeo più dell’80% è gas importato dall’estero, in parte via tubo dai paesi adiacenti (Russia, Norvegia e Nord Africa) e in parte via nave da paesi esportatori anche abbastanza lontani dall’Europa (come Qatar, USA e Nigeria). Poiché gli ultimi anni hanno visto un incremento importante dei carichi di LNG diretti verso le coste europee, fino a pesare più del 20% del totale del gas importato, è importante comprendere i risvolti che l’approvvigionamento del gas naturale liquefatto porta con sé.
Alcune caratteristiche dell’LNG
Innanzitutto, la peculiarità dell’LNG (o GNL) è la sua dimensione globale. Non si tratta più infatti di gas proveniente da paesi limitrofi, confinanti o collegati da tubo, ma di gas che viene esportato da paesi spesso geograficamente distanti. Ciò che guida i flussi di LNG non è dunque la prossimità o il fatto di aver investito in gasdotti per garantire flussi decennali di gas, come è tipico del gas importato tradizionalmente via pipeline, ma la convenienza economica. Se il prezzo del gas che viene pagato in Europa è sufficientemente alto da coprire il costo della materia prima, le fee di liquefazione e rigassificazione e i costi del trasporto via nave (tendenzialmente sia l’andata che il ritorno), l’LNG viene venduto in Europa. Viene dunque liquefatto nel paese esportatore, caricato su una nave metaniera che lo mantiene a pressione costante e ad una temperatura inferiore ai -160°C e trasportato a destinazione, dove verrà immesso in un impianto di rigassificazione e successivamente immesso nelle reti di trasporto europee.
Una seconda caratteristica importante dell’LNG è la sua flessibilità, sia come fonte di approvvigionamento addizionale nel momento in cui è necessario immettere maggiori quantità di gas nel sistema europeo, sia come varietà delle fonti e delle tratte di provenienza geografica. Infatti, il gas trasportato via nave può aggirare aree di tensioni geopolitiche, assicurando così l’approvvigionamento nonostante guerre o inasprimenti di conflitti di lunga data, diversamente dal gas importato tradizionalmente via pipeline (sono negli annali le tensioni fra Russia e Ucraina che hanno spesso comportato ripercussioni sugli approvvigionamenti di gas europei provenienti da quell’area). Altrettanto importante è l’impatto dell’LNG sulla diversificazione delle fonti di approvvigionamento e, dunque, sulla riduzione dalla storica dipendenza dell’Europa dal gas russo.
I risvolti globali dell’LNG
L’industria dell’LNG ha visto un exploit negli ultimi anni, non solo in Europa, come abbiamo appena detto, ma anche a livello globale. Notevoli sono stati gli sforzi, sia da parte dei paesi produttori, che hanno investito molto in impianti di liquefazione e hanno così trovato nuovi sbocchi per vendere il proprio gas, sia da parte dei paesi importatori che hanno intrapreso una massiccia opera di costruzione di infrastrutture aumentando la capacità di rigassificazione un po' su tutte le coste.
Questa nuova dimensione globale del mercato del gas, oltre agli evidenti vantaggi, porta con sé anche delle implicazioni di carattere economico e politico. Nel momento in cui la domanda di gas di un’area del globo fosse così alta da far aumentare i prezzi locali, i carichi di LNG verrebbero dirottati su quell’area, garantendo ritorni maggiori, a scapito dell’approvvigionamento di altri mercati più economici e dunque meno redditizi. È questo spesso ciò che si verifica in alcuni periodi dell’anno e che vede coinvolte l’area asiatica (Cina, Giappone e Corea del Sud) e l’Europa. È capitato (ad esempio nell’estate del 2018), e capiterà ancora, che la domanda asiatica fosse così alta da attrarre numerosi carichi originariamente destinati al mercato europeo, drenando gas addirittura già immesso nel sistema europeo e provocando una carenza di offerta e un conseguente rialzo dei prezzi locali.
Inoltre, in un mercato più globale, anche elementi di origine geopolitica o macroeconomica lontani dai nostri confini riescono a filtrare ed avere risvolti sui prezzi del gas europeo. Se, ad esempio, si dovesse verificare un evento imprevisto che coinvolge un paese esportatore o una traiettoria di passaggio per le navi di gas, questo potrebbe provocare un impatto sui prezzi europei. Un esempio di questa dinamica è abbastanza recente, si parla del 2019, quando è stata attaccata una petroliera nello stretto di Hormuz, rotta principale delle navi di LNG che dal Qatar navigano verso i porti europei.
Prospettive
L’impatto dell’LNG sui mercati gas europei è dunque sempre maggiore e gli investimenti in questo ambito sono stati ingenti, fino a poco tempo fa. L’unica incognita nell’evoluzione futura dell’LNG rimane la scarsità di nuovi investimenti a causa di un’annata 2020 ricca di incognite. Quest’anno, infatti, con l’epidemia di Covid e i prezzi del gas generalmente molto bassi, l’attrattività di nuovi investimenti è stata frenata da prospettive di ritorno più lunghe, provocando una battuta di arresto nello sviluppo di nuove infrastrutture (si parla di impianti previsti o prevedibili per i prossimi 5-10 anni).
Solo un rialzo sostanziale e sano dei prezzi e, in generale, una ripresa dell’economia convinta potrà ridare una spinta ulteriore agli investimenti per i prossimi anni.
Carpe Diem: come cercare con facilità il fornitore di energia più adatto alla tua azienda
La filiera del mercato dell’Energia in Italia dopo la liberalizzazione Le tappe del viaggio dell’energia dalla produzione al consumo da parte del cliente finale, prima della liberalizzazione del mercato erano tre: generazione/trasmissione, distribuzione e vendita dell’energia, ed erano sotto la...
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La filiera del mercato dell’Energia in Italia dopo la liberalizzazione
Le tappe del viaggio dell’energia dalla produzione al consumo da parte del cliente finale, prima della liberalizzazione del mercato erano tre: generazione/trasmissione, distribuzione e vendita dell’energia, ed erano sotto la responsabilità dei monopolisti statali del settore.
A partire dal 2000 con l’introduzione del mercato libero dell’energia, in Italia è stata aperta alle aziende private la possibilità di poter proporre la propria offerta, permettendo agli utenti di scegliere il proprio fornitore.
Questa apertura del mercato energetico ha favorito l’ingresso di nuovi operatori, in particolare nelle attività di generazione e vendita all’ingrosso. La vendita all’ingrosso la effettuano direttamente le società di produzione dell’energia. Invece della vendita al dettaglio con il cliente finale se ne occupano i fornitori.
Troppi intermediari e poca trasparenza nel mercato energetico
La liberalizzazione del mercato energetico voluta dal decreto Bersani del 1999, era stata studiata e messa in atto, con lo scopo di favorire le esigenze del cliente. Si pensava che la libera concorrenza avrebbe incitato i fornitori a migliorare la qualità dei servizi offerti. Mentre i clienti finali avrebbero beneficiato di una più ampia offerta ed un miglior rapporto qualità prezzo. Ma in realtà le conseguenze sono state diverse. In Italia oggi si contano più di 500 intermediari tra fornitori e rivenditori di energia, e la concorrenza si è spostata non più sul costo dell'energia, ma su di una serie di servizi aggiuntivi offerti dai fornitori in alcuni casi di scarsa utilità per il cliente. Nonostante la ARERA nel 2011 abbia fissato dei criteri per semplificare il "linguaggio delle bollette", spesso i costi di alcuni servizi sono nascosti, rendendo per le aziende clienti più difficile la scelta di un fornitore a cui affidarsi.
Una piattaforma digitale come YEM può semplificare l'Energy management
Una soluzione per semplificare questo quadro complesso, può venire dal digitale. Questa è stata l'intuizione di Nicolas Henn, fondatore di YEM una piattaforma digitale che consente alle aziende di confrontare offerte di fornitura energetica provenienti da fornitori affidabili.
Nella comunicazione che YEM fa ai suoi clienti, mette sempre in evidenza l’importanza di avere fornitori di qualità con un’esperienza rinomata nel mercato di riferimento: l’Italia. Di solito è facile “predicare bene e razzolare male”. YEM ha scelto la strada più dura. In che senso? YEM nasce nell’aprile 2019 e da quel momento lavora per cercare fornitori che garantiscano serietà e qualità sui servizi di fornitura di energia b2b in Italia.
YEM marketplace un ponte tra aziende e fornitori di Energia di qualità
La scelta di YEM è chiara fin da subito come ha sempre precisato il suo fondatore Nicolas Henn “vogliamo solo fornitori di qualità per mettere in contatto le migliori imprese italiane con i migliori fornitori gas e power attraverso il nostro YEM marketplace. Per farlo abbiamo studiato criteri precisi. Un fornitore è considerato da YEM di qualità quando è capace di offrire diversi servizi e garanzie ai suoi clienti.” Infatti ricorda il fondatore Nicolas Henn: “Abbiamo dovuto rifiutare le offerte di molti fornitori, perché non rispettavano i nostri standard di trasparenza e qualità, per noi è importante offrire una soluzione che si distingua sul mercato, per l’eccellenza dei servizi offerti.” Per questo in collaborazione con CERVED è stato elaborato uno score che classifica l’affidabilità finanziaria dei nostri fornitori, in modo da poter presentare una scelta di fornitori con score elevato. I parametri:
- chiarezza e trasparenza dei servizi inviati;
- velocità e puntualità di risposta alle richieste dei clienti b2b;
- dipendenti preparati a rispondere alle esigenze dei clienti;
- stabilità finanziaria;
- esperienza sul mercato;
- copertura nazionale;
- fatture chiare e trasparenti;
- bollette di facile comprensione;
- capacità a presentare delle offerte adatte ad aziende con consumi medio-grandi di energia elettrica o di gas.
Su YEM Market place trovi undici fornitori di qualità!
Grazie a YEM marketplace, si possono selezionare i servizi più adeguati alle esigenze aziendali e poi ricevere delle offerte personalizzate da più fornitori di qualità e scegliere la più idonea.
Per ora i fornitori sono undici, tutti di rinomata qualità, come Engie Italia, Alperia e Sorgenia. Ma La partita di YEM sul mercato italiano è solo al suo inizio, infatti il numero dei nostri partner è destinato a crescere.
Il viaggio dell’energia dalla produzione al consumo finale è diventato intricato, tante tappe quanti sono gli intermediari coinvolti. Poca trasparenza e troppe insidie. YEM marketplace sarà la bussola che ti orienta verso la scelta migliore per te.
Come ottimizzare i costi dell'energia elettrica con una piattaforma
Una piattaforma digitale innovativa, di servizi online e applicazioni specifiche, per ottimizzare i costi di energia elettrica dell'azienda. Usare una piattaforma tecnologica specializzata – anziché il lavoro di una persona – offre diversi e numerosi vantaggi per l'azienda che vuole ottimizzare i...
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Una piattaforma digitale innovativa, di servizi online e applicazioni specifiche, per ottimizzare i costi di energia elettrica dell'azienda. Usare una piattaforma tecnologica specializzata – anziché il lavoro di una persona – offre diversi e numerosi vantaggi per l'azienda che vuole ottimizzare i costi di energia elettrica. I benefici di gestire queste attività attraverso soluzioni Hi-tech dedicate sono molteplici, e in questo Blog Post li illustriamo senza un ordine di priorità, perché ogni impresa può trovare più utile, conveniente e primario un elemento piuttosto che un altro.
Ecco, quindi, quali sono i principali vantaggi nell'utilizzare una piattaforma digitale per gestire e ottimizzare i costi aziendali di energia elettrica: ad esempio, la piattaforma monitora per il cliente il mercato dell'energia; seleziona, attraverso speciali algoritmi, sia i possibili migliori fornitori, sia le loro migliori offerte; si occupa delle attività più standardizzate, e a minore valore aggiunto, e di quelle di analisi, elaborazione e calcolo più difficili e complesse. In questo modo, una piattaforma digitale dedicata 'libera' anche importanti risorse aziendali che possono quindi essere rivolte e dedicate all’efficienza energetica. Ma vediamo più nel dettaglio, uno per uno, i vari vantaggi, importanti e molto concreti.
I vantaggi di una piattaforma digitale specializzata nel b2b
La piattaforma tecnologica specializzata nel mondo della fornitura di energia b2b non sostituisce in tutto e per tutto la persona, ma l'operatore può intervenire solo quando e solo là dove il suo lavoro può svolgere attività a più alto valore aggiunto, mentre la piattaforma Hi-tech online si occupa delle attività più standardizzate, e a minore valore aggiunto, e di quelle di analisi, elaborazione e calcolo più difficili e complesse.
Utilizzando quindi una piattaforma specializzata online, l'azienda riduce e automatizza tutto ciò che è più burocratico, ripetitivo e a basso valore aggiunto, sia per quanto riguarda ad esempio le attività necessarie per gestire una gara di fornitura, sia per fare un adeguato e conveniente Fixing dei prezzi.
Usare l'efficienza digitale per ottimizzare i costi dell'energia elettrica
Una persona dell'azienda impiega e perde molto tempo per vedere e analizzare grafici e valori dell'energia nell'andamento dei mercati, con piattaforma digitale per la fornitura b2b tutto ciò viene automatizzato e realizzato dal 'cervello digitale'. Che – come sappiamo – ha ormai margini di errore e inefficienze molto più bassi rispetto a quelli umani, e prossimi allo zero.
La piattaforma monitora per il cliente il mercato dell'energia, fornisce analisi e spiegazioni sintetiche, permettendo anche qui un grande risparmio di tempo e risorse. Tutto ciò significa, in pratica, ottimizzare i costi di energia elettrica.
In più, una piattaforma di servizi online applicati alla fornitura di energia b2b permette anche di elaborare, definire e ricevere offerte di fornitura davvero e del tutto paragonabili tra loro, perché le richieste di informazioni ai fornitori di energia – per definire il piano di offerta di ognuno – comprendono tutte le necessità del caso, seguendo uno standard uniforme, altrimenti le offerte non sono paragonabili tra loro.
Una piattaforma energetica Hi-tech davvero evoluta fa una buona selezione del mercato
La piattaforma specializzata inquadra, considera e gestisce tutti gli elementi e i fattori che influiscono sul prezzo dell'energia elettrica, evidenzia ogni impatto sul costo finale, permette anche di valutare le eventuali penali previste in caso di disservizi, tenendo tutto bene sotto controllo, evitando brutte sorprese e di scoprire poi costi non preventivati.
Se una piattaforma energetica Hi-tech è poi davvero evoluta, raccoglie e presenta un gruppo più ristretto di fornitori pre-selezionati, in base alla loro affidabilità finanziaria e al Credit score aziendale.
Allo stesso modo, i costi aumentano se ad esempio il fornitore ha offerto un prezzo iniziale più basso ma poi si devono sommare costi occulti o aggiuntivi. Oppure se il fornitore offre un livello di servizio di qualità inferiore e scadente, o non compreso nel prezzo di fornitura, e altri costi imprevisti si possono aggiungere nel caso di contenziosi e ricorsi legali. Sono tutte operazioni, attività e applicazioni che hanno ricadute importanti in termini di costi o risparmi per l'azienda cliente.
Più conoscenza permette di ottimizzare i costi dell'energia elettrica
Una piattaforma digitale specializzata nella fornitura di energia b2b offre, poi, servizi e soluzioni di grande aiuto, utilità e convenienza, perché seleziona, attraverso speciali algoritmi, sia i possibili fornitori, sia le loro offerte, in base a dati e numeri, ma anche con parametri e criteri qualitativi. Considerando e valutando sempre tutti i criteri necessari per ottimizzare i costi di energia elettrica.
Un altro vantaggio per l'azienda, e per i suoi risultati concreti, di usare una piattaforma digitale, sta anche nel fatto che in questo modo non si devono dedicare e impiegare risorse umane, energie, lavoro, tempo, per gestire e migliorare i costi dell'energia elettrica – perché tutto viene fatto in maniera ottimale dai sistemi digitali –, e quindi tutte queste risorse 'risparmiate' possono essere rivolte e dedicate all’efficienza energetica.
In più, utilizzando una piattaforma digitale, tutte le operazioni restano tracciate, e si possono quindi poi analizzare, verificare e certificare. Con sistemi Hi-tech evoluti per ottimizzare i costi dell'energia elettrica è inoltre possibile fare previsioni e simulazioni delle varie attività collegate, ad esempio risulta facile, utile e interessante fare simulazioni di gare d'appalto e operazioni di compravendita sul mercato energetico b2b.
Gas e power aziendale: 3 strumenti per lo smart energy manager
Volatilità dei prezzi e dinamiche di mercato rendono il settore gas e power un grattacapo per tutte quelle figure professionali che in azienda si occupano di forniture energetiche. Uffici acquisti, ma soprattutto Energy manager , sono chiamati a dare la migliore risposta alle esigenze...
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Volatilità dei prezzi e dinamiche di mercato rendono il settore gas e power un grattacapo per tutte quelle figure professionali che in azienda si occupano di forniture energetiche. Uffici acquisti, ma soprattutto Energy manager , sono chiamati a dare la migliore risposta alle esigenze dell’azienda. In particolare, gli obiettivi dell’imprenditore sono:
- il risparmio in bolletta;
- l’efficienza energetica.
Scopriamo insieme quali sono gli strumenti che possono agevolare il lavoro dell’Energy manager e garantire i risultati auspicati con meno sforzo e in un tempo minore.
Massimo risparmio sulle bollette con una piattaforma online
La complessità delle dinamiche del mercato all’ingrosso delle materie prime energetiche rappresenta spesso un ostacolo al raggiungimento della massima economia realizzabile. Tuttavia, è proprio nella comprensione dei tecnicismi della Borsa energetica che si cela la possibilità di cogliere le migliori opportunità di risparmio, proprio seguendo le fluttuazioni di prezzo del gas e dell’elettricità.
Ora, non tutti sono trader o esperti in materia, dunque vale la pena di sondare il mercato per scoprire se ci sono strumenti che possono aiutare a raggiungere l’obiettivo, L’approccio intelligente al gas e power, allora, può avvenire attraverso una piattaforma evoluta che sia in grado di semplificare e accelerare anche il processo della gara.
Primo strumento (on line per gestione gara)
Un marketplace ben costruito può portare a una richiesta di contratto personalizzato in pochi click.
Il marketplace, dunque, è il primo tool da ricercare on line: i vantaggi sono un risparmio di tempo e la certezza di lavorare per un contratto su misura, certamente il più conveniente.
Secondo strumento (on line per gestione prezzi)
Il secondo tool in grado di fare la differenza nella quotidianità professionale di un Energy manager è uno strumento capace di monitorare il mercato e mettere l’utente in condizione di agire come farebbe un trader, senza l’obbligo di avere una competenza paragonabile.
Scegliendo un contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing, infatti, si possono cogliere al volo le opportunità date dalla flessione del mercato delle materie prime. In questo caso, lo strumento online suggerisce all’utilizzatore il miglior momento per fissare il prezzo di una quantità percentuale di gas o elettricità, da utilizzare anche molti mesi dopo.
Come affrontare la volatilità dei prezzi nel gas e power
Nel gas e power, difatti, i prezzi sono molto volatili, perché dipendono da una serie di fattori esterni. L’energia elettrica, in particolare, ha prezzi che cambiano anche ogni 15 minuti. Si tratta di una materia prima che non si può stoccare. Mantenere l’equilibrio tra la quantità prodotta e quella utilizzata porta ad attività di tendering che fanno variare molto velocemente il valore di un GW.
ll mercato all’ingrosso del gas, invece, ha prezzi meno soggetti a variazioni repentine. Il gas si può stoccare, tuttavia il suo valore può essere influenzato dalle crisi politiche, dai cambiamenti climatici, dalle scorte, ecc. L’Italia ne produce pochissimo. La maggior parte del gas, infatti, proviene dal Nord Europa, dalla Russia, dal Nord Africa. Va da sé che una difficoltà a monte possa riverberare sul prezzo finale della materia prima all’ingrosso. Uno strumento online focalizzato sui mercati saprà interpretare e gestire al meglio l’andamento della Borsa energetica al posto dell’Energy manager, semplificandogli di molto il lavoro.
Terzo strumento (governativo - per raggiungimento efficienza energetica)
Per promuovere l'efficienza energetica, il ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione diversi strumenti di incentivazione: tra questi ci sono:
-le detrazioni fiscali,
-il conto termico
-il sistema dei certificati bianchi.
Queste opportunità - consultabili anche sul sito di ENEA - possono agevolare l’attività degli Energy manager e portarli velocemente al raggiungimento degli obiettivi aziendali ed europei.
In pratica
La digitalizzazione sta portando alle aziende efficienza operativa, laddove c’era solo efficacia. L’Energy manager che saprà cogliere l’opportunità di “digitalizzare” alcune delle proprie funzioni, dunque, arriverà prima e meglio agli obiettivi. Lo smart energy manager, in particolare, si avvale delle soluzioni digitali più avanzate e dedica il tempo guadagnato all’ottimizzazione degli investimenti attraverso gli strumenti governativi di incentivazione, dei quali abbiamo parlato nel paragrafo precedente..
In conclusione, per risparmiare tanto tempo e denaro, un marketplace, per mirare e velocizzare la ricerca di una nuova fornitura energetica su misura, e un tool per la gestione del contratto a prezzo variabile sono gli strumenti online più avanzati e opportuni, i preferiti da chi interpreta il proprio ruolo aziendale in modo moderno.
YEM: trova il tuo fornitore energia elettrica in pochi click
Cercare un nuovo fornitore energia elettrica che risponda a tutte le richieste e le esigenze aziendali non è proprio una passeggiata. YEM viene in aiuto degli Energy manager (EM) con un marketplace agile e velocissimo, che consente di ridurre sensibilmente il tempo necessario per una gara svolta...
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Cercare un nuovo fornitore energia elettrica che risponda a tutte le richieste e le esigenze aziendali non è proprio una passeggiata. YEM viene in aiuto degli Energy manager (EM) con un marketplace agile e velocissimo, che consente di ridurre sensibilmente il tempo necessario per una gara svolta nella maniera tradizionale.
Trovare una fornitura energetica realmente personalizzata, vera chiave di volta per risparmiare, non è mai stato così semplice.
Tutte le imprese richiedono all’Energy manager di abbassare i costi in bolletta, ma anche - per esempio - di rifornire più di un sito produttivo o di gestire i picchi di utilizzo; di calibrare le quote di energia da fonti rinnovabili rispetto a quella da fonti fossili; di adeguarsi alle normative… e poi, la fatturazione trasparente o una pre-fatturazione, una qualità dei servizi elevata, ecc, ecc…
Le richieste del titolare d’azienda, insomma, possono essere molto diverse, le più disparate; ecco che lanciare una gara per la ricerca del fornitore ideale, tenendo conto di tutti i desiderata della direzione, è un’attività lunga e complessa. Agli Energy manager sono richieste tanta dedizione e molte ore lavorative, per confrontare le proposte di contratto da parte degli operatori di mercato interpellati.
Ricerca del fornitore energia elettrica tra tempo e denaro
Gli Energy manager, veri professionisti dell’energy management, conoscono le insidie del mercato, tuttavia il loro incarico in azienda spazia tra aggiornamenti normativi e sistemi incentivanti e la ricerca di soluzioni tecnologiche per la gestione e il calcolo dei fabbisogni energetici. Il tempo per svolgere tutte le funzioni, si capisce, è poco; al contrario, i numerosi dettagli di una gara per una nuova fornitura richiedono molte ore. Pertanto per la ricerca del fornitore energia elettrica, l’EM, per prassi, si affida a:
- un comparatore B2B di tariffe online;
- un consulente energetico online;
- un consulente in persona;
Per la complessità del settore, però, i comparatori non sono sufficienti, in quanto il giusto contratto B2B non può basarsi solo sul prezzo. Sarebbe estremamente riduttivo e poco lungimirante. Del resto, però, un vero e proprio consulente ha un costo, che spesso vanifica il risparmio ottenuto sulle nuove forniture.
Anche se l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente - Arera (www.arera.it) - indica i criteri generali per orientarsi in un mercato che si fa sempre più affollato e rischioso, monitorare il mercato e i suoi tranelli non è facile.
Il rischio è di:
-incappare in un fornitore energia elettrica che non rispetti gli accordi siglati;
-non poter contare né su servizi all’altezza, né sul massimo risparmio possibile.
La nuova frontiera per la gestione dei contratti di energia
La formula di supporto agli EM ideata da YEM, dunque, s’inserisce in un contesto di mercato complesso e in un momento in cui l’esigenza di risparmiare tempo e denaro è ancora più sentita.
L’intuizione di Nicolas Henn, fondatore di Yem Italia, si traduce in grosso valore dal momento che la piattaforma online, con i suoi due tool, marketplace e optimization, consente di:
-abbassare i costi di produzione (perché il contratto futuro sarà sicuramente conveniente);
- risparmiare tempo (perché la ricerca si svolge in pochi click);
- avere una perfetta padronanza dei rischi (perché YEM pre-seleziona i fornitori secondo tutti i criteri che potrebbero mettere in difficoltà il cliente);
- diminuire lo stress operativo (perché YEM marketplace è davvero intuitivo e facile da usare).
Per tale ragione la piattaforma YEM è una vera e propria risorsa, di tempo e di denaro, una frontiera, una soluzione unica sul mercato.
Come si usa YEM Marketplace
Con la sua piattaforma on line evoluta (www.yem-energy.it), YEM permette di compilare una richiesta di offerta, completa di ogni informazione peculiare relativa all’azienda. Ciò consente ai fornitori di compiere una veloce analisi sul richiedente e di proporre una soluzione tagliata su misura.
Il processo è completamente automatizzato, user-friendly e molto mirato.
Digitando l’indirizzo www.yem-energy.it si accede facilmente al marketplace YEM. Lo strumento digitale accompagna l’utente nella compilazione di una richiesta d’offerta molto dettagliata che consente ai riceventi di analizzare la specificità del caso e proporre da subito un’offerta realmente personalizzata.
Con pochi click, quindi, la richiesta raggiunge un buon numero di player selezionati.
Ricevute e paragonate le offerte, formulate tutte nello stesso giorno e quindi basate sullo stesso prezzo della materia prima all’ingrosso, la fase di contrattualizzazione tra fornitore e azienda/cliente, avverrà fuori dalla piattaforma.
Difatti, YEM aiuta gli utenti a scegliere il fornitore e la tipologia di contratto (a prezzo fisso o variabile), aiuta a capire il mercato e a monitorarlo, rendendo consapevoli e autonomi i suoi utenti.
Nel caso di un contratto a prezzo variabile, infine, non sarà necessario essere dei trader per gestire la volatilità dei prezzi e cogliere le opportunità migliori. Attraverso il tool YEM Optimization si potrà seguire l’andamento della borsa energetica, per poter avere l’energia a costi più bassi.
Analisi di mercato dal 01 al 31 Ottobre 2020
Nel corso di questo mese l’andamento del mercato elettrico è stato divergente rispetto a quello del gas, Sostenuto quest’ultimo da fattori rialzisti di breve termine. non ha impedito al prezzo elettrico di perdere terreno. Il mese di ottobre ha infatti visto proseguire il movimento ribassista...
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Nel corso di questo mese l’andamento del mercato elettrico è stato divergente rispetto a quello del gas, Sostenuto quest’ultimo da fattori rialzisti di breve termine. non ha impedito al prezzo elettrico di perdere terreno. Il mese di ottobre ha infatti visto proseguire il movimento ribassista dei prezzi forward BL, su cui pesa la forte incertezza circa la ripresa economica. Mentre sul mercato spot il PUN media di ottobre si sta consuntivando oltre il 10% al di sotto del prezzo medio di settembre, con l’abbassamento delle temperature che riduce la richiesta, le ultime quotazioni del Cal21 e il Cal22 sono circa il 6% al di sotto di quelle di fine settembre, non risentendo della componente stagionale, la migliore performance del mercato a breve del gas è riconducibile a alla riduzione dei flussi dalla Norvegia e al prolungarsi di manutenzioni sugli impianti nucleari francesi che hanno comportato un aumento della domanda. Il PSV DA ha quindi guadagnato in media oltre il 16% rispetto a settembre, sostenendo anche le quotazioni a termine che, nonostante il peggioramento delle prospettive per i prossimi mesi, sono rimaste sostanzialmente stabili.
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Policy per la gestione della fornitura energetica: elaborare una policy step by step
La policy, come abbiamo detto nell’articolo, "Policy per la gestione della fornitura energetica: una guida ai processi" è uno strumento che consente di disciplinare i vari aspetti necessari al corretto svolgimento delle attività oggetto della policy stessa. Dunque, una policy per la gestione...
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La policy, come abbiamo detto nell’articolo, "Policy per la gestione della fornitura energetica: una guida ai processi" è uno strumento che consente di disciplinare i vari aspetti necessari al corretto svolgimento delle attività oggetto della policy stessa. Dunque, una policy per la gestione della fornitura di energia elettrica e gas naturale è lo strumento che guida le scelte e le azioni dell’energy manager o della figura che se ne occupa, in relazione alla fornitura.
Da dove cominciare? Quali aspetti devono esser definiti?
1. Che cosa?
Prima di tutto è necessario definire gli obiettivi e gli ambiti di applicazione della policy, cioè quali attività e processi sono interessati. Oggetto della policy può essere la definizione del processo e dei criteri per la scelta del fornitore e/o della tipologia di contratto (prezzo fisso/variabile con fixing/…) oppure la gestione dei fixing contrattuali, a seconda di quali siano le specifiche necessità.
2. Chi fa cosa?
Poi è importante definire i ruoli e le responsabilità delle persone coinvolte. Chi si occupa di che cosa e con quale livello di indipendenza/delega decisionale. Ad esempio, per la scelta del fornitore e del contratto il finance si occuperà della valutazione della solidità finanziaria dei fornitori, l’energy manager della scelta del miglior pricing, il legale dell’accettazione delle condizioni generali e particolari del contratto. Evitare il più possibile ambiguità su questo tema permette ai soggetti coinvolti di aver chiaro il perimetro operativo e il ruolo di ciascuno nel processo decisionale o di gestione.
3. Come si fa? Quando si fa?
Si deve entrare poi più nel dettaglio del cosa si deve fare e come. La definizione di una linea guida chiara per i processi da seguire per la scelta di un fornitore o di un contratto o per la sua gestione è fondamentale per consentire ai soggetti coinvolti di operare secondo i princìpi dell’azienda. In questa parte dovranno dunque esser stabilite le tempistiche (es: entro quando fare la selezione, entro quando avere un contratto firmato, …), le modalità con cui compiere la valutazione (es: scegliere il fornitore che offre il prezzo più basso? O dare priorità ad altri criteri altrettanto importanti come la situazione finanziaria/patrimoniale? Quale mix di criteri si vuole adottare? …) e la prassi da seguire per la gestione contrattuale (es: come operare scelte sui fixing o come muoversi per la disdetta contrattuale).
4. Con quali strumenti?
È importante anche specificare quali siano gli eventuali strumenti a supporto dei processi e delle decisioni, ad esempio se la società si affida ad un consulente, a un data provider o un servizio newsletter per seguire i mercati o se vengono utilizzati files/programmi per il risk management.
Attenzione, però! Il risultato finale non deve essere un insieme stringente di regole e procedure ferree da seguire pedissequamente, ma una linea guida che consenta ai diversi soggetti coinvolti di operare con un determinato livello di libertà e discrezionalità. Quindi, sì a limiti operativi e confini discrezionali, no a manuale operativo e procedure rigide!
Ad ognuno la sua policy
Chiaramente, a seconda della realtà aziendale e delle specifiche esigenze, la policy può essere un documento più o meno complesso e più o meno formale. Una società più strutturata e con diversi livelli di delega, probabilmente utilizza la policy come strumento organizzativo e procedurale, istituendo diversi gradi di controllo dei processi e dei risultati conseguiti. Una società di dimensioni minori e con un organico meno numeroso, invece, grazie alla policy può supportare il lavoro dell’energy manager o dei soggetti che si occupano della gestione della fornitura, semplificando le scelte e consentendo di operare con più efficienza.
Inoltre, poiché le situazioni, le persone e le organizzazioni sono sempre in evoluzione, è importante rivedere periodicamente quanto definito nelle policy, così da modificarlo e adattarlo di anno in anno alla realtà aziendale e alle persone che vi lavorano. Ad esempio, vengono introdotti nuovi strumenti? Si sceglie un nuovo approccio al pricing? La scelta del fornitore deve seguire nuove logiche? Tutto ciò deve essere integrato nella policy per riflettere nelle linee guida le mutate condizioni a contorno.
A prescindere quindi dalle dimensioni aziendali, la policy è uno strumento utile per affrontare razionalmente e con metodo la gestione del contratto di fornitura energetica, nel rispetto dei princìpi della società e del ruolo dei soggetti coinvolti.
Policy per la gestione della fornitura energetica: una guida ai processi
Un secondo tema fondamentale quando si parla di ottimizzazione della fornitura energetica e di gestione del rischio sono i processi e gli strumenti da utilizzare. Che si tratti di rinnovare annualmente l’offerta di fornitura a prezzo fisso o di gestire i fixing di un contratto a prezzo variabile,...
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Un secondo tema fondamentale quando si parla di ottimizzazione della fornitura energetica e di gestione del rischio sono i processi e gli strumenti da utilizzare. Che si tratti di rinnovare annualmente l’offerta di fornitura a prezzo fisso o di gestire i fixing di un contratto a prezzo variabile, è importante che i soggetti che se ne occupano abbiano ben chiaro quali sono le modalità e gli strumenti da utilizzare per compiere delle scelte.
Facciamo un esempio. Stipulando il rinnovo del contratto di fornitura di energia elettrica o gas, ho ottenuto un prezzo molto più alto rispetto all’anno precedente. Probabilmente dovrò giustificare le mie scelte a qualcuno e, altrettanto probabilmente, questo qualcuno non sarà molto contento del prezzo ottenuto. Se però ho richiesto le offerte ai fornitori nei tempi e nei modi definiti nella policy e ho utilizzato le linee guida della policy per scegliere l’offerta migliore, pur avendo ottenuto un prezzo poco soddisfacente, ho comunque operato secondo quanto richiesto e dunque ho conseguito il mio obiettivo (rinnovare il contratto di fornitura) nella maniera corretta.
È chiaro che, se mi trovassi ad operare le stesse scelte senza il supporto di una policy che definisca le modalità, le tempistiche e i criteri da utilizzare per scegliere il fornitore, avrei più difficoltà a dimostrare la bontà del mio operato. Ma non solo, anche scegliere autonomamente come farlo o quando farlo non sarebbe affatto semplice.
Ancor più complicata potrebbe essere la gestione dei fixing, e del rischio prezzo, senza una linea guida che ci aiuti e supporti in questa attività. Ad esempio, se ho firmato un contratto di fornitura a prezzo indicizzato con possibilità di fixing e i prezzi del mercato continuano a salire e salire e salire… che si fa? Faccio un fixing per limitare i danni? Aspetto per non fissare un prezzo troppo alto? E se i prezzi non tornano giù? E se invece scendono e ormai ho fissato un prezzo troppo alto?
Sono queste le domande (e lo stress che generano) che rischiano di farci commettere degli errori nella gestione della fornitura, complice il fatto che l’ottimizzazione dei costi energetici è spesso strategica e cruciale rispetto agli economics delle aziende. Se però abbiamo a disposizione una policy che definisca chiaramente quali sono le modalità per gestire una situazione del genere, quali criteri adottare per decidere di fare un fixing, allora buona parte, non solo dello stress, ma anche del rischio di commettere errori viene eliminato.
La decisione di fare o non fare un fixing non solo viene guidata da logiche chiare e razionali, ma, pur rimanendo una responsabilità del soggetto che se ne occupa, non risulta più una decisione arbitraria e soggettiva.
Nella policy, dunque, è fondamentale definire il più chiaramente possibile quali sono i criteri da adottare per compiere le scelte, quali sono gli strumenti da utilizzare a supporto delle attività e le modalità operative ed i processi per l’ottimizzazione del contratto di fornitura. Solo strutturando una policy chiara e completa si può ottenere una gestione ottimale della fornitura energetica, sia dal punto di vista di chi controlla l’attività che da quello di chi se ne deve occupare in prima persona.
Policy e ottimizzazione della fornitura: responsabilità e competenze
Eccoci al primo articolo di una serie dedicata alle policy aziendali, ed in particolare alle policy a supporto dell’approvvigionamento di energia elettrica e gas naturale. Che cos’è una policy? La policy è uno strumento che consente di disciplinare i vari aspetti necessari al corretto...
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Eccoci al primo articolo di una serie dedicata alle policy aziendali, ed in particolare alle policy a supporto dell’approvvigionamento di energia elettrica e gas naturale.
Che cos’è una policy?
La policy è uno strumento che consente di disciplinare i vari aspetti necessari al corretto svolgimento delle attività oggetto della policy stessa, in questo caso, quindi, delle attività di ottimizzazione della fornitura e gestione del rischio.
Poiché l’ottimizzazione della fornitura energetica, dalla scelta del fornitore, del prezzo o dell’indice, fino alla gestione dei fixing e del rischio sotteso alla fornitura stessa, è un’attività non solo spesso strategica ma anche potenzialmente complessa e impegnativa, appoggiarsi ad una policy può aiutare a indirizzare le attività, le procedure e le scelte nella direzione ottimale, evitando ambiguità e incomprensioni. Insomma, una policy completa e strutturata può costituire un binario che guidi il processo dall’inizio alla fine senza consentire deviazioni fuorvianti e controproducenti.
La policy viene solitamente creata per adattarsi all’organizzazione e al profilo di rischio della società, in modo da calzare alla perfezione rispetto alla mentalità aziendale, alle consuetudini e ai soggetti coinvolti. È una espressione di quelle che sono ritenute le best practices, non solo in generale, ma nella loro applicazione proprio in quella stessa realtà aziendale. Non è strano, infatti, che due aziende simili (stesso business, stesso paese, stesse dimensioni) abbiano policy parzialmente diverse, proprio a riflettere il diverso approccio e metodo applicato da una e dall’altra.
Quali aspetti vengono chiariti nella policy?
La prima importante informazione contenuta nella policy riguarda lo scopo, ovvero quali sono gli obiettivi per i quali è stata redatta. Fra questi, tendenzialmente, troveremo al primo posto una frase del tipo “definire le linee guida per l’attività di …”. Subito dopo ci sarà “individuare le figure aziendali coinvolte” e “assegnare le responsabilità, le competenze e il perimetro di operatività”.
Come mai è così importante definire le responsabilità e il perimetro di ciascuno degli attori coinvolti? Di primo acchito sembra una cosa banale, ma non lo è affatto.
Innanzitutto, per il corretto svolgimento di tutte le attività previste, a partire proprio dalla selezione del fornitore, è importante che non vi siano ambiguità su chi sia la persona o il dipartimento aziendale che se ne deve occupare. Non solo affinché non si creino situazioni di confusione, ma anche per consentire ai diversi soggetti in gioco di focalizzarsi sui loro obiettivi.
Inoltre, è importante che ciascuna figura sia valutata sulla base delle responsabilità e delle attività che gli competono. Un energy manager, ad esempio, sarà valutato in base alla sua gestione del contratto di fornitura energetica, rispetto alle sole aree di sua responsabilità. In questo caso, probabilmente, la valutazione finanziaria dei fornitori selezionati sarà di competenza di un dipartimento diverso e non rientrerà fra le attività dell’energy manager.
Insieme all’individuazione delle figure aziendali coinvolte, ne viene dunque chiarito il ruolo, l’autonomia decisionale e i limiti operativi. Consentendo a ciascuno di muoversi all’interno di un determinato perimetro operativo, infatti, si evita che un soggetto si trovi a prendere decisioni o ad analizzare qualcosa che non sia di sua competenza, lasciando che ciascuno si concentri sulle attività che è in grado di gestire meglio.
Nell’esempio di prima, dunque, l’energy manager si troverà a scegliere il fornitore sulla base di una valutazione della solidità finanziaria fattagli dal dipartimento AFC e sulla base del prezzo e delle altre condizioni di fornitura delle quali si sarà lui stesso occupato.
Queste formalità, questi limiti, non vogliono essere qualcosa di imposto dai vertici dell’azienda sui soggetti coinvolti, ma anzi, tutelano tutte le parti in causa. Da un lato, le direttive e le intenzioni della direzione aziendale vengono chiarite in maniera precisa e articolata, dall’altro i diversi soggetti coinvolti sono tutelati e tranquilli del fatto che il loro operato sia inequivocabilmente in linea con quanto stabilito dalla società.
È bene dunque che non solo le società più grandi e organizzate si dotino di una policy a supporto dell’attività di ottimizzazione della fornitura energetica, così da guidare le scelte nella direzione corretta tutelando allo stesso tempo anche le figure coinvolte.
Intervista all’avvocato Eliana Danzi: “L’importanza di una corretta ‘gestione legale’ del contratto di fornitura”
Siamo portati a pensare che un’accurata negoziazione commerciale possa coprire ogni possibile rischio correlato a prezzo e quantità. Ciò è soprattutto vero nel caso dei contratti di fornitura di energia in cui al cliente viene proposto di sottoscrivere condizioni generali standard, alle quali è...
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Siamo portati a pensare che un’accurata negoziazione commerciale possa coprire ogni possibile rischio correlato a prezzo e quantità. Ciò è soprattutto vero nel caso dei contratti di fornitura di energia in cui al cliente viene proposto di sottoscrivere condizioni generali standard, alle quali è data poca importanza, integrate poi da condizioni particolari/ tecnico-economiche.
Da una mancata e/o errata comprensione del testo contrattuale nel suo complesso possono nascere incompresioni tra le parti che condurranno ad un’irrimediabile lesione del rapporto di fiducia tra cliente e fornitore.
Abbiamo intervistato l’avvocato Eliana Danzi, esperta nel settore energetico, che ci ha fornito alcune preziose indicazioni per poter affrontare la negoziazione di un contratto di fornitura con il giusto approccio.
Firmare un contratto di fornitura energetica significa dover valutare più elementi del contratto, qual è l'errore più comune?
Un contratto di fornitura energetica è composto dalle condizioni generali e dalle condizioni particolari-tecnico/ economiche. Solo una lettura integrata di questi documenti può consentire una corretta comprensione delle clausole e dei loro effetti.
Nella mia esperienza ho notato che si tende a prestare prettamente attenzione agli elementi che hanno un valore commerciale immediatamente rilevante e che sono contenuti nell’offerta economica (in particolare: prezzo e quantità), trascurando un’analisi integrata delle condizioni contrattuali nel loro complesso.
Una valutazione attenta di tali condizioni permette un corretto risk assessment e, di conseguenza, una efficiente organizzazione interna di processi e procedure ed un’adeguata copertura dei rischi.
La gestione contrattuale a livello legale ha un impatto commerciale e, di conseguenza, economico/ finanziario.
In aggiunta al commerciale, sin dalla fase prodromica alla conclusione del contratto, i dipartimenti legal, risk e finance devono sicuramente essere coinvolti e dialogare tra loro in modo da fornire risposte coordinate e coerenti.
In particolare, il contributo del consulente legale assume fondamentale importanza al fine di mettere in luce i rischi che sono insiti nella formulazione delle previsioni contrattuali, soprattutto se ci troviamo in presenza di condizioni generali che sono unilateralmente predisposte da uno dei contraenti, come avviene nel caso dei contratti di fornitura di energia.
Questo approccio permetterà di evitare evoluzioni patologiche nella gestione contrattuale e assicurerà, in ogni caso, un risparmio di costi.
Inserire i dati di fornitura energetica e comparare le offerte su una piattaforma digitale può costituire un pericolo?
Ritengo che l’utilizzo di una piattaforma per comparare le offerte di energia e scegliere quella più adatta per il proprio business risponda all’esigenza di facilitare la comprensione delle reciproche necessità di fornitore e cliente, e favorisca l’incontro tra domanda e offerta, creando un canale privilegiato di dialogo tra le parti che spesso, sul mercato, è di difficile attuazione. Specialmente, nel settore retail dei grandi clienti, che, tipicamente, contrattualizzano le forniture su base annuale, confrontandosi sempre con i medesimi fornitori con i quali è già stato stipulato un contratto.
Il mercato necessita di strumenti imparziali, oggettivi, immediati, digitali e di semplice fruizione che permetta alle parti del contratto di fornitura di comprendere, sin dalla fase pre-contrattuale, le reciproche esigenze in modo da creare coesione e uno stabile rapporto duraturo. In questo modo, il cliente avrà già a disposizione tutte le risposte anche se non ha le competenze di settore per porre le giuste domande, a beneficio di una negoziazione fluida e trasparente.
Dal punto di vista della sicurezza dei dati immessi, occorre rivolgersi a provider che offrano massimi livelli di protezione, ed un servizio clienti sempre disponibile a chiarire eventuali dubbi in merito, in modo che lo strumento possa essere utilizzato al meglio delle sue funzionalità.
In generale, comunque, l’immissione di dati in un sistema protetto ha garanzie di sicurezza più elevate rispetto allo scambio di documenti cartacei. Soprattutto, le informazioni possono essere sempre verificate e salvate nel proprio profilo, e dunque si avrà accesso ad una banca dati contenente la storia della propria posizione, con un evidente risparmio di costi e di tempi organizzativi.
Piano Nazionale Industria 4.0: le novità per l’Energy manager
Tra le misure più recenti e interessanti per l’Energy manager c’è la riforma degli incentivi fiscali derivanti dal Piano Nazionale Industria 4.0. Mentre l’intero mondo produttivo appare statico, “annientato” dalla pandemia, nuovi strumenti normativi ed economici permettono alle aziende di...
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Tra le misure più recenti e interessanti per l’Energy manager c’è la riforma degli incentivi fiscali derivanti dal Piano Nazionale Industria 4.0.
Mentre l’intero mondo produttivo appare statico, “annientato” dalla pandemia, nuovi strumenti normativi ed economici permettono alle aziende di rimodulare le proprie strategie e cambiare passo. Oltre l’apparenza, dunque, aleggia un certo fermento.
Il vantaggio che le aziende potrebbero ottenere dal trasformarsi in smart factory è enorme sotto molteplici aspetti. Dalla maggiore competitività sul mercato alla flessibilità produttiva, dalla riduzione degli errori alla manutenzione predittiva, di per sé ogni aspetto della fabbrica 4.0 giustifica appieno gli investimenti necessari. Ma è il cospicuo risparmio energetico derivante dall’implementazione di ogni moderna tecnologia che coinvolge l’Energy manager e lo invita a entrare nel merito delle normative. Difatti, cogliere ogni opportunità di risparmio e ottenere la massima efficienza energetica in azienda è la missione di ogni specialista nella gestione dell’energia.
La spinta alla digitalizzazione sposta il baricentro dei consumi
In questo difficile 2020, peraltro, la digitalizzazione delle imprese ha superato i confini dei processi produttivi, diventando necessaria a pieno titolo anche nella gestione dell’organico. Gli e-meeting e lo smart working, infatti, hanno assunto un ruolo primario nell’organizzazione del lavoro e un loro importante peso anche nel raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica. Ciò che prima veniva svolto in presenza, attraverso l’uso degli strumenti digitali aziendali, per esempio, oggi, in una certa misura, viene gestito dal domicilio dei dipendenti. A seconda dell’azienda, però, lo smart working implica o il pagamento della connessione internet domestica del dipendente o solo il risparmio di energia elettrica aziendale. La materia non è ancora ben metabolizzata dai più e non adeguatamente normata, ma quel che è certo è che nel complesso la digitalizzazione delle attività professionali incide sui consumi generali dell’azienda. Se ciò avvenga in senso positivo, quindi con un globale risparmio sui consumi elettrici, o implichi maggiori spese per supportare i collaboratori da casa, dipende dalla visione del management. Spetterà all’Energy manager valutare le variazioni sui consumi di elettricità e riscaldamento e all’amministrazione finanziaria il computo del bilancio tra consumi esternalizzati e costi di gestione dell’edificio. Il più delle volte, la risultante è un cospicuo vantaggio economico.
Ciò che è certo è che la pandemia ha reso indispensabile accelerare il processo di digitalizzazione in tutte le aziende e ciò che prima si faceva manualmente, con grande dispiego di impegno e tempo, si è scoperto più facile da compiere con piattaforme online, software, flussi di dati e cloud computing. Una rivoluzione, fortunatamente senza ritorno.
Investire nella digitalizzazione si sta rivelando uno dei pochi modi validi per rendere la propria azienda e l’economia intera più solide.
Attraverso il cambiamento delle procedure aziendali, la digitalizzazione contribuisce a implementare tecnologie digitali che permettono all’azienda di realizzare modelli organizzativi e produttivi più snelli e più flessibili.
Investire in innovazione attraverso il Piano Transizione 4.0
Entriamo dunque nel merito delle novità relative al Piano Nazionale Industria 4.0, modificato in Piano Transizione 4.0 dopo l’approvazione dell’ultima legge di Bilancio.
Il tema è caldo e di grande interesse per l’Energy Manager, in quanto i nuovi crediti d’imposta sostengono anche l’aumento dell’efficienza energetica
Nel corso dell'attuale legislatura, sono state riformate, prorogate e rifinanziate una serie di misure stabilite dal Piano Nazionale Industria 4.0, che era stato pensato per il triennio 2017-2020.
In particolare, la Legge di bilancio 2020 (160/2019) ha disposto la sostituzione dell’iper e del super ammortamento resi disponibili nel 2017 con il “Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali” che offre di fatto una nuova opportunità al tessuto produttivo italiano.
La nuova disciplina degli incentivi fiscali collegati al Piano Nazionale Industria 4.0 (ormai Piano Transizione 4.0) riguarda gli investimenti in beni strumentali, in ricerca e sviluppo, in innovazione tecnologica e in formazione 4.0. Parte della spesa sostenuta può andare in compensazione in cinque quote annuali di pari importo, ridotte a tre per gli investimenti in beni immateriali.
Entrando nel merito delle quote recuperabili in compensazione, l’acquisto dei beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati permette un credito d’imposta pari al:
- 40% del costo fino a 2,5 milioni di euro di spesa;
- 20% del costo da 2,5 milioni di euro a 10 milioni di euro.
Per gli investimenti in beni strumentali immateriali, invece, si riconosce un credito d’imposta pari al:
- 15% del costo massimo ammissibile (700.000 euro).
(sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico - www.mise.gov.it sono pubblicati tutti i dettagli e i beni ammessi dalla riforma).
Piano Nazionale Industria 4.0 vs Certificati Bianchi
Tra le novità più significative di cui l’Energy manager deve tener conto ce n’è una che riguarda i Certificati Bianchi: con la conversione di super ed iper-ammortamento in credito d’imposta è venuta meno la cumulabilità̀ degli incentivi con i TEE (Titoli di efficienza energetica), prevista invece fino allo scorso anno.
In verità, il meccanismo dei Certificati Bianchi, che doveva rappresentare il principale strumento di promozione dell'efficienza energetica in Italia, non ha dato i frutti sperati e le aziende non vi hanno fatto un grande affidamento.
Ad oggi lo strumento principe finalizzato all’incremento dell’efficienza energetica è il Piano Transizione 4.0; il meccanismo dei certificati Bianchi, al contrario, è in piena crisi e necessita di una riforma strutturale.
A confermarlo con i dati è il Digital Energy Efficiency Report 2020, pubblicato lo scorso luglio dal Politecnico di Milano (www.energystrategy.it), nel quale si danno le dimensioni precise della contrazione degli investimenti in efficienza energetica negli ultimi 5 anni. A questo sconfortante risultato concorrono tre cause, spiega il report:
- la difficoltà nel cogliere le opportunità legate alla digitalizzazione dei processi;
- una diminuzione del numero e della “maturità” degli operatori dell’efficienza energetica.
ma, soprattutto:
- un quadro normativo relativo ai Certificati Bianchi poco chiaro ed una procedura di ottenimento lunga e farraginosa.
Alla ricerca di nuovi equilibri economici e di maggiore efficienza energetica
Per gli Energy manager, il 2020 è un anno di grandi responsabilità e impegni:
- la valutazione delle nuove possibilità di risparmio derivante da investimenti in digitalizzazione;
- l’aggiornamento in tema di normative nazionali (come il Piano Transizione 4.0 e il Quadro 2030 per il clima e l’energia dell’Ue https://ec.europa.eu/clima/policies/strategies/2030_it);
- la simulazione di nuovi asset energetici all’interno dell’azienda.
- richiedono un’attenzione e un monte ore lavorative davvero ingente.
Tra le priorità di ogni professionista dell’energia, dunque, c’è la digitalizzazione della propria mansione, affinché il grande carico di lavoro possa essere svolto più agevolmente. Liberarsi di impegni gravosi attraverso l’uso di tool ditali è ormai imprescindibile. A partire dalla gara per la scelta di nuove forniture e dalla gestione del contratto, è doveroso ricorrere a piattaforme specializzate disponibili online che semplificano l’operatività e restituiscono una gran quantità di tempo prezioso.
Norme gestione dell'energia: cosa guardare dal 2020
Il 2020 passerà alla storia per l’epidemia da Covid19 che ha paralizzato il mondo. Chi si occupa di energia, però, sa che non tutto si è fermato. Proprio da quest’anno, infatti, ci sono novità dal punto di vista delle Norme gestione energia. Obiettivi più ambiziosi da raggiungere rispetto al...
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Il 2020 passerà alla storia per l’epidemia da Covid19 che ha paralizzato il mondo. Chi si occupa di energia, però, sa che non tutto si è fermato. Proprio da quest’anno, infatti, ci sono novità dal punto di vista delle Norme gestione energia. Obiettivi più ambiziosi da raggiungere rispetto al passato, che introducono nuove necessità a livello di fornitura e di gestione all’interno dell’azienda.
Anche gli uffici acquisti, dunque, se pur meno specializzati rispetto agli Energy manager, sono chiamati a considerare i nuovi obblighi di Legge a partire dalla scelta del nuovo fornitore.
La Direttiva (UE) 2018/844 è stata recepita nell’ordinamento italiano con il Decreto Legislativo n. 48/2020 lo scorso giugno; la Direttiva (UE) 2018/2002 è ancora in corso di recepimento,
Vediamo di cosa si tratta e cosa considerare con più attenzione dal 2020.
Gli obiettivi comunitari delle nuove norme gestione energia
Rispetto al “Clean Energy Package”, in vigore negli ultimi anni e orientato a un progressivo e generale miglioramento dell’efficienza energetica, le Direttive (UE) 2018/844 e (UE) 2018/2002, fissano obiettivi più stringenti.
In particolare:
– ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030;
– favorire lo sviluppo di un sistema energetico sostenibile, competitivo, sicuro e decarbonizzato entro il 2050.
Il Decreto Legislativo n. 48/2020 dà indicazioni relative alla prestazione energetica nell’edilizia; la Direttiva (UE) 2018/2002, invece, si propone di rimuovere gli ostacoli sul mercato dell'energia e di superare le carenze che impediscono l'efficienza nella fornitura e nell'uso dell’energia e aumentare l’informazione sul tema (www.europarl.europa.eu).
Come si traducono i nuovi obblighi di Legge nella quotidiana amministrazione dell’energia a livello aziendale?
Cosa richiedono le nuove norme gestione energia?
Tagliare drasticamente le emissioni di anidride carbonica (CO2), migliorare l’efficienza energetica e puntare su fonti sostenibili d’energia per contribuire a decarbonizzare il sistema: sono questi i tre diktat ai quali nessuna azienda può sottrarsi. Tutto ciò impone una programmazione e determinate scelte da perseguire con costanza e impegno. L’Energy manager, pertanto, dovrà:
- verificare la classe energetica dell’edificio che ospita l’attività produttiva e gli impianti e promuovere la ristrutturazione secondo il D.Legs. n. 48/2020;
- definire gli obiettivi energetici da conseguire;
- realizzare gli audit periodici di controllo;
- redigere un piano di contabilizzazione dell’energia in modo da controllare tutte le possibilità di risparmio in conformità con la normativa nazionale;
- implementare un’organizzazione aziendale conforme alla UNI CEI EN ISO 50001;
- utilizzare gli strumenti disponibili sul mercato EU ETS (EU Emissions Trading System) e Certificati Bianchi (Titoli di Efficienza Energetica – TEE);
- considerare le agevolazioni offerte dal “Piano Nazionale Industria 4.0”, poiché la “digitalizzazione” delle imprese interessa non solo i processi produttivi, ma anche la gestione dell’organico. A livello logistico, infatti, gli e-meeting e lo smart working hanno assunto un ruolo primario nel raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica. Le agevolazioni fiscali, tra l’altro, possono anche cumularsi con i certificati bianchi.
Il ruolo dell’ufficio acquisti
Gli obiettivi dettati dalle nuove Norme gestione energia possono essere perseguiti sin dai primi passi di una nuova fornitura energetica affidando l’approvvigionamento delle materie prime, gas ed elettricità a un fornitore “green”, che possa garantire la provenienza dell’energia da fonti rinnovabili.
Questo criterio, certo primario rispetto all’obiettivo UE della decarbonizzazione nel corso del prossimo trentennio, complica la ricerca del fornitore giusto anche al più rodato degli uffici acquisti.
È importante conoscere la composizione dell’offerta energetica da parte di ogni player al quale si richiede una quotazione e ovviamente preferire il fornitore capace di erogare la più alta percentuale di energia sostenibile.
Ad esempio, affidandosi a una piattaforma avanzata online è possibile assicurarsi offerte compatibili con le proprie esigenze di consumo e con gli obblighi di legge, risparmiando tempo e denaro.
I 5 Clichè più comuni sui contratti di fornitura energetica aziendale
Vengono dati per scontato, sembrano insignificanti eppure sono pericolosissimi. I clichè sono convinzioni errate, luoghi comuni, dettagli, e cascare nel loro tranello può portare a ingenti spese. Molto probabilmente l’energy management viene percepito come molto complesso per via di convinzioni e...
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Vengono dati per scontato, sembrano insignificanti eppure sono pericolosissimi.
I clichè sono convinzioni errate, luoghi comuni, dettagli, e cascare nel loro tranello può portare a ingenti spese. Molto probabilmente l’energy management viene percepito come molto complesso per via di convinzioni e credenze errate che pesano sulle scelte degli energy manager. Ci siamo domandati quali siano tutti gli errori più comuni che si possono commettere in fasi delicate come quella della stipula del contratto o la scelta della strategia di prezzo. Abbiamo selezionato cinque tra i cliché più insidiosi e comuni dai quali bisogna mettersi in guardia!
1. Le clausole di contratto sono nascoste e non contano
Si sottovaluta l’importanza delle clausole all’interno del contratto di fornitura energetica. Tuttavia, ci sono clausole determinanti per la valutazione del contratto. Spesso gli unici elementi sui quali il cliente erroneamente focalizza l’attenzione quando ha di fronte un contratto di fornitura, sono quantità e prezzo, mentre le condizioni generali vengono sottovalutate. Accade che le condizioni particolari, sebbene vengano negoziate, sono considerate il solo ed unico contratto e non vengono mai lette insieme alle condizioni generali, pur facendone parte integrante, essendo un atto modificativo e integrativo.
Come per esempio il tacito rinnovo delle condizioni generali, i termini di pagamento e di preavviso per terminare la fornitura ed altre condizioni. Ignorando queste voci del contratto si rischia di sostenere spese considerevoli, perciò accertati di aver ben chiaro quali sono tutti i vincoli presenti nel contratto che firmi.
2. L’unico aspetto che porta al risparmio è il prezzo
È convinzione ma del tutto fuorviante che “la proposta commerciale più vantaggiosa sia quella che assicura il maggior risparmio sul prezzo di acquisto”. Per ottenere un risparmio significativo tieni a mente una cosa: Il prezzo da solo non basta! La vera convenienza arriva valutando la qualità dell'offerta di fornitura energetica. Si costruisce nel lungo periodo, con il giusto mix di servizi ricevuti e costi.
- Prima di tutto valuta chiarezza e trasparenza del fornitore a cui ti affidi. Ricordati che in quanto cliente, hai il diritto di ricevere ogni informazione in maniera precisa, veloce e puntuale. Quindi la chiarezza della fattura e la documentazione, un sito ben organizzato con fatture dei contratti e dati di consumo accessibili, la puntualità nella fatturazione e non meno importante la disponibilità degli operatori al telefono. Sono tutti criteri che innalzano di tanto la qualità di un fornitore.
- La fattura emessa dai fornitori italiani di energia, spesso è poco trasparente. I casi critici sono due: troppi dettagli, o troppo pochi. Ciò accade spesso, nonostante nel 2011 l'Authority abbia chiesto di semplificare il linguaggio delle bollette. Alcuni fornitori hanno cercato di rendere i propri documenti più comprensibili dividendo le voci di prezzo in tre gruppi: oneri generali, imposte, servizi di rete e servizi di vendita.
- Ricorda che la "Disciplina dei livelli specifici e generali di qaulità commericiale dei servizi di distribuzione e vendita del gas", emanata nel 2001 dall' ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ha fissato gli standard nazionali di qualità commerciale e li ha resi uniformi su tutto il territorio nazionale. Quindi validi per tutti i fornitori. Tuttavia la tecnologia è in continua evoluzione e alcuni fornitori si distinguono offrendo servizi aggiuntivi che semplificano ulteriormente il rapporto tra fornitore e azienda cliente.
3. Il digitale non garantisce la sicurezza
Per l’invio dei dati bisogna superare la convinzione che sul digitale
sia meno sicuro inviare informazioni ai fornitori.
Il digitale non solo permette di velocizzare l’invio di una richiesta
di offerta, ma al contrario, rende questo processo sicuro,
più trasparente, meno complesso e meglio organizzato.
Quindi il digitale non va visto unicamente come se fosse una confort zone, dove si può ottenere qualsiasi risposta, nel minor tempo possibile, senza commettere troppo sforzo. Ma è anche una safe zone, perchè rende più semplice e sicuro trasferire al fornitore tutte quelle informazioni che saranno necessarie per ricevere un'offerta personalizzata per un contratto di fornitura energetica.
4. I contratti a prezzo variabile sono più rischiosi
Scegliere un contratto a prezzo variabile è rischioso sopratutto quando non si possiede il Know How del mercato, o non si ha sufficiente tempo da dedicare. Coloro che si dicono contrari ai contratti indicizzati spesso riscontrano tre tipi di problematiche:
- Avere una visione del mercato e stabilire una strategia di gestione del rischio è un’operazione complessa, a causa della frammentazione dei dati e della mancanza di completezza delle informazioni. Occorre impiegare molto tempo e competenze specifiche per monitorare l’andamento dei mercati dell’energia elettrica e del gas.
- Capire quando sia il momento giusto per acquistare energia elettrica e gas, è la domanda che preoccupa tutti gli energy manager. Per dare una risposta a questa domanda è necessario possedere un'alta expertise e seguire costantemente l'andamento del mercato. Motivo per cui è necessaria una consulenza esterna, spesso però fin troppo onerosa per le aziende.
- La responsabilità di un eventuale fallimento ricade tutta su di una sola persona, che poi faticherà a spiegare l'errore ai vertici aziendali, data la difficoltà di cui abbiamo parlato prima nel reperire informazioni riguardo il mercato.
Con le giuste conoscenze ed i giusti strumenti, però, è possibile interpretare correttamente l’andamento del mercato e prevedere le mosse strategiche, ottenendo risparmi considerevoli sul budget aziendale.
5. Con un contratto a prezzo variabile non posso prevedere un budget
In molti nutrono la convinzione che per prevedere un budget di spesa che includa la propria fornitura energetica, la sola opzione possibile sia quella di contrattualizzare a prezzo fisso. In realtà anche attraverso un contratto a prezzo variabile è possibile prevedere un determinato budget. Però per poter avere una previsione del budget attendibile è necessario aver effettuato tutti i fixing sul contratto indicizzato, fino ad aver raggiunto il 100% dei volumi consumati al momento del calcolo del budget.
Come tutti i cliché, anche questi clichè sui contratti energetici, nascondono un fondo di verità, per questo è necessario valutare la realtà dei fatti basandoci anche sulle credenze diffuse, cioè i "clichè", ma guai a non metterli mai in discussione.
Intervista a Barbara Brosadola energy expert di Bros Energy: "Impariamo a riconoscere le opportunità"
Come abbiamo raccontato in un articolo precedente: "Energy management: le lezioni del 2020", il lock down ha lasciato in eredità una lezione importante a chi gestisce i contratti di fornitura energetica. Abbiamo visto come molti energy manager abbiano rivalutato l’opzione del contratto a prezzo...
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Come abbiamo raccontato in un articolo precedente: "Energy management: le lezioni del 2020", il lock down ha lasciato in eredità una lezione importante a chi gestisce i contratti di fornitura energetica. Abbiamo visto come molti energy manager abbiano rivalutato l’opzione del contratto a prezzo indicizzato, dimostratasi la scelta vincente durante il crollo del mercato energetico. Ma tuttora, per chi ha il compito di ottimizzare i costi di gestione di una fornitura energetica, ci sono molte difficoltà nel passare ad una gestione attiva del proprio contratto. La causa principale è la complessità che comporta la scelta dei fixing previsti nei contratti a prezzo variabile, che scoraggia molti professionisti del settore. Ci siamo chiesti se esistesse una soluzione per semplificare il quadro e soprattutto come bisogna fare per sfruttare a proprio vantaggio eventuali shock del mercato, come quello appena trascorso. Barbara Brosadola, di Bros Energy, ha voluto condividere con noi le risposte a queste e altre domande in questa intervista.
Il Covid ha lasciato in eredità una lezione importante riguardo la gestione dei contratti di fornitura energetica?
"Quando il Covid ha costretto la maggior parte degli stati a imporre il lockdown, i mercati energetici, come quello dell’energia elettrica e del gas, ed in generale i mercati finanziari, hanno subito un crollo improvviso. Lo stop di ogni attività produttiva non essenziale ha causato un calo brutale della domanda di energia, gas e petrolio e una contrazione generale dei consumi che ha aggravato lo stato della salute economica globale.
Un tale shock ha avuto ripercussioni anche sulla gestione della fornitura, sia dal punto di vista dei clienti che da quello dei fornitori. Sono infatti state messe in discussione le classiche logiche alla base delle scelte di pricing fatte dai clienti. Per qualcuno il crollo dei prezzi è stata un’opportunità che ha consentito di risparmiare, per qualcun altro ha costituito invece un problema da gestire.. Chi aveva un contratto di fornitura a prezzo variabile, di fatto, si è trovato avvantaggiato, perché ha approfittato del calo improvviso dei prezzi per negoziare un prezzo più favorevole per la propria fornitura futura. Chi invece aveva optato per un contratto a prezzo fisso, non ha potuto cogliere questa opportunità, non ha risparmiato, ma non ha avuto un danno reale o un sovra costo rispetto al prezzo fisso pattuito.
La maggior parte dei fornitori, invece, si è trovata in una situazione più complicata. Come conseguenza del forte calo dei consumi, i fornitori che avevano già comprato l’energia o il gas per approvvigionare il proprio portafoglio di clienti a prezzo fisso, si sono visti costretti a rivendere il surplus non consumato a prezzi tendenzialmente inferiori, realizzando delle perdite. Alcuni fornitori hanno provato a rinegoziare gli acquisti fatti a copertura dei propri portafogli, ma in generale, chi più chi meno, molti hanno subito un peggioramento della situazione economica e finanziaria. Anche la cassa ne ha risentito, considerando la diminuzione degli incassi a fronte, però, di un aumento della complessità della gestione.
La prima conseguenza di questo shock improvviso dei mercati e della situazione di incertezza che ne è derivata, è stato il maggior interesse da parte dei clienti verso contratti di fornitura a prezzo variabile, che, grazie alla maggior flessibilità rispetto al prezzo fisso, consentono una migliore reattività rispetto a movimenti repentini dei prezzi a fronte di un modesto aumento della complessità della gestione. In seconda battuta, sia da parte dei clienti che da parte dei fornitori, si è concentrata l’attenzione su un corretto approccio alla gestione del rischio".
Quali sono stati i risvolti per chi gestisce contratti energetici dopo l’esperienza non ancora conclusa della pandemia?
"La situazione causata dal Covid ha avuto anche dei risvolti positivi per il futuro dell’energy management, perché si è risvegliata l’attenzione riguardo il controllo dei costi, la gestione dei rischi e la capacità di saper cogliere le opportunità che ci offre il mercato. Non parliamo più, dunque, di un approccio alla gestione attiva della fornitura limitato ai soli grandi clienti energivori, ma di un più generalizzato interesse anche da parte dei clienti con consumi inferiori. In questo scenario, la prima necessità dei clienti sarà ricercare e acquisire le competenze necessarie alla gestione di contratti a prezzo variabile. L’esperienza e la comprensione dei mercati, insieme alla capacità di valutazione e gestione dei rischi, saranno il principale strumento per compiere il passaggio dal prezzo fisso alla gestione attiva della fornitura.
Se da un lato sarà necessario del tempo per acquisire internamente queste competenze, dall’altro l’immediata disponibilità di queste competenze in outsurcing, favorirà una veloce trasformazione dell’approccio alla gestione della fornitura.
Un'altra necessità dei clienti per poter affrontare questo passaggio sarà la velocità. Velocità nel reagire al mercato, velocità nel fare fixing e in generale nel gestire la fornitura. Non c’è dubbio che per ottenere questa velocità ci si dovrà avvalere sempre di più di strumenti digitali e automatizzati.
Ma per il realizzarsi di una vera e propria rivoluzione digitale dell’energy management è necessario un cambio di mindset da parte dei clienti, dei fornitori e degli esperti, affinché gli attori del mercato padroneggino le nuove competenze che porteranno all’innovazione del settore".
L’energy management è pronto ad una rivoluzione digitale?
"Non solo è pronto, ma lo deve essere, perché la necessità di velocità e reattività per gli energy manager sta diventando molto forte. Inevitabilmente i clienti necessiteranno di supporto informatico specifico, di semplificazione e di una certa standardizzazione. Ad oggi, ad esempio, è ancora abbastanza complicato fare una comparazione delle diverse offerte di fornitura, ciascun fornitore offre formule di indicizzazione diverse, clausole diverse. In quest’ambito è necessaria una semplificazione e questa semplificazione non può che avvenire per merito della spinta digitale.
Un’altra importante lezione dataci dal Covid è la consapevolezza che ormai i dispositivi informatici sono diventati una nostra estensione, perché pretendiamo di svolgere la maggior parte delle nostre attività quotidiane con la facilità e la velocità di un click. Per questo è importante che anche l’energy management colga i frutti della rivoluzione digitale; credo che buona parte delle attività di competenza degli energy manager possano essere digitalizzate, in maniera semplice, rapida, ma con qualità e competenza".
Analisi di mercato dal 01 al 30 Settembre 2020
L’evoluzione del prezzo elettrico forward nel mese di settembre è stata significativamente influenzata dall’andamento del prezzo della CO2 che dopo un’iniziale flessione si è spinta fino al test dei massimi storici in prossimità di quota 31 €/ton. Spinta dal rinnovato ottimismo del mercato...
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L’evoluzione del prezzo elettrico forward nel mese di settembre è stata significativamente influenzata dall’andamento del prezzo della CO2 che dopo un’iniziale flessione si è spinta fino al test dei massimi storici in prossimità di quota 31 €/ton.
Spinta dal rinnovato ottimismo del mercato finanziario e dalle aspettative degli operatori sulla definizione del nuovo target di riduzione delle emissioni al 2030 della Commissione Europea (target che è stato effettivamente spostato a -55% dal precedente -40% rispetto ai livelli del 1990, con un ruolo chiave attribuito all’ETS). Le quotazioni del Cal21 BL si sono quindi stabilizzate attorno ad una media di 50 €/MWh, beneficiando anche di una parziale revisione in senso migliorativo del quadro macroeconomico, quindi delle prospettive di crescita e del contestuale recupero del prezzo gas. Il forward sul PSV ha trovato supporto nel recupero dei prezzi futuri al TTF, a loro volta spinti al rialzo dalle migliorate prospettive di crescita della domanda asiatica di GNL. Il Cal21 PSV si attesta quindi in media poco al di sotto di 15 €/MWh per il mese di settembre.
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Fotografia vs Previsioni di mercato
Abbiamo visto quanto sia importante la fotografia dei prezzi ad oggi e il confronto di questi con i prezzi passati. Abbiamo anche visto le basi delle previsioni di mercato e l’utilità di usarle costantemente per l’ottimizzazione dei contratti di fornitura. Siamo sicuri di aver colto la...
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Abbiamo visto quanto sia importante la fotografia dei prezzi ad oggi e il confronto di questi con i prezzi passati. Abbiamo anche visto le basi delle previsioni di mercato e l’utilità di usarle costantemente per l’ottimizzazione dei contratti di fornitura.
Siamo sicuri di aver colto la differenza e l’utilità di utilizzare entrambe?
La previsione di mercato è uno strumento fondamentale per compiere le nostre scelte in ambito dell’ottimizzazione della fornitura, perché è lo strumento migliore al quale fare riferimento per capire se e quando fare dei fixing. Basandoci sulle previsioni di mercato, siamo sicuri di operare razionalmente, al meglio delle nostre possibilità e con il supporto di informazioni professionali. Che le previsioni siano frutto di un lavoro fatto internamente all’azienda o da specialisti esterni, senza dubbio sono l’unico strumento che ci consente di non operare alla cieca.
La fotografia del mercato, invece, ci dice come è il mercato oggi, e come è arrivato fino a qui. Soprattutto se coadiuvati da analisi sullo storico e sui movimenti passati, siamo in grado di capire quali elementi hanno mosso il mercato e perché.
Usiamole insieme!
È fondamentale affiancare l’utilizzo della fotografia dei mercati alle previsioni future, perché la previsione fatta una settimana fa potrebbe esser supportata dal movimento dei prezzi fino ad oggi (era giusta) o esser smentita (qualcosa è cambiato). Poter guardare al futuro capendo ciò che ha portato il mercato ai livelli di oggi ci dà maggiore comfort e fiducia nelle previsioni, perché saranno supportate da elementi concreti e spesso riscontrabili nel passato.
L’ottimizzazione della fornitura, dunque, dovrebbe esser basata su entrambi questi elementi, ciascuno a suo modo fondamentale, per consentirci di avere informazioni, capire le cose, sentirci meno allo sbaraglio. La classica domanda “ma come mai i prezzi sono saliti?” è sempre affiancata da un “pensi che scenderanno?” e dobbiamo poter rispondere ad entrambe.
È anche corretto da un punto di vista etico che le nostre scelte possano esser basate su informazioni chiare, trasparenti ed esaustive, che ci rendano capaci di operare in sicurezza e tranquillità anche nel caso in cui non avessimo “in house” esperti di mercato o traders. Non solo perché la fornitura sarà effettivamente ottimizzata, ma anche perché la nostra percezione di “aver fatto le cose bene” basandoci su elementi concreti ci consentirà di motivare le scelte fatte, di assumerci la responsabilità della gestione e di sentirci padroni di un processo cruciale e, finalmente, chiaro.
Previsioni di mercato come vanno interpretate?
Lo scenario dei prezzi futuri, ovvero cosa, ad oggi, si può ipotizzare che succederà in futuro, è frutto di analisi ed esperienza dei trader o degli analisti di mercato ed è un elemento fondamentale a supporto delle scelte per l’ottimizzazione della fornitura energetica. Che cosa sono? Per...
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Lo scenario dei prezzi futuri, ovvero cosa, ad oggi, si può ipotizzare che succederà in futuro, è frutto di analisi ed esperienza dei trader o degli analisti di mercato ed è un elemento fondamentale a supporto delle scelte per l’ottimizzazione della
fornitura energetica.
Che cosa sono?
Per riuscire a fare una previsione dell’andamento futuro dei prezzi, o addirittura di un prezzo che un determinato prodotto (ad esempio il Q1-2021) avrà in futuro, gli specialisti devono analizzare molti elementi di origine diversa. Da un lato i cosiddetti fondamentali (li abbiamo nominati spesso anche noi), che sono gli elementi strutturalmente importanti per definire l’equilibrio fra domanda ed offerta. Ad esempio, per il gas naturale abbiamo visto che l’offerta di gas naturale in Europa dipende dal livello degli stoccaggi (quanto gas è immagazzinato e pronto per esser utilizzato), dall’import di gas, sia via tubo che via nave (gas naturale liquefatto o LNG), che arriva (o è previsto che arrivi) sul continente. Questi elementi sono importantissimi per definire quanto gas è (o sarà) disponibile per essere utilizzato, e dunque determinano l’offerta. Se il gas in arrivo via tubo fosse troppo poco per soddisfare la domanda, si creerebbe una situazione di scarsità della materia prima e dunque, un aumento dei prezzi. Viceversa, se il gas fosse molto abbondante rispetto alla domanda i prezzi tenderebbero a scendere.
Dall’altro lato, invece, gli specialisti devono analizzare la psicologia del mercato, ovvero come potrebbero reagire gli operatori a determinati accadimenti. Ad esempio, se i prezzi del gas naturale per il Q1-2021 fossero già vicini al minimo storico e ci fosse abbondanza di gas prevista per quel periodo, gli operatori continuerebbero a far scendere i prezzi anche al di sotto del prezzo minimo mai visto? O si convincerebbero che meno di così non potrebbe essere?
Entrambi gli elementi, fondamentali e psicologici, vengono analizzati dagli specialisti per ottenere un possibile scenario dei prezzi futuri. La previsione è anche filtrata dall’esperienza degli operatori, che tendono a ricercare nel passato, delle dinamiche simili a quelle previste per il futuro, per supportare maggiormente le loro deduzioni e previsioni.
Insomma, fare previsioni sull’andamento dei prezzi non è affatto semplice e, in ogni caso, al modificarsi degli elementi in gioco, possono modificarsi anche le previsioni.
Che cosa mi dicono?
Perché sono importanti? Perché sono la miglior stima, basata su elementi concreti e ottenuta attraverso analisi metodiche, di ciò che potrebbe succedere in futuro. Sulla base delle previsioni gli operatori agiscono sul mercato, acquistando o vendendo energia elettrica o gas con consegna nel futuro per ottenere dei guadagni.
Anche per i clienti di una fornitura energetica le previsioni di mercato sono fondamentali, perché sono l’unico elemento concreto sul quale si può strutturare una strategia di ottimizzazione della fornitura (fixing). Se le previsioni di mercato ad oggi suggeriscono una possibile discesa dei prezzi, magari è meglio aspettare che si verifichi la discesa prevista per poi fare un fixing a livelli di prezzo inferiori rispetto ad oggi. Viceversa, se fosse previsto un aumento dei prezzi sarebbe prudente fare il fixing prima che questo aumento si verifichi.
Chiaramente, per il principio di prudenza, dei fixing di porzioni di consumo, sono preferibili al fixing del 100% del volume in un colpo solo, anche perché le previsioni possono, sebbene accurate, essere smentite dal mercato. Dovesse modificarsi la situazione dei fondamentali, con un conseguente cambio delle condizioni di mercato, le previsione dovranno esser aggiornate per tenere conto del nuovo scenario.
Cosa NON mi dicono?
Le previsioni di mercato non possono darmi uno scenario sicuro al 100%. Come abbiamo già sottolineato, nessuno ha la sfera di cristallo e un tubo che scoppia, uno stoccaggio che ha un problema tecnico o un freddo imprevisto possono inaspettatamente provocare un movimento dei prezzi diverso dalla nostra previsione precedente.
Le previsioni sono infatti continuamente aggiornate per comprendere ogni elemento possibile ma possono esser smentite. Restano in ogni caso lo strumento migliore sul quale basarsi per operare sui mercati e solo un approccio metodico e costante può consentirci di non farci trovare impreparati e di reagire tempestivamente ai nuovi scenari di prezzo.
La fotografia dei prezzi di oggi che informazioni ci può dare?
Andando a sbirciare sul sito di EEX o ICE Futures, è possibile vedere i prezzi dei prodotti all’ingrosso per energia elettrica e gas che sono stati negoziati dagli operatori nella giornata odierna (solo con un leggero ritardo di 10 minuti). Questa fotografia dei prezzi di oggi che informazioni...
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Andando a sbirciare sul sito di EEX o ICE Futures, è possibile vedere i prezzi dei prodotti all’ingrosso per energia elettrica e gas che sono stati negoziati dagli operatori nella giornata odierna (solo con un leggero ritardo di 10 minuti). Questa fotografia dei prezzi di oggi che informazioni ci può dare?
I prezzi “a schermo”, come si suol dire in gergo tecnico, sono un' espressione delle aspettative degli operatori che oggi stanno negoziando le partite standard di energia elettrica o gas con una determinata consegna futura (ad esempio in Italia, con consegna il primo trimestre del 2021, ovvero il Q1-2021). È la miglior previsione, oggi, di quelli che potrebbero essere i prezzi spot che si consolideranno per il periodo considerato (Q1-2021).
Che cosa NON mi dicono?
Per un operatore che compra ce n’è uno che vende e quando si accordano sul prezzo il deal è fatto. Entrambi sono d’accordo sul fatto che il prezzo pattuito sia il prezzo “giusto”, in quel momento, per quella quantità di energia o gas con consegna nel futuro (es. per tutto il primo quarto del 2021). Va detto però che non è noto il motivo per cui i due operatori abbiano deciso di concludere la transazione: un operatore che compra potrebbe farlo in vista di un rialzo dei prezzi (per poter rivendere a un prezzo superiore), oppure per coprirsi da una vendita già fatta, mentre un operatore che vende potrebbe aspettarsi un ribasso o magari ha già acquistato a prezzo superiore e sta consolidando il profitto. Non è quindi possibile dedurre una previsione sui prezzi futuri solo guardando la fotografia dei prezzi negoziati oggi.
E quindi…?
È possibile però trarre qualche informazione in più andando a paragonare i prezzi di oggi con i prezzi di ieri e dei giorni/settimane precedenti. Da questo paragone si riesce a capire se i prezzi sono saliti, scesi o rimasti quasi invariati. L’analisi delle curve storiche consente di percepire quale è stato fino ad oggi il trend del mercato, e questo può aiutare per compiere alcune scelte. Se nell’ultimo mese il prezzo del Q1-2021 è andato costantemente aumentando, è evidente che qualche elemento fondamentale nell’equilibrio di domanda e offerta ha provocato la salita dei prezzi. Magari non siamo in grado di sapere quale sia questo specifico elemento che muove il mercato, ma se vediamo il mercato in salita (o discesa) per diversi giorni consecutivi dovrebbe quantomeno suonarci un campanellino di allarme che ci spinga a fare qualche ricerca.
Da questo paragone è inoltre possibile notare quando il prezzo di un prodotto si trova sui massimi o minimi dell’ultimo mese/due mesi/sei mesi o addirittura di sempre. Se il prezzo del Q1-2021 si trova al minimo (o al massimo) storico, ad esempio, per quanto non sia immediato capire il motivo, rende evidente l’eccezionalità del prezzo e dunque delle condizioni di mercato e questo dovrebbe far “drizzare le antenne”, spingendo ad approfondire gli elementi del mercato che hanno causato il raggiungimento del minimo (o massimo) in quel momento.
Gestione della fornitura energetica: pricing e timing
“Specchio specchio delle mie brame… quando il prezzo sarà il più basso di tutto il reame? ” Chi deve scegliere il momento giusto per bloccare il prezzo della fornitura probabilmente vorrebbe l’aiuto dello specchio magico (o della sfera di cristallo) per azzeccare il momento esatto in cui i prezzi...
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“Specchio specchio delle mie brame… quando il prezzo sarà il più basso di tutto il reame? ” Chi deve scegliere il momento giusto per bloccare il prezzo della fornitura probabilmente vorrebbe l’aiuto dello specchio magico (o della sfera di cristallo) per azzeccare il momento esatto in cui i prezzi sono al minimo e risparmiare sui costi di energia elettrica e gas.
Ogni cliente ha il suo metodo di scelta del fornitore e del contratto di fornitura, così come del momento dell’anno in cui fissare il prezzo fisso o fare un fixing. Qualcuno lo fa entro un certo mese, qualcuno lo fa necessariamente in un determinato periodo dell’anno, qualcuno aspetta che il mercato sia ad un certo livello di prezzo. Qualunque sia il metodo, la possibilità di fissare il prezzo nel momento di minimo è relativamente scarsa, se si considera l’intero anno precedente alla fornitura, e serve una bella dose di fortuna per farlo. Come fare dunque?
Senza maghi e veggenti, è davvero complicato prevedere l’esatto momento in cui il mercato sarà al livello più basso di tutto l’anno, ma esistono alcune pratiche che aiutano nella corretta gestione di un contratto di fornitura.
Un occhio al mercato
Sicuramente un metodo efficace per aumentare le chances di buona riuscita dell’operazione è l’analisi del mercato. Riuscire a capire cosa succede sui mercati all’ingrosso, quali sono le dinamiche dei prezzi e quali elementi fondamentali guidano gli operatori, consente ai clienti di compiere delle scelte basate su elementi concreti. Poter fare previsioni ragionevolmente accurate, supportate dalle analisi, aiuta non solo ad aumentare la confidenza con la quale si compie una scelta ma anche le probabilità di una scelta corretta.
Non tutti i clienti però hanno la possibilità di dedicare una risorsa all’analisi dei mercati all’ingrosso di gas e power e dunque è spesso necessario trovare all’esterno le competenze necessarie per supportare queste scelte. Attenzione però, nonostante la correttezza delle analisi e l’impegno profuso, il successo della previsione può non esser garantito al 100%.
Innanzitutto, è necessario definire un intervallo temporale nel quale ottimizzare il timing della scelta del prezzo. Concentrare lo sforzo sulla scelta del momento migliore per fissare il prezzo nell’intero anno precedente alla fornitura o nel mese di ottobre è decisamente diverso. A gennaio è davvero difficile sapere con certezza come evolveranno i prezzi nel corso dell’anno fino a dicembre (qualcuno avrebbe potuto prevedere l’epidemia di coronavirus, a gennaio?), mentre a inizio ottobre è più ragionevole riuscire a prevedere, con una buona precisione, l’evoluzione dei prezzi nel corso del mese.
Inoltre, nonostante le analisi, le competenze, la professionalità e l’esperienza, non sempre il mercato si muove sulla base di elementi totalmente prevedibili. Un esempio è l’epidemia di quest’anno (che ha portato il petrolio e il gas naturale ai minimi storici) , ma molti sono gli episodi, gli elementi e le informazioni che possono provocare un rialzo (o un ribasso) difficilmente prevedibile.
Certo è che l’analisi dei mercati, fatta in house o in outsourcing, consente di compiere scelte razionali, basate su elementi concreti, e diminuisce il rischio di essere impreparati e in balia degli eventi. Inoltre, anche davanti all’imprevedibile, consente di gestire nel modo migliore la situazione, reagendo immediatamente e adattando l’ottimizzazione della fornitura al nuovo scenario dei prezzi.
Diluire il rischio
Chi è stato al casinò almeno una volta nella vita sa che puntare su un solo numero alla roulette (all in) consente di vincere, se si indovina, delle somme interessanti. Puntare su 4 o 6 numeri contemporaneamente, però, se da un lato diminuisce la possibile vincita, dall’altra aumenta le possibilità di indovinare il numero vincente.
Allo stesso modo è possibile diluire il rischio di sbagliare il momento in cui si fissa il prezzo della propria fornitura scegliendo di fare dei fixing progressivi nel corso dell’anno, gestendo il contratto a prezzo variabile invece di richiedere una fornitura a prezzo fisso.
Come nel caso della roulette, ci sono gli stessi pro e gli stessi contro. Scegliere un prezzo fisso per l’intera fornitura consente, se si riesce a indovinare il momento giusto, di assicurarsi una fornitura al minor prezzo possibile (o quasi). Di contro, però, se si fissa il prezzo nel momento sbagliato, l’intera fornitura sarà molto più onerosa.
Fare dei fixing progressivi nel corso dell’anno, invece, permette di diminuire il rischio che il momento sia quello sbagliato, mediando i prezzi dei diversi fixing. Se alcuni fixing vengono fatti quando i prezzi sono molto alti, gli altri fixing a prezzo inferiore diminuiranno l’impatto delle scelte sbagliate.
La diluizione del rischio aiuta dunque i clienti a gestire in maniera razionale e prudente il proprio approvvigionamento e le scelte, giuste o sbagliate, hanno un impatto mediato sul totale dei volumi.
Nella pratica
La gestione della fornitura può dunque trarre un vantaggio sia dal monitoraggio e dalle analisi dei mercati, sia da un approccio prudente al pricing attraverso il fixing dei prezzi. Unire le due pratiche, a questo punto, è evidentemente l’approccio più razionale e consistente possibile e la maggior parte dei clienti ottengono così non solo una fornitura energetica a condizioni economiche più vantaggiose, ma anche un miglior controllo dei rischi. Nessuno avrà il famoso specchio magico, dunque, ma la corretta gestione del contratto di fornitura è possibile anche senza la magia!
Fornitore energia elettrica e gas: scegliere la qualità oltre al prezzo
La qualità di un fornitore di energia elettrica e gas è un parametro ingiustamente sottostimato. Troppo di frequente, difatti, si considera il prezzo come unica discriminante nel processo di scelta di un nuovo fornitore. È convinzione diffusa e tuttavia fuorviante che “la proposta commerciale più...
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La qualità di un fornitore di energia elettrica e gas è un parametro ingiustamente sottostimato. Troppo di frequente, difatti, si considera il prezzo come unica discriminante nel processo di scelta di un nuovo fornitore. È convinzione diffusa e tuttavia fuorviante che “la proposta commerciale più vantaggiosa sia quella che assicura il maggior risparmio sul prezzo di acquisto”. La vera convenienza, però, si costruisce nel lungo periodo, con un giusto mix di servizi ricevuti e costi.
Gli standard commerciali fissati dall’Autorità
La “Disciplina dei livelli specifici e generali di qualità commerciale dei servizi di distribuzione e vendita del gas”, emanata nel 2001 da Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (www.arera.it), e successive modifiche e integrazioni hanno fissato gli standard nazionali di qualità commerciale e li hanno resi uniformi e obbligatori su tutto il territorio nazionale. Per tutti gli esercenti. Tuttavia la tecnologia evolve e alcuni fornitori si distinguono offrendo servizi aggiuntivi o più raffinati che potrebbero semplificare ulteriormente il rapporto tra fornitore e azienda cliente.
Qualità dei servizi sempre in primo piano
I fornitori, difatti, non sono tutti uguali. Nemmeno sulla carta. Ma come riconoscere un fornitore di indubbia qualità? In primis valutando i servizi che è in grado di fornire. Il primo incontro tra un energy manager e un’azienda fornitrice di energia avviene attraverso il sito e i documenti commerciali: la proposta e il contratto. La chiarezza e la trasparenza sono le prime peculiarità da ricercare. E da confrontare.
In un mercato complesso e fluttuante, infatti, il cliente ha il diritto di avere ogni informazione in maniera precisa, veloce e puntuale. Dunque la facilità di contatto, un sito efficiente, una chat bot, operatori preparati al call center, per esempio, sono in grado di elevare il livello di un fornitore rispetto a un altro. Anche la velocità nelle procedure di allacciamento o nella risposta a una richiesta d’intervento sul campo possono fare la differenza per un’azienda/cliente. Nell'era della comunicazione digitale, non è difficile raccogliere informazioni in tal senso. Chiedere un impegno preciso per iscritto al fornitore è sempre buona prassi.
Fatturazione senza misteri
Troppi dettagli o troppo pochi: la fattura emessa dai fornitori italiani di energia è mediamente poco trasparente. Ciò accade di frequente, nonostante l’Authority abbia chiesto di semplificare le bollette già nel 2011. Nella ricerca di una nuova fornitura, quindi, il tema è da prendere molto seriamente: tra i servizi ricercati devono esserci proprio le bollette di più facile comprensione. Difatti, il cliente ha il diritto di comprendere a fondo tutte le voci di spesa che si trova a dover sostenere.
Alcune aziende di fornitura hanno messo mano alla stesura dei propri documenti, rendendoli più leggibili.
Le componenti del prezzo finale sono divise in:
- oneri generali (promozione delle energie da fonti rinnovabili, contributi per ricerca e sviluppo, contributo per lo smantellamento delle centrali nucleari…);
- imposte;
- servizi di rete;
- servizi di vendita.
Nel mercato libero, inoltre, potrebbero essere aggiunti ulteriori servizi particolari e differenziazioni commerciali. Ogni voce deve essere sempre esplicitata.
Conguagli, doppie fatturazioni e ritardi nell’invio del documento devono essere ridotti al minimo.
Ricercare la qualità: soluzioni per risparmiare tempo
La verifica di tutti i dettagli sopra elencati richiede lunghe giornate di attenzione e comparazione tra diverse offerte. Il lavoro è immane, ma un buon marketplace digitale può farlo in pochi passaggi. Si liberano così molte ore lavorative che l’energy manager potrà dedicare ad altre importanti attività di efficientamento aziendale.
Energy management: le lezioni del 2020
“Nel mezzo del caos, c'è anche l’opportunità" ~ SunTzu. Anche se oggi parliamo di Energy Management nel 2020, il filosofo cinese del V secolo a.C. è attualissimo nella sua riflessione. Se poi consideriamo che a lui si attribuisce un importante trattato di strategia militare, “L’arte...
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“Nel mezzo del caos, c'è anche l’opportunità"
~ Sun Tzu.
Anche se oggi parliamo di Energy Management nel 2020, il filosofo cinese del V secolo a.C. è attualissimo nella sua riflessione. Se poi consideriamo che a lui si attribuisce un importante trattato di strategia militare, “L’arte della Guerra”, il collegamento mentale è presto fatto: “Covid19 - recessione - opportunità”.
Anche dalla dura battaglia al virus, difatti, c’è qualcosa da imparare.
Cosa ci lascerà questo 2020? E cosa c’entra questo argomento con la gestione dell’energia in azienda?
Più di quanto si creda.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire meglio il contesto in cui l’Energy Manager si trova a operare.
Aprire gli occhi grazie alla crisi
Colpite duramente dal propagarsi del virus, le aziende italiane stanno rialzando faticosamente la testa, chi più, chi meno. Certo il denaro scarseggia e risparmiare è un must irrinunciabile. Il taglio dei costi in bolletta, quindi, è sempre più necessario.
Ma attenzione a scegliere solo in base al prezzo. Non sarebbe una buona operazione di Energy Management.
Secondo un’analisi di Cerved Rating Agency riportata da Il Sole 24 Ore, infatti, circa il 10% delle aziende italiane rischia il fallimento.
Andando nello specifico delle realtà del settore fornitura gas ed elettricità, lo studio indica un rischio default per il 6% delle società, nell’ipotesi più ottimistica. Nel caso che la guerra al Covid19 si riveli più lunga del previsto, però, Cerved accresce la sua stima fino all’11%.
Lo scorso marzo, inoltre, Milano Finanza riportava dati ancor più allarmanti, mettendo in evidenza che le aziende più a rischio sono quelle con un rating tra B e BBB, praticamente il 65% delle Pmi italiane.
Gli stress test condotti da modefinance, infatti, hanno tracciato un quadro drammatico dell’economia italiana.
Incappare in un fornitore a rischio fallimento, quindi, è una possibilità concreta. La liberalizzazione del mercato energia, difatti, si è tradotta velocemente in un proliferare di società che fanno a gara per accaparrarsi il cliente, puntando sul prezzo. È verosimile, però, che la maggior parte di queste abbia un merito di credito di livello intermedio, quindi non sufficiente a superare agevolmente la crisi. Cosa accadrebbe nel caso di un contratto in essere con un’azienda fragile finanziariamente? Il danno si ripercuoterebbe anche nei conti del cliente. Ecco che la scelta del fornitore è da condurre con maggior attenzione.
La flessione del mercato aiuta l’Energy management 2020
Nei primi mesi dell’anno, alla Borsa energia, i prezzi del gas e dell’elettricità hanno subito una flessione considerevole. Si è parlato di un crollo.
Nel mezzo del caos epidemico, siglare un contratto a quelle quotazioni sarebbe stato molto vantaggioso. Certo non sarà stata la prima idea, ma oggi possiamo rifletterci.
La fluttuazione del mercato, però, consente in ogni periodo dell’anno di cogliere le migliori opportunità. Basta conoscerle e sapere come agire.
Il 2020 insegna che chi ha contrattualizzato le proprie forniture per gli anni a venire ha colto il vantaggio delle conseguenze del Covid.
Per ottenere un tale risultato è stato sufficiente scegliere un contratto a prezzo indicizzato e fare fixing per una parte dell’energia mentre il mercato fletteva.
Sottoscrivere un contratto di fornitura oggi per gli anni successivi al 2021, dunque, può sembrare stravagante, ma ha molto senso. Si potrebbe fissare il prezzo anche per il 50% dell’energia, ad esempio, già per il 2022.
L’Energy Management 2020, allora, rompe con il passato, anche in considerazione del fatto che la digitalizzazione delle aziende è cresciuta considerevolmente. Chi non fatto ricorso allo smart working? Chi non cerca oggi le migliori soluzioni online a qualsiasi problema?
Anche per l’Energy Management, quindi, il web ha le risposte ideali: piattaforme e servizi digitali per gestire la ricerca di fornitori finanziariamente solidi e per cogliere le opportunità dalle fluttuazioni del mercato con un contratto a prezzo variabile.
Costi di modulazione e sbilanciamento: se li conosci li eviti
Sia per il power, che per il gas , abbiamo più volte nominato i costi di sbilanciamento e modulazione inclusi tendenzialmente nel termine P0 della formula di indicizzazione. Cosa sono dunque e come si possono contenere? Le formule di indicizzazione più comuni sono composte da due termini: il...
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Sia per il power, che per il gas , abbiamo più volte nominato i costi di sbilanciamento e modulazione inclusi tendenzialmente nel termine P0 della formula di indicizzazione.
Cosa sono dunque e come si possono contenere?
Le formule di indicizzazione più comuni sono composte da due termini: il Ppower (o Pgas) che fa riferimento al prezzo di mercato dell’energia o del gas e il P0 che copre i costi di modulazione, sbilanciamento e il margine del fornitore. Tralasciando il margine del fornitore, il resto della formula riguarda i costi che il fornitore sostiene per la fornitura del cliente.
Costi di modulazione
Si parla di modulazione (sia per il gas che per l’energia elettrica) in riferimento alla forma che il profilo ha nelle diverse ore/giorni/mesi dell’anno. Un profilo di consumo piatto e costante ha pochissima differenza fra il consumo massimo e minimo nelle diverse ore o nei diversi giorni dell’anno (è poco modulato). Viceversa, un profilo molto variabile ha minimi e massimi molto distanti fra loro e molta oscillazione nelle diverse ore o nei diversi giorni dell’anno (è molto modulato).
Nei contratti in cui il Ppower o il Pgas si riferiscono a valori orari (es: Pun orario) o giornalieri (es: PSV Day Ahead) non è necessario che nel P0 sia inserito un costo di modulazione, perchè il cliente paga esattamente il prezzo delle ore o dei giorni in cui consuma. Viceversa, nelle formule in cui il prezzo Ppower o Pgas è basato su quotazioni medie mensili (es: PUN aritmetico Baseload o PSV Month Ahead), la modulazione del profilo di consumo (più o meno variabile) deve essere stimata, in termini di costi, ed inserita nel P0.
Quando il fornitore in sede di contrattualizzazione deve stabilire il prezzo per la sua offerta, deve valutare quanto la forma del profilo del cliente si discosti da un profilo standard (quotato sul mercato all’ingrosso) per poter stabilire un prezzo per tutte le ore/i giorni di consumo. Dovrà quindi calcolare quale differenza in termini di prezzo esista fra il prodotto baseload quotato di riferimento per la sua offerta e il profilo variabile del cliente. Nel termine P0, dunque, verrà inserito il costo di modulazione, ovvero un valore in €/MWh o c€/Smc che consenta al fornitore di coprire la differenza fra il costo del consumo reale del cliente e il costo di un profilo standard. Questa voce può essere, in qualche raro caso, uno sconto e non un costo, quando il profilo di consumo si concentra in ore o giorni tendenzialmente meno costosi.
Ad esempio, per il power, se nel momento dell’offerta la media del prezzo nelle ore di picco è 3€/MWh sopra la media del baseload ed il cliente consuma soprattutto nel picco, il fornitore inserirà un costo di modulazione che copra questo delta.
Un cliente con profilo di consumo molto piatto e costante sosterrà costi inferiori di modulazione rispetto ad un cliente con un profilo molto variabile e concentrato in specifici giorni/ore.
Costi di sbilanciamento
Qui è necessario fare una piccola specificazione: non stiamo parlando dei corrispettivi di trasporto e dispacciamento, stabiliti dall’ARERA e applicati in fattura alle voci “servizi di rete”, “dispacciamento” o “oneri di sistema”, ma di una voce di costo relativa alla materia prima, inclusa nel P0.
Il fornitore, quando acquista l’energia o il gas da consegnare al cliente, si basa su un profilo di consumo stimato fornitogli dal cliente stesso (può essere il profilo utilizzato per l’offerta di fornitura o un profilo di consumo più aggiornato fornito dal cliente).
Una volta acquistato dal fornitore l’energia o il gas necessari per coprire il fabbisogno stimato del cliente, però, può capitare che il cliente consumi di più o di meno di quanto stimato e acquistato dal fornitore. Questo squilibrio deve esser risolto in tempo reale, in modo che il cliente non subisca interruzioni nel consumo. Il cliente dunque preleva le quantità di gas o energia elettrica in più (o riconsegna le quantità che consuma in meno) direttamente dalla rete. Il costo (o il ricavo) relativo a queste quantità viene fatturato al fornitore da Terna (per l’energia elettrica) o da Snam (per il gas). Nelle formule di indicizzazione che non prevedono il ribaltamento del costo di sbilanciamento in toto al cliente (tipico di alcune formule per clienti energivori), il fornitore inserisce nel P0 un costo stimato che lo copra dal rischio che il cliente consumi con un profilo talmente diverso da quanto preventivato che il costo sostenuto possa intaccare il margine previsto. Il P0, chiaramente, non varia nel corso della fornitura e solo a posteriori il fornitore potrà capire quanto lo sbilanciamento del cliente ha impattato sul suo margine.
Nella pratica
Nei contratti a prezzo variabile il P0 è un termine separato dal Ppower o Pgas, mentre nei contratti a prezzo fisso i costi di modulazione, sbilanciamento e il margine del fornitore sono direttamente inclusi nel prezzo fisso applicato dal fornitore. Come abbiamo detto, il P0, così come il prezzo fisso, è un termine stabilito in sede contrattuale e fisso per tutta la durata della fornitura.
Nel tempo, però, è possibile contenere gli oneri relativi a modulazione e sbilanciamento con alcuni accorgimenti.
Innanzitutto, è fondamentale conoscere bene il proprio profilo di consumo e la propria flessibilità. In questo modo, è possibile seguire più fedelmente il profilo di consumo stimato (quello dato al fornitore per l’allestimento dell’offerta o un aggiornamento più recente), diminuendo l’onere di sbilanciamento.
Per quanto riguarda il costo di modulazione, invece, è possibile ridurlo solo se il proprio consumo è abbastanza flessibile da poter essere “appiattito” e reso più costante e pochi clienti hanno effettivamente la possibilità di “cambiare la forma” del proprio consumo per diminuire i costi di modulazione.
In ogni caso, questo tipo di valutazione deve incidere anche sulla scelta dell’indicizzazione della propria fornitura. I clienti che hanno capacità di essere flessibili e gestire attivamente il proprio consumo, potrebbero trarre maggior beneficio da formule orarie (per il power) o giornaliere (per il gas), diminuendo il costo di modulazione. I clienti che conoscono meno il proprio profilo di consumo o non hanno flessibilità, invece, potrebbero preferire un costo di sbilanciamento e modulazione fisso (nel P0), delegando la gestione del rischio al fornitore.
Consumi energetici, perché passare al green
Pensiamo a un Energy manager, un imprenditore, un dirigente d'azienda che deve scegliere il nuovo contratto e la nuova fornitura per i consumi energetici della propria impresa. Quali sono i vantaggi di scegliere energia Green? Ce ne sono diversi, e tutti in grado di portare risultati e benefici...
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Pensiamo a un Energy manager, un imprenditore, un dirigente d'azienda che deve scegliere il nuovo contratto e la nuova fornitura per i consumi energetici della propria impresa. Quali sono i vantaggi di scegliere energia Green? Ce ne sono diversi, e tutti in grado di portare risultati e benefici molto tangibili. Non solo per l'Ambiente, la società nel suo complesso, ma anche per le performance aziendali.
Ecco uno dei tanti motivi per cui rendere Green i consumi energetici aziendali conviene: i consumatori e clienti, ormai da tempo, rivolgono sempre più la loro attenzione e le loro preferenze alle aziende 'Green', e alle loro scelte ecologiche trascurando sempre più spesso i Brand non sostenibili. Da questo Trend nasce dunque un processo virtuoso per cui i clienti sono pienamente soddisfatti solo se a un buon rapporto qualità/prezzo dei prodotti o servizi si abbina un convincente segnale di sostenibilità del produttore scelto.
Consumi energetici, green e fatturato
Per queste aziende Green, quindi, il fatturato è destinato a salire, creando così un circolo vantaggioso per tutti: la sostenibilità ambientale per un'azienda diventa perciò un vantaggio competitivo. Anche se i vantaggi dell’energia green non sono immediatamente riscontrabili a livello economico, avendo un costo maggiore rispetto all’acquisto di energia ad un prezzo più basso, i vantaggi sono riscontrabili su molteplici fronti, ecco quali.
La scelta ecologica per i consumi energetici è una scelta strategica
La scelta ecologica per i consumi energetici è una scelta strategica, che ha un forte impatto sull'etica, sulla reputazione, sull'immagine, sulla comunicazione dell'impresa. Per cui, anche se in media l'energia Green costa un po' di più, in genere tra il 2% e il 5% in più rispetto all'energia cosiddetta Grigia (quella tradizionale da fonti fossili e più inquinante), a conti fatti e guardando ai risultati finali dell'azienda questa (poca) differenza di prezzo alla fornitura viene poi ampiamente colmata e recuperata – diventando conveniente e vantaggiosa anche in termini economici – proprio perché la politica sostenibile nei consumi energetici ha un impatto di reputazione, immagine e comunicazione molto forte sul mercato, che premia sempre di più scelte e strategie Green. La Sostenibilità – anche dei consumi energetici – è o può diventare quindi uno strumento di comunicazione e marketing molto importante ed efficace: si possono avere dei ritorni rilevanti in termini economici e di fatturato dalle conseguenti scelte del mercato.
Gli incentivi pubblici per consumi energetici più sostenibili
Un altro importante vantaggio nel rendere Green i consumi energetici aziendali riguarda gli incentivi pubblici per chi usa fonti di energia rinnovabili. In Italia questi incentivi sono erogati attraverso diversi meccanismi e misure: Certificati verdi e tariffa omnicomprensiva, Conto Energia, Conto termico, Contributi comunitari, nazionali e regionali. Già dal 2013 sono operativi gli incentivi Fer-E, per le fonti rinnovabili elettriche, escluso il fotovoltaico. Per esempio, il decreto Fer 1, in vigore dall'estate scorsa, incentiva e sostiene la produzione di energia elettrica prodotta da impianti idroelettrici, solari fotovoltaici, eolici On shore, e a gas residuati dei processi di depurazione.
Consumi energetici green e fonti di approvvigionamento
Il regime di incentivazione per le imprese Green risulta dunque differenziato per fonte rinnovabile, dimensione degli impianti, data di costruzione o allacciamento alla rete di distribuzione.
Anche per chi già utilizza, ad esempio, i pannelli solari per i propri consumi energetici, se l'energia che ne deriva non basta è possibile prendere altra energia Green dai contratti di fornitura sul mercato. Le fonti di approvvigionamento e fornitura di energia 'verde' possono essere diverse, ogni Energy manager, ogni imprenditore e ogni azienda ha tre possibilità: avere i pannelli solari; scegliere e contrattualizzare il fornitore di energia Green; o fare entrambe le cose, in un mix di soluzioni per i propri consumi energetici.
Offerte personalizzate per i consumi energetivi
Per tutti questi motivi, risulta vantaggioso utilizzare delle piattaforme online specializzate nella fornitura di energia B2B che: comprendano al loro interno la possibilità di scelta e di fornitori Green; offrano soluzioni e offerte non standardizzate sul mercato di massa, ma fortemente personalizzate per le specifiche caratteristiche ed esigenze di ogni azienda. Come personalizzare e profilare l'offerta di energia 'verde'? L'azienda cliente sceglie e indica tutti i parametri di selezione dell'offerta da tenere in considerazione e la piattaforma rende possibile il confronto e la comparazione tra le diverse offerte del mercato, servizi, prezzi e opportunità. Così l'azienda cliente va a selezionare e scegliere l'offerta giusta e più adeguata per i proprio obiettivi.
Marketplace YEM: cerca il tuo fornitore gas B2B in pochi click
Affrontiamo un'esigenza molto importante e concreta delle aziende, e la sua migliore soluzione. L'esigenza fondamentale è questa: cercare il proprio fornitore di gas B2B. Una soluzione rapida e affidabile per trovarlo è la piattaforma digitale di YEM Marketplace. Vediamo perché e come....
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Affrontiamo un'esigenza molto importante e concreta delle aziende, e la sua migliore soluzione. L'esigenza fondamentale è questa: cercare il proprio fornitore di gas B2B. Una soluzione rapida e affidabile per trovarlo è la piattaforma digitale di YEM Marketplace. Vediamo perché e come. Innanzitutto, prendiamo in considerazione la possibilità di assegnare questo compito a un consulente in carne e ossa. In questo caso, al professionista occorrerà molto tempo e lavoro per analizzare la situazione e le esigenze nell'uso di gas da parte dell'azienda cliente, calcolare consumi e costi, fare prospetti e preventivi. In più, come si sa, nessun consulente è infallibile.
Trovare il miglior fornitore di gas B2B in poco tempo
Utilizzando invece una piattaforma digitale online specializzata come YEM Marketplace è possibile cercare, selezionare e trovare il proprio fornitore di gas B2B in pochi click dal proprio computer. Ogni cliente viene accompagnato online nell'uso della piattaforma YEM Marketplace in modo molto pratico, facile e veloce, è adatto quindi ad ogni tipo di utenza.
Inoltre, per trovare le soluzioni e il fornitore di gas B2B migliori per la propria impresa non è necessario aspettare un periodo preciso dell’anno, per esempio la scadenza del contratto precedente, perché la piattaforma essendo online è accessibile in qualsiasi giorno e in qualsiasi momento dell'anno. Quindi non c'è motivo di ridursi a fare tutto all’ultimo minuto quando si può benissimo pianificare meglio e in anticipo, trovando in questo modo i prezzi e le condizioni migliori per il gas B2B.
L'importanza di scegliere tra offerte personalizzate per il gas B2B
Un altro importante vantaggio, e valore aggiunto, nell'uso di YEM Marketplace è che le offerte che si possono trovare sono tutte fortemente personalizzate. Ogni azienda, ogni Energy manager, ma anche l'imprenditore deve solo compilare i format predefiniti online, dove man mano l’utente è accompagnato nell’inserimento dei dati necessari per la formulazione di un contratto di fornitura gas B2B.
Ricevere offerte confrontabili tra loro per il gas B2B
In questo modo, tutto avviene in tempi molto rapidi e coincidenti tra loro, e seguendo parametri completi e uguali per tutti, proprio per far sì che le varie offerte dei fornitori siano tutte ben confrontabili tra loro. Se invece le offerte e i prezzi del gas B2B proposti dai fornitori arrivano in tempi diversi, oppure se sono il risultato dell'elaborazione di dati differenti e non omogenei dell'azienda cliente, di fatto le varie offerte non sono direttamente confrontabili tra loro, perché i parametri non sono uguali per tutti.
YEM Marketplace e le offerte gas B2B
Con YEM Marketplace l'azienda cliente ha la certezza di ottenere proposte e prezzi di fornitura comparabili, e YEM in questo modo realizza un Ranking, una graduatoria, in base al prezzo, delle offerte così raccolte, mettendo in evidenza quelle che risultano più convenienti. Un Ranking e una 'gara' delle offerte basate sul prezzo, dato che la qualità del servizio fornito è già stata attentamente selezionata a priori da YEM, ed è quindi garantita per tutti i suoi fornitori di gas B2B.
Contrattazione del gas B2B
Infine, l’utente può contattare le aziende suggerite dal marketplace per avviare una trattativa a partire dalla richiesta di offerta calcolata dal marketplace. Avviando così una trattativa avendo già a disposizione gran parte delle analisi necessarie per la stesura del contratto.
Imparzialità dei fornitori e dei clienti del gas B2B
I fornitori presenti nel marketplace sono scelti in base alla loro solidità finanziaria e di mercato per garantire all’utente finale un servizio sicuro e affidabile.
Allo stesso modo, gli utenti che si avvalgono della piattaforma vengono presentati all’azienda fornitrice in maniera imparziale affinché non ci possano essere differenze di trattamento in base, per esempio, a dimensione o fatturato.
Il sistema è veloce, pratico, conveniente, e lo è per tutti, a prescindere dalle dimensioni o dalla notorietà dell'azienda cliente.
Analisi di mercato dal 01 al 31 Agosto 2020
I consumi elettrici di agosto sono stati superiori a quelli medi stagionali sia per effetto di temperature superiori alla norma che per il fatto che alcune attività non hanno chiuso, come normalmente avviene nelle due settimane centrali del mese, per recuperare il precedente fermo della...
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I consumi elettrici di agosto sono stati superiori a quelli medi stagionali sia per effetto di temperature superiori alla norma che per il fatto che alcune attività non hanno chiuso, come normalmente avviene nelle due settimane centrali del mese, per recuperare il precedente fermo della produzione e delle vendite dovuto alle misure di contenimento del Covid-19.
Il PUN medio mensile si consuntiverà di poco al di sopra di 40 €/MWh, mettendo a segno un recupero prossimo al 15% rispetto a luglio. La quotazione del Cal21 BL a fine agosto è invece del 10% superiore a quella del 31 luglio, avendo assorbito il contestuale rialzo del prezzo del gas, ma scontando ancora l’incertezza della ripresa nei mesi autunnali e a inizio 2021. I prezzi spot al TTF hanno recuperato velocemente terreno trainando i forward. Il rialzo è legato a quello del GNL (temporanea chiusura dell’importante impianto di liquefazione di Gorgon in Australia e fermo della produzione nel Golfo del Mes
sico causata dall’uragano Laura), alla temporanea riduzione dei flussi di gas da Russia e Norvegia e al ridotto apporto di produzione elettrica del nucleare francese. Nonostante gli stoccaggi europei fossero prossimi al pieno riempimento già a fine luglio, la domanda da iniezione è inoltre stata sostenuta dall’Ucraina, dove i livelli delle scorte sono oltre il 40% superiori a quelli del 2019.
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Energy business: come ridurre i rischi e massimizzare i guadagni
L’Energy business è una materia complessa: riguarda la generazione, il trasporto, il dispacciamento, la vendita e la distribuzione all’utente finale di energia elettrica e gas. I soggetti protagonistidi questo mercato sono molti. Quando un ufficio acquisti lancia una gara, riceve dai fornitori...
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L’Energy business è una materia complessa: riguarda la generazione, il trasporto, il dispacciamento, la vendita e la distribuzione all’utente finale di energia elettrica e gas. I soggetti protagonisti di questo mercato sono molti.
Quando un ufficio acquisti lancia una gara, riceve dai fornitori un’offerta economica che comprende, oltre a tasse e accise, tutti i costi a monte, dalla produzione all’utenza finale.
I guadagni generati lungo tutta la filiera, a logica, non ricadono certo sugli utilizzatori dell’energia. Anzi, a voler ben guardare, vi ricadono i costi, perché i passaggi delle materie prime dalla fonte alla sede di utilizzo implicano il ricarico dei margini di guadagno per i player coinvolti.
Tuttavia, è proprio entrando nei meccanismi di questo particolare mercato che anche l’utente finale potrà godere di un vero e proprio tornaconto dalla stipula di un nuovo contratto.
Seguendo l’andamento dell’Energy business, infatti, l’ufficio acquisti può guadagnare dai periodi di flessione dei prezzi delle materie prime.
L’andamento dell’Energy business e le opportunità per le aziende
L’elettricità e il gas vengono venduti e acquistati nell’ambito specifico delle Borse. Parliamo della Borsa elettrica (istituita nel 2003) e della Borsa italiana del gas, (il cui avvio risale al 2013). La gestione economica delle Borse è affidata in esclusiva, dal 2009, al GME - Gestore Mercati Energetici. Questa scelta garantisce il buon fine e la trasparenza delle transazioni.
Gli operatori abilitati alla compra/vendita di materie prime energetiche creano con la loro attività un meccanismo di domanda/offerta che contribuisce alle variazioni di prezzo.
Energy business: come funziona il prezzo dell'energia
Il prezzo dell’energia elettrica e del gas, in ogni particolare momento (del giorno, del mese e dell’anno), dipende da diversi fattori. Certamente la “disponibilità” della materia prima gioca un grosso ruolo, ma anche la richiesta da parte degli utilizzatori finali ha una grande importanza. Gli operatori esperti in Energy Business sanno per esperienza che vi sono periodi specifici e/o momenti di picco delle richieste e viceversa.
Le fluttuazioni dei prezzi nell’ambito dei mercati energetici rappresentano una fonte di grandi opportunità per le aziende.
Come mettere a frutto le conoscenze nell'energy business
Fissare il prezzo dell’energia nel momento di maggior flessione del mercato significa assicurarsi una fornitura a basso costo. Ciò è possibile attraverso un contratto a prezzo indicizzato che consenta di fare fixing. Con queste condizioni, l’ufficio acquisti si assicura:
- energia al prezzo più conveniente;
- il risparmio della quota che i fornitori applicano a un contratto a prezzo fisso (per cautelarsi dal rischio di un rialzo dei prezzi durante la fornitura).
Energy business: la giusta piattaforma
Certo, nessuno può avere la certezza che il mercato degli anni a venire offrirà condizioni di prezzo favorevoli. In linea teorica, dunque, esiste anche il rischio di acquistare energia a un prezzo più alto della media, in caso di rialzi.
Gli esperti di trading nel settore energetico saprebbero orientare l’ufficio acquisti in modo da minimizzare i rischi. Tuttavia, questa consulenza ha un costo che spesso vanifica il risparmio.
L’utilizzo di una piattaforma avanzata online che offra i servizi di marketplace e di ottimizzazione dei prezzi, invece, vuol dire poter gestire in totale semplicità e trasparenza:
-la scelta di un fornitore esente da rischi finanziari, dunque affidabile;
-un cospicuo risparmio di ore lavorative;
-un contratto a prezzo variabile realmente su misura;
-il monitoraggio costante del mercato;
-i momenti giusti per fissare il prezzo di una parte dell’energia acquistata.
In questo modo, è possibile cogliere ogni opportunità generata dall’Energy business, minimizzare i rischi e ottenere risparmi che superano le aspettative.
Fixing del prezzo dell’energia: i 3 problemi principali
La scelta di un prezzo variabile con possibilità di fixing è di interesse per le aziende che vogliono cogliere le opportunità date dalla volatilità dei prezzi. Si tratta di cercare di comprare energia quando i prezzi sono più bassi e allo stesso tempo, abbassando i rischi di un contratto a prezzo...
Leggi di piùLa scelta di un prezzo variabile con possibilità di fixing è di interesse per le aziende che vogliono cogliere le opportunità date dalla volatilità dei prezzi. Si tratta di cercare di comprare energia quando i prezzi sono più bassi e allo stesso tempo, abbassando i rischi di un contratto a prezzo variabile, in cui l’imprevisto di ricevere una fattura troppo alta è sempre dietro l’angolo.Una soluzione che ha tanti vantaggi, ma richiede altrettanti sforzi a chi si occupa di energy management e ai responsabili dell’ufficio acquisti perché necessita non solo di tempo e costanza, ma anche di competenze specifiche. Questa combinazione di fattori difficilmente può essere soddisfatta all’interno dell’azienda, nella tradizionale interlocuzione con il fornitore oppure rivolgendosi a un singolo esperto.
Le false narrative del fixing energia
Ecco perché non bisogna assecondare né la narrazione secondo la quale il fixing è una soluzione alla portata di tutti, né la visione opposta che vede questa possibilità contrattuale come una prerogativa di pochi. È a causa di questo doppio equivoco che i problemi più frequenti del contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing sono spesso sottovalutati oppure restano del tutto sconosciuti. Essere consapevoli di quali sono gli ostacoli da affrontare per portare a termine un’operazione di fixing con successo è, invece, fondamentale. In questo articolo ci occuperemo, quindi, dei problemi più frequenti per il fixing del prezzo dell’energia dal punto di vista delle aziende: mancanza di tempo e competenze, bassa autonomia e alta responsabilità, asimmetria informativa tra azienda e fornitore o consulente.
1) Il fixing del prezzo dell’energia richiede molto tempo e tante competenze
Avere una visione del mercato e stabilire una strategia di gestione del rischio è un’operazione molto complessa. Ci vogliono tempo e competenze per monitorare l’andamento dei mercati dell’energia elettrica e del gas, a causa della loro peculiarità, della complessità delle dinamiche che li contraddistinguono, della frammentazione dei dati e della mancanza di completezza delle informazioni.
I dati del fixing dell'energia
Non esiste un unico sito web accessibile gratuitamente che raccoglie e confronta tutti i dati di cui abbiamo bisogno e non tutte le aziende hanno la possibilità di consultare database completi a pagamento, anche attraverso il supporto di esperti. Sui siti web pubblici è possibile, ad esempio, consultare solo i grafici con i prezzi del giorno. I dati pubblici generalmente coprono il breve e il medio periodo, ma non il lungo termine e richiedono inoltre una capacità di interpretazione molto ampia, che non si limita all’analisi del settore specifico, ma tiene conto anche del contesto internazionale e di eventi geopolitici. Per creare il calendario dei click, quindi dei momenti specifici in cui effettuare il fixing del prezzo, sono necessarie inoltre competenze di trading.
2) È difficile capire quale sia il momento giusto per il fixing dell'energia
Come si fa a capire qual è il momento giusto per comprare energia elettrica e gas? È la domanda che si pongono tutti gli energy manager. Un quesito che spesso viene rivolto ad esperti esterni all’azienda oppure al fornitore. Nel primo caso l’expertise richiesta è molto alta, ma la competenza non è sufficiente a garantire una strategia di fixing davvero efficace. È necessario, infatti, seguire in modo continuo l’andamento mercato. Ma quanto costa un servizio di consulenza quotidiano? Troppo per molte aziende. Nel caso si scelga di affidarsi al fornitore, invece, bisogna tenere conto del limite di questa operazione: il fornitore può infatti offrire informazioni generali, ma non è in grado di andare nel dettaglio. Non può, in definitiva, indicare qual è l’esatto momento per fare fixing.
3) Fixing energia: poca autonomia e molta responsabilità per l’energy manager
Una delle difficoltà principali della scelta di un contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing è che la responsabilità del successo o dell’insuccesso dell’operazione può essere addebitata ad una sola persona. Questo avviene in assenza di una reale strategia di gestione del rischio e di fronte alla difficoltà di progettare a lungo termine. La complessità delle dinamiche di fixing rende difficile spiegare all’interno dell’azienda un mancato risparmio. Un’errata strategia può dipendere dalla scarsità di informazioni degli interlocutori a cui ci rivolgiamo oppure è frutto di un’interpretazione errata dei dati. L’errore umano è sempre in agguato. L’asimmetria informativa tra esperto ed energy manager non consente al responsabile dell’azienda di gestire autonomamente le strategie di fixing, né eventualmente di giustificarle di fronte ai vertici dell’azienda.
Le soluzioni per un fixing dell’energia dalla parte delle aziende
L’energy manager per diventare un esperto di fixing ha bisogno di informazioni complete per gestire i contratti. Ora può contare sulle analisi non di un singolo consulente, ma di un team di esperti: matematici ed economisti, specializzati nel settore energetico che fanno parte dell’osservatorio indipendente REF-E. E su piattaforme digitali che combinano analisi di mercato e strategie di rischio grazie all’utilizzo di algoritmi in grado di analizzare le informazioni fornite da ogni utente e di dare risposte personalizzate. Un mix di tecnologia ed expertise umana che consente al manager di condividere il rischio nella scelta dei contratti, rendendosi allo stesso tempo più autonomo, e di superare l’asimmetria informativa tra azienda e fornitore, impiegando meno tempo e risorse nella gestione dei contratti di energia, senza dover rinunciare a tutte le altre attività.
Fixing contratto energia: le logiche da seguire per la scelta
Se il “fixing contratto energia” è un concetto ancora avvolto da una densa nebulosa di incomprensione o d’indifferenza, sappi che questo è il blog-post giusto per te. Non tutti sono trader, questo si sa: non per forza un responsabile acquisti deve mostrare competenze specifiche sulle dinamiche...
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Se il “fixing contratto energia” è un concetto ancora avvolto da una densa nebulosa di incomprensione o d’indifferenza, sappi che questo è il blog-post giusto per te. Non tutti sono trader, questo si sa: non per forza un responsabile acquisti deve mostrare competenze specifiche sulle dinamiche della Borsa energetica. Però, è bene che sappia che il fixing contratto energia porta a contabilizzare risparmi a volte inimmaginabili e che la sua gestione è più semplice di quanto si pensi. Basta utilizzare gli strumenti adeguati.
E allora partiamo da qui. Perché dovresti considerare di scegliere un contratto a prezzo variabile e fare fixing?
Perché conviene davvero, sia in termini di spesa che di tempo.
Forse nel dilemma prezzo fisso/prezzo variabile prende ancora il sopravvento la diffidenza, vero ostacolo al cambiamento.
Cosa fare allora per cogliere tutti i benefici del fixing contratto energia senza farsi prendere dall’ansia?
Vediamo insieme le logiche che portano a massimizzare il risparmio.
1 - Fixing del contratto energia, bisogna uscire dalla zona di comfort
Parliamoci chiaro: l’Ufficio acquisti non ha molto tempo da dedicare al tema delle forniture energetiche. O meglio, ha lo stesso tempo che dedica a ogni altro prodotto. L’intera azienda conta su ogni tipo di approvvigionamento procurato a suon di richieste d’offerta, trattative e contratti. In genere, si risolve il “caso energia” assicurandosi un buon prezzo, bloccato per la durata di uno o due anni. Una trattativa, una soluzione: semplice, relativamente veloce, poco rischioso.
Fixing del contratto energia vs prezzo fisso
Dietro alla scelta di un contratto a prezzo fisso, dunque, si nascondono almeno tre ragioni:
- la comodità di un impegno one-shot;
- la possibilità di inserire una cifra prestabilita nel budget;
- l’abitudine
- il comfort di poter giustificare facilmente la scelta
Ragioni comprensibili, se si pone l’accento sugli oneri che, al contrario, un fixing contratto energia richiede:
- la comprensione delle dinamiche economiche;
- la consulenza di un esperto (opzione che ha un costo);
- l’osservazione del mercato su lunghi periodi;
- il monitoraggio costante dei prezzi.
Eppure, appena dietro l’angolo delle certezze, c’è una formula di approvvigionamento di gas ed elettricità davvero vantaggiosa. Occorre solo dare una risposta alle perplessità.
Cominciamo col dire che un contratto a prezzo variabile con possibilità di fixing è compatibile con la possibilità di prevedere il budget. Sarà necessario semplicemente effettuare tutti i fixing prima del momento in cui si fissa il budget aziendale.
2 - Valutare le reali potenzialità del fixing del contratto energia
Fare fixing vuol dire scegliere attivamente di pagare l’energia a un prezzo in linea con il mercato se c’è instabilità, è bene fissare il prezzo quando compaiono segnali preoccupanti di rialzo; se il mercato cala, aggiudicarsi l’energia a un prezzo più basso della media è un’opportunità preziosa; se i tuoi consumi sono elevati potresti anche avere enormi vantaggi da un fixing a scaglioni percentuali…
Perché perdere l’occasione?
Il timore più diffuso è pagare le forniture più di quanto preventivato, in caso di repentini rialzi, ma il funzionamento della Borsa energetica ha andamenti descritti da modelli matematici predittivi: l’osservazione sul lungo periodo permette di capire facilmente in quali momenti dell’anno, del mese o del giorno è più conveniente acquistare gas ed elettricità. Il rischio non è poi così alto.
3 - Utilizzare gli strumenti digitali disponibili sul web per il fixing del contratto energia
Trattare l’acquisto di gas ed elettricità seguendo una logica economica può sembrare difficile e impegnativo. Nulla di più falso, nel 2020. Si potrebbe coinvolgere un consulente esperto, che però ha un costo, oppure utilizzare una piattaforma online capace di snellire tutte le procedure di scelta del fornitore e di garantire un attento monitoraggio del mercato, attraverso un apposito servizio di ottimizzazione del contratto.
4 - Costruire il proprio prezzo di fornitura con il fixing del contratto energia
Scegliendo di utilizzare gli strumenti informatici già disponibili sul mercato, non è necessario erudirsi sui meccanismi del fixing, perché sarà la piattaforma a gestire il contratto a prezzo variabile, indicando all’utente (attraverso i plug-in) il momento esatto in cui fissare il prezzo della fornitura di energia. In pratica, un fixing contratto energia permette di fissare il prezzo di volumi parziali di energia acquistata, sia prima dell’inizio della validità del contratto che per tutta la durata del contratto.
Ed è proprio la diversificazione del prezzo nel tempo che consente di modulare il rischio.
Prezzi spot e forward (o futures), che cos’è la curva forward?
Quando acquistiamo il gas o l’energia elettrica per la nostra abitazione difficilmente ci informiamo su quale sia il prezzo forward di uno o dell’altra per poter stimare la nostra bolletta del mese o del trimestre prossimo. Quando si tratta di forniture per aziende, industrie e attività...
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Quando acquistiamo il gas o l’energia elettrica per la nostra abitazione difficilmente ci informiamo su quale sia il prezzo forward di uno o dell’altra per poter stimare la nostra bolletta del mese o del trimestre prossimo. Quando si tratta di forniture per aziende, industrie e attività commerciali, invece, solitamente i consumi sono così importanti da non consentire il totale disinteresse per ciò che si riflette sui nostri costi, ovvero i prezzi del mercato all’ingrosso.
E così, periodicamente, ci informiamo su cosa succede sui mercati, magari leggiamo delle newsletter ad hoc o utilizziamo dei data provider appositi che ci consentano di avere un’idea delle dinamiche dei prezzi e cerchiamo di ottimizzare le forniture anche con un certo anticipo, utilizzando i fixing che il nostro contratto consente, per evitare di incorrere in costi imprevisti.
Questo è possibile perché esistono dei mercati all’ingrosso sui quali gli operatori del settore acquistano e vendono partite di gas o energia elettrica con diverse consegne, sia in termini di luogo che di momento in cui avverrà fisicamente la consegna.
Comprendere l’importanza del luogo di consegna è relativamente semplice, sui mercati all’ingrosso si consegna tendenzialmente su punti di scambio virtuali che identificano il perimetro dei diversi Paesi Europei (Italia, Germania, Francia, Olanda, …), il che significa che l’energia o il gas verrà consegnato sulla rete del paese scelto come luogo di consegna.
Per quanto riguarda il momento della consegna, invece, le cose possono sembrare più complicate. Ci sono operazioni di brevissimo termine, in cui la consegna del gas o dell’energia avviene oggi, domani, o la settimana prossima. E operazioni che invece prevedono la consegna dell’energia o del gas il mese prossimo, questo inverno, o negli anni a venire.
Quando si parla di gas, si utilizza per convenzione il giorno gas, che è composto dalle 24 ore nelle quali avverrà fisicamente la consegna del gas sulla rete di trasporto. Per l’energia elettrica, il giorno viene suddiviso sulle 24 ore, per le quali, volendo, si può stabilire quantità diverse. Quando si tratta di prodotti standard baseload, in ogni caso, la consegna è prevista flat su tutti i giorni o le ore del periodo considerato. Il prodotto baseload calendar 2021, ad esempio, prevede una quantità consegnata sempre uguale per tutte le ore (dalle 00 alle 24) o i giorni dell’anno 2021.
I prezzi forward (o future)
I prodotti all’ingrosso sono chiamati futures o forward, a seconda della modalità con cui sono negoziati. I futures sono trattati su mercati regolati, ai quali si accede tramite piattaforme automatiche e gli operatori acquistano o vendono i futures direttamente dal mercato, ovvero è il mercato stesso la controparte della transazione. I forward, invece, sono negoziati bilateralmente fra due operatori, con o senza l’agevolazione di un broker, senza passare dal mercato regolato. Va sottolineato che i prezzi delle contrattazioni bilaterali sono tendenzialmente allineati con i prezzi dei mercati futures, che fanno da riferimento ufficiale.
Sia i prodotti future che i forward, comunque, sono delle partite di energia elettrica o gas naturale che hanno caratteristica di luogo (es. mercato Italia) e tempo di consegna (es. calendar 2021) standard e possono esser comprate e vendute più e più volte prima dell’inizio della consegna fisica. L’aumento o la diminuzione dei prezzi forward è un riflesso delle aspettative degli operatori ed è influenzato da molti fattori, sia speculativi che di origine fondamentale.
I prezzi forward sono un riferimento per stimare i propri costi di fornitura per il prossimo futuro. Sulla base di questi prezzi, infatti, vengono fatte le offerte di prezzo fisso o fixing dai fornitori, consentendo ai clienti di bloccare il costo della propria energia o gas naturale per un determinato periodo di tempo nel futuro.
I prezzi spot
I prezzi forward, però, non sempre corrispondono al prezzo che ci si trova a pagare una volta consumato il gas o l’energia elettrica, a meno di avere un contratto a prezzo fisso o un fixing con il proprio fornitore. Infatti, quando il contratto di fornitura è a prezzo variabile, il prezzo che si paga per il proprio consumo è il prezzo spot, ovvero (semplificando un poco) il prezzo che si forma il giorno prima (l’ultimo giorno disponibile) per la consegna di gas o energia elettrica del giorno dopo. Così il prezzo spot per l’energia elettrica è il PUN e per il PSV è il cosiddetto day ahead. I prezzi spot sono influenzati soprattutto dal vero bilanciamento fra domanda e offerta fisica del gas o dell’energia in un determinato giorno o ora. Tanta energia elettrica è presente sulla rete, tanta è disponibile per essere consumata.
Che cos’è la curva forward
Grazie alle continue operazioni degli operatori sui mercati all’ingrosso, si formano dunque i prezzi di gas ed energia elettrica previsti, ad oggi, per le consegne da oggi in poi, fino a diversi anni in avanti. Mettendo in un grafico i prezzi dell’energia elettrica o del gas con consegna via via più lontana nel tempo, otteniamo ciò che è chiamato curva forward, ovvero una stima del prezzo da oggi al futuro dell’energia o del gas consegnati in Italia.
Si può dire che la curva forward rappresenti l’aspettativa che oggi hanno gli operatori dei prezzi PUN e PSV day ahead per le prossime settimane, per i prossimi mesi, trimestri o anni.
Nella pratica
Per concludere, è importante sapere che i prezzi forward sono la migliore approssimazione delle previsioni degli operatori per i prezzi spot che si riscontreranno nel periodo in questione. Se, ad esempio, il prezzo forward dell’energia elettrica in Italia con consegna l’anno 2021 è 47.90 €/MWh (prezzo che si forma oggi sui mercati all’ingrosso), significa che gli operatori si aspettano che il PUN dell’anno 2021 sarà, in media, 47.90. Un cliente che oggi voglia fissare il prezzo del suo contratto per il 2021, otterrà un pricing basato proprio sul prezzo forward di oggi per il prodotto calendar 2021, ovvero 47.90. Dare uno sguardo anche ai mercati all’ingrosso, dunque, aiuta ad ottimizzare i propri costi.
Contratto a prezzo indicizzato: una scelta che porta al risparmio
“Per ottenere il massimo del risparmio, conviene puntare su un contratto a prezzo indicizzato”. Lungi dal volerlo far passare per un assioma, siamo convinti che, qualche volta, ti sarai imbattuto in un consiglio simile. Nel lanciare una gara per la scelta di un nuovo fornitore energetico, infatti,...
Leggi di più“Per ottenere il massimo del risparmio, conviene puntare su un contratto a prezzo indicizzato”. Lungi dal volerlo far passare per un assioma, siamo convinti che, qualche volta, ti sarai imbattuto in un consiglio simile. Nel lanciare una gara per la scelta di un nuovo fornitore energetico, infatti, uno dei dilemmi più frequenti è proprio quello relativo alla tipologia di contratto: meglio un prezzo fisso o un prezzo indicizzato? Entrambe le formule presentano dei pro e dei contro.
Partendo dal concetto che scegliere il prezzo fisso implica pagare una cifra pre-stabilita e costante per tutta la durata della fornitura e che ciò implica:
• poter prevedere a budget una cifra precisa, che dipenderà solo dai reali volumi consumati dall’azienda (vantaggio)
• comprare energia allo stesso costo, anche se il mercato flette (certamente uno svantaggio)
Oggi vogliamo parlare del contratto a prezzo variabile, per provare a testare la veridicità dell’affermazione dalla quale siamo partiti.
Perché conviene puntare su un contratto a prezzo indicizzato?
I “contro” del contratto a prezzo indicizzato
“Un costo variabile, fluttuante, praticamente fuori dal nostro controllo”: è questo il concetto che incute timore e genera una naturale diffidenza. Il mercato potrebbe precipitare (dunque dare l’opportunità di un grosso risparmio) oppure impennare all’improvviso (perciò generare costi aggiuntivi). Di fronte all’imprevedibilità, il prezzo indicizzato fa ancora paura ai più; a meno che l’azienda non sia affiancata da un consulente esperto in materia di trading dell’energia.
Ma le cose stanno davvero così?
Le leggende (false) sui contratti a prezzo indicizzato
Miti e leggende esistono dalla notte dei tempi. Sul prezzo indicizzato ne sopravvive una assolutamente lontana dalla realtà, quella secondo la quale la scelta di un prezzo variabile impedisce di prevedere i budget. Nulla di più fantasioso!
Infatti, optare per un contratto a prezzo variabile, ottimizzandolo in anticipo, consente di fissare anche il 100% del prezzo prima della data in cui il budget futuro dovrà essere previsto. Non è chiaro? Facciamo un esempio.
Se sigliamo un contratto a prezzo variabile ad aprile 2020 per il 2021 ed effettuiamo entro dicembre 2020 tutti i fixing del prezzo, conosceremo con largo anticipo il budget del 2021.
Tutta la verità sui contratti a prezzo indicizzato
Arera, Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente , definisce il contratto a prezzo indicizzato sottolineando che “il prezzo della componente energia in bolletta varia automaticamente in base alle variazioni di un indice di riferimento”.
Le variazioni di prezzo alla Borsa energetica, pertanto, non possono essere repentine e, anzi, seguono modelli matematici che svelano i trend di mercato in maniera piuttosto affidabile e precisa.
Dunque, la “vera verità” è che il mercato non è così imprevedibile come sembra.
I vantaggi del contratto a prezzo indicizzato
Ne derivano una serie di vantaggi:
- in caso di flessione del mercato i risparmi potrebbero rivelarsi davvero consistenti;
- I rischi per i fornitori diminuiscono sensibilmente e quindi il prezzo proposto sarà più interessante per i clienti.
- la frequenza delle possibili variazioni e il meccanismo d’indicizzazione adottato (stabiliti a contratto con il fornitore) lasciano al cliente un ampio margine di manovra che permette di fissare il prezzo quando vi è un’opportunità concreta di risparmio;
- Con larghissimo anticipo (anche di molti mesi) si può stipulare un nuovo contratto a prezzo variabile quando il mercato è in forte ribasso e farlo partire dall’anno successivo.
Le regole per scegliere il contratto a prezzo indicizzato
Certo, il prezzo variabile presenta una certa quota di rischio, che non tutte le aziende possono permettersi, ma se:
- si segue il mercato;
- si decide per strategia che vale la pena di correre un minimo rischio;
- se si sfruttano i nuovi strumenti digitali capaci di monitorare il mercato in tua vece e suggerirti quando approfittare dei ribassi;
il contratto a prezzo indicizzato non ha rivali in termini di possibilità di risparmio.
Analisi di mercato dal 1 al 31 Luglio 2020
I consumi elettrici nel corso del mese di luglio hanno continuato a recuperare sia per effetto stagionale (nonostante temperature inferiori alla norma) che per la progressiva ripresa delle attività produttive, in linea con le nostre aspettative. La ripresa dei consumi ha sostenuto le quotazioni,...
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I consumi elettrici nel corso del mese di luglio hanno continuato a recuperare sia per effetto stagionale (nonostante temperature inferiori alla norma) che per la progressiva ripresa delle attività produttive, in linea con le nostre aspettative. La ripresa dei consumi ha sostenuto le quotazioni, portando il PUN a stabilizzarsi nell’intorno dei 35 €/MWh. I consumi da inizio anno sono comunque di circa il 7% inferiori alla media degli ultimi cinque anni e il PUN sta trattando ancora oltre 15 €/MWh al di sotto del prezzo medio stagionale. I prezzi forward scontano un ulteriore recupero. Il Cal21 BL medio a luglio si è attestato oltre 11.5 €/MWh al di sopra del PUN, mentre il time-spread medio Cal22-Cal21 a luglio è di poco superiore ai 2 €/MWh. In Italia, la domanda gas a luglio è stata superiore alla media degli ultimi cinque anni, con i bassi livelli di prezzo che mantengono i cicli combinati competitivi rispetto al carbone. Il mercato internazionale del gas resta sotto pressione. I prezzi spot NBP e TTF sono ancora inferiori all’Henry Hub e i livelli di riempimento degli stoccaggi in Europa sono in media prossimi al 89%. Il TTF a luglio sti sta infatti consuntivando poco al di sopra dei 5 €/MWh, mentre il prezzo medio al PSV non raggiunge i 6.5 €/MWh, entrambi circa il 70% al di sotto della media stagionale.
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Il dilemma energy: prezzo indicizzato o fisso?
L’obiettivo è risparmiare. Questo input è assodato. Ora, se in fase di scelta di una nuova fornitura energetica ti poni la domanda “meglio un prezzo fisso o uno indicizzato?”, sappi che sei già a metà dell’opera: indica che sei disposto ad analizzare le due alternative, per valutarne i...
Leggi di piùL’obiettivo è risparmiare. Questo input è assodato. Ora, se in fase di scelta di una nuova fornitura energetica ti poni la domanda “meglio un prezzo fisso o uno indicizzato?”, sappi che sei già a metà dell’opera: indica che sei disposto ad analizzare le due alternative, per valutarne i costi/benefici, e a mettere in campo altre risorse per raggiungere l’obiettivo.
Il tema, infatti, non è trovare il prezzo dell’energia più basso in assoluto, bensì scegliere la modalità per ottenerlo. C’è una grande differenza tra queste due opzioni. Ed è quel che andremo a spiegare in questo post.
Da dove viene il prezzo indicizzato?
Il prezzo della materia prima, al netto di tutte le tasse e accise, del margine del fornitore, dei costi di trasporto, ecc, è unico per tutti, considerato un qualsiasi preciso giorno e ora dell’anno. Nell’ipotesi di poter valutare le offerte elaborate in contemporanea da tutti i fornitori il 20 novembre alle 11 di un anno X, per esempio, trovereste che la materia prima ha un prezzo uguale per tutti.
Perché il prezzo indicizzato (e non) cambia?
Cosa cambia allora tra un’offerta e l’altra?
- cambia il PO, cioè il prezzo aggiuntivo a quello della semplice materia prima, che comprende il trasporto, i servizi e il margine del fornitore;
(Per comprendere al meglio la composizione del prezzo finale del gas e dell’elettricità, abbiamo già pubblicato un approfondimento che puoi trovare qui)
- cambia la modalità d’offerta dell’energia:
- se il contratto proposto è a prezzo fisso, i costi saranno stabiliti una volta per tutte e per l’intera durata della fornitura;
- se il contratto è indicizzato, invece, il prezzo di partenza, quello scritto nella proposta di contratto, fissato al 20 novembre alle 11 nel nostro esempio, potrebbe anche cambiare in virtù dell’andamento del mercato.
Nel ricercare il prezzo più conveniente, quindi, si dovrà agire su un doppio binario parallelo: valutare l’entità del costo aggiunto da ogni singolo fornitore a quello netto della materia prima e poi decidere se seguire o meno l’andamento del mercato.
Vantaggi e svantaggi di un prezzo fisso e di un prezzo indicizzato
Il costo di un contratto a prezzo fisso rimarrà invariato per tutta la durata della fornitura. Non importa se, nel caso dell’energia elettrica, potrai scegliere tra una formula mono oraria o a fasce: quello che deciderai alla firma del contratto varrà per tutta la sua durata. Potrai prevedere, quindi, quanto costerà l’energia e inserire questo dato nel budget. Non avrai sorprese.
Se però il prezzo dell’energia alla Borsa dovesse scendere, ti perderai il vantaggio che avresti potuto ottenere, che potrebbe essere anche cospicuo.
Pericoli del prezzo indicizzato
Analizziamo ora il contratto a prezzo indicizzato.
La tua obiezione potrebbe riguardare proprio l’imprevedibilità di un contratto a prezzo variabile e la conseguente impossibilità di indicare una cifra precisa nel budget, perché, nel caso di un contratto di questa natura, il prezzo indicato alla sottoscrizione cambia nel tempo, di solito mensilmente.
Se è vero che teoricamente potresti avere qualche brutta sorpresa in caso di bruschi rialzi dei prezzi, è vero anche che potresti ottenere risparmi molto significativi in caso di forte flessione.
Se però ti dicessi che sei in errore? Se esistesse un modo che permette di cogliere i vantaggi di un prezzo indicizzato consentendoti al contempo di inserire nel budget una cifra precisa, come nel caso del prezzo fisso?
In questo caso i vantaggi si sommerebbero, massimizzando i risparmi.
Ecco, il metodo c’è!
Seguimi.
Massimizzare il risparmio con un prezzo indicizzato
Scegliere un contratto a prezzo variabile implica:
- accettare una certa quota di rischio;
- monitorare costantemente il mercato
Ecco cosa s’intendeva nel primo paragrafo con “mettere in campo altre risorse”:
coraggio per rischiare un po’, mettendo da parte la tranquillità data da un prezzo fisso; pazienza e tempo per seguire l’andamento della borsa energia.
Al netto di queste “difficoltà”, il segreto del risparmio perfetto, dunque, sembra essere quello di firmare un nuovo contratto di fornitura quando i prezzi sono particolarmente convenienti e il mercato tende a stabilizzarsi al ribasso per un lungo periodo.
“Sì - dirai tu -, ma ci vorrebbe la sfera di cristallo per prevedere il futuro”. La preoccupazione è comprensibile, ma non del tutto giustificata: il mercato dell’energia segue un andamento descrivibile attraverso particolari modelli matematici. Le fluttuazioni nel prezzo di acquisto dell’energia, quindi, sono in gran parte previste e sul web esistono strumenti di ottimizzazione dei prezzi capaci di monitorare il mercato e suggerirti quando approfittare dei ribassi.
YEM e il prezzo indicizzato
Ti presento Yem Optimization: grazie a questo strumento potrai firmare un nuovo contratto di fornitura energetica in qualsiasi periodo dell’anno (magari per il gennaio successivo) a prezzo indicizzato e ancorarne una parte a quel particolare momento di mercato. Oppure potrai fissare interamente il prezzo con largo anticipo. Ti faccio un esempio: se firmi un contratto a prezzo variabile a marzo 2020 per il 2021 ed effettui entro dicembre 2020 tutti i fixing del prezzo variabile, potrai ottenere dei cospicui vantaggi economici rispetto a un contratto a prezzo fisso e, contemporaneamente, conoscerai la cifra da inserire nel budget del 2021!
A logica, il dilemma di partenza è risolto.
Le risorse YEM per il prezzo indicizzato
Ma torniamo alle risorse da mettere in campo per “avventurarsi nel mondo dei contratti a prezzo indicizzato”. Parlavamo di:
- coraggio;
- pazienza e tempo.
Parlando di coraggio, lascio a te la scelta di quanto metterne in campo. Quel che posso assicurare, però, è che non ce ne vorrà molto se si sceglie di affidarsi agli strumenti giusti.
Per monitorare il mercato e non avere sorprese nel caso di un contratto a prezzo variabile, infatti, il nuovo portale on line di Yem, è la risorsa più evoluta a tua disposizione. Si tratta di una piattaforma avanzata, una vera frontiera nella gestione dei contratti di fornitura energetica aziendale.
Monitorare il mercato del prezzo indicizzato
I suoi efficaci servizi - Yem marketplace e Yem Optimization -, infatti, risolvono ogni dilemma e impegno da parte degli utenti, aiutando concretamente l’ufficio acquisti a:
- scegliere il fornitore più giusto;
- risparmiare tempo;
- avere ogni garanzia di affidabilità e trasparenza da parte del fornitore scelto;
- massimizzare il risparmio con un contratto a prezzo indicizzato.
Infatti, YEM Optimization elimina ogni tuo eventuale impegno nel monitorare il mercato sul mercato elettronico o sull’osservatorio energia di Ref-e, perché lo fa al posto tuo, facendoti risparmiare tanto tempo prezioso.
Grazie a una partnership con Ref-e, infatti, Yem è costantemente aggiornato sull’andamento dei prezzi dell’energia e ti suggerisce i momenti più giusti per fare fixing.
Non dovrai più chiamare il fornitore per fissare il prezzo e coglierai tutte le opportunità di risparmio offerte dal mercato.
Offerte energia per aziende: scegli rapidamente la migliore
Cercare una nuova fornitura nel vasto mercato dell’energia per aziende è un processo lungo e laborioso. Prima di poter firmare un contratto, infatti, è necessario strutturare la ricerca in vari passaggi: individuare le proprie necessità in relazione alla produzione, comunicarle ai numerosi...
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Cercare una nuova fornitura nel vasto mercato dell’energia per aziende è un processo lungo e laborioso. Prima di poter firmare un contratto, infatti, è necessario strutturare la ricerca in vari passaggi: individuare le proprie necessità in relazione alla produzione, comunicarle ai numerosi fornitori in gara per ottenerne offerte su misura; badare al risparmio, ma anche alla qualità dei servizi; confrontare le proposte barcamenandosi tra postille e cavilli, tenersi sempre aggiornati sulle normative. L’impresa appare titanica e, difatti, richiede un buon numero di settimane lavorative. Anche l’ufficio acquisti più rodato, capace di districarsi tra offerte di qualsiasi genere merceologico, trova nella scelta di un nuovo fornitore energetico qualche difficoltà in più.
Il risparmio auspicato, infatti, si nasconde tra le pieghe del vasto concetto di efficienza energetica e nelle condizioni di vendita dei player di energia per aziende.
Semplificare non è facile, a meno di non rivolgersi al mondo digitale.
Nel web - e questa è la buona notizia - la soluzione c’è: si tratta di YEM - You’re Energy Manager, un marketplace semplice e veloce che raggiunge l’obiettivo in un tempo molto limitato e in pochi click.
L’energia per aziende realmente su misura
Condensare diverse settimane di lavoro in un’attività molto contenuta nel tempo è la prima utopia che YEM ha reso realtà.
Collegandosi al sito (https://yem-energy.it), e accedendo all’area marketplace, si scopre di poter impostare e lanciare una gara in maniera veloce, precisa, efficace e persino ludica.
Lo strumento informatico accompagna l’utente in un percorso di compilazione di dati che non lascia nulla al caso. Il risultato è un documento che riassume tutte le più specifiche esigenze aziendali. L’impostazione data da YEM al proprio servizio digitale agevola anche i potenziali fornitori, che riceveranno, seduta stante e in contemporanea, la richiesta d’offerta e potranno strutturare la risposta sulla base di dati peculiari.
Come selezioniamo le offerte di energia per aziende
Tutti i fornitori raggiunti dal documento fanno parte di un gruppo pre-selezionato di società che possono garantire qualità del prodotto e dei servizi, stabilità finanziaria e trasparenza. Un grande vantaggio, se si pensa che, in Italia, a seguito della liberalizzazione del mercato avviata nel 2007, operano circa 500 diverse realtà di fornitura. Il rischio di incappare in un fornitore poco affidabile quando si lancia una gara, pertanto, è sempre in agguato, ma il marketplace YEM lo azzera per definizione.
Infatti, sul mercato ci sono 500 venditori di gas e energia elettrica di cui bisogna distinguere tra i fornitori (circa 100 in Italia) e i grossisti (circa 400) entrambi vendono gas o energia elettrica al cliente finale b2b di questi YEM ha come partner solo i migliori fornitori presenti sul mercato.
YEM, va detto, è un efficace tramite tra l’utenza finale e i fornitori. Individuata la società fornitrice, il contratto sarà formalizzato direttamente tra i soggetti coinvolti, non sul sito di YEM.
Unico nel mare magnum dei servizi di “offerta energia per aziende”
In cosa differisce lo strumento YEM da tutti gli altri presenti in rete? Tra aggregatori di offerte standard, comparatori online, consulenti digitali e banner sapientemente costruiti da esperti di neuromarketing per indurre il cliente alla sottoscrizione, mancava proprio l’unico applicativo capace di:
- condensare nel tempo l’intera gara per la scelta della nuova fornitura di energia per azienda;
- gestire la ricerca di un contratto realmente su misura;
- andare oltre le offerte standard e a prezzo fisso.
Offerta energia per aziende: massimizza il risparmio
YEM, difatti, mette l’ufficio acquisti in condizione di massimizzare il risparmio scegliendo un contratto a prezzo variabile. Il fixing, così, diventa alla portata di tutti: per chi cerca energia per aziende, questa è la seconda utopia che YEM è riuscita a scardinare.
Per comprendere e gestire un contratto che segue l’andamento del mercato, infatti, YEM ha lanciato anche il servizio YEM Optimization: informazioni sempre aggiornate dal mondo del trading e diversi plug-in che dialogano con il cliente, consentono di effettuare il fixing nel momento più vantaggioso. La rivoluzione della gara energetica è già iniziata.
KPI energetici, cosa monitorare per pagare di meno
I volumi e le modalità di consumo dell'energia, il Credit score e l'affidabilità finanziaria del cliente, le tempistiche delle varie operazioni di fornitura, fixing dei prezzi, condizioni contrattuali e di mercato. E poi, ancora, la richiesta di garanzie finanziarie e di fideiussione bancaria da...
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I volumi e le modalità di consumo dell'energia, il Credit score e l'affidabilità finanziaria del cliente, le tempistiche delle varie operazioni di fornitura, fixing dei prezzi, condizioni contrattuali e di mercato. E poi, ancora, la richiesta di garanzie finanziarie e di fideiussione bancaria da parte del fornitore, la fedeltà e la notorietà del cliente. Sono tanti i KPI (Key Performance Indicator, gli indicatori chiave di prestazione) che possono influenzare il prezzo dell'energia, e dei suoi contratti. Se ne possono contare almeno nove.
In generale, e un po' per tutti questi fattori e le variabili che incidono sul prezzo finale all'azienda cliente, vale sempre questo principio: più il fornitore si deve assumere un 'rischio' – che può essere di vario genere e peso –, nella fornitura, più questo rischio si riflette nel prezzo dell'energia e nel costo del contratto, facendolo aumentare.
KPI energetici e fornitori
Al contrario, più basso è il rischio che deve correre il fornitore per fare il suo lavoro e più basso sarà anche il costo dell'energia e del contratto al cliente. Vediamo queste variabili che incidono sul prezzo, a partire dalle tempistiche che ci sono tra le varie operazioni.
Nel mercato finanziario dell'energia – come gli addetti ai lavori sanno bene –, il prezzo della materia prima è molto volatile, può cambiare da un momento all'altro. Per cui ci può essere una notevole differenza di prezzo in poco tempo. Proprio per questo, se si chiede a più fornitori di presentare più offerte, perché queste siano davvero confrontabili è molto importante che si riferiscano allo stesso giorno, e ora, e per la stessa durata di validità.
KPI energetici, prezzo fisso e prezzo variabile
Il principio guida è che più il fornitore deve assumersi un rischio: quindi se si usa un contratto a prezzo fisso alzerà il costo di ciò che vende dato che il fornitore stesso deve coprirsi dal rischio di un mercato molto volatile. Mentre un contratto di fornitura a prezzo variabile segue l'andamento del mercato, con i suoi pro e contro, per cui la difficoltà è cercare di cogliere le migliori opportunità. Conta, in questo caso, saper monitorare e 'leggere' la situazione e le prospettive, e fare delle previsioni corrette sull'andamento del mercato.
Allo stesso modo, sempre in tema di tempistiche, più è lungo il periodo di pagamento previsto – ad esempio, a 60 giorni dalla fornitura –, e più costa.
Chi invece ha l'abitudine di servirsi sempre dello stesso fornitore, senza guardare ai cambiamenti e alle possibilità del mercato, si perde delle grandi opportunità.
Affidabilità finanziaria, Credit score e convenienza: i KPI energeticiaziendali
Conta poi, ad esempio, l'affidabilità finanziaria dell'azienda cliente. Il fornitore di energia teme i cattivi pagatori, quindi, se l'azienda cliente ha un Credit score basso, il fornitore fa una richiesta più alta e onerosa per coprire il rischio da sostenere.
KPI energetici e fideiussione
Strettamente collegato a questo, ci può essere da parte del fornitore di energia la richiesta al cliente di garanzie finanziarie e fideiussione bancaria. I fornitori chiedono una fideiussione alle aziende clienti a seconda dell'affidabilità e del Credit score dell'impresa, e più la fideiussione è alta e minore è il rischio per il fornitore, quindi più il costo della fornitura si abbassa. Ma non tutte le aziende possono presentare una fideiussione, oppure, se la fideiussione che si riesce a presentare copre un breve periodo di fornitura, ad esempio un mese soltanto, più si alza il prezzo dell'energia da parte del fornitore. È tutta e sempre una questione di rischio, affidabilità, fiducia. In questo quadro, anche la fedeltà del cliente può influire sul livello di fiducia da parte del fornitore, e quindi sul prezzo.
Altri KPI energetici che pesano sul prezzo finale
Anche la modalità di consumo, come vengono consumati gas e luce, da parte del cliente influisce sul prezzo: se i consumi sono 'piatti', regolari, rappresentano rischi minori per il fornitore. Se i consumi di energia sono invece irregolari, con picchi e flessioni, allora sempre per la volatilità del mercato ci sono più rischi per il fornitore, quindi il prezzo può aumentare. Proprio per questo, è importante che il fornitore conosca nel dettaglio le modalità di consumo dell'impresa cliente: per fargli un prezzo su misura. Più informazioni il cliente dà al fornitore, sui suoi consumi e modalità di utilizzo dell'energia, più tutto ciò può abbassare i rischi per il fornitore e il prezzo all'impresa cliente.
Senza dimenticare che ciò che fa guadagnare meglio i fornitori non è tanto la fornitura di energia, quanto i servizi collegati di Facility management.
KPI energetici: l'elenco pratico
A partire da questi 9 KPI energetici che influenzano il prezzo del contratto:
- volumi e le modalità di consumo dell'energia,
- credit score del cliente,
- affidabilità finanziaria del cliente,
- tempistiche delle varie operazioni di fornitura,
- fixing dei prezzi,
- condizioni contrattuali e di mercato,
- richiesta di garanzie finanziarie e di fideiussione bancaria da parte del fornitore,
- fedeltà del cliente
- notorietà del cliente
come si fa a districarsi in questo labirinto? Con la bussola fornita dalle nuove tecnologie: attraverso piattaforme e soluzioni Hi-tech, in grado di elaborare grandi quantità di dati e calcoli, attraverso algoritmi e intelligenza artificiale dedicati proprio al mondo della fornitura di energia. Gli strumenti per lavorare al meglio ci sono, occorre utilizzarli bene.
Attualità Approfondimenti sul mercato CO2
CO2: cosa sta succedendo?
Uno dei fattori fondamentali che influisce sui prezzi di power e gas è la CO2 . L’abbiamo vista correre fino ai 30 EUR/tonnellata, raggiunti a fine luglio 2019, e l’abbiamo vista crollare nuovamente a quasi 15 a metà marzo 2020. E adesso cosa sta succedendo? CO2 e lockdown Il prezzo della CO2 è...
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Uno dei fattori fondamentali che influisce sui prezzi di power e gas è la CO2 . L’abbiamo vista correre fino ai 30 EUR/tonnellata, raggiunti a fine luglio 2019, e l’abbiamo vista crollare nuovamente a quasi 15 a metà marzo 2020. E adesso cosa sta succedendo?
CO2 e lockdown
Il prezzo della CO2 è strettamente legato al consumo di combustibili fossili, soprattutto nell’ambito della generazione elettrica, poiché nel processo di produzione dell’elettricità da gas, carbone o oli combustibili, si produce CO2 e i produttori hanno l’obbligo di acquistare quote di emissione di CO2 per ripulire la propria produzione. Questo meccanismo durante il lockdown ha sofferto l’improvviso stop delle attività produttive europee, per più di due mesi i maggiori paesi del continente hanno fermato le industrie e i consumi, provocando di conseguenza un forte calo della domanda, e dunque dei prezzi, della CO2.
Con la graduale ripresa e il tanto atteso ritorno alla (quasi) normalità, i consumi stanno ricominciando a crescere, le imprese riaprono e la domanda di energia sta pian piano risalendo. La CO2 però, dopo il crollo fra il 15 e il 18 marzo in cui ha perso oltre 8,5 EUR/ton (passando dai 24 ai 15 EUR/tonnellata, - 37%), ha ricominciato la sua risalita, arrivando in questi giorni a sfiorare di poco i 30, ben al di sopra dei livelli pre-Covid.
Questo ritorno al di sopra dei 24 EUR/tonnellata sembra però esser spinto da fattori che poco hanno a che fare con i fondamentali del mercato, ovvero la domanda reale di quote. Sebbene il meccanismo MSR (Market Stability Reserve) sia nato proprio per razionare l’offerta di titoli e di conseguenza mantenere alti i prezzi, è difficile credere che la domanda di titoli quest’anno possa giustificare i 28/29 EUR/tonnellata attuali, considerando che il coronavirus, sebbene il lockdown sia terminato, sta ancora influendo molto sulle abitudini di lavoro (lavoro da remoto, smartworking e similari) e consumo degli europei.
Inoltre, è strano pensare che i prezzi della CO2 abbiano ricominciato la loro risalita già da fine marzo, con l’intera Europa in pieno lockdown e il ritorno alla normalità ancora un lontano miraggio.
Finanziarizzazione della CO2
Alzando lo sguardo dal mondo energy e guardandosi intorno, però, si può notare come la CO2 abbia invece seguito l’andamento di alcuni indici normalmente poco correlati alla CO2, come ad esempio l’equity.
Negli ultimi anni i futures sulla CO2 sono diventati un prodotto molto appetito da banche e fondi di investimento che hanno ingenti capitali da riversare sui mercati finanziari più liquidi (e in questa fase di politiche monetarie espansive i capitali sono ancora maggiori). Questa massiccia finanziarizzazione della CO2 ha dunque portato, fra i driver del prezzo, anche fattori esterni ai fondamentali (ovvero domanda e offerta delle quote di emissione fisiche). In alcuni periodi, come questo ultimo trimestre, infatti, le dinamiche del prezzo sono state guidate dalle aspettative degli investitori istituzionali più che dagli operatori del settore energy e per questo motivo la correlazione fra diversi indici finanziari e CO2 è aumentata.
Politiche ambientali EU
Fra i motivi di questa ondata di ottimismo, oltre all’aumento dei capitali disponibili per gli investimenti, ci sono anche le attese degli operatori rispetto ad un inasprimento delle misure di sostegno al prezzo della CO2. L’ormai noto Green Deal con il quale la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen punta ad innalzare del 40 o 50% i target di riduzione delle emissioni attualmente previsti per il 2030, insieme alla proposta di Francia e Germania di stabilire livello minimo di prezzo per i titoli di emissione (si parla di 25€/tonnellata) e alla revisione dell’MSR prevista per il 2021, hanno spinto gli speculatori ad investire in attesa del concretizzarsi di queste misure ambientali.
E’ evidente dunque che il reale equilibrio fra domanda offerta sia stato messo da parte rispetto alle attese degli speculatori, che hanno anticipato gli effetti delle misure green europee sui prezzi della CO2.
Effetti su power e gas
Se per produrre energia elettrica da gas naturale o altre fonti fossili i produttori devono acquistare quote di emissione di CO2, è chiaro che le dinamiche dei prezzi della CO2 abbiano un impatto diretto sui prezzi dell’energia elettrica. Infatti, sia il forte crollo di metà marzo che la continua risalita fino ad oggi delle quotazioni della CO2 sono stati replicati dal power, che si trova oggi ai livelli pre lockdon, nonostante i prezzi del gas siano ancora ben al di sotto di quanto non fossero a fine inverno.
Non è facile dire quale pattern verrà seguito dalla CO2 nei prossimi mesi, ma è chiaro che per il raggiungimento degli obiettivi europei il prezzo delle quote di emissione dovrà essere sufficientemente alto da rendere non profittevole la produzione di energia elettrica da fonti molto inquinanti come il carbone e la lignite. È possibile dunque che, nonostante la volatilità dovuta all’alta finanziarizzazione del mercato CO2, nel medio termine le politiche di razionamento dell’offerta di titoli unite ad ulteriori azioni di sostegno dei prezzi, possano spingere i prezzi della CO2 ben al di sopra dei 30 €/tonnellata, influenzando di conseguenza anche i prezzi del power.
Cambio gestore energia B2B: 5 fattori che fanno la differenza
Nel cambio gestore di energia B2B, molte aziende guardano solo al prezzo, della materia prima, e questo è sbagliato. È sbagliato innanzitutto perché, con la diffusione del mercato libero dell'energia, è aumentato molto il numero dei fornitori – in Italia sono all’incirca 500 –, e quindi anche la...
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Nel cambio gestore di energia B2B, molte aziende guardano solo al prezzo, della materia prima, e questo è sbagliato. È sbagliato innanzitutto perché, con la diffusione del mercato libero dell'energia, è aumentato molto il numero dei fornitori – in Italia sono all’incirca 500 –, e quindi anche la concorrenza tra loro. Per cui, questa forte competizione porta a un grande livellamento dei prezzi proposti, con pochissima differenza di prezzo tra fornitori diversi, spesso quantificabile in uno scarto – quindi un risparmio per il compratore – attorno ad appena l'1% sulla fattura finale. Non è dalla gara sul prezzo che arriva la convenienza per l'azienda acquirente di energia. Nel fare il cambio di gestore di energia B2B bisogna tenere subito ben presente una cosa: è una scelta importante e che va ben ponderata, perché una volta sottoscritto il contratto è vincolante e non si può disdire fino a scadenza. Quindi è una decisione rilevante e, per il periodo in questione, definitiva.
Cambio gestore energia: è fondamentale la qualità dei servizi
Ciò che farà risparmiare davvero, e di molto, nel cambio gestore di energia B2B, non è solo il prezzo della fornitura, ma la qualità dei servizi del fornitore. È il rapporto tra costi e benefici dei servizi che fa la (più grande) differenza. Il risparmio vero, la convenienza vera, deriva da un servizio al cliente fatto bene, che significa, ad esempio, efficienza operativa, gestione adeguata delle attività, varie fasi della fornitura fatte bene, fino a fatture fatte bene. É tutto ciò che, alla fine, e a conti fatti, porta il vero e il maggiore risparmio per il cliente.
Perché, ad esempio, se il fornitore di energia è strutturato bene e funziona come si deve, allora non ci saranno intoppi, imprevisti e disservizi, che si tramutano in conseguenti costi per l'impresa (altro che risparmi).
Cambio gestore energia: scegliere bene
Nel cambio gestore di energia B2B, se il fornitore di energia è efficiente e bene organizzato, se tutta la 'macchina' della fornitura energetica funziona a dovere, si evitano i costi dell'inefficienza e degli errori. Per esempio, un lavoro ben fatto e documenti amministrativi corretti significano risparmio di tempo e denaro rispetto a un altro fornitore, che offre magari un prezzo un po' più basso dell'energia, ma a scapito della qualità del servizio. E la scarsa qualità del servizio è invece un costo che poi si paga, anzi, spesso, sono più costi aggiuntivi che poi si pagano. Basti pensare, in caso di un disservizio più grave, a quanto possono ammontare i tempi e i costi di un contenzioso o di un ricorso legale.
Una delle qualità più importanti da ricercare in un fornitore è la disponibilità ad ascoltare il cliente offrendo servizi di assistenza post vendita che fanno la differenza e rappresentano il vero valore aggiunto. Con tempestività di risposta alle richieste, personale qualificato, flessibilità nel trovare le soluzioni necessarie a circostanze e bisogni che cambiano ed evolvono insieme al cliente.
Fare il cambio del gestore energia: la ricerca dell'efficienza
In sostanza, ogni azienda che cerca un nuovo fornitore di energia – proprio considerando che la differenza di prezzo tra proposte diverse è minima – deve tenere molto bene presente questo: servizi più efficienti da parte del fornitore significano vero risparmio finale. E, al contrario, i disservizi si rivelano poi i costi nascosti, ma molto concreti. La differenza, quindi, non è sul prezzo, ma sul servizio, e sul reale costo finale, per avere e consumare tutta l'energia che serve. Con il cambio gestore di energia B2B, libero mercato dell'energia significa anche un contratto di fornitura a prezzo variabile, e questa è una condizione che può essere molto conveniente per il compratore se segue e monitora il mercato ed ha la capacità di formulare strategie vincenti, oppure se ci si affida a strumenti digitali capaci di supportare queste scelte e azioni, immediate e future.
Cambio gestore energia: 'accompagnare' il cliente nel mercato
Ecco che, anche in questo caso, entra pesantemente in gioco la qualità del servizio da parte del fornitore di energia. Se è strutturato e organizzato bene, prevede e dedica tempo e lavoro per 'accompagnare' l'azienda cliente nel suo percorso all'interno del mercato libero . Ad esempio, mettendo a disposizione del cliente una persona di riferimento all'interno dell'azienda, in modo da fornire un servizio di supporto e assistenza molto più veloce ed efficace, per affrontare e risolvere eventuali problemi, rispetto ai fornitori con un livello di servizio più basso e scadente.
Cambiare verso un gestore energia solido
Nel fare il cambio gestore di energia B2B, è poi importante che il fornitore da incaricare sia anche solido e affidabile dal punto di vista finanziario. In modo da garantire certezza e continuità del servizio nel corso del tempo. La solidità finanziaria – e quindi la solidità aziendale – del fornitore di energia è un fattore importante da tenere in considerazione, per fare la scelta migliore, ecco perché è molto vantaggioso anche poter fare riferimento e attingere a un bacino di fornitori pre-selezionati su criteri di qualità e stabilità finanziaria.
Cambio di gestore energia, i rischi finanziari
Questo può sembrare un aspetto secondario, ma se il fornitore di energia B2B fallisce, o ha altri problemi operativi e di gestione, il contratto di fornitura salta, e ci si trova nella condizione di dover correre in fretta ai ripari, comprando energia altrove, senza alcun margine per negoziare. Quindi trovandosi nella situazione di dover accettare costi e condizioni non favorevoli, e aumentando le spese di gestione.
Per tutti questi motivi è importante, prima della sottoscrizione di un contratto, fare una selezione molto attenta dei fornitori. Ad esempio, utilizzando una piattaforma online specializzata nel mercato dell'energia B2B, che fa già una selezione tra il panorama dei fornitori, in base a tutti questi criteri. Selezionando quindi la possibile platea dei fornitori anche per il livello e la qualità dei servizi che offrono, che come abbiamo visto incidono sulle performance e sui risultati finali molto di più del semplice prezzo di offerta della materia prima.
I canali di ricerca per il cambio gestore energia
In conclusione, oltre ai metodi tradizionali di ricerca tramite consulenti e ore spese tra telefonate e-mail non sempre efficaci ma soprattutto inutilmente dispendiose, per il cambio del gestore di energia serve un metodo scientifico e approfondito, pratico e veloce che sia in grado di comparare i diversi fornitori in base ai fattori sopra descritti ma che possa tenere in considerazione anche le necessità dell’azienda. Una soluzione pratica sono le piattaforme di comparazione online che, grazie alla data analytics e intelligenza artificiale sono in grado di proporre soluzioni ottimali e personalizzate facendo risparmiare tempo (e denaro) all’energy manager aziendale.
La nuova era del mercato libero dell'energia: cosa cambia
La svolta fondamentale è fissata per il primo gennaio 2022, con il passaggio, per tutti, e per tutte le aziende, dal mercato dell'energia – luce e gas – regolato, cioè con prezzi fissi aggiornati ogni tre mesi dall'Autorità di Regolamentazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), al mercato...
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La svolta fondamentale è fissata per il primo gennaio 2022, con il passaggio, per tutti, e per tutte le aziende, dal mercato dell'energia – luce e gas – regolato, cioè con prezzi fissi aggiornati ogni tre mesi dall'Autorità di Regolamentazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), al mercato libero, con prezzi diversi offerti da tanti fornitori diversi. Sembra un giro di boa ancora distante, ma per le strategie e le prospettive di un'impresa – e ancora di più per l'importanza della posta in gioco, la fornitura di energia a condizioni nuove, e più vantaggiose –, è una questione essenziale che è meglio affrontare subito o quanto prima.
E l'andamento del mercato, le nuove condizioni – a partire dai prezzi –, determinate dai cambiamenti in atto, e in prospettiva, interessano non solo chi deve ancora passare al mercato libero, ma anche chi questa scelta l'ha già fatta, e sta usando energia a prezzi variabili.
Il passaggio al mercato libero è un percorso iniziato oltre 20 anni fa, con la riforma Bersani sulla concorrenza del 1999. Dal luglio 2007 il mercato dell'energia in Italia è liberalizzato, ogni fornitore cioè può decidere di entrare sul mercato in qualsiasi momento e gli utenti possono liberamente decidere a quale fornitore rivolgersi. La fine del mercato regolato era prima stata fissata per giugno 2019, data poi posticipata a giugno 2020 e ulteriormente posticipata a gennaio 2022. Ma ormai l'epilogo è sempre più vicino. È quindi importante informarsi per tempo su novità previste e opportunità possibili.
Verso l’apertura totale al mercato libero dell'energia
Secondo i dati dell'Arera riferiti al 2019, circa il 46% degli utenti luce e il 50% di quelli gas (utenze sia domestiche che aziendali) non sono ancora passati al mercato libero, con le piccole imprese che dimostrano una migliore capacità nel confrontarsi con le offerte in concorrenza tra loro: il 20% delle Pmi ha già cambiato almeno una volta fornitore, contro il 14% dei clienti domestici.
Con la liberalizzazione del mercato dell’energia, tutti i clienti possono selezionare l'offerta luce e gas che preferiscono, scegliendo tra prezzi e offerte di un vasto ventaglio di fornitori. Con un contratto e un prezzo di fornitura fisso o variabile, a seconda delle condizioni e dei vantaggi ottenuti attraverso la contrattazione con i fornitori. Esistono infatti offerte a prezzo fisso (per uno, due o anche tre anni), per mettersi al riparo dalle variazioni di prezzo del mercato, e a prezzo variabile, per poter invece godere dei vantaggi degli abbassamenti di prezzo dovuti all'incontro tra domanda e offerta nel libero mercato.
È importante saper 'seguire' il mercato libero dell'energia e le sue opportunità
La convenienza per il consumatore al passaggio al libero mercato è la possibilità di confrontare i prezzi e scegliere quello più conveniente oppure con servizi aggiuntivi migliori e più competitivi. Ecco perché prima di sottoscrivere un nuovo contratto con il fornitore è opportuno guardarsi (molto bene) intorno.
A differenza del mercato regolamentato, il mercato libero è poco concentrato ed è caratterizzato da un buon livello di concorrenza. Nel mercato libero Enel è il fornitore che detiene la quota di mercato più alta (35%), è seguito da Edison (5%), Eni (4,3%). Gli altri operatori, tra cui ad esempio A2A, Acea, Sorgenia, Hera, E.On, Gala, e moltissimi altri, hanno quote di mercato variabili non più alte del 4%. Una grossa fetta del mercato energetico, pari a circa il 37% del totale, è gestita da altri operatori, rispetto a quelli principali. E la bassa concentrazione che caratterizza il mercato libero garantisce concorrenza e prezzi sempre più competitivi.
Differenze tra servizio di maggior tutela (fino al 2021) e mercato libero dell'energia
Il servizio di maggior tutela, nel mercato energetico italiano, è quell'opzione – prevista appunto fino alla fine del 2021 –, che garantisce all’utente e consumatore finale l'erogazione di energia elettrica e gas alle condizioni economiche e contrattuali stabilite dall’Arera, il che si traduce in pratica nel fatto che la tariffa all'utente finale varia secondo le fluttuazioni di prezzo stabilite di volta in volta dall’Autorità nazionale. Il servizio di maggior tutela si contrappone alle tariffe del mercato libero, che non sono agganciate a quelle previste dall'Arera, e quindi i fornitori del libero mercato spesso offrono piani tariffari che prevedono il prezzo bloccato per un periodo di tempo determinato: il che può tradursi in un vantaggio per il consumatore, nel caso che le tariffe dell'Arera tendano al rialzo, o in uno svantaggio nel caso opposto.
Con il completamento di questa riforma del sistema, lo Stato esce dal mercato dell'energia, non ci sarà più un prezzo di riferimento, non ci sarà più il prezzo fissato dall'Autorità di regolamentazione, come faro del mercato. Tutto ciò porterà ancora più incertezza – e fluttuazione – sui prezzi dell'energia. In questi decenni si è visto che i prezzi dell'energia sono legati al prezzo delle materie prime, del petrolio, e al Trend dei consumi e quindi all'andamento dell'economia: nelle fasi di crisi i consumi scendono, e anche i prezzi, per poi aumentare di nuovo nelle fasi successive.
Ecco cosa cambierà con il mercato libero dell'energia
Tutto ciò significa nuove opportunità per chi saprà coglierle, avvalendosi delle competenze e degli strumenti (tecnologici) giusti. Ma può anche significare nuovi rischi e nuovi costi, spese più alte, per chi non è in grado di seguire in maniera adeguata l'andamento del mercato, dei prezzi, delle offerte. Cogliere le occasioni – e spendere meno – in un mercato libero significa conoscerlo bene, essere in grado di paragonare le diverse offerte, cambiare strategia quando serve. Tutto il contrario dell'immobilismo e dello Status quo a cui ci ha abituato il mercato regolato. E per chi desidera cogliere tutte le nuove opportunità che si presentano, non deve certo attendere la scadenza del gennaio 2022: si può – e se si lavora bene, conviene, quindi si deve – anticipare il mercato libero. Con le giuste mosse: tecnologie e servizi all'avanguardia, piattaforme digitali specializzate, che uniscono algoritmi e intelligenza artificiale con il contributo 'umano' e in carne e ossa di consulenti altamente specializzati. Strumenti Hi-tech, cervelli 'artificiali' e umani insieme, che permettono di mettere in concorrenza i (tantissimi) fornitori in pochi click sul computer, per poi definire, e seguire nel tempo, la strategia migliore per la propria azienda.
La convenienza aumenta poi in base al prezzo iniziale e ai consumi.
Analisi di mercato dal 1 al 30 Giugno 2020
La ripresa delle attività ha comportato una parallela ripresa dei consumi elettrici nel corso del mese di giugno e a un lieve recupero del PUN, che comunque sta trattando oltre 20 €/MWh al di sotto dei prezzi dell’anno scorso. La domanda di gas ha a sua volta ripreso, con la forte competitività...
Leggi di piùLa ripresa delle attività ha comportato una parallela ripresa dei consumi elettrici nel corso del mese di giugno e a un lieve recupero del PUN, che comunque sta trattando oltre 20 €/MWh al di sotto dei prezzi dell’anno scorso.
La domanda di gas ha a sua volta ripreso, con la forte competitività dei cicli combinati rispetto al carbone che ne hanno favorito il consumo, e nelle ultime settimane anche i prezzi spot al PSV hanno accennato a una timida ripresa. Il mercato del gas internazionale resta comunque sotto pressione con prezzi spot NBP e TTF ancora inferiori all’Henry Hub e i livelli di riempimento degli stoccaggi in Europa sono in media prossimi al 80%. I prezzi forward sul mercato elettrico hanno recuperato terreno seppur lentamente (il BL Italia Cal +1 ha registrato un guadagno di circa il 4%), scontando un ribilanciamento del mercato a partire dalla fine di quest’anno, mentre il mercato forward gas è rimasto stabile, con i livelli elevati di stoccaggio e l’abbondante offerta di GNL a basso costo che ne hanno limitato le possibilità di recupero.
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PUN: cos'è e come determina la tua bolletta
In inglese PUN significa “gioco di parole”. Per chi è alle prese con le forniture di elettricità in Italia, invece, PUN è un acronimo che significa “Prezzo Unico Nazionale”, un dato che fa riferimento alla borsa elettrica. Dietro il PUN nel suo significato relativo all’energia, però, c’è un vasto...
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In inglese PUN significa “gioco di parole”. Per chi è alle prese con le forniture di elettricità in Italia, invece, PUN è un acronimo che significa “Prezzo Unico Nazionale”, un dato che fa riferimento alla borsa elettrica. Dietro il PUN nel suo significato relativo all’energia, però, c’è un vasto mondo che conviene conoscere e comprendere, perché, se ci fermassimo alle tre parole del suo significato, non si capirebbe il motivo per cui i fornitori propongono prezzi diversi tra loro. Sembrerebbe proprio un “gioco di parole”, una promessa mancata, nella fattispecie.
Difatti, se la quotazione della corrente elettrica, espressa in Euro per KW/h, è unica su tutto il territorio nazionale, come si spiegano le variazioni di prezzo tra un player e l’altro? E come il PUN può influire sul risparmio in bolletta che ogni ufficio acquisti va cercando, quando lancia una gara? Facciamo un po’ di chiarezza.
La definizione di PUN
Innanzitutto, dobbiamo mettere in chiaro che dietro alla definizione di PUN non c’è alcun intento mistificatore. Il PUN è realmente quel che dice di essere, un prezzo unico nazionale espresso in Euro al KW/h, come determinato dal GME - Gestore mercati energetici (https://www.mercatoelettrico.org/it/).
Il PUN, in particolare, è la quotazione della corrente elettrica in Italia, venduta dai produttori e acquistata dai fornitori, o dai grandi consumatori, alla borsa elettrica. Un vero e proprio ingrosso dell’elettricità.
L’influenza di PUN sul Prezzo Energia (PE)
Dal 2007 in poi, infatti, il D. Lgs. n. 79/99, ha avviato il processo di liberalizzazione del settore dell'energia e ha permesso di istituire la Borsa elettrica italiana (IPEX, Italian, Power Exchange), nella quale i produttori italiani o esteri vendono all’ingrosso l’energia ai fornitori degli utenti finali.
Ogni venditore fissa il suo prezzo tenendo conto di:
• Costi di produzione
• Costi di trasporto
• Intensità della domanda
Va da sé, dunque, che ogni distributore proponga un prezzo diverso, che cambia anche di ora in ora: nei periodi della giornata in cui si concentra la domanda di elettricità o è più difficile produrre energia, il prezzo sarà più alto; viceversa il prezzo si abbasserà. Pensiamo poi ai costi di trasporto, che cambiano da zona a zona, all’influenza delle fonti rinnovabili che aumentano la disponibilità di energia a discapito di quella prodotta dalle fonti fossili, ecc.
PUN: tante variabili, un solo dato
Insomma, le variabili che incidono sul Prezzo Energia (PE) sono tante, ma occorre monitorare l’andamento del mercato con un dato univoco. Ecco che nasce il concetto di PUN.
Il PUN allora non può che essere una media dei prezzi fissati dai venditori, che per convenzione viene calcolata sui dati della giornata precedente. Per rimanere competitivi, i produttori non possono spostarsi molto dal dato nazionale del giorno prima, quindi i prezzi reali sono sempre prossimi al PUN. D’altro canto però, il reale andamento del mercato si può osservare solo su lunghi periodi (sul sito di GME*).
Quanto pesa il PUN sul prezzo della fornitura
Acquistare quando il mercato è in flessione è certamente un vantaggio.
È utile notare, però, che il PUN si riferisce a una piccola porzione del prezzo totale dell’elettricità che i fornitori propongono, prezzo che si compone di:
- una quota non comprimibile, dovuta a tasse e accise;
- una quota variabile, composta dal prezzo della materia prima, dal trasporto fino al sito dell’acquirente finale, dal servizio offerto, ecc.
Come risparmiare allora?
Risparmiare grazie a PUN
Se è vero che un contratto a prezzo fisso permette di organizzare in anticipo il budget aziendale, vero è anche che i fornitori si tutelano da eventuali aumenti del PUN chiedendo un extra-margine al cliente. Dunque questa soluzione, per sua natura, è più costosa.
Immaginiamo invece di scegliere un contratto a prezzo variabile con possibilità di fissazioni, dove per farlo è necessario seguire attentamente gli andamenti del mercato o affidarsi a strumenti nuovi proposti dal mercato. In questo caso l’extra margine non è dovuto. Inoltre, l’azienda risparmia, acquistando elettricità quando il PUN è più basso.
*Il GME è la società pubblica che gestisce operativamente il mercato e garantisce la trasparenza delle transazioni economiche.
GAS: formule di indicizzazione, quali sono e come sceglierle?
Come per il power , anche per il gas, una volta optato per un contratto a prezzo variabile, è fondamentale scegliere la formula di indicizzazione che fa al caso nostro. Indici gas Prima di tutto, è necessario scegliere il mercato di riferimento per l’indicizzazione. Tendenzialmente è possibile...
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Come per il power , anche per il gas, una volta optato per un contratto a prezzo variabile, è fondamentale scegliere la formula di indicizzazione che fa al caso nostro.
Indici gas
Prima di tutto, è necessario scegliere il mercato di riferimento per l’indicizzazione. Tendenzialmente è possibile scegliere fra formule con indicizzazione al PSV o al TTF. Il PSV (Punto di Scambio Virtuale) è il prezzo di riferimento del gas sul mercato all’ingrosso italiano. Il TTF (Title Transfer Facility) è invece il prezzo del gas all’ingrosso in Olanda, nonché principale mercato di riferimento per il gas in Europa. Ma come mai nei contratti gas in Italia è così comune l’indicizzazione al mercato olandese? La domanda sorge spontanea, in effetti!
Innanzitutto, va considerato che l’Olanda, grazie ai suoi ricchi giacimenti, ha utilizzato il gas come principale combustibile sia domestico che industriale prima di tutti gli altri paesi europei, sviluppando per prima un vero e proprio mercato all’ingrosso. Questo, unito alla posizione geografica centrale fra Norvegia (con giacimenti di petrolio e gas nel Mare del Nord) e l’area centro-europea (Germania, Francia e Gran Bretagna), ha consentito ai Paesi Bassi di svilupparsi come snodo centrale dei transiti gas via pipeline fra i principali paesi europei. Il TTF è dunque diventato il mercato gas più sviluppato d’Europa nonché principale benchmark di prezzo per i mercati limitrofi o ad esso collegati, come l’Italia.
Le dinamiche di mercato che impattano sui prezzi del TTF si ripercuotono sul PSV e, come si può vedere dal grafico (qui sotto) delle quotazioni del calendar 2021 degli ultimi sei mesi, l’andamento dei due mercati evidenzia una correlazione molto alta.
In sede di contrattualizzazione della fornitura a TTF viene fissato anche lo spread (differenza) fra PSV e TTF del momento e, ovviamente, nel momento della stipula del contratto PSV e TTF + SPREAD si equivalgono:
TTF + SPREAD PSV-TTF = PSV
La componente di spread PSV – TTF viene inserita fra i costi nel P0.
Formule di indicizzazione
Dopo la scelta del mercato di riferimento dell’indicizzazione (al TTF o al PSV), il passo successivo è la scelta della formula di prezzo per la propria fornitura. Le formule standard (sia per una indicizzazione a TTF che a PSV) prevedono una struttura semplice del prezzo applicato al gas consumato ogni mese:
Pb = Pgas + P0
Dove:
Pb è il prezzo base del mese in cui avviene il consumo, applicato poi ai consumi mensili (in c€/Smc)
Pgas rappresenta il prezzo che la formula scelta assume rispetto ai prezzi di mercato (trasformata da €/MWh, unità di misura dei mercati all’ingrosso europei, a c€/Smc)
P0 è la componente fissa stabilita dal fornitore che include i costi di modulazione del profilo, lo spread fra PSV e TTF (nel caso di una indicizzazione al TTF), e il margine del fornitore (in c€/Smc). Il P0 è un termine stabilito in sede di contrattualizzazione e rimane invariato per tutta la durata contrattuale.
Per poter comparare fra loro offerte di fornitori diversi, paragonare i diversi valori del P0, a parità di formula scelta, consente di capire quale fornitore applica il costo minore.
Fra le diverse formule di indicizzazione per determinare il Pgas, le più comuni sono le formule Month Ahead (MA) e le formule Day Ahead (DA).
- Month Ahead (MA): Nella sua versione più semplice (ce ne sono diverse!) il Pgas è calcolato come media aritmetica delle quotazioni Bid e Ask del prodotto Month Ahead pubblicate in tutti i giorni del mese precedente a quello di prelievo dal data provider più utilizzato nel mondo gas europeo, ovvero ICIS Heren.
Pgas = media aritmetica quotazioni Month Ahead del mese precedente
Potrebbe sembrare complicato (Bid/Ask, Month Ahead, mese precedente… aiuto!), facciamo un esempio:
Il prezzo Pgas del mese di maggio 2020 è calcolato come segue:
ogni giorno lavorativo del mese di aprile 2020, ICIS Heren ha pubblicato per il prodotto Month Ahead, ovvero il “mese avanti” rispetto al mese di aprile (e quindi maggio!), un valore di Bid (prezzo di acquisto) e Ask (prezzo di vendita) medi per le transazioni avvenute sul mercato in quel giorno. Ogni giorno di aprile, dunque, è possibile calcolare un valore medio per il prezzo del prodotto Month Ahead (maggio), facendo una semplice media fra Bid e Ask.
P_MAgiornaliero = (Bid + Ask)/2
Al termine dell’ultimo giorno lavorativo del mese di aprile avremo dunque tutti i prezzi medi giornalieri del prodotto Month Ahead (maggio) pubblicati da ICIS Heren.
Il prezzo Pgas MA sarà dunque la media aritmetica di questi prezzi medi giornalieri della quotazione Month Ahead.
Pgas MAG2020= (P_MA01/apr+ P_MA02/apr+ P_MA03/apr+ …)/giorni lavorativi di aprile
Il Pgas viene poi moltiplicato per il consumo totale del mese di consumo. Con questa formula, il prezzo è noto già l’ultimo giorno lavorativo del mese precedente.
- Day Ahead (DA): Nella formula a DA il prezzo Pgas è dato dalla media dei prezzi Day Ahead (giornalieri) di ogni giorno del mese pesata per il consumo giornaliero di gas. Anche in questo caso, la quotazione del P_DAgiornaliero è data dalla media fra Bid e Ask del prodotto Day Ahead pubblicata da ICIS Heren.
P_DAgiornaliero = (Bid + Ask)/2
Il prezzo Pgas da applicare al consumo di gas mensile è dunque data dalla somma (Σ) del prodotto fra prezzo giornaliero DA e consumo dello stesso giorno, il tutto diviso per il totale del consumo mensile (media pesata rispetto ai consumi).
Pgas = Σ(P_DAgiornaliero x consumo giornaliero)per ogni giorno del mese : consumo totale del mese
Si paga dunque, in ogni giorno di consumo, il prezzo Day Ahead di quel giorno; il prezzo del gas consumato è noto solo all’ultimo giorno del mese di consumo.
N.B. per il week end ed i giorni festivi contigui al week end viene utilizzata la quotazione del prodotto Week End.
Come scegliere la propria indicizzazione?
Anche per il gas è possibile fare alcune considerazioni di carattere pratico che possano aiutare nella scelta della propria indicizzazione.
Per quanto una indicizzazione al PSV possa sembrare più immediata (se compro gas in Italia indicizzo al gas italiano), le formule di pricing indicizzate al TTF traggono vantaggio dall’alta liquidità di questo mercato, che agevola le operazioni di copertura dei fornitori e ne limita i costi (implicitamente) ribaltati sul prezzo al cliente in sede di fixing.
Quindi, se il cliente desidera fare diversi fixing nel corso della durata contrattuale, potrebbe esser più vantaggiosa una indicizzazione al TTF.
Viceversa, se la preferenza del cliente è verso un prodotto puramente variabile, l’indicizzazione al PSV risulta più immediata.
Rispetto alla scelta di un prodotto MA o DA, la formula MA offre la possibilità di programmare il fabbisogno di cassa necessario a coprire i costi della fornitura, poiché il prezzo del gas consumato è noto alla fine del mese precedente rispetto al mese di consumo.
La formula DA invece, può risultare vantaggiosa per chi ha consumi flessibili, che consentano di modulare il profilo nei giorni/periodi meno costosi (es: week end o giorni freschi d’estate/tiepidi d’inverno). L’impatto delle temperature sui prezzi rimane in ogni caso una variabile da gestire accuratamente.
Come per il power, anche per il gas la conoscenza del proprio profilo di consumo e della propria flessibilità è fondamentale per poter scegliere al meglio la propria indicizzazione.
POWER: Formule di indicizzazione: quali sono e come sceglierle?
Oltre al noto dilemma fra fisso o variabile , un altro quesito decisamente non trascurabile riguarda la formula di indicizzazione da scegliere nel momento in cui si contrattualizza con il proprio fornitore. Facciamo un po’ di chiarezza! Formule di indicizzazione power Generalmente la struttura...
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Oltre al noto dilemma fra fisso o variabile , un altro quesito decisamente non trascurabile riguarda la formula di indicizzazione da scegliere nel momento in cui si contrattualizza con il proprio fornitore. Facciamo un po’ di chiarezza!
Formule di indicizzazione power
Generalmente la struttura delle formule power indicizzate risulta la seguente:
Pb = Ppower + P0
Dove:
Pb è il prezzo del mese in cui avviene il consumo (in €/MWh)
Ppower rappresenta il prezzo che la formula scelta assume rispetto ai prezzi di mercato (in €/MWh)
P0 è la componente fissa stabilita dal fornitore che include i costi di modulazione del profilo, i costi di sbilanciamento, eventualmente altri costi, come le garanzie di origine, e il margine del fornitore (in €/MWh). Il P0 è un termine stabilito in sede di contrattualizzazione e rimane invariato per tutta la durata contrattuale.
Quando si richiede un’offerta a diversi fornitori, paragonare i diversi valori del P0, a parità di formula scelta, consente di capire quale fornitore applica il costo minore.
Le formule di indicizzazione sono le più svariate ma, volendo citare qualche esempio, le formule più note sono forse quelle a PUN orario e a PUN medio baseload (o PUN aritmetico baseload).
- PUN orario (PUNh): Nella formula a PUNh il prezzo Pb è dato dalla somma fra il termine P0 (come sopra, un solo P0 fisso per tutta la durata contrattuale) e il prezzo Ppower. Questo non è altro che la media del PUN (in €/MWh) di ogni ora del mese pesata rispetto al consumo orario in MWh (si paga, cioè, in ogni ora in cui si consuma, semplicemente il prezzo del PUN in quell’ora).
Ppower = (PUN orario x consumo orario) : consumo totale del mese
- PUN medio baseload o PUN aritmetico baseload (PUNaBL): Nella formula a PUNaBL il prezzo Ppower è dato dalla media aritmetica del PUN (in €/MWh) di ogni ora del mese e non dipende quindi dal consumo nelle singole ore. Il termine P0 è diverso per ogni fascia F1-F2-F3, stabilito in sede contrattuale e rimane invariato nel corso del periodo di fornitura.
Ppower = media aritmetica PUN orario
Come scegliere la propria indicizzazione?
In linea teorica, alla stipula del contratto, le due indicizzazioni trattate si equivalgono, ovvero nel P0 (uno per ogni fascia F1-F2-F3) della formula a PUNaBL dovrebbe esser inserito il costo della modulazione che nella formula a PUNh è invece prezzata nel Ppower.
Poi, nel mese di consumo, il delta fra i prezzi nelle diverse fasi (F1-F2-F3) può allargarsi o restringersi, favorendo le formule a PUNaBL, nel primo caso, e a PUNh nel secondo. È dunque impossibile, a priori, dire quale delle due indicizzazioni sia migliore.
In generale, si può dire che maggiore è la conoscenza del proprio profilo di consumo e meglio si può stimare il proprio “rischio modulazione”.
I clienti più grandi o con un dipartimento di energy management preposto, solitamente sono in grado di rispettare i programmi di consumo e di gestire il rischio modulazione e, dunque, dovrebbero trarre maggior beneficio da una formula a PUNh. Con questa formula, inoltre, i clienti che hanno la capacità di modulare con flessibilità il proprio consumo possono concentrare il fabbisogno energetico nelle ore/fasce a costo minore, risparmiando notevolmente.
Al contrario, per i clienti che hanno minor capacità di stimare con precisione il proprio profilo di consumo e che non hanno flessibilità, la scelta migliore è la formula PUNaBL, che permette di delegare il rischio modulazione al fornitore pagando semplicemente un P0 tendenzialmente più alto. Questa formula, inoltre, risulta molto conveniente anche per profili di consumo molto variabili e di difficile previsione.
Va ricordato, infine, che per ottimizzare i costi di fornitura e gestire al meglio il proprio approvvigionamento è bene inserire nel contratto la possibilità di fare dei fixing, a prescindere dalla formula di indicizzazione scelta.
MEMORANDUM:
BASELOAD: fascia che include tutte le 24 ore del giorno, tutti i giorni della settimana, sia feriali che festivi.
F1 (ore di punta): dalle ore 8:00 di mattina alle 19:00, dal lunedì al venerdì, esclusi i festivi.
F2 (ore intermedie o di spalla): da lunedì al venerdì, dalle ore 07:00 alle 08:00 di mattina, dalle 19:00 alle 23:00 la sera + sabato dalle ore 07:00 alle 23:00. Festivi esclusi.
F3 (ore fuori punta): dal lunedì al sabato, dalle ore 00:00 alle 07:00 e dalle 23:00 alle 24:00 + tutte le ore della giornata di domenica e giorni festivi.
Prezzo fisso o variabile? PRO e CONTRO delle diverse soluzioni
“Fisso o variabile? Questo è il problema!” Il grande dilemma torna periodicamente a dare il tarlo ai clienti. Alcuni clienti o iloro energy manager, consulenti o responsabili dell’approvvigionamento, preferiscono il prezzo fisso per la sensazione di sicurezza che dà (più di così non posso...
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“Fisso o variabile? Questo è il problema!” Il grande dilemma torna periodicamente a dare il tarlo ai clienti. Alcuni clienti o i loro energy manager, consulenti o responsabili dell’approvvigionamento, preferiscono il prezzo fisso per la sensazione di sicurezza che dà (più di così non posso spendere!), altri invece preferiscono l’indicizzato per non dover scegliere a fine anno il prezzo per tutto l’anno successivo (magari posso spendere meno!). Cosa scegliere?
Prezzo fisso e indicizzato
Acquistare energia elettrica o gas a prezzo fisso significa bloccare in sede di stipula del contratto il prezzo della propria fornitura per tutta la durata del periodo considerato, definendo le cifre del proprio budget ma rinunciando alla possibilità di ulteriore risparmio.
Stipulare un contratto a prezzo variabile (o indicizzato, che dir si voglia), invece, consente di approfittare di eventuali ribassi nel corso del periodo di fornitura, rimanendo però esposti al rischio che i prezzi salgano. In un contratto a prezzo variabile, inoltre, è possibile fissare il prezzo di una parte della propria fornitura nel corso dell’anno, attraverso i fixing, che possono esser diluiti nel tempo e su porzioni di consumo (un mese/trimestre, solo una porzione del consumo o il 100%, più tranche in momenti diversi).
Nel momento della stipula del contratto, il prezzo fisso e il prezzo indicizzato (di qualunque formula si tratti) si equivalgono, ovvero numericamente la formula ha esattamente lo stesso valore del prezzo di mercato (a meno del margine del fornitore). Nel corso del contratto, poi, il prezzo indicizzato si allontana dal prezzo fisso, seguendo l’andamento del mercato e solo ex post è possibile capire se sarebbe stato più conveniente uno o l’altro.
Esempio di valutazione ex post:
Il Sig. Rossi, ogni anno, il giorno 8 di maggio acquista la sua energia per il Q3 (luglio-settembre) a prezzo fisso.
Sia nel 2018 che nel 2019, quando ha acquistato la sua energia, il Sig. Rossi è riuscito ad ottenere un prezzo fisso di 62 €/MWh.
Nel 2018 il prezzo medio del PUN del trimestre è stato 68,82 €/MWh e il Sig. Rossi, che ha pagato 62, ha potuto ottenere un enorme risparmio grazie al suo prezzo fisso.
Nel 2019, invece, il prezzo medio del PUN del trimestre è stato 51,01 €/MWh e il Sig. Rossi, che ha pagato 62, ha sostenuto un costo molto più elevato rispetto a quanto avrebbe pagato se avesse avuto un contratto a prezzo variabile.
Cosa scegliere?
Al di là delle inevitabili riflessioni ex post (Ho fatto bene a fissare il prezzo della fornitura? Avrei potuto risparmiare con un contratto diverso?), ciò che è importante nel momento della contrattualizzazione, è la scelta della flessibilità.
Prediligere una fornitura a prezzo indicizzato con la possibilità di fixing offre maggiori opportunità di ottimizzazione rispetto alla scelta di una fornitura a prezzo fisso per tutta la durata contrattuale.
Innanzitutto, perché un contratto indicizzato può facilmente esser tramutato, attraverso i fixing, in un contratto a prezzo fisso per una parte o per il totale del profilo di consumo, limitando il rischio che il mercato salga e i costi di approvvigionamento diventino troppo onerosi.
Inoltre, e soprattutto, perché la scelta di fissare il prezzo in più tranche, in momenti diversi e per porzioni di consumo (mesi/trimestri e/o percentuali) consente di seguire maggiormente il mercato e di gestire attivamente il proprio costo di approvvigionamento, diminuendo il rischio di compiere una scelta definitiva in un solo momento dell’anno.
Scegliere di essere flessibili con un contratto indicizzato, dunque, consente di ottenere i vantaggi di un contratto a prezzo fisso (grazie ai fixing) e di poter scegliere il giusto timing per bloccare il prezzo per le diverse porzioni del proprio profilo, diversificando il rischio e approfittando di eventuali discese dei prezzi.
Tendering energia: monitorarlo con una piattaforma
Fingi di essere a un’asta, con il battitore, l’oggetto d’arte in vendita, una folta platea di potenziali compratori che si contendono l’acquisto a suon di rilanci… “un milione e uno, un milione e due, un milione e tre. Aggiudicato!” Questa atmosfera di competizione e frenesia è quanto di più...
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Fingi di essere a un’asta, con il battitore, l’oggetto d’arte in vendita, una folta platea di potenziali compratori che si contendono l’acquisto a suon di rilanci… “un milione e uno, un milione e due, un milione e tre. Aggiudicato!”
Questa atmosfera di competizione e frenesia è quanto di più esplicativo si possa proporre all’immaginazione per comprendere il concetto di “tendering energia”.
Le gare d’appalto per l’acquisizione di quantitativi all’ingrosso di materia prima (elettricità o gas naturale), difatti, funzionano più o meno così. I produttori mettono in vendita la loro merce e i grossisti la acquistano a un prezzo che dipende da diversi fattori: è il funzionamento, certo molto semplificato, della borsa energetica, luogo virtuale in cui si incontrano la domanda e l’offerta e la cui gestione economica è affidata al GME (www.mercatoelettrico.com), ai sensi dell'art. 5 del d.lgs. 79/99.
Come sfruttare le ricadute del tendering energia sull’utente finale, cioè la tua azienda, è il tema di questo post. Entreremo nei meccanismi della formazione del prezzo della materia prima e spiegheremo come massimizzare i risparmi sulle forniture attraverso l’uso di una piattaforma digitale.
Le gare d’appalto (tendering energia) nella vendita all’ingrosso
Generalmente, il processo di acquisto di energia viene compiuto dalle aziende in maniera discontinua e, spesso, i tecnicismi come il metodo di approccio al “tendering energia" (o gara d’appalto), sono, per la maggior parte delle imprese, al di fuori dello specifico know how aziendale.
Acquistare energia, però, ha quasi sempre una notevole rilevanza sul piano dei costi annuali e, per questo, è importante capire come ottimizzare il risparmio, conoscendo a fondo i meccanismi che stanno a monte della filiera.
Tendering, energia e prezzi che variano
I prezzi dell’elettricità e del gas cambiano di ora in ora, in base al rapporto tra domanda/offerta, in base alle ore in cui è richiesta più o meno energia, o ai mesi, come agosto, per esempio, nel quale la domanda generale cala, ma la produzione di energia solare aumenta.
Analizzando il diagramma dell’andamento dei prezzi di elettricità lungo un intero anno, allora si osservano picchi positivi, nei quali il prezzo ha superato di gran lunga la media, e picchi negativi, nei quali gli acquirenti hanno pagato la tariffa minima per una stessa quantità di energia. Questo andamento discontinuo dei prezzi è l’effetto delle attività di tendering energia.
I vantaggi del fixing nel tendering dell'energia
Gli utenti finali che hanno scelto un contratto a prezzo fisso hanno certamente perso l’opportunità di avere l’energia ai prezzi più bassi dell’anno. Chi ha optato per un contratto a prezzi variabili con possibilità di indicizzare il prezzo, invece, ha colto questa opportunità. Come? Facendo fixing del prezzo, cioè trasformando una quota parte della fornitura già acquistata in una fornitura a prezzo fisso. Un bel vantaggio, che, certo, comporta dei rischi, visto che lo scorso anno nessuno poteva sapere come sarebbe andato il mercato.
Si potrebbe ribattere che valutare a posteriori è facile, eppure un metodo per “prevedere” il futuro dei prezzi e scommettere su un fixing vantaggioso, esiste.
Affidarsi a una piattaforma digitale che interpreta il tendering energia
L’andamento del mercato segue modelli matematici di previsione che permettono di fare fixing con una certa tranquillità.
Certo, seguire il mercato con regolarità è materia da trader o da consulenti, tuttavia il web offre l’opportunità di essere autonomi attraverso una piattaforma digitale che automatizza la previsione e suggerisce, attraverso specifici plug-in, quando eseguire il fixing e su quale percentuale di energia già contrattualizzata. E il massimo del risparmio ottenibile è così garantito.
Analisi di mercato dal 1 al 31 maggio 2020
Nonostante la ripresa delle attività, nel corso del mese di maggio le dinamiche dei prezzi spot sono rimaste negative sia per il gas che per l’elettrico, con il PUN che da fine aprile a fine maggio ha perso più del 30% e il PSV d+1 circa il 25%. Il mercato del gas internazionale sta assistendo...
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Nonostante la ripresa delle attività, nel corso del mese di maggio le dinamiche dei prezzi spot sono rimaste negative sia per il gas che per l’elettrico, con il PUN che da fine aprile a fine maggio ha perso più del 30% e il PSV d+1 circa il 25%. Il mercato del gas internazionale sta assistendo alla discesa dei prezzi spot al di sotto di livelli considerati fino a pochi mesi fa invalicabili, con quotazioni NBP e TTF per la prima volta inferiori all’Henry Hub. La disponibilità di GNL a basso costo e livelli di riempimento degli stoccaggi in Europa in media superiori al 70% sono tra le cause principali della discesa dei prezzi gas e a cascata di quelli elettrici in un contesto di domanda ancora inferiore alle medie stagionali e di una primavera mite. In questo contesto, la tenuta dei prezzi forward (sia il BL Italia Cal +1 che il PSV Cal +1 registrano una variazione mensile positiva poco inferiore al 1%) è da ricondurre all’aspettativa di una ripresa della domanda e di un ribilanciamento del mercato a partire dalla fine di quest’anno.
Scelta del fornitore energia: come farla facilmente e risparmiando
Semplice e veloce come dare lo “start” dei 100 metri in piano su una pista d’atletica? Niente affatto. Avviare una gara per scelta del fornitore di energia non è immediato. Neppure semplice, se non si ha un’idea più che chiara delle vere domande da porsi e dei passi da fare. Ecco perché,...
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Semplice e veloce come dare lo “start” dei 100 metri in piano su una pista d’atletica? Niente affatto. Avviare una gara per scelta del fornitore di energia non è immediato. Neppure semplice, se non si ha un’idea più che chiara delle vere domande da porsi e dei passi da fare. Ecco perché, diciamolo, la scelta del fornitore di energia dà all’Energy manager più di qualche preoccupazione.
A complicare un quadro di per sé difficile da interpretare, c’è il gran numero di player del mercato libero che sostengono, ciascuno, di avere l’offerta più economica e giusta per l’azienda. È vero o sperano solo di accaparrarsi il cliente? Come discriminare?
Scegli come procedere nella scelta del fornitore di energia
Per uscire dal labirinto delle offerte e degli innumerevoli dettagli da confrontare, le strade tradizionalmente percorse per scelta del fornitore di energia sono quattro:
- immolarsi sull’altare del “dio perfezionismo” e fare tutto da solo;
- affidarsi a un comparatore di tariffe online;
- trovare un consulente energetico online (e sostenere una spesa);
- farsi affiancare da un consulente in persona (e pagarne il compenso).
Scelta del fornitore energia: la gara ad hoc
Percorsi possibili, ma non del tutto efficienti, se si pensa che i primi sono laboriosi e/o poco affidabili e gli ultimi hanno un costo.
Vale la pena, allora, di aprirsi a una nuova alternativa: la gara ad hoc, quella realmente tarata sulle peculiari esigenze dell’azienda. Per questa attività sono necessarie alcune riflessioni e un sistema univoco di raffronto, un marketplace evoluto.
Vediamo come si fa.
Una gara chiara per la scelta del fornitore energia
Può sembrare banale, ma se riceviamo offerte standard, spesso è perché la nostra richiesta non comunica la sua reale specificità. È come dire che quando spieghiamo una nostra idea e l’interlocutore non capisce, spesso siamo noi ad esserci espressi male. Allora focalizziamoci innanzitutto su come comunichiamo, su cosa ci serve davvero.
Per ottenere il maggior risparmio, quando lanciamo una gara per la scelta del fornitore di energia è determinante che la fornitura sia realmente “sartoriale”, quindi le esigenze aziendali devono risultare chiare, fin dall’inizio.
Quali domande fare nella scelta del fornitore energia
Innanzitutto, occorre chiarire cosa ci interessa più: i criteri di selezione, infatti, vanno ben oltre il prezzo basso. Anche se la convenienza sembra essere l’unico obiettivo.
Supponiamo che l’impresa abbia più di un sito produttivo: potresti avere necessità di aggiungere o rimuovere siti sul contratto in corso. Ipotizziamo, invece, che la comunicazione dell’azienda punti sul concetto di responsabilità sociale: avrai dunque interesse a conoscere la percentuale di energia rinnovabile nella produzione dei fornitori… e via dicendo. Queste richieste non sono scontate. Devono essere esplicitate fin dall’inizio della gara, non dopo.
I pilastri della scelta del fornitore energia
Per schematizzare, un contratto energetico su misura non può prescindere dal fare riflessioni accurate sui seguenti temi:
- opzioni di prezzo: indicizzato/variabile, prezzo fisso;
- eventuale flessibilità del fixing;
- qualità della relazione cliente;
- organizzazione dell’area cliente;
- qualità e puntualità della fatturazione;
- contatto diretto con il servizio di fatturazione;
- pre-fatturazione nei primi giorni del mese;
- penale bassa per recesso anticipato del contratto;
- origine dell’energia;
- variazione del numero dei siti sul contratto in corso.
I termini di paragone nella scelta del fornitore di energia
Segnalate le tue richieste specifiche, è importante fissare un periodo di fornitura e una durata precise, i dati storici di consumo e le informazioni sui siti da fornire. Soprattutto, però, è fondamentale fare in modo che le proposte abbiano tutte la stessa data e la stessa validità d’offerta. I prezzi dell’energia, difatti, cambiano di giorno in giorno alla borsa energetica, pertanto, per poter essere paragonabili, le offerte devono essere elaborate tutte sullo stesso prezzo e avere la medesima validità.
La soluzione per la scelta del fornitore energia è in rete
Chiariti i termini per l’impostazione di una gara ad hoc, non resta che avviare il lavoro di ricerca. Dato in gran numero di informazioni da comunicare e considerata la necessità di avere offerte confrontabili, e quindi elaborate realmente nel medesimo istante, conviene affidarsi a un marketplace evoluto, capace di concentrare in pochi minuti il lavoro di settimane e di garantire un risultato impeccabile.
Scegli la migliore fornitura energetica con il portale per il B2B
“Spendere il meno possibile mantenendo la qualità” è il mantra di ogni buon buyer. La regola si applica a ogni tipologia di acquisto: materie prime, cartoleria, dispositivi di sicurezza personale, macchinari, ecc… e anche la fornitura energetica, se la realtà produttiva è priva di un Energy...
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“Spendere il meno possibile mantenendo la qualità” è il mantra di ogni buon buyer. La regola si applica a ogni tipologia di acquisto: materie prime, cartoleria, dispositivi di sicurezza personale, macchinari, ecc… e anche la fornitura energetica, se la realtà produttiva è priva di un Energy manager.
Tutte le esigenze d’acquisizione di materiali da parte di un’azienda, difatti, passano dall’ufficio acquisti (UA). Sulla scrivania si accumulano le pratiche in lavorazione, che richiedono, tutte, un’intensa attività di scouting, di scelta dei fornitori migliori e di raffronto tra le offerte, per scovare chi si distingue per rapporto qualità/costo. Tuttavia, il risparmio sull’elettricità e il gas naturale può davvero fare la differenza per l’azienda. Tra tutti i contratti, difatti, la fornitura energetica rappresenta una delle voci di spesa annuali più ingenti. La concentrazione richiesta al personale dell’UA, dunque, è massima, come alte sono la responsabilità e, qualche volta, anche la preoccupazione. Ecco che, in questa fase, si ricorre spesso a un consulente o a un portale B2B. Per far sì che l’aiuto cercato non divenga a sua volta un’ulteriore fonte di spesa, di seguito cercheremo di esaminare le soluzioni efficaci e, tra queste, anche quelle maggiormente efficienti.
La fornitura energetica fa storia a sé
Se, all’apparenza, non vi sono differenze tra l’acquisto di un qualsiasi bene e quello dell’energia per l’intera azienda, va detto, per amor di verità, che l’ottenimento di un contratto per la migliore fornitura energetica nasconde qualche insidia in più.
Le difficoltà sono riconducibili a:
- la struttura e regolamentazione del mercato;
- la poca trasparenza della documentazione commerciale e nella fatturazione;
- i lunghi tempi necessari per confrontare le proposte dei fornitori interpellati.
La fornitura energetica in Italia
In Italia, infatti, le liberalizzazioni hanno aperto la strada a un gran numero di fornitori: oggi possiamo scegliere tra più di 500 player attivi. Impossibile interpellarli tutti e impossibile sapere a priori di chi ci si potrà fidare. Non c’è niente di peggio, per esempio, che stipulare un contratto di fornitura energetica con un’azienda che, di punto in bianco fallisce.
Le proposte commerciali, le fatture e i servizi offerti, poi, potrebbero essere di non facile fruibilità. Talvolta i documenti sono così enigmatici da non poter essere confrontati alle offerte di altri competitor, se non con grandi sforzi d’immaginazione.
Tali difficoltà fanno perdere molto tempo al personale dell’ufficio acquisti, settimane intere.
Fornitura energetica, chi può rispondere al “mayday” dell’UA
Se si percepisce che svolgere in autonomia l’attività di scelta della fornitura energetica non dà certezze, è lecito e consigliabile concedersi un aiuto.
Le soluzioni sul mercato sono:
- un comparatore B2B di tariffe online;
- un consulente energetico online;
- un consulente in persona;
- un portale B2B evoluto
Ricorrere a un consulente, online o fisico, comporta un prezzo da pagare che, soprattutto per imprese di medie dimensioni, vanificherebbe il risparmio ottenuto in bolletta.
Il comparatore B2B di tariffe online può essere una soluzione, ma occorre precisare che risolve solo una parte dei problemi, perché indica la tariffa migliore tra quelle standard a prezzo fisso, ma non garantisce né proposte “su misura”, né verifiche sulla qualità delle aziende.
Conviene dunque esplorare la via del portale B2B.
La soluzione più efficiente: il portale B2B per la fornitura energetica
Un valido supporto quando si cerca nuova fornitura energetica è un portale B2B evoluto, in grado cioè di interporsi tra l’ufficio acquisti e il mercato dell’energia in maniera attiva. Questa tipologia di strumento informatico permette al responsabile UA di risparmiare una gran quantità di tempo e di trovare il fornitore più adeguato alle particolari esigenze dell’azienda.
I fornitori sono selezionati e validati a monte e il lancio della gara è strutturato in modo che siano ben chiare le richieste (in termini di volumi, servizi, opzioni di prezzo, origine dell’energia, garanzie finanziarie, il periodo di fornitura, la durata, ecc).
La stessa richiesta di contratto su misura raggiunge contemporaneamente tutti i fornitori che gli esperti del portale hanno selezionato, snellendo in modo consistente l’attività del responsabile dell’Ufficio Acquisti.
La fornitura energia elettrica e gas perfetta per lo smart working
Per chi deve scegliere e poi gestire la fornitura di energia elettrica e gas B2B per la propria azienda, lo Smart working rappresenta un'opportunità in più, e molto vantaggiosa: nel segno della velocità, praticità, efficienza, convenienza. Ecco perché quello tra il cosiddetto lavoro agile e la...
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Per chi deve scegliere e poi gestire la fornitura di energia elettrica e gas B2B per la propria azienda, lo Smart working rappresenta un'opportunità in più, e molto vantaggiosa: nel segno della velocità, praticità, efficienza, convenienza. Ecco perché quello tra il cosiddetto lavoro agile e la fornitura di energia elettrica e gas B2B può essere definito “un incontro virtuoso”.
Lavorare a distanza, fuori dall'azienda e dagli orari d'ufficio, direttamente da casa, è una pratica sempre più diffusa. Se lo scorso anno gli Smart worker in Italia erano circa 570mila, con il 60% delle grandi imprese e il 12% delle PMI coinvolte – secondo i dati dell'Osservatorio Smart working del Politecnico di Milano – oggi, come conseguenza dell'emergenza sanitaria e del distanziamento sociale, questa attività ha avuto uno slancio e uno sviluppo straordinario. Uno sviluppo dal quale, con ogni probabilità, non si tornerà indietro.
Lo Smart working non è più solo un Trend, ma ora è una risorsa per motivi di sicurezza, e domani sarà sempre più una necessità. Cambia e si evolve il modo di lavorare, e per imprenditori, dirigenti, responsabili Acquisti, Energy manager, cambia e si evolve anche il modo di occuparsi dell'energia.
Smart working e fornitura di energia elettrica e gas B2B, praticità e convenienza
Questa modalità di lavoro online, con computer, tablet e smartphone, da casa e dal divano del salotto, innova e semplifica – e di molto – anche il lavoro di chi si occupa della gestione dei contratti per la fornitura di energia elettrica e gas B2B.
La digitalizzazione delle operazioni collegate ai contratti di fornitura energetica permette, ad esempio, all'Energy manager o al responsabile Acquisti dell'azienda, di lavorare quando e da dove si vuole, con la massima praticità, flessibilità e convenienza. Non occorre incontrare di persona un consulente o un fornitore di energia elettrica e gas B2B, l'attività non dipende dagli orari di qualcun altro o da quelli dell'ufficio.
Perché usare una piattaforma per la fornitura di energia elettrica
La convenienza, rispetto ai sistemi di scelta e acquisto tradizionali, oltre al risparmio di tempo e fatica, deriva anche dal fatto che una piattaforma online specializzata in fornitura di energia elettrica e gas B2B – come altre analoghe in altri settori di attività – concentra, analizza e mette a disposizione le offerte richieste, in base al tipo di azienda e ai consumi, per raffrontare e scegliere facilmente tra quelle più convenienti, e su misura per le proprie necessità energetiche.
Fornitura energia elettrica e gas, operazioni pratiche per lo smart working
La piattaforma specializzata di YEM – network internazionale specializzato nel settore dell'energia B2B –, mette a disposizione tutte queste opportunità e questi servizi online. A casa, la digitalizzazione ci aiuta ad avere subito, sul proprio computer o dispositivo mobile, le migliori offerte disponibili sul mercato.
Ecco quali sono queste 3 semplici operazioni online per scegliere la fornitura di energia elettrica e gas che lo smartworking permette:
- richiedere un'offerta personalizzata a partire dalle esigenze energetiche dell’azienda. È possibile, in questo modo, accedere ai consigli strategici di e creare una richiesta di offerta personalizzata in maniera facile ed efficacie.
- mettere in concorrenza i fornitori energetici: il responsabile Acquisti o Energy manager ha la possibilità di inviare la richiesta di offerta ai fornitori attraverso la stessa piattaforma, o di scaricarla e inviarla direttamente ad altri fornitori da lui scelti.
- ricevere la classifica delle offerte di fornitura: il marketplace classifica già le offerte dei fornitori. Si può così scegliere l’offerta più adatta alle esigenze energetiche dell’azienda e finalizzare direttamente il contratto con il fornitore scelto.
Tutto online, con la massima velocità, praticità e convenienza. E in modo completamente automatizzato.
Gli altri vantaggi nel digitalizzare la gestione della fornitura di energia elettrica B2B
Grazie alla piattaforma online si può fare tutto ciò che serve per una facile e veloce digitalizzazione del processo di contrattualizzazione energetica B2B. Con la gestione digitale delle attività, oltre a ottenere totale indipendenza operativa, in termini di orari e di luoghi, oltre a velocizzare il processo di ricerca dell'offerta e ricevere le migliori in pochi click, ogni imprenditore, dirigente e manager, può diventare un Energy manager per la propria azienda.
Inoltre, con le applicazioni web, è possibile conservare anche i dati di contrattualizzazione per analizzare le successive strategie e scelte energetiche. In pratica, si possono utilizzare anche risorse di Data management attorno al contratto di fornitura di energia elettrica e gas B2B. In questo modo, utilizzando questi processi online e i servizi messi a disposizione dalla piattaforma, è possibile risparmiare a tutti i livelli dell’Energy management: costo della materia prima, costo dell’intermediazione, tempo, lavoro dedicato. I servizi presenti sulla piattaforma sono il frutto di un lavoro di squadra altamente specializzato e di alta qualità – da parte di ingegneri, trader e analisti dell'energia B2B –, ma essendo digitalizzato è ottenuto in minor tempo. Il marketplace ottimizza la consulenza, in pochi click così la bolletta energetica diventa più leggera e anche il processo di contrattualizzazione.
Trading e ottimizzazione: come cogliere le opportunità del mercato
I movimenti dei prezzi di gas ed elettricità nel corso dell’anno possono essere importanti e la volatilità che ne consegue può esser percepita come un rischio o, viceversa, come un’opportunità. Riuscire a ottenere un guadagno o un risparmio nelle diverse situazioni è possibile grazie a strumenti...
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I movimenti dei prezzi di gas ed elettricità nel corso dell’anno possono essere importanti e la volatilità che ne consegue può esser percepita come un rischio o, viceversa, come un’opportunità. Riuscire a ottenere un guadagno o un risparmio nelle diverse situazioni è possibile grazie a strumenti e analisi che, pur derivate dal trading, consentono di migliorare la gestione dell’approvvigionamento lungo tutta la filiera.
Il trading: che cos’è?
Con il termine trading si intende l’attività di compravendita di beni fisici o strumenti finanziari con lo scopo di realizzare profitti acquistando a prezzo più basso e vendendo a prezzo più alto. Anche sui mercati all’ingrosso di energia elettrica e gas il trading è molto diffuso e gli operatori attivi in questo settore sono diverse centinaia in tutta l’Europa.
Seguendo l’andamento dei mercati, studiando la situazione dei drivers (ovvero quei fattori che influenzano il prezzo) e facendo analisi, i trader possono anticipare (e contribuire) all’evoluzione dei prezzi e acquistare o vendere partite di gas o energia elettrica per realizzare un profitto.
Qual è la differenza fra trading speculativo e ottimizzazione?
L’attività di trading può essere vista come attività speculativa o come attività di ottimizzazione, a seconda che sia associata o meno ad un portafoglio di produzione o consumo.
Il trading speculativo è un’attività separata dalle altre aree aziendali, con un suo budget e dei suoi limiti operativi, un capitale di rischio a disposizione (un capitale, cioè, che in casi estremi può andar perso) e uno stringente controllo da parte del risk management. L’obiettivo è realizzare dei guadagni sfruttando i movimenti dei mercati.
ESEMPIO: il trader, a seguito di analisi e considerazioni, pensa che il prezzo del power per quest’estate possa salire. Per questo motivo prenderà una posizione in acquisto sul prodotto Q3 in attesa di poter vendere lo stesso ad un prezzo più alto.
L’ottimizzazione, invece, pur basandosi sostanzialmente sulla stessa attività (compro e vendo), ha come scopo l’individuazione dei periodi migliori per vendere o acquistare energia elettrica o gas per il proprio portafoglio, realizzando un maggior profitto rispetto ad una gestione passiva.
ESEMPIO: il portfolio manager di una società di vendita di energia elettrica ha molti clienti che hanno acquistato da lui energia elettrica a prezzo variabile (es. PUN) ma pensa che il prezzo dell’energia elettrica durante il Q3 possa salire. Per questo motivo decide di acquistare il Q3, fissando il proprio prezzo di approvvigionamento, per migliorare il proprio guadagno (prezzo di vendita ai clienti – prezzo di approvvigionamento) qualora il prezzo salisse.
Nella pratica: ottimizzare la fornitura
Fino a qualche anno fa le attività di trading e ottimizzazione erano prerogativa delle società medio/grandi attive nel mondo energy. Recentemente però, con l’accentuarsi della crisi e la diminuzione dei margini, l’ottimizzazione è diventata una prassi anche più a valle nella filiera e sono moltissimi i clienti che, grazie a risorse interne o esterne, perseguono l’aumento dei margini, o, per meglio dire, la diminuzione dei costi, attraverso una miglior gestione dei propri approvvigionamenti.
La figura dell’energy manager nelle società che consumano molto gas o energia elettrica è infatti una figura chiave, che consente di ottimizzare le forniture, fissando o meno il prezzo in base alle aspettative dei movimenti di mercato, consentendo alla sua azienda di mantenere bassi i costi ed essere più competitiva.
ESEMPIO: l’energy manager di una industria, grazie ad analisi e strumenti a sua disposizione, ritiene che il prezzo dell’energia elettrica nel terzo trimestre potrebbe salire rispetto ai valori attuali. Decide così di fissare alcune tranche della propria fornitura richiedendo al proprio fornitore un fixing, che gli consenta di approfittare dei prezzi bassi offerti oggi dal mercato per non rischiare di affrontare un costo eccessivo durante l’estate.
Capire i mercati e utilizzare strumenti adeguati per ottimizzare la propria fornitura consente, dunque, di migliorare la competitività delle aziende energivore e di diminuire il rischio di brutte sorprese in bolletta.
Photo: © Stephen Dawson from Unsplash
Energy management system efficace: le caratteristiche
Benché complesso, l’energy management system può essere implementato all’interno della propria organizzazione aziendale senza particolari difficoltà. Certo va compreso a fondo, ne vanno approfondite tutte le fasi, ma orchestrare un sistema di gestione dell’energia (SGE) realmente efficace non è...
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Benché complesso, l’energy management system può essere implementato all’interno della propria organizzazione aziendale senza particolari difficoltà. Certo va compreso a fondo, ne vanno approfondite tutte le fasi, ma orchestrare un sistema di gestione dell’energia (SGE) realmente efficace non è affatto una missione da capogiro come sembra.
Ovviamente non s’improvvisa. L’energy management system, infatti, è per definizione uno strumento tecnico, mirato, rigoroso. Necessita di esperienza, investimenti e continuità, motivo per cui, a volte, può sembrare un ostacolo troppo alto da scavalcare.
Le caratteristiche di un SGE efficace, però, sono riassumibili in pochi passaggi che, per chi legge, possono essere intesi come un vero e proprio vademecum.
Vediamo insieme quali sono i requisiti principali di un SGE efficace.
Un energy management system di successo deve essere:
1 - Comunicato, condiviso, partecipato
Innanzitutto, l’implementazione di un sistema di gestione dell’energia richiede un cambiamento culturale all’interno dell’azienda. L’SGE, difatti, non mira solo a ridurre i consumi di approvvigionamento energetico. Piuttosto punta a creare un sistema virtuoso di continuo miglioramento nei termini più generali di efficienza energetica. Le funzioni aziendali coinvolte da un tale sistema sono tante, c’è bisogno di varie professionalità e di consapevolezza a tutti i livelli riguardo ai benefici gestionali ed economici che se ne possono ricavare.
Coinvolgere tutto il personale e applicare il sistema a qualsiasi ambito dell’azienda è un vero must.
2 - Peculiare e adeguatamente finanziato
Ogni realtà aziendale ha le sue esigenze produttive. Tradotto in termini energetici, ogni industria o ufficio determina un certo consumo in virtù di ciò che produce. I mix energetici, le tecnologie utilizzate, gli impianti, gli strumenti di controllo utilizzati sono il frutto di una scelta precisa dell’imprenditore. Certamente, però, è necessario che l’SGE sia un’attività adeguatamente finanziata, perché richiede personale formato, controlli periodici e investimenti eventuali per migliorare le performance energetiche a qualunque livello.
3 - Basato sul ciclo Plan-Do-Check-Act
Un primo e importante aiuto all’implementazione di un SGE realmente efficace è dato dalla normativa UNI CEI EN ISO 50001. L’approccio generale che la norma suggerisce può essere seguito con la finalità della certificazione o solo come guida.
La normativa è basata sul ciclo Plan-Do-Check-Act (europa.eu):
- Plan: Realizzare l’analisi energetica per stabilire il valore di riferimento iniziale, gli indicatori di prestazione energetica, gli obiettivi e i piani di azione necessari. Il piano di azione va aggiornato regolarmente, tenendo conto dei cambiamenti in termini di prestazioni, priorità e nuove apparecchiature introdotte.
- Do: Attuare i piani d'azione della gestione dell'energia.
- Check: Sorvegliare e misurare i processi che determinano le prestazioni energetiche, riportandone i risultati.
- Act: Intraprendere azioni per migliorare in continuo la prestazione energetica.
4 - A un ciclo continuo
L’energy management system non è mai un percorso lineare con un inizio e una fine. Piuttosto è un ciclo chiuso. La sequenza dei passaggi si ripete in modo continuativo nel tempo e ogni ciclo comporta un miglioramento dei risultati rispetto al precedente. Per questa ragione, a conclusione di ogni ciclo è necessario eseguire un controllo dei parametri di efficienza. Si può optare per un controllo interno o, nel caso di certificazione, per l’esecuzione di un audit energetico.
5 - Integrato ad altre certificazioni
Per essere competitive nel mercato globale e soddisfare gli standard ambientali, l’industria e le aziende devono adeguarsi alle normative in vigore. Implementando un sistema di gestione dell’energia certificato ISO 50001 (o ispirato a esso) si possono ottenere benefici che riguardano la gestione ambientale e la gestione della qualità. È dunque imprescindibile che i modelli siano integrati.
Sistemi Smart a supporto degli Energy manager
L’energy management necessita, dunque, di tempo e di concentrazione per pianificare tutti i passaggi di implementazione del sistema. La tecnologia viene in aiuto dell’Energy manager attraverso sensori di rilevazione consumi, smart manifattura, soluzioni IT online, inoltre, è disponibile un sistema smart per ottimizzare i tempi di selezione di nuove forniture. Un valido supporto per ottimizzare i tempi e allocare al meglio le proprie risorse.
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Energy management aziendale: cos’è e come farlo
Al pari di una spada lucida e affilata per un valoroso condottiero, l’energy management è l’arma più potente ed efficace nelle mani di un energy manager. Infatti, difendere l’organizzazione aziendale da sprechi e costi elevati dovuti all’approvvigionamento di energia è impresa ardua e complessa:...
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Al pari di una spada lucida e affilata per un valoroso condottiero, l’energy management è l’arma più potente ed efficace nelle mani di un energy manager. Infatti, difendere l’organizzazione aziendale da sprechi e costi elevati dovuti all’approvvigionamento di energia è impresa ardua e complessa: occorre maneggiare con destrezza gli strumenti più appropriati. Improvvisazione, calcoli sommari e forniture a buon mercato, difatti, potrebbero non bastare a raggiungere gli obiettivi aziendali.
Annoverato tra i migliori alleati del business, l’energy management è senza dubbio il mezzo magistrale per analizzare, monitorare e gestire ogni aspetto legato all’energia.
Energy management, chiave di volta
Letteralmente, l’energy management è la “gestione energetica” aziendale, un approccio sistematico, un insieme di tecniche che assicurano risultati di efficientamento e risparmio aziendale.
Tuttavia, interpretarlo come una visione globale, un nuovo paradigma di pensiero sul tema è forse più corretto. Tanto più che oggi l’imprenditore ha almeno tre domande a cui dare risposta:
- Come posso risparmiare?
- Quale modello di gestione energetica può portarmi a migliorare costantemente le mie performance energetiche?
- Come posso adeguarmi alle richieste della normativa europea in termini ambientali?
Il sommarsi di diverse esigenze, interne ed esterne all’azienda, spariglia le carte di anno in anno. Una buona strategia energetica deve tenerne conto.
Energy management e normativa europea
Certo, il risparmio in denaro è importante. Le ragioni per creare un buon sistema di gestione, però, sono anche altre.
Il “quadro 2030 per il clima e l’energia” dell’Unione Europea, per esempio, indica obiettivi per il periodo dal 2021 al 2030 ai quali nessuna impresa potrà sottrarsi (europa.eu)
• una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990)
• una quota almeno del 32% di energia rinnovabile
• un miglioramento almeno del 32,5% dell'efficienza energetica.
Nell’immediato, queste indicazioni portano a dover ripensare alla politica energetica aziendale in modo strategico e a volte radicale.
Come implementare l’energy management system (EMS)
Ogni organizzazione è unica ed è fondamentale che l’energy management system sia peculiare e allineato con i sistemi aziendali esistenti in tema di qualità e di ambiente.
L’implementazione di un EMS comporta alcuni passaggi:
• Redazione di un bilancio energetico, vale a dire misurare il consumo di energia e rilevare i dati.
• Analisi dei dati: trovare e quantificare gli sprechi energetici ed esaminare i risparmi che si potrebbero ottenere intervenendo sugli impianti e le attrezzature (per esempio l'illuminazione) o migliorando l'isolamento dell’edificio.
• Investimento orientato al risparmio energetico (sostituzione, aggiornamento di apparecchiature inefficienti o implementazione di nuove tecnologie).
• Consuntivo dei progressi sulla base dei dati raccolti per verificare il successo delle azioni intraprese.
Tecniche di energy management: le istruzioni dalle norme
Un buon approccio per imparare a padroneggiare le tecniche dell’energy management è fare riferimento alla norma UNI CEI EN ISO 50001 "Sistemi di gestione dell'energia - Requisiti e linee guida per l’uso”. Si tratta della versione italiana della norma internazionale ISO 50001 che specifica i requisiti per creare, avviare, mantenere e migliorare un EMS. La norma è integrabile con l’ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001.
Come ottimizzare i tempi dell'energy management
L’impegno richiesto per l’energy management è gravoso. Occorre avere molto tempo a disposizione. Poter contare su alcune settimane in più potrebbe effettivamente fare la differenza. Ma come recuperarle? La soluzione arriva dal mondo digitale: un efficace marketplace può ridurre al massimo la scelta di una nuova fornitura energetica. In pochi passaggi online. Le ore lavorative liberate possono essere impiegate proprio per le attività di Energy management aziendale.
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Analisi di mercato dal 1 al 30 aprile 2020
La strategia di contenimento del Covid-19 ha portato ad una significativa riduzione dei consumi sia di elettricità che di gas naturale, con un calo nel mese di aprile (consuntivo al 26) rispetto al 2019 del 10% per l’elettrico e del 9% per il gas. Il forte shock sulla domanda ha aggravato un...
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La strategia di contenimento del Covid-19 ha portato ad una significativa riduzione dei consumi sia di elettricità che di gas naturale, con un calo nel mese di aprile (consuntivo al 26) rispetto al 2019 del 10% per l’elettrico e del 9% per il gas.
Il forte shock sulla domanda ha aggravato un quadro già ribassista a inizio 2020, caratterizzato da scorte di gas superiori alla media stagionale, abbondante offerta di GNL e di gas naturale via pipeline a basso costo.
Il mercato petrolifero è rimasto a sua volta debole, con la forte incertezza sulla possibilità di una ripresa consistente della domanda nel 2020, l’abbondanza dell’offerta e gli alti costi di stoccaggio che hanno pesato sulle quotazioni, nonostante la recente ricomposizione dell’OPEC Plus e la contestuale decisione di ridurre la produzione per maggio e giugno di 9.7 mln di barili al giorno.
Nel corso del mese di aprile il prezzo gas Cal21 al PSV ha toccato un minimo a 13.95 €/MWh, mentre sul mercato elettrico il minimo di aprile per il Cal21 BL è stato a 43.90 €/MWh.
Gas: quali sono i 3 fattori principali che incidono sul prezzo?
Il prezzo del gas è influenzato da molti fattori, il cui contributo modifica l’equilibrio di domanda e offerta. La disponibilità di materia prima che può essere utilizzata/venduta/movimentata, in Italia, come in Europa, dipende dalla quantità di gas che viene estratto dai giacimenti, da quanto ne...
Leggi di piùIl prezzo del gas è influenzato da molti fattori, il cui contributo modifica l’equilibrio di domanda e offerta. La disponibilità di materia prima che può essere utilizzata/venduta/movimentata, in Italia, come in Europa, dipende dalla quantità di gas che viene estratto dai giacimenti, da quanto ne viene importato e da quanto ne è presente in giacenza negli stoccaggi. Poiché l’Italia copre solo poco più del 6% della domanda nazionale con gas estratto su territorio nazionale, la forte dipendenza dall’import lega strettamente l’andamento dei prezzi italiani a quello dei principali hub europei.
1. Il gas estratto da giacimenti europei
L’Europa produce circa il 18% del gas che annualmente viene immesso nel sistema (ci riferiamo al 2019 e nel conto è inclusa anche UK). I principali siti di estrazione si trovano nel territorio del Regno Unito (e dal 2020 risulteranno essere giacimenti extra EU) e in Olanda (il famoso sito di Groningen che si avvia pian piano a fine vita). Interruzioni nelle attività estrattive o delle pipeline che trasportano il gas hanno un impatto rilevante sul prezzo del gas, soprattutto sul breve termine.
2. Il gas importato via tubo e via nave
La quota di gas proveniente da paesi extra EU tramite l’import è l’82% del totale del gas annualmente immesso nel sistema gas europeo. Di questo l’import tradizionale, ovvero via pipeline, copre circa il 60% e le principali direttrici di import collegano l’Europa alla Russia, alla Norvegia e al Nord Africa. Nuove tratte collegheranno ulteriormente l’Europa ai Paesi limitrofi nel prossimo futuro (es. Nord Stream II), aumentando la capacità di import attuale.
All’import tradizionale via pipeline si è affiancato negli ultimi anni l’import di gas naturale liquefatto (GNL o LNG), che nel 2019 è arrivato a pesare il 22% del totale del gas immesso nel sistema gas europeo. Il gas non arriva più solo da Paesi prossimi all’Europa, ma anche da Qatar, USA, Nigeria e altri.
Ai tradizionali rapporti fra Paesi Europei e Paesi produttori di gas si sono affiancate dunque nuove relazioni commerciali che portano con sé, oltre ad una sana diversificazione delle fonti, anche nuove influenze geopolitiche. Se fino a poco tempo fa erano tristemente note le vicende legate alle continue diatribe tra Russia e Ucraina, oggi nuovi attori entrano sulla scena energetica europea, cambiando gli equilibri e modificando quote di mercato da tempo consolidate.
3. Il gas immagazzinato in stoccaggio
Un ulteriore fattore che influenza la disponibilità di gas è la quantità di gas presente negli stoccaggi. Quando durante la stagione calda la domanda di gas è inferiore, il gas viene immagazzinato in stoccaggi dai quali viene estratto durante l’inverno. Il livello degli stoccaggi è un indicatore della possibilità di far fronte a improvvisi aumenti della domanda a cui l’aumento di import non può fisiologicamente sopperire. In inverni miti, come quello appena terminato, i bassi consumi di gas naturale (ulteriormente ridotti per effetto del coronavirus) provocano un surplus di gas in stoccaggio (+30% rispetto all’anno scorso) che si riflettono in una maggior disponibilità di gas e dunque in un effetto ribassista sui prezzi.
Nella pratica
Conoscere i fattori che determinano la disponibilità di gas consente di prevedere le conseguenze degli equilibri di domanda/offerta sul prezzo della materia prima. Un conflitto in Paesi da cui l’Europa importa (es: Russia o Qatar) può avere un forte impatto sul sistema del gas europeo, così come un problema ad un grosso tubo o livelli di gas in stoccaggio molto superiori/inferiori alla media stagionale e non di rado proprio questi temi risultano centrali per i movimenti dei prezzi del gas in Europa.
La forte diminuzione dei prezzi del gas degli ultimi mesi è stata infatti dovuta proprio ad un mix di questi fattori: livello degli stoccaggi molto più alto del normale, gas importato via nave ai massimi livelli storici e import via pipeline a regime hanno causato una sovrabbondanza di offerta di materia prima che ha, di fatto, provocato un rally al ribasso in tutti i mercati gas europei.
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Interviste Approfondimenti sul mercato
Intervista a Luca Rizzitelli CEO di Bros Energy SA: la miglior strategia per gestire shock di mercato attuale
Abbiamo di recente assistito ad un crollo dei prezzi sul mercato energetico, dovuto ad un calo repentinio della domanda di energia. Sono stati questi gli effetti della chiusura delle attività produttive non essenziali, con l'entrata in vigore delle misure di distanziamento sociale. Ma non sono...
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Abbiamo di recente assistito ad un crollo dei prezzi sul mercato energetico, dovuto ad un calo repentinio della domanda di energia. Sono stati questi gli effetti della chiusura delle attività produttive non essenziali, con l'entrata in vigore delle misure di distanziamento sociale. Ma non sono solo i prezzi attuali ad essere caduti, anche quelli futuri sono in calo. Questa è la conseguenza diretta del periodo di forte incertezza che stanno vivendo i mercati, si pensa infatti che l'attuale crisi di domanda possa avere ancora degli effetti importanti sul futuro. Siamo andati a chiedere a Luca Rizzitelli, il CEO di Bros Energy per quanto tempo il mercato dell'energia verrà condizionato dai fattori esterni determinati dal Covid, e se ci sono delle strategie da mettere in atto per gestire al meglio lo schock attuale.
Quale strategia suggerisci per gestire al meglio i rischi derivanti dagli attuali andamenti di mercato?
"Per dare una risposta compiuta a questa domanda giova ricapitolare brevemente quanto è accaduto in questo ultimo periodo di grande incertezza: dall'inizio dello scorso mese abbiamo assistito ad un crollo dei prezzi di mercato dovuto al repentino calo della domanda causato dalle misure intraprese un po' in tutta Europa per limitare la diffusione del coronavirus.
Il consistente ribasso ha interessato sia i prezzi spot che i prezzi futures. Ma mentre nel primo caso il calo dei prezzi ha poggiato su ragioni "fondamentali", appunto il reale calo di domanda, nel caso dei prezzi futuri il calo è stato spinto per lo più dal timore che il termine della crisi dei consumi possa riverberarsi anche sulla domanda futura.
Inoltre l'ottimismo che ha investito il mercato nell'ultima settimana, consentendo alle quotazioni di recuperare parte del valore perduto, è a mio avviso ancora prematuro.
La migliore strategia al momento, visto l'incertezza sul momento esatto di uscita dalla crisi "coronavirus", potrebbe essere una suddivisione degli acquisti a prezzo fisso relativi al proprio consumo su un orizzonte temporale che non vada oltre l'inizio di settembre.
Il livello relativamente ancora basso dei prezzi dell'energia elettrica e del gas naturale a partire dal calendar 2021, per esempio, è coerente a mio avviso con l'adozione di una strategia di parzializzazione e di differimento dei volumi in acquisto a prezzo fisso, ovvero distribuire le partite in acquisto sul periodo tra aprile e l'inizio di settembre."
Riesci ad individuare un orizzonte temporale a partire dal quale tali andamenti potranno considerarsi “normalizzati”?
"L'andamento dei prezzi del gas naturale e dell'energia elettrica resterà a mio avviso depresso almeno fino a quando non dovessero essere più limitate le attività produttive ovvero fino a quando non si produca un vaccino efficace. Idealmente, anche osservando la curva di evoluzione dei contagi da coronavirus in Asia, potremmo attenderci un ritorno alla normalità gia da fine agosto."
Quali sono i segni positivi inediti che la pandemia produrrà nel nostro settore?
"Come in tutti i momenti difficili ritengo che al termine della crisi ci ritroveremo con un sistema elettrico piu solido e resiliente che sarà frutto di una "selezione naturale" in cui molti operatori, poco innovativi o con il fardello di qualche difficoltà finanziaria pregressa, periranno o verranno riassorbiti dai più forti. La prova a cui gli eventi ci hanno esposto alla fine spingerà il settore ad essere più aperto all'innovazione e a premiare la flessibilità sia dei consumi che delle formule di offerta. Durante la auspicabile fase di ripresa nuovi modelli di business con un alto contenuto innovativo potranno avere spazio libero e crescere anche grazie alla consapevolezza che nulla è scontato, neanche nel mondo dell'energia."
Approfondimenti sul mercato CO2
CO2 e power: da dove viene questo legame?
Uno dei fattori che più ha influenzato il prezzo dell’energia elettrica, sia in Italia che nel resto d’Europa, negli ultimi due anni è stata la CO2. Ma come si lega il prezzo della CO2 a quello dell’energia elettrica? L’obbligo di acquistare titoli di emissione Per incentivare le attività che...
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Uno dei fattori che più ha influenzato il prezzo dell’energia elettrica, sia in Italia che nel resto d’Europa, negli ultimi due anni è stata la CO2. Ma come si lega il prezzo della CO2 a quello dell’energia elettrica?
L’obbligo di acquistare titoli di emissione
Per incentivare le attività che maggiormente emettono CO2 (ed il settore energetico è in prima linea) ad investire in tecnologie green e a minor impatto di carbonio, l’Unione Europea ha creato, ormai 15 anni fa, il cosiddetto Emission Trading Scheme (ETS), ovvero un sistema che obbliga i soggetti che emettono troppa CO2 a pagare per le proprie emissioni. L’obbligo di acquistare ogni anno i permessi di emissione (EUA = Emission Unit Allowances) corrispondenti alla CO2 prodotta fa sì che la CO2 rappresenti una voce di costo reale per il soggetto che la produce.
Meccanismi UE per mantenere alti i prezzi
Poiché il prezzo della CO2 fino ad un paio di anni fa è stato troppo basso per poter esser considerato un vero deterrente alle emissioni (in questo stesso periodo, nell’aprile del 2018 la CO2 era quotata 12/13 €/tonnellata), l’Unione Europea ha dato il via al cosiddetto MSR (Market Stability Reserve). Questo è un meccanismo che, attraverso la sottrazione di quote di emissione dal mercato, mira a diminuire l’offerta di titoli, facendo aumentare il prezzo della CO2 per incentivare i soggetti emittenti a compiere investimenti corposi nell’abbattimento delle emissioni.
Effetto MSR e coronavirus
L’MSR, partito a gennaio 2019, ha in breve tempo portato i prezzi della CO2 vicino alla soglia dei 30 €/tonnellata (qualcuno ricorderà il picco dei prezzi dell’estate scorsa), ma dallo scorso inverno i prezzi si sono assestati fra i 23,5 e i 26,5 €/tonnellata. La recente epidemia di coronavirus, che ha bloccato quasi totalmente le attività produttive sia in Italia che in Europa, ha avuto come immediato risultato un calo sensibile delle emissioni e, di conseguenza, la domanda di titoli è crollata. Con la domanda sono crollate, chiaramente, anche le quotazioni della CO2 (più del 35%), arrivando a toccare minimi di 16/17 €/tonnellata (mai così basse dal 2018), per poi stabilizzarsi intorno ai 20. Insieme alla quotazione della CO2 è sceso anche il prezzo dell’energia elettrica, già spinto al ribasso dal gas naturale.
Dal prezzo della CO2 a quello dell’energia elettrica: un po’ di teoria
Il prezzo dell’energia elettrica, come dicevamo, viene fortemente influenzato dal prezzo della CO2, che entra in gioco come voce di costo per la produzione di energia elettrica da combustibili fossili, come il gas naturale. Un impianto termoelettrico che utilizza gas naturale per produrre energia elettrica, per ogni MWh di energia prodotto consuma circa 2 MWh di gas naturale, ovvero circa 189 Sm3 (considerando una efficienza media convenzionale del 50%), ed emette circa 0,35 tonnellate di CO2. Dunque, un incremento (o diminuzione) del prezzo della CO2 pari a 1 €/tonnellata dovrebbe provocare un incremento (o diminuzione) di 0,35 €/MWh del prezzo dell’energia elettrica.
Nella pratica
È vero però che in Italia non tutta l’energia elettrica viene prodotta da gas naturale, che è forte anche l’influenza dei mercati esteri che hanno dinamiche differenti e che la presenza sul mercato di operatori speculativi può amplificare le reazioni del prezzo del power rispetto ai movimenti della CO2. Per questo motivo non è facile riscontrare nella pratica il rapporto 1 : 0,35 appena descritto, ma ciò non toglie che la CO2 sia uno fra i principali driver del prezzo dell’energia elettrica. In questo periodo infatti, le quotazioni del power hanno avuto un ribasso importante grazie all’effetto combinato della discesa dei prezzi del gas e della forte diminuzione delle quotazioni della CO2, arrivando a minimi (e parliamo ad esempio del calendar) mai toccati dopo la metà del 2017.
Analisi di mercato dal 28 Febbraio al 31 marzo 2020
La strategia di contenimento del Covid-19 comporta la sospensione del 60% delle attività produttive e commerciali e limita i trasferimenti delle persone, con significativo impatto sui consumi. Il conseguente forte shock sulla domanda aggrava il quadro già ribassista a inizio 2020. Scorte di gas...
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La strategia di contenimento del Covid-19 comporta la sospensione del 60% delle attività produttive e commerciali e limita i trasferimenti delle persone, con significativo impatto sui consumi. Il conseguente forte shock sulla domanda aggrava il quadro già ribassista a inizio 2020.
Scorte di gas particolarmente alte, l’abbondante offerta di GNL e di gas naturale via pipeline a basso costo e la debolezza del mercato petrolifero avevano spinto il prezzo del Cal21 al PSV sotto i 17 €/MWh. Le misure restrittive imposte a marzo hanno comportato ulteriori significative perdite, con il Cal21 ora in area 14.0 €/MWh. Sul mercato elettrico, il Cal21 BL ha mantenuto un andamento coerente con quello del PSV e con i prezzi forward europei, testando quindi area 50 €/Mwh ai primi di febbraio e accelerando bruscamente al ribasso in concomitanza con la crisi sanitaria, per arrivare a toccare un minimo a 42.7 €/MWh il 23 di marzo.
Intervista a Nicolas Henn il fondatore della startup YEM: "Semplificare l'energy management è possibile"
Un prodotto che serve a risolvere un problema concreto è destinato a diventare un prodotto innovativo. Il mondo dell'energy management ha bisogno adesso di innovazione. Lo aveva capito l'ingegnere Nicolas Henn dopo aver compreso quali fossero le criticità per le aziende nella gestione dei propri...
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Un prodotto che serve a risolvere un problema concreto è destinato a diventare un prodotto innovativo. Il mondo dell'energy management ha bisogno adesso di innovazione. Lo aveva capito l'ingegnere Nicolas Henn dopo aver compreso quali fossero le criticità per le aziende nella gestione dei propri contratti di fornitura energetica. Da questa constatazione è iniziata l'avventura di YEM che Nicolas ci racconta in questa intervista.
Da dove nasce l’idea di YEM?
"Bella domanda! L'idea nasce principalmente dalla mia esperienza personale nell’energy market Italiano. Più precisamente durante i quasi quattro anni passati in Italia al fianco di consulenti e imprese per aiutarli nella scelta dei fornitori di energia e nell’ottimizzazione dei prezzi. Mi ha da subito stupito la quantità di tempo e denaro investiti in queste fasi!
Mi sono chiesto se fosse stato possibile semplificare quel processo di incontro tra le esigenze delle aziende e quelle dei fornitori. Un processo che non è realmente complesso e che poteva essere semplificato rendendo la vita più facile a tutti. Sia ai fornitori di energia che alle imprese stesse. D'altra parte però la contrattualizzazione della fornitura di energia non è un qualcosa da prendere “alla leggera”. Spesso gli Energy Manager con, o rispetto, agli imprenditori si ritrovano soli di fronte a scelte che possono avere un peso decisivo sull’avvenire dell’azienda.
Non bisogna infatti confondere il concetto di semplificazione, proposto da YEM con quello di automatizzazione. La messa a disposizione di un network di esperti riconosciuti e di qualità è stato fin da subito un punto molto importante per YEM.
L’energy manager, l’ufficio acquisti, i consulenti nel campo dell’energia, e delle volte gli stessi imprenditori hanno bisogno di più semplicità e chiarezza nella gestione del contratto di fornitura energetica.
Voilà YEM, una piattaforma molto semplice che interviene per aiutare dalla scelta del miglior fornitore con l’ottimizzazione dei contratti al fixing dei prezzi. YEM completa perfettamente i "to do" dell’energy management come l’efficienza energetica."
In che senso l’ottimizzazione dei contratti di fornitura energetica è complementare alle disposizioni sull’efficienza energetica?
"Il consumo di energia è la leva fondamentale dell’efficienza energetica. Ottimizzando l’utilizzo dell’energia senza impattare la produzione, si massimizza l’efficienza energetica e quindi i costi (oltre alla riduzione di emissioni).
Diventa sempre più difficile ottimizzare i propri consumi di energia secondo le misure messe in atto. Come per un velocista di 100 m, inizialmente il margine di miglioramento è più ampio, man mano che si allena ogni secondo di miglioramento diventa più difficile da ottenere.
Per questo in parallelo all’efficienza energetica conviene lavorare sull'ottimizzazione dei prezzi a cui si acquista il gas e il power. Si pensa erroneamente che la gestione dei prezzi possa essere riservata solo agli ingegneri e agli specialisti dell’energy market. In realtà, si può in maniera semplice e veloce, beneficiare dei prezzi migliori mettendo in atto le giuste strategie."
Il mercato dell’energia ha raggiunto dei livelli minimi storici. Quali consigli può dare per cogliere le migliori opportunità?
"In questo momento i prezzi di acquisto di gas e energia elettrica sono arrivati a toccare minimi storici prossimi ai costi di produzione. Non si vedevano degli abbassamenti di prezzo così dai tempi della crisi del 2008. I prezzi tuttavia rischiano di aumentare nei prossimi mesi e questo aspetto non va sottovalutato.
Per le imprese è estremamente conveniente acquistare ora l’energia per il 2021, ma anche per dopo.
Il mio consiglio per coloro che hanno un contratto di energia a prezzo variabile è (con il fine di non vincolarsi troppo e mantenere dei margini di manovra nell’ipotesi in cui i prezzi dovessero abbassarsi ulteriormente nel breve periodo) di fissare adesso il 50% del volume di energia per il 2021, continuando a monitorare con attenzione i prezzi. Se continueranno a scendere converrà fissare nuovamente il 50% prima che i prezzi crescano e quindi fissare la totalità del proprio contratto.
Per coloro che hanno un contratto a prezzo fisso gli consiglio vivamente di prendere del tempo per considerare un passaggio al prezzo variabile. Non è nè complicato, nè riservato alle multinazionali e i vantaggi che si possono ottenere in termini economici sono alti!"
Il Gas, il principale driver dei prezzi dell'energia Elettrica
Ultimamente si sente spesso dire che il prezzo dell’energia elettrica in Italia è diminuito a causa di unafortediminuzione del prezzo del gas. Ma come mai il prezzo dell’energia elettricaequello del gassono così legati? Il prezzo dell’energia elettrica (e parliamo della sola “quota...
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Ultimamente si sente spesso dire che il prezzo dell’energia elettrica in Italia è diminuito a causa di una forte diminuzione del prezzo del gas. Ma come mai il prezzo dell’energia elettrica e quello del gas sono così legati?
Il prezzo dell’energia elettrica (e parliamo della sola “quota energia”) in Italia è influenzato da diversi fattori, come la domanda, la stagione, le temperature, ma una componente fondamentale del prezzo è il costo per la produzione dell’energia stessa.
Il Mix energetico italiano : il gas è in pole
L’energia elettrica in Italia viene prodotta ancora per lo più da fonti tradizionali - nel 2019: gas quasi il 45% e carbone poco più del 6% - , con la quota rinnovabili in rapido aumento nel corso degli ultimi anni - più del 18% idroelettrico e circa il 20% solare ed eolico.
*Secondo la classificazione utilizzata da ENTSOE in “altro” sono inclusi per lo più impianti a cogenerazione e cicli combinati
Il gas è effettivamente il combustibile più utilizzato per la produzione elettrica in Italia, soprattutto in questi ultimi anni in cui le politiche green hanno spinto sempre più per la chiusura delle centrali a carbone, ed è dunque facilmente intuibile come il prezzo dell’energia elettrica sia strettamente legato a quello della principale materia prima utilizzata per produrla.
Il gas per “colmare i buchi”
Ma lo stretto legame fra power e gas non è dato solo dalla quantità di energia prodotta attraverso l’impiego del gas, ma anche dal ruolo che questo ha nell’algoritmo di formazione del prezzo nel mercato del giorno prima (MGP).
Infatti, le diverse tipologie di centrali, avendo differenti caratteristiche tecnologiche, producono con programmi e costi diversi e, dunque, influenzano il prezzo in modo diverso. La produzione da fonti rinnovabili, essendo intermittente e non programmabile, ha la priorità nella vendita a mercato, ma è il gas la risorsa che copre il fabbisogno residuo, determinando quindi molto spesso il prezzo marginale.
Inoltre, va menzionato che con l’aumentare della produzione rinnovabile non programmabile, sia in Italia che all’estero, il gas ha (e continuerà ad avere) il ruolo del jolly. Quando manca il vento, quando il cielo è coperto, quando c’è poca acqua nei bacini è il gas che interviene per “colmare i buchi”, almeno fino a quando non ci saranno tecnologie flessibili e abbastanza economiche (possibilmente un po’ più green) per farne a meno.
La CO2 come altro fattore importante
La discesa dei prezzi del power a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi è dunque dovuta proprio alla discesa dei prezzi del gas in tutta Europa, confermando la forte correlazione fra di essi. Tuttavia, la dinamica dei prezzi del power ha subito anche l’influenza della CO2, che, grazie ai meccanismi europei di limitazione dell’offerta (MSR), ha negli ultimi anni avuto un peso (e un costo) sempre maggiore. Per questo motivo, mentre il gas in questi giorni ha toccato i livelli più bassi di sempre, il prezzo del power non ha raggiunto i minimi toccati nel 2016 (quando la CO2 costava solo 5 €/ton).
Photo: Alessandro Bianchi Unsplash - Unien AdobeStock